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- «IO, NUOVO VESCOVO IN DONETSK…
- CHE NON POSSO INCONTRARE LA MIA GENTE»
- Il salesiano don Maksim sarà ausiliare in numerosi territori occupati dai russi dove non potrà entrare. «DOVE TUTTO CROLLA E VIENE BOMBARDATO, PORTIAMO LA SPERANZA DI CRISTO»
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I SUOI RAGAZZI lo prendono un po’ in giro. «Sappiamo dove si troverà il più grande oratorio salesiano. Comprenderà Il Donbass, Zaporizhzhia e Dnipro».Don Maksim sorride. E da figlio di don Bosco sa bene che un po’ di verità c’è nelle parole dei giovani di Kiev che dovrà lasciare. Ma è consapevole che da nuovo vescovo ausiliare di Donetsk non potrà per ora mettere piede nella sua nuova Chiesa e incontrare la gente
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IMPOSSIBILE ENTRARCI. «Ne sono consapevole… Ma grazie ai preti che continuano a stare nelle zone controllate dal Cremlino, ho già voluto far arrivare il mio saluto a tutti». E qualcuno dei fedeli ha risposto: «Non conosco questo nuovo vescovo, ma mi sta già simpatico» Difficile non essere contagiati da don Maksim che sarà pastore in uno degli angoli più difficili dell’Ucraina
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L’ORDINAZIONE EPISCOPALE si terrà nella Cattedrale di Kiev il 22 dicembre quando in Oriente si celebra L’IMMACOLATA CONCEZIONE. Un ministero che comincia nel segno della Vergine. Inevitabile per un vescovo salesiano che a Maria Ausiliatrice ha intitolato la casa di don Bosco nella capitale dove ha creato il primo oratorio della città.«Non posso vedere tutto il mio popolo. Ma lo porto nel cuore e lo sostengo con la preghiera. E cercherò di stargli accanto anche con i mezzi di comunicazione», «La guerra non è iniziata il 24 febbraio, ma nel 2014. Ecco perché la VITTORIA che auspico è quella della PACE. Sicuro che, come ci ricorda Cristo, LA MORTE NON HA MAI L’ULTIMA PAROLA e l’ingiustizia umana è destinata a scomparire».
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PERO’ ORA E’ IL TEMPO DELLA SOFFERENZA. «I lutti per la morte di parenti e amici, la distruzione del Paese, il dramma dei profughi costretti a lasciare le loro case sono accompagnati da dolori spirituali che si sperimentano quando si tocca con mano il male.
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CI VORRA’ PAZIENZA prima che queste ferite siano sanate, ma sono persuaso che LA PROVVIDENZA ci aiuterà».Al clero don Maksim ha appena predicato gli esercizi spiritual «Ogni volta mi sorprende la loro vicinanza alle comunità, mettendo a rischio anche la vita. Però, come mi ha detto qualcuno, sono il “segno che DIO NON CI HA ABBANDONATI”. È nostro compito portare LA LUCE DEL RISORTO E LA SPERANZA DOVE TUTTO CROLLA. Abbiamo bisogno di sacerdoti in grado di guardare avanti e persino di…SOGNARE».
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DA VESCOVO vivrà a Zaporizhzhia.«Mi commuove il senso di solidarietà germogliato durante il conflitto. Tutti sono pronti a dare una mano: accogliendo gli sfollati oppure condividendo quel poco che hanno. Ciò mostra come LA FRATERNITA’ SIA PIU’ FORTE DELLA PROVA che l’Ucraina sta affrontando». «Il periodo più difficile è stato superato. Non c’è scoraggiamento perché le persone credono nel bene. MA RESTANO IL TERRORE, I MASSACRI, LE UCCISIONI. Per questo è importante non tacere il dolore. La Scrittura ci insegna che la verità ci rende liberi». Una pausa. «MENTRE PIOMBANO LE BOMBE sulle nostre città, è difficile parlare di riconciliazione”
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PERO’ ARRIVERA’ un momento in cui potremo riattraversare i reciproci confini. E ciò che dovremo ricostruire non saranno solo le mura ma soprattutto la dignità umana che i regimi totalitari hanno sempre calpestato. TUTTI NOI SIAMO “LE MANI DI DIO”: guai a chi impone di usarle per annientare il prossimo».
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RISONANZE: mentre ammiro tanto questo giovane prete chiamato a diventare Vescovo in una situazione così difficile…mi colpisce questa breve efficacissima frase: TUTTI NOI SIAMO “LE MANI DI DIO”. Quale dignità! Ma quale… responsabilità!?! CHE NE DITE, AMICI? ———————–DV 3338890862 SITO; www.donvincenzoalesiani.it
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