PROPOSTE FORMATIVE DI VILLA S. BIAGIO – GIUGNO 2019
Cari amici, Siamo ormai a Giugno mese eucaristico per eccellenza, con la festa del Corpus Domini. Bella opportunità per approfondire il valore della Messa e della Domenica. Veri TESORI della nostra vita da riscoprire per non essere sopraffatti dalle fatiche del vivere… E anche da difendere come valori di rilevanza sociale. La Domenica in particolare: che ne pensi ? Può aiutarci una breve sintesi di “Dies Domini” – IL GIORNO DEL SIGNORE, la lettera apostolica di S. G. Paolo II Fraternamente Dv
24 GIUGNO – FESTA DI S. GIOVANNI BATTISTA “Voce di uno che grida nel deserto…” GIOVANNI IL BATTISTA Libera rielaborazione
Mi sono svegliato presto questa mattina. Con qualche presentimento in più sulla mia fine imminente. Da qualche mese mi trovo in questa orribile prigione. Mi ci ha rinchiuso il re Erode per avergli rimproverato la sua condotta immorale. Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello Sono cresciuto in fretta. Forte nel corpo e nello spirito. Un carattere piuttosto asciutto e rigido. Con me stesso e con gli altri. Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Ben presto mi resi conto che la gente si era allontanata dalla fede genuina. Tutti sospiravano la venuta del Messia, ma pochi erano disposti a vivere coerentemente. Cominciavo a capire che il Signore aveva un progetto su di me: preparargli la strada nel cuore degli uomini. Mi ritirai nel deserto. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Giovanni era vestito di peli di cammello, si cibava di locuste e miele selvatico Non c’è bisogno di molte cose quando si ha Dio nel cuore e un grande sogno da realizzare. Com’era successo ai Profeti prima di me, mi sentii anch’io come investito da una forza dall’alto: Sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto.Senza perdere tempo, mi recai vicino al fiume Giordano e cominciai a gridare a quanti passavano: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Riconosco che le mie parole non erano molto delicate. Ma efficaci a scuotere coscienze addormentate: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente?All’inizio, molti mi presero per pazzo. Poi, poco alla volta, cominciavano a farsi pensosi e mi chiedevano: Che cosa dobbiamo fare? Raccomandavo quanto mi ispirava il Signore, secondo la situazione concreta di ciascuno. Ai pubblicani che raccoglievano le tasse: non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato A quanti avevano beni di questo mondo li scongiuravo: Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto Purtroppo cominciarono a scambiarmi per il Messia atteso. Risposi: io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei suoi sandali Un giorno notai tra la folla, una delegazione ufficiale inviata da Gerusalemme per chiedermi: Chi sei? Che cosa dici di te stesso? Non avevo dubbi sulla mia identità: Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore E un giorno venne anche Lui. Facendosi peccatore con i peccatori. Si mise in fila. Come gli altri. Lo riconobbi tra mille. Mi rifiutai di battezzarlo, dicendo: Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? Ma Egli, con sorriso buono di fratello, mi pregò: Lascia fare per ora, poiché conviene che adempiamo ogni giustizia. Dovetti acconsentire. Lo battezzai, tremando per la vicinanza del Santo di Dio. Lo seguii con lo sguardo mentre si allontanava verso il deserto. Qualche giorno dopo, seppi che si era messo a battezzare anche Lui in una località non lontana. Qualcuno dei miei discepoli, preoccupati per la possibile concorrenza, vennero a dirmi ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui.Li rassicurai. Felice che la mia missione raggiungesse il suo scopo. Egli deve crescere e io invece diminuire. Da quel giorno le cose per me precipitarono. A corte erano venuti a conoscenza delle mie posizioni critiche nei loro confronti. I potenti non perdonano chi osa rimproverarli. E cosi mi hanno rinchiuso in questa fortezza, pensando di chiudermi la bocca per sempre. Con la forza che mi viene dall’alto, sento che né le loro lusinghe né le sofferenze del carcere, varranno a intaccare la mia volontà di conservarmi integro sino alla fine. Mi giungono notizie di Gesù e del suo operato. Ne sono felice, anche se a volte penso che sia troppo buono con la gente. Rimango perplesso. Tempo fa ho mandato alcuni amici a chiedergli Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?. Al ritorno mi hanno riferito cose meravigliose: i ciechi riacquistano la vista, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella E una frase che mi è suonata come benevolo rimprovero: Beato è chiunque non sarà scandalizzato di me! A suo giudizio sarei troppo rigido. E forse ha ragione. A pensarci bene, Dio si è servito di me per scuotere i peccatori. Ora si serve di Lui, il Figlio, per mostrare loro tutta la tenerezza di Padre. Anche qui, Lui deve crescere e io diminuire. Mi conforta però il suo apprezzamento: Tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni. Possa io essere la sua voce fino alla fine. Ho saputo che oggi è festa grande a corte. Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Conosco gli ingredienti di feste come queste. Non mancheranno certo musiche e danze di belle fanciulle : Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. E le folli promesse di uomini accecati dalla passione: Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno E deliranti consigli di perfide madri: “Che cosa devo chiedere? …La testa di Giovanni il Battista”. “Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista”. E infine i soliti compromessi di coscienza . Il re divenne triste; ma a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito mandò una guardia con l’ordine che gli fosse portata la testa … Sento rumori di passi. All’improvviso la cella si rischiara di luce sinistra . Una guardia entra con una torcia in mano. Intravedo il luccichio di una spada sguainata. Ho capito. Oggi sarà festa anche per me. Nella corte del mio Signore. Lo Sposo viene. L’amico dello sposo esulta di gioia: Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire.
Giovanni il Battista, l’amico dello Sposo
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FESTA DEL CORPUS DOMINI: INNO
O pane vivo, memoriale
della passione del Signore,
fa’ ch’io gusti quanto è soave
di te vivere, in te sperare.
Nell’onda pura del tuo sangue
immergermi, o mio redentore:
una goccia sola è un battesimo
che rinnova il mondo intero.
Fa’ ch’io contempli il tuo volto
nella patria beata del cielo
con il Padre e lo Spirito Santo
ora e nei secoli eterni. Amen.
- SAN TOMMASO D’AQUINO
- O prezioso e meraviglioso convito… Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più sublime di questo sacramento? Nessuno infine può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione. Egli istituì l’Eucaristia nell’ultima cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre. L’Eucaristia è il memoriale della passione, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.
- S. AGOSTINO:
- Per non disgregarvi, mangiate il vincolo della vostra unità; per non svilirvi, bevete il prezzo pagato per voi» Siamo “preziosi” a causa del “prezzo” che Cristo ha pagato per noi
- CATERINA DA SIENA:
- “Annegatevi nel sangue di Cristo crocifisso, e inebriatevi del sangue. E se foste divenuto infedele, ribattezzatevi nel sangue; nel caldo del sangue dissolvete la tiepidezza, ”
L A C A N D E L A A C C E S A…
Signore, oggi ho vissuto un’esperienza nuova. Visto che la grande chiesa, sulla piazza, era aperta, sono entrato. Dentro non c’era nessuno. Io vado sempre in chiesa, Signore, ma alla domenica. C’è la gente, ci sono i canti, ci sono le luci accese. Oggi invece non c’era nessuno, soltanto un raggio di luce che cadeva dall’alto. Con un po’ di tremore ho attraversato la navata e sono andato sul fondo, dietro l’altare. Accanto al tabernacolo, una candela accesa. Non l’avevo mai notato ma oggi, in quella penombra, mi è sembrata un faro. Signore, so che tu sei dovunque, in cielo, in terra, in ogni luogo. Ma, oggi, ho sentito un qualcosa…come se tu, davvero, abitassi la dentro. Mi sono messo seduto e ho pensato che deve essere triste per te quando nessuno ti viene a trovare. Signore, so che quella candela arde sempre e io le ho chiesto di farti compagnia al posto mio, anche quando non mi ricordo di te. E’ bello, Signore, pensare che dovunque mi trovi, qualsiasi cosa faccia, quella fiammella che arde mi fa rimanere vicino a te (Tonino Lasconi)
- DAL LIBRO DELLA «IMITAZIONE DI CRISTO» (Lib. 3, 14)
- Rimango attonito e considero che i cieli non sono puri ai tuoi occhi. Se hai trovato difetti negli angeli (cfr. Gb 15, 15; 4, 18) e non li hai risparmiati, che cosa avverrà di me? Caddero le stelle dal cielo (cfr. Ap 6, 13), e io, polvere, che cosa presumo? Alcuni uomini che sembravano seguire una condotta sublime, caddero nel più basso; e chi mangiava il pane degli angeli, l’ho poi visto compiacersi delle ghiande dei porci. Non c’è , dunque, nessuna santità, se tu, Signore, sottrai la tua mano. Nessuna sapienza giova, se tu smetti di governare. Nessuna fortezza vale, se tu cessi di sostenere. Se siamo abbandonati, affondiamo e periamo. Se invece siamo visitati, c’innalziamo e viviamo. Siamo instabili, ma da te siamo fatti saldi. CI INTEPIDIAMO, MA TU CI RIACCENDI.
- S. LUIGI ORIONE VORREI FARMI CIBO SPIRITUALE per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; vorrei dare la luce di Dio ai ciechi, aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti. Amare sempre e dare la vita cantando l’Amore! Seminare la carità lungo ogni sentiero; seminare Dio in tutti i modi, in tutti i solchi. Stendere sempre le mani e il cuore a raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino le forze di Dio e grandezza di Dio. (037PG)
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4°: DIES HOMINIS La Domenica giorno di gioia, riposo e solidarietà
- Dio si riposa con… l’uomo?! “Dice Ambrogio: Grazie al Signore Dio nostro che fece un’opera ove egli potesse trovare riposo. Fece il cielo, ma non leggo che ivi abbia riposato; fece le stelle, la luna, il sole e neppure qui leggo che abbia in essi riposato. “Leggo invece che fece l’uomo e che allora si riposò, avendo in lui uno al quale poteva perdonare i peccati”
- Il giorno del riposo, del dialogo, della contemplazione “Attraverso il riposo domenicale, le preoccupazioni e i compiti quotidiani possono ritrovare la loro giusta dimensione: le cose materiali per le quali ci agitiamo lasciano posto ai valori dello spirito; le persone con le quali viviamo riprendono, nell’incontro e nel dialogo più pacato, il loro vero volto. Le stesse bellezze della natura possono essere riscoperte e profondamente gustate”(67)
- L’esigente cultura della condivisione “La Domenica deve anche dare ai fedeli l’occasione di dedicarsi alle attività di misericordia, di carità e di apostolato: non c’è gioia senza amore” (69) .Lungi dal promuovere un’angusta mentalità dell’”obolo”, fa piuttosto appello a una esigente cultura della condivisione” (70)
- “Questo è il mio corpo” San Giovanni Crisostomo:” Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non trascurarlo quando si trova nudo. Non rendergli onore qui nel tempio con stoffe di seta, per poi trascurarlo fuori, dove patisce freddo e nudità. Colui che ha detto “Questo è il mio corpo” è il medesimo che ha detto “Voi mi avete visto affamato e non mi avete nutrito” A che serve che la tavola eucaristica sia sovraccarica di calici d’oro quando Lui muore di fame? Comincia a saziare lui affamato, poi con quello che resterà potrai ornare anche l’altare”( 71)
- Dalla Messa domenicale un’onda di carità “Dalla Messa domenicale parte un’onda di carità destinata ad espandersi in tutta la vita dei fedeli.. invitare a tavola con sé qualche persona sola, far visita a degli ammalati, procurare da mangiare a qualche famiglia bisognosa, dedicare qualche ora a specifiche iniziative di volontariato e di solidarietà, sarebbe certamente un modo per portare nella vita la carità di Cristo attinta alla Mensa eucaristica”
- Conclusione: “E’ davvero di capitale importanza che ciascun fedele si convinca di non poter vivere la sua fede, nella piena partecipazione alla vita della comunità cristiana, senza prendere regolarmente parte all’assemblea eucaristica domenicale”(81)
- Il tempo: bara o culla? “La Domenica è l’annuncio che il tempo, abitato da Colui che è il Risorto e il Signore della storia, non è la bara delle nostre illusioni, ma la culla di un futuro sempre nuovo, l’opportunità che ci viene data per trasformare i momenti fugaci di questa vita in semi di eternità” (84)
- “Marana tha: vieni, o Signore!” “La Domenica è invito a guardare in avanti, è il giorno in cui la comunità cristiana grida al Cristo il suo “Marana tha: vieni, o Signore!” In questo grido di speranza e di attesa, essa si fa compagnia e sostegno della speranza degli uomini”
- Pellegrini, guardando a Maria “Alla vergine Maria guardano i fedeli che ascoltano la Parola proclamata nell’assemblea domenicale, imparando da lei a custodirla e meditarla nel proprio cuore…Di Domenica in Domenica, il popolo pellegrinante si pone sulle orme di Maria e la sua intercessione materna rende particolarmente intensa ed efficace la preghiera che la Chiesa eleva alla Santissima Trinità”
- LA DOMENICA RESTA… LA DOMENICA, CON LA SUA ORDINARIA “SOLENNITÀ” RESTERÀ A SCANDIRE IL TEMPO DEL PELLEGRINAGGIO DELLA CHIESA, FINO ALLA DOMENICA SENZA TRAMONTO”
- UNA DOMENICA DI DON ORIONE…“E’ dall’8 settembre che predico in portoghese; ieri che era domenica, ho predicato più volte; ho detto due Messe, dove giunsi alle dodici e mezzo, in un paese ove non c’è sacerdote. Tutta la gente stava aspettandomi e, quando mi videro comparire, si misero a sventolare i fazzoletti per la gioia. Erano là ad aspettare da tutta la mattina, povera gente! E la loro chiesa è uno squallore e mi venne da piangere, e sull’altare ho giurato ancora una volta al Signore di essere un buon sacerdote, vedendo tutta la fede di quel popolo abbandonato. La chiesa era “cheia” (piena), e hanno cantato, ed io a quei canti piangevo di amore a Dio e alle anime, e di dolore nel vedere quel popolo senza sacerdote che battezzasse i loro bambini, che confortasse i loro malati, che benedicesse le tombe dei loro morti! Ho fatto il vangelo, ho fatto i battesimi, ho fatto le pubblicazioni di matrimonio, ho accolto i loro fanciulli, e visto i loro malati! Mi hanno detto se almeno per i Santi e per i Morti potranno avere una Messa! Spero, o io o alcuno di noi, di andarvi. Cari miei figli, qui la nostra messe delle spighe d’oro abbonda ogni dì più, e il campo del lavoro, il campo della carità, delle anime, si allarga, ma le braccia sono poche! Fate presto a formarvi, fate presto a crescere, fate presto a venire” (Mar de Espanha, 17 Ott. 1921)
donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it
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2°: DIES CHRISTI Il giorno del Signore risorto e del dono dello Spirito
- Prima del sorgere del sole “Fin dai tempi apostolici “il primo giorno dopo il Sabato”, primo della settimana, cominciò a caratterizzare il ritmo stesso della vita dei discepoli di Cristo (cfr. 1Cor. 16,2; At. 20,7ss; ) I giorni festivi del calendario greco e romano non coincidevano con la Domenica cristiana . si spiega così perché i fedeli fossero costretti a riunirsi prima del sorgere del sole”
- La Domenica, preannunzio della vita senza fine “La Domenica oltre che primo giorno è anche “giorno ottavo” posto cioè, rispetto alla successione settimanale dei giorni, in una posizione unica e trascendente, evocatrice non solo dell’inizio del tempo ma anche della sua fine…la domenica è il preannunzio incessante della vita che rianima la speranza dei cristiani e li incoraggia nel loro cammino”
- Il giorno di Cristo-luce Una intuizione pastorale suggerì alla Chiesa di cristianizzare, per la Domenica, la connotazione di “giorno del sole” espressione con cui i romani denominavano questo giorno e che ancora emerge in alcune lingue contemporanee “(cfr. l’inglese Sun-day!) S. Giustino, utilizza la terminologia corrente per annotare che i cristiani facevano la loro adunanza “nel giorno detto del sole”… Cristo è infatti la luce del mondo.“sole che sorge per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell’ombra della morte” (Lc 1,78)
3° DIES ECCLESIAE L’assemblea eucaristica, cuore della Domenica
- Nella Messa domenicale rivive l’esperienza degli Apostoli “E’ proprio nella Messa domenicale che i cristiani rivivono in modo particolarmente intenso l’esperienza fatta dagli Apostoli la sera di Pasqua, quando il Risorto si manifestò ad essi riuniti insieme.” “Tra le numerose attività che una parrocchia svolge, nessuna è tanto vitale o formativa della comunità quanto la celebrazione domenicale del giorno del Signore e della sua Eucarestia” (n. 35)
- Per promuovere l’unità Nelle messe domenicali della Parrocchia in quanto “comunità eucaristica” è normale che si ritrovino i vari gruppi, movimenti, associazioni, le stesse piccole comunità religiose in essa presenti. Questo consente loro di fare esperienza di ciò che è ad essi più profondamente comune, al di là delle specifiche vie spirituali che legittimamente li caratterizzano
- Il giorno della speranza cristiana La Domenica è il giorno della speranza cristiana… Celebrando il memoriale di Cristo, morto, risorto e asceso al cielo, la comunità cristiana si pone “nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Salvatore Gesù Cristo”
- Sono molto lodevoli quelle iniziative… con cui le comunità parrocchiali preparano la liturgia domenicale già nel corso della settimana, riflettendo in anticipo sulla Parola di Dio che sarà proclamata”
- Sacrificio di Cristo e della Chiesa Al suo sacrificio Cristo unisce quello della sua Chiesa…“la vita dei fedeli, la loro lode, la loro sofferenza, la loro preghiera, il loro lavoro, sono uniti a quelli di Cristo e in questo modo acquistano un valore nuovo”
- un gesto particolarmente espressivo “Lo scambio del segno di pace è un gesto particolarmente espressivo che i fedeli sono invitati a fare …come impegno di vicendevole amore che ci si assume partecipando all’unico pane, nel ricordo dell’esigente parola di Cristo:”Va prima a riconciliarti con tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono” (Mt 5,23s)
- Dalla Messa alla missione Ricevendo il pane di vita, i discepoli di Cristo si dispongono ad affrontare, con la forza del Risorto e del suo Spirito, i compiti che li attendono nella loro vita ordinaria… il discepolo di Cristo torna nel suo ambiente abituale con l’impegno di fare di tutta la sua vita un dono, un sacrificio spirituale gradito a Dio…Egli si sente debitore verso i fratelli di ciò che nella celebrazione ha ricevuto…
- Il precetto domenicale, un’esigenza “Sì, sono andata all’assemblea e ho celebrato la cena del Signore con i miei fratelli, perché sono cristiana…“Noi non possiamo stare senza la Cena del Signore” (I martiri di Abitine)
- Dalla Messa la forza per non essere sopraffatti “Oggi, come ai tempi eroici degli inizi, in molte regioni del mondo si ripropongono situazioni difficili per tanti che intendono vivere con coerenza la propria fede. Il credente se non vuole essere sopraffatto, deve poter contare sul sostegno della comunità cristiana…. E perciò necessario che egli si convinca dell’importanza decisiva che per la sua vita di fede ha il riunirsi la Domenica con gli altri fratelli per celebrare la Pasqua del Signore”
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- “D I E S… D O M I N I” –IL GIORNO DEL SIGNORE SINTESI DELLA LETTERA APOSTOLICA DI S. G. PAOLO II
- 1°- LA DOMENICA, CELEBRA L’OPERA DEL CREATORE La sosta di Dio di fronte all’opera uscita dalle sue mani: Il riposo divino del settimo giorno esprime la sosta di Dio di fronte all’opera molto buona uscita dalle sue mani per volgere ad essa uno sguardo colmo di gioioso compiacimento: una sguardo contemplativo, che mira a godere la bellezza di quanto è stato compiuto.
