DOMENICA 26: FESTA DELLA SS.MA TRINITA
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.
a Dio, che è, che era e che viene.
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Vi sono diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.
INVOCAZIONI
- PREGHIERA ALLA SS.MA TRINITÀ – S. Elisabetta della Trinità
- O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente, per fissarmi in te, immobile e quieta come se la mia anima già fosse nell’eternità. Nulla possa turbare la mia pace nè farmi uscire da te, o mio Immutabile; ma che,ad ogni istante, io mi immerga sempre più nella profondità del tuo mistero! Pacifica l’anima mia; rendila tuo cielo, tua prediletta dimora e luogo del tuo riposo. Che, qui, io non ti lasci mai solo; ma tutta io vi sia, vigile e attiva nella mia fede, immersa nell’adorazione, pienamente abbandonata alla tua azione creatrice.
- O amato mio Cristo, crocifisso per amore, vorrei essere una sposa per il tuo cuore, vorrei coprirti di gloria, vorrei amarti… fino a morirne! Ma sento tutta la mia impotenza; e ti prego di rivestirmi di te, di identificare tutti i movimenti della mia anima a quelli dell’anima tua, di sommergermi, di invadermi, di sostituirti a me, affinché la mia vita non sia che un riflesso della tua Vita. Vieni in me come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore. O Verbo eterno, parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarti, voglio rendermi docilissima ad ogni tuo insegnamento per imparare tutto da te; e poi, nelle notti dello spirito, nel vuoto, nell’impotenza, voglio fissarti sempre e starmene sotto il tuo grande splendore.
- O fuoco consumante, Spirito di amore, discendi in me, perchè si faccia nell’anima quasi una incarnazione del Verbo! Che io gli sia un prolungamento di umanità, in cui egli possa rinnovare tutto il suo mistero.
E tu, o Padre, chinati verso la tua povera, piccola creatura, coprila della tua ombra, non vedere in essa che il Prediletto nel quale hai posto le tue compiacenze. - O miei “Tre”, mio Tutto, Felicità mia, Solitudine infinita, Immensità nella quale mi perdo, io mi abbandono a voi come una preda. Seppellitevi in me perchè io mi seppellisca in voi, in attesa di venire a contemplare nella vostra Luce l’abisso delle vostre grandezze.
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Cristo non ha mani
Cristo non ha mani ha soltanto le nostre mani
per fare oggi il suo lavoro.
Cristo non ha piedi ha soltanto i nostri piedi
per guidare gli uomini sui suoi sentieri.
Cristo non ha labbra ha soltanto le nostre labbra
per raccontare di sé agli uomini di oggi.
Cristo non ha mezzi ha soltanto il nostro aiuto
per condurre gli uomini a sé oggi.
Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora
siamo l’ultimo messaggio di Dio scritto in opere e parole.
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20 – 25 MAGGIO 2013
ESERCIZI SPIRITUALI A VILLA S. BIAGIO
“TEMPRA E CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO“
IN ASCOLTO DI S. PAOLO E S. LUIGI ORIONE
Cari amici, iniziamo oggi un corso di ESERCIZI SPIRITUALI meditando sulla figura di S. Paolo e S. Luigi Orione. Di lui il Papa Giovanni Paolo II fece il più grande elogio: EBBE LA TEMPRA E IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO. Vi chiedo una preghiera per noi e per…ricompensa metteremo in Sito qualche pensiero che possa fare del bene e magari SUSCITARE QUALCHE VOSTRA RISONANZA…BUONA SETTIMANA A TUTTI DV
COME UN PADRE E UNA MADRE
- S. PAOLO: “E siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari.
- Voi sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.” (1Ts 2,2ss)
DON ORIONE: attenzioni materne verso un giovane studente. Al suo Direttore raccomanda:
- “Il mattino, fai dare all’Ing. Marengo sempre un uovo e anche due, sbattuti nel latte e caffè. Usagli ogni riguardo nel cibo. Vedi che in parecchi giorni della settimana, egli ha scuola alle 8. Andando in Cappella alle 6 ½, tra Messa, Meditazione e Colazione, non ce la farà ad entrare in Classe già alle 8, o arriverà col boccone in bocca, e gli farà male.- Quindi, in quei giorni, che ha scuola alle 8, lo dispenso dalla Meditazione in comune,-dopo Messa vada subito e fagli trovare pronta la colazione. Mi raccomando” .
