CARI AMICI siamo giunti alla quarta serata biblico-
musicale: SE IL CUORE CI RIMPROVERA, DIO CI …PERDONA – ce lo ricorda stasera alle ore 21 LA PECCATRICE PERDONATA DEL VANGELO. Ecco una semplice rielaborazione …
“Ho lasciato il mio paese, dietro la promessa di un lavoro sicuro. Dopo pochi giorni mi sono ritrovata su questa maledetta strada… Vorrei uscire da questo inferno, ma come fare? E poi, come liberarmi da questo marchio di ragazza di strada che mi porterò per tutta la vita? C’è una speranza di vita nuova anche per me ? (Emy, ragazza triste)
- RISPONDE… LA PECCATRICE PERDONATA Libera rielaborazione di Luca 7,36ss;
- Nessuno sapeva il mio vero nome. Tutti mi conoscevano e additavano per il triste mestiere che facevo. E passandomi accanto, mi ferivano con battute indecenti e sguardi voluttuosi. Finché un giorno sulla strada dove… lavoravo, passò Lui, Gesù di Nazaret, circondato da alcuni discepoli. Non disse una parola. Solo mi guardò, con occhi limpidi e cuore buono. Come nessuno mai mi aveva guardata. Lasciandomi nell’anima un senso di pace profonda. E tanto desiderio di rivederlo.
- La gente raccontava le meraviglie da Lui compiute. Moltiplicava il pane per gli affamati. Rimetteva in piedi poveri storpi. Sanava i lebbrosi…Quando sentivo parlare di Lui, mi avvicinavo, desiderosa di cogliere qualche Sua parola che squarciasse la mia notte. Mi riferivano alcune sue frasi:
- “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
- Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio…
- Parole che aprono spiragli di cielo su questo mio mondo di fango. Ma troppo belle. Almeno per me. L’altro giorno ho saputo che è andato a mangiare a casa di un peccatore. Con grande scandalo della gente per bene. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. Mi è piaciuta la risposta con cui li ha zittiti: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”. Una mia compagna mi ha riferito ciò che avrebbe gridato in faccia ad alcuni farisei che si credono santi:
In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Bevo avida ogni sua parola. Con un nodo di commozione alla gola. E una speranza nel cuore. Qualche giorno fa ho saputo che sarebbe venuto a casa di un fariseo molto conosciuto qui nella nostra città. Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola. Ho pensato che fosse giunta per me l’occasione propizia. Sono corsa a comperare un poco di olio profumato. Trepidante ma determinata, mi sono affacciata all’uscio di casa. E sono entrata.
Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato. Gesù mi ha sorriso, fraternamente. Questa sua benevola accoglienza mi ha fatto sciogliere in un pianto dirotto e liberatore. Ho continuato ad asciugare e baciare i suoi piedi irrorati dal mio pianto. Lacrime benedette che mi lavavano dentro. Gesù lasciava fare. Con fraterno candore.
A quella vista il fariseo che l’aveva invitato pensò tra sé. “SE COSTUI FOSSE UN PROFETA, SAPREBBE CHI E CHE SPECIE DI DONNA È COLEI CHE LO TOCCA: È UNA PECCATRICE”.
- Ad un certo punto il Maestro si è rivolto al fariseo. Aveva qualcosa di importante da comunicargli. Volle farlo, con un esempio che tutti potessero capire. Mi raggomitolai ai suoi piedi per ascoltarlo.
- “Un creditore aveva due debitori: l’uno gli doveva cinquecento denari, l’altro cinquanta. Non avendo essi da restituire, condonò il debito a tutti e due. Chi dunque di loro lo amerà di più?”. Simone rispose: “Suppongo quello a cui ha condonato di più”. Gli disse Gesù: “Hai giudicato bene”.
- Stava parlando di me. In un attimo tutta la mia vita di peccato si manifestò alla mia coscienza. Ero io la grande peccatrice a cui Dio stava perdonando tanto. Cominciavo a sentire un enorme debito di riconoscenza nei suoi confronti. Ma tutto questo nella pace. E Gesù continuando, volle mettere in evidenza i piccoli gesti di delicatezza che avevo usato nei suoi confronti:
- “Vedi questa donna? Sono entrato nella tua casa e tu non m’hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio, lei invece da quando sono entrato non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non mi hai cosparso il capo di olio profumato, ma lei mi ha cosparso di profumo i piedi.
