RISCOPRIAMO LA SPERANZA CRISTIANA … quando il dolore bussa alla porta delle nostre famiglie
Cari amici, siamo a Novembre… Aria di primavera nell’emisfero sud…Colori e atmosfere autunnali per noi dell’emisfero nord. Così bene interpretati dal nostro Ungaretti:
SI STA / COME D’AUTUNNO
SUGLI ALBERI / LE FOGLIE
Il “Paninodi SanBiagio” di questo mese: per nutrire pensieri di speranza cristiana, quando il dolore bussa alla porta delle nostre famiglie… Fraternamente dv
26 NOVEMBRE 2014
L’anima che non è dimora di Cristo è infelice
Dalle “Omelie” di S. Macario, vescovo
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Una casa, non più abitata dal padrone, rimane chiusa e oscura, cadendo in abbandono; di conseguenza si riempie di polvere e di sporcizia. Nella stessa condizione è l’anima che rimane priva del suo Signore. Prima tutta luminosa della sua presenza poi si immerge nelle tenebre del peccato, di sentimenti iniqui e di ogni cattiveria.
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Povera quella strada che non è percorsa da alcuno e non è rallegrata da alcuna voce d’uomo! Essa finisce per essere il ritrovo preferito di ogni genere di bestie. Povera quell’anima in cui non cammina il Signore, che con la sua voce ne allontani le bestie spirituali della malvagità!
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Guai alla nave senza timoniere! Sbattuta dai marosi e travolta dalla tempesta, andrà in rovina.
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Guai all’anima che non ha in sé il vero timoniere, Cristo! Avvolta dalle tenebre di un mare agitato e sbattuta dalle onde degli affetti malsani, sconquassata dagli spiriti maligni come da un uragano invernale, andrà miseramente in rovina.
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Guai a quell’anima che non avrà Cristo in sé! Lasciata sola, comincerà ad essere terreno fertile di inclinazioni malsane e finirà per diventare una sentina di vizi. Cristo, re dei cieli e vero agricoltore, venendo verso l’umanità, devastata dal peccato, prese un corpo umano, e, portando la croce come strumento di lavoro, dissodò l’anima arida e incolta, ne strappò via le spine e i rovi degli spiriti malvagi, divelse il loglio del male e gettò al fuoco tutta la paglia dei peccati. La lavorò così col legno della croce e piantò in lei il giardino amenissimo dello Spirito. Esso produce ogni genere di frutti soavi e squisiti per Dio, che ne è il padrone.
25 NOVEMBRE 2014
Sant’Agostino conclude il commento al vangelo di Giovanni così…
Verrai alla sorgente, vedrai la stessa luce
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A paragone degli infedeli, noi cristiani siamo ormai luce. Perciò dice l’Apostolo: «Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore; comportatevi perciò come i figli della luce» (Ef 5, 8). E altrove disse: «La notte è avanzata, il giorno è vicino. Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente come in pieno giorno» (Rm 13, 12-13).
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Quando dunque verrà nostro Signore Gesù Cristo e, come dice l’apostolo Paolo, «metterà in luce i segreti delle tenebre, e manifesterà le intenzioni dei cuori: allora ciascuno avrà la sua lode da Dio» (1 Cor 4, 5).
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Allora, essendo un tal giorno così luminoso, non saranno più necessarie le lucerne. Non ci verrà più letto il profeta, non si aprirà più il libro dell’Apostolo; non andremo più a cercare la testimonianza di Giovanni, non avremo più bisogno del vangelo stesso. Saranno perciò eliminate tutte le Scritture, che nella notte di questo secolo venivano accese per noi come lucerne, perché non restassimo nelle tenebre.
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Eliminate tutte queste cose, giacché non avremo più bisogno della loro luce e, venuti meno anche gli stessi uomini di Dio che ne furono i ministri, perché anch’essi vedranno con noi quella luce di verità in tutta la sua chiarezza, messi da parte insomma tutti questi mezzi sussidiari, che cosa vedremo? Di che cosa si pascerà la nostra mente? Di che cosa si delizierà la nostra vista? Da dove verrà quella gioia che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore d’uomo? (cfr. 1 Cor 2, 9). Che cosa vedremo?
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Vi scongiuro, amate con me, correte con me saldi nella fede: aneliamo alla patria del cielo, sospiriamo alla patria di lassù; consideriamoci quali semplici pellegrini quaggiù. Che vedremo allora? Ce lo dica ora il vangelo: «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio» (Gv 1, 1). Verrai alla sorgente, da cui ti sono giunte poche stille di rugiada. Vedrai palesemente quella luce, di cui solo un raggio, per vie indirette e oblique, ha raggiunto il tuo cuore, ancora avvolto dalle tenebre e che ha ancora bisogno di purificazione. Allora potrai vederla quella luce e sostenerne il fulgore.
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«Carissimi, dice lo stesso san Giovanni, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è» (1 Gv 3, 2).
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Mi accorgo che i vostri affetti si levano con me verso l’alto; ma «un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda d’argilla grava la mente dai molti pensieri» (Sap 9, 15). Ecco che io sto per deporre questo libro e voi per tornarvene ciascuno a casa sua. Ci siamo trovati assai bene sotto questa luce comune, ne abbiamo davvero gioito, ne abbiamo davvero esultato: ma, mentre ci separiamo gli uni dagli altri, badiamo bene a non allontanarci da lui.
DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014
FESTA DI CRISTO RE DELL’UNIVERSO
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Dal libro del profeta Ezechièle 34,11-12.15-17Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore e le passerò in rassegna. Come un pastore passa in rassegna il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore che erano state disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e le radunerò da tutti i luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di caligine. Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.
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R. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Su pascoli erbosi mi fa riposare.
Ad acque tranquille mi conduce. R.
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome. R.
Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo; il mio calice trabocca. R.
Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni. R.
- Mi son messo alla finestra. Il sole cominciava a sorgere. Una pace immensa regnava nella natura. Ogni cosa cominciava a svegliarsi, la terra, il cielo, gli uccelli. Tutto, poco a poco, cominciava a svegliarsi al ‘comando’ di Dio. Tutto obbediva alle sue leggi divine, senza lamenti né sussulti, dolcemente, con mitezza, sia la luce che le tenebre, sia il cielo azzurro che la dura terra coperta della rugiada dell’alba. Quanto è buono Dio! Pensavo.
- C’è pace ovunque, tranne che nel cuore dell’uomo. E dolcemente, delicatamente, Dio m’insegnò, con quest’alba dolce e pacifica, anche ad obbedire; un’immensa pace riempì la mia anima. Ho pensato che Dio solo è buono, che tutto è ordinato da lui, che nulla è importante in ciò che gli uomini dicono o fanno, e che per me non deve esserci al mondo che una sola cosa: Dio. Dio che ordina tutto per il mio bene.
- Dio che fa sorgere ogni giorno il sole, che fa sciogliere il gelo, che fa cantare gli uccelli, e cambia le nuvole in cielo con mille dolci colori. Dio, che mi dà un piccolo angolo in terra per pregare, che mi dà un piccolo angolo dove poter raggiungere ciò che spero. Dio, tanto buono con me che, nel silenzio, parla al mio cuore, e m’insegna poco a poco, forse fra le lacrime, sempre con la croce, a distaccarmi dalle creature; a non cercare la perfezione che in lui; che mi indica Maria e mi dice:
- “Ecco l’unica creatura perfetta; in lei troverai l’amore e la carità che non trovi negli uomini. Di che ti lamenti, fra’ Rafael? Amami, soffri con me; sono io, Gesù!” (San Rafael Arnaiz Baron (1911-1938), monaco
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MONACO E’…
«Monaco è colui che da tutti è separato
e con tutti è armonicamente unito».
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La forza di questa definizione sta proprio nell’avverbio «armonicamente», che potrebbe essere assunto come il segreto della vita monastica e della vita cristiana, come pure di ogni servizio nella Chiesa.
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Atenagora visse e morì come monaco chiedendo, negli ultimi momenti del suo pellegrinaggio terreno, di essere lasciato solo, inserendosi così nella schiera di quei santi monaci che vollero spirare in intimo abbraccio con l’Amore della loro intera esistenza: in una pace già pregustata e offerta in questa vita normalmente battuta fino all’ultimo dai venti dell’inquietudine.
10 – 15 NOVEMBRE: ESERCIZI SPIRITUALI
QUANDO MOSE’ ALZAVA LE MANI…
LECTIO DIVINA SULLA FIGURA DI MOSE’,
GUIDA E INTERCESSORE PER IL SUO POPOLO
Cari amici, nei prossimi giorni a Villa S. Biagio avrà luogo un corso di esercizi spirituali per religiosi e preti … vogliamo pregare per loro! Ci potrà far del bene anche a noi riflettere su alcuni spunti proposti alla loro meditazione… Penso anche che sarebbe bello se scrivessimo loro qualche pensiero che ci sta a cuore… mi impegno a comunicarli a loro e questo scambio di pensieri di fede e di comunione ecclesiale farebbe bene a tutti.
- Bel titolo ma…che significa? Vuol dire evangelizzatori che si aprono senza paura all’azione dello Spirito Santo che infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia, in ogni tempo e luogo, anche controcorrente. Come vorrei trovare le parole per incoraggiare una stagione evangelizzatrice più fervorosa e piena d’amore!
- Non basta pregare? Evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che pregano e lavorano. La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera… Senza momenti prolungati di adorazione, di dialogo sincero con il Signore, ci indeboliamo e il fervore si spegne. Nello stesso tempo si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica. C’è il rischio che alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di donare la vita nella missione. Impariamo dai santi che ci hanno preceduto.
- QUALI MOTIVAZIONI CI SOSTENGONO? 1. L‘incontro personale con Gesù. La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù, l’esperienza di essere salvati da Lui. Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo! Però, che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di farla conoscere? 2. Di che cosa ha bisogno la gente? E’ urgente riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza. Il Vangelo risponde alle necessità più profonde delle persone: l’amicizia con Gesù e l’amore fraterno. La nostra tristezza infinita si cura con un infinito amore. 3. Con Gesù o senza Gesù: è la stessa cosa? Non si può perseverare in un’evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, camminare con Lui o camminare a tentoni. Non è la stessa cosa poterlo contemplare, riposare in Lui, o non poterlo fare. Il vero missionario sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, lavora con lui. Se uno non lo scopre presente nel cuore stesso dell’impresa missionaria, presto perde l’entusiasmo e smette di essere sicuro di ciò che trasmette. E una persona che non è convinta, innamorata, non convince nessuno.
