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“A 15 ANNI VOLEVO SUICIDARMI…
SONO SACERDOTE GRAZIE A…MIA NONNA”
Don Marco Santarelli
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OGGI HO LA GIOIA di condividere l’intervista che ho fatto al mio parroco in occasione del suo 10. mo anniversario di Sacerdozio. Diventa «prete per “colpa” della nonna» un giovane che sognava di fare il pilota di linea
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LO SGUARDO DI D. MARCO: sorride felice quando dice donandoti l’Ostia: “IL CORPO DI CRISTO”.
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ALL’ETÀ DI 14-15 ANNI, in un momento buio in cui pensò di togliersi la vita, ricevette un annuncio che lo salvò dalla morte: “NONOSTANTE TU NON TI SENTA AMATO DA NESSUNO C’È UNO CHE TI AMA A PIENO: GESÙ CRISTO”. È l’ annuncio che porta a tutti, in particolare ai “suoi” ragazzi
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CIAO, DON MARCO, grazie di aver accettato di raccontare la tua storia, ti va di presentarti? Sono d. Marco Santarelli, Marco per gli amici. A novembre compio 40 anni. SACERDOTE da 10 anni per “colpa” …de mi nonna …
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CHE INFANZIA HAI AVUTO? Ho avuto un’infanzia tranquilla, a casa non ci è mai mancato niente… Un’infanzia serena vissuta in un quartiere popolare, dove si poteva ancora giocare per strada con gli amici. I miei genitori non hanno mai frequentato la chiesa. Non mi hanno trasmesso la fede.
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CHI TI HA TRASMESSO LA FEDE? Grande importanza l’ha avuta don Riccardo Viel che è arrivato da noi come vice parroco e poi è diventato parroco riempendo la chiesa di ragazzi. Avevo 13 anni. Andavo in parrocchia solo per fare casino e basta. Ricordo ancora il giorno che l’ho conosciuto: stavamo in oratorio a giocare a biliardino. Alla prima parolaccia che ha detto, siamo rimasti tutti zitti: PRIMO IMPATTO FANTASTICO!
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FINO A QUEL MOMENTO ANDAVO A CATECHISMO e basta, e invece lui ha cominciato a coinvolgerci con i campi estivi, le Giornate Mondiali della Gioventù, i pellegrinaggi. Mi ha invogliato a riconoscere la parrocchia come luogo di comunione. La pastorale di don Riccardo era rivolta a noi ragazzi… ci ha fatto sentire che QUALCUNO CI VOLEVA BENE SUL SERIO..
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COSA SOGNAVI DI FARE DA GRANDE? Mi sono diplomato all’Istituto tecnico areonautico, pilotavo gli aerei. Lavorai in un bar 11 ore al giorno per 5 giorni a settimana. Con i guadagni mi pagai il viaggio per LA GMG DI TORONTO CON G. PAOLO II
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LÌ ARRIVÒ LA CHIAMATA. Durante la messa finale con il Papa mi colpirono le sue parole: NON ABBIATE PAURA DI SEGUIRE IL SIGNORE NELLA VITA PERCHÉ DIO NON DELUDE.
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Io ho sentito come se parlasse a me. HO CUSTODITO QUESTE COSE dentro di me e nel viaggio di ritorno ne parlai con don Mario che mi disse: “chissà se non torni come mio collega da questo pellegrinaggio”.
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DIVENTARE SACERDOTE non era nei miei piani ma la chiamata era arrivata. E così nel 2004 entrai nel seminario “Redemptoris Mater” di Roma.
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SACERDOTE PER “COLPA” DI TUA NONNA? Sì, sono sacerdote grazie a mia nonna Eva perché lei ha sempre pregato che io lo diventassi … Nonna ha aspettato la mia ordinazione per morire. È morta sei mesi dopo che ero diventato prete… Mi ricordo che partecipò alla mia prima Messa, vederla lì fu molto emozionante per me. Mi ha sempre accompagnato nella fede. Anche adesso sono sicuro che lo fa, lo sento. La mia vocazione sta in mano a lei.
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HO FESTEGGIATO DA POCO 10 ANNI DI SACERDOZIO, ci sono state tante crisi in questi anni, ma una cosa che non ha MAI VACILLATO È IL FATTO CHE DOVESSI ESSERE SACERDOTE. Il come, il dove, il perché sì, MA LASCIARE IL SACERDOZIO… MAI MAI MAI!
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COSA TI PREME CHE I RAGAZZI SAPPIANO? Ioa 15 ANNI MI VOLEVO SUICIDARE perché avevo molti conflitti con mio fratello gemello e pensavo che mio padre amasse solamente lui. Perciò a 15 anni pensai che non valesse la pena vivere, che era meglio ammazzarmi. A don Riccardo confidai questo desiderio di morire, quell’anno andai malissimo a scuola, e lì i miei genitori si accorsero che c’era qualcosa che non andava. Poi don Riccardo mi convinse a parlarne con loro, ad aprire il mio cuore.
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DOPO ANNI… CHIESI PERDONO A MIO PADRE per averlo giudicato. È stato un momento bello che conservo nel mio cuore. Il senso di vivere c’è perché UNO CHE TI AMA SUL SERIO ESISTE. L’annuncio che faccio ai ragazzi è questo: “Nonostante Tu non ti senti amato da nessuno C’È UNO CHE TI AMA A PIENO, IN TUTTO: GESÙ CRISTO”. Tutti gli altri amano di un amore finito, LUI AMA DI UN AMORE TOTALE. A me è questo che mi ha salvato e mi porta avanti ancora oggi.
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NONOSTANTE FACCIA UN SACCO DI CAVOLATE, perché sono una persona con le sue passioni, i suoi limiti, ho questa certezza: PER QUANTE STUPIDAGGINI IO POSSA FARE, comunque DIO MI ACCOGLIE, mi perdona, mi dà la capacità di SENTIRMI AMATO.
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RISONANZE: personalmente rimango sbalordito ad ascoltare un ragazzo così bello, dotato e sincero… Ma allora ci sono ancora NONNE in gamba, giovani che fanno ben sperare e PRETI che non rinuncerebbero MAI MAI MAI al loro sacerdozio…GRAZIE, SIGNORE… E a voi che effetto fa, amici? —————————————————————————————————————————————————————————————————————- donalesiani@gmail.com
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