- Non solo mi perdonava, voleva difendermi dagli sguardi altezzosi e dai giudizi malevoli della gente perbene. Certo agli occhi di tutti, il fariseo era il giusto e io la povera peccatrice. Gesù, senza nulla togliere alle mie responsabilità, voleva riabilitarmi. Dimostrava, primo ed unico, di aver letto nel mio cuore anche tutto il dolore per il mio peccato e tutta la segreta voglia di uscirne.
Per questo ti dico: le sono perdonati i suoi molti peccati, poiché ha molto amato. Invece quello a cui si perdona poco, ama poco”.
- Quale gioia, sentirsi capiti nelle profondità inesprimibili del nostro essere. Gesù aveva percepito il movente di quelle mie attenzioni. Aveva colto in me la capacità di un amore delicato e puro. Si, sentivo di amarlo tanto Gesù perché, unico al mondo, là sulla strada delle mie abiezioni, era andato oltre le apparenze. Aveva visto in me anche un cuore di donna infelice. Bisognosa di affetto. Ma capace a sua volta di amare. Aveva capito tutto, Lui. Senza tante parole, senza interrogatori imbarazzanti. Come si fa a spiegare certe situazioni di vita e le motivazioni profonde del nostro agire? Ripresi a baciargli i piedi, con infinita gratitudine. Si voltò, infine, verso di me per assicurarmi:
- “TI SONO PERDONATI I TUOI PECCATI”. Finalmente ascoltavo parole liberatrici che avevo atteso da una vita Scoppiai di nuovo in un singulto di commozione. Mentre ascoltavo il crescente mormorio di disapprovazione dei circostanti
- ALLORA I COMMENSALI COMINCIARONO A DIRE TRA SÉ: “CHI È QUEST’UOMO CHE PERDONA ANCHE I PECCATI?”. A me invece, una gioia fresca e quasi infantile mi stava riempiendo l’anima. Corsi via come una fanciulla, libera e leggera. E Lui, salutandomi con gesto benedicente, aggiunse.
- “LA TUA FEDE TI HA SALVATA; VÀ IN PACE!”. Portai istintivamente le mani al petto, quasi per proteggere quella pace che mi era stata donata. Non volevo più perderla. L’avrei donata, questo sì, a tante persone che avessi incontrate, vaganti, come me, nel buio delle umane debolezze.
- Cara Emy,come vedi, so per esperienza cosa stai provando. Posso capirti. Ma proprio per questo, voglio donarti quella pace che Gesù ha donato a me. Non aver paura per il tuo passato. Credi nel suo amore più grande di ogni colpa. Corri a piangere ai suoi piedi, come ho fatto io. Come abbiamo fatto in tanti. Ascolterai anche tu parole che fanno rinascere a vita nuova: TI SONO PERDONATI I TUOI PECCATI; VA IN PACE.
- DAL PROFONDO A TE GRIDO,O SIGNORE Salmo 130 DAL PROFONDO A TE GRIDO, O SIGNORE; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera. Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? MA PRESSO DI TE È IL PERDONO: e avremo il tuo timore. Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella sua parola. L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora. Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.
Un fiore cresciuto sul marciume di Auschwitz…
QUEL SILENZIO MEDITATIVO… Non basta che i brani biblici siano proclamati in una lingua comprensibile, se la proclamazione non avviene con quell’ascolto devoto, quel silenzio meditativo, necessari perché la Parola di Dio tocchi la vita e la illumini. A OGNI NUOVO CRIMINE O ORRORE DOVREMO OPPORRE UN NUOVO PEZZETTINO DI AMORE E DI BONTÀ CHE AVREMO CONQUISTATO IN NOI STESSI. Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere. E se sopravviveremo a questo tempo, corpo e anima ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra parola a guerra finita. CREDO IN DIO E NEGLI UOMINI E OSO DIRLO SENZA FALSO PUDORE. La vita è difficile ma non è grave: Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso; se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo; se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo. E’ l’unica soluzione possibile. E’ QUEL PEZZETTINO D’ETERNITÀ CHE CI PORTIAMO DENTRO. SONO UNA PERSONA FELICE E LODO QUESTA VITA, NELL’ANNO DEL SIGNORE 1942, L’ENNESIMO ANNO DI GUERRA.
MOMENTO MARIANO: IN ASCOLTO DI MARIA…
- Cosa ti colpisce della peccatrice perdonata ?