- Essere innamorati di Gesù: basta? Occorre anche sviluppare il gusto spirituale di rimanere vicini alla vita della gente. La missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, una passione per il suo popolo.
- Apriamo il cuore o siamo condannati al …suicidio? Questa apertura del cuore è fonte di felicità, perché « si è più beati nel dare che nel ricevere » (At 20,35). Non si vive meglio fuggendo dagli altri… Ciò non è altro che un lento suicidio.
- La vita: un mestiere o una missione? Io sono una missione su questa terra, per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo, il politico nell’animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri
- Ma la gente merita così tanto? Per donarci generosamente, abbiamo bisogno di riconoscere che ogni persona è degna della nostra dedizione perché è opera di Dio, sua creatura…oggetto dell’infinita tenerezza del Signore. Gesù Cristo ha donato il suo sangue prezioso sulla croce per quella persona. Ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita.
- Perché impegnarsi tanto se non cambia nulla? Gesù Cristo vive veramente. “Il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola » (Mc 16,20). Questo accade anche oggi. La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. È vero che a volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità sempre sboccia qualcosa di nuovo. Questa è la forza della risurrezione…La risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano.
- Dopo tutti i nostri sforzi, cosa resta? A volte ci sembra di non aver ottenuto alcun risultato, ma la missione non è un progetto aziendale. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi.
- Bisogna fidarsi e basta… Qual è la sua esperienza? Questa fiducia nell’invisibile è come immergersi in un mare dove non sappiamo che cosa incontreremo. Io stesso l’ho sperimentato tante volte. Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, dove Lui desidera.
«SACERDOTI, SIATE VICINI ALLE FAMIGLIE»
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Vorrei prima di tutto condividere con voi la gioia di essere preti. La sorpresa sempre nuova di essere stato chiamato, anzi, di essere chiamato dal Signore Gesù. Chiamato a seguirlo, a stare con Lui, per andare agli altri portando Lui, la sua parola, il suo perdono… Non c’è niente di più bello per un uomo di questo, non è vero? Quando noi preti stiamo davanti al tabernacolo, e ci fermiamo un momento lì, in silenzio, allora sentiamo lo sguardo di Gesù nuovamente su di noi, e questo sguardo ci rinnova, ci rianima… Certo, a volte non è facile rimanere davanti al Signore; non è facile perché siamo presi da tante cose, da tante persone…; ma a volte non è facile perché sentiamo un certo disagio, lo sguardo di Gesù ci inquieta un po’, ci mette anche in crisi… Ma questo ci fa bene!
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Nel silenzio della preghiera Gesù ci fa vedere se stiamo lavorando come buoni operai, oppure forse siamo diventati un po’ degli “impiegati”; se siamo dei “canali” aperti, generosi attraverso cui scorre abbondante il suo amore, la sua grazia, o se invece mettiamo al centro noi stessi, e così al posto di essere “canali” diventiamo “schermi” che non aiutano l’incontro con il Signore.
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E la seconda cosa che desidero condividere con voi è la bellezza della fraternità: dell’essere preti insieme, del seguire il Signore non da soli, non uno a uno, ma insieme, pur nella grande varietà dei doni e delle personalità;
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Un’ultima cosa: vi incoraggio nel vostro lavoro con le famiglie e per la famiglia. E’ un lavoro che il Signore ci chiede di fare in modo particolare in questo tempo, che è un tempo difficile sia per la famiglia come istituzione, sia per le famiglie, a causa della crisi. Ma proprio quando il tempo è difficile, Dio fa sentire la sua vicinanza, la sua grazia, la forza profetica della sua Parola. E noi siamo chiamati ad essere testimoni, mediatori di questa vicinanza alle famiglie e di questa forza profetica per la famiglia.
d.alesiani@virgilio.it – www.donvincenzoalesiani.it
ESODO C.32: IL VITELLO D’ORO
- Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne e gli disse: “Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”.
- Aronne rispose loro: “Togliete i pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a me”. 3 Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne.4 Egli li ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso.
- Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: “Domani sarà festa in onore del Signore”. 6 Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento.
- IL SIGNORE AVVERTE MOSÈ: Allora il Signore disse a Mosè: “Và, scendi, PERCHÉ IL TUO POPOLO, CHE TU HAI FATTO USCIRE DAL PAESE D’EGITTO, SI È PERVERTITO. Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice. 10 Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione”.
- PREGHIERA DI MOSÈ 11 Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: “Perché, Signore, divamperà la tua ira contro IL TUO POPOLO, CHE TU HAI FATTO USCIRE dal paese d’Egitto con grande forza e con mano potente? 12 Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. 13 RICÒRDATI DI ABRAMO, DI ISACCO, DI ISRAELE, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, di cui ho parlato, lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre”. Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.
- Mosè spezza le tavole della legge E SE LA PRENDE CON IL FRATELLO ARONNE Mosè ritornò e scese dalla montagna con in mano le due tavole della Testimonianza. … Quando si fu avvicinato all’accampamento, vide il vitello e le danze. ALLORA SI ACCESE L’IRA DI MOSÈ: egli scagliò dalle mani le tavole e le spezzò ai piedi della montagna.
- Mosè disse ad Aronne: “Che ti ha fatto questo popolo, perché tu l’abbia gravato di un peccato così grande?”. 22 Aronne rispose: “Non si accenda l’ira del mio signore; tu stesso sai che questo popolo è inclinato al male. 23 Mi dissero: Facci un dio, che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che cosa sia capitato. 24 Allora io dissi: Chi ha dell’oro? Essi se lo sono tolto, me lo hanno dato; io l’ho gettato nel fuoco e ne è uscito questo vitello”.
- NUOVA PREGHIERA DI MOSÈ RITORNA DAL SIGNORE PER INTERCEDERE in favore dei suoi … Mosè ritornò dal Signore e disse: “Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d’oro. 32 Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato… E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto!”. Il Signore disse a Mosè: “Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me.
- ESODO 33: LA TENDA DEL CONVEGNO (= dell’appuntamento con Dio!!!) Mosè a ogni tappa prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento, l’aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell’accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore. 8 Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava in piedi, stando ciascuno all’ingresso della sua tenda: guardavano passare Mosè, finché fosse entrato nella tenda.
- Quando Mosè entrava nella tenda, il Signore parlava con Mosè. 10 Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all’ingresso della tenda e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all’ingresso della propria tenda. 11 COSÌ IL SIGNORE PARLAVA CON MOSÈ FACCIA A FACCIA, COME UN UOMO PARLA CON UN ALTRO.
- MOSTRAMI LA TUA GLORIA… MOSE DESIDERA DI CONOSCERE DIO: Gli disse: “Mostrami la tua Gloria!”. 19 Rispose: “Farò passare davanti a te tutto il mio splendore … “Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo”. …Tu starai sopra la rupe: quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato. 23 Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere”.
- DAL LIBRO DEL DEUTERONOMIO C. 33- 34: MORTE DI MOSÈ
- IL Signore disse a Mosè: “Sali su questo monte degli Abarim, sul monte Nebo, che è nel paese di Moab, di fronte a Gerico, e mira il paese di Canaan, che io dò in possesso agli Israeliti. Tu morirai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito ai tuoi antenati, come Aronne tuo fratello è morto ed è stato riunito ai suoi antenati–
- Il Signore gli disse: “Questo è il paese per il quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: Io lo darò alla tua discendenza. TE L’HO FATTO VEDERE CON I TUOI OCCHI MA TU NON VI ENTRERAI…
- Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo l’ordine del Signore. Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor; nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba.
- Mosè aveva centoventi anni quando morì; gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno. Gli Israeliti lo piansero nelle steppe di Moab per trenta giorni;
- Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè lui con il quale il Signore parlava faccia a faccia
PER LA NOSTRA RIFLESSIONE E PREGHIERA.
- Le alterne vicende della nostra alleanza con Dio… Il tempo che passa, la mancanza di stimoli – la compiacente debolezza dei capi: Aronne abbassa l’asticella e la purezza degli ideali
- a livello teologico: si vuole un dio toccabile e visibile …
- atteggiamenti irresponsabili: siamo troppo duri o troppo deboli? ALZIAMO L’ASTICELLA O LA ABBASSIAMO TROPPO? ALLORA SI ACCESE L’IRA DI MOSÈ ma supplica il Signore… si fa intercessore, ricattando Dio… cfr S. Paolo -Vorrei essere io anatema – Don Orione: ponimi, Signore, sulla bocca dell’inferno : a volte ci si può, (ci si deve?) “arrabbiare”? O bene e male, è …tutto uguale?
SE TU PERDONASSI IL LORO PECCATO…
dopo aver tanto …”predicato”,
arriva il tempo di INTERCEDERE PER I NOSTRI “FIGLI”…
COME FA UNA MADRE CHE NON SI RIPOSA NEANCHE IN PARADISO
FINO A CHE NON ABBIA OTTENUTO IL PERDONO DA DIO PER I SUOI FIGLI…
LA MADRE
( UNGARETTI – 1930)
E il cuore quando d’un ultimo battito / Avrà fatto cadere il muro d’ombra
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all’Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m’avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi
Ricorderai d’avermi atteso tanto,
e avrai negli occhi un rapido sospiro.
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ESODO C. 18: INCONTRO DI MOSÈ COL SUOCERO IETRO
Ti voglio dare un consiglio…
- Ietro, sacerdote di Madian, suocero di Mosè, venne a sapere quanto Dio aveva operato per Mosè e per Israele, suo popolo, come il Signore aveva fatto uscire Israele dall’Egitto. 2 Allora Ietro suocero di Mosè, con i figli e la moglie di lui venne da Mosè nel deserto, dove era accampato, presso la montagna di Dio. 6 Egli fece dire a Mosè: “Sono io, Ietro, tuo suocero, che vengo da te con tua moglie e i suoi due figli!”.
- Mosè andò incontro al suocero, si prostrò davanti a lui e lo baciò; poi si informarono l’uno della salute dell’altro ed entrarono sotto la tenda. 8 Mosè raccontò al suocero quanto il Signore aveva fatto al faraone e agli Egiziani per Israele, tutte le difficoltà loro capitate durante il viaggio, dalle quali il Signore li aveva liberati. 9 Ietro gioì di tutti i benefici che il Signore aveva fatti a Israele, quando lo aveva liberato dalla mano degli Egiziani.
“NON VA BENE QUELLO CHE FAI! : CORREZIONE FRATERNA, CORAGGIOSA E DELICATA
- Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il popolo si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera. 14 Allora Ietro, visto quanto faceva per il popolo, gli disse: “Che cos’è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?”. 15 Mosè rispose al suocero: “Perché il popolo viene da me per consultare Dio. 16 Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le vertenze tra l’uno e l’altro e faccio conoscere i decreti di Dio e le sue leggi”.