- Assai significativa anche una lettera agli orfani, ospiti in una sua casa di Roma. Roma, l’11 Genn. 1916 “Cari miei figlioli gli orfani dell’Abruzzo e di Sora, che siete alla Colonia di Montemario Non so partire per Avezzano se non vi lascio una parola…Giovedì, dopo domani, è l’anniversario della morte dei vostri amati genitori, l’anniversario del grande dolore della vostra vita e della vostra terra, o miei figlioli, e non vi so dire quanto vivamente amerei esservi vicino…Cari orfani del terremoto, che siete i miei più cari orfani e i più cari miei figlioli nel Signore, vi prometto che, fin che Dio mi darà vita e fin che potrò e quanto più lo potrò, con la grazia del Signore, prometto che vi aiuterò sempree vi farò da padre in Gesù Cristo. Vi abbraccio spiritualmente in Gesù Cristo, e vi benedico tutti e con tutto l’affetto e ad uno ad uno vi benedico ancora nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo. Amen!”
- Anche Don Orione eccelle in questa capacità pedagogica di essere come Paolo, comprensivo e insieme esigente. Riportiamo un frammento di lettera all’ing. Marengo. “Io, prima di scriverti, ho chiamato al telefono don Piccinini il quale mi ha detto che tu, se hai data la laurea da 26 e poi hai dato l’esame di stato a Napoli, tu puoi avere diritto ad insegnare.. Ma devi dare parola d’onore che ti impegni per tutto l’anno scolastico 930-31, se no, no! Attendo dunque risposta telegrafica, e non voglio né tergiversazioni né risposte condizionate… .Vedi, caro Paolino, di pregare, di riflettere e di decidere da uomo, ché hai 30 anni ormai. Mi hai già fatto fare qualche brutta figura, compromettendo anche un poco il nome dell’Istituto: ora basta, se è sì, sia poi sì, se è no, allora resta… In qualunque modo deciderai, io resto sempre per te Don Orione, cioè il padre dell’anima tua, e tu mi sei e sarai sempre figliolo carissimo, e metà del mio cuore e metà della mia anima.”
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- “Nel Signore” Giustamente è stato detto: ”Cor Pauli, cor Christi”. Egli può dire con verità “Per me vivere è Cristo e morire un guadagno” (Fil. 1,21). Nel suo epistolario ripete ben 64 volte l’espressione “ Nel Signore”.
- Ma Don Orione, fatte le debite proporzioni, non è da meno: riporta ben 1917 volte la stessa espressione dell’Apostolo: “In Domino”. Vive per Lui. Cerca solo Lui. “Anch’io sento un grande desiderio di amare il Signore, e di consumare la mia vita davanti a lui. Io vi dichiaro che non so nulla, e non vado cercando null’altro che Lui, Lui! Lui! E coerentemente morirà, invocando il nome di Gesù. A ragione il Papa ci ha invitati a rendere grazie a Dio, mirabile nei suoi santi. “Don Orione ebbe la tempra e il cuore dell’Apostolo Paolo. Mirabile è Dio nei suoi santi…
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DIO SOLO! Don Orione e le sue “esperienze” del Signore Ieri mi trovavo nella camera di un buon prete e là mi cadde lo sguardo su queste parole: Dio solo! Il mio sguardo in quel momento era pieno di stanchezza e di dolore, e la mente ripensava a tante giornate piene di affanno come quelle di ieri, e sopra il turbinio di tante angosce, e sopra il suono confuso di tanti sospiri, mi pareva fosse la voce affabile e buona del mio angelo: Dio solo!, anima sconsolata, Dio solo! E mi pareva che l’anima si rialzasse, e che una voce di pace e di conforto scendesse da quel cuore trafitto, e mi invitasse a salire in alto, a confidare a Dio i miei dolori e a pregare. Che silenzio dolce e pieno di pace! e nel silenzio andavo ripetendo tra me Dio solo!
- E allora vidi dietro di me la ragione delle pene presenti: vidi che invece di cercare nel mio lavoro di piacere a Dio solo! era da anni che andavo mendicando la lode degli uomini, ed ero in una continua ricerca, in un continuo affanno di qualcuno che mi potesse vedere, apprezzare, applaudire, e conchiusi tra me: bisogna cominciare vita nuova anche qui: lavorare cercando D io solo!