- TUTTO È DI DIO! “Il rapporto dell’uomo con Dio ha bisogno di momenti di esplicita preghiera, in cui il rapporto si fa dialogo intenso…Il giorno del Signore è per eccellenza il giorno di questo rapporto in cui l’uomo eleva a Dio il suo canto, facendosi voce dell’intera creazione… Proprio per questo è anche il giorno del riposo… Tutto è di Dio!
- RIPOSARE NEL SIGNORE “…il fedele è invitato a riposare non solo come Dio ha riposato ma a riposare nel Signore, Riportando a lui tutta la creazione, nella lode , nel rendimento di grazie nell’intimità filiale e nell’amicizia sponsale
- DAL SABATO ALLA DOMENICA Alla luce di questo mistero, il senso del precetto sul giorno del Signore viene recuperato, integrato e pienamente svelato nella gloria che rifulge sul volto di Cristo. Dal sabato si passa al primo giorno dopo il Sabato, dal settimo giorno al primo giorno: il dies Domini diventa il dies Christi! (n. 18)
- IL GIORNO DEL SIGNORE “Il giorno del Signore ha avuto sempre nella storia della Chiesa, una considerazione privilegiata…E’ la Pasqua della settimana in cui si celebra la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. E’ invito a rivivere l’esperienza dei due discepoli di Emmaus che sentirono ardere il cuore mentre il Signore si affiancava a loro lungo il cammino”
- IL “GIORNO DEL SIGNORE” È… “IL SIGNORE DEI GIORNI” Commemorando ogni Domenica il giorno della risurrezione di Cristo la Chiesa intende additare ad ogni generazione l’asse portante della storia.Il “giorno del Signore” è “il signore dei giorni”
- DOMENICA O “FINE SETTIMANA”? “Ma oggi…si è affermata largamente la pratica del “Week-end”,inteso come tempo settimanale di sollievo…Quando la Domenica perde il significato originario e si riduce a puro “fine settimana” può capitare che l’uomo rimanga chiuso in un orizzonte tanto ristretto che non gli consente più di vedere il “cielo”. Allora per quanto vestito a festa, diventa intimamente incapace di “far festa”
- TEMPO PERDUTO O GUADAGNATO? “Vorrei oggi invitare tutti con forza a riscoprire la Domenica: non abbiate paura di dare il vostro tempo a Cristo. “Il tempo donato a Cristo non è mai tempo perduto, ma piuttosto tempo guadagnato per l’umanizzazione profonda dei nostri rapporti e della nostra vita”.
- EDITH STEIN: “C’è stato qualcosa che mi ha impressionato vivamente. Siamo entrati per qualche minuto nella cattedrale e mentre eravamo raccolti in un rispettoso silenzio, ecco entrare una donna con la borsa della spesa e inginocchiarsi per una breve preghiera. Per me si trattava di un fatto del tutto nuovo: nella sinagoga o nei templi protestanti che avevo visitati si andava soltanto per l’ufficio divino; ma ecco che qui qualcuno se ne arrivava nel bel mezzo dei suoi impegni quotidiani, in una chiesa vuota, per una SPECIE DI CONVERSAZIONE INTIMA…”
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Vieni Spirito Santo, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce – Vieni padre dei poveri, vieni datore dei doni, vieni luce dei cuori.– O Luce beatissima invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli – Senza la tua forza nulla è nell’uomo nulla senza colpa – Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido sana ciò che sanguina– Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido drizza ciò che è sviato – Dona ai tuoi fedeli che solo in Te confidano i tuoi santi doni. – Dona virtù e premio, dona morte santa dona gioia eterna. Amen
CARI AMICI, iniziamo il CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALI … VI FACCIAMO PARTECIPI DI ALCUNI CONTENUTI E VOI PREGATE PER NOI
- E S E R C I Z I S P I R I T U A L I 10 – 15 GIUGNO 2019 “NON SI VERGOGNA DI CHIAMARCI FRATELLI ” “Lettera agli Ebrei” – Fonte di spiritualità Eucaristica
- ORARIO DI MASSIMA 8.00: Celebriamo le LODI – colazione 9.15 Meditazione – preghiera personale 11.30 ADORAZIONE eucaristica – Ora media 12.30 Pranzo – riposo 16.00 – Meditazione 18.30 VESPRI – EUCARISTIA 19.30 Cena – momento contemplativo con Maria 20.45 Compieta – buona notte Gli Esercizi terminano Sabato 15 con Messa e Lodi alle ore 7.30 (EBR. 7-9)
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CONFESSIONALE APERTO COME IL CUORE DI DIO MAURIZIO PATRICIELLO
NOI PRETI SIAMO STATI CHIAMATI PER STARE CON GESÙ E PER ESSERE POI MANDATI A ‘PESCARE’ GLI UOMINI DI CUI È FOLLEMENTE INNAMORATO. Sono suoi, li brama, li ama, li cerca. Anche quando fanno i capricci, anche quando gli fanno e si fanno male. Anche quando abbandonano la sua mensa apparecchiata con cibi deliziosi e vini succulenti e vanno a sfamarsi nelle più infime osterie. E quando qualcuno, pentito, fa ritorno a casa, impazzisce dalla gioia. E vuole che noi, suoi amici e collaboratori, gioiamo insieme a lui per il figlio ritrovato. Per questo ci invita a rimanere in sua compagnia, a farci più intimi, a fidarci della sua Parola. Papa Francesco ieri ha detto che il confessore deve essere «AMICO DI GESÙ, BUON PASTORE», UN AMICO UMILE E CAPACE DI DISCERNIMENTO. VIVERE IN INTIMITÀ CON IL FIGLIO DI DIO di cui siamo diventati ministri e ambasciatori è una grazia straordinaria. Stando in comunione con Lui possiamo sentire i palpiti del suo cuore misericordioso che spasima per ogni anima. UN PRETE IN CONFESSIONALE È UN DONO CHE APPARTIENE A TUTTI. ACCOGLIERE UNA PERSONA CHE VIENE, SI INGINOCCHIA, TI APRE IL CUORE È UNO DEI MOMENTI PIÙ STRAORDINARI DEL MINISTERO SACERDOTALE. IL PAPA CI CHIAMA A CURARE L’ARTE DEL DISCERNIMENTO. DISCERNERE VUOL DIRE CAPIRE, INTUIRE, CALARSI NELLE profondità del cuore di chi ti parla, in quell’abisso dove siamo più veri, dove la menzogna e l’apparenza tacciono. Tanto importante è il sacramento della confessione che la Chiesa obbliga il prete al segreto totale. ANCHE SOTTO TORTURA NON POTRÀ MAI RIVELARE LA CONFESSIONE RICEVUTA. È QUESTA LA GARANZIA CHE PERMETTE AL PENITENTE DI SENTIRSI VERAMENTE LIBERO DI CONFESSARE COSE CHE NON DIREBBE MAI A NESSUNO. LIBERO DI APRIRE L’ANIMO A UNO SCONOSCIUTO come non farebbe nemmeno con la persona amata. Libero di inginocchiarsi davanti a un povero curato di campagna come non farebbe nemmeno davanti a un re. Il confessore, ha detto Francesco, DEVE ESSERE UN UOMO DI PREGHIERA. DEVE ESSERE PREPARATO SPIRITUALMENTE MA ANCHE PSICOLOGICAMENTE E PASTORALMENTE. Preti che sanno accogliere e consigliare, comprendere e perdonare. Un incontro può salvare una vita, e tante volte quell’incontro è avvenuto e avviene proprio nel segreto del confessionale. Seduto su quel trono il confessore è debole e grande allo stesso tempo. Debole perché cosciente dei suoi limiti, della sua pochezza e dell’immensa dignità di chi viene a gettarsi ai suoi piedi. Debole perché sa di essere un peccatore perdonato, un ‘guaritore ferito’ quanto e forse più di colui che viene a confessarsi. Debole perché tutti hanno diritto alla sua più totale disponibilità, bontà, attenzione. Immenso perché strumento prezioso nelle mani del buon Dio.
Perché il dono che trasmette lo ingloba e lo supera. Perché in quel momento esercita un servizio che spaventa: perdonare il peccato. Vengono le vertigini al solo pensarci. Francesco ha pregato noi preti di avere «il confessionale sempre aperto» come sempre spalancato è il cuore di Dio. Non poche volte verrebbe la voglia di mettersi a confessare stando inginocchiato davanti al penitente. Che opera d’arte è quel cuore a cuore che si crea tra il confessore e il fedele. In quel momento sei tu e non sei tu. Sei tu e sei la Misericordia che attrae il peccatore. Sei tu e sei il Cristo crocifisso che il penitente cerca in te. È lui che brama, è il suo perdono che implora. Il credente sa che niente il Signore ha voluto fare senza il nostro contributo. CHE TUTTI SIAMO ALLO STESSO TEMPO SERVI INUTILI E INDISPENSABILI. Nonostante i nostri peccati, i nostri tradimenti, le nostre miserie, il Signore non si è mai pentito della scelta fatta. Solo Dio sa che cosa accade nel segreto dei cuori. Trattiamo con cura e stupore i tesori ricevuti. E siamo riconoscenti.
«IO TI ASSOLVO NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO». QUESTE PAROLE MI DANNO SEMPRE UNA GRANDE GIOIA. QUANDO UN MIO CONFRATELLO LE SUSSURRA TENENDO LA MANO SULLA MIA TESTA CHINA, E QUANDO SONO IO A PRONUNCIARLE ALLE SORELLE E AI FRATELLI CHE SONO VENUTI DA ME PER INCONTRARE IL VOLTO MISERICORDIOSO DEL BUON DIO.
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- …E PERDERMI NEL SIGNORE Eccellenza Reverendissima, Don Sterpi le avrà parlato che si è messo un piede nel centro del Chaco...Ho pensato che se V. E. fosse stato qui mi avrebbe dato la benedizione,e ho pensato a tutte quelle anime e a Gesù Cristo e che mia madre mi diceva che, in mancanza di cavalli, trottano gli asini, e noi siamo proprio gli asinelli della Divina Provvidenza, o, almeno, desideriamo esserlo. Se sapessi di star qui, le chiederei di andare io al Chaco, per morirci cioè per consumarmi e vivere da vero missionario, affidato al Signore. Eccellenza, mi permetta di pregarla di lasciarmi qui più che può, e, se Dio la ispirasse, di lasciarmi qui per sempre… mi lasci qui sempre, o mi interni e mi getti dove meglio crederà in Domino, ché sarò sempre felicissimo in Domino. Voglio amare i poveri, gli orfani, la classe povera, gli operai, i comunisti: vorrei morire per questi miei fratelli, e vorrei essere dimenticato da tutti, vivere e morire dimenticato da tutti, sotto i piedi di tutti, e solo amare Gesù, la santa Chiesa e tutti. E perdermi nel Signore io, indegnissimo che ho tanto peccato, che sono stato tanto cattivo col Signore e con la Madonna, e non ho tesoreggiato i doni del Signore! Mi aiuti, caro Padre visitatore, mi aiuti! Mi faccia amare il Signore, mi faccia riparare”
- SACERDOTI SIETE GRANDI. SIATE SANTI! Sacerdoti, io non sono prete e non sono mai stato degno di poterlo diventare. Come fate a vivere, dopo aver celebrato la Messa? Ogni giorno avete il Figlio di Dio tra le mani. Ogni giorno avete una potenza che S. Michele arcangelo non ha. Siete grandi. Sacerdoti, ve ne scongiuriamo siate santi. Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, noi siamo perduti… Sacerdoti, noi vi vogliamo ai piedi dell’altare. A costruire opere, fabbricati, giornali, lavoro, a correre di qua e di là…siamo capaci noi .. . Ma a pregare siete capaci voi! State accanto all’altare! Andate a tenere compagnia al Signore. Preghiera e tabernacolo. Tabernacolo e preghiera. Abbiamo bisogno di quello. (Prof. Enrico Medi)
- “Ho paura di dirti sì, Signore dove mi condurrai? Ho paura ad avventurarmi. Ho paura di firmare in bianco, ho paura del sì che reclama altri sì. Eppure non sono in pace. Mi insegui, Signore, sei in agguato da ogni parte. Cerco il rumore perchè temo di sentirti ma ti infiltri in un silenzio. Fuggo dalla via perchè ti ho intravisto ma Tu mi attendi quando giungo in fondo alla strada. Dove mi potrei nascondere? Ovunque t’incontro: non è dunque possibile sfuggirti.. Ma ho paura di dire sì, Signore, ho paura di darti la mano, tu la tieni nella tua. Ho paura di incontrare il tuo sguardo, tu sei un seduttore. Ho paura della tua esigenza, tu sei un Dio geloso. Sono braccato, ma mi nascondo. Sono prigioniero ma mi dibatto, e combatto sapendomi vinto. Perchè Tu sei il più forte, o Signore.”
- BOCELLI – VOLEVO STARE UN PÒ DA SOLO PER PENSARE e tu lo sai ed ho sentito nel silenzio una voce dentro me e tornan vive troppe cose che credevo morte ormai e chi ho tanto amato dal mare del silenzio ritorna come un’onda nei miei occhi e quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più. Ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce ed improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai, che non avevi perso mai, che non avevi perso mai. E quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più, ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce e improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai non avevi perso mai non avevi perso mai …
LE REGOLE DEL «BUON CONFESSORE» Papa Francesco
- I buoni confessori non hanno orari, confessano ogni volta che i fedeli lo chiedono, e sono veri amici di Gesù
- LE VIRTÙ DEL BUON CONFESSORE: LA PREGHIERA Il buon confessore deve coltivare in primo luogo la preghiera, perché «un ministero della Riconciliazione fasciato di preghiera sarà riflesso credibile della misericordia di Dio «Un confessore che prega sa di essere lui il primo peccatore e il primo perdonato. nella preghiera il confessore deve «implorare il dono di un cuore ferito, capace di comprendere le ferite altrui e di sanarle con l’olio della misericordia», poi quello «prezioso dell’umiltà», e infine «lo Spirito Santo», che «permette di immedesimarci con le sofferenze delle sorelle e dei fratelli che si avvicinano al confessionale».
- «Questo della Penitenzieria è il tipo di Tribunale che mi piace davvero! Perché è un tribunale al quale ci si rivolge per ottenere quella ‘indispensabile medicina per l’anima che è la Misericordia divina!».
