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“LA PREGHIERA È CONFIDENZA CON DIO, NON È RECITARE PREGHIERE COME UN PAPPAGALLO”. La preghiera “è un aiuto indispensabile per il discernimento spirituale. È entrare in intimità con il Signore…la vera preghiera è affetto con il Signore. “Quante volte abbiamo fatto anche noi l’esperienza descritta dall’apostolo Paolo: ‘Io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio’”.
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“MOLTI, ANCHE CRISTIANI, pensano che Gesù possa essere il Figlio di Dio, ma dubitano che voglia la nostra felicità; alcuni temono che prendere sul serio la sua proposta significhi ROVINARSI LA VITA, “Questi pensieri fanno capolino dentro di noi”: “che Dio ci chieda troppo, abbiamo paura che non ci voglia davvero bene”.
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“NEL PRIMO INCONTRO COL SIGNORE ognuno di noi diventa gioioso: è una cosa bella. La tristezza, la paura, sono segni di lontananza da lui”. Il giovane ricco “ aveva preso l’iniziativa di incontrare Gesù, ma per lui le ricchezze erano troppo importanti. Gesù non lo costringe a decidersi, ma il testo nota che il giovane si allontana da Gesù ‘triste’”.
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“CHI SI ALLONTANA DAL SIGNORE NON È CONTENTO, pur avendo una grande abbondanza di beni e possibilità”. Gesù mai costringe a seguirlo: TI LASCIA LIBERO: è la cosa più bella della preghiera. Invece, quando ci allontaniamo da Gesù ce ne andiamo CON LA TRISTEZZA DEL CUORE”. “Discernere non è facile perché le apparenze ingannano, ma la familiarità con Dio può sciogliere dubbi e timori, rendendo la nostra vita sempre più ricettiva alla sua ‘LUCE GENTILE’ secondo la bella espressione di Henry Newman”. “I santi brillano di luce riflessa e mostrano la presenza di Dio”…
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IL PRIMO ESEMPIO SCELTO DAL PAPA: “SI DICE CHE DUE SPOSI che hanno vissuto insieme tanto tempo volendosi bene finiscono per ASSOMIGLIARSI. Qualcosa di simile si può dire della preghiera affettiva: in modo graduale ma efficace ci rende sempre più capaci di riconoscere ciò che conta per connaturalità, come qualcosa che sgorga dal profondo del nostro essere”. “Stare in preghiera non significa dire parole, parole, parole: NO, APRIRE IL CUORE A GESÙ, avvicinarsi a GESÙ, lasciare che entri nel mio cuore e mi ci faccia sentire la sua presenza. “Chiediamo questa grazia: di vivere una relazione di amicizia con il Signore, come un amico parla all’amico”
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“HO CONOSCIUTO UN FRATELLO RELIGIOSO, che è un portiere di un collegio. OGNI VOLTA CHE POTEVA SI AVVICINAVA ALLA CAPPELLA, GUARDAVA L’ALTARE E DICEVA: ‘CIAO!’. Aveva Vicinanza con Gesù. CIAO! TI SONO VICINO E TU MI SEI VICINO: VICINANZA CON GESÙ, UN SORRISO, UN SEMPLICE GESTO, E NON RECITARE PAROLE CHE NON ARRIVANO AL CUORE”. Andiamo avanti con la ‘PREGHIERA DEL CIAO’, salutare il Signore con il cuore, la preghiera della vicinanza, CON POCHE PAROLE MA CON GESTI E CON OPERE BUONE”.
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RISONANZE: che bella cosa ci insegna Papa Francesco… meno parole VUOTE e PIÙ PREGHIERA DEL CIAO! Che ne dite, amici, VOGLIAMO PROVARCI? donalesiani@gmail.com -SITO: donvincenzoalesiani.it
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