gli esercizi spirituali, momento di grazia
…Vi scrivo, o figli miei, nel vivo desiderio d’inspirarvi, con la divina grazia, la più alta stima degli Esercizî Sp.li”. Dopo accorate raccomandazioni sulla necessità di pregare bene e recitare “ adagio adagio e con vera divozione il S. Officio”, ripete l’ammonimento di S. Paolo a Timoteo: (IIª Tim. 1,6 ) “Ti raccomando di che tu risusciti la grazia di Dio che è in te”
“Gli Esercizî Spi.li un quarto si fanno con la mente, e tre quarti anzi poi ancora quattro quarti si fanno col cuore, riscaldato al fuoco dell’amore di Gesù Crocifisso. Così e solo così si fanno bene gli Esercizî Spi.li: si fanno col cuore.” Scr.3,377
Info e prenotazioni: 0721.823.175
16 MAGGIO 2013
FESTA DI S. LUIGI ORIONE
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UNA GRANDE PAGINA CHE NE RIVELA L’ANIMA
Non saper vedere e amare nel mondo che le anime dei nostri fratelli. Anime di piccoli, anime di poveri, anime di peccatori, anime di giusti, anime di traviati, anime di penitenti, anime di ribelli alla volontà di Dio, anime ribelli alla Santa Chiesa di Cristo, anime di figli degeneri, anime di sacerdoti sciagurati e perfidi, anime semplici pure angeliche di vergini, tutte sono amate da Cristo, per tutte Cristo è morto, tutte Cristo vuole salve tra le Sue braccia e sul Suo Cuore trafitto.
Vedere e sentire Cristo nell’uomo. Dobbiamo avere in noi la musica profondissima della carità. Io non sento che una infinita, divina sinfonia di spiriti, palpitanti attorno alla Croce, e la Croce stilla per noi goccia a goccia,attraverso i secoli, il sangue divino sparso per ciascun’anima umana. Dalla Croce Cristo grida “Sitio”. Terribile grido di arsura, che non è della carne,ma è grido di sete di anime.
Ponimi, o Signore, sulla bocca dell’inferno, perché io, per la misericordia tua la chiuda. Che il mio segreto martirio per la salvezza di tutte le anime, sia il mio paradiso e la suprema mia beatitudine. Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue.
L’ingiustizia degli uomini non ci affievolisca la fiducia piena nella bontà di Dio. Sono alimentato e condotto dal soffio di speranze immortali e rinnovatrici. La nostra caritàè un dolcissimo e folle amore di Dio e degli uomini che non è della terra. La carità di Cristo è di tanta dolcezza e sì ineffabile che il cuore non può pensare, né dire,né l’occhio vedere, né l’orecchio udire. Parole sempre affocate.
Soffrire, tacere, pregare, amare, crocifiggersi e adorare. Lume e pace di cuore. Salirò il mio Calvario come agnello mansueto. Apostolato e martirio; martirio e apostolato. Le nostre anime e le nostre parole devono essere bianche, caste, quasi infantili e devono portare a tutti un soffio di fede, di bontà, di conforto che elevi verso il Cielo. Edificare Cristo! Edificare sempre! «Petra autem est Christus!» 064PG
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IN QUESTO QUADRO SI PUO’ VEDERE DON ORIONE CHE AFFIDA LE CHIAVI DELLE SUE OPERE (…di tutta la sua vita!) NELLE MANI DI MARIA… a lei si rivolgeva così: Corri, o Madre, perché il tempo è breve… Vieni, e infondici una profonda vena di vita interiore e di spiritualità.
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Dacci, Maria, un animo grande, un cuore grande e magnanimo, che arrivi a tutti i dolori e a tutte le lagrime. Fa che tutta la nostra vita sia sacra a dare Cristo al popolo e il popolo alla Chiesa di Cristo; arda essa e splenda di Cristo, e in Cristo si consumi in una luminosa evangelizzazione dei poveri; la nostra vita e la nostra morte siano un cantico dolcissimo di carità, e un olocausto al Signore. E poi… e poi il santo Paradiso! Vicini a Te, Maria: sempre con Gesù, sempre con Te, seduti ai tuoi piedi, o Madre nostra, in Paradiso, in Paradiso! 058PG
….mia madre mi diceva che, in mancanza di cavalli, trottan gli asini,
e noi siamo proprio gli asinelli della Divina Provvidenza,
o, almeno, desideriamo esserli.