- DISCERNIMENTO: PER NON FARE DI OGNI ERBA UN FASCIO Il buon confessoreè un uomo dello Spirito, un uomo del discernimento. «Quanto male viene alla Chiesa dalla mancanza di discernimento!». «Lo Spirito permette di immedesimarci» con quanti «si avvicinano al confessionale e di accompagnarli con prudente e maturo discernimento e con vera compassione delle loro sofferenze, causate dalla povertà del peccato». «Il confessore – non fa la propria volontà e non insegna una dottrina propria. Egli è chiamato a fare sempre e solo la volontà di Dio, in piena comunione con la Chiesa, della quale è ministro, cioè servo».
- «Il discernimento permette di distinguere sempre, per non fare mai ‘di tutta l’erba un fascio’. Il discernimento educa lo sguardo e il cuore, permettendo quella delicatezza d’animo tanto necessaria di fronte a chi ci apre il sacrario della propria coscienza per riceverne luce, pace e misericordia».
- IL CONFESSIONALE È SEMPRE APERTO il confessionale è anche un luogo di evangelizzazione e di formazione, perché fa incontrare il vero volto di Dio, che è quello della misericordia. «Nel pur breve dialogo che intesse con il penitente, il confessore è chiamato a discernere che cosa sia più utile e addirittura necessario al cammino spirituale di quel fratello o di quella sorella» e «talvolta si renderà necessario ri-annunciare le più elementari verità di fede».
- Il confessore, è chiamato a recarsi nelle periferie del male e del peccato… questa è una brutta periferia!… la sua opera rappresenta un’autentica priorità pastorale.
- Confessare è priorità pastorale.
- Che non ci siano quei cartelli: “Si confessa soltanto lunedì, mercoledì da tale ora a tale ora”. Si confessa ogni volta che te lo chiedono.
- E se tu stai lì pregando, stai con il confessionale aperto, che è il cuore di Dio aperto».
- GESÙ CRISTO È LO STESSO IERI, OGGI E SEMPRE! CAPITOLO 12 1 Anche noi dunque, circondati da un così gran nugolo di testimoni, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci assedia, corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, 2 tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio. 3 Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. 4 Non avete ancora resistito fino al sangue nella vostra lotta contro il peccato 5 e avete gia dimenticato l’esortazione a voi rivolta come a figli: Figlio mio, non disprezzare la correzione del Signore e non ti perdere d’animo quando sei ripreso da lui; perché il Signore corregge colui che egli ama e sferza chiunque riconosce come figlio . E` per la vostra correzione che voi soffrite! Dio vi tratta come figli; e qual è il figlio che non è corretto dal padre? Dio invece lo fa per il nostro bene, allo scopo di renderci partecipi della sua santità. 11 Certo, ogni correzione, sul momento, non sembra causa di gioia, ma di tristezza; dopo però arreca un frutto di pace e di giustizia a quelli che per suo mezzo sono stati addestrati. Perciò rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia infiacchite e raddrizzate le vie storte per i vostri passi , perché il piede zoppicante non abbia a storpiarsi, ma piuttosto a guarire. CAPITOLO 13 1 Perseverate nell’amore fraterno. 2 Non dimenticate l’ospitalità; alcuni, praticandola, hanno accolto degli angeli senza saperlo. Ricordatevi dei vostri capi, i quali vi hanno annunziato la parola di Dio; considerando attentamente l’esito del loro tenore di vita, imitatene la fede GESÙ CRISTO È LO STESSO IERI, OGGI E SEMPRE! Obbedite ai vostri capi e state loro sottomessi, perché essi vegliano su di voi, come chi ha da renderne conto; obbedite, perché facciano questo con gioia e non gemendo: ciò non sarebbe vantaggioso per voi. 20 Il Dio della pace che ha fatto tornare dai morti il Pastore grande delle pecore, in virtù del sangue di un’alleanza eterna , il Signore nostro Gesù, 21 vi renda perfetti in ogni bene, perché possiate compiere la sua volontà, operando in voi ciò che a lui è gradito per mezzo di Gesù Cristo, al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen. 22 Vi raccomando, fratelli, accogliete questa parola di esortazione; proprio per questo molto brevemente vi ho scritto. 23 Sappiate che il nostro fratello Timòteo è stato messo in libertà; se arriva presto, vi vedrò insieme con lui. 24 Salutate tutti i vostri capi e tutti i santi. Vi salutano quelli d’Italia. La grazia sia con tutti voi.
- ESAME di COSCIENZA per i SACERDOTI
- «PER LORO IO CONSACRO ME STESSO, PERCHÉ SIANO ANCH’ESSI CONSACRATI NELLA VERITÀ» (Gv 17,19) Mi propongo seriamente la santità nel mio sacerdozio? Sono convinto che la fecondità del mio ministero sacerdotale viene da Dio e che, con la grazia dello Spirito Santo, devo identificarmi con Cristo e dare la mia vita per la salvezza del mondo?
- 2. «QUESTO È IL MIO CORPO» (Mt 26,26) Il Santo Sacrificio della Messa è il centro della mia vita interiore? Mi preparo bene, celebro devotamente e dopo, mi raccolgo in ringraziamento? La Messa costituisce il punto di riferimento abituale nella mia giornata per lodare Dio, ringraziarlo dei suoi benefici, ricorrere alla sua benevolenza e riparare per i miei peccati e per quelli di tutti gli uomini?
- «LO ZELO PER LA TUA CASA MI DIVORA» (Gv 2,17)Celebro la Messa secondo i riti e le norme stabilite, con autentica motivazione, con i libri liturgici approvati? Sono attento alle sacre specie conservate nel tabernacolo, rinnovandole periodicamente? Conservo con cura i vasi sacri? Porto con dignità tutte le vesti sacre prescritte dalla Chiesa, tenendo presente che agisco in persona Christi?
- «RIMANETE NEL MIO AMORE» (Gv 15,9)Mi procura gioia rimanere davanti a Gesù Cristo presente nel Santissimo Sacramento, nella mia meditazione e silenziosa adorazione? Sono fedele alla visita al Santissimo Sacramento? Il mio tesoro è nel tabernacolo?
- . «SPIEGACI LA PARABOLA» (Mt 13,36)Faccio ogni giorno la mia meditazione con attenzione, cercando la luce del Signore che servo? Medito assiduamente la Sacra Scrittura? Recito con attenzione le mie preghiere abituali?
- .«PREGARE SEMPRE, SENZA STANCARSI» (Lc 18,1)Celebro quotidianamente la Liturgia delle Ore integralmente, attentamente e devotamente? Sono fedele al mio impegno con Cristo in questa dimensione del mio ministero, pregando a nome di tutta la Chiesa?
- . «IL FIGLIO DELL’UOMO NON HA DOVE POSARE IL CAPO» (Mt 8,20) Amo la povertà cristiana? Ripongo il mio cuore in Dio e sono distaccato, interiormente, da tutto il resto? Sono disposto a rinunciare, alle mie comodità ai miei legittimi affetti? Possiedo cose superflue, ho fatto spese non necessarie o mi lascio prendere dall’ansia del consumismo? Vivo i momenti di riposo e di vacanza alla presenza di Dio? CONGREGAZIONE per il CLERO
- Lettera ad un sacerdote…
Caro Sacerdote, Non mi interessano i campetti di calcio, i teatrini, i porticati coi ping pong e il calciobalilla, le vacanze organizzate, le pizze dei sabato sera. In una parola, tutto il ribollente attivismo lo trovo anche fuori, nel freddo “mondo”, e magari organizzato meglio, più nuovo, luccicante, appassionante. Non c’e’ concorrenza: il “mondo” è specializzato in divertimenti, passatempi. Voi curatemi l’anima. Datemi un direttore spirituale che abbia tempo e pazienza per la mia conversione. Datemi confessori che mi permettano di riconciliarmi con Dio. Datemi l’Eucarestia da adorare, non tenetela chiusa a doppia mandata. Dissetatemi col Vangelo dei semplici, una cosa sola ma ripetuta, così che possa ritornarmene casa con la perla preziosa. Insegnatemi quel digiuno che tutti hanno dimenticato, ma che ho voglia di tentare, non come un atto di autodeterminazione della volontà, ma come fiduciosa invocazione della grazia dello Spirito. Mostratemi i Santi, voglio farmeli amici. I filosofi mi hanno condotto su strade sbagliate, divorato la gioia. I Santi sono felici: ditemi il perché, fatemi scoprire quel filo segreto che li legava alla SS. Trinità. Il rosario, ho fame di rosario. Perché non lo recitate più? Arricchitemi della Divina Misericordia, fatemi gustare soavemente le invocazioni, le giaculatorie, le novene.. Incoraggiatemi nella via della carità, nel nome di Cristo. Plasmate in me uno spirito missionario, inalatemi la voglia di santità. Pregate per me . Come sarebbe edificante trovarvi in ginocchio davanti al Tabernacolo e sapere che stavate pregando per me, per la mia salvezza! Questo desidero, ma tutto insieme, e in ogni parrocchia; non scegliete quello che più vi aggrada, non discriminate tra ciò che vi sembra più o meno moderno, più o meno consono o proponibile. Voglio tutti gli strumenti di salvezza che la Chiesa ha preparato per me, ho fame di salvezza piena, traboccante, luminosa, ho voglia di Verità. Ti prego, sacerdote, torna ad essere nuovamente ciò che devi essere perché io, pecorella smarrita e figliol prodigo, possa tornare alla Casa del Padre. In questo modo tu riavrai la tua dignità umana e sacerdotale, ed io mi salverò, e tutti saremo spronati a supplicare il Padrone della messe perché mandi operai, questi operai, e non assistenti sociali, ma dispensatori dei misteri di Dio.
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UN EX-PRETE DOMANDA
- Caro Don Orione, MESSA O POVERI Sono appena tornato dalla Messa. Oggi è Domenica e ci tengo ancora. E’ l’unica forza che mi è rimasta. Certo, mi metto sempre in fondo alla chiesa. In un angolo. Come il pubblicano. E’ il posto che mi si addice. Per tanti anni sono stato davanti a tutti. All’altare…Sì, hai capito. Sono stato prete anch’io. Poi la vita mi ha travolto. Ho sbagliato, lo ammetto, ma sto pagando anche un alto prezzo. Ogni volta che entro in chiesa e vedo un mio confratello celebrare, provo una santa invidia. Forse apprezzo la Messa più adesso di quando celebravo ogni giorno. Caro don Orione, durante gli anni del mio ministero sacerdotale, ho letto tante cose di te. Sono venuto a conoscenza che hai accolto anche gente come me. Eri per loro un padre buono e forte allo stesso tempo. E alcuni si sono ravveduti. Ti dico subito: io non posso tornare indietro. Ho delle responsabilità che me lo impediscono. Ma mi rivolgo a te ugualmente per una parola di luce e di speranza. Quale senso dare ora alla mia partecipazione alla messa domenicale? Servono a Cristo e alla Chiesa le mie lagrime segrete e quel senso sottile di “fallimento” che mi porto dentro e nessuno mi toglierà mai? Don Orione, parlami della tua messa. Ne ho bisogno. Per continuare in qualche modo a celebrare anch’io…La Messa della vita. (Mario, ex-prete)
DON ORIONE RISPONDE
Caro confratello … Tu sai bene che la Messa non è un “bene” solo del prete, ma il “tesoro” di tutti i cristiani… In essa possono esercitare in modo singolare il loro “sacerdozio battesimale”. Lodando Dio tutti insieme come suoi figli: “Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti rendiamo grazie…” – Riconoscendo tutti pubblicamente di aver peccato: “in pensieri, parole, opere e omissioni”.– Offrendo ciascuno gioie e fatiche quando il sacerdote, a nome di tutti, presenta al Padre il pane e il vino: “frutto della terra e del lavoro dell’uomo” – Sono le nostre preziose “gocce d’acqua”, destinate anch’esse a diventare sangue del Signore. “per la nuova ed eterna alleanza versato per tutti in remissione dei peccati” – Per questo a nome di tutti, il sacerdote prega: “Ti ringraziamo per averci ammessi alla tua presenza a compiere il servizio sacerdotale” La Messa è un grande “TESORO NASCOSTO”. Va riscoperto, compreso, vissuto. Ci farà bene dunque attingere, come sempre, alla fonte della Parola. Questa volta sarà la “lettera agli Ebrei” Ci aiuterà tutti, sacerdoti e fedeli, a celebrare i santi misteri con maggiore consapevolezza. Per ritrovare lo stupore della fede. E la forza della fedeltà quotidiana.
ATTINGENDO ALLA PAROLA: lettera agli Ebrei
- Quando siamo nella sofferenza, Gesù può capirci, perché ha provato… Gesù doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e fedele nelle cose che riguardano Dio. Infatti proprio per essere stato messo alla prova ed avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova. (Ebr. 2,14 ; 4,15ss)
- Ha cominciato fin dal primo momento con un “eccomi” generoso Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice: Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, un corpo invece mi hai preparato. Allora ho detto: Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà (10,5ss)
- Passò tutta la vita, offrendo preghiere e lacrime Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena, egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono. (5,7ss)
Þ Risorto e vivo per sempre, continua ad intercedere per noi presso il Padre Gesù può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore. (7,22)
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- E quando la celebrazione finisce, comincia la Messa della vita
Perseverate nell’amore fraterno. Non dimenticate l’ospitalità. Il matrimonio sia rispettato da tutti e il talamo sia senza macchia. La vostra condotta sia senza avarizia; accontentatevi di quello che avete, perché Dio stesso ha detto: Non ti lascerò e non ti abbandonerò . (13,1ss)
- LA MIA ESPERIENZA: Nella Messa trovavo la soluzione a tanti Ora vengo da dir Messa…Ho portato sull’altare il desiderio che sua Eminenza le ha espresso. Tante soluzioni vengono dall’altare, tante decisioni dall’altare. Quante e quante volte non sapevo come fare, come uscire da certi imbarazzi, come camminare! e, durante la santa Messa, ecco che, in un momento, quando si è lì a tu a tu con nostro Signore, tutto si chiarisce, tutte le difficoltà, che parevano così ardue e impossibili a superarsi, diventano la cosa più semplice: – noi siamo tenebra, ma Gesù è la luce e la soluzione di tutto. Che gran cosa è mai la santa Messa! Dunque senta: vada su a Paverano: veda bene quel appezzamento di terreno che è in basso, verso corso Sardegna… È tutta seminata ad orto. Se le pare che possa servire per oratorio, lo misuri in lungo e in largo, ci dica su un Pater Noster e una buona Ave Maria, e tutto si farà, anzi, per me, tutto è fatto. Faccio togliere i cavoli e l’insalata, e ci piantiamo dei ragazzi.¨ Scr.44,245
- Mi sforzavo di prolungare la Messa con la carità spirituale e materiale ai poveri
E vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; e vorrei vestire di Dio gli ignudi, dare la luce di Dio ai ciechi e ai bramosi di maggiore luce, aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti… Amare sempre e dare la vita cantando l’Amore! “Diventare un uomo buono tra i miei fratelli; abbassare, stendere sempre le mani e il cuore a raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino grandezza di Dio”(Nel nome 82)
- I poveri oltre al pane materiale hanno bisogno dell’ Eucarestia Il Piccolo Cottolengo deve essere tutto e solo basato sulla SS.ma Eucaristia: Non basta pensare a dare ai poveri il pane materiale; prima del pane materiale dobbiamo pensare a dare loro il pane eterno di vita, che è l’Eucaristia. 030PG
- E I SACERDOTI IN DIFFICOLTÀ? cercavo di capirli e aiutarli ! San Remo, 10 Marzo 1940. Carissimo Monsignore, ho letto la Sua del 16 gennaio, che si riferisce ai poveri preti, i quali, caduti in qualche errore, si trovano ripudiati da tutti… Il Santo Padre mi ha confortato per quest’opera e col divino aiuto, parecchi si sono riabilitati, e fanno bene. Le dirò che ne ho un po’ da per tutto, riabilitati e non ancora riabilitati: ne ho che fanno da sacrista, da portinaio, da tipografo, da infermiere, da professore: ne ho che lavorano e altri che non ne vogliono sapere… chi ha olio nella lampada e chi ne ha molto poco, forse alcuni non ne hanno mai avuto, e penso mancassero di vera vocazione. Avrei potuto fare di più, ma, lo dico con dolore, non sono aiutato! Preghi per me, e mi abbia fraternamente in Ns. Signore e nella Santa Madonna. 84, 9.
- QUELLA MEDICINA: tre gocce di vino e una goccia d’acqua! Quando fui arrestato, dovetti andarmene con i poliziotti a mani vuote. Ma, all’indomani, mi fu permesso di scrivere ai miei cristiani per chiedere le cose più necessarie: vestiti, sapone, dentifricio, medicine… ! Scrissi: “Per favore, mandatemi un po’ di vino come medicina per il mio mal di stomaco”! I miei cristiani capirono subito e mi inviarono una piccola bottiglia di vino per la Santa Messa, con l’etichetta: Medicina contro il mal di stomaco. E, in una fiaccola contro le zanzare e l’umidità, nascosero alcune ostie. La polizia, quando mi consegnò il pacchetto aperto, mi domandò: “Lei soffre il mal di stomaco?”. Risposi: “Si! Da tanto tempo!”. Il poliziotto, indicando la piccola bottiglia, disse: “Ecco un po’ di medicina per lei”. Da quel giorno ho potuto sempre celebrare la Santa Messa, perché i miei cristiani non mi hanno fatto mai mancare “la medicina per il mal di stomaco”. Mettevo tre gocce di vino e una goccia d’acqua nel palmo della mano sinistra, mentre con l’altra tenevo una piccola ostia: e così celebravo ogni giorno la Santa Messa e mi sentivo in una cattedrale e il mio cuore si riempiva di gioia. I miei carcerieri erano meravigliati e io, quando potevo, raccontavo la storia di Gesù… ed essi ascoltavano e alcuni si convertivano. Dovevano cambiarli spesso perché la gioia che mi dava Gesù si trasmetteva a loro… e mi chiedevano di diventare cristiani. OH, SE CAPISSIMO CHE GRANDE DONO CI HA FATTO GESÙ CON LA SANTA EUCARISTIA!”. (CARD. FRANCESCO NGUYEN VAN THUAN, VIETNAMITA)
PARLIAMONE INSIEME:
- Sinceramente, aspettiamo la domenica… per che cosa?