- Il suocero di Mosè gli disse: “Non va bene quello che fai! 18 Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il compito è troppo pesante per te; tu non puoi attendervi da solo. 19 Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te!Tu sta davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio. 20 A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la quale devono camminare e le opere che devono compiere.
- Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini integri che temono Dio, uomini retti che odiano la venalità e li costituirai sopra di loro come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. 22 Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi sarà una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno ogni affare minore.
- Così ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno con te. 23 Se tu fai questa cosa e se Dio te la comanda, potrai resistere e anche questo popolo arriverà in pace alla sua mèta”. Mosè ascoltò la voce del suocero e fece quanto gli aveva suggerito.
- PER RIFLETTERE : Cosa ti suggerisce la figura di Ietro?
- Coraggio e umiltà nel fare la correzione fraterna. Correzione fraterna: attiva e passiva: quale più difficile?
- Corriamo il pericolo di voler strafare? meglio farsi aiutare: Quali compiti delegabili e quali no? Attenti alle priorità: COSE URGENTI E COSE IMPORTANTI!!!
- Come vorresti gli anziani? E tu li valorizzi per quello che sono stati – sono e possono ANCORA dare?
QUANDO MOSE’ … ALZAVA LE MANI…
- CAPITOLO 16 LA MANNA E LE QUAGLIE: quando la gente ha fame e mormora…che fare?
- Nel deserto tutta la comunità degli Israeliti mormorò contro Mosè e contro Aronne. 3 Gli Israeliti dissero loro: “Fossimo morti per mano del Signore nel paese d’Egitto, quando eravamo seduti presso la pentola della carne, mangiando pane a sazietà! Invece ci avete fatti uscire in questo deserto per far morire di fame tutta questa moltitudine”. 4 Allora il Signore disse a Mosè: “Ecco, io sto per far piovere pane dal cielo per voi: “Questa sera saprete che il Signore vi ha fatti uscire dal paese d’Egitto; 7 domani mattina vedrete la Gloria del Signore; poiché egli ha inteso le vostre mormorazioni contro di lui. Noi infatti che cosa siamo, perché mormoriate contro di noi?”. Noi infatti che cosa siamo? Non contro di noi vanno le vostre mormorazioni, ma contro il Signore”.
- 1 Tutta la comunità degli Israeliti levò l’accampamento dal deserto di Sin, secondo l’ordine che il Signore dava di tappa in tappa, e si accampò a Refidim. Ma non c’era acqua da bere per il popolo. 2 Il popolo protestò contro Mosè: “Dateci acqua da bere!”. Mosè disse loro: “Perché protestate con me? Perché mettete alla prova il Signore?”.
- Allora Mosè invocò l’aiuto del Signore, dicendo: “Che farò io per questo popolo? Ancora un poco e mi lapideranno!”. Il Signore disse a Mosè: “Passa davanti al popolo e prendi con te alcuni anziani di Israele. Prendi in mano il bastone con cui hai percosso il Nilo, e và! Ecco, io starò davanti a te sulla roccia, sull’Oreb; tu batterai sulla roccia: ne uscirà acqua e il popolo berrà”. Mosè così fece sotto gli occhi degli anziani d’Israele. Si chiamò quel luogo Massa e Meriba, a causa della protesta degli Israeliti e perché misero alla prova il Signore, dicendo:“IL SIGNORE È IN MEZZO A NOI SÌ O NO?
COMBATTIMENTO CONTRO AMALEK 8 Allora Amalek venne a combattere contro Israele a Refidim. 9 Mosè disse a Giosuè: “Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalek. Domani io starò ritto sulla cima del colle con in mano il bastone di Dio”. 10 Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalek, mentre Mosè, Aronne, e Cur salirono sulla cima del colle. 11 Quando Mosè alzava le mani, Israele era il più forte, ma quando le lasciava cadere, era più forte Amalek. 12 Poiché Mosè sentiva pesare le mani dalla stanchezza, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
PAPA FRANCESCO:
- UNA PASTORALE SENZA PREGHIERA E CONTEMPLAZIONE NON POTRÀ MAI RAGGIUNGERE IL CUORE DELLE PERSONE. Si fermerà alla superficie senza consentire che il seme della Parola di Dio possa attecchire, germogliare, crescere e portare frutto (cfr Mt 13, 1-23). So che tutti voi lavorate molto, e per questo voglio lasciarvi un’ultima parola importante: pazienza. Pazienza e perseveranza.
- Non abbiamo la “bacchetta magica” per tutto, ma possediamo la fiducia nel Signore che ci accompagna e non ci abbandona mai. Nelle difficoltà come nelle delusioni che sono presenti non di rado nel nostro lavoro pastorale, abbiamo bisogno di non venire mai meno nella fiducia nel Signore e nella preghiera che la sostiene. Non dimentichiamo, comunque, che l’aiuto ci viene dato, in primo luogo, proprio da quanti sono da noi avvicinati e sostenuti. Facciamo il bene, ma senza aspettarci la ricompensa. Seminiamo e diamo testimonianza. La testimonianza è l’inizio di un’evangelizzazione che tocca il cuore e lo trasforma. Grazie del vostro impegno! Vi benedico e, per favore, non dimenticatevi di pregare per me.
- RIFLETTIAMO E PARLIAMONE TRA NOI…
- E quando la gente si lamenta? come discernere le richieste giuste da quelle frivole?
- Quale tipo di servizio (…di amore!) rendiamo? Di che cosa hanno davvero più bisogno I NOSTRI “FIGLI”?: cose-nostra fermezza fondata su una esemplarità di vita -idee chiare? preghiera…?
- Alzare le braccia e sostenersi a vicenda nella preghiera e…nell’opera educativa: come ci aiutiamo a perseverare nella fede- pazienza-serenità?
- Misericordia e verità s’incontreranno: si possono conciliare in concreto? Come?
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L’USCITA DALL’EGITTO PARTENZA DI ISRAELE C. 12
- Il suo popolo è in pericolo? DIO…NON CI DORME E VEGLIA TUTTA LA NOTTE . Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d’Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione.
- E LO ACCOMPAGNA DI GIORNO E DI NOTTE… c. 13 17 Il Signore marciava alla loro testa DI GIORNO CON UNA COLONNA DI NUBE, per guidarli sulla via da percorrere, E DI NOTTE CON UNA COLONNA DI FUOCO per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte.
- C. 14 LA NOTTE DELLA GRANDE PAURA. GLI EGIZIANI INSEGUONO ISRAELE… MOSE ha paura più di tutti ma deve fare coraggio agli altri… e lui nel suo cuore GRIDA A DIO
PERCHE GRIDI VERSO DI ME?
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Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani muovevano il campo dietro di loro! Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. 11 Poi dissero a Mosè: “Forse perché non c’erano sepolcri in Egitto ci hai portati a morire nel deserto? Che hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? 12 Non ti dicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel deserto?”.
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Mosè rispose: “Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! 14 Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli”.
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IL SIGNORE DISSE A MOSE’: PERCHE GRIDI VERSO DI ME? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. 18 Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri”.
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DIO CAMBIA POSTO…L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. Anche la colonna di nube si mosse e dal davanti passò indietro. 20 Venne così a trovarsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele.
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In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; 31 Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mosè.
- CAPITOLO 15 – CANTO DI VITTORIA 1 Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: “Voglio cantare in onore del Signore: Mia forza e mio canto è il Signore, egli mi ha salvato. E` il mio Dio e lo voglio lodare, è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare! Il Signore regna in eterno e per sempre!”.
PER LA NOSTRA RIFLESSIONE
Alla prima difficoltà la grande paura 14,13: Mosè infonde coraggio agli altri e Lui… grida a Dio 14,15
¨ La preghiera, sospiro interiore Dio si espone per noi.
Contemplare i fatti della vita e …vedere la mano del Signore… Certezza che Lui ci difende
Parliamone…
- Questo Dio che va avanti, poi si sposta indietro dove c’è il pericolo… cosa ci fa pensare? Abbiamo avuto qualche esperienza in cui davvero il Signore lo abbiamo sentito vicino e nostro difensore?
- La pazienza di Dio e …il cammino più lungo per non scoraggiare, è anche il nostro metodo con gli altri e…con noi stessi, pur senza indulgenze alla pigrizia! o vogliamo tutto e subito?
- Ci è mai capitato di dover far coraggio agli altri mentre ci sentivamo a terra noi stessi? Come ce la siamo cavata? Ricorrendo a chi?
- Sappiamo rileggere la nostra storia ogni tanto e …metterci a “cantare”: Mia forza e mio canto è il Signore?
PREGHIAMO: Salmo 124
SE IL SIGNORE NON FOSSE STATO CON NOI,
quando uomini ci assalirono, ci avrebbero inghiottiti vivi, nel furore della loro ira.
Le acque ci avrebbero travolti; ci avrebbero travolti acque impetuose.
Sia benedetto il Signore, che non ci ha lasciati, in preda ai loro denti.
Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori:
il laccio si è spezzato e noi siamo scampati.
Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra.
PAPA FRANCESCO AI PRETI OGGI 12 NOVEMBRE:
DOTI UMANE E SPIRITUALI DEL PRETE
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“Accoglienza, sobrietà, pazienza, mitezza, affidabilità, bontà di cuore sono la Didascalia immaginegrammatica di base di ogni ministero, devono essere la grammatica di base di ogni vescovo, presbitero, diacono”.
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Tali “prerogative umane“ debbono necessariamente aggiungersi ad “alcune prerogative spirituali“, secondo quanto san Paolo ricorda nelle “lettere pastorali”.”Guai se un vescovo, un sacerdote o un diacono pensassero di sapere tutto, di avere sempre la risposta giusta per ogni cosa e di non avere bisogno di nessuno.
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Al contrario, la coscienza di essere lui per primo oggetto della misericordia e della compassione di Dio deve portare un ministro della Chiesa ad essere sempre umile e comprensivo nei confronti degli altri”.“Non si è vescovi, sacerdoti o diaconi perché si è più intelligenti degli altri ma solo per un dono elargito da Dio per il suo popolo.
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La consapevolezza di questo è importante, rappresenta una grazia da invocare“, perché così un pastore “non potrà assumere un atteggiamento autoritario, come se la comunità fosse sua”.
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- FUGA DI MOSÈ…
- In quei giorni, Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i lavori pesanti da cui erano oppressi. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. 12 Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno, colpì a morte l’Egiziano e lo seppellì nella sabbia. 13 Il giorno dopo, uscì di nuovo e, vedendo due Ebrei che stavano rissando, disse a quello che aveva torto: “Perché percuoti il tuo fratello?”. 14 Quegli rispose: “Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di uccidermi, come hai ucciso l’Egiziano?”. Allora Mosè ebbe paura e si allontanò dal faraone e si stabilì nel paese di Madian e sedette presso un pozzo.