- IGNAZIO SILONE LO RICORDAVA COSI… “Sono io don Orione…Scusami se non mi sono presentato”. Rimasi assai male all’inattesa rivelazione… e balbettai alcune scuse… per avergli lasciato trasportare le valigie e il resto.Egli sorrise e mi confidò la sua felicità di poter talvolta portare valigie per ragazzi impertinenti come me. Adoperò anzi un’immagine che mi piacque enormemente e mi commosse: “Portare valigie come un asinello”, disse esattamente. E mi confessò: “La mia vera vocazione, è un segreto che voglio rivelarti, sarebbe poter vivere come un autentico asino di Dio, un autentico asino della Divina Provvidenza”…
- Egli cominciò a parlare con me di questioni gravi, non di questioni indiscrete e personali, no, ma di questioni importanti in generale, di cui, a torto, gli adulti non usano discorrere coi ragazzi. Egli mi parlava invece con naturalezza e semplicità… mi poneva delle domande, mi pregava di spiegargli certe cose… Ciò che di lui mi è rimasto più impresso, era la pacata tenerezza dello sguardo. “Ricordati di questo”, mi disse a un certo momento, “Dio non è solo in Chiesa. Nell’avvenire non ti mancheranno momenti di disperazione. Anche se ti crederai solo e abbandonato, non lo sarai. Non dimenticarlo”. (Ignazio Silone-Uscita di sicurezza)
DON ORIONE : SE LO CONOSCI …LO AMI
- La Sua Fede operosa + DON ORIONE, ASINELLO DELLA PROVVIDENZA
- Il Suo Programma: L’AMORE DI CRISTO CI SPINGE 16pg
- Pregava così… In Adorazione D. ORIONE E CURATO D’ARS
- La Sua Passione Apostolica: + UN CUORE SENZA CONFINI
- Buon Samaritano dei Sacerdoti : + BUON SAMARITANO SAC. DIFF.
- Don Orione Educatore: + EDUCAVA COSI…10 LINEE PEDAGOGICHE (1TS)
- Si sfogava con la Madonna: + DON ORIONE E LA MADONNA
- Le Sue ultime Raccomandazioni: + IL SUO TESTAMENTO- ULTIMA BUONA NOTTE
DOCUMENTI DI SPIRITUALITA ORIONINA
- TEMPRA E CUORE DI PAOLO…” + DISCORSI DEL PAPA BEATIFICAZIONE
- VERO AMICO DELLE FAMIGLIE: LETTERE AI LAICI
- BUON SAMARITANO DEI SACERDOTI : LETTERE AI PRETI
- PATERNO E FORTE CON I GIOVANI: LETTERE AI GIOVANI
- METODO PASTORALE: COSTRUIRE PONTI + DON ORIONE, COSTRUTTORE DI PONTI
- PERDONAVA E RACCOMANDAVA IL PERDONO: + DON ORIONE E IL PERDONO…
- FUORI DI SACRESTIA… PRETE DI QUELLI CHE NON VANNO IN CHIESA
- + DON ORIONE: 100 pensieri di …fuoco
1. CONTEMPLATIVI E ATTIVI: Servire negli uomini il Figlio dell’Uomo.
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Vogliamo essere santi vivi per gli altri, morti a noi. Ogni nostra parola dev’essere un soffio di cieli aperti: tutti vi devono sentire la fiamma che arde il nostro cuore e la luce del nostro incendio interiore; trovarvi Dio e Cristo. La nostra devozione non deve lasciar freddi e annoiati perché dev’essere veramente tutta viva e piena di Cristo. Seguire i passi di Gesù fin sul Calvario, e poi salire con Lui in Croce o ai piedi della Croce morire d’amore con Lui e per Lui. Avere sete di martirio. Servire negli uomini il Figlio dell’Uomo. 068PG
2. VEDERE E SENTIRE CRISTO NELL’UOMO
- Non saper vedere e amare nel mondo che le anime dei nostri fratelli. Anime di piccoli, anime di poveri, anime di peccatori, anime di giusti, anime di traviati,anime di penitenti, anime di ribelli alla volontà di Dio, anime ribelli alla Santa Chiesa di Cristo, anime di figli degeneri, anime di sacerdoti sciagurati e perfidi,anime sottomesse al dolore,anime bianche come colombe, anime semplici pure angeliche di vergini,anime cadute nella tenebra del sensoe nella bassa bestialità della carne,anime orgogliose del male, anime avide di potenza e di oro, anime piene di sé, che solo vedono sé,anime smarrite che cercano una via,anime dolenti che cercano un rifugio o una parola di pietà,anime urlanti nella disperazione della condanna,o anime inebriate dalle ebbrezze della verità vissuta: tutte sono amate da Cristo, per tutte Cristo è morto, tutte Cristo vuole salve tra le Sue braccia e sul Suo Cuore trafitto.
