- Cari amici, stiamo arrivando a Pasqua in una situazione davvero inusuale... che se da una parte ci toglie la gioia delle belle celebrazioni comunitarie, dall’altra forse potrebbe offrirci la possibilità di riscoprire la SOSTANZA DELLA NOSTRA FEDE. “Gesù sapeva che era venuto per lui il momento di lasciare questo mondo e tornare al Padre. Egli aveva SEMPRE AMATO i suoi discepoli che erano nel mondo, e LI AMO’ SINO ALLA FINE” (Gv.13,1ss)
- CARI AMICI, vi faccio una confidenza… Lungo questi anni di Sacerdozio ho “scoperto” alcune PAGINE MIRABILI tratte dalla PAROLA DI DIO, DALLA LITURGIA O DA ALCUNI PADRI DELLA CHIESA che mi hanno impressionato per LA PROFONDITÀ TEOLOGICA e LA BELLEZZA SPIRITUALE…. E ogni anno aspetto quel GIORNO in cui tornano per …GODERMELE IN MODO SEMPRE NUOVO. Una di esse è la pagina del SABATO SANTO… che ho la gioia quest’anno di RI-GUSTARE CON VOI… IL “BRUTTO MOMENTO” che stiamo vivendo ci fa capire L’URGENZA DI QUEL ..“ USCIAMO DI QUI…” che GESU’ rivolge ad ADAMO ed EVA e, in essi, a TUTTI NOI. E’ IL MIGLIOR AUGURIO DI BUONA PASQUA, che possiamo farci. Un augurio di .RISURREZIONE CON GESU, MORTO MA … RISORTO e VIVO IN MEZZO A NOIi.. STRINGIAMO QUELLA MANO CHE EGLI CI TENDE (…come possiamo vedere in questa splendida ICONA… ) E SEGUIAMOLO NELLA NUOVA VITA DI “RISORTI IN CRISTO”…
- In Attesa del DIVINO “BANCHETTO” PREPARATO PER NOI DAI SECOLI ETERNI NEL REGNO DEI CIELI…
- RISORGI USCIAMO DI QUI!
- La discesa agli inferi del Signore Da un`antica «Omelia sul Sabato santo».
- CHE COSA È AVVENUTO? OGGI SULLA TERRA C’È GRANDE SILENZIO, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre come la pecorella smarrita…Appena Adamo il progenitore lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «SIA CON TUTTI IL MIO SIGNORE» E Cristo rispondendo disse ad Adamo:» E CON IL TUO SPIRITO». E, PRESOLO PER LA MANO, LO SCOSSE DICENDO: «SVEGLIATI, TU CHE DORMI E RISORGI DAI MORTI E CRISTO TI ILLUMINERÀ…RISORGI, USCIAMO DI QUI!...” Per te, io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio… Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a QUEL PRIMO SOFFIO VITALE. Guarda sulle mie guance gli schiaffi sopportati per rifare a mia immagine LA TUA BELLEZZA PERDUTA. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per LIBERARE LE TUE SPALLE DAL PESO DEI TUOI PECCATI . Guarda le mie mani inchiodate al legno per te che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero… SORGI ALLONTANIAMOCI DI QUI... Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io che sono la Vita, ti comunico quello che sono. IL TRONO CELESTE È PRONTO, LA SALA ALLESTITA, LA MENSA APPARECCHIATA… È PREPARATO PER TE DAI SECOLI ETERNI IL REGNO DEI CIELI»
- GRAZIE, SIGNORE GESU! Viene già voglia di cantare l’ ALLELUJA!
- Eccone poche battute di quello DI HAENDEL! …
- PER DOMANI! …
- VENERDÌ SANTO 2020 CROCIFISSIONE E… MORTE DI GESÙ ( LUCA 23, 32 – 49 )
- “Venivano condotti insieme con lui anche due malfattori per essere giustiziati. Quando giunsero al luogo detto cranio, là crocifissero lui e i due malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra GESÙ DICEVA: “PADRE, PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO”. Il popolo stava a vedere i capi invece lo schernivano dicendo: “Ha salvato gli altri, salvi se stesso, SE È IL CRISTO DI DIO, IL SUO ELETTO”. Anche i soldati lo schernivano, e gli si accostavano per porgergli dell’aceto , e dicevano: “SE TU SEI IL RE DEI GIUDEI, SALVA TE STESSO”. C’era anche una scritta, sopra il suo capo: QUESTI È IL RE DEI GIUDEI.
- IL BUON LADRONE Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: “non sei tu il Cristo? SALVA TE STESSO E ANCHE NOI!”. Ma l’altro lo rimproverava: “neanche tu hai timore di Dio e sei dannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni, egli invece non ha fatto nulla di male”. E aggiunse: “GESÙ, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. GLI RISPOSE: IN VERITÀ TI DICO, OGGI SARAI CON ME NEL PARADISO”
- LA MORTE DI GESÙ Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. GESÙ, gridando a gran voce, DISSE: PADRE, NELLE TUE MANI CONSEGNO IL MIO SPIRITO “. DETTO QUESTO SPIRÒ. Visto ciò che era accaduto, IL CENTURIONE GLORIFICAVA DIO: “VERAMENTE QUEST’UOMO ERA GIUSTO”.
- SPUNTI PER LA NOSTRA MEDITAZIONE…
- Gesù annoverato tra i malfattori (Is. 53,12)
- Gesù continua a dire: “PADRE, PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO”.
- Gesù salva gli altri …perdendo se stesso! Noi vogliamo salvare noi stessi …salvare la pelle. Non accettiamo di essere MORTALI.
- IL CROCIFISSO non ci salva dalla morte MA… NELLA MORTE Prima o poi tutti saremo CROCIFISSI al palo della nostra ultima malattia
- Per starmi vicino… Siamo dannati noi e Gesù alla stessa pena… Non è il Dio potente, ma impotente per eccellenza! Non poteva salvarci in altro modo? Se Lui vuole incontrarci DEVE VENIRE QUI, CON ME SULLA MIA CROCE.
- E’ QUESTO IL VANGELO : la sua vicinanza nella morte. Essere in croce con noi… è ciò che Dio, nel suo amore ci…“deve” : STARE CON L’AMATO
- IL BUON LADRONE capisce che Lui è morto per causa mia. CHIAMA GESÙ PER NOME, Quando siamo in croce possiamo chiamare Dio per nome. GESU, RICORDATI DI ME: CAPISCE CHE GESÙ È RE DELLA MISTERIOSA TERRA DELL’AMORE! GESÙ È L’AMEN: IL “SI” definitivo di Dio al mondo (2Cor 1,19),
- “PADRE”: E’ LA PAROLA PRIMA ED ULTIMA DI GESÙ NEL VANGELO DI LUCA. (2,49; 23,46).
- · LA CROCE, allora, non è luogo DELL’ABBANDONO DI DIO, MA DELL’ ABBANDONO … IN DIO!
- IL CENTURIONE La Persona più “lontana” riconosce la “GLORIA” NELLA CROCE.
- CHE COSA E’… IL TRIONFO DELLA CROCE ?
BASILICA DI SAN CLEMENTE Mosaico dell’abside, Roma Questo mosaico celebra il trionfo della Croce, mistero centrale della fede cristiana. Si può osservare la fioritura di un cespo di acanto. La vitalità di questa pianta è data dalla croce di Gesù, che, con il mistero della sua morte e risurrezione, fa rifiorire l’umanità, riconciliata col Padre. Attorno al Cristo ci sono 12 bianche colombe: rappresentano i 12 Apostoli. Ai piedi della croce, ci sono Maria e Giovanni… In alto si sporge la mano del Padre, che offre una corona di gloria al suo Figlio vittorioso della morte con il suo mistero pasquale. Da questa pianta, albero della Redenzione, scaturisce una sorgente di acqua di 4 rivoli, simbolo dei 4 vangeli, alla quale si dissetano i fedeli, come fanno i cervi alle sorgenti di acqua viva. La Chiesa è un giardino celeste vivificato da Gesù, vero albero di vita.