- MISERIA DEL POPOLO…COMPASSIONE DI DIO – VOCAZIONE DI MOSE’: Nel lungo corso di quegli anni, il re d’Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. Allora Dio ASCOLTÒ il loro lamento, SI RICORDÒ della sua alleanza con Abramo e Giacobbe. Dio GUARDÒ la condizione degli Israeliti e SE NE PRESE PENSIERO.
- IL ROVETO ARDENTE C. 3 1 Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero… L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3 Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. 4 Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. 5 Riprese: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!”. 6 E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.7 Il Signore disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto…
- Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!”. 11 Mosè disse a Dio: “CHI SONO IO PER ANDARE DAL FARAONE e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?”. 12 Rispose: “IO SARÒ CON TE. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte”.
- C.4 10 MOSÈ DISSE AL SIGNORE: “MIO SIGNORE, IO NON SONO UN BUON PARLATORE; non lo sono mai stato prima e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua”. 11 Il Signore gli disse: Ora và! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire”.13 Mosè disse: “Perdonami, Signore mio, manda chi vuoi mandare!”. 14 Allora la collera del Signore si accese contro Mosè e gli disse: “Non vi è forse il tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui sa parlar bene. Anzi sta venendoti incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. 15 Tu gli parlerai e metterai sulla sua bocca le parole da dire e io sarò con te e con lui mentre parlate e vi suggerirò quello che dovrete fare.
- PER RIFLETTERE: LA VOCAZIONE DI MOSE
- Mosé diventa povero: pastore di un gregge non suo… in paese straniero – Dio sceglie i poveri: tutto comincia con gruppo di poveri deportati perseguitati …La povertà è la nostra PRIMA vera preghiera e preparazione:
- Educato nella sapienza egiziana: Mosè liberatore ingenuo e violento: finché non c’è la chiamata di Dio le doti umane non bastano… La sua opera vera comincia con la paura, la fuga, l’esperienza in terra straniera per sperimentare sulla propria pelle la realtà dei fratelli… Quando purificato, Dio lo invierà , lui non ci trova più gusto e… non vuole andare: Chi sono io per andare?
- L’esperienza del roveto: Mosè ha 80 anni ed è ancora capace di stupore…Rivelazione del NOME JHWH: sono colui che sono. Quale “nome” trasmettiamo ai figli? (CDC1 Profumo olezzante è il tuo nome”) La chiamata di Dio: sua è l’iniziativa- suscita timore – affidato un messaggio – le obiezioni: diffidenza del popolo – non ho le qualità – disimpegno: manda un altro! Dio si…arrabbia! E “violenta” cfr Amos – Geremia. Il profeta ha sempre una vita lacerata. …Servirete Dio su questo monte: dalla schiavitù al servizio! ESSERE LIBERI PER…SERVIRE. ??!!
- PREGHIAMO RIELABORANDO ANCHE LE…SCONFITTE. Salmo 118
- Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua parola.
- Tu sei buono e fai il bene,insegnami i tuoi decreti. Mi hanno calunniato gli insolenti, ma io con tutto il cuore osservo i tuoi precetti. Torpido come il grasso è il loro cuore, ma io mi diletto della tua legge.
- Bene per me se sono stato umiliato, perché impari ad obbedirti.
Þ PARLIAMONE…
- Esperienze di vita (positive e negative…), premessa per la missione. – educati da chi? dalla vita –dalla gente …i ns “figli”- da Dio?
- In questo momento, qual è la nostra meta, il nostro obiettivo, cosa unisce i nostri sforzi? O ci siamo arresi e ci sentiamo … vecchi anche se abbiamo 40 anni? (Per Mosè tutto cominciò a…80 anni!)
- Le sconfitte: disgrazie o grazie? Quando ci sentiamo troppo sicuri siamo inadeguati e quando ci sentiamo inadeguati…forse siamo pronti per essere strumenti nelle mani dell’Unico Educatore??!!
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PAPA FRANCESCO: « Il primato di Dio è per l’esistenza umana pienezza di significato e di gioia, perché l’uomo è fatto per Dio ed è inquieto finché in Lui non trova pace »
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IL VANGELO DELLA NOSTRA VITA… Sulla strada dei nostri interrogativi e delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre cocenti delusioni, il divino Viandante continua a farsi nostro compagno per introdurci, con l’interpretazione delle Scritture, alla comprensione dei misteri di Dio. Quando l’incontro diventa pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal «Pane di vita», con cui Cristo adempie in modo sommo la sua promessa di «stare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (cfr Mt 28,20). (MND N. 2.)
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COME CI TROVIAMO? NMI: DUC IN ALTUM! “Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: « Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre! » (Eb 13,8).
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BENEDETTO XVI: .“Siate ascoltatori assidui della Parola, perché ogni sapienza di vita nasce dalla Parola del Signore!… Siate scrutatori della Parola, attraverso la lectio divina, poiché la vita consacrata nasce dall’ascolto della Parola di Dio ed accoglie il Vangelo come sua norma di vita”.
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DON ORIONE: Guai, se gli Esercizi non si fanno col cuore. Figli miei, preghiamo! Non basta star raccolti, non basta far silenzio – e silenzio assoluto, più e meglio dell’anno passato ma bisogna far bene attenzione alla parola di Dio, applicarla a noi, e poi pregare, pregare la Madonna Santissima.
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Il silenzio fa lavorare il nostro spirito, più che anni di lettura- Il silenzio lavora. Bisogna farlo lavorare.
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1 – 2 NOVEMBRE 2014
O Gesù, re di gloria, unisci i tuoi fedeli
al trionfo pasquale sul male e sulla morte.
Fa’ che un giorno veniamo incontro a te, Signore,
sulle nubi del cielo nel regno dei beati.
Trasformàti a tua immagine, noi vedremo il tuo volto;
e sarà gioia piena nei secoli dei secoli. Amen.
SE C’E’ DIO, ANCH’IO SONO IMMORTALE
(I demoni F. Dostoevskij)
“La mia immortalità è indispensabile,
perché Dio non vorrà commettere un’iniquità
e spegnere del tutto il fuoco di amore
dopo che questo si è acceso per lui nel mio cuore.
E che cosa c’è di più eterno dell’amore?
Se ho cominciato ad amarlo e mi sono rallegrato del suo amore,
è possibile che lui spenga me e la mia gioia e ci converta in zero?
Se c’è Dio, anch’io sono immortale”.
- La fede mi fa sentire la vicinanza dei miei cari defunti, come si sente nel silenzio il battito del cuore di un amico che vegllia su di noi La persuasione che presto mi incontrerò con i loro sguardi mi incoraggia a vivere in modo da non dover arrossire dinanzi a loro… O fede! Come consoli l’anima in questi giorni in cui tutto è mestizia e dolore!
- Ogni foglia che cade mi avverte che la vita si dilegua; ogni rondine che emigra mi ricorda i miei cari che lasciarono questa terra per l’eternità e mentre la natura non mi parla che di dolore, la fede non mi parla che di speranza.
- Sei tu, o santa chiesa cattolica, che sola porti sul sepolcro la consolazione e la luce. E in segno di questa speranza, tu prepari ai nostri morti una terra benedetta e ve li deponi con l’affetto di una madre che adagioa la sera il suo bambino nella culla e lo bacia in fronte per rivederlo l’indomani!
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DAL VANGELO: Mt 5,1-12
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DESIDERIO DI CIELO (FAUSTINA K.)
O GIORNO DESIDERATO
- Giorno eterno, giorno desiderato, ti attendo con nostalgia ed impazienza, tra non molto l’amore scioglierà i veli, tu diverrai la mia salvezza. Giorno stupendo, momento impareggiabile, in cui vedrò per la prima volta il mio Dio, lo Sposo della mia anima e il Signore dei Signori, sento che la mia anima non proverà timore.
- Giorno solennissimo, giorno luminoso, in cui l’anima conoscerà Dio nella sua potenza, e s’immergerà tutta nel Suo amore, constatando che sono finite le miserie dell’esilio.
- Giorno felice, giorno benedetto, nel quale il mio cuore arderà per Te di ardore eterno poiché fin d’ora Ti sento, sia pure attraverso i veli, Tu, Gesù, in vita e in morte sei per me estasi ed incanto.
- Giorno che attendo da tutta la vita, ed attendo Te, Dio poiché desidero soltanto Te. Solo Tu sei nel mio cuore, tutto il resto è nulla per me.
- Giorno di delizia, di eterne dolcezze, Dio di grande Maestà, mio Sposo. Poserò il mio capo sul Tuo dolce Cuore.
OGGI DEVO FERMARMI A CASA TUA…
Mc. 5, 21ss: Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla. Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi e lo pregava con insistenza:“La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva”. Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno….. Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: “Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?”. Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: “Non temere, continua solo ad aver fede!”. E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. Entrato, disse loro: “Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme”. Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina.
Presa la mano della bambina, le disse:
“TALITÀ KUM”,
“FANCIULLA, IO TI DICO, ALZATI!”.
Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare;
aveva dodici anni.
Gesù raccomandò loro che nessuno venisse a saperlo
e ordinò di darle da mangiare.
- PARLIAMONE TRA NOI
- Come stanno i nostri figli? Ce lo chiediamo? Dormono?…sono “vivi” sono “morti”? Corriamo da Gesù quando “stanno male”fisicamente o anche moralmente?
- Diamo loro da mangiare? A livello materiale (troppo?!) e a livello affettivo e spirituale?
- Quali valori ci hanno trasmesso i genitori? E noi cosa stiamo trasmettendo ai figli?
02 PANINOSANBIAGIO NOV. 2014 DEF
d.alesiani@virgilio.it – donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it
Signore, rendi anche a noi la intuizione dei martiri che in mezzo alle tempeste furiose sanno intonare ineffabili canti con ARTE nel GIUBILO DEL CUORE che si delizia del dolce legno della CROCE il sigillo sicuro che sconfigge la morte.
VENGA IL TUO REGNO
«La preghiera» di Origène, sacerdote
… colui che prega che venga il regno di Dio, prega in realtà che si sviluppi, produca i suoi frutti e giunga al suo compimento quel regno di Dio che egli ha in sé. Dio regna nell’anima dei santi ed essi obbediscono alle leggi spirituali di Dio che in essi abita. Così l’anima del santo diventa proprio come una città ben governata. Nell’anima dei giusti è presente il Padre e col Padre anche Cristo, secondo quell’affermazione: «Verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23).