- Io non sento che una infinita, divina sinfonia di spiriti,palpitanti attorno alla Croce,e la Croce stilla per noi goccia a goccia, attraverso i secoli,il sangue divino sparso per ciascun’anima umana. Dalla Croce Cristo grida “Sitio”.Terribile grido di arsura, che non è della carne,ma è grido di sete di anime, ed è per questa sete delle anime nostre che Cristo muore. Ponimi, o Signore, sulla bocca dell’inferno,perché io, per la misericordia tua, la chiuda. Che il mio segreto martirio per la salvezza delle anime,di tutte le anime,sia il mio paradiso e la suprema mia beatitudine.Amore delle anime, anime, anime!Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue. L’ingiustizia degli uomini non ci affievolisca la fiducia piena nella bontà di Dio. Sono alimentato e condotto dal soffio di speranze immortali e rinnovatrici. La nostra carità è un dolcissimo e folle amore di Dio e degli uomini che non è della terra.
- Parole sempre affocate. Soffrire, tacere, pregare, amare, crocifiggersi e adorare. Lume e pace di cuore. Salirò il mio Calvario come agnello mansueto. Apostolato e martirio; martirio e apostolato. Le nostre anime e le nostre parole devono essere bianche, caste, quasi infantili e devono portare a tutti un soffio di fede, di bontà, di confortoche elevi verso il Cielo. Teniamo fermo l’occhio ed il cuore nella divina bontà. EDIficare Cristo! Edificare sempre! «Petra autem est Christus!»064PG
3. VERITÀ E CARITÀ IN CAMPO ECUMENICO:
- Miei figliuoli nel Signore e Amici: amiamo la S. Chiesa, amiamo il Papa e i Vescovi appassionatamente. Amiamo la s. chiesa con tutta la nostra mente, amiamola con tutto il nostro cuore, come da buon figlio si ama una madre, e tal madre, qual’è la chiesa! Partecipiamo vivamente ai dolori, ai timori, alle speranze della chiesa e del Papa: sentendo in tutto colla Chiesa e col Papa. (Lett. I, 9)“Ci siamo, dunque consacrati a Gesù Cristo, al Papa, alla Chiesa, ai Vescovi per dare loro amore, aiuto, conforto, da umilissimi e devotissimi servi e figli. Col nostro olocausto, con la nostra consumazione per il Papa e per la Chiesa, null’altro vogliamo che giungere a trarre gli umili, i piccoli, le turbe al Papa e alla Santa Chiesa: vogliamo unificare tutti in Cristo, nel Papa e nella Chiesa.”(Sui passi di don Orione p. 247)
- – l’amore al Papa a volte costa più dell’amore a Gesù. Ma Dio … ce lo pagherà di più ! Mi sono alzato dai piedi del Vicario di Gesù Cristo che mi sentivo cambiato come se fossi diventato un’altra persona. Amare il Papa e amare Gesù Cristo è la stessa cosa, è lo stesso amore, benché l’amore del Papa costa di più. E Iddio ce lo calcolerà e pagherà di più. (Scr.63,128)
- – E nelle difficoltà tra le varie confessioni cristiane egli opta per l’Ecumenismo della carità: “È venuto da me un signore, il quale mi ha detto:Voglio fondare un Ospizio Cattolico, e lei si sente di mandarmi i suoi preti? Ed io: – Se per cattolico intende universale, cioè dove si possono accettare tutti,sì che accetto di mandare il personale;ma se vuole fondare un Ospedale esclusivamente per i cattolici, no che non accetto. Perché, quando si presenta uno che ha un dolore, non si stà lì a domandare se ha il battesimo,ma se ha un dolore. “(Parola VIII, 195 – 196)
4. CARITA’ SPIRITUALE E MATERIALE:
- E vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; vorrei vestire di Dio gli ignudi,dare la luce di Dio ai ciechie ai bramosi di maggior luce,aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti; vorrei diventare lo stolto di Cristo e vivere e morire della stoltezza della carità per i miei fratelli! Amare sempre e dare la vita cantando l’Amore!Spogliarmi di tutto! Seminare la carità lungo ogni sentiero; seminare Dio in tutti i modi, in tutti i solchi; inabissarmi sempre infinitamente e volare sempre più alto infinitamente, cantando Gesù e la Santa Madonna e non fermarmi mai. Fare che i solchi diventino luminosi di Dio;diventare un uomo buono tra i miei fratelli;
- abbassare, stendere sempre le mani e il cuore a raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino le forze di Dioe grandezza di Dio. Gesù è morto con le braccia aperte.È Dio che si è abbassato e immolato con le braccia aperte. Carità! Voglio cantare la carità!Avere una gran pietà per tutti!036PG
5. “BISOGNA ANDARE AL POPOLO…
- e sacrificarsi e farsi ammazzare, ma rifarlo cristiano. Non si facciano illusioni le autorità: con le baionette e la galera a nulla approderanno, anzi sarà peggio. Il fuoco arde sotto la cenere e domani, può divampare più furibondo di ieri…Il moto rivoluzionario dei giorni trascorsi(1-2 Maggio 1917) deve servirci a fare un buon esame di coscienza. Che abbiamo fatto noi per il popolo? Siamo noi sempre il sale della terra e la luce del mondo? Sentiamo, o fratelli, la grave responsabilità che ci sta sulla testa. Con la mitragliatrice all’imbocco delle strade si trattiene un popolo per qualche ora, ma non si ricostruisce la società. Domani verrà un’ondata, e con le anime spazzerà via anche i nostri altari… E noi dormiamo?” (Cfr. Papasogli, 281)