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Cari amici, È LA GIORNATA PARTICOLARMENTE CARA A NOI SACERDOTI. Perché ci ricorda Gesù che quella sera nel Cenacolo ci ha lavato i piedi e poi ci ha AFFIDATO IL MISTERO EUCARISTICO: FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME. Ma fu anche la sera del Tradimento di Giuda e… MA OGGI VORREI LASCIARE LA PAROLA A GIOVANNI CHE (in una “improbabile” rielaborazione …) ERA PRESENTE E RICORDA COSÌ: (CFR. GV 13 – 17)
- “…Giungemmo a Gerusalemme per LA FESTA DI PASQUA e Gesù mi mandò insieme a Pietro a fare i preparativi per la festa . “ANDATE A PREPARARE PER NOI LA PASQUA, PERCHÉ POSSIAMO MANGIARE”. Un signore ci mise a disposizione una bella sala. Naturalmente mi riservai il posto ACCANTO A LUI, anche quella sera. Soprattutto quella sera. PERCHÉ SENTIVO NELL’ARIA UN’ATMOSFERA SOLENNE E DENSA DI MISTERO. Quando fummo a mensa… “GESÙ SI ALZÒ DA TAVOLA, DEPOSE LE VESTI E, PRESO UN ASCIUGATOIO, SE LO CINSE ATTORNO ALLA VITA. POI VERSÒ DELL’ACQUA NEL CATINO E COMINCIÒ A LAVARE I PIEDI DEI DISCEPOLI E AD ASCIUGARLI CON L’ASCIUGATOIO DI CUI SI ERA CINTO” Che sensazione, mio Dio, vederlo in ginocchio davanti a me. A lavarmi i piedi sporchi di terra e ad asciugarli amorevolmente. Alla fine si mise a tavola anche Lui e ci raccomandò di volerci bene tra noi : “VI HO DATO INFATTI L’ESEMPIO, PERCHÉ COME HO FATTO IO, FACCIATE ANCHE VOI.” Subito però si fece triste e ci confidò il segreto che si portava in cuore da tempo… “DETTE QUESTE COSE, GESÙ SI COMMOSSE PROFONDAMENTE E DICHIARÒ: “IN VERITÀ, IN VERITÀ VI DICO: UNO DI VOI MI TRADIRÀ”. Rimanemmo senza fiato. Pietro mi fece cenno di chiedergli chi fosse colui che lo avrebbe tradito. Mi feci coraggio : “CHI È SIGNORE?” Gesù stava per rispondermi, quando notai Giuda alzarsi, furtivo, da tavola e uscire di scatto. “ ED ERA NOTTE…” Davvero la notte era scesa nel suo cuore. E un velo di profonda tristezza ci avvolse tutti, quella sera . E il cibo non andava più giù. Gesù fece di tutto per confortarci: ” NON SIA TURBATO IL VOSTRO CUORE…VI LASCIO LA PACE, VI DO’ LA MIA PACE… Ci rivelò la sua intimità col Padre, come non aveva mai fatto prima e ci chiamò amici: “VI HO CHIAMATO AMICI PERCHÉ TUTTO CIÒ CHE HO UDITO DAL PADRE L’HO FATTO CONOSCERE A VOI.” Ci disse che si sarebbe allontanato da noi, ma solo per un poco. NON CI VOLEVA LASCIARE ORFANI. E ci promise la luce e la forza del SUO SANTO SPIRITO. Poi, alzati gli occhi al cielo, (ERA BELLO VEDERLO IN QUELLA POSIZIONE CHE GLI ERA ABITUALE!…) si mise a pregare il Padre anche per noi : “ PADRE, NON CHIEDO CHE TU LI TOLGA DAL MONDO, MA CHE LI CUSTODISCA DAL MALIGNO” Dopo poco ci ritrovammo nell’orto del Getsemani…Ricordo che stava a pochi metri da me, IN GINOCCHIO PER TERRA, IMMERSO NELLA PREGHIERA E PROSTRATO DAL DOLORE . Ad un certo punto si avvicinò a noi, mezzo addormentati, e ci confidò l’angoscia che lo divorava: “LA MIA ANIMA È TRISTE FINO ALLA MORTE. RESTATE QUI E VEGLIATE” E ci raccomandò di pregare perché non venisse meno la nostra fede … All’improvviso le cose precipitarono: L’ARRESTO DI GESÙ . L’ABBANDONO e la fuga vergognosa di tutti noi, suoi discepoli: “ALLORA TUTTI I DISCEPOLI, ABBANDONATOLO, FUGGIRONO…”
- QUESTI CAPITOLI GIOVANNEI CHE MI HANNO ACCOMPAGNATO IN QUESTI 51 ANNI DI SACERDOZIO... mi fanno venire in mente altre tre pagine GRANDI
A) DON MAZZOLARI NEL 25.MO DI SACERDOZIO
Qui, davanti all’altare, Viviamo la nostra Messa: Noi siamo il dramma, siamo la MESSA…La Messa È LA NOSTRA ANIMA. TU HAI FIDUCIA ANCORA IN ME. NONOSTANTE LE MIE INFEDELTÀ, rimango nell’ atto di offerta, il calice in mano, in alto. LA MESSA È IL CALVARIO, la montagna più grande del mondo. Le prime messe ne sono le pendici: facili, invitanti. Poi man mano si sale, il monte si fa più brullo, sassoso, impervio, solo. E SI VA SOLI…SOLI senza illusione. SOLI tra tanta gente che ci preme sul cuore e ci divora. SOLI tra tanta folla che oggi t’applaude e domani t’azzanna. SOLI nella sconfinata paternità dell’abbraccio. SOLI senza attese se non…reclinare il capo…. un povero prete stanco che ogni mattina si distende sulla croce fino a quando i suoi poveri piedi, le sue povere braccia, il suo povero volto, il suo povero cuore…SARANNO I PIEDI, LE BRACCIA, IL VOLTO E IL CUORE DI CRISTO. La Messa del tempo finisce: incomincia la messa dell’eternità. Ite, Missa est. Deo gratias.
B) – DON ORIONE: CHE GRAN COSA È MAI LA SANTA MESSA! Tortona, 1° Maggio 1934 Caro sig.r prevosto don Cordiglia, vengo da dir Messa…Ho portato sull’altare il desiderio che sua Eminenza le ha espresso. Caro sig.r prevosto, TANTE SOLUZIONI VENGONO DALL’ALTARE, TANTE DECISIONI DALL’ALTARE. Quante e quante volte non sapevo come fare, E durante la santa Messa, ecco che, in un momento, QUANDO SI È LÌ A TU A TU CON N. SIGNORE, TUTTO SI CHIARISCE: – noi siamo tenebra, ma Gesù è la luce e la soluzione di tutto. CHE GRAN COSA È MAI LA SANTA MESSA! Dunque stamattina, dopo aver ricevuto nostro Signore, mi sono fermato un po’ con lui sugli oratori di sua Eminenza. Caro don Cordiglia, cominciamo da s. fede. Dunque senta: vada su a Paverano: veda bene quell’appezzamento di terreno che è in basso, …È tutta seminata ad orto …Se le pare che possa servire per oratorio, lo misuri in lungo e in largo, ci dica su un Pater Noster e una buona Ave Maria, e tutto si farà, anzi, per me, tutto è fatto. FACCIO TOGLIERE I CAVOLI E L’INSALATA, E CI PIANTIAMO DEI RAGAZZI. Gesù! Gesù! Gesù! Se si farà, è tutto Gesù che farà: NOI SIAMO SERVI INUTILI E LA SUA CIABATTA. – Preghi per me sempre. Sono in Gesù e nella santa Madonna il Suo parrocchiano Sac. Luigi Orione
- C ) – Prof. Enrico Medi: SACERDOTI, SIETE GRANDI. SIATE SANTI! Sacerdoti, io non sono prete e non sono mai stato degno di poterlo diventare. COME FATE A VIVERE, DOPO AVER CELEBRATO LA MESSA? OGNI GIORNO AVETE IL FIGLIO DI DIO TRA LE MANI. SIETE GRANDI. SACERDOTI, VE NE SCONGIURIAMO SIATE SANTI. SE SIETE SANTI VOI, NOI SIAMO SALVI. SE NON SIETE SANTI VOI, NOI SIAMO PERDUTI… SACERDOTI, NOI VI VOGLIAMO AI PIEDI DELL’ALTARE. A COSTRUIRE OPERE, FABBRICATI, GIORNALI, LAVORO, A CORRERE DI QUA E DI LÀ… SIAMO CAPACI NOI .. MA A PREGARE SIETE CAPACI VOI! STATE ACCANTO ALL’ ALTARE! ANDATE A TENERE COMPAGNIA AL SIGNORE. PREGHIERA E TABERNACOLO. TABERNACOLO E PREGHIERA.ABBIAMO BISOGNO DI QUELLO. (Prof. Enrico Medi)BASTA COSI… SCUSATE LA LUNGHEZZA MA A ME QUESTE PAGINE HANNO AIUTATO PER 50… VI AUGURO CHE ANCHE A VOI GIOVINO PER I PROSSIMI …50 ANNI! Può andar bene?!+++++++++++++++++++++++++++++++++
- CARI AMICI, stavo orientandomi a cercare ALTRI TESTIMONI per vivere bene questa SETTIMANA SANTA ma poi, mentre cercavo di pregare un pò con le LETTURE del mattutino di oggi, mi sono imbattuto in pagine che hanno segnato il MIO CAMMINO SACERDOTALE. E allora ho ceduto…LA LETTERA AGLI EBREI E S. AGOSTINO mi hanno convinto che non c’era niente di meglio che “SORBIRCI” qualcosa di queste mirabili Letture. Impegnative ma davvero… GRANDI!!! Ecco allora, amici, il “PANINO” un pò “tosto” ma … ben “imbottito” per oggi. Buona Giornata… Così!
- A) la CROCIFISSIONE BIANCA DI CHAGALL “La crocifissione bianca” è uno dei vertici artistici di Chagall: in essa il pittore esprime LE SOFFERENZE DEL SUO POPOLO PERSEGUITATO CROCIFISSO…Dall’alto s’irradia una LUCE BIANCA CHE ISOLA GESÙ, in un contesto scenico dove tutto vorticosamente s’intreccia, come se il mondo fosse impazzito. Cristo è rappresentato come ebreo innocente capro espiatorio che assume su di sé il male del mondo La luminosità del Cristo è il riconoscimento della positività della proposta di Gesù nella storia, nonostante la sua apparente sconfitta della croce…
- DALLA LETTERA AGLI EBREI 10, 19-39 PERSEVERANZA NELLA FEDE.
- AVENDO, FRATELLI, PIENA FIDUCIA DI ENTRARE NEL SANTUARIO PER MEZZO DEL SANGUE DI GESÙ…avendo noi UN SACERDOTE GRANDE SOPRA LA CASA DI DIO, ACCOSTIAMOCI CON CUORE SINCERO IN PIENEZZA DI FEDE, CON IL CUORE PURIFICATO DALLA CATTIVA COSCIENZA … manteniamo senza vacillare la professione della nostra speranza, PERCHÉ È FEDELE COLUI CHE HA PROMESSO.
CERCHIAMO ANCHE DI STIMOLARCI A VICENDA NELLA CARITÀ E NELLE OPERE BUONE, NON DISERTANDO LE NOSTRE RIUNIONI, COME ALCUNI HANNO L’ABITUDINE DI FARE, MA ESORTANDOCI A VICENDA…
RICHIAMATE ALLA MEMORIA QUEI PRIMI GIORNI nei quali, dopo essere stati illuminati, avete dovuto sopportare una grande e penosa lotta…Non abbandonate dunque la vostra fiducia, alla quale è riservata una grande ricompensa. AVETE SOLO BISOGNO DI COSTANZA, PERCHÉ DOPO AVER FATTO LA VOLONTÀ DI DIO POSSIATE RAGGIUNGERE LA PROMESSA. Ancora un poco, infatti, un poco appena,e colui che deve venire, verrà e non tarderà. IL MIO GIUSTO VIVRÀ MEDIANTE LA FEDE; (Ab 2, 3. 4).