Perciò preghiamo senza stancarci. Diciamo al nostro Padre che è in cielo: «Sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno» (Mt 6, 9-10). Ricordiamo che il regno di Dio non può accordarsi con il regno del peccato… Se vogliamo quindi che Dio regni in noi, in nessun modo «regni il peccato nel nostro corpo mortale» (Rm 6, 12). Mortifichiamo le nostre membra che appartengono alla terra (cfr. Col 3, 5). Facciamo frutti nello Spirito, perché Dio possa dimorare in noi come in un paradiso spirituale. Regni in noi solo Dio Padre col suo Cristo. Sia in noi Cristo assiso alla destra di quella potenza spirituale che pure noi desideriamo ricevere. Tutto ciò può avvenire in ognuno di noi. Allora, alla fine, «l’ultimo nemico ad essere annientato sarà la morte» (1 Cor 15, 26). Fin d’ora perciò il nostro «corpo corruttibile» si rivesta di santità e di incorruttibilità; e ciò che è mortale cacci via la morte, si ricopra dell’immortalità del Padre (cfr. 1 Cor l5, 54). Così regnando Dio in noi, possiamo già godere dei beni della rigenerazione e della risurrezione.
NELLA FESTA DI S. CECILIA, GODIAMOCI UNA BELLA PAGINA DI S. AGOSTINO SULLA PREGHIERA CHE SI FA CANTO DI GIUBILO…
CANTATE A DIO NEL GIUBILO
«Lodate il Signore con la cetra, con l’arpa a dieci corde a lui cantate. Cantate al Signore un canto nuovo!» (Sal 32, 2. 3). Spogliatevi di ciò che è vecchio ormai; avete conosciuto il nuovo canto. Un uomo nuovo, un testamento nuovo, un canto nuovo. Il nuovo canto non si addice ad uomini vecchi. Non lo imparano se non gli uomini nuovi, uomini rinnovati, per mezzo della grazia, da ciò che era vecchio, uomini appartenenti ormai al nuovo testamento, che è il regno dei cieli. Tutto il nostro amore ad esso sospira e CANTA UN CANTO NUOVO. Elevi però un canto nuovo non con la lingua, MA CON LA VITA.
Cantate a lui un canto nuovo, cantate a lui con arte (cfr. Sal 32, 3). Ciascuno si domanda come cantare a Dio. Devi cantare a lui, ma non in modo stonato. Non vuole che siano offese le sue orecchie. Cantate con arte, o fratelli. Quando, davanti a un buon intenditore di musica, ti si dice: Canta in modo da piacergli; tu, privo di preparazione nell’arte musicale, vieni preso da trepidazione nel cantare, perché non vorresti dispiacere al musicista; infatti quello che sfugge al profano, viene notato e criticato da un intenditore dell’arte. … Ecco egli ti dà quasi il tono della melodia da cantare: non andare in cerca delle parole, come se tu potessi tradurre in suoni articolati un canto di cui Dio si diletti. CANTA NEL GIUBILO. Cantare con arte a Dio consiste proprio in questo: Cantare nel giubilo. Che cosa significa cantare nel giubilo? Comprendere e non saper spiegare a parole ciò che si canta col cuore. Coloro infatti che cantano sia durante la mietitura, sia durante la vendemmia, sia durante qualche lavoro intenso, prima avvertono il piacere, suscitato dalle parole dei canti, ma, in seguito, quando l’emozione cresce, sentono che non possono più esprimerla in parole e allora SI SFOGANO IN SOLA MODULAZIONE DI NOTE…. QUESTO CANTO LO CHIAMIAMO «GIUBILO».
Il giubilo è quella melodia, con la quale il cuore effonde quanto non gli riesce di esprimere a parole. E verso chi è più giusto elevare questo canto di giubilo, se non verso l’ineffabile Dio? Infatti è ineffabile colui che tu non puoi esprimere. E se non lo puoi esprimere, e d’altra parte non puoi tacerlo, che cosa ti rimane se non «giubilare»? Allora il cuore si aprirà alla gioia, senza servirsi di parole, e la grandezza straordinaria della gioia non conoscerà i limiti delle sillabe. Cantate a lui con arte nel giubilo (cfr. Sal 32, 3).
la CROCE – il BUON PASTORE – il SOLE CHE SORGE e a volte fa FATICA , ” POVERO SOLE ” , ma poi ce la fa
Quanti messaggi in questo 23 NOVEMBRE ..
PREGHIERA PER I SACERDOTI
O Dio Onnipotente ed Eterno, degnati di guardare il volto del Tuo Cristo,
l’Eterno Sommo Sacerdote e, per amore di Lui,
abbi pietà dei Tuoi sacerdoti.
Ricordati o Dio Misericordioso, che anch’ essi sono deboli e fragili creature.Mantieni in essi acceso il fuoco del Tuo amore. Conservali a Te vicini, affinché il nemico non prevalga su di loro e non siano mai indegni della loro sublime vocazione.
O Gesù, ti prego per i Tuoi sacerdoti fedeli e fervorosi,
per i Tuoi sacerdoti tiepidi e infedeli,
per i Tuoi sacerdoti che lavorano tra noi o nelle lontane terre di missione,
per i Tuoi sacerdoti che sono nella tentazione,per i Tuoi sacerdoti che soffrono la solitudine e l’abbandono, per i Tuoi sacerdoti giovani ed anziani, per i Tuoi sacerdoti ammalati e quelli agonizzanti,
per le anime dei tuoi sacerdoti che soffrono nel purgatorio. Ma soprattutto Ti raccomando i sacerdoti che mi sono più cari: il sacerdote che mi ha battezzato, quello che mi ha assolto dai miei peccati,i sacerdoti che hanno celebrato le sante messe alle quali io ho partecipato e che mi hanno dato il Tuo Corpo e il Tuo Sangue nella Santa Comunione,
i sacerdoti che mi hanno insegnato ed istruito, che mi hanno incoraggiato e consigliato, tutti i sacerdoti ai quali mi lega un debito di gratitudine. O Gesù, conservali nel Tuo cuore insieme con la Tua Santa Madre e dona loro abbondanti benedizioni nel tempo e nell’eternità. Amen.
Nel mio piccolo, mi sento di dare solo un accento alla preghiera, ricollegandomi allo scorso 2° sabato del mese, quando, negli Atti degli Apostoli, si dice: “si recò alla casa di Maria….dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera”.
Io penso che, oggi come oggi, se entrassimo senza preavviso nella casa di qualcuno, sarebbe molto difficile trovare qualcuno raccolto in preghiera, figuriamoci un “buon numero di persone”. Con tutti i miei sforzi io, fino ad oggi, non sono mai riuscito a pregare in casa insieme ai miei famigliari, E penso sia ora, per tornare al discorso delle Parrocchie, che i sacerdoti preghino insieme ai laici, ai parrocchiani e a tutti quelli che vorranno unirsi, perché i sacerdoti molte volte pregano poco perché veramente super impegnati, i laici pensano (per comodità e per proprio tornaconto personale) che siano solo i sacerdoti e i religiosi quelli che si devono occupare della preghiera durante il giorno e così, per dirla in poche parole, non prega quasi nessuno o si prega poco e malvolentieri.
Mi piacerebbe che nelle Parocchie si pregasse di più, che i sacerdoti e i parrocchiani pregassero insieme anche solo per pochi minuti al giorno, perché il sacerdote possa essere un esempio da imitare, per tutti.
…vorrei tanto che si facessero catechesi sulle parole di Papa Francesco, sulla Parola di Dio e momenti di preghiera…
CARI AMICI, VI FACCIO PARTECIPI DI UN INTERESSANTE SCAMBIO DI MESSAGGI TRA DUE MAMME PREOCCUPATE PER L’EDUCAZIONE RELIGIOSA DEI FIGLI, OGGI…
Una mia cara amica mi scrive…
Ciao, Francesca, ieri è stata una giornata molto intensa e la cosa più bella è stata vedere tanti giovani. Giovani che hanno incontrato Gesù ‘ che lo sentono nel cuore e che lo vedi nei loro occhi . Ho pensato e pregato perché anche I NOSTRI FIGLI possano fare questa esperienza d’ Amore, possano innamorarsi e dire il loro Si a Gesù. Si ritorna casa sempre carichi e poi il Signore comincia da subito a metterti alla prova e nn sempre in maniera piacevole ma avendo Lui al nostro fianco angoscia e timore si annullano. Un abbraccio….
Le rispondo così
Spero tanto anche io per I NOSTRI FIGLI sentendo questa esigenza in prima persona perché la Lu. ormai da tempo non vuole sentirmi parlare di Gesù di catechesi di nulla di tutto questo ed io cerco di non irritarla e ne parlo con molta cautela e discrezione, non so ormai da quanto tempo non va più a messa … : Tutti i fine settimana va a borgo massano e torna la domenica pomeriggio senza andare in chiesa . Io non le dico nulla , confido nel Signore! penso anche per consolarmi alla mia vita e a miei errori e penso ai miei nonni e a tutte le suore di clausura e a tutti coloro consacrati alla preghiera che pregano nel mondo ed hanno pregato anche per me senza conoscermi solo perché il Signore così potesse stare vicino a me anche quando io lo allontanavo e non lo consideravo , chiusa e prigioniera, disperata del mio ego per più di 40 anni …. Ora , spererei che per mia figlia fosse più breve il tempo di sofferenza che si prova lontano da Gesù di cui non ne sei consapevole se non per quel sottile e costante disagio che serpeggia nel tuo inconscio nella tua coscienza che non sta bene e che ti costringe ad idolatrare cose e persone fin tanto che non ti abbandoni all’incontro con Cristo! Ma il progetto del Signore per lei non è il mio ….forse se io ci ho messo più di 40 anni lei ce ne metterà 60 chissà?! Solo Dio sa , ed io continuo a pregare che la pace del Signore sia con lei comunque e sempre e percorra vie di cui non debba soffrire più del dovuto come e’stato per me per la mia negligenza per il mio orgoglio e nullità e che il Signore possa sempre riparare senza danni permanenti le ferite che il cammino della vita lascia per essere più forti e sapienti , certa che se danni permanenti tuttavia dovesse portare , tutto rientrerebbe nel progetto del Signore ed un bene più grande ed inaspettato ci attende come solitamente Dio ci riserva nella infinità del Suo amore e della sua misericordia per Gesù nostro salvatore e fonte di Vita Eterna
…HO NOSTALGIA dei giorni in cui passavo momenti incalcolabili a osservare uno stelo d’erba, e ciò che avveniva sulla sua linea mentre lo osservavo, o una nuvola in trasformazione; non era tempo sprecato e nemmeno perdita nella fantasia e quindi sulle tracce di un mondo parallelo. Non credo neppure mi si potesse definire sognatrice perché non facevo altro che tentare di accorgermi della realtà e di dimensionarmi o ridimensionarmi in essa, vivente fra gli esseri viventi, creatura nel creato….