6. LAVORARE, CERCANDO DIO SOLO!
- Ieri mi trovavo nella camera di un buon prete e là mi cadde lo sguardo su queste parole: Dio solo! Il mio sguardo in quel momento era pieno di stanchezza e di dolore, e la mente ripensava a tante giornate piene di affanno come quelle di ieri, e sopra il turbinio di tante angosce, e sopra il suono confuso di tanti sospiri, mi pareva fosse la voce affabile e buona del mio angelo: Dio solo!, anima sconsolata, Dio solo! Su d’una finestra c’era una pianta di ciclamini, più avanti un corridoio e alcuni preti piamente a meditare e più avanti un crocifisso, un caro e venerato crocifisso che mi ricordava anni belli e indimenticabili, e lo sguardo pieno di pianto andò a finire là ai piedi del Signore. E mi pareva che l’anima si rialzasse, e che una voce di pace e di conforto scendesse da quel cuore trafitto, e mi invitasse a salire in alto, a confidare a Dio i miei dolori e a pregare. Che silenzio dolce e pieno di pace…! e nel silenzio Dio solo! andavo ripetendo tra me Dio solo! E mi pareva sentire come un’atmosfera benefica e calma attorno alla mia anima!…E allora vidi dietro di me la ragione delle pene presenti: vidi che invece di cercare nel mio lavoro di piacere a Dio solo! era da anni che andavo mendicando la lode degli uomini, ed ero in una continua ricerca, in un continuo affanno di qualcuno che mi potesse vedere, apprezzare, applaudire, e conchiusi tra me: bisogna cominciare vita nuova anche qui: lavorare cercando D io solo!
- Bisogna incominciare vita nuova, e bisogna incominciare da qui: lavorare cercando Dio solo! Dio solo! Dio solo, è la santità nel suo grado più elevato! Dio solo, è la sicurezza meglio fondata di entrare un giorno nel cielo. Dio solo, figli miei, Dio solo! 004PG
- O Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, Ti adoriamo e Ti ringraziamo dell’immensa carità che hai diffuso nel cuore di san Luigi Orione e di averci dato in lui l’apostolo della carità, il padre dei poveri, il benefattore dell’umanità dolorante e abbandonata. Concedici di imitare l’amore ardente e generoso che san Luigi Orione ha portato a Te, alla cara Madonna, alla Chiesa, al Papa, a tutti gli afflitti. Per i suoi meriti e la sua intercessione, concedici la grazia che ti domandiamo per sperimentare la tua divina Provvidenza. Amen.
S. LUIGI ORIONE, PREGA PER NOI!
- COSA COLPISCE DI PIU’ IN DON ORIONE? COME L’HAI INCONTRATO? PARLIAMONE… www.donvincenzoalesiani.it E-mail: d.alesiani@virgilio.it
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Temas maravillosos en conjunto, que acaba de ganar un nuevo lector.
¿Qué podría usted sugerir sobre su publican que termina de crear un puñado de días dentro del pasado?
Dallo scritto di s. Elisabetta della Trinità rivolto alla Trinità:
“…mi ABBANDONO a voi come una PREDA
…a CONTEMPLARE nella VOSTRA Luce”
LA PREZIOSITA’ DEL SILENZIO
Il silenzio è mitezza:
quando non rispondi alle offese,
quando non reclami i tuoi diritti ,
QUANDO LASCI A DIO LA DIFESA DEL TUO ONORE
Il silenzio è misericordia:
quando non riveli le colpe dei fratelli,
QUANDO PERDONI senza indagare nel passato,
QUANDO NON CONDANNI ma intercedi nell’intimo.