- APPREZZIAMO LA MESSA , COME CELEBRIAMO?
- CERCHIAMO DI FARLA “ CAPIRE E VIVERE”?
- Cosa pensi della testimonianza del vescovo in carcere? donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it
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- ESSENDO EGLI SEMPRE VIVO PER INTERCEDERE A LORO FAVORE. CAPITOLO 7 22 Per questo, Gesù è diventato garante di un’alleanza migliore. 23 Inoltre, quelli sono diventati sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare a lungo; 24 egli invece, poiché resta per sempre, possiede un sacerdozio che non tramonta. 25 Perciò può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, ESSENDO EGLI SEMPRE VIVO PER INTERCEDERE A LORO FAVORE. Tale era infatti il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli; 27 egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo se stesso.
- IL CRISTO MEDIATORE DI UNA ALLEANZA MIGLIORE 6 ORA INVECE egli ha ottenuto un ministero tanto più eccellente quanto migliore è l’alleanza di cui è mediatore, essendo questa fondata su migliori promesse. E questa è l’alleanza che io stipulerò con la casa d’Israele dopo quei giorni, dice il Signore: porrò le mie leggi nella loro mente e le imprimerò nei loro cuori; sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo .
- 9 CRISTO SIGILLA LA NUOVA ALLEANZA CON IL SUO SANGUE15 Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che è stata promessa. 4 Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore, e non per offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui. In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo.
- ORA INVECE UNA VOLTA SOLA, ALLA PIENEZZA DEI TEMPI, È APPARSO PER ANNULLARE IL PECCATO MEDIANTE IL SACRIFICIO DI SE E COME È STABILITO PER GLI UOMINI CHE MUOIANO UNA SOLA VOLTA, dopo di che viene il giudizio, COSÌ CRISTO, DOPO ESSERSI OFFERTO UNA VOLTA PER TUTTE ALLO SCOPO DI TOGLIERE I PECCATI DI MOLTI, APPARIRÀ UNA SECONDA VOLTA, SENZA ALCUNA RELAZIONE COL PECCATO, A COLORO CHE L’ASPETTANO PER LA LORO SALVEZZA.
- Liturgia FATTA DI RITI ESTERIORI non è sufficiente: non raggiunge la coscienza dell’offerente
- L’OFFERTA DEVE CAMBIARE NON DIO MA L’OFFERENTE! XTO INVECE:
- non offre sangue altrui ma il proprio 9,11-14
- ENTRA UNA VOLTA PER TUTTE NEL SANTUARIO
- IL SACRIFICIO DELLA MESSA DEVE CAMBIARE ME IN OFFERTA GRADITA A DIO: FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME
- ALLEANZA NUOVA ED ETERNA: PERCHE’?
- I QUATTRO VERBI EUCARISTICI… AL PASSIVO
Preti così: dopo 25 anni – Don Mazzolari
Qui, davanti all’altare, Viviamo la nostra Messa: NOI SIAMO IL DRAMMA, SIAMO IL FIUME CHE VA, SIAMO LA MESSA… La Messa è più che qualche cosa della nostra anima: è la nostra anima. La nostra sacerdotalità è eterna come quella di Cristo… Tu es Sacerdos in aeternum. Anche oggi mi è più facile ringraziarti, Signore, più che per aver ricevuto , perché non ho dato. Tu mi sopportasti lo stesso. Tu non mi togliesti il tuo dono come all’infingardo. Tu lo aumentasti il tuo dono. TU HAI FIDUCIA ANCORA IN ME. Nonostante le mie infedeltà, rimango nell’atto di offerta, il calice in mano, in alto. Non siamo noi che diamo, non siamo noi che ci offriamo. Voglio che il dono passi. Il Signore mi nasconde a me stesso: ogni mattina mi riveste come il prodigo … LA MESSA È IL CALVARIO, la montagna più grande del mondo. Le prime messe ne sono le pendici: facili, invitanti. Poi man mano si sale, il monte si fa più brullo, sassoso, impervio, solo. E SI VA SOLI… Soli senza illusione. Soli, tra tanta gente che ci preme sul cuore e ci divora. Soli, tra tanta folla che oggi t’applaude e domani t’azzanna. Soli, nella sconfinata paternità dell’abbraccio. Soli, senza attese se non…reclinare il capo. Oggi, dopo 25 anni, incomincia la Messa: un povero prete stanco che ogni mattina si distende sulla croce fino a quando i suoi poveri piedi, le sue povere braccia, il suo povero volto, il suo povero cuore…saranno i piedi, le braccia, il volto e il cuore di Cristo. La Messa del tempo finisce: incomincia la messa dell’eternità. Ite, Missa est.
In contemplazione del medesimo Signore presente nell’Ostia e nel povero…
NELLA POVERTÀ DELLE APPARENZE
Un semplice pezzo di pane: “Nella notte in cui fu tradito Egli prese il pane…” (1Cor 11,24) | I Poveri non sono appariscenti, non sono “belli”, come il servo di Dio: “Non ha apparenza né bellezza” (Is. 53) |
LA PRESENZA DI CRISTO IN MEZZO A NOI
“Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi” (dalla liturgia) | “Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli l’avete fatto a me” (Mt 25) |
IMMAGINE DI DIO FATTA PERSONA
“Egli è l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura”(Col. 1,15) | Nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio (Don Orione) |
I VERI TESORI DELLA CHIESA
“Il sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana” (LG 11) | “Portami, Vergine benedetta ad accogliere gli orfanelli e i poveri…i tesori della Chiesa”(DO) |
FONTE DEL NOSTRO PERDONO
“Questo è il mio sangue, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati…”(dalla liturgia) | “La carità copre una moltitudine di peccati (1Pt 4,8 “Il Signore perdona tante cose per un’opera di misericordia”(D. Orione) |
LA NOSTRA SALVEZZA O LA NOSTRA CONDANNA…
“Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv 6) “Chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1Cor. 11,29) | “Venite, benedetti del Padre mio… l’avete fatto a me! Lontano da me, maledetti… avevo fame…avevo sete… ero malato e non mi avete assistito”(cfr. Mt25) |
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- LETTERA AGLI EBREI CC. 1 – 2
Grandezza del Figlio di Dio Incarnato CAPITOLO 1 1 Dio, che aveva gia parlato nei tempi antichi molte volte e in diversi modi ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, 2 in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede di tutte le cose e per mezzo del quale ha fatto anche il mondo. Questo Figlio, che è irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua parola, dopo aver compiuto la purificazione dei peccati si è assiso alla destra della maestà nell’alto dei cieli, 4 ed è diventato tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato. 21 Proprio per questo bisogna che ci applichiamo con maggiore impegno a quelle cose che abbiamo udito, per non andare fuori strada. Anzi, qualcuno in un passo ha testimoniato: Che cos’è l’uomo perché ti ricordi di lui o il figlio dell’uomo perché tu te ne curi?7 Di poco l’hai fatto inferiore agli angeli, di gloria e di onore l’hai coronato 8 e hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi . Avendogli assoggettato ogni cosa, nulla ha lasciato che non gli fosse sottomesso. Tuttavia al presente non vediamo ancora che ogni cosa sia a lui sottomessa. 9 Però quel Gesù, che fu fatto di poco inferiore agli angeli, lo vediamo ora coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto, perché per la grazia di Dio egli provasse la morte a vantaggio di tutti. Ed era ben giusto che colui per il quale e dal quale sono tutte le cose, volendo portare molti figli alla gloria, rendesse perfetto mediante la sofferenza il capo che li ha guidati alla salvezza. Infatti colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine; per questo non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: annunzierò il tuo nome ai miei fratelli” “Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Proprio per essere stato messo alla prova ed aver sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova”
- NOTE: Cristo si fa fratello: condividendo tutta la nostra realtà umana: carne e sangue. Ora ci conosce e ama per esperienza non per sentito dire… si prende così cura di fratelli oppressi dal peso schiavizzante della morte:
- fraternità che si prende cura e libera.
- In questo modo Gesù vero Figlio di Dio (1,5-14) e vero fratello nostro, Servo e signore, umiliato e glorificato, (2,5-16) potrà essere il VERO SOMMO SACERDOTE E MEDIATORE DELLA NUOVA ALLEANZA. Vicino a Dio e vicino a noi! Capace di capirci!
- Gesù nostro fratello… Non ci vergogniamo dei fratelli – Liberiamoli – Diventiamo mediatori e INTERCESSORI come Abramo, Mose, …Gesù.
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DOCUMENTI FONDAMENTALI SU L`EUCARISTIA
A- Dalla «Dottrina dei Dodici Apostoli» Cap. 9, 1 Così rendete grazie: Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di Gesù, tuo Servo; gloria a te nei secoli. Come questo pane spezzato era disperso sopra i monti e, raccolto, è diventato una cosa sola, così sia radunata la tua Chiesa dai confini della terra nel tuo Regno; Tua è la gloria e la potenza per Gesù Cristo nei secoli. Nessuno mangi e beva della vostra Eucaristia, se non coloro che sono stati battezzati nel nome del Signore. A questo proposito il Signore ha detto: «Non date le cose sante ai cani» (Mt 7, 6). Una volta saziati poi, così ringraziate: Ti rendiamo grazie, o Padre santo, per il tuo santo nome, che hai fatto abitare nei nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e l`immortalità che ci hai manifestato per mezzo di Gesù tuo Servo. Gloria a te nei secoli. Hai dato a gustare agli uomini cibo e bevanda perché ti ringraziassero, mentre a noi hai donato un cibo e una bevanda spirituale e la vita eterna per mezzo del tuo Servo. Gloria a te nei secoli.
B- TESTIMONIANZA DI SAN GIUSTINO MARTIRE (VERSO IL 155)
NEL GIORNO CHIAMATO «DEL SOLE» ci si raduna tutti insieme, abitanti delle città o delle campagne. Si leggono le memorie degli Apostoli o gli scritti dei Profeti, finché il tempo consente. Poi, quando il lettore ha terminato, il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi. Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere sia per noi stessi… sia per tutti gli altri, dovunque si trovino, affinché, appresa la verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la salvezza eterna. Finite le preghiere, ci salutiamo l’un l’altro con un bacio. Poi al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d’acqua e di vino temperato. Egli li prende ed innalza lode e gloria al Padre dell’universo nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie (in greco: eucharistian) per essere stati fatti degni da lui di questi doni. Quando egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: «Amen». Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane, il vino e l’acqua «eucaristizzati» e ne portano agli assenti (S.Giustino, Apologiae, 1, 65 |
DOMENICA ASSEMBLEA LITURGIA DELLA PAROLA OMELIA PREGHIERA DEI FEDELI SCAMBIO PACE PREGHIERA EUCARISTICA IL GRANDE “AMEN” COMUNIONE EUCARESTIA AGLI INFERMI |
- CI INTEPIDIAMO, MA TU CI RIACCENDI. L’anima mia è molto sbigottita. Rimango attonito e considero che i cieli non sono puri ai tuoi occhi. Caddero le stelle dal cielo (cfr. Ap 6, 13), e io, polvere, che cosa presumo? Nessuna sapienza giova, se tu smetti di governare. Nessuna fortezza vale, se tu cessi di sostenere. Se siamo abbandonati, affondiamo e periamo. Se invece siamo visitati, c’innalziamo e viviamo. Siamo instabili, ma da te siamo fatti saldi. Ci intepidiamo, ma tu ci riaccendi. «Imitazione di Cristo» (Lib. 3, 14)
- IL VANGELO DELLA NOSTRA VITA… Sulla strada dei nostri interrogativi e delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre cocenti delusioni, il divino Viandante continua a farsi nostro compagno per introdurci, con l’interpretazione delle Scritture, alla comprensione dei misteri di Dio. Quando l’incontro diventa pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal «Pane di vita», con cui Cristo adempie in modo sommo la sua promessa di «stare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (cfr Mt 28,20). (MND N. 2.)
- COME CI TROVIAMO oggi? Tra Passato, Presente, Futuro: “DUC IN ALTUM! Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: « Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre! »
- IL SILENZIO FA LAVORARE IN NOI IL NOSTRO SPIRITO, PIÙ CHE DEGLI ANNI DI LETTURA… IL SILENZIO LAVORA. BISOGNA, DUNQUE, FARLO LAVORARE. (S. L. ORIONE )
CANTI E… MUSICA SO CHE SEI QUI in questo istante so che sei qui dentro di me abiti qui in questo niente ed io lo so che vivi in me. Che mai dirò al mio Signore? che mai dirò? tutto tu sai! ti ascolterò nel mio silenzio e aspetterò che parli tu. E mi dirai cose mai udite mi parlerai del Padre, mi colmerai d’amore e scoprirò chi sei. Io sento in me la tua pace a gioia che tu solo dai. Attorno a me io sento il cielo, un mondo di felicità. Mio Dio sei qui! quale mistero. VERBO DI DIO E UMANITA’. Non conta più lo spazio e il tempo è scesa qui l’eternità. Cosa sarà il paradiso? Cosa sarà la vita? Sarai con noi per sempre, tu tutto in noi, noi in te.”
- AG CRIOST AN SIOL” (THE PRIESTS) Di Cristo è il seme, Di Cristo è il raccolto Nel granaio di Dio Possiamo noi essere portati. Di Cristo è il mare Di Cristo è il pesce Nelle reti di Dio, Possiamo noi essere catturati. Dalla nascita alla vecchiaia e dalla vecchiaia alla morte Che le tue braccia, o Cristo, Siano strette intorno a noi. Dalla morte alla fine Non la fine ma una rinascita Nel Paradiso della Grazia, Possiamo noi restare
- QUANDO BUSSERO’ alla tua porta avrò fatto tanta strada,avrò piedi stanchi e nudi avrò mani bianche e pure. O mio Signore. Quando busserò alla tua porta avrò amato tanta gente, avrò amici da ritrovare e nemici per cui pregare. o mio Signore, o mio Signore.
- ABBA’ PADRE Guardami Signor, leggi nel mio cuor. Sono tuo figlio, ascoltami! Abbà padre, abbà padre…. Abbà padre, abbà padre…. Più solo non sarò, a Te mi appoggerò. Sono tuo figlio, abbracciami! Per ogni mio dolor, la pace invocherò. Sono tuo figlio, guariscimi! compia in me la tua volontà
- PESCADOR DE HOMBRES – Tú has venido a la orilla, no has buscado ni a sabios ni a ricos, tan solo quieres que yo te siga. SEÑOR, ME HAS MIRADO A LOS OJOS, SONRIENDO HAS DICHO MI NOMBRE. EN LA ARENA HE DEJADO MI BARCA, JUNTO A TI BUSCARE OTRO MAR. -Tú necesitas mis manos, mi cansancio que a otros descanse, amor que quiera seguir
- I BELIEVE One day I’ll hear The laugh of children In a world where war has been banned. One day I’ll see Men of all colours Sharing words of love and devotion. Stand up and feel The Holy Spirit . Find the power of your faith. Open your heart To those who need you In the name of love and devotion. Yes, I believe. I believe in the people Of all nations To join and to care For love. I believe in a world Where light will guide us And giving our love We’ll make heaven on earth. Yes, I believe. (Rep)
- PREGHIERA Celine Dion e A. Bocelli I pray you’ll be our eyes And watch us where we go – And help us to be wise In times when we don’t know …Let this be our prayer When we lose our way- Lead us to the place Guide us with your grace To a place where we’ll be safe La luce che tu dai nel cuore resterà A ricordarci che L’eterna stella sei… sogniamo un mondo senza più violenza, un mondo di giustizia e di speranza Ognuno dia la mano al suo vicino simbolo di pace di fraternità La forza che ci dai – E’ il desiderio che ognuno trovi amor intorno e dentro sé. E la fede che hai acceso in noi sento che ci salverà …
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” PROPOSTE FORMATIVE E S T A T E 2019 Cari amici, con gioia anche quest’anno vi ripetiamo l’invito di Gesù: “ VENITE… RIPOSATEVI UN PÒ ! ” Eccovi alcune proposte per un’estate veramente alternativa
- 10 –15 Giugno: PER RELIGIOSI E PRETI:
- “Non si vergogna di chiamarci Fratelli ” LETTERA AGLI EBREI
- 17 – 22 Giugno: SETTIMANA GIOVANI SVEDESI
- 28 – 30 Giugno – ASSEMBLEA DEL MIR
- 1–6 LUGLIO: ESERCIZI SPIRITUALI PER TUTTI “Te l’affido: Custodiscila” LECTIO DI TOBIA – La vocazione del custodire (Papa Francesco)
L U G L I O – A G O S T O 2019 F A M I G L I E I N V A C A N Z A
Per un riposo INTEGRALE, Villa S. Biagio è … L’IDEALE!