Un ibisco inatteso aspetta una stagione già passata.
Eppure il suo primo bocciolo non si curva sull’ormai.
E non lo fa nemmeno una sua foglia gialla, distesa senza stanchezza.
E’ ottobre. Chi può dire che è tardi?
Un cielo palustre starnazza nel prendere al volo germani che passano sul tramonto.
Si è fatta sera. Chi può dire che è tardi?
Un ibisco fiorirà in mezzo al muschio,
improvviso come il verso di un germano tratteggiato nell’aria.
E non sarà tardi.
…Solo un atto di fede pieno e totale sa risanare il dolore e lo trasforma fino a poterlo accettare. La passione interiore di Gesù nel Getsèmani fu tale da fargli sudare sangue, ma la sua preghiera travalicò il terrore e lo spavento dicendo: “Abbà, Padre! Tutto è possibile a te. Allontana da me questo calice! Tuttavia non ciò che io voglio, ma quello che tu vuoi.” (Mc. 14,36) Abbandonarsi a Dio e alle forme conoscibili del suo amore, non è una resa.
I cuori grandi fanno tanto posto alla semina e al cielo. E non è mai tardi per coltivare se stessi.
IS. TE
ECCO UN BEL MESSAGGIO POSITIVO DI UNA MAMMA A TUTTI I GIOVANI: CORAGGIO, GIOVANI…
Come è bello sentire certe mamme parlare dei successi e delle conquiste che hanno conseguito i loro figli anche quando sono stati in passato emarginati dalla società per tanti errori o se hanno attraversato malattie che li hanno frenati nei loro desideri ed aspirazioni ed ora dopo un tempo che nulla ha tolto ma ha dato ……sono rifioriti e camminano spediti nella strada della loro vita….questi successi sono i talenti di cui Dio ci ha provvisto e con Gesù in noi facciamo fruttare! Cari ragazzi siate comunque pronti alle battaglie che la vita vi darà da attraversare per il vostro bene finale, perché vi assicuro che il bene alla fine ci sarà sempre : sono proprio quei giovani usciti da situazioni disperate che lo sanno e lo testimoniano .
Coraggio ragazzi siete grandi e forti! Gesù non vi lascia e non vi abbandona anche e sopratutto quando non riusciamo a vederlo perché è solo un problema della nostra vista … Un po’ di cataratta di vecchiaia che ci portiamo dietro ma che guarisce strada facendo perché noi camminiamo verso una rinascita , camminiamo verso l’eterna giovinezza dove ogni male della età avanzata se ne va….!! se perderete qualche battaglia sarà solo perché dovrete capire come cambiare strategia perché mai sarete sconfitti, la vittoria è l’unico traguardo che vi attende ed è stata già stabilita e conquistata per ogni uno di voi dovere solo incarnarla vivendo! fiduciosi camminate a testa alta senza timore!
Un grande abbraccio
…quando il prete ha il CORAGGIO di dire ” non va bene quello che fai ”
…quando sono sue la PERSEVERANZA di un ” papà ” e la COERENZA di chi fissa lo sguardo su LUI e a LUI si affida , a LUI indirizza…
..quando il prete ” ALZA LE MANI ” succede che arriva ad imprestare la sua voce a quel Gesù che può così ripetere il Suo : ” TALITA KUM ” !
Ed è un ” Talita Kum ” che genera a Nuova Vita chi ha fame e sete , chi ha paura ed è schiavo , chi è nel buio e nella Bugia …
GRAZIE ai preti che ” alzano le mani ” !
GRAZIE per quando lasciate che ” preghiera e contemplazione, pazienza e perseveranza ” reggano le vostre braccia stanche
Attraverso il sito esprimo con semplicità una piccola riflessione.
Questa bella opportunità data a tutti di ruminare questi ricchi contenuti preziosità divina per il nutrimento necessario a quel “leale confronto fra Vangelo e Vita”, un lacerante “combattimento”, troppo spesso (almeno per me)senza capacità di “DUC IN ALTUM”… così tanto somigliante a quello del popolo degli israeliti che… quando ebbe paura mormorò PESANTEMENTE contro il Signore e contro Mosé accusato di averli portati NEL DESERTO a MORIRE! Oggi mi intrattengo a meditare sulla “comunione ecclesiale”, la delicatissima responsabilità che forse è chiesta a tutto il popolo di noi israeliti dell’era tecnologica che spesso pretendiamo, da Dio e dalle nostre guide, colpi di “bacchetta magica”…
Se SOSTENESSIMO LE MANI DEI NOSTRI PASTORI come Aronne e Cur fecero, uno da una parte e l’altro dall’altra, una collaborazione che alleggerisce il peso al compito ardito dei nostri pastori, uomini come noi ma chiamati a infondere coraggio e a reggere il peso di tutto il popolo di… Dio! Che bella armonia l’aiuto RECIPROCO, uno “SCAMBIO” che FA BENE A TUTTI x non lasciarsi travolgere nelle battaglie del nostro esodo percorso verso quel Cielo che costruiamo TUTTI INSIEME in questo “emisfero nord”.
QUALE SARA’ IL MIO POSTO NELLA TUA CASA, SIGNORE?
Lo so non mi farai fare brutta figura, non mi farai sentire creatura che non serve a niente, perché Tu sei fatto così, quando Ti serve una pietra per la costruzione, prendi il primo ciottolo che incontri, lo guardi con tenerezza e lo rendi la pietra di cui hai bisogno: ora splendente come un diamante, ora opaca e ferma come una roccia, ma sempre adatta al tuo scopo. Così farai di questo ciottolo che sono io, di questo piccolo sasso che hai creato e che lavori ogni giorno con la potenza della tua pazienza, con la forza invincibile del tuo amore trasfigurante ?
Tu farai cose inaspettate, gloriose. Getti le cianfrusaglie, ti metti a cesellare la mia vita.
Se mi metti sotto un pavimento che nessuno vede, ma che sostiene lo splendore dello zaffiro, o in cima a una cupola che tutti guardano e ne restano abbagliati, ha poca importanza, importante è trovarmi ogni giorno, là dove tu mi metti, senza ritardi. Ed io per quanto pietra, sento di avere una voce: voglio gridarti, o Dio, la mia felicità di trovarmi tra le tue mani malleabile, per renderti servizio, per essere tempio della Tua gloria.
…Ho pensato e visto te (anche tutti noi) in questa semplice preghiera….i tuoi sassolini levigati, consumati, ma sempre sassolini che SERVONO A LUI PER LA SUA COSTRUZIONE……
Ma.
Ricevo e giro immediatamente bella riflessione di Papa Francesco sui preti…
SACERDOTI SANTI, NON FUNZIONARI
“Non servono preti clericali, il cui comportamento rischia di allontanare la gente dal Signore, nè preti funzionari che, mentre svolgono un ruolo, cercano lontano da Lui la propria consolazione”.
… il pontefice cita Tolstoi e la sua affermazione secondo la quale “separarsi per non sporcarsi con gli altri è la sporcizia più grande” e ricorda “il grande amore che san Francesco nutriva per la Santa Madre Chiesa Gerarchica, e in particolare proprio per i sacerdoti” e chiede ai vescovi italiani di “confermare, sostenere e consolidare” i sacerdoti che sono i loro “primi collaboratori, attraverso i quali la maternità della Chiesa raggiunge l’intero popolo di Dio”.
Quanti ne abbiamo conosciuti” di preti buoni e fedeli, la cui esistenza “parla la lingua della pazienza e della perseveranza; non turisti dello spirito, eternamente indecisi e insoddisfatti ma uomini “liberi dalle cose e da se stessi”, che “con la loro testimonianza hanno contribuito ad attrarci a una vita di consacrazione”
“Da quanti di loro abbiamo imparato e siamo stati plasmati!”
“Nella memoria riconoscente del cuore ciascuno di noi ne conserva i nomi e i volti: li abbiamo visti spendere la vita tra la gente delle nostre parrocchie, educare i ragazzi, accompagnare le famiglie, visitare i malati a casa e all’ospedale, farsi carico dei poveri”, “nella consapevolezza che i sacerdoti santi sono peccatori perdonati e strumenti di perdono” e dunque rappresentano “ponti per l’incontro tra Dio e il mondo”.
“Preti così non si improvvisano: li forgia il prezioso lavoro formativo del seminario e l’ordinazione li consacra per sempre uomini di Dio e servitori del suo popolo.
Ma può accadere che il tempo intiepidisca la generosa dedizione degli inizi e, allora, è vano cucire toppe nuove su un vestito vecchio: solo chi si lascia conformare al Buon Pastore trova unità, pace e forza nell’obbedienza del servizio; solo chi respira nell’orizzonte della fraternità presbiterale esce dalla contraffazione di una coscienza che si pretende epicentro di tutto, unica misura del proprio sentire e delle proprie azioni”.
Grazie di condividere con tutti sul sito gli Esercizi ai preti con spunti alla loro meditazione.
Mi ha sempre affascinato la figura di Mosè “guida” e intercessore” del popolo di Dio. Le prime righe di questa pagina ricca di “materiale…divino” sento farmi tanto bene!(e siamo solo all’inizio!).
Sottolineo i primi 3 spunti di riflessione che hanno suscitato in me la sete del “leale confronto fra Vangelo e Vita”, mi colpisce:
“l’uomo, fatto per Dio, inquieto finché in Lui non trova pace;
“ASCOLTATORI ASSIDUI”, “SCRUTATORI” della Parola…;
e di quanto scrive don Orione: “Guai, se gli Esercizi non si fanno COL CUORE; SILENZIO ASSOLUTO; il SILENZIO fa lavorare il nostro spirito più che anni di lettura, bisogna FARLO LAVORARE”.
Come certamente in tanti faranno, mi impegno anch’io a pregare seriamente per questo corso di Esercizi. Grazie della bella opportunità.
ASCOLTARE
“Troppo spesso siamo tesi a occupare con insistenza la realtà con parole, azioni, imprese, senza regalarci il tempo per ascoltare l’eco e le risonanze di ciò che viviamo.” (Antonio Bertazzo) Rifletto sul verbo “ascoltare” che è il primo comandamento : “Ascolta Israele!!” Quante implicazioni in questo esortazione all’ascolto e nell’essenza di questo verbo “ascoltare” che vuole dire: umiltà , sottomissione, abbandono, fiducia, speranza, desiderio, domanda di senso che cerca in silenzio la completezza della propria esistenza , vegliare, consapevolezza , contemplazione, spostare dal centro il nostro io e metterci Dio , ascoltare Gesù !