- Cosa significa condannare il peccato ma non il peccatore?
Madre Teresa di Calcutta
Silenzio degli occhi.
Silenzio delle orecchie.
Silenzio della bocca.
Silenzio dello spirito.
Silenzio del cuore.
Dio parlerà.
S. LORENZO, DIACONO E MARTIRE
LE RICCHEZZE DELLA CHIESA…
***
San Lorenzo era diacono della chiesa di Roma. Ivi era ministro del sangue di Cristo e là, per il nome di Cristo, versò il suo sangue. Il beato apostolo Giovanni espose chiaramente il mistero della Cena del Signore, dicendo: «Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3, 16). Lorenzo, fratelli, ha compreso tutto questo. L’ha compreso e messo in pratica. E davvero contraccambiò quanto aveva ricevuto in tale mensa. Amò Cristo nella sua vita, lo imitò nella sua morte. Anche noi, fratelli, se davvero amiamo, imitiamo. I santi martiri lo hanno seguito fino all’effusione del sangue, fino a rassomigliargli nella passione. Lo hanno seguito i martiri, ma non essi soli. IL BEL GIARDINO DEL SIGNORE, o fratelli, possiede non solo le rose dei martiri, ma anche i gigli dei vergini, l’edera di quelli che vivono nel matrimonio, le viole delle vedove. Nessuna categoria di persone deve dubitare della propria chiamata: CRISTO HA SOFFERTO PER TUTTI . SAN LORENZO fu arcidiacono. I PERSECUTORI GLI RICHIEDEVANO LE RICCHEZZE DELLA CHIESA; ebbe per questo a soffrire tanti travagli che, all’ascolto, c’è da inorridire. POSTO SU UNA GRATICOLA, FU ARSO SULLE FIAMME… superando tuttavia le sofferenze del corpo, con grande forza di carità, per l’aiuto di colui che tale lo rese “SIAMO INFATTI OPERA SUA, CREATI IN CRISTO GESÙ PER LE OPERE BUONE” (Ef 2,10). Ma ad inasprire la collera del persecutore Lorenzo disse: “VENGANO AVANTI CON ME VEICOLI PER CARICARVI LE RICCHEZZE DELLA CHIESA”. Vennero mandati dei carri che riempì di poveri e comandò che tornassero indietro, affermando: “QUESTE SONO LE RICCHEZZE DELLA CHIESA”. Ed è vero, fratelli, che le necessità dei bisognosi sono le grandi ricchezze dei cristiani, se riusciamo a comprendere dove dobbiamo mettere in serbo quanto possediamo. SE AFFIDEREMO LORO I NOSTRI TESORI, NON LI PERDEREMO. Sant’Agostino
SANTA CATERINA DA SIENA,
DIO, ABISSO DI CARITÀ
Signore mio, volgi l’occhio della tua misericordia sopra il popolo tuo e sopra il corpo mistico della santa Chiesa. TU SARAI GLORIFICATO ASSAI PIÙ PERDONANDO E DANDO LA LUCE DELL’INTELLETTO A MOLTI, CHE NON RICEVENDO L’OMAGGIO DA UNA SOLA CREATURA MISERABILE, QUALE SONO IO, CHE TANTO T’HO OFFESO E SONO STATA CAUSA E STRUMENTO DI TANTI MALI.
Che avverrebbe di me se vedessi me viva, e morto il tuo popolo? Che avverrebbe se, per i miei peccati e quelli delle altre creature, DOVESSI VEDERE NELLE TENEBRE LA CHIESA, TUA SPOSA DILETTA, CHE È NATA PER ESSERE LUCE?
Ti chiedo, dunque, misericordia per il tuo popolo in nome della carità increata che mosse te medesimo a creare l’uomo a tua immagine e somiglianza.
QUALE FU LA RAGIONE CHE TU PONESSI L’UOMO IN TANTA DIGNITÀ? CERTO L’AMORE INESTIMABILE COL QUALE HAI GUARDATO IN TE MEDESIMO LA TUA CREATURA E TI SEI INNAMORATO DI LEI. Ma poi per il peccato commesso perdette quella sublimità alla quale l’avevi elevata.