PER LE SUE 4 B: BED & BREAKFAST – BEACH & BIBLE
E LE SERATE BIBLICO – MUSICALI
- 16 -19 AGOSTO: Ritiro per giovani e famiglie sul CANTICO DEI CANTICI : Imparare ad AMARE per imparare a VIVERE
– C 18 VENITE RIPOSATEVI UN PO PROPOSTE ESTATE ALTERNATIVA 2019 DEFF
Info e Prenotazioni : 0721.823.175 / 333.8890.862 donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it
LA SORGENTE DELLA VITA
- Sorgi, dunque, o anima amica di Cristo. Sii come colomba «che pone il suo nido nelle pareti di una gola profonda» (Ger 48, 28). Come «il passero che ha trovato la sua dimora» (Sal 83, 4), non cessare di vegliare in questo santuario. Ivi, come tortora, nascondi i tuoi piccoli, nati da un casto amore. Ivi accosta la bocca per attingere le acque dalle sorgenti del Salvatore (cfr. Is 12, 3). Da qui infatti scaturisce la sorgente che scende dal centro del paradiso, la quale, divisa in quattro fiumi (cfr. Gn 2, 10) e, infine, diffusa nei cuori che ardono di amore, feconda ed irriga tutta la terra.
- Corri a questa fonte di vita e di luce con vivo desiderio, chiunque tu sia, o anima consacrata a Dio, e con l’intima forza del cuore grida a lui: «O ineffabile bellezza del Dio eccelso, o splendore purissimo di luce eterna! Tu sei vita che vivifica ogni vita, luce che illumina ogni luce e che conserva nell’eterno splendore i multiformi luminari che brillano davanti al trono della tua divinità fin dalla prima aurora. O eterno e inaccessibile, splendido e dolce fluire di fonte nascosta agli occhi di tutti i mortali! La tua profondità è senza fine, la tua altezza senza termine, la tua ampiezza è infinita, la tua purezza imperturbabile! Da te scaturisce il fiume “che rallegra la città di Dio” (Sal 45, 5), perché “in mezzo ai canti di una moltitudine in festa” (Sal 41, 5) possiamo cantare cantici di lode, dimostrando, con la testimonianza dell’esperienza, che “in te è la sorgente della vita e alla tua luce vediamo la luce” (Sal 35, 10)».
SAN GREGORIO DI NISSA, VESCOVO
MANIFESTIAMO CRISTO IN TUTTA LA NOSTRA VITA
TRE SONO GLI ELEMENTI CHE MANIFESTANO E DISTINGUONO LA VITA DEL CRISTIANO: L’AZIONE, LA PAROLA E IL PENSIERO. PRIMO FRA QUESTI È IL PENSIERO, AL SECONDO POSTO VIENE LA PAROLA CHE DISCHIUDE E MANIFESTA CON VOCABOLI CIÒ CHE È STATO CONCEPITO COL PENSIERO. DOPO, IN TERZO LUOGO, SI COLLOCA L’AZIONE, CHE TRADUCE NEI FATTI QUELLO CHE È STATO PENSATO.
SE PERCIÒ UNA QUALUNQUE DELLE MOLTE COSE POSSIBILI CI PORTA NATURALMENTE O A PENSARE O A PARLARE O AD AGIRE, È NECESSARIO CHE OGNI NOSTRO DETTO O FATTO O PENSIERO SIA INDIRIZZATO E REGOLATO DA QUELLE NORME CON LE QUALI CRISTO SI È MANIFESTATO, IN MODO CHE NON PENSIAMO, NÉ DICIAMO, NÉ FACCIAMO NULLA CHE POSSA ALLONTANARCI DA QUANTO CI INDICA QUELLA NORMA SUBLIME.
E CHE ALTRO, DUNQUE, DOVREBBE FARE COLUI CHE È STATO RESO DEGNO DEL GRANDE NOME DI CRISTO, SE NON ESPLORARE DILIGENTEMENTE OGNI SUO PENSIERO, PAROLA E AZIONE, E VEDERE SE OGNUNO DI ESSI TENDA A CRISTO OPPURE SE NE ALLONTANI?
IN MOLTI MODI SI PUÒ FARE QUESTO IMPORTANTE ESAME. INFATTI TUTTO CIÒ CHE SI FA O SI PENSA O SI DICE, SOTTO LA SPINTA DI QUALCHE MALA PASSIONE, QUESTO NON SI ACCORDA AFFATTO CON CRISTO, MA PORTA PIUTTOSTO IL MARCHIO E L’IMPRONTA DEL NEMICO, IL QUALE MESCOLA ALLA PERLA PREZIOSA DEL CUORE IL FANGO DI VILI CUPIDIGIE PER APPANNARE E DEFORMARE IL LIMPIDO SPLENDORE DELLA PERLA.
CIÒ CHE INVECE È LIBERO E PURO DA OGNI SORDIDA VOGLIA, QUESTO È CERTAMENTE INDIRIZZATO ALL’AUTORE E PRINCIPE DELLA PACE, CRISTO. CHI ATTINGE E DERIVA DA LUI, COME DA UNA SORGENTE PURA E INCORROTTA, I SENTIMENTI E GLI AFFETTI DEL SUO CUORE, PRESENTERÀ, CON IL SUO PRINCIPIO E LA SUA ORIGINE, TALE SOMIGLIANZA QUALE PUÒ AVER CON LA SUA SORGENTE L’ACQUA, CHE SCORRE NEL RUSCELLO O BRILLA NELL’ANFORA.
INFATTI LA PUREZZA CHE È IN CRISTO E QUELLA CHE È NEI NOSTRI CUORI È LA STESSA. MA QUELLA DI CRISTO SI IDENTIFICA CON LA SORGENTE; LA NOSTRA INVECE PROMANA DA LUI E SCORRE IN NOI, TRASCINANDO CON SÉ PER LA VIA LA BELLEZZA ED ONESTÀ DEI PENSIERI, IN MODO CHE APPAIA UNA CERTA COERENZA ED ARMONIA FRA L’UOMO INTERIORE E QUELLO ESTERIORE, DAL MOMENTO CHE I PENSIERI E I SENTIMENTI, CHE PROVENGONO DA CRISTO, REGOLANO LA VITA E LA GUIDANO NELL’ORDINE E NELLA SANTITÀ.
IN QUESTO DUNQUE, A MIO GIUDIZIO, STA LA PERFEZIONE DELLA VITA CRISTIANA, NELLA PIENA ASSIMILAZIONE E NELLA CONCRETA REALIZZAZIONE DI TUTTI I TITOLI ESPRESSI DAL NOME DI CRISTO, SIA NELL’AMBITO INTERIORE DEL CUORE, COME IN QUELLO ESTERNO DELLA PAROLA E DELL’AZIONE.
RICEVI, O SIGNORE
(A. GANUBE)
RICEVI, O SIGNORE, LE NOSTRE PAURE
E TRASFORMALE IN FIDUCIA.
RICEVI LA NOSTRA SOFFERENZA,
E TRASFORMALA IN CRESCITA.
RICEVI LE NOSTRE CRISI,
E TRASFORMALE IN MATURITÀ.
RICEVI LE NOSTRE LACRIME,
E TRASFORMALE IN PREGHIERA.
RICEVI IL NOSTRO SCORAGGIAMENTO,
E TRASFORMALO IN FEDE.
RICEVI LA NOSTRA SOLITUDINE,
E TRASFORMALA IN CONTEMPLAZIONE.
RICEVI LE NOSTRE ATTESE,
E TRASFORMALE IN SPERANZA.
RICEVI LA NOSTRA MORTE,
E TRASFORMALA IN RISURREZIONE.
Sant’Agostino, vescovo
VOCE DI CHI GRIDA NEL DESERTO
La Chiesa festeggia la natività di Giovanni, attribuendole un particolare carattere sacro. DI NESSUN SANTO, INFATTI, NOI CELEBRIAMO SOLENNEMENTE IL GIORNO NATALIZIO; CELEBRIAMO INVECE QUELLO DI GIOVANNI E QUELLO DI CRISTO. GIOVANNI PERÒ NASCE DA UNA DONNA AVANZATA IN ETÀ E GIÀ SFIORITA. CRISTO NASCE DA UNA GIOVINETTA VERGINE. Il padre non presta fede all’annunzio sulla nascita futura di Giovanni e diventa muto. La Vergine crede che Cristo nascerà da lei e lo concepisce nella fede.
SEMBRA CHE GIOVANNI SIA POSTO COME UN CONFINE FRA DUE TESTAMENTI, L’ANTICO E IL NUOVO. INFATTI CHE EGLI SIA, IN CERTO QUAL MODO, UN LIMITE LO DICHIARA LO STESSO SIGNORE QUANDO AFFERMA: «LA LEGGE E I PROFETI FINO A GIOVANNI» (LC 16, 16). RAPPRESENTA DUNQUE IN SÉ LA PARTE DELL’ANTICO E L’ANNUNZIO DEL NUOVO. Infatti, per quanto riguarda l’Antico, nasce da due vecchi. Per quanto riguarda il Nuovo, viene proclamato profeta già nel grembo della madre. Prima ancora di nascere, Giovanni esultò nel seno della madre all’arrivo di Maria. Già da allora aveva avuto la nomina, prima di venire alla luce. Viene indicato già di chi sarà precursore, prima ancora di essere da lui visto. Questi sono fatti divini che sorpassano i limiti della pochezza umana. Infine nasce, riceve il nome, si scioglie la lingua del padre. Basta riferire l’accaduto per spiegare l’immagine della realtà.
ZACCARIA TACE E PERDE LA VOCE FINO ALLA NASCITA DI GIOVANNI, PRECURSORE DEL SIGNORE, E SOLO ALLORA RIACQUISTA LA PAROLA. Che cosa significa il silenzio di Zaccaria se non la profezia non ben definita, e prima della predicazione di Cristo ancora oscura? Si fa manifesta alla sua venuta. Diventa chiara quando sta per arrivare il preannunziato. Il dischiudersi della favella di Zaccaria alla nascita di Giovanni è lo stesso che lo scindersi del velo nella passione di Cristo. SE GIOVANNI AVESSE ANNUNZIATO SE STESSO, NON AVREBBE APERTO LA BOCCA A ZACCARIA. SI SCIOGLIE LA LINGUA PERCHÉ NASCE LA VOCE. INFATTI A GIOVANNI, CHE PREANNUNZIAVA IL SIGNORE, FU CHIESTO: «CHI SEI TU?» (GV 1, 19). E RISPOSE: «IO SONO VOCE DI UNO CHE GRIDA NEL DESERTO» (GV 1, 23). VOCE È GIOVANNI, MENTRE DEL SIGNORE SI DICE: «IN PRINCIPIO ERA IL VERBO» (GV 1, 1). GIOVANNI È VOCE PER UN PO’ DI TEMPO; CRISTO INVECE È IL VERBO ETERNO FIN DAL PRINCIPIO.
IN QUESTA GRANDE SOLENNITA’ ( Turoldo) NON POTEVA ESPRIMERSI
DIVERSAMENTE:
“Ecco il nuovo sacramento,
dell’amore il sacrificio:
PASQUA VERA DI OGNI TEMPO,
PIENA VITA DI OGNI VITA-
GIOIA AI CAMPI DI FRUMENTO,
VIGNE IN FIORE PER I MONTI;
OR DELL’UOMO LA FATICA
IN SE’ CRISTO TRASFIGURA.
Come il grano da ogni colle
è raccolto in un sol pane,
COSI’ UNISCI LA TUA CHIESA
ORA SPARSA SULLA TERRA
GLORIA A TE GESU’ SIGNORE,
CHE SEI NATO DALLO SPIRITO,
PER DONARCI IL TUO SPLENDORE,
INNI E CANTI A TE DI GLORIA ! “.
san Cipriano, vescovo e martire
BISOGNA PREGARE NON SOLTANTO CON LE PAROLE, MA ANCHE CON I FATTI
QUALE MERAVIGLIA, FRATELLI DILETTISSIMI, SE IL «PADRE NOSTRO» È LA PREGHIERA CHE CI HA INSEGNATO DIO? EGLI COL SUO INSEGNAMENTO HA COMPENDIATO OGNI NOSTRA PREGHIERA IN QUESTE PAROLE DI SALVEZZA. Questo era già stato predetto tramite il profeta Isaia, quando pieno di Spirito Santo aveva parlato della maestà e della misericordia di Dio e della parola che tutto contiene e tutto riassume in chiave di salvezza. Il profeta aveva anche affermato che Dio si sarebbe rivolto a tutta la terra con piccole frasi pregnanti. E, IN EFFETTI, QUANDO LA PAROLA DI DIO, CIOÈ NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, VENNE A TUTTI GLI UOMINI, E QUANDO, RADUNATI INSIEME I DOTTI E GLI IGNORANTI, EBBE DIVULGATO A OGNI SESSO E A OGNI ETÀ I PRECETTI DI SALVEZZA, FECE UN GRANDE COMPENDIO DEI SUOI PRECETTI, PERCHÉ LA MEMORIA DEI DISCEPOLI NON SI AFFATICASSE NELLA DOTTRINA CELESTE, MA IMPARASSE SUBITO CIÒ CHE ERA NECESSARIO ALLA SEMPLICE FEDE.
Così, insegnando che cosa sia la vita eterna, racchiuse con grande e divina brevità il mistero della vita, dicendo: «QUESTA È LA VITA ETERNA: CHE CONOSCANO TE, L’UNICO E VERO DIO, E COLUI CHE HAI MANDATO, GESÙ CRISTO» (Gv 17, 3). Similmente, volendo stralciare dall’insieme della legge e dei profeti i precetti principali e fondamentali, disse: ASCOLTA, ISRAELE: IL SIGNORE TUO DIO È L’UNICO DIO; E ANCORA: AMERAI IL SIGNORE TUO DIO CON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA LA TUA ANIMA E CON TUTTA LA TUA FORZA. QUESTO È IL PRIMO PRECETTO, E IL SECONDO È SIMILE A QUESTO: AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO. IN QUESTI DUE PRECETTI È RACCHIUSA TUTTA LA LEGGE E I PROFETi (cfr. Mc 12, 29-31). E DI NUOVO: TUTTI QUEI BENI CHE VOLETE CHE GLI UOMINI FACCIANO A VOI, FATELI ANCHE VOI A LORO. QUESTA È INFATTI LA LEGGE E I PROFETI (CFR. MT 7, 12).
DIO CI HA INSEGNATO A PREGARE NON SOLTANTO A PAROLE, MA ANCHE CON I FATTI, PREGANDO E SUPPLICANDO EGLI STESSO FREQUENTEMENTE E DIMOSTRANDO CON LA TESTIMONIANZA DEL SUO ESEMPIO CHE COSA DOBBIAMO FARE ANCHE NOI, COME STA SCRITTO: EGLI POI SI RITIRÒ IN LUOGHI DESERTI E PREGÒ (CFR. LC 5, 16); E ANCORA: SALÌ SUL MONTE A PREGARE, E PASSÒ LA NOTTE NELLA PREGHIERA A DIO (CFR. LC 6, 12).
Certo il Signore pregava e intercedeva non per sé – che cosa infatti deve domandare per sé un innocente? – ma per i nostri peccati. Lo dichiara egli stesso quando dice rivolto a Pietro: «ECCO, SATANA VI HA CERCATO PER VAGLIARVI COME IL GRANO; MA IO HO PREGATO PER TE, CHE NON VENGA MENO LA TUA FEDE» (LC 22, 31-32). E DOPO QUESTO SUPPLICA IL PADRE PER TUTTI, DICENDO: «NON PREGO SOLO PER QUESTI, MA ANCHE PER QUELLI CHE PER LA LORO PAROLA CREDERANNO IN ME; PERCHÉ TUTTI SIANO UNA SOLA COSA. COME TU, PADRE, SEI IN ME E IO IN TE, SIANO ANCH’ESSI IN NOI UNA COSA SOLA» (Gv 17, 20-21).
Grande fu la bontà di Dio per la nostra salvezza, grande la sua misericordia! Egli non si accontentò di redimerci col suo sangue, ma in più volle ancora pregare per noi. E GUARDATE QUALE FU IL SUO DESIDERIO MENTRE PREGAVA: CHE COME IL PADRE E IL FIGLIO SONO UNA COSA SOLA; COSÌ ANCHE NOI RIMANIAMO NELLA STESSA UNITÀ.
Dalla «Lettera alla madre» di san Luigi Gonzaga
CANTERÒ SENZA FINE LE GRAZIE DEL SIGNORE
IO INVOCO SU DI TE, MIA SIGNORA, IL DONO DELLO SPIRITO SANTO E CONSOLAZIONI SENZA FINE. QUANDO MI HANNO PORTATO LA TUA LETTERA, MI TROVAVO ANCORA IN QUESTA REGIONE DI MORTI. MA FACCIAMOCI ANIMO E PUNTIAMO LE NOSTRE ASPIRAZIONI VERSO IL CIELO, DOVE LODEREMO DIO ETERNO NELLA TERRA DEI VIVENTI. PER PARTE MIA AVREI DESIDERATO DI TROVARMICI DA TEMPO E, SINCERAMENTE, SPERAVO DI PARTIRE PER ESSO GIÀ PRIMA D’ORA.