Ogni attimo che viviamo è una sorpresa di emozioni e stupore, per noi che viviamo con gli occhi spalancati nell’attesa della speranza che la Luce c’è anche quando non la vediamo. Se è notte fonda NON VUOL DIRE CHE IL SOLE NON ESISTE e non tornerà mai più, è solo dietro di noi , che ci veglia e continua a scaldarci mentre si dorme. Nel giorno che poi arriva ci guarda il volto e ci parla chiedendo ascolto…! Solo nel silenzio del nostro io che si fa desiderio in una domanda di senso e compimento , l’ascoltarlo ci fa abbandonare fiduciosi alla sue parole , alla sua fede e al suo amore per noi ed è così che riusciamo ad amare come mai potremmo immaginare ! Ed allora chiedo a Gesù con le stesse parole di madre teresa di Calcutta : ” Resta in me. Così splenderò del tuo stesso splendore e potrò essere luce agli altri. “
“Imperfetta ma REALIZZATA e FELICE” scrive la giovane mamma.
In punta di piedi busso e… con discrezione domando, se posso, soltanto una preghiera
per chi come me è… imperfetto, sicuramente,
senza però essere diventato realizzato né felice.
Il buon Dio, che certamente ha un disegno meraviglioso per ciascuna persona, colmerà della Sua Grazia ogni vuoto e silenzio profondi perché CHI SPERA IN LUI.. SARA’ SAZIATO DELLA SUA PACE!
Cari amici, ecco un altro bel commento al Sito… una giovane mamma scrive così ai suoi figli e… ai suoi genitori!
AI FIGLI: Questo è quello che gli ho trasmesso io (parte di una lettera che gli ho scritto l’anno scorso come testamento spirituale visto che non sappiamo nè il giorno nè l’ora):
Quando crescerete non abbattetevi nelle difficoltà perchè tutto si può affrontare, non scoraggiatevi perchè c’è sempre la luce in fondo al tunnel, siate orgogliosi dei vostri successi senza diventare superbi, condividete ciò che avete con chi ha meno di voi, siate sempre gioiosi e sereni perchè papà e mamma vi adorano, avete tanti zii, nonni e amici che vi stanno vicini e non dimenticatevi mai che Gesù vi ama più di tutti, vi aiuterà a crescere e vi starà sempre vicino. Ovviamente noi non siamo per niente la famiglia perfetta da pubblicità del Mulino Bianco e purtroppo molte volte i nostri figli hanno dovuto sedare le nostre furibonde e poco costruttive discussioni. Però ce la mettiamo tutta per migliorare, promossi?
AI GENITORI: Questo invece è quello che mi hanno trasmesso i miei genitori (sempre parte di una lettera scritta l’anno scorso per il compleanno di mio padre sempre visto che non sappiamo nè il giorno nè l’ora etc. etc):
“Grazie a voi sono diventata la persona imperfetta, ma realizzata e felice che sono adesso, perché mi avete sempre aiutato nelle difficoltà, sostenuto nelle mie fragilità, stimolato nelle mie potenzialità.
Mi avete inculcato la passione per il lavoro, l’immenso amore per i figli, l’importanza della famiglia, l’attenzione verso chi avevo vicino, siete sempre stati l’esempio del dono e del sacrificio di sé per gli altri.
Che bella meditazione!
La potenza di un sacerdote è qui, quando alza le mani,ma, come le alza? con che disposizione, con che spirito? Quando Mose’ alzava le mani il popolo vinceva. Essere un canale per la santità del popolo.Penso che Dio abbia dato un potere enorme ai sacerdoti, nelle loro mani c’è la chiave del cielo, nelle loro mani la vita del popolo. Chiese vuote, popolo lontano, disprezzo per la religione, come sono le mani dei nostri sacerdoti? rivolte al cielo o alla terra? Ritrovare il Silenzio, ritrovare la Spiritualità, ritrovare la gioia di alzare le mani e Benedire, far scendere il Santo e dare la Vittoria al popolo. Il popolo sarà santo nella misura in cui il sacerdote sarà santo.
Rendici Signore il dono di bramare quella beatitudine che deriva dal non cercare nessuna cosa appartenente alla terra, ma il Cielo sia nostro unico ardente desiderio.
Illumina gli occhi del nostro cuore,
per poter RICONOSCERE TE oltre le apparenze di chiunque “disturbi” la nostra gretta sensibilità.
E saremo anche noi generosamente accolti dai santi nell’ALLOGGIO SICURO “sotto il loro tetto” dove non saremo più “ospiti di passaggio”, ma FINALMENTE A CASA!!
Cari amici, Vi faccio partecipi di una Interessante riflessione di Sant’Ambrogio (circa 340-397), vescovo di Milano
“Procuratevi amici con la disonesta ricchezza”
“Abramo sedeva all’ingresso della tenda – ci dice la Scrittura – nell’ora più calda del giorno” (Gen 1,18). Gli altri riposavano; lui aspettava l’arrivo di eventuali ospiti. Meritava che Dio venisse a lui alla querce di Mamre, lui che cercava con tanta premura di offrire l’ospitalità… Sì, è buona l’ospitalità, ed ha la sua particolare ricompensa: innanzitutto attira il grazie degli uomini; e, ciò che è più importante, riceve anche un salario da parte di Dio. Siamo tutti, in questa terra di esilio, ospiti di passaggio. Per un tempo abbiamo un alloggio sotto un tetto; presto bisognerà lasciarlo. Stiamo attenti! Se siamo stati duri o negligenti nell’accogliere gli STRANIERI, passata questa vita, i santi potrebbero a ragione, a loro volta, rifiutare di accoglierci. “Procuratevi amici con la disonesta ricchezza – dice il Signore nel Vangelo – perché vi accolgano nelle dimore eterne”… D’altronde, sai che è Dio che ricevi, mentre pensi di aver a che fare con uomini? Abramo accoglie dei viandanti; IN REALTA’ ACCOGLIE DIO e i suoi angeli a casa sua. Anche tu, che accogli uno straniero, è Dio che ricevi. Il Signore Gesù l’attesta nel Vangelo: “Ero forestiero e mi avete ospitato. Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25.35.40).
Cari amici, eccovi una bella pagina di un santo Vescovo dei primi secoli della Chiesa. PER LA MORTE DI SUO FRATELLO…
ACCOGLI FRA LE TUE BRACCIA, O SIGNORE,
IL MIO FRATELLO MAGGIORE CHE CI HA LASCIATI.
Dai «Discorsi» di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
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Dio ha assunto in pieno la nostra umanità ed è stato povero per far risorgere la carne, e restaurare così l’uomo perché diventiamo una cosa sola con Cristo. Egli si è comunicato interamente a noi. Tutto ciò che egli è, è diventato completamente nostro. Sotto ogni aspetto noi siamo lui. Per lui portiamo in noi l’immagine di Dio dal quale e per il quale siamo stati creati.
Dio voglia che anche nel futuro riusciamo a diventare quello che speriamo di essere e che l’amore di Dio ci ha preparato! Egli esige poco da noi, però ora e sempre fa grandi doni a coloro che lo amano. E allora, pieni di speranza in lui, soffriamo tutto e sopportiamo tutto lietamente. Abbiamo il coraggio di rendergli grazie sempre e dappertutto, nella gioia e nel dolore. Convinciamoci che le tribolazioni sono strumento di salvezza. E poi non dimentichiamoci di raccomandare al Signore le anime nostre e anche quelle di coloro che ci hanno preceduto nel comune viaggio verso la casa paterna. O Signore, sei tu che hai creato tutte le cose, tu che hai plasmato il mio essere. Tu sei Dio, Padre e guida di tutti gli uomini. Sei il sovrano della vita e della morte. Sei la difesa e la salvezza delle nostre anime. Sei tu che fai tutto. Sei tu che dirigi il progresso di tutte le cose, scegliendo le scadenze più opportune e ubbidendo alla tua infinita sapienza e provvidenza e sempre attraverso la tua parola.
Accogli fra le tue braccia, o Signore, il mio fratello maggiore che ci ha lasciati. A suo tempo accogli anche noi, dopo che ci avrai guidati lungo il pellegrinaggio terreno fino alla meta da te stabilita. Fa’ che ci presentiamo a te ben preparati e sereni, non sconvolti dal timore, non in stato di inimicizia verso di te, almeno nell’ultimo giorno, quello della nostra dipartita. Fa’ che non ci sentiamo come strappati e sradicati per forza dal mondo e dalla vita e non ci mettiamo quindi contro voglia in cammino. Fa’ invece che veniamo sereni e ben disposti, come chi parte per la vita felice che non finisce mai, per quella vita che è in Cristo Gesù, Signore Nostro, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Educare è difficile, bisogna trovare una strada, quella del cuore è infallibile! Vogliamo insegnare tante cose ai nostri figli, devono essere cosi e cosi, fare questo e quello, ma non ascoltiamo. I miei figli mi hanno fatto crescere, mi hanno aiutata a cercare le risposte alle loro domande. Non ne ho tralasciata nessuna, ho risposto ad essi, ho cercato le risposte che non conoscevo, mi hanno insegnato tante cose, mi hanno insegnato il rispetto che io devo loro, ho ripercorso per loro le mie esperienze per ricordare cio che a me piaceva o dispiaceva alla loro età. Mi sono immedesimata, non sovrapposta. Penso sempre che Dio abbia avuto tanta speranza nel darmi questi preziosi doni chiamati figli. Me li ha consegnati pur amandoli tantissimo (Lui), ben sapendo che non ero preparatissima, che avrei potuto fare disastri, che ci sarebbero stati problemi, che non sempre sarei stata all’altezza del compito, ma avevo tanto amore da donargli, forse questo Lo ha convinto:). So cosa sia desiderare un figlio, me ne ha regalati tre dopo attese dolori e speranze infrante, lacrime nascoste e suppliche umili e devote.Non dobbiamo temere cosa sarà il domani dei figli, dobbiamo temere se non percepiscono che li amiamo, che abbiamo fiducia in loro, che li benediciamo, che preghiamo per loro. Noi siamo la sicurezza del loro futuro, noi che possiamo piantare in loro un piccolo semino chiamato. Questo è ciò che serve per farli uomini/donne che amano, che seminano a loro volta amore. L’Amore è da Dio, l’Amore E’DIO.