NOI PERÒ NON SIAMO DI QUELLI CHE INDIETREGGIANO A LORO PERDIZIONE, BENSÌ UOMINI DI FEDE PER LA SALVEZZA DELLA NOSTRA ANIMA
- .C) SANT’AGOSTINO, GLORIAMOCI NELLA CROCE DEL SIGNORE
LA PASSIONE DEL SIGNORE E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO È PEGNO SICURO DI GLORIA e insieme ammaestramento di pazienza. CHE COSA MAI NON DEVONO ASPETTARSI DALLA GRAZIA DI DIO I CUORI DEI FEDELI! INFATTI AL FIGLIO UNIGENITO DI DIO, sembrando troppo poco nascere UOMO DAGLI UOMINI, volle spingersi fino al punto di MORIRE QUALE UOMO E PROPRIO PER MANO DI QUEGLI UOMINI CHE AVEVA CREATO LUI STESSO. Dove erano e che cosa erano gli uomini, Quando CRISTO MORÌ PER I PECCATORI? COME SI PUÒ DUBITARE CHE EGLI DARÀ AI SUOI FEDELI LA SUA VITA, QUANDO PER ESSI, EGLI NON HA ESITATO A DARE ANCHE LA SUA MORTE? PERCHÉ GLI UOMINI STENTANO A CREDERE CHE UN GIORNO VIVRANNO CON DIO, QUANDO GIÀ SI È VERIFICATO UN FATTO MOLTO PIÙ INCREDIBILE, QUELLO DI UN DIO MORTO PER GLI UOMINI? Egli non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, se non avesse preso da noi UNA CARNE MORTALE. IN TAL MODO EGLI IMMORTALE POTÉ MORIRE, VOLENDO DARE LA VITA PER I MORTALI. RESE PARTECIPI DELLA SUA VITA QUELLI DI CUI AVEVA CONDIVISO LA MORTE. Noi infatti non avevamo di nostro nulla da cui aver la vita, come lui nulla aveva da cui ricevere la morte. Donde lo stupefacente scambio: FECE SUA LA NOSTRA MORTE E NOSTRA LA SUA VITA. DUNQUE NON VERGOGNA, MA FIDUCIA SCONFINATA E VANTO IMMENSO NELLA MORTE DEL CRISTO. Ciò che noi peccatori avevamo meritato per il peccato, LO SCONTÒ COLUI CHE ERA SENZA PECCATO. E allora …Come non darà il premio dei santi, lui fedeltà personificata, che senza colpa sopportò la pena dei cattivi? CONFESSIAMO PERCIÒ, O FRATELLI, SENZA TIMORE, ANZI PROCLAMIAMO CHE CRISTO FU CROCIFISSO PER NOI. DICIAMOLO, NON GIÀ CON TIMORE, MA CON GIOIA, NON CON ROSSORE, MA CON FIEREZZA. L’APOSTOLO PAOLO Poteva celebrare le più grandi e affascinanti imprese del CRISTO. Poteva gloriarsi richiamando le eccelse PREROGATIVE DEL CRISTO, presentandolo quale CREATORE DEL MONDO IN QUANTO DIO CON IL PADRE, e quale padrone del mondo IN QUANTO UOMO SIMILE A NOI. TUTTAVIA NON DISSE ALTRO CHE QUESTO: «QUANTO A ME NON CI SIA ALTRO VANTO CHE NELLA CROCE DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO» (GAL 6, 14).
Io non sento
che una infinita,
divina sinfonia
di spiriti, palpitanti
attorno alla Croce,
e la Croce stilla per noi goccia a goccia,
attraverso i secoli, il sangue divino sparso
per ciascuna anima umana. Dalla Croce
Cristo grida “Sitio”. Terribile grido di arsura,
che non è della carne, ma è grido di sete di anime.
Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue.
Lume e pace di cuore.
Salirò il mio Calvario
come agnello mansueto.
Apostolato e martirio
Martirio e apostolato
Soffrire… tacere,
pregare … amare,
crocifiggersi adorare.
Lume e pace di cuore.
(S. L. Orione)
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- Per aiutarci reciprocamente, iniziamo col ricordare una figura misteriosa del libro del Profeta ISAIA: IL SERVO DI DIO. Vogliamo affrontare così un tema basilare, la nostra capacità di amare: PER SEMPRE O… FINCHÉ DURA?
- I LOVE YOU FOREVER: è una simpatica frase che i giovani innamorati scrivono sui muri. Nella realtà il “per sempre” fa paura. L’impegno totale e definitivo, ci sembra un carcere. Ci stanchiamo di tutto e di tutti. Preferiamo vivere all’ insegna del… “Proviamo”! Lasciandoci sempre un’ uscita di sicurezza. Chiediamoci: si può continuare a fare ”prove” per tutta la vita? Vivere “alla giornata”, aiuta a maturare come persone? O ci lascia tutti, giovani e adulti, in balia della nostra instabilità emotiva? Ci può illuminare la figura del “Servo del Signore” di cui ci parla Isaia. In mezzo a mille difficoltà date dalla situazione dell’ESILIO IN BABILONIA” Egli ha perseverato fino alla fine nella sua missione… Come Gesù che “AVENDO AMATO I SUOI LI AMÒ SINO ALLA FINE” (Gv. 13,1ss) Un esempio per noi. E un augurio perché la Pasqua che celebreremo nei riti diventi IMPEGNO E NOVITÀ DI VITA.
- Sei vissuto in esilio tra gente disperata. che potevi fare? «Confortate, confortate il mio popolo! Fate coraggio agli abitanti di Gerusalemme, e annunziate loro: La vostra schiavitù è finita, la vostra colpa perdonata (40,1)
- Se soffriamo significa che Dio ci ha abbandonati? Come un pastore conduce il suo gregge: prende in braccio gli agnellini, li porta sul petto e ha cura delle pecore che partoriscono, così Dio provvede per il suo popolo». (40,9ss)
- Siamo vermiciattoli ma… amati da Lui! ? « Non temere, io sono con te. Non preoccuparti, io sono il tuo Dio. Non temere, sono qui ad aiutarti. Sei piccolo e debole come un verme, ma non temere: io ti aiuterò. Io, il Santo d’Israele, sono colui che ti salva. (41,10ss)
- Con Lui vicino, il deserto si può cambiare in sorgente d’acqua? «Il mio popolo è come povera gente assetata, dalla gola riarsa: cerca acqua ma non ne trova. Io, il Signore, esaudirò la loro preghiera. Non li abbandonerò mai. Trasformerò il deserto in un lago e la terra arida in sorgenti d’acqua. (41,17s)
- All’inizio di tutto c’è stata una particolare chiamata di Dio? Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. (42,1)
- Che metodo usavi per farti ascoltare? Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. (42,2)
- Ma sapevi essere anche forte e perseverante? Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. (42,4ss)
- Quale missione speciale ti ha affidato il Signore? Io, il Signore, ti ho chiamato e ti ho preso per mano; ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre. (42,6ss)
- Quale certezza di fondo ti sosteneva? «Non temere! Se tu attraverserai fiumi profondi, io sarò con te: le acque non ti sommergeranno. Se passerai attraverso il fuoco, tu non brucerai. Per me sei molto prezioso, io ti stimo e ti amo, Non temere, io sono con te! (43,1ss)
- E Nei momenti di scoraggiamento, dove trovavi la forza? Io ho pensato: inutilmente mi sono affaticato, ho consumato tutte le mie forze, senza risultato. Ma il Signore garantisce il mio diritto, Dio ricompensa il mio sforzo. Egli mi ha chiamato fin dalla nascita, per essere il suo servo, per ricondurre a lui il popolo d’Israele. (49,4ss)
- A un certo punto la tua missione si è ampliata? Mi ha detto: «Tu sei mio servo, non solo per radunare le tribù di Giacobbe, e ricondurre a me i superstiti d’Israele. Faccio di te la luce delle nazioni, per portare la mia salvezza in tutto il mondo». (49,6)
- Ti rendevi conto che questo comportava maggior sofferenza? Dio, ogni mattina mi insegna ad ascoltarlo e io non mi tiro indietro. Ho offerto la schiena a chi mi batteva, la faccia a chi mi strappava la barba. Non ho sottratto il mio volto agli sputi e agli insulti. (50,4s)
- Dove trovavi la forza per non abbatterti? Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso. Il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole? (50,7s)
- Quale era la segreta speranza che ti sorreggeva? Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e molto innalzato. I re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito. (52,13s)
- Bellezza e successo sono importanti: tu potevi contarci? Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. (53,2s)
- Ognuno tende a dare la colpa agli altri. Tu cosa hai fatto? Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. (53,4s)
- Guariti per… le tue piaghe: che senso ha? Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. (53,5s)
- Oggi ha ragione chi grida più forte. E TU hai scelto di tacere? Maltrattato, non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. (53,7s)
- Potevi Salvarti… Perché ti sei offerto spontaneamente? Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. (53,10)
- la sofferenza innocente, che tanto ci scandalizza…sarebbe salvezza per il mondo? Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. (53,11)
- Per essere efficaci bastano le parole, o occorre ben altro…? Perciò io gli darò in premio le moltitudini, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. (53,12)
- PARLIAMONE INSIEME
- Cosa ti colpisce del Servo di Dio? Continuare a ”provare” la vita, vivere “alla giornata”, è vera libertà?
- Amare comporta solo sacrifici o procura anche gioia e senso di vita?
- QUALCHE ESPERIENZA?
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S. GIOVANNI CRISOSTOMO
. LA FORZA DEL SANGUE DI CRISTO Vuoi conoscere la forza del sangue di Cristo?
«Immolate, dice Mosè, un agnello di un anno e col suo sangue segnate le porte» (Es 12, 1-14). Cosa dici, Mosè? Quando mai il sangue di un agnello ha salvato l’uomo ragionevole? Certamente, sembra rispondere, non perché è sangue, ma perché è immagine del sangue del Signore. MOLTO PIÙ DI ALLORA IL NEMICO PASSERÀ SENZA NUOCERE SE VEDRÀ SUI BATTENTI NON IL SANGUE DELL’ANTICO SIMBOLO, MA QUELLO DELLA NUOVA REALTÀ, VIVO E SPLENDENTE SULLE LABBRA DEI FEDELI, SULLA PORTA DEL TEMPIO DI CRISTO. SE VUOI COMPRENDERE LA FORZA DI QUESTO SANGUE, CONSIDERA DA DOVE COMINCIÒ A SCORRERE E DA QUALE SORGENTE SCATURÌ. A GESÙ MORTO E ANCORA APPESO ALLA CROCE, RACCONTA IL VANGELO, S’AVVICINÒ UN SOLDATO CHE GLI APRÌ CON UN COLPO DI LANCIA IL COSTATO: NE USCÌ ACQUA E SANGUE. L’UNA SIMBOLO DEL BATTESIMO, L’ALTRO DELL’EUCARISTIA. IL SOLDATO APRÌ IL COSTATO: DISCHIUSE IL TEMPIO SACRO, DOVE HO SCOPERTO UN TESORO E DOVE HO LA GIOIA DI TROVARE SPLENDIDE RICCHEZZE.
Carissimo, non passare troppo facilmente sopra a questo mistero. Ho ancora un altro significato mistico da spiegarti. Ho detto che quell’acqua e quel sangue sono simbolo del battesimo e dell’Eucaristia. ORA LA CHIESA È NATA DA QUESTI DUE SACRAMENTI. QUINDI È DAL SUO COSTATO CHE CRISTO HA FORMATO LA CHIESA, COME DAL COSTATO DI ADAMO FU FORMAVA EVA.
Per questo Mosè, parlando del primo uomo, usa l’espressione: «ossa delle mie ossa, carne dalla mia carne» (Gn 2, 23), per indicarci il costato del Signore. Similmente come Dio formò la donna dal fianco di Adamo, così Cristo ci ha donato l’acqua e il sangue dal suo costato per formare la Chiesa. VEDETE IN CHE MODO CRISTO UNÌ A SÉ LA SUA SPOSA, VEDETE CON QUALCHE CIBO CI NUTRE. PER IL SUO SANGUE NASCIAMO, CON IL SUO SANGUE ALIMENTIAMO LA NOSTRA VITA. COME LA DONNA NUTRE IL FIGLIO COL PROPRIO LATTE, COSÌ IL CRISTO NUTRE COSTANTEMENTE COL SUO SANGUE COLORO CHE HA RIGENERATO.