La carità consiste, come dice san Paolo, nel «RALLEGRARSI CON QUELLI CHE SONO NELLA GIOIA E NEL PIANGERE CON QUELLI CHE SONO NEL PIANTO». PERCIÒ, MADRE ILLUSTRISSIMA, DEVI GIOIRE GRANDEMENTE PERCHÉ, PER MERITO TUO, DIO MI INDICA LA VERA FELICITÀ E MI LIBERA DAL TIMORE DI PERDERLO. Ti confiderò, o illustrissima signora, che meditando la bontà divina, mare senza fondo e senza confini, la mia mente si smarrisce. NON RIESCO A CAPACITARMI COME IL SIGNORE GUARDI ALLA MIA PICCOLA E BREVE FATICA E MI PREMI CON IL RIPOSO ETERNO E DAL CIELO MI INVITI A QUELLA FELICITÀ CHE IO FINO AD ORA HO CERCATO CON NEGLIGENZA E OFFRA A ME, CHE ASSAI POCHE LACRIME HO SPARSO PER ESSO, QUEL TESORO CHE È IL CORONAMENTO DI GRANDI FATICHE E PIANTO.
O illustrissima signora, guàrdati dall’offendere l’infinita bontà divina, PIANGENDO COME MORTO CHI VIVE AL COSPETTO DI DIO E CHE CON LA SUA INTERCESSIONE PUÒ VENIRE INCONTRO ALLE TUE NECESSITÀ MOLTO PIÙ CHE IN QUESTA VITA.
LA SEPARAZIONE NON SARÀ LUNGA. CI RIVEDREMO IN CIELO E INSIEME UNITI ALL’AUTORE DELLA NOSTRA SALVEZZA GODREMO GIOIE IMMORTALI, lodandolo con tutta la capacità dell’anima e cantando senza fine le sue grazie. Egli ci toglie quello che prima ci aveva dato solo per riporlo in un luogo più sicuro e inviolabile e per ornarci di quei beni che noi stessi sceglieremmo.
Ho detto queste cose solo per obbedire al mio ardente desiderio che tu, o illustrissima signora, e tutta la famiglia, consideriate la mia partenza come un evento gioioso. E TU CONTINUA AD ASSISTERMI CON LA TUA MATERNA BENEDIZIONE, MENTRE SONO IN MARE VERSO IL PORTO DI TUTTE LE MIE SPERANZE. HO PREFERITO SCRIVERTI PERCHÉ NIENTE MI È RIMASTO CON CUI MANIFESTARTI IN MODO PIÙ CHIARO L’AMORE ED IL RISPETTO CHE, COME FIGLIO, DEVO ALLA MIA MADRE.
Dal trattato «Sul Padre nostro» di san Cipriano, vescovo e martire
Dopo il cibo, si chiede il perdono del peccato
Dicendo la preghiera del Signore, noi chiediamo: «Dacci oggi il nostro pane quotidiano». Ciò può essere inteso sia in senso spirituale che in senso materiale, poiché l’uno e l’altro significato, nell’economia divina, serve per la salvezza. Infatti il pane di vita è Cristo, e questo pane non è di tutti, ma certo nostro lo è. E come diciamo «Padre nostro», perché è Padre di coloro che intendono e credono, così invochiamo anche il «pane nostro», poiché Cristo è pane di coloro che come noi assumono il suo corpo.
Chiediamo quindi che ogni giorno ci sia dato questo pane. Noi viviamo in Cristo e riceviamo ogni giorno la sua Eucaristia come cibo di salvezza. Non accada che, a causa di peccati gravi, ci venga negato il pane celeste, e così, privati della comunione, veniamo anche separati dal corpo di Cristo. Egli stesso ha proclamato infatti: Io sono il pane di vita, che sono disceso dal cielo. Se uno mangerà del mio pane, vivrà in eterno. E il pane che io vi darò è la mia carne per la vita del mondo (cfr. Gv 6, 51).
Dice che se qualcuno mangerà del suo pane vivrà in eterno. È evidente dunque che vivono coloro che gustano il suo corpo e ricevono l’Eucaristia per diritto di comunione. Da ciò si deduce che se qualcuno si astiene dall’Eucaristia si separa dal corpo di Cristo, e rimane lontano dalla salvezza. È un fatto di cui preoccuparsi. Preghiamo il Signore che non avvenga. È lui stesso che pronunzia questa minaccia, dicendo: Se non mangerete la carne del Figlio dell’uomo e non berrete il suo sangue, non avrete la vita in voi (cfr. Gv 6, 53). Per questo chiediamo che ci sia dato ogni giorno il nostro pane, cioè Cristo, perché noi che rimaniamo e viviamo in Cristo, non ci allontaniamo dalla sua vita divina.
Dopo queste cose preghiamo anche per i nostri peccati, dicendo: «E rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori». Dopo aver chiesto il sussidio del cibo, chiediamo pure perdono delle colpe.
Come è davvero necessario, e come è prudente e salutare essere avvertiti che siamo peccatori, ed essere spinti a pregare per i nostri peccati! In tal modo, mentre chiediamo il perdono a Dio, l’animo fa riemergere la consapevolezza di sé. E perché non avvenga che qualcuno si compiaccia come se fosse senza colpe e, salendo in alto, non abbia a cadere più rovinosamente, viene istruito e ammaestrato che egli pecca ogni giorno, e perciò gli si comanda di pregare ogni giorno per i peccati.
Così ammonisce anche Giovanni nella sua lettera, dicendo: Se diremo che non abbiamo alcun peccato, ci inganniamo da noi stessi, e non c’è in noi la verità. Se invece confesseremo i nostri peccati, il Signore è fedele e giusto, e ci rimette i peccati (cfr. 1 Gv 1, 8). Nella sua lettera ha unito assieme l’una e l’altra cosa: che noi dobbiamo pregare per i nostri peccati e che otteniamo indulgenza quando preghiamo. Con questo, ha anche chiamato fedele il Signore perché mantiene fede alla sua promessa di rimetterci i peccati. Colui infatti che ci ha insegnato a pregare per i debiti e le colpe, ha promesso la sua paterna misericordia e il suo perdono.
«Sul Padre nostro» di san Cipriano, vescovo e martire
VENGA IL TUO REGNO. SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ
«VENGA IL TUO REGNO». DOMANDIAMO CHE VENGA A NOI IL REGNO DI DIO, COSÌ COME CHIEDIAMO CHE SIA SANTIFICATO IN NOI IL SUO NOME. Ma ci può essere un tempo in cui Dio non regna? O quando presso di lui può cominciare ciò che sempre fu e mai cessò di esistere? Non è questo che noi chiediamo, ma piuttosto che venga il nostro regno, quello che Dio ci ha promesso, e che ci è stato acquistato dal sangue e dalla passione di Cristo, perché noi, che prima siamo stati schiavi del mondo, possiamo in seguito regnare sotto la signoria di Cristo. Così egli stesso promette, dicendo: «VENITE, BENEDETTI DAL PADRE MIO, RICEVETE IN EREDITÀ IL REGNO PREPARATO PER VOI FIN DALLA FONDAZIONE DEL MONDO» (MT 25, 34).
In verità, fratelli carissimi, lo stesso Cristo può essere il regno di Dio di cui ogni giorno chiediamo la venuta, di cui desideriamo vedere, al più presto, l’arrivo per noi. Proseguendo nella preghiera diciamo: «SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ IN CIELO E IN TERRA», NON TANTO PERCHÉ FACCIA DIO CIÒ CHE VUOLE, MA PERCHÉ POSSIAMO FARE NOI CIÒ CHE DIO VUOLE. INFATTI CHI È CAPACE DI IMPEDIRE A DIO DI FARE CIÒ CHE VUOLE? SIAMO NOI INVECE CHE NON FACCIAMO CIÒ CHE DIO VUOLE, PERCHÉ CONTRO DI NOI SI ALZA IL DIAVOLO AD IMPEDIRCI DI ORIENTARE IL NOSTRO CUORE E LE NOSTRE AZIONI SECONDO IL VOLERE DIVINO. PER QUESTO PREGHIAMO E CHIEDIAMO CHE SI FACCIA IN NOI LA VOLONTÀ DI DIO. E perché questa si faccia in noi abbiamo bisogno della volontà di Dio, cioè della sua potenza e protezione, poiché nessuno è forte per le proprie forze, ma lo diviene per la benevolenza e la misericordia di Dio. Infine anche il Signore, mostrando che anche in lui c’era la debolezza propria dell’uomo, disse: «PADRE MIO, SE È POSSIBILE, PASSI DA ME QUESTO CALICE!» (MT 26, 39). E OFFRENDO L’ESEMPIO AI SUOI DISCEPOLI PERCHÉ NON FACESSERO LA VOLONTÀ LORO, MA QUELLA DI DIO, AGGIUNSE: «PERÒ NON COME VOGLIO IO, MA COME VUOI TU».
LA VOLONTÀ DI DIO DUNQUE È QUELLA CHE CRISTO HA ESEGUITO E HA INSEGNATO. È UMILTÀ NELLA CONVERSAZIONE, FERMEZZA NELLA FEDE, DISCREZIONE NELLE PAROLE, NELLE AZIONI GIUSTIZIA, NELLE OPERE MISERICORDIA, NEI COSTUMI SEVERITÀ. VOLONTÀ DI DIO È NON FARE DEI TORTI E TOLLERARE IL TORTO SUBITO, MANTENERE LA PACE CON I FRATELLI, AMARE DIO CON TUTTO IL CUORE, AMARLO IN QUANTO È PADRE, TEMERLO IN QUANTO È DIO, NULLA ASSOLUTAMENTE ANTEPORRE A CRISTO, POICHÉ NEPPURE LUI HA PREFERITO QUALCOSA A NOI. VOLONTÀ DI DIO È STARE INSEPARABILMENTE UNITI AL SUO AMORE, RIMANERE ACCANTO ALLA SUA CROCE CON CORAGGIO E FORZA, DARGLI FERMA TESTIMONIANZA QUANDO È IN DISCUSSIONE IL SUO NOME E IL SUO ONORE, MOSTRARE SICUREZZA DELLA BUONA CAUSA, QUANDO CI BATTIAMO PER LUI, ACCETTARE CON LIETO ANIMO LA MORTE QUANDO ESSA VERRÀ PER PORTARCI AL PREMIO.
QUESTO SIGNIFICA VOLER ESSERE COEREDI DI CRISTO, QUESTO È FARE IL COMANDO DI DIO, QUESTO È ADEMPIERE LA VOLONTÀ DEL PADRE.
SAN CIPRIANO, VESCOVO E MARTIRE
SIA SANTIFICATO IL TUO NOME
QUANTO È PREZIOSA LA GRAZIA DEL SIGNORE, QUANTO ALTA LA SUA DEGNAZIONE E MAGNIFICA LA SUA BONTÀ VERSO DI NOI! EGLI HA VOLUTO CHE NOI CELEBRASSIMO LA NOSTRA PREGHIERA DAVANTI A LUI E LO INVOCASSIMO COL NOME DI PADRE, E COME CRISTO È FIGLIO DI DIO, COSÌ NOI PURE CI CHIAMASSIMO FIGLI DI DIO. QUESTO NOME NESSUNO DI NOI OSEREBBE PRONUNZIARLO NELLA PREGHIERA, SE EGLI STESSO NON CI AVESSE PERMESSO DI PREGARE COSÌ. DOBBIAMO DUNQUE RICORDARE E SAPERE, FRATELLI CARISSIMI, CHE, SE DICIAMO DIO NOSTRO PADRE, DOBBIAMO COMPORTARCI COME FIGLI DI DIO PERCHÉ ALLO STESSO MODO CON CUI NOI CI COMPIACCIAMO DI DIO PADRE, COSÌ ANCH’EGLI SI COMPIACCIA DI NOI.
COMPORTIAMOCI COME TEMPIO DI DIO, PERCHÉ SI VEDA CHE DIO ABITA IN NOI. E IL NOSTRO AGIRE NON SIA IN CONTRASTO CON LO SPIRITO, PERCHÉ, DAL MOMENTO CHE ABBIAMO INCOMINCIATO AD ESSERE CREATURE SPIRITUALI E CELESTI, NON ABBIAMO A PENSARE E COMPIERE SE NON COSE SPIRITUALI E CELESTI, GIACCHÉ LO STESSO SIGNORE DICE: «CHI MI ONORERÀ, ANCH’IO LO ONORERÒ; CHI MI DISPREZZERÀ SARÀ OGGETTO DI DISPREZZO» (1 SAM 2, 30).
ANCHE IL BEATO APOSTOLO IN UNA SUA LETTERA HA SCRITTO: «NON APPARTENETE A VOI STESSI; INFATTI SIETE STATI COMPRATI A CARO PREZZO. GLORIFICATE DUNQUE DIO NEL VOSTRO CORPO!» (1 COR 6, 20).
DOPO QUESTO DICIAMO: «SIA SANTIFICATO IL TUO NOME», NON PERCHÉ AUGURIAMO A DIO CHE SIA SANTIFICATO DALLE NOSTRE PREGHIERE, MA PERCHÉ CHIEDIAMO AL SIGNORE CHE IN NOI SIA SANTIFICATO IL SUO NOME. D’ALTRONDE DA CHI PUÒ ESSERE SANTIFICATO DIO, QUANDO È LUI STESSO CHE SANTIFICA? EGLI DISSE: «SIATE SANTI, PERCHÉ ANCH’IO SONO SANTO» (LV 11, 45). PERCIÒ NOI CHIEDIAMO E IMPLORIAMO CHE, SANTIFICATI DAL BATTESIMO, PERSEVERIAMO IN CIÒ CHE ABBIAMO INCOMINCIATO AD ESSERE. E QUESTO LO CHIEDIAMO OGNI GIORNO. INFATTI ABBIAMO BISOGNO DI UNA QUOTIDIANA SANTIFICAZIONE. SICCOME PECCHIAMO OGNI GIORNO, DOBBIAMO PURIFICARCI DAI NOSTRI DELITTI CON UNA ININTERROTTA SANTIFICAZIONE.
QUALE SIA POI LA SANTIFICAZIONE CHE VIENE OPERATA IN NOI DALLA MISERICORDIA DI DIO LO ANNUNZIA L’APOSTOLO DICENDO: «NÉ IMMORALI, NÉ IDOLATRI, NÉ ADULTERI, NÉ EFFEMINATI, NÉ SODOMITI, NÉ LADRI, NÉ AVARI, NÉ UBRIACONI, NÉ MALDICENTI, NÉ RAPACI EREDITERANNO IL REGNO DI DIO. E TALI ERAVATE ALCUNI DI VOI; MA SIETE STATI LAVATI, SIETE STATI SANTIFICATI, SIETE STATI GIUSTIFICATI NEL NOME DEL SIGNORE GESÙ CRISTO E NELLO SPIRITO DEL NOSTRO DIO!» (1 COR 6, 9-11). CI DICE SANTIFICATI NEL NOME DEL SIGNORE GESÙ CRISTO E NELLO SPIRITO DEL NOSTRO DIO. NOI PREGHIAMO PERCHÉ RIMANGA IN NOI QUESTA SANTIFICAZIONE. E POICHÉ IL SIGNORE E GIUDICE NOSTRO IMPONE A CHI È STATO DA LUI GUARITO O RISUSCITATO DI MAI PIÙ PECCARE, PERCHÉ NON ABBIA AD ACCADERGLI QUALCOSA DI PEGGIO, CHIEDIAMOGLI GIORNO E NOTTE DI CUSTODIRE IN NOI QUELLA SANTITÀ E QUELLA VITA, CHE VIENE DALLA SUA GRAZIA.
San Cipriano, vescovo e martire
LA NOSTRA PREGHIERA DEVE ESSERE PUBBLICA E UNIVERSALE
Innanzitutto il dottore della pace e maestro dell’unità non volle che la preghiera fosse esclusivamente individuale e privata, cioè egoistica, come quando uno prega soltanto per sé. NON DICIAMO «PADRE MIO, CHE SEI NEI CIELI», NÉ: «DAMMI OGGI IL MIO PANE», NÉ CIASCUNO CHIEDE CHE SIA RIMESSO SOLTANTO IL SUO DEBITO, O IMPLORA PER SÉ SOLO DI NON ESSERE INDOTTO IN TENTAZIONE O DI ESSERE LIBERATO DAL MALE. PER NOI LA PREGHIERA È PUBBLICA E UNIVERSALE, «QUANDO PREGHIAMO, NON IMPLORIAMO PER UNO SOLO, MA PER TUTTO IL POPOLO, POICHÉ TUTTO IL POPOLO FORMA UNA COSA SOLA.
IL DIO DELLA PACE E MAESTRO DELLA CONCORDIA, CHE HA INSEGNATO L’UNITÀ, VOLLE CHE CIASCUNO PREGASSE PER TUTTI, COSÌ COME EGLI PORTÒ TUTTI NELLA PERSONA DI UNO SOLO.