Cara M.P, leggo con interesse il tuo scritto denso di preoccupazioni, amarezze, dubbi, difficoltà di fronte a un tema serio ed impegnativo: quello dei figli.
Condivido quando scrivi: “essere genitori è il più duro tra i mestieri della vita”;
nella tua gravosa difficoltà, possa darti un poco di sollievo il pensiero che c’è un altro “mestiere” altrettanto duro, quello di NON AVERLI POTUTI AVERE…i FIGLI da AMARE, da ASPETTARTE, da ESSERNE PREOCCUPATI.
Un giorno, forse lontano, anche se l’adolescenza li rapisce in un “mondo parallelo”, apparentemente IRRAGIUNGIBILE, rimarrà di voi GENITORI il ricordo… di INDELEBILE AMORE! Quello, l’amore, i figli lo …PRETENDONO, anche dietro a false apparenze di “apatia adolescenziale”, in alcuni casi manifestata con… “ardita ribellione”!Invece tu… figli ne hai, ed in essi circola il tuo sangue, hanno i tuoi tratti; la loro vita ha preso forma nel tuo grembo! Hai vegliato con e per essi.
Uno tra i mestieri più duri della vita, forse è… NON AVERLI POTUTI AVERE, i figli! Perdona questa affermazione che non vuole essere polemica, al contrario vorrebbe confortarti pensando che hai l’opportunità di… AMARLI e(nei panni dei figli) DI ESSERE AMATI con… “URGENTE IMPORTANZA”!
CARISSIMI, RICEVO UN IMPEGNATIVO COMMENTO FATTO DA UNA GIOVANE MAMMA SUL TEMA DEL SITO… TALITA’ KUM: FANCIULLA, ALZATI! COME EDUCARE A CERTI VALORI I NOSTRI FIGLI ADOLESCENTI OGGI? Alla fine conclude con una domanda…COSA DEVO FARE? NON SAREBBE BELLO SE TENTASSIMO DI DIALOGARE SU UN TEMA COSI’ IMPORTANTE…? BUONA FESTA DI TUTTI I SANTI…
Carissimo Dv,
Sono dovuta scendere a lavorare … Come nn posso cogliere al volo l’occasione dell’argomento:” cosa diamo di buono ai ns figli…?” Essere dei genitori..è il + duro dei mestieri della vita… ed essere poi genitori che si impegnano a portare i nostri figli a Cristo, è difficilissimo! Sapessi che –invidia- nell’osservare quelle famiglie (perfettine…) ke invece ce l’hanno fatta..! Almeno all’apparenza!
Io penso che dobbiamo sensibilizzarci a kiederci 1 cosa essenziale: siamo veramente interessati alla salvezza dei ns figli…? Laddove, x –salvezza- intendo spingere i ns ragazzi, presi da tante e tante illusioni verso l’unica certezza della loro vita: Gesù Cristo. Perché è vero: anke noi abbiamo le ns belle e consistenti colpe: presi come siamo dalle ns cose: lavoro e problemi vari…, ma in fondo tutto viene fatto soprattutto x loro…
Però assistiamo impotenti al loro allontanamento da Gesù… e poi ad 1 certo punto della loro crescita, quando forse è davvero troppo tardi.. in lacrime vorremmo supplicare il pastore a fare qualcosa x riavvicinarli. E’ fondamentale, rimettere Gesù al centro della famiglia, della casa.. dei ns pensieri laddove però i capi-famiglia diano l’esempio giusto… e quindi padre e madre dirigano parole e azioni, in conformità ad 1 esempio cristiano.. x provare ad “influenzare I loro pensieri ed atteggiamenti nella vita di tutti i giorni. TUTTO QUESTO DV suona come… perfetta teoria… PASSIAMO ALLA PRATICA?…
1) Portarli a messa? : 1 utopia ormai da quando hanno ricevuto anke la Cresima… le domeniche sono fatte x riposo assoluto davanti al Pc o cellulare.
2) Spingerli ad impegnarsi verso associazioni cattoliche o di volontariato…? Figurarsi è + stimolante essere parkeggiati x strada…
3) Raccomandargli di fare visita ai parenti cari anziani o ammalati..? Magari 1 salto veloce a Natale e/o Pasqua.
4) Dialogare coi genitori a casa di sera…condividere con mamma e papà le loro preoccupazioni o momenti di soddisfazioni…oppure dare il bacio della buonanotte e del risveglio..?? Macchè..ci tocca solo assisere al loro mutismo e chiusura mentale…(io la kiamo: apatia adolescenziale!!!)
DV, ho sperimentato che le prediche nn servono. Anzi! Ma nonostante io provi di dare 1 piccolissimo esempio (e lo do nel quotidiano) e mi faccio in 100 piccoli pezzetti, x dividermi tra lavoro, casa, parenti cari e malati… VEDO che tutto ciò non basta… essi non vedono… NON VOGLIONO VEDERE!
Come devo fare…?
M.P.
“La forza d’amare è il più gran dono
che Dio abbia fatto all’uomo,
perchè non potrà MAI ESSERE TOLTO
al fortunato che AMA”.
(Kahlil Gibran)
Mi permetto girarvi anche questa bella testimonianza di P. Hani, un Giovane sacerdote iracheno che incontrai a Zarqa (Giordania) tanti anni fa… e che da subito mi apparve di buon spirito orionino…la “pianticella” è cresciuta come potete leggere in questa commovente testimonianza sul campo
Carissimi Amici
Da molto tempo non mi sono fatto sentire. Ma i problemi e le difficoltà che stiamo affrontando qui in Giordania mi fanno passare dei giorni, in cui non sento più il tempo che passa. Corro qua e là, per poter fare qualcosa per quella povera gente che soffre e cerca di sopravvivere. Sto parlando dei profughi siriani ed iracheni che continuano ad arrivare in Giordania. Mi sembra che stiano ritornando i tempi del terremoto vissuto Don Orione a Messina.
Da un anno e quarto mesi è cominciato il progetto “emergenza uomo” per i profughi siriani in Zarqa e abbiamo aiutato più di 1500 persone dando loro mensilmente: cibo, detersivi, materiali sanitari, coperte, materassi, gas, stoffe. Ma le difficoltà non si sono fermate. La guerra e il terrorismo in Iraq hanno portato una decina di migliaia di iracheni cristiani, rifugiati dal pericolo di morte e di fame (oltre a questi ci sono anche i miei parenti e amici). E questi purtroppo hanno dovuto lasciare tutto e fuggire. Sono arrivati in Giordania senza niente. Noi abbiamo ospitato a casa nostra 60 persone di loro (12 famiglie), offrendo loro cibo e tutte le cose necessarie, in collaborazione con la Caritas Giordana.
Ci sono altre migliaia di profughi iracheni in Amman, la capitale, che si trovano in una situazione miserabile e quasi non hanno nessuno che li aiuti. Attualmente abbiamo cominciato un altro progetto di ‘emergenza uomo’, sostenuto dall’associazione Manos Unidas, per gli rifugiati iracheni. In questo progetto stiamo dando mensilmente un coupon di 50 JD per 200 famiglie ogni mese. Abbiamo distribuito finora altre 350 materassi e 200 coperte.
I figli dei rifugiati che sono risedenti a casa nostra, sono stati mandati nelle scuole del patriarcato 26 ragazzi e ragazze. Abbiamo provveduto per loro libri, quaderni, uniformi e cibo.
Incontriamo difficoltà con il trasporto, per motivo che non abbiamo un mezzo di trasporto sufficiente per portare tutti i ragazzi.
Ogni ultimo martedì del mese si radunano tutti i profughi iracheni, quasi 250 persone, che sono residenti nella casa nostra e altrove. Pregano insieme con noi e condividono la cena, offerta dal nostro Santuario.
Tutto questo è una goccia nel mare. Ci stanno chiedono ogni giorno aiuti altre migliaia dei profughi iracheni cristiani che sono arrivati in Giordania.
Stiamo studiano un progetto di allestimento di 20 ‘caravan’ (piccole case di ferro) nel nostro campo sportivo per i rifugiati cha stanno per arrivare nei prossimi giorni. E questo ci costa molto e noi, anche se attualmente non siamo in grado di sostenerlo e tempo non possiamo stare fermi davanti questa gente che soffre la mancanza di alloggio, cibo, ecc.
Questa è la nostra situazione che stiamo affrontando in Zarqa e le opere della carità che stiamo facendo, affidiamo tutto questo nelle mani del nostro Signore e della Madonna, affinché ci porti la forza e la speranza.
E come diceva Don Orione: “Solo con la carità salverà il mondo”.
P. Hani Polus Yono Al-Jameel
Cari amici, sento di dovervi comunicare una bella testimonianza ricevuta da una dottoressa di Pesaro… ci fa bene sentire certe cose belle
Una mia piccola paziente , Gloria, aveva 4 anni quando si ammalo’ ed ora, ormai guarita da molto tempo e diciottenne, in questo giorno mi scrive:
LA MIA SECONDA MAMMA SEI TU!
Io le rispondo:
Meraviglioso!!!
Quello che tu mi dici mi commuove e mi lusinga tantissimo perché testimonia che pur non avendo fatto nulla di straordinario tuttavia di straordinario e miracoloso e’ stato aver lasciato che attraverso me un piccolo pezzettino dell’Amore immenso e dei doni infiniti che Gesù ha riservato per te per la tua vita ti è arrivato come Lui voleva, portandoti gioia e pace anche nel dolore che fa parte della vita e che noi con Lui , come tu mi dici e confermi, trasformiamo in qualcosa di bello attraverso l’amore di cui siamo nutriti l’uno per l’altro in questo scambio infinito, gratuito, senza nessuna pretesa, senza nessun ritorno, perché la Sorgente da cui attingiamo e gratuitamente ci sostiene è inesauribile e ci fa essere l’uno per l’altro madri , figli, sorelle , fratelli con un legame che tutti ci unisce , un legame di sangue , quello di Gesù, offerto a noi e che circola attraverso il Suo Amore .
Grazie Gloria ! il tuo amore per me così puro e gratuito ti fa essere anche a te madre per me perché mi fai diventare da questo momento in poi una nuova creatura, una nuova persona con un sorriso più bello dopo aver letto ciò che tu mi dici e tu , come già saprai , sei e rimarrai, dal primo momento che ti ho conosciuta , la mia seconda figlia, nonostante molti altri sono venuti prima e dopo di te e che considero ed amo comunque quanto te !!!
“Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare”: come vorrei essere docile a Gesù che chiama! Come vorrei essere desta e non addormentarmi. Però so che Gesù, quando passa, chiama anche chi dorme, quindi la speranza resta, nonostante l’addormentarmi.