Tu, mosso da quel medesimo fuoco col quale ci hai creati, hai voluto offrire al genere umano il mezzo per riconciliarsi con te. PER QUESTO CI HAI DATO IL VERBO, TUO UNICO FIGLIO. EGLI FU IL MEDIATORE TRA TE E NOI. EGLI FU NOSTRA GIUSTIZIA, CHE PUNÌ SOPRA DI SÉ LE NOSTRE INGIUSTIZIE. UBBIDÌ AL COMANDO CHE TU, ETERNO PADRE, GLI DESTI QUANDO LO RIVESTISTI DELLA NOSTRA UMANITÀ. O ABISSO DI CARITÀ! QUAL CUORE NON SI SENTIRÀ GONFIO DI COMMOZIONE AL VEDERE TANTA ALTEZZA DISCESA A TANTA BASSEZZA, CIOÈ ALLA CONDIZIONE DELLA NOSTRA UMANITÀ?
Noi siamo immagine tua, e tu immagine nostra per l’unione che hai stabilito fra te e l’uomo, velando la divinità eterna con la povera nube dell’umanità corrotta di Adamo. QUALE IL MOTIVO? CERTO L’AMORE.
PER QUESTO AMORE INEFFABILE TI PREGO E TI SOLLECITO A USARE MISERICORDIA ALLE TUE CREATURE.
8 AGOSTO – FESTA DI S. DOMENICO O PARLAVA CON DIO, O PARLAVA DI DIO
• Domenico era dotato di grande santità . Bastava vederlo per rendersi conto di essere di fronte a un privilegiato della grazia.
• V’era in lui un’ammirabile inalterabilità di carattere, che si turbava solo per solidarietà col dolore altrui.
• Durante il giorno nessuno era più socievole, nessuno più affabile con i fratelli e con gli altri.
• Di notte nessuno era più assiduo e più impegnato nel vegliare e pregare. Era assai parco di parole e, SE APRIVA LA BOCCA, ERA O PER PARLARE CON DIO NELLA PREGHIERA O PER PARLARE DI DIO.
• Esortava spesso i fratelli, a voce e per lettera, a studiare sempre l’Antico e il Nuovo Testamento. Portava continuamente con sé il vangelo di Matteo e le lettere di SAN PAOLO, E MEDITAVA COSÌ LUNGAMENTE QUESTE ULTIME DA ARRIVARE A SAPERLE QUASI A MEMORIA.
• Due o tre volte fu eletto vescovo; ma egli sempre rifiutò, volendo piuttosto vivere con i suoi fratelli in povertà. Conservò illibato sino alla fine lo splendore della sua verginità. Gregorio IX ebbe a dire di lui: «Conosco un uomo, che seguì in tutto e per tutto il modo di vivere degli apostoli; non v’è dubbio che egli in cielo sia associato alla loro gloria».
LEI NON CAMMINA, LUI NON VEDE: ma insieme scalano le montagne!
“Il più bel viaggio che si può fare quaggiù, è quello che si fa andando l’uno verso l’altro”. (Paul Morand) Mi è venuta in mente questa citazione quando ho letto la storia di Melanie e Trevor: originari del Colorado si sono conosciuti a un corso di “allenamento adattivo” e da quel giorno sono diventati due amici inseparabili. Melanie ha 29 anni ed è affetta da spina bifida ed è costretta a muoversi con la sedia a rotelle; Trevor ha 42 anni. Da 5 ha perso la vista a causa di un glaucoma. La loro passione comune per la natura li ha spinti a fare squadra e vivere l’avventura di fare escursioni in montagna insieme. LUI È LE GAMBE, IO SONO GLI OCCHI!
Melanie “cammina” grazie alle spalle di Trevor e lui procede sicuro guidato dall’amica che, possiamo immaginare, oltre ai pericoli del percorso segnalerà a Trevor anche le bellezze dei paesaggi, descrivendoli con cura. “È un fatto di buonsenso”, ha detto Melanie. “Lui è le gambe, io sono gli occhi. Insieme, siamo la squadra dei sogni” Quanto coraggio, ma soprattutto quanta fiducia! Melanie e Trevor mettono l’uno la vita nelle mani dell’altro. Sanno che insieme possono farcela e se cadranno siamo certi si rialzeranno per riprovare. Dal loro profilo Instagram hanno annunciato che la prossima sfida sarà quella di scalare una montagna alta più di 4mila metri. CORAGGIO, RAGAZZI! AVANTI TUTTA! PERCHÉ È STRAORDINARIO GODERSI LE MERAVIGLIE DEL CREATO MA IL VERO MIRACOLO È L’AMICIZIA!