Osservarono questa legge della preghiera i tre fanciulli rinchiusi nella fornace di fuoco, quando si accordarono all’unisono nella preghiera e furono unanimi nell’accordo dello spirito. Proprio perché pregavano così, le loro parole furono efficaci ed esaudite: LA PREGHIERA ISPIRATA ALLA PACE, SEMPLICE E INTERIORE SI GUADAGNA LA BENEVOLENZA DI DIO. TROVIAMO SCRITTO CHE GLI APOSTOLI PREGAVANO COSÌ ASSIEME AI DISCEPOLI DOPO L’ASCENSIONE DEL SIGNORE. «ERANO», SI DICE, «TUTTI ASSIDUI E CONCORDI NELLA PREGHIERA INSIEME CON ALCUNE DONNE E CON MARIA, LA MADRE DI GESÙ, E CON I FRATELLI DI LUI» (AT 1, 14). Erano assidui e concordi nella preghiera, manifestando, sia con l’assiduità della loro preghiera sia con la concordia, che Dio, il quale fa abitare unanimi (cfr. Sal 67, 7) nella casa, non ammette nella divina ed eterna dimora se non coloro che pregano in fusione di cuori. QUALI E QUANTE POI SONO, FRATELLI CARISSIMI, LE RIVELAZIONI DELLA PREGHIERA DEL SIGNORE! ESSE SI TROVANO RACCOLTE IN UNA INVOCAZIONE BREVISSIMA, MA CARICA DI SPIRITUALE POTENZA. NON C’È ASSOLUTAMENTE NULLA CHE NON SI TROVI RACCHIUSO IN QUESTA NOSTRA PREGHIERA DI LODE E DI DOMANDA. ESSA, PERCIÒ, FORMA UN VERO COMPENDIO DI DOTTRINA CELESTE.
L’uomo nuovo, rinato e rifatto dal suo Dio per mezzo della sua grazia, IN PRIMO LUOGO DICE «PADRE», PERCHÉ HA GIÀ INCOMINCIATO AD ESSERGLI FIGLIO. «VENNE TRA LA SUA GENTE», È SCRITTO, «MA I SUOI NON L’HANNO ACCOLTO. A QUANTI PERÒ L’HANNO ACCOLTO, HA DATO IL POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO, A QUELLI CHE CREDONO NEL SUO NOME» (GV 1, 11-12).
CHI, DUNQUE, HA CREDUTO NEL SUO NOME ED È DIVENTATO FIGLIO DI DIO, DEVE COMINCIARE DI QUI, DAL RENDERE GRAZIE E PROFESSARSI FIGLIO DI DIO ALLORCHÉ INDICA CHE DIO GLI È PADRE NEI CIELI.
Dalle «Lettere» di sant’Atanasio, vescovo
LUCE, SPLENDORE E GRAZIA DELLA TRINITÀ
NON SAREBBE COSA INUTILE RICERCARE L’ANTICA TRADIZIONE, LA DOTTRINA E LA FEDE DELLA CHIESA CATTOLICA, QUELLA S’INTENDE CHE IL SIGNORE CI HA INSEGNATO, CHE GLI APOSTOLI HANNO PREDICATO, CHE I PADRI HANNO CONSERVATO. SU DI ESSA INFATTI SI FONDA LA CHIESA, DALLA QUALE, SE QUALCUNO SI SARÀ ALLONTANATO, PER NESSUNA RAGIONE POTRÀ ESSERE CRISTIANO, NÉ VENIR CHIAMATO TALE.
La nostra fede è questa: la Trinità santa e perfetta è quella che è distinta nel Padre e nel Figlio e nello Spirito Santo, e non ha nulla di estraneo o di aggiunto dal di fuori, né risulta costituita del Creatore e di realtà create, ma è tutta potenza creatrice e forza operativa. Una è la sua natura, identica a se stessa. Uno è il principio attivo e una l’operazione. Infatti il Padre compie ogni cosa per mezzo del Verbo nello Spirito Santo e, in questo modo, è mantenuta intatta l’unità della santa Trinità. Perciò nella Chiesa viene annunziato un solo Dio che è al di sopra di ogni cosa, agisce per tutto ed è in tutte le cose (cfr. Ef 4, 6). È al di sopra di ogni cosa ovviamente come Padre, come principio e origine. Agisce per tutto, certo per mezzo del Verbo. Infine opera in tutte le cose nello Spirito Santo.
L’APOSTOLO PAOLO, ALLORCHÉ SCRIVE AI CORINZI SULLE REALTÀ SPIRITUALI, RICONDUCE TUTTE LE COSE AD UN SOLO DIO PADRE COME AL PRINCIPIO, IN QUESTO MODO: «VI SONO DIVERSITÀ DI CARISMI, MA UNO SOLO È LO SPIRITO; E VI SONO DIVERSITÀ DI MINISTERI, MA UNO SOLO È IL SIGNORE; VI SONO DIVERSITÀ DI OPERAZIONI, MA UNO SOLO È DIO, CHE OPERA TUTTO IN TUTTI» (1 COR 12, 4-6).
Quelle cose infatti che lo Spirito distribuisce ai singoli, sono date dal Padre per mezzo del Verbo. In verità tutte le cose che sono del Padre sono pure del Figlio. Onde quelle cose che sono concesse dal Figlio nello Spirito sono veri doni del Padre. Parimenti quando lo Spirito è in noi, è anche in noi il Verbo dal quale lo riceviamo, e nel Verbo vi è anche il Padre, e così si realizza quanto è detto: «Verremo io e il Padre e prenderemo dimora presso di lui» (Gv 14, 23). Dove infatti vi è la luce, là vi è anche lo splendore; e dove vi è lo splendore, ivi c’è parimenti la sua efficacia e la sua splendida grazia.
Questa stessa cosa insegna Paolo nella seconda lettera ai Corinzi, con queste parole: «LA GRAZIA DEL SIGNORE GESÙ CRISTO, L’AMORE DI DIO E LA COMUNIONE DELLO SPIRITO SANTO SIANO CON TUTTI VOI» (2 Cor 13, 13). INFATTI LA GRAZIA È IL DONO CHE VIENE DATO NELLA TRINITÀ, È CONCESSO DAL PADRE PER MEZZO DEL FIGLIO NELLO SPIRITO SANTO. COME DAL PADRE PER MEZZO DEL FIGLIO VIENE DATA LA GRAZIA, COSÌ IN NOI NON PUÒ AVVENIRE LA PARTECIPAZIONE DEL DONO SE NON NELLO SPIRITO SANTO. E ALLORA, RESI PARTECIPI DI ESSO, NOI ABBIAMO L’AMORE DEL PADRE, LA GRAZIA DEL FIGLIO E LA COMUNIONE DELLO STESSO SPIRITO.
CARI AMICI, sono appena terminati gli ESERCIZI SPIRITUALI cui hanno partecipato un bel gruppo di preti e religiosi… per ringraziarvi delle preghiere … vi faccio partecipi di qualcosa che uno dei partecipanti mi ha inviato… puo’ farci tanto bene.
Carissimo don Vincenzo,
colgo l’occasione di richiesta del lavoro di presentazione di “Christus vivit” per ringraziare di cuore del tempo di ristoro dell’anima che Villa San Biagio offre tramite la sua dedizione e il suo zelo pastorale. Il corso di esercizi sulla Lettera agli Ebrei mi ha rinfrancato e dato molto di più di quello che mi aspettavo: la riscoperta del grande tesoro della celebrazione eucaristica, proprio mentre mi chiedevo, …., cosa mi sarebbe rimasto e come avrei potuto vivere il servizio sacerdotale fra le sole sudate carte del dottorato. Ebbene, mentre stamattina a messa avete rinnovato i voti …, io, terminato l’ufficio divino, in comunione di preghiera, sono ritornato sulle promesse sacerdotali che di Giovedì Santo si rinnovano solennemente durante la messa crismale. Quanto grande il mistero in vasi di creta e quanta poca considerazione rispetto a quella che merita! Me ne torno a casa facendo mio l’impegno che ha ricordato quel confratello di colore, … la cui presenza, mi ha tanto edificato, di celebrare l’eucarestia, ogni eucarestia, come fosse la prima, ritornando con memoria grata al tempo della “luna di miele”, quando ero alto 1.95 (com’è solito dire simpaticamente lei), andando a riprendere le preghiere di preparazione”ante missam” e di ringraziamento “post missam”, che ricordo aver messo sul libretto della liturgia di ordinazione presbiterale, … e che ahimé ho abbandonato troppo presto. Contemporaneamente voglio celebrare l’eucarestia col fermo proposito come fosse l’ultima e quindi viverla come alto momento di discernimento per rimanere fedele alla chiamata ricevuta, valorizzando finanche quelle formule (penso a quando si va a proclamare il Vangelo, a quando si mettono le due gocce d’acqua nel calice ricolmo di vino, al momento del lavabo, della purificazione…)che, proprio perché da recitare sotto voce, troppe volte ho recitate, anziché pregarle, mordendomi la lingua. Solo in questi giorni in quel di Fano, facendo un salto indietro nel passato e precisamente alla mia adolescenza da ministrante in parrocchia, ho ricordato e finalmente compreso il gesto del mio parroco di porre una cartella con delle carte sull’altare poco prima di celebrare messa, quando accese le candele. Io, arrivato sul presbiterio, dopo l’inchino, mentre lui venerava l’altare col bacio santo, immediatamente tolsi quella carpetta, la cui presenza mi sembrava inopportuna, ma non feci in tempo ad appoggiarla su una sedia che subito il parroco me la fece riporre dov’era, dicendomi semplicemente: “è proprio per questo che oggi celebriamo messa”… e innanzi al mio tentennamento, mentre la gente cantava l’ultima strofa del canto d’ingresso, prosegui dicendomi: “il Signore lo sa”. L’argomento non fu più affrontato, ma solo in questi giorni, pensando alle parole di don Orione, proprio dopo la santa messa, di raccogliere i cavoli dal campo per piantarvi i ragazzi, ho la convinzione che si trattasse anche in quel caso di un progetto presentato ai piedi del Signore, sull’altare, perché divenisse intenzione di preghiere e, quindi, motivo di discernimento. Molte volte tanti messaggi e insegnamenti il Signore semina quotidianamente nella mia vita…. Mi rendo conto di essermi dilungato, ma al bisogno di silenzio, ascolto e interiorizzazione durante i giorni di esercizi spirituali ora si fa largo la gioia della condivisione. Buona giornata e in comunione di preghiera.
D.F.A
GLI OCCHI DI MARIA
(ADRIANO NARDO)
POICHÉ GLI OCCHI SONO UN PO’ LO SPECCHIO
DELLO SPIRITO, COME SONO I TUOI, MARIA,
CHE RIFLETTONO L’ANIMA TUA IMMACOLATA?
CHI PUÒ IMMAGINARE LO SPLENDORE DEGLI
OCCHI TUOI CHE VIDERO, PER PRIMO IL CREATOR
FARSI CREATURA?
SE POTESSIMO MIRARE UN SOLO ISTANTE LA TUA
LUCE, SAREMMO SALVI CERTAMENTE, PERCHÉ
NULLA POTREBBE DISTRARCI DA QUELL’IMMAGINE
SUBLIME D’ETERNITÀ!
RIVOLGI A NOI QUEGLI OCCHI TUOI
MISERICORDIOSI, O DOLCE VERGINE MARIA.
“Mettevo tre gocce di vino e una goccia d’acqua nel palmo della mano sinistra, mentre con l’altra tenevo una piccola ostia:
e così celebravo ogni giorno la Santa Messa e mi sentivo in una cattedrale e il mio cuore si riempiva di gioia.”
Mi colpisce particolarmente, perché questa non è una bella “frase” e basta, si intuisce come dentro a poche righe ci sia intriso il senso della vita sposata all’intero Cielo!
E poi
non posso non provare una immensa gratitudine per ogni volta che VIENE SPIEGATA LA MESSA COSì FLUIDAMENTE IN QUEI DETTAGLI CHE LA RENDONO “APPETITOSA”, VIVA, FONDAMENTALE, SENZA LA QUALE…”NON SI POTREBBE VIVERE”….
GRAZIE!!
sant’Ambrogio, vescovo
IL DOLCE LIBRO DEI SALMI
TUTTA LA SCRITTURA DIVINA SPIRA LA BONTÀ DI DIO, TUTTAVIA LO FA PIÙ DI TUTTO IL DOLCE LIBRO DEI SALMI. Pensiamo a quanto fece Mosè. Egli descrisse le gesta degli antenati sempre con stile piano. Vi furono circostanze, però, nelle quali sentì il bisogno di innalzarsi ad altezze liriche. Così quando in quel memorabile evento fece passare attraverso il Mare Rosso il popolo dei padri, vedendo il re Faraone sommerso con il suo esercito, dopo aver compiuto cose superiori alle sue forze, SI SENTÌ PROFONDAMENTE ISPIRATO E CANTÒ AL SIGNORE UN INNO TRIONFALE. ANCHE MARIA, LA PROFETESSA, PRENDENDO IL CÈMBALO, ESORTAVA LE ALTRE SUE COMPAGNE DICENDO: «CANTATE AL SIGNORE PERCHÉ HA MIRABILMENTE TRIONFATO: HA GETTATO IN MARE CAVALLO E CAVALIERE!» (ES 15, 21).
La storia ammaestra, la legge istruisce, la profezia predice, la correzione castiga, la buona condotta persuade, MA NEL LIBRO DEI SALMI VI È COME UNA SINTESI DI TUTTO QUESTO E COME UNA MEDICINA DELL’UMANA SALVEZZA. CHIUNQUE LI LEGGE, TROVA DI CHE CURARE LE FERITE DELLE PROPRIE PASSIONI CON UNO SPECIALE RIMEDIO. Chiunque voglia lottare, guardi quanto si dice nei salmi e gli sembrerà di trovarsi nella pubblica palestra delle anime e nello stadio delle virtù e gli si offriranno diverse specie di gare. Si scelga fra queste quella alla quale si riconosce più adatto, per giungere più facilmente alla corona del premio.
Se uno ama di ripercorrere e di imitare le gesta degli antenati, troverà tutta la storia dei padri raccolta in un solo salmo, e si procurerà con una breve lettura un vero tesoro per la memoria. Se altri vuol conoscere la forza dell’amore della legge che tutta sta nel vincolo dell’amore, poiché «pieno compimento della legge è l’amore» (Rm 13, 10) legga nei salmi con quanto sentimento di amore uno solo si è esposto a gravi pericoli per respingere il disonore di tutto un popolo e in questa trionfale prova di valore riconoscerà una non minore gloria di amore.
E che dirò del carisma profetico? Ciò che altri hanno annunziato in maniera confusa, solamente a Davide appare promesso con chiarezza ed apertamente. SENTÌ, INFATTI, CHE IL SIGNORE GESÙ SAREBBE NATO DALLA SUA STESSA STIRPE, COME GLI DISSE DIO: «IL FRUTTO DELLE TUE VISCERE IO METTERÒ SUL TUO TRONO!» (SAL 131, 11). NEI SALMI GESÙ NON SOLAMENTE È PREANNUNZIATO NELLA SUA NASCITA PER NOI, MA ACCETTA ANCHE LA SUA PASSIONE, COME CAUSA DI SALVEZZA. PER NOI MUORE, RISORGE, SALE AL CIELO, SIEDE ALLA DESTRA DEL PADRE. CIÒ CHE NESSUN UOMO AVREBBE MAI OSATO DIRE, LO HA ANNUNZIATO IL SALMISTA PROFETA E POI LO HA PREDICATO NEL VANGELO LO STESSO SIGNORE.
Sant’ Antonio di Padova Sacerdote e dottore della Chiesa
Lisbona, Portogallo, c. 1195 – Padova, 13 giugno 1231
Fernando di Buglione nasce a Lisbona. A 15 anni è novizio nel monastero di San Vincenzo, tra i Canonici Regolari di Sant’Agostino. Nel 1219, a 24 anni, viene ordinato prete. Nel 1220 giungono a Coimbra i corpi di cinque frati francescani decapitati in Marocco, dove si erano recati a predicare per ordine di Francesco d’Assisi. Ottenuto il permesso dal provinciale francescano di Spagna e dal priore agostiniano, Fernando entra nel romitorio dei Minori mutando il nome in Antonio. Invitato al Capitolo generale di Assisi, arriva con altri francescani a Santa Maria degli Angeli dove ha modo di ascoltare Francesco, ma non di conoscerlo personalmente. Per circa un anno e mezzo vive nell’eremo di Montepaolo. Su mandato dello stesso Francesco, inizierà poi a predicare in Romagna e poi nell’Italia settentrionale e in Francia. Nel 1227 diventa provinciale dell’Italia settentrionale proseguendo nell’opera di predicazione. Il 13 giugno 1231 si trova a Camposampiero e, sentondosi male, chiede di rientrare a Padova, dove vuole morire: spirerà nel convento dell’Arcella. (Avvenire)
sant’Antonio di Padova, sacerdo
LA PREDICA È EFFICACE QUANDO PARLANO LE OPERE
CHI È PIENO DI SPIRITO SANTO PARLA IN DIVERSE LINGUE. LE DIVERSE LINGUE SONO LE VARIE TESTIMONIANZE SU CRISTO: COSÌ PARLIAMO AGLI ALTRI DI UMILTÀ, DI POVERTÀ, DI PAZIENZA E OBBEDIENZA, QUANDO LE MOSTRIAMO PRESENTI IN NOI STESSI. LA PREDICA È EFFICACE, HA UNA SUA ELOQUENZA, QUANDO PARLANO LE OPERE. CESSINO, VE NE PREGO, LE PAROLE, PARLINO LE OPERE. PURTROPPO SIAMO RICCHI DI PAROLE E VUOTI DI OPERE, E COSÌ SIAMO MALEDETTI DAL SIGNORE, PERCHÉ EGLI MALEDÌ IL FICO, IN CUI NON TROVÒ FRUTTO, MA SOLO FOGLIE. «UNA LEGGE, DICE GREGORIO, SI IMPONGA AL PREDICATORE: METTA IN ATTO CIÒ CHE PREDICA». INUTILMENTE VANTA LA CONOSCENZA DELLA LEGGE COLUI CHE CON LE OPERE DISTRUGGE LA SUA DOTTRINA.