…E’ impossibile descrivere il grande e indiscutibile Mistero dell’EUCARESTIA, Gesù prima di lasciare questo mondo ha voluto lasciarci questo DONO; consegnandolo a uomini semplici e anche con difetti ,ma che ne facessero MEMORIA…. Il ” FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME ” . Don Mazzolari non nasconde le prove che comporta. Il Sacerdote dovrà affrontare, soprattutto , solitudine e Croce. Nella lettera del suo 25mo di Sacerdozio lo ripete ben sei volte quel ” SOLO ” con LU… e tutte le anime che ho cercato di condurre a TE GESU’ dove sono ? La solitudine, l’amarezza e la delusione l’ha voluta sperimentare prima LUI . GIOIE e CROCE al Sacerdote non mancano. Aiutiamoli i Sacerdoti con la nostra preghiera; Consacrano il pane , ce lo distribuiscono : PRENDETE E MANGIATE; Don ORIONE innamorato dell’EUCARESTIA a tal punto che spesso si soffermava davanti al Santissimo e con LUI risolveva i problemi che più lo affliggevano.
GIOVEDì SANTO 2020
L’AGNELLO IMMOLATO
CI STRAPPÒ DALLA MORTE
Melitone di Sardi, vescovo
Molte cose sono state predette dai profeti riguardanti il mistero della Pasqua, che è Cristo, «al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen» (Gal 1, 5, ecc.). Egli scese dai cieli sulla terra per l’umanità sofferente; si rivestì della nostra umanità nel grembo della Vergine e nacque come uomo. PRESE SU DI SÉ LE SOFFERENZE DELL’UOMO SOFFERENTE ATTRAVERSO IL CORPO SOGGETTO ALLA SOFFERENZA, E DISTRUSSE LE PASSIONI DELLA CARNE. CON LO SPIRITO IMMORTALE DISTRUSSE LA MORTE OMICIDA.
EGLI È COLUI CHE CI TRASSE DALLA SCHIAVITÙ ALLA LIBERTÀ, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, dalla tirannia al regno eterno. Egli è la Pasqua della nostra salvezza.
EGLI È COLUI CHE PRESE SU DI SÉ LE SOFFERENZE DI TUTTI. EGLI È COLUI CHE FU UCCISO IN ABELE, E IN ISACCO FU LEGATO AI PIEDI. ANDÒ PELLEGRINANDO IN GIACOBBE, E IN GIUSEPPE FU VENDUTO. FU ESPOSTO SULLE ACQUE IN MOSÈ, E NELL’AGNELLO FU SGOZZATO. Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli. EGLI È L’AGNELLO CHE NON APRE BOCCA, EGLI È L’AGNELLO UCCISO, EGLI È NATO DA MARIA, AGNELLA SENZA MACCHIA. Egli fu preso dal gregge, condotto all’uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte. Sulla croce non gli fu spezzato osso e sotto terra non fu soggetto alla decomposizione. Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l’umanità dal profondo del sepolcro.
IL SENSO DELLA VITA (Ag. Fernandez)
Quando perdi ogni certezza…..
Quando ti abbandona ogni speranza….
Quando ti sembra che niente
ti possa liberare dall’angoscia che ti tormenta,
fatti un segno di croce
e pensa che dalla croce
Gesù ti ha salvato……
Abbraccia quindi anche tu la tua croce
con Lui,
e troverai conforto .perché
Lui è la CERTEZZA,
Lui è la SPERANZA,
CON LUI
l’angoscia che ti tormenta
DIVENTA la TUA SANTITA’,
dall’unione con Lui inizia
il tuo Paradiso
e la sua pace ti conforterà.
Allora anche la vita avrà un senso,
pur nella sofferenza,
perché per un cristiano
IL SENSO DELLA VITA è… in Dio,
LA SPERANZA.
Dai «Trattati su Giovanni» di sant’Agostino, vescovo
(Tratt. 84, 1-2; CCL 36, 536-538)
La pienezza dell’amore
Il Signore, o fratelli carissimi, ha definito la pienezza dell’amore con cui dobbiamo amarci gli uni gli altri con queste parole: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15, 13). Ne consegue ciò che il medesimo evangelista Giovanni dice nella sua lettera: Cristo «ha dato la sua vita per noi, quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli», (1 Gv 3, 16) amandoci davvero gli uni gli altri, come egli ci ha amato, fino a dare la sua vita per noi.
Questo appunto si legge nei Proverbi di Salomone: Quando siedi a mensa col potente, considera bene che cosa hai davanti; e poni mano a far le medesime cose che fa lui (cfr. Pro 23, 1-2).
Ora qual è la mensa del grande e del potente, se non quella in cui si riceve il corpo e il sangue di colui che ha dato la vita per noi? E che significa assidersi a questa mensa, se non accostarvisi con umiltà? E che vuol dire considerare bene che cosa si ha davanti, se non riflettere, come si conviene, a una grazia sì grande? E che cosa è questo porre mano a far le medesime cose se non ciò che ho detto sopra e cioè: come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo essere disposti a dare la nostra vita per i fratelli? È quello che dice anche l’apostolo Pietro: «Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme» (1 Pt 2, 21). Questo significa fare le medesime cose. Così hanno fatto con ardente amore i santi martiri e, se non vogliamo celebrare inutilmente la loro memoria, se non vogliamo accostarci infruttuosamente alla mensa del Signore, a quel banchetto in cui anch’essi si sono saziati, bisogna che anche noi, come loro, siamo pronti a ricambiare il dono ricevuto.
A questa mensa del Signore, perciò, noi non commemoriamo i martiri come facciamo con gli altri che ora riposano in pace, cioè non preghiamo per loro, ma chiediamo piuttosto che essi preghino per noi, per ottenerci di seguire le loro orme. Essi, infatti, hanno toccato il vertice di quell’amore che il Signore ha definito come il più grande possibile. Hanno presentato ai loro fratelli quella stessa testimonianza di amore, che essi medesimi avevano ricevuto alla mensa del Signore.
Non vogliamo dire con questo di poter essere pari a Cristo Signore, qualora giungessimo a rendergli testimonianza fino allo spargimento del sangue. Egli aveva il potere di dare la sua vita e di riprenderla, mentre noi non possiamo vivere finché vogliamo, e dobbiamo morire anche contro nostra voglia. Egli, morendo, uccise subito in sé la morte, mentre noi veniamo liberati dalla morte solo mediante la sua morte. La sua carne non conobbe la corruzione, mentre la nostra, solo dopo aver subito la corruzione, rivestirà per mezzo di lui l’incorruttibilità alla fine del mondo. Egli non ebbe bisogno di noi per salvarci, ma noi, senza di lui, non possiamo far nulla. Egli si è mostrato come vite a noi che siamo i tralci, a noi che, senza di lui, non possiamo avere la vita.
In fine, anche se i fratelli arrivano a dare la vita per i fratelli, il sangue di un martire non viene sparso per la remissione dei peccati dei fratelli, cosa che invece egli ha fatto per noi. E con questo ci ha dato non un esempio da imitare, ma un dono di cui essergli grati.
I martiri dunque, in quanto versarono il loro sangue per i fratelli, hanno ricambiato solo quanto hanno ricevuto dalla mensa del Signore.
Manteniamoci sulla loro scia e amiamoci gli uni gli altri, come Cristo ha amato noi, dando se stesso per noi.
Sant’Agostino, vescovo
GLORIAMOCI ANCHE NOI NELLA CROCE DEL SIGNORE
LA PASSIONE DEL SIGNORE E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO È PEGNO SICURO DI GLORIA E INSIEME AMMAESTRAMENTO DI PAZIENZA.
CHE COSA MAI NON DEVONO ASPETTARSI DALLA GRAZIA DI DIO I CUORI DEI FEDELI! INFATTI AL FIGLIO UNIGENITO DI DIO, COETERNO AL PADRE, SEMBRANDO TROPPO POCO NASCERE UOMO DAGLI UOMINI, VOLLE SPINGERSI FINO AL PUNTO DI MORIRE QUALE UOMO E PROPRIO PER MANO DI QUEGLI UOMINI CHE AVEVA CREATO LUI STESSO.
Gran cosa è ciò che ci viene promesso dal Signore per il futuro, ma è molto più grande quello che celebriamo RICORDANDO QUANTO È GIÀ STATO COMPIUTO PER NOI. DOVE ERANO E CHE COSA ERANO GLI UOMINI, QUANDO CRISTO MORÌ PER I PECCATORI? COME SI PUÒ DUBITARE CHE EGLI DARÀ AI SUOI FEDELI LA SUA VITA, QUANDO PER ESSI, EGLI NON HA ESITATO A DARE ANCHE LA SUA MORTE? PERCHÉ GLI UOMINI STENTANO A CREDERE CHE UN GIORNO VIVRANNO CON DIO, QUANDO GIÀ SI È VERIFICATO UN FATTO MOLTO PIÙ INCREDIBILE, QUELLO DI UN DIO MORTO PER GLI UOMINI?
Chi è infatti Cristo? È colui del quale si dice: «In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio»? (Gv 1, 1). Ebbene questo Verbo di Dio «si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi» (Gv 1, 14). Egli non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, SE NON AVESSE PRESO DA NOI UNA CARNE MORTALE. IN TAL MODO EGLI IMMORTALE POTÉ MORIRE, VOLENDO DARE LA VITA PER I MORTALI. RESE PARTECIPI DELLA SUA VITA QUELLI DI CUI AVEVA CONDIVISO LA MORTE. NOI INFATTI NON AVEVAMO DI NOSTRO NULLA DA CUI AVER LA VITA, COME LUI NULLA AVEVA DA CUI RICEVERE LA MORTE. DONDE LO STUPEFACENTE SCAMBIO: FECE SUA LA NOSTRA MORTE E NOSTRA LA SUA VITA. DUNQUE NON VERGOGNA, MA FIDUCIA SCONFINATA E VANTO IMMENSO NELLA MORTE DEL CRISTO.
Prese su di sé la morte che trovò in noi e così assicurò quella vita che da noi non può venire. Ciò che noi peccatori avevamo meritato per il peccato, lo scontò colui che era senza peccato. E allora non ci darà ora quanto meritiamo per giustizia, lui che è l’artefice della giustificazione? Come non darà il premio dei santi, lui fedeltà personificata, che senza colpa sopportò la pena dei cattivi?
CONFESSIAMO PERCIÒ, O FRATELLI, SENZA TIMORE, ANZI PROCLAMIAMO CHE CRISTO FU CROCIFISSO PER NOI. DICIAMOLO, NON GIÀ CON TIMORE, MA CON GIOIA, NON CON ROSSORE, MA CON FIEREZZA.
L’APOSTOLO PAOLO LO COMPRESE BENE E LO FECE VALERE COME TITOLO DI GLORIA. POTEVA CELEBRARE LE PIÙ GRANDI E AFFASCINANTI IMPRESE DEL CRISTO. POTEVA GLORIARSI RICHIAMANDO LE ECCELSE PREROGATIVE DEL CRISTO, PRESENTANDOLO QUALE CREATORE DEL MONDO IN QUANTO DIO CON IL PADRE, E QUALE PADRONE DEL MONDO IN QUANTO UOMO SIMILE A NOI. TUTTAVIA NON DISSE ALTRO CHE QUESTO: «QUANTO A ME NON CI SIA ALTRO VANTO CHE NELLA CROCE DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO» (GAL 6, 14).
Cari amici,
ieri ci siamo soffermati su quel ASINELLO di cui “GESÙ HA BISOGNO”… Continuiamo oggi con altri due testimoni: DON ORIONE E DON GIUSEPPE. Cominciamo con DON GIUSEPPE
PRETE INFERMIERE… … RITORNATO NELLE CORSIE DI OSPEDALE.
DON GIUSEPPE MORSTABILINI, sacerdote della diocesi di Milano ha deciso di rimboccarsi le maniche per sostenere il personale sanitario nella guerra al Coronavirus. Come? HA DECISO DI VESTIRE NUOVAMENTE LA DIVISA DA INFERMIERE.
• DON GIUSEPPE , PERCHÈ HA DECISO DI TORNARE A INDOSSARE I PANNI DA INFERMIERE?
“ STAVO CHIUSO IN CASA E GUARDANDO LA TELEVISIONE E LEGGENDO I GIORNALI dove si dava adito a questo virus che avanzava mentre il personale medico era carente, quindi ho deciso di parlare con IL MIO VICARIO GENERALE e gli ho domandato se fosse il caso che io mi mettessi a disposizione. il mio vicario mi ha detto che ‘IN COSCIENZA ERA GIUSTO DARE LA DISPONIBILITÀ POI SAREBBERO STATE LE AUTORITÀ COMPETENTI A VALUTARE’. Allora ho dato la disponibilità e in meno di 24 ore mi hanno assunto perché erano in emergenza totale”.
• COME STA IL PERSONALE MEDICO IN PRIMA LINEA?
“Sono molto provati perché questo virus è molto strano e si conosce poco…. I miei colleghi hanno visto pazienti che SEMBRAVANO STARE BENE E CHE INVECE POI SI SONO AGGRAVATI FINO A MORIRE. SIAMO TUTTI ESPOSTI ALLA POSSIBILITÀ DI CONTAGIO”.
• QUESTA EMERGENZA CORONAVIRUS È SOLO SANITARIA O SPIRITUALE?
“Da credente e da sacerdote penso che questa sia un’esperienza anche spirituale. RITENGO CHE DIO CI PARLI ATTRAVERSO LA STORIA e i fatti. Ci interpella. E’ INEVITABILE CHE UNO SI INTERROGHI. HO LETTO E SENTITO ANCHE DI MEDICI ED INFERMIERI ATEI CHE SI SONO RIAVVICINATI ALLA FEDE. Anche il Papa ha sottolineato il fatto che ci siamo dimenticati dei poveri, degli ultimi, ci SIAMO SENTITI ONNIPOTENTI ma nessuno si salva da solo. FORSE PUÒ ESSERE LA RIFONDAZIONE PER UNA NUOVA UMANITÀ. SPERIAMO”.
• HA SVOLTO ANCHE LE FUNZIONI DI SACERDOTE all’interno degli ospedali? “Mi è capitato una volta durante un turno di notte durante il quale è morto un signore e mi hanno CHIESTO DI BENEDIRE LA SALMA. Si sta diffondendo la voce CHE SONO UN PRETE E QUINDI MI INIZIANO A CHIEDERE QUESTE COSE.
• COME VIVE A LIVELLO PERSONALE QUESTE ORE?
“IO LA VIVO COME UNA GRANDE UNIFICAZIONE. Per me non c’è differenza nel dare la vita come prete nelle missioni che ho svolto finora in parrocchia o nell’emergenza. Sono lì da quindici anni, ho fatto la pastorale giovanile. IN QUESTO MOMENTO ERO IN PREPARAZIONE PER PARTIRE COME MISSIONARIO PER L’AFRICA MA QUESTA EMERGENZA HA SOSPESO E RITARDATO TUTTO. IO STO DONANDO LA VITA PER IL VANGELO, PER AMORE DELL’UOMO E DI GESÙ CRISTO. CHE SIA IN UNA PARROCCHIA, NEL CORTILE DI UN ORATORIO, IN UNA MISSIONE IN AFRICA PIUTTOSTO CHE IN QUESTA CONDIZIONE CONTINGENTE NEI PANNI DI INFERMIERE IN UN OSPEDALE, PER ME IL MINIMO COMUNE DENOMINATORE È SEMPRE QUELLO”.
• CHE PAROLE DI SPERANZA VORREBBE FAR ARRIVARE A CHI STA A CASA O E’ RICOVERATO “Chiunque sta vivendo direttamente l’esperienza di questa malattia deve CONFIDARE IN DIO, DIO SA, CI CONOSCE. A VOLTE SEMBRA TACERE. MA QUELLO CHE POSSIAMO FARE È CONFIDARE IN LUI. Non dimentichiamo che Gesù stesso sulla croce nel momento in cui stava salvando il mondo con la sua morte ha detto “DIO MIO, DIO MIO PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO?”. Sentirsi abbandonati da Dio è un’esperienza possibile ma forse proprio QUANDO CI SENTIAMO PIÙ ABBANDONATI È IL MOMENTO IN CUI SIAMO PIÙ VICINI A LUI”.
DON ORIONE ha una pagina che mi ha sempre commosso…
SI TROVAVA IN ARGENTINA… INTENDEVA APRIRE UNA CASA NELLA ZONA PIU’ CALDA (IL CHACO…) DOVE NESSUNO VOLEVA ANDARE per il troppo caldo(…per esperienza personale …so che a volte raggiunge 50 gradi!) Chiede autorizzazione al Visitatore apostolico, cosi. Proprio da ASINELLO DELLA DIVINA PROVVIDENZA.
“Ho pensato che se V. E. fosse stata qui mi avrebbe data la benedizione, ed ho pensato a TUTTE QUELLE ANIME E A GESÙ CRISTO, E CHE MIA MADRE MI DICEVA CHE, IN MANCANZA DI CAVALLI, TROTTANO GLI ASINI, E NOI SIAMO PROPRIO GLI ASINELLI DELLA DIVINA PROVVIDENZA … mi permetta di pregarla di lasciarmi qui più che può, e, SE DIO LA ISPIRASSE, DI LASCIARMI QUI PER SEMPRE…mi lasci qui sempre, o mi interni e mi getti dove meglio crederà in Domino, ché sarò sempre felicissimo in Domino.
VOGLIO AMARE I POVERI, GLI ORFANI, LA CLASSE POVERA, GLI OPERAI, I COMUNISTI: VORREI MORIRE PER QUESTI MIEI FRATELLI, e vorrei essere dimenticato da tutti, VIVERE E MORIRE DIMENTICATO DA TUTTI, SOTTO I PIEDI DI TUTTI, e solo amare Gesù, la santa Chiesa e tutti. E PERDERMI NEL SIGNORE IO, INDEGNISSIMO CHE HO TANTO PECCATO, CHE SONO STATO TANTO CATTIVO COL SIGNORE E CON LA MADONNA, E NON HO TESOREGGIATO I DONI DEL SIGNORE!. MI AIUTI, CARO PADRE VISITATORE, MI AIUTI! MI FACCIA AMARE IL SIGNORE, MI FACCIA RIPARARE” Don Orione
Cari amici, abbiamo da meditare per tutta la…settimana santa.
Non vi pare?
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Caro asinello , tu che ” hai accompagnato ” GESU nel Suo ingresso a Gerusalemme …
sei , anche tu , ” piccola Freccia Verso di LUI ”
E ci indichi , anche ADESSO , quanto importante essere ” DEL ” e ” PER ” il Signore .
Porti quel Gesù che ci chiede di ” non fermarci , di NON paralizzarci dentro , e che ” vede oltre ” ( ” ANDATE nel villaggio….e TROVERETE un’ asina con un puledro…” )
Caro asinello ( e metterti come destinatario di queste righe , ALLEGGERISCE questa – anche mia – cappa di fatica oggi ) tu che ti SEI LASCIATO CONDURRE fino a Lui e poi da LUI ti SEI LASCIATO GUIDARE …da quel GESÚ che già ” sapeva che era venuto il momento di lasciare questo mondo e tornare al Padre ” e che ha scelto di AmarCI ” FINO ALLA FINE ” , passando attraverso la CROCE
Caro asinello ….
ed e’ la Domenica delle palme .
SANT’ANDREA DI CRETA
VENITE, E SALIAMO INSIEME SUL MONTE DEGLI ULIVI, E ANDIAMO INCONTRO A CRISTO CHE OGGI RITORNA DA BETÀNIA E SI AVVICINA SPONTANEAMENTE ALLA VENERABILE E BEATA PASSIONE, PER COMPIERE IL MISTERO DELLA NOSTRA SALVEZZA.
VIENE DI SUA SPONTANEA VOLONTÀ VERSO GERUSALEMME. CORRIAMO ANCHE NOI INSIEME A COLUI CHE SI AFFRETTA VERSO LA PASSIONE, E IMITIAMO COLORO CHE GLI ANDARONO INCONTRO. Non però per stendere davanti a lui lungo il suo cammino rami d’olivo o di palme, tappeti o altre cose del genere, MA COME PER STENDERE IN UMILE PROSTRAZIONE E IN PROFONDA ADORAZIONE DINANZI AI SUOI PIEDI LE NOSTRE PERSONE. STENDIAMO, DUNQUE, UMILMENTE INNANZI A CRISTO NOI STESSI, piuttosto che le tuniche o i rami inanimati e le verdi fronde che rallegrano gli occhi solo per poche ore e sono destinate a perdere, con la linfa, anche il loro verde. STENDIAMO NOI STESSI RIVESTITI DELLA SUA GRAZIA, O MEGLIO, DI TUTTO LUI STESSO POICHÉ QUANTI SIAMO STATI BATTEZZATI IN CRISTO, CI SIAMO RIVESTITI DI CRISTO (CFR. GAL 3, 27) E PROSTRIAMOCI AI SUOI PIEDI COME TUNICHE DISTESE.
Per il peccato eravamo prima rossi come scarlatto, poi in virtù del lavacro battesimale della salvezza, siamo arrivati al candore della lana per poter offrire al vincitore della morte non più semplici rami di palma, ma trofei di vittoria. AGITANDO I RAMI SPIRITUALI DELL’ANIMA, ANCHE NOI OGNI GIORNO, ASSIEME AI FANCIULLI, ACCLAMIAMO SANTAMENTE: «BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE, IL RE D’ISRAELE».
DOMENICA DELLE PALME 5 APRILE 2020
• CHI E’, SECONDO VOI, IL PROTAGONISTA DI QUESTA DOMENICA ?
PER ME… L’ASINELLO ! Dopo Gesù, certamente…
MA forse perché fin da bambino ho avuto a che fare in particolare CON UN ASINELLO che cavalcavo tutto fiero mentre lo portavo ad abbeverare tutte le sere… Mi era tanto caro anche se una volta, incapricciatosi…mi buttò per terra!!!….DOLCI RICORDI D’INFANZIA…
* Ma ciò che ogni anno principalmente mi colpisce della LITURGIA DELLA DOMENICA DELLE PALME è quella frase ripetuta nei vangeli: IL SIGNORE NE HA BISOGNO!… IL SIGNORE NE HA BISOGNO!
Si, siamo poveri “ASINELLI” MA IL SIGNORE HA VOLUTO AVERE BISOGNO…DI NOI POVERI UOMINI.
E allora non c’è spazio NÉ PER L’ORGOGLIO: SIAMO POVERI ASINELLI ! Ma neanche per lo SCORAGGIAMENTO: IL SIGNORE HA BISOGNO DI NOI!!? Sembra quasi incredibile eppure… E’ VERO… vogliamo provare a chiederlo a:
GESÙ – S. PAOLO – DON ORIONE…?
E ALCUNI TESTIMONI DI OGGI?
GESÙ : MT. 21,1 Gesù e i discepoli stavano avvicinandosi a Gerusalemme. Quando arrivarono al villaggio di Bètfage, vicino al monte degli Ulivi, Gesù mandò avanti due discepoli. Disse loro: «ANDATE NEL VILLAGGIO CHE È QUI DI FRONTE A VOI, e subito troverete UN’ASINA E IL SUO PULEDRO, legati. Slegateli e portateli a me. E se qualcuno vi domanda qualcosa, dite così: È IL SIGNORE CHE NE HA BISOGNO…». E così si realizzò quel che Dio aveva detto per mezzo del profeta: Dite a Gerusalemme: guarda, il tuo re viene a te. Egli è umile, e VIENE SEDUTO SU UN ASINELLO, PULEDRO D’ASINA. I due discepoli partirono e fecero come Gesù aveva comandato. Portarono l’asina e il puledro, gli misero addosso i mantelli e GESÙ VI MONTÒ SOPRA.
S. PAOLO NELLA 1Tim 1,12ss SI SENTE IL PIU’ POVERO PECCATORE MA AMATO E…USATO DAL SIGNORE: “RENDO GRAZIE A COLUI CHE MI HA DATO LA FORZA, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al ministero: io che per l’innanzi ero stato un BESTEMMIATORE, UN PERSECUTORE E UN VIOLENTO. Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e DI QUESTI IL PRIMO SONO IO. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo HA VOLUTO DIMOSTRARE IN ME, PER PRIMO, TUTTA LA SUA MAGNANIMITÀ, A ESEMPIO DI QUANTI AVREBBERO CREDUTO IN LUI PER AVERE LA VITA ETERNA
* NELLA 1COR. 15 PARLANDO DEI TESTIMONI DELLA RISURREZIONE DI GESU’… SI DEFINISCE UN ABORTO MA CHE HA LAVORATO TANTO A SERVIZIO DEL VANGELO
“FRATELLI, Cristo è morto per i nostri peccati, come è scritto nella Bibbia, ed è stato sepolto. E risuscitato il terzo giorno, come è scritto nella Bibbia, ED È APPARSO A PIETRO. Poi è apparso AI DODICI APOSTOLI, quindi a più di CINQUECENTO DISCEPOLI RIUNITI INSIEME. La maggior parte di essi è ancora in vita, mentre alcuni sono già morti. DOPO ESSERE APPARSO A TUTTI, ALLA FINE È APPARSO ANCHE A ME, BENCHÉ IO, TRA GLI APOSTOLI, SIA COME UN ABORTO. INFATTI, IO SONO L’ULTIMO DEGLI APOSTOLI; NON SONO NEANCHE DEGNO DI ESSERE CHIAMATO APOSTOLO, PERCHÉ HO PERSEGUITATO LA CHIESA DI DIO. Tuttavia, per grazia di Dio, io sono quello che sono E HO FATICATO PIU’ DI TUTTI LORO, NON IO PERO MA LA GRAZIA DI DIO CHE E’ CON ME!!!
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…E per oggi fermiamoci QUI… CHE VE NE PARE? E NOI CI SENTIAMO “ASINELLI” DI CUI IL SIGNORE HA BISOGNO?
Continuiamo domani, se Dio vuole… Buona e SANTA (!!!…) SETTIMANA SANTA!!!
In questi giorni di grandi sofferenze e preoccupazioni di ogni genere, colpisce L’EROISMO di tante persone (medici, infermieri, volontari, preti…) . Grazie a una bella trasmissione “SOUL” (Tv 2000) ho potuto riscoprire la forza e la grandezza umana e spirituale di MARIO MELAZZINI. Ve ne ripropongo qualche pensiero. Può farci bene all’inizio della SETTIMANA SANTA
FACCIA A FACCIA: MARIO MELAZZINI,
MEDICO E… PAZIENTE
• Mario Melazzini, nato nel 1958, si laurea in medicina a Pavia nel 1985 e si specializza in ematologia generale clinica e laboratorio. La sua carriera in ambito sanitario è destinata a cambiare per sempre nel 2003, quando gli viene diagnosticata la Sclerosi laterale amiotrofica. La patologia non lo porta però a ridurre il suo attivismo professionale e LA BATTAGLIA SOCIALE PER I DIRITTI DI CHI SOFFRE
• COM’È CAMBIATA LA SUA VITA DAL 2003? Quando un mio collega mi ha guardato negli occhi e mi ha detto “MELAZZINI, LEI HA LA SLA”, mi sono sentito come tutti i malati gravi: un naufrago disperato. DA MEDICO SONO DIVENTATO UN PAZIENTE e mi sono scontrato con l’impotenza della scienza medica contro determinate patologie. Ma per questo ho deciso di mettere a disposizione la mia esperienza di ricercatore e di clinico. SONO UN CITTADINO CHE HA DECISO DI FARE UN PASSO IN PIÙ, IMPEGNANDOSI AL SERVIZIO DEL BENE COMUNE.
• COSA ANIMA IL SUO IMPEGNO IN AMBITO SOCIALE? Da medico ho sempre pensato che esercitando la mia professione avrei potuto essere utile agli altri: A GUARIRE O ALMENO A LENIRE LE SOFFERENZE. Quando mi sono ritrovato io stesso nella condizione di malato ho intrapreso con ancora più forza LA MIA LOTTA PER I DIRITTI DEI MALATI: per accedere ai farmaci più innovativi e per migliorare la qualità della vita, nella consapevolezza che essere colpito da una malattia che limita il corpo non significa l’impedimento a SVOLGERE UNA VITA PIENA E REALIZZATA.
• COME VIVE OGGI MARIO MELAZZINI?
DIPENDENDO TOTALMENTE DAGLI ALTRI. Anche se soffro di una forma di Sla molto lenta, mi sento sempre più esausto, ogni giorno è sempre più faticoso. ciò non significa che non riesca a rendere le mie giornate produttive: essere autonomi anche grazie all’aiuto e al supporto degli altri è bello. Ad esempio, lo dico ironicamente, L’ESSERE NUTRITO E IDRATATO ARTIFICIALMENTE MI PERMETTE DI LAVORARE ANCHE IN “PAUSA PRANZO”, CON BUONA PACE DEI MIEI COLLABORATORI
• COSA RIMPIANGE DI PIÙ DELLA SUA VITA PRECEDENTE ALLA MALATTIA? Sono da sempre un grande amante dello sport e della montagna: ammettere che non avrei più potuto scalare è stata una delle rinunce più dure. GUARDAVO QUELLE MONTAGNE DA SOTTO IN SU e piangevo su me stesso, una rabbia sorda. Ci sono voluti mesi ma poi il mio sguardo è cambiato: ho capito che c’erano cose che non avrei potuto più fare, MA ALTRETTANTE NE AVREI POTUTE SCOPRIRE, ANCHE SU UNA SEDIA A ROTELLE. Quando sono arrivato a comprendere che non dovevo concentrarmi su quello che non avrei più potuto fare, MA SU QUELLO CHE AVREI POTUTO ANCORA FARE PER ME STESSO, E PER GLI ALTRI, LE MIE IDEE SONO CAMBIATE. Ciò non significa che non sia arrabbiato con la mia malattia, oggi come allora.
• LA SLA MI HA DATO PIÙ DI QUEL CHE MI HA TOLTO».
In Italia ci sono circa 5 mila malati di Sla, ma si parla solo di uno di quello che vuole andarsene. Degli altri 4.999 che vorrebbero continuare si occupa Melazzini che è presidente dell’Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica .Lo ha raccontato a 300 ragazzi che da grandi faranno i medici nell’aula magna della clinica Mangiagalli di Milano. L’hanno invitato per chiedergli se INGUARIBILE È SINONIMO DI INCURABILE.. «Sono oncologo e sono diventato primario a 39 anni. Mi consideravo un medico attento, sensibile, efficiente». Poi i primi sintomi. E la consapevolezza che l’unico rimedio è il Riluzolo, farmaco che, se assunto precocemente ai primi stadi del male, «vi darà il sollievo di vivere tre o quattro mesi in più». Quando Melazzini scoprì di essere diventato un paziente reagì DISTACCANDOSI DAGLI AFFETTI, IMMERGENDOSI NEL LAVORO, PENSANDO, INFINE, «DI FARLA FINITA». Poi, ad un certo punto, anziché chiedersi che cosa la malattia gli stesse togliendo, si pose il quesito opposto: «COSA MI DÀ QUESTA MALATTIA? PER CERTI VERSI, ORA, MI SENTO PIÙ SANO. MI RIMANE LA TESTA. E per fortuna questa è ancora una professione che si fa con la testa. … LA MALATTIA MI HA DATO PIÙ DI QUEL CHE MI HA TOLTO».
• TRA LE RINUNCE ELENCA : IL SOLLIEVO DI UN COLPO DI TOSSE.. I GIRI IN BICICLETTA, LE PASSEGGIATE IN MONTAGNA, IL CAFFÈ, L’INGHIOTTIRE LA SALIVA.
COSA GLI HA DATO? “MI HA FATTO SCENDERE DAL PIEDISTALLO SU CUI STAVO. Oggi i malati che si presentano davanti al dottor Melazzini si sentono guardati in modo diverso: «SE IL RAPPORTO MEDICO-PAZIENTE È BASATO SU UN CONTRATTO in cui si stipula che tutto dipende dalla guarigione, allora la sconfitta è sicura». TUTTAVIA INGUARIBILE NON È SINONIMO DI INCURABILE. La medicina si fa sempre più tecnica, più specialistica con il rischio di perdere di vista il tutto». IL TUTTO NON È LA MALATTIA, «È IL MALATO». «IL PAZIENTE VUOLE GUARIRE, ma soprattutto vuole essere “PRESO IN CARICO”, cioè vuole che qualcuno si prenda cura di lui, condivida la sua situazione. È UNA VICENDA BEN DIVERSA DAL SPIEGARGLI I SUOI DIRITTI». Scriveva Hannah Arendt che gli uomini muoiono, MA NON SONO FATTI PER MORIRE. SONO CREATI PER INCOMINCIARE. MELAZZINI DICE CHE, QUANDO NON AVRÀ PIÙ FIATO PER ESPRIMERSI, RICOMINCERÀ «DA QUALCHE ALTRA PARTE. NON SO COME, MA RICOMINCERÒ».
“IL SILENZIO… LAVORA: BISOGNA FARLO LAVORARE”
A causa della battaglia mondiale col CORONA VIRUS, ci si raccomanda da ogni parte di STARE A CASA… Oggi mi chiedo: E’ SOLO UN GRAN FASTIDIO O POTREBBE ESSERE ANCHE …UNA PREZIOSA OPPORTUNITÀ? La domanda è difficile… Ho chiesto aiuto ai miei “AMICI” : GESU’ – S. PAOLO E DON ORIONE che mi fanno compagnia in questi giorni…
Ora lo chiedo anche a voi, amici. Parliamone un pò.
SE VOLETE…
GESU’:
1. “MANCAVANO POCHI GIORNI ALLA FESTA DELLA PASQUA. Gesù salì sulla montagna, e si sedette lì con i suoi discepoli. Gesù, sapendo che volevano prenderlo per farlo diventare re, se ne andò di nuovo VERSO LA MONTAGNA, TUTTO SOLO. (GV 6, 1ss)
2. GESÙ PRESE CON SÉ Pietro, Giovanni e Giacomo e SALÌ SU UN MONTE A PREGARE…il suo volto cambiò d’aspetto e il suo vestito diventò candido e sfolgorante (Lc. 9,28)
S. PAOLO:
1. Paolo lasciò Atene e andò a Corinto. In quella città trovò un Ebreo che si chiamava Aquila… Con Priscilla sua moglie, era appena arrivato dall’Italia. Paolo andò a casa loro e, siccome faceva lo stesso mestiere, rimase con loro e li aiutava a fabbricare tende.
2. Nonostante tutte le cure di questi sposi eccezionali, Paolo fa fatica ad accettare i rifiuti della gente alla conversione. E’ umanamente scoraggiato?… Deve intervenire Gesù a confortarlo: “ Una notte il Signore apparve in sogno a Paolo e gli disse: «NON AVER PAURA! CONTINUA A PREDICARE, E NON TACERE, PERCHÉ IO SONO CON TE! Nessuno potrà farti del male. (Atti C.18,1ss)
DON ORIONE : LASCIATEMI CON DIO.
Mio caro Barbati, Mi alzo da letto per scriverLe, ho un po’ d’influenza, ma già sta passandomi, e Deo gratias. Io spero di partire da Genova la notte di lunedì, e di potere ancora a Roma dire la S. Messa sul Corpo di San Luigi, a mezzogiorno di Martedì. Però nessuno lo deve sapere, perché desidero passare quel giorno nel ritiro e nella preghiera. Non venite neanche Voi, ve ne prego: lasciatemi con Dio. Dopo la Messa andrò fuori Roma, basta essere solo e un po’ tranquillo, almeno quel giorno
1. MI È CAPITATO, VENENDO IN ARGENTINA la prima volta di trovarmi in alto mare. Era la mattina ed io viaggiavo sul « Deseado » piroscafo inglese. Eravamo a tavola, quando, d’un tratto, si udì un fischio acutissimo ed il piroscafo si fermò. Tutti ci siamo guardati sorpresi e un po’ spaventati. Era quello l’anniversario in cui la grande guerra europea era terminata; l’ora in cui era stato firmato l’armistizio. E tutti erano invitati ad alzarsi, a fermarsi, a raccogliersi in sé, a meditare silenziosamente. Ero l’unico sacerdote: mi alzai, mi feci il segno della croce, e il mio silenzio fu una preghiera per tutti e per la pace del mondo.
2. NON POSSO DIRVI QUANTO MI FECE BENE quel quarto d’ora d’arresto alla corsa della vita e di meditato silenzio. Di là mi è nato il pensiero di scrivervi una lettera sul silenzio. Di là mi è nata l’idea di disporre di un’ora di assoluto silenzio al giorno. Mezz’ora la mattina e mezz’ora alla sera. È nel silenzio che Iddio parla all’anima,
3. IL SILENZIO SCHIUDE LE SORGENTI DELL’ANIMA, il silenzio fa lavorare in noi il nostro spirito, più che degli anni di lettura: Quanta pace, quanta vita, quanto Dio in quella pace! Il silenzio lavora. Bisogna, dunque, farlo lavorare
… CHE VE NE PARE?
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• CARI AMICI,
riprenderemo i discorsi più impegnativi nella ormai prossima SETTIMANA SANTA. Permettete che ancora una volta ci soffermiamo per un attimo su un messaggio apparentemente “LEGGERO” ma sostanzialmente molto impegnativo già solo dal titolo: VINCERE O …AMARE? Che ne dite? Non potrebbe essere la vera, unica “DOMANDA- PROGRAMMA” per quando ( speriamo presto…) il virus sara passato? VINCERE O… AMARE? E forse ancora una volta non saranno i GRANDI DEL MONDO a indicarci la strada giusta ma …UNA RAGAZZINA DOWN!
• VINCERE O… AMARE? Qualche anno fa, ALLE PARAOLIMPIADI DI SEATTLE, nove atleti, tutti mentalmente o fisicamente DISABILI erano pronti sulla linea di partenza dei 100 metri. Allo sparo della pistola, iniziarono la gara, non tutti correndo, ma con la voglia di arrivare e… VINCERE. MENTRE CORREVANO, un ragazzino cadde sull’asfalto, fece un paio di capriole e COMINCIÒ A PIANGERE. GLI ALTRI OTTO SENTIRONO IL RAGAZZINO PIANGERE. Rallentarono e guardarono indietro. SI FERMARONO E TORNARONO INDIETRO… Ciascuno di loro. UNA RAGAZZA CON LA SINDROME DI DOWN si sedette accanto a lui e cominciò a baciarlo e a dire:”ADESSO STAI MEGLIO?” ALLORA, TUTTI E NOVE SI ABBRACCIARONO E CAMMINARONO VERSO LA LINEA DEL TRAGUARDO. TUTTI NELLO STADIO SI ALZARONO, e gli applausi andarono avanti per parecchi minuti. PERCHÉ? PERCHÉ DENTRO DI NOI SAPPIAMO CHE: LA COSA IMPORTANTE IN QUESTA VITA È AIUTARE GLI ALTRI A VINCERE, ANCHE SE COMPORTA RALLENTARE E CAMBIARE LA NOSTRA CORSA…
• Mi viene in mente che già 2000 Anni fa UN …MIO CARO AMICO, ( che allevia la mia quarantena in questi giorni .. ) ha spiazzato i “SAPUTI” di Corinto così: “GLI UOMINI, CON TUTTO IL LORO SAPERE, non sono stati capaci di conoscere Dio e la sua sapienza. PERCIÒ DIO HA DECISO DI SALVARE QUELLI CHE CREDONO, mediante questo annunzio di salvezza CHE SEMBRA UNA PAZZIA. PERCHÉ LA PAZZIA DI DIO È PIÙ SAPIENTE DELLA SAPIENZA DEGLI UOMINI, E LA DEBOLEZZA DI DIO È PIÙ FORTE DELLA FORZA DEGLI UOMINI. DIO HA SCELTO quelli che gli uomini considerano IGNORANTI, …quelli che gli uomini considerano DEBOLI, quelli che, nel mondo, NON HANNO IMPORTANZA E SONO DISPREZZATI per distruggere quelli che PENSANO DI VALERE QUALCOSA. (S. PAOLO: 1COR.1,ss)
Mentre leggo nei commenti s. Agostino
“…Ma nella Scrittura non si incontra se non ciò che gli si addice e che non permette di falsare la sua identità. Si desti dunque il nostro animo e resti saldo nella sua fede. Tenga presente che colui che poco prima contemplava nella sua natura di Dio, ha assunto la natura di servo.”
Mi colpisce particolarmente, una intuizione velatissima che Dio è “un modo di essere altro”?!
Mi colpisce tanto questa IDENTITA’ che è…”da Dio”
GESÙ CRISTO PREGA PER NOI, PREGA IN NOI, È PREGATO DA NOI
(S. Agostino, vescovo)
Dio non poteva elargire agli uomini un dono più grande di questo: costituire loro capo lo stesso suo Verbo, per mezzo del quale creò l’universo. Ci unì a lui come membra, in modo che egli fosse Figlio di Dio e figlio dell’uomo, unico Dio con il Padre, un medesimo uomo con gli uomini. In tal modo la stessa persona, il Signore nostro Gesù Cristo, PREGA PER NOI COME NOSTRO SACERDOTE, PREGA IN NOI COME NOSTRO CAPO, È PREGATO DA NOI COME NOSTRO DIO. E quando, specialmente nelle profezie, troviamo qualche cosa che suona umiliazione, nei riguardi del Signore Gesù Cristo, non dobbiamo temere di attribuirla a lui, che non ha esitato a unirsi a noi, pur essendo il padrone di tutta la creazione, perché per mezzo di lui sono state fatte tutte le creature. Perciò noi guardiamo alla sua grandezza divina quando sentiamo proclamare: «IN PRINCIPIO ERA IL VERBO, E IL VERBO ERA PRESSO DIO E IL VERBO ERA DIO. TUTTO È STATO FATTO PER MEZZO DI LUI E SENZA DI LUI NIENTE È STATO FATTO» (GV 1, 1-3). In questo passo ci è dato di contemplare la DIVINITÀ DEL FIGLIO DI DIO, tanto eccelsa da sorpassare ogni più nobile creatura. In altri passi della scrittura, invece, sentiamo che EGLI GEME, PREGA, DÀ LODE A DIO. ebbene, ci è difficile attribuire a lui queste parole. Temiamo quasi di offendere Cristo se riferiamo alla sua umanità le parole che egli dice. Prima rivolgevamo a lui la nostra supplica, pregandolo come Dio. Rimaniamo perciò perplessi davanti a quelle espressioni e ci verrebbe fatto di cambiarle. Ma nella Scrittura non si incontra se non ciò che gli si addice e che non permette di falsare la sua identità. Si desti dunque il nostro animo e resti saldo nella sua fede. Tenga presente che colui che poco prima contemplava nella sua natura di Dio, ha assunto la natura di servo. È DIVENUTO SIMILE AGLI UOMINI, E «APPARSO IN FORMA UMANA, UMILIÒ SE STESSO, FACENDOSI OBBEDIENTE FINO ALLA MORTE» (Fil 2, 7-8). Inoltre ha voluto far sue, mentre pendeva dalla croce, le parole del salmo: «DIO MIO, DIO MIO, PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO?» (Sal 21, 1) È PREGATO DUNQUE PER LA SUA NATURA DIVINA, PREGA NELLA NATURA DI SERVO…PERCIÒ NOI PREGHIAMO LUI, PER MEZZO DI LUI E IN LUI; DICIAMO CON LUI ED EGLI DICE CON NOI.
CARI AMICI
Voglio condividere con voi anche oggi un messaggio POSITIVO.
Sia perché di questi tempi la tensione è davvero alta per tutti… E ci può fare bene qualcosa di “LEGGERO” e sia perché l’autore di questa testimonianza è un… MIO COETANEO.
E quanto dice con mirabile semplicità l’ho VISSUTO TUTTO anch’io e ha risvegliato in me quel “BAMBINO” che ( non avendo potuto esserlo quando era l’età…) mi ha accompagnato tutta la vita!!!… Un GRAZIE DI CUORE, RAFFAELE del 1940 da un…. ” BAMBINO” DEL …1941 !
* SONO… VECCHIO, Preda designata del “Coronavirus”.
SONO FELICE E RINGRAZIO LA VITA
Mi hanno detto che SONO VECCHIO. È la verità. Hanno scritto che per noi vecchi il coronavirus è più pericoloso… Pure questo è vero. Io però devo confessare che vivo questi momenti di grande confusione, con uno spirito «LEGGERO» perché, pur essendo VECCHIO, POVERO E ACCIACCATO, pur vivendo in questo mondo sempre più SENZ’ANIMA E SENZA CUORE, IO SONO FELICE.
*SONO FELICE. perché ogni giorno cresce in me la consapevolezza dei MERAVIGLIOSI DONI AVUTI DALLA VITA.
Sono nato con l’amore nel cuore, il rifiuto del male…
Pure appartenendo alla generazione di quei vecchi (classe 1940) che NON SONO STATI MAI BAMBINI perché non si poteva essere bambini in quei TERRIBILI ANNI ’40
* SONO FELICE perché sono sopravvissuto a quella guerra infame, alla mancanza di ogni bene di prima necessità, ai pidocchi, ai geloni e alla morte che era sempre in agguato. SONO FELICE perché sono italiano. SONO FELICE perché avevo 6/7 anni e quando vedevo MIA MADRE CHINA SUL LAVATOIO a lavare le lenzuola nonostante l’acqua gelida, l’artrite che le contorceva le mani… le dicevo che volevo andare a lavorare e portarle i soldi così poteva pagare la lavandaia.
* SONO FELICE perché dormivo con IL LIBRO CUORE sotto il cuscino e piangevo leggendo le storie del piccolo Marco che si imbarca da GENOVA PER L’ARGENTINA in cerca della madre. Ho sentito la fragranza dei fiori….
* SONO FELICE perché, pur vivendo un’infanzia di miseria nera, con soli pochi giocattoli mi sentivo il più ricco del mondo. Tre di questi giochi ME LI ERO COSTRUITI IO, come facevano tanti bambini d’allora: «’o carruocciolo», un arco con le frecce … un triciclo ».
* SONO FELICE perché 40 anni fa HO INCONTRATO FRANCESCA che ogni mattina, nonostante i miei 80 anni, ancora mi fa gioire e SORRIDERE ALLA VITA.
E RINGRAZIO LA VITA PER TUTTO CIO’ CHE MI HA DONATO! ( Raffaele Pisani)
La croce è scandalo per i falsi sapienti, assurda per coloro che non credono, ma per noi essa è potenza e sapienza. Siamo abituati a dare un senso sbagliato alla croce e alla nostra croce, ogni cosa che ci dà problemi diciamo sia una croce, niente di più sbagliato, niente di più fuorviante. La croce possiamo anche chiamarla: Volontà di Dio, accettazione di questa Volontà. La Croce diventa gloriosa quando capiamo il suo vero senso, perché diventa un percorso di assenso. La croce è una domanda sul nostro credere, ci interroga, ci vaglia come cristiani. Tutto ciò che noi chiamiamo croce in realtà è una domanda di Dio su noi: Credi tu che passando in questa situazione avrai la vita?
La nostra risposta deve essere quella di Gesù: Credo! E se non lo è dobbiamo chiederci perché.
Sarà semplice vivere la prova? Sarà facile accettarla questa volontà?
No, non sarà sempre facile vivere e accettare la prova, ma guardando a Colui che si è lasciato inchiodare a questa Volontà del Padre, avremo anche noi la forza di morire a noi stessi per fare la Volontà di Dio.
Allora e solo allora il giogo è soave e il carico leggero.
“Padre allontana da me questo momento, ma non come voglio io, ma come vuoi tu.”
Questo è il senso della croce, è sofferenza, si, non cessa di essere sofferenza, ma apre al dono, all’obbedienza, quella che spesso non riusciamo a vivere e che ci fa guardare la croce come una punizione o una sconfitta.
Le situazioni che noi chiamiamo croce in realtà sono una permissione di Dio, ci interrogano sul nostro credere in Lui, guardando a Cristo però noi troviamo il senso. Umanamente tante situazioni sono difficili da vivere, accettare un cancro, un figlio tossicodipendente, una morte, un figlio disabile, un matrimonio che finisce, guerre, disastri, tante e tante situazioni davanti alle quali ci sentiamo sconfitti, impotenti davanti alle quali ci ribelliamo ma, Cristo le ha assunte e obbedendo al Padre le ha vinte.
La croce è Vittoria, non è sconfitta, è gloria, fino a quando non riusciamo a portarla nel vero senso daremo alla croce un valore sbagliato, non riusciremo a chiamarla Gloriosa, la chiameremo in tanti modi, ma non la giudicheremo una crescita, bensì una sconfitta, uno scandalo, come gli antichi, come coloro che vogliono miracoli: Scendi dalla croce, cioè fammi scendere dalla mia croce e crederò.
Nella Legge il sapiente legge che nessun male toccherà chi teme Dio, perciò la croce è stoltezza, non è secondo la sapienza. Tanti modi sbagliati di guardare alla croce e lei, rimane un mistero, ma per il cristiano è il bastone del cammino per giungere in cima, per compiere la Volontà del Padre.
Tutti i nostri no sono diventati si in Gesù Cristo; dice un canto, ma davvero è questo il nostro pensiero? Davvero siamo scesi fino alle radici dei nostri no e le abbiamo viste cambiate in un sì da Gesù?
Perché è questo il senso, i miei no, qualsiasi no di fronte alla mia vita è stato cambiato? Sono giunta fin sotto la Croce e vi ho visto il mio no pendere dalla Croce? Dove io non volevo passare, Cristo è passato, qualsiasi forma o nome abbia il mio no, qualsiasi nome abbia il mio peccato. Ma non è solo una questione di peccato, è rendersi conto che ogni situazione che noi chiamiamo croce è in realtà un sì alla disobbedienza e un no alla Volontà di Dio. È questo che ha compiuto Cristo al posto nostro, è passato pagando ogni atto di ribellione, di mormorazione, di inimicizia, di separazione, tutto, tutto fino in fondo, come fosse un abisso, niente omettendo, tutto accettando. È per questo che noi continuiamo a chiamare croce ogni situazione di disagio, di sofferenza, di dolore, non guardiamo alla croce Gloriosa, guardiamo alla croce lacrimosa, cioè emotiva, che ci fa dolere di Gesù e non di noi.
Se vogliamo andare dietro a Gesù dobbiamo prendere la nostra croce, cioè la nostra vita con tutte le sue contraddizioni e prove e con Lui accettarle per passare dal chiamarla Croce al chiamarla come ha fatto Gesù; Volontà del Padre. Allora la croce diventa un giogo soave e un carico leggero, è la scala di Giacobbe in cui non siamo soli a salire, ma il Cielo sale e scende con noi per portarci soccorso, consolazione, speranza, perché Dio è con noi.
…In “quella bambina” (della foto in sito) mi rivedo io da piccola quando… mi isolavo, ed in preda ai miei segretissimi terrori, me ne andavo tantissime volte al giorno, silenziosamente, di nascosto, ai piedi del mio lettino in preghiera “con le MANINE GIUNTE”, la piccola TESTA CHINA e poi ALZATA verso il Cielo, e con L’ANIMA IMPREGNATA di LACRIME SILENZIOSE che mi “rigavano quel piccolo faccino…”…
AVEVO GIA’ INDICIBILI PROBLEMI a cui non trovavo NOME, e mi sentivo SOLA e MALATA di un “mistero.. SENZA NOME”. Nessuno doveva sapere…”QUEL MIO ENORME PESANTE SEGRETO” che SOVRASTAVA fino in fondo la “mia povera piccola anima”…!! La mia povera strana preghiera non cessava mai, nella veglia e nel sonno, continuava ad ogni respiro e sospiro intriso di sofferenza che solo Dio sa …
….” AMO’ SINO ALLA FINE ” ( Gv 13 ”
Senza peccato… si addossò tutti i peccati del mondo…. divenendo peccato per tutti…. morì sulla CROCE….!!!
IL CROCIFISSO CHE TRONEGGIA NELLA PRIMA PAGINA DEL SITO, MI HA CONSOLATO IN SVARIATE CIRCOSTANZE. E’ DI CASA NELLA MIA VITA. GRAZIE SIGNORE DEI TANTI DONI CHE, INDEGNAMENTE HAI CONCESSO E CONTINUI A CONCEDERE ALLA MIA ANIMA .