Il silenzio è pazienza:
quando soffri senza lamentarti,
QUANDO NON CERCHI CONSOLAZIONI DAGLI UOMINI,
quando non intervieni, ma ATTENDI CHE IL SEME GERMOGLI LENTAMENTE
Il silenzio è umiltà:
quando taci per lasciare emergere i fratelli,
QUANDO CELI NEL RISERBO I DONI DI DIO,
quando lasci che il tuo agire sia interpretato male,
quando lasci ad altri la gloria dell’impresa.
Il silenzio è fede:
QUANDO TACI PERCHE’ E’ LUI CHE AGISCE ,
QUANDO RINUNCI AI SUONI E ALLE VOCI DEL MONDO PER STARE ALLA SUA PRESENZA ,
quando non cerchi comprensione perché
TI BASTA ESSERE CONOSCIUTO DA LUI .
Il silenzio è saggezza:
quando RICORDERAI CHE DOVREMO RENDERE CONTO di ogni parola inutile,
QUANDO RICORDERAI CHE IL DIAVOLO E’ SEMPRE IN ATTESA DI UNA TUA PAROLA IMPRUDENTE PER NUOCERTI E UCCIDERE .Infine il silenzio è adorazione:QUANDO ABBRACCI LA CROCE SENZA CHIEDERE IL PERCHE’,NELL’INTIMA CERTEZZA CHE QUESTA E’ L’UNICA VIA GIUSTA.
A me OGGI fa bene questa preghiera Ho bisogno di “ascendere in LUI perchè il serpente non possa trovare sulla terra il nostro calcagno da mordere ” —> BISOGNO DI ALZARMI UN POCHETTO DA TERRA PER NON INGARBUGLIARMI IN PENSIERI CHE STANCANO … fma
Se dunque Cristo NON HA
mani,
piedi,
labbra,
né altri mezzi, allora…
siamo NOI il “mezzo” che (oggi) usa,
senza il quale resterebbe
…”INESPRESSO”.
La via della dolcezza, la via dello Spirito Santo
In certi momenti particolarmente duri e difficili del cammino di liberazione
interiore credo che la bussola ce la possa donare un’accresciuta dose di
dolcezza.
Proviamo a seguire la via della dolcezza, andiamo dove il cuore sente di
addolcirsi, liquefarsi un po’, scongelarsi un po’, godere un po’… Le nostre difese infatti sono sostanzialmente e fisicamente contrazioni, e cioè crampi.
Perciò producono tanto dolore.Lo Spirito di Dio è invece straordinariamente rilassante, ammorbidisce infuocando, guarisce ammorbidendo, perché è dolce, dolcissimo ospite dell’anima, dolce sollievo, dolcezza infinita. Proviamo a lasciarci sedurre un po’ di più da questa dolcezza, abbandonando ad
ogni espiro, ad ogni battito del cuore le contrazioni dei nostri pensieri di
morte.Proviamo a volerci un po’ più bene, a lasciarci voler bene, a sentire che Dio
vuole soltanto la nostra felicità: questa è l’unica sua volontà: che noi siamo
felici come lui, eterni come lui, liberi come lui.
Marco Guzzi
Ieri sera ho letto ancora come è la storia della fondazione della Piccole Suore Missionarie della Carità, e ho capito quanta pazienza, e difficoltà aveva Don Orione, e quante tentative di formare la famiglia orionina nel ramo feminile. Quella che mi ha colpito di piu, la sua fiducia nell’attesa dell’ora di Dio. E si dava da fare non con mano in mano.
Grazie Don Orione, aiutaci con la tua preghiera di essere fedele al progetto di Dio.
Buona festa di San Luigi Orione!
Noi abbiamo fatto festa oggi, ad Anatihazo con gli FdP, Suore, laici e sopratutto con tanti bambini, ragazzi(e) che sono affidati alla nostra missione. Festa iniziata con la Santa Messa presieduta da Don Luciano Mariani, hanno concelebrato Don Jan Osmalek, don Tarcisio Piotto e Don Rinja. Tutti hanno partecipato nella liturgia(canti, danze, lettura ecc;;) Dopo danze e giochi diversi fuori in cortile. Poi pranzo e pomeriggio la partita di calcio.