Gli apostoli «cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito Santo dava loro il potere di esprimersi» (At 2, 4). Beato dunque chi parla secondo il dettame di questo Spirito e non secondo l’inclinazione del suo animo. VI SONO INFATTI ALCUNI CHE PARLANO SECONDO IL LORO SPIRITO, RUBANO LE PAROLE DEGLI ALTRI E LE PROPALANO COME PROPRIE. DI COSTORO E DEI LORO SIMILI IL SIGNORE DICE A GEREMIA: «PERCIÒ, ECCOMI CONTRO I PROFETI, ORACOLO DEL SIGNORE, I QUALI SI RUBANO GLI UNI GLI ALTRI LE MIE PAROLE. ECCOMI CONTRO I PROFETI, ORACOLO DEL SIGNORE, CHE MUOVONO LA LINGUA PER DARE ORACOLI. ECCOMI CONTRO I PROFETI DI SOGNI MENZOGNERI, DICE IL SIGNORE, CHE LI RACCONTANO E TRAVÌANO IL MIO POPOLO CON MENZOGNE E MILLANTERIE. IO NON LI HO INVIATI NÉ HO DATO ALCUN ORDINE. ESSI NON GIOVERANNO AFFATTO A QUESTO POPOLO. PAROLA DEL SIGNORE» (GER 23, 30-32).
PARLIAMO QUINDI SECONDO QUANTO CI È DATO DALLO SPIRITO SANTO, E SUPPLICHIAMOLO UMILMENTE CHE CI INFONDA LA SUA GRAZIA PER REALIZZARE DI NUOVO IL GIORNO DI PENTECOSTE NELLA PERFEZIONE DEI CINQUE SENSI E NELL’OSSERVANZA DEL DECALOGO. PREGHIAMOLO CHE CI RICOLMI DI UN POTENTE SPIRITO DI CONTRIZIONE E CHE ACCENDA IN NOI LE LINGUE DI FUOCO PER LA PROFESSIONE DELLA FEDE, PERCHÉ, ARDENTI E ILLUMINATI NEGLI SPLENDORI DEI SANTI, MERITIAMO DI VEDERE DIO UNO E TRINO.
S. Cromazio, vescovo
VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO
«VOI SIETE LA LUCE DEL MONDO. NON PUÒ RESTARE NASCOSTA UNA CITTÀ COLLOCATA SOPRA UN MONTE, NÉ SI ACCENDE UNA LUCERNA PER METTERLA SOTTO IL MOGGIO, MA SOPRA IL LUCERNIERE PERCHÉ FACCIA LUCE A TUTTI QUELLI CHE SONO NELLA CASA» (Mt 5, 14-15).
Il Signore ha chiamato i suoi discepoli «sale della terra», perché hanno dato sapore, per mezzo della sapienza celeste, ai cuori degli uomini resi insipidi dal diavolo. ORA LI CHIAMA ANCHE «LUCE DEL MONDO» PERCHÉ, ILLUMINATI DA LUI STESSO CHE È LA LUCE VERA ED ETERNA, SONO DIVENTATI, A LORO VOLTA, LUCE CHE SPLENDE NELLE TENEBRE.
Egli è il sole di giustizia. Molto giustamente quindi chiama luce del mondo anche i suoi discepoli, in quanto, per mezzo loro, come attraverso raggi splendenti, ha illuminato tutta la terra con la luce della sua verità. DIFFONDENDO LA LUCE DELLA VERITÀ, ESSI HANNO TOLTO LE TENEBRE DELL’ERRORE DAI CUORI DEGLI UOMINI.
Anche noi siamo stati illuminati per mezzo di loro, così da trasformarci da tenebre in luce, come dice l’Apostolo: «SE UN TEMPO ERAVATE TENEBRA, ORA SIETE LUCE NEL SIGNORE: COMPORTATEVI COME FIGLI DELLA LUCE» (Ef 5, 8). E ancora: VOI NON SIETE FIGLI DELLA NOTTE E DELLE TENEBRE, MA FIGLI DELLA LUCE DEL GIORNO (CFR. 1 TS 5, 5). BEN A RAGIONE QUINDI ANCHE SAN GIOVANNI HA LASCIATO SCRITTO NELLA SUA LETTERA: «DIO È LUCE» (1 GV 1, 5) E CHI RIMANE IN DIO SI TROVA NELLA LUCE. POICHÉ DUNQUE CI RALLEGRIAMO DI ESSERE STATI LIBERATI DALLE TENEBRE DELL’ERRORE, È LOGICO CHE QUALI FIGLI DELLA LUCE DOBBIAMO CAMMINARE SEMPRE IN ESSA.
Per questo l’Apostolo dice ancora: Risplendete come astri in questo mondo, attenendovi fedelmente alla parola di vita (cfr. Fil 2, 15-16).
Quella lucerna spirituale che è stata accesa perché ne usiamo a nostra salvezza, deve sempre risplendere in noi. Abbiamo a nostra disposizione la lucerna dei comandamenti di Dio e della grazia spirituale, di cui David dice: Il tuo comandamento è lucerna ai miei piedi e luce nei miei sentieri (cfr. Sal 118, 105). Di questa parla anche Salomone quando afferma: Il comando della legge è come una lucerna (cfr. Pro 6, 23). NON DOBBIAMO QUINDI TENER NASCOSTA QUESTA LUCERNA DELLA LEGGE E DELLA FEDE. DOBBIAMO ANZI TENERLA ALTA NELLA CHIESA, COME SOPRA UN CANDELABRO, AFFINCHÉ SIA DI SALVEZZA A MOLTI, PERCHÉ NOI STESSI CI CONFORTIAMO ALLA LUCE DELLA STESSA VERITÀ E TUTTI I CREDENTI NE SIANO ILLUMINATI.
Paolo VI, papa
MARIA MADRE DELLA CHIESA
Considerando gli stretti rapporti con cui sono collegati tra loro Maria e la Chiesa, a gloria della Beata Vergine e a nostra consolazione DICHIARIAMO MARIA SANTISSIMA MADRE DELLA CHIESA, CIOÈ DI TUTTO IL POPOLO CRISTIANO, SIA DEI FEDELI CHE DEI PASTORI, CHE LA CHIAMANO MADRE AMATISSIMA; E STABILIAMO CHE CON QUESTO TITOLO TUTTO IL POPOLO CRISTIANO D’ORA IN POI TRIBUTI ANCOR PIÙ ONORE ALLA MADRE DI DIO E LE RIVOLGA SUPPLICHE.
Si tratta di un titolo, Venerabili Fratelli, non certo sconosciuto alla pietà dei cristiani; anzi i fedeli e tutta la Chiesa AMANO INVOCARE MARIA SOPRATTUTTO CON QUESTO APPELLATIVO DI MADRE. Questo nome rientra certamente nel solco della vera devozione a Maria, perché si fonda saldamente sulla dignità di cui Maria è stata insignita in quanto MADRE DEL VERBO DI DIO INCARNATO.
Come infatti la divina Maternità è la causa per cui Maria ha una relazione assolutamente unica con Cristo ed è presente nell’opera dell’umana salvezza realizzata da Cristo, così pure soprattutto dalla divina Maternità fluiscono i rapporti che intercorrono tra Maria e la Chiesa; GIACCHÉ MARIA È LA MADRE DI CRISTO, CHE NON APPENA ASSUNSE LA NATURA UMANA NEL SUO GREMBO VERGINALE UNÌ A SÉ COME CAPO IL SUO CORPO MISTICO, OSSIA LA CHIESA. DUNQUE MARIA, COME MADRE DI CRISTO, È DA RITENERE ANCHE MADRE DI TUTTI I FEDELI E I PASTORI, VALE A DIRE DELLA CHIESA.
Pur essendo stata arricchita da Dio di doni generosissimi e meravigliosi perché fosse MADRE DEGNA DEL VERBO INCARNATO, NONDIMENO MARIA CI È VICINA. COME NOI, ANCHE LEI È FIGLIA DI ADAMO, E PERCIÒ NOSTRA SORELLA PER LA COMUNE NATURA UMANA; PER I MERITI FUTURI DI CRISTO ESSA FU IMMUNE DAL PECCATO ORIGINALE, MA AI DONI DIVINAMENTE RICEVUTI AGGIUNSE PERSONALMENTE L’ESEMPIO DELLA SUA FEDE PERFETTA, TANTO DA MERITARE L’ELOGIO EVANGELICO: “BEATA TE CHE HAI CREDUTO”.
In questa vita mortale incarnò la forma perfetta del discepolo di Cristo, fu uno specchio di tutte le virtù, e nel suo ATTEGGIAMENTO RISPECCHIÒ PIENAMENTE QUELLE BEATITUDINI CHE FURONO PROCLAMATE DA CRISTO GESÙ. NE DERIVA CHE NELL’ESPLICARE LA SUA VITA MULTIFORME E LA SUA OPEROSA ATTIVITÀ TUTTA LA CHIESA PRENDA DALLA VERGINE MADRE DI DIO L’ESEMPIO SECONDO IL QUALE SI DEVE IMITARE PERFETTAMENTE CRISTO.
PENTECOSTE (S. José María Escrivá)
“Vieni, o Spirito Santo: illumina il mio intelletto perché conosca i tuoi comandamenti; rafforza il mio cuore contro gli inganni del nemico;
infiamma la mia volontà…
Ho ascoltato la tua voce e non voglio indurire il mio cuore perché le resista dicendo: “Più tardi… domani”.
Nunc coepi! Ora! Per me potrebbe non esserci un domani!
O Spirito di verità e sapienza,
Spirito di comprensione e consiglio,
Spirito di gioia e di pace!
Voglio ciò che vuoi Tu,
lo voglio perché lo vuoi Tu,
lo voglio come lo vuoi Tu,
lo voglio quando lo vuoi Tu”.
LA MISSIONE DELLO SPIRITO SANTO
SANT`IRENEO, VESCOVO
IL SIGNORE CONCEDENDO AI DISCEPOLI IL POTERE DI FAR NASCERE GLI UOMINI IN DIO, diceva loro: «Andate, ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28, 19). E` questo lo Spirito che, per mezzo dei profeti, il Signore promise di effondere negli ultimi tempi sui suoi servi e sulle sue serve, perché ricevessero il dono della profezia. PERCIÒ ESSO DICESSE ANCHE SUL FIGLIO DI DIO, DIVENUTO FIGLIO DELL`UOMO, abituandosi con lui a dimorare nel genere umano, a riposare tra gli uomini e ad abitare nelle creature di Dio, operando in essi la volontà del Padre e rinnovandoli dall`uomo vecchio alla novità di Cristo.
LUCA NARRA CHE QUESTO SPIRITO, DOPO L`ASCENSIONE DEL SIGNORE, VENNE SUI DISCEPOLI NELLA PENTECOSTE CON LA VOLONTÀ E IL POTERE DI INTRODURRE TUTTE LE NAZIONI ALLA VITA E ALLA RIVELAZIONE DEL NUOVO TESTAMENTO. SAREBBERO COSÌ DIVENTATE UN MIRABILE CORO PER INTONARE L`INNO DI LODE A DIO IN PERFETTO ACCORTO, PERCHÉ LO SPIRITO SANTO AVREBBE ANNULLATO LE DISTANZE, ELIMINATO LE STONATURE E TRASFORMANO IL CONSESSO DEI POPOLI IN UNA PRIMIZIA DA OFFRIRE A DIO. Perciò il Signore promise di mandare lui stesso il Paraclito per renderci graditi a Dio. Infatti COME LA FARINA NON SI AMALGAMA IN UN`UNICA MASSA PASTOSA, NÉ DIVENTA UN UNICO PANE SENZA L`ACQUA, COSÌ NEPPURE NOI, MOLTITUDINE DISUNITA, POTEVAMO DIVENTARE UN`UNICA CHIESA IN CRISTO GESÙ SENZA L`«ACQUA» CHE SCENDE DAL CIELO. E come la terra arida se non riceve l`acqua non può dare frutti, così anche noi, semplice e nudo legno secco, non avremmo mai portato frutto di vita senza la «Pioggia» mandata liberamente dall`alto. Il lavacro battesimale con l`azione dello Spirito Santo ci ha unificati tutti nell`anima e nel corpo in quell`unità che preserva dalla morte. Lo Spirito di Dio discese sopra il Signore come Spirito di sapienza e di intelligenza, Spirito di consiglio e di fortezza, Spirito di scienza e di pietà, Spirito del timore di Dio (cfr. Is 11, 2). Il Signore poi a sua volta diede questo Spirito alla Chiesa, mandando dal cielo il Paraclito su tutta la terra…Perciò è necessaria a noi LA RUGIADA DI DIO, PERCHÉ NON ABBIAMO A BRUCIARE E A DIVENTARE INFRUTTUOSI E, LÀ DOVE TROVIAMO L`ACCUSATORE, POSSIAMO AVERE ANCHE L`AVVOCATO.
IL SIGNORE AFFIDA ALLO SPIRITO SANTO QUELL`UOMO INCAPPATO NEI LADRI, CIOÈ NOI. SENTE PIETÀ DI NOI E CI FASCIA LE FERITE, E DÀ I DUE DENARI CON L`IMMAGINE DEL RE. COSÌ IMPRIMENDO NEL NOSTRO SPIRITO, PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO, L`IMMAGINE E L`ISCRIZIONE DEL PADRE E DEL FIGLIO, FA FRUTTIFICARE IN NOI I TALENTI AFFIDATICI PERCHÉ LI RESTITUIAMO POI MOLTIPLICATI AL SIGNORE.
” SPIRITO SANTO DI DIO,
VIENI AD ABITARE IN NOI !”
Nostra Fonte Genitrice,
Tutti Unisci Nell’amore
I Credenti Nuovi E Liberi.
TU ALLE NASCITE PRESIEDI,
TU Con Gli Uomini Cammini,
Nostra Gloria Creatrice.
TU DEL CANTO ISPIRAZIONE,
TU Delle Opere Il Fervore,
TU Del Pianto Sei Conforto.
GIOIA PURA DELLA SCIENZA,
Luce Viva Di Chi Cerca,
TU L’AMORE DI OGNI AMORE.
DOLCE OSPITE DELL’ANIMA.
Dell’arsure Refrigerio
E Riposo Alla Fatica.
TU AMICO A CHI E’ SOLO,
TU Del Povero Ricchezza,
Tu Speranza Di Chi Muore.
O TU DIO IN DIO AMORE,
TU SEI LUCE DEL MISTERO,
TU LA VITA DI OGNI VITA. ( AMEN)
(M. Turoldo)
LA CHIESA PARLA IN TUTTE LE LINGUE
Dai «Discorsi» di un autore africano del sec. VI (Disc. 8, 1-3)
Gli apostoli hanno parlato in tutte le lingue. Così certamente Dio volle allora manifestare la presenza dello Spirito Santo, in modo che colui che l`avesse ricevuto, potesse parlare in tutte le lingue. Bisogna infatti comprendere bene, fratelli carissimi, che è proprio grazie allo Spirito santo che la carità di Dio si trova nei nostri cuori. E poiché la carità doveva radunare la Chiesa di Dio da ogni parte del mondo, un solo uomo, ricevendo lo Spirito Santo, poté allora parlare tutte le lingue. Così ora la Chiesa, radunata per opera dello Spirito Santo, esprime la sua unità in tutte le lingue. Perciò se qualcuno dirà a uno di noi: Hai ricevuto lo Spirito Santo, per quale motivo non parli in tutte le lingue?
DEVI RISPONDERE: CERTO CHE PARLO IN TUTTE LE LINGUE? DEVI RISPONDERE: CERTO CHE PARLO IN TUTTE LE LINGUE, INFATTI SONO INSERITO IN QUEL CORPO DI CRISTO CIOÈ NELLA CHIESA, CHE PARLA TUTTE LE LINGUE. CHE COSA ALTRO IN REALTÀ VOLLE SIGNIFICARE DIO PER MEZZO DELLA PRESENZA DELLO SPIRITO SANTO, SE NON CHE LA SUA CHIESA AVREBBE PARLATO IN TUTTE LE LINGUE?
Si compì in questo modo ciò che il Signore aveva promesso: Nessuno mette vino nuovo in otri vecchi, ma si mette vino nuovo in otri nuovi e così ambedue si conservano (cfr. Lc 5, 37-38). Perciò quando si udