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LA CASA SILENZIOSA E… un vuoto da colmare Marina Corradi giovedì 27 luglio 2023
- UNA CASA IN CUI SONO CRESCIUTI TRE FIGLI, quando poi, adulti, se ne vanno, per la madre e padre che restano non è più la stessa casa. Uguale magari negli arredi, ma diversa nei rumori. Quella casa era un alternarsi di voci, risate, pianti…e sempre risuonava di quel nome, “MAMMA”
- AVEVANO FAME, NON SAPEVANO FARE LE DIVISIONI, o avevano una domanda da fare. E “MAMMA, MAMMA”, la casa di quella parola era come intessuta. Giusto che ora vadano. Devono andare. Ma quando si sposa la piccola, intravvedi un cono d’ombra che ti CHE SILENZIO. La quiete che c’era in casa solo in lontani giorni d’agosto, quando “loro” erano via con i nonni e tu camminavi un po’ a disagio in tanta pace. ALLORA, PERÒ, RITORNAVANO.
- ADESSO SONO ANDATI. RESTATE VOI DUE. La vita sembra da reinventare. Ma non in un qualsiasi modo. Non ti interessano le compagnie o i passatempi. Così grandi sono state l’energia e l’amore incentrate sui figli, che dubito di essere stata vittima del più dolce degli inganni. Quando sei giovane e diventi madre o padre, nella commozione, difficilmente capisci. E sono dipendenti da te in tutto i figli piccoli, che è facile pensarli come “TUOI”, per sempre. È vero: dal tuo cuore non se ne andranno. Ma la realtà è che ora sono uomini e donne con la vita davanti, E LA VITA È LORO. Per quanto ti vogliano bene, la vita li chiama, e magari lontano. Ti senti lasciato indietro.
- NON LO AVEVI COMPRESO, che i figli NON ERANO “TUOI”, MA SOLO AFFIDATI A TE? Forse che tu, con i tuoi genitori, eri stata diversa? Eri stata anzi peggiore, più brusca distratta: ma a 20 anni, ti ricordi, la vita era un mare in cui eri chiamata a buttarti. E dunque, tutto va come deve andare. Non lamentarti. Soltanto, questa casa vuota, e la fatica di trovare un senso per ricominciare. Non può bastare un tirare avanti. Ci deve essere, dopo un amore grande, qualcosa di altrettanto grande, a colmare le giornate.
- INTANTO, UN INIMMAGINABILE DONO…DUE NIPOTI. Vengono, giocano, mangiano, vanno. Le loro voci per qualche ora ti rincuorano e riempiono di nuovo le stanze. Straordinario ritrovare in loro gli occhi dei tuoi figli bambini, abbracciare di nuovo, ridere di nuovo come allora. Straordinario, eppure ancora non basta.
- COSA VUOI DI PIÙ CHE UNA CASA, un marito, e figli e nipoti? Si può chiedere altro? Eppure, il corridoio con le porte delle loro stanze chiuse fa male, e ogni volta ti pone una domanda: e adesso? Bisogna contentarsi, da vecchi, del pò di affetti e salute e tempo che resta? (Io non ho mai amato questo verbo, “accontentarsi”.) Deve esserci, nella vecchiaia, un compito, o meglio un compimento. Queste stanze inerti me lo dicono.
- NON FINIRÒ (non voglio!) a fare cruciverba, o davanti alla tv Mentre tutto ciò che sembrava “tuo” si rivela effimero, è come se il vuoto della casa chiedesse di essere colmato. «L’anima, non è che una cavità che Egli riempie», ha scritto J. Stapleton. La casa pare un palco abbandonato, finito lo spettacolo, nessuno più in platea. Il compito sta nel tornare come bambini. E’ qualcosa da Questo vuoto attorno è la circostanza che può spingerti a chiedere che venga, chi non ti può essere tolto. CHE VENGA: «L’anima, non è che una cavità che Egli riempie».
- RISONANZE: Quanto sono vere e confortanti queste riflessioni per noi anziani… O anche per chi è giovane?…che ne dite, amici?…dv 3338890862 sito: donvincenzoalesiani.it
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