Festa per tutti, gioia condivisa. Grazia a Don Orione
che ci ripete ancora “ho bisogno dei figli santi”, in questa nostra società, ci impegniamo con il carisma orionino, vivendo il nostro battesimo e piu consacrazione, uniamoci ad essere vere luci e sale che santifica anche gli altri.
Ave Maria e Avanti
Desde Venezuela, en la fiesta de San Luis Orione, mi felicitación y recuerdo en la oración para que Don Orione nos ayude a centrar de verdad nuestra vida en Dios, a hacer de nuestras comunidades verdaderas fraternidades y a salir de nosotros mismos para responder generosamente a las necesidades de las personas que nos rodean.
¡Feliz fiesta de San Luis Orione!
Otra vez el Día de San Luis Orione, espero que no lo celebremos como otro año más, sino que lo celebremos de corazón, con renovadas ilusiones y dispuestos a hacer presente el carisma orionista allí donde nos encontremos y con las personas que forman parte de nuestra vida, de nuestra comunidad eclesial.
Desde Navarra, ¡Ave María y adelante!
Pilar
“…pur essendo sempre di un’UNICA NATURA, e non potendo essere diversa da se stessa”
“…grappoli di …GIUSTIZIA”;
“…come un ALBERO INARIDITO, TORNA a GERMOGLIARE”
“…per DISPOSIZIONE DIVINA, e per i MERITI di CRISTO”
“…SAGGEZZA delle cose…temporali; FORZA di ACCETTARE il MARTIRIO!!”
“…ELEVATO AL DI SOPRA dell’uomo, VEDE…”
Cari amici, quest’anno la festa di Don Orione avviene nella settimana di preparazione alla festa di PENTECOSTE…mi pare bello farvi partecipi delle splendide letture dei Padri sul DONO DELLO SPIRITO. ECCO UNA PAGINA DI S. CIRILLO DI GERUSALEMME: L’ACQUA VIVA DELLO SPIRITO
Per quale motivo la grazia dello Spirito è chiamata acqua?
Certamente perché tutto ha bisogno dell’acqua. L’acqua è generatrice delle erbe e degli animali. L’acqua della pioggia discende dal cielo. Scende sempre allo stesso modo e forma, ma produce effetti multiformi. Altro è l’effetto prodotto nella palma, altro nella vite e così in tutte le cose, pur essendo sempre di un’unica natura e non potendo essere diversa da se stessa. La pioggia infatti non discende diversa, non cambia se stessa, ma si adatta alle esigenze degli esseri che la ricevono e diventa per ognuno di essi quel dono provvidenziale di cui abbisognano.
Allo stesso modo anche lo Spirito Santo, pur essendo unico e di una sola forma e indivisibile, distribuisce ad ognuno la grazia come vuole. E come un albero inaridito, ricevendo l’acqua, torna a germogliare, così l’anima peccatrice, resa degna del dono dello Spirito Santo attraverso la penitenza, porta grappoli di giustizia. Lo Spirito appartiene ad un’unica sostanza, però, per disposizione divina e per i meriti di Cristo, opera effetti molteplici. Infatti si serve della lingua di uno per la sapienza. Illumina la mente di un altro con la profezia. A uno conferisce il potere di scacciare i demoni, a un altro largisce il dono di interpretare le divine Scritture. Rafforza la temperanza di questo, mentre a quello insegna la misericordia. Ispira a un fedele la pratica del digiuno, ad altri forme ascetiche differenti. C’è chi da lui apprende la saggezza nelle cose temporali e chi perfino riceve da lui la forza di accettare il martirio. Nell’uno lo Spirito produce un effetto, nell’altro ne produce uno diverso, pur rimanendo sempre uguale a se stesso. Si verifica così quanto sta scritto: «A ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune» (1 Cor 12, 7). Mite e lieve il suo avvento, fragrante e soave la sua presenza, leggerissimo il suo giogo. Il suo arrivo è preceduto dai raggi splendenti della luce e della scienza. Giunge come fratello e protettore. Viene infatti a salvare, a sanare, a insegnare, a esortare, a rafforzare e a consolare. Anzitutto illumina la mente di colui che lo riceve e poi, per mezzo di questi, anche degli altri. E come colui che prima si trovava nelle tenebre, all’apparire improvviso del sole riceve la luce nell’occhio del corpo e ciò che prima non vedeva, vede ora chiaramente, così anche colui che è stato ritenuto degno del dono dello Spirito Santo, viene illuminato nell’anima e, elevato al di sopra dell’uomo, vede cose che prima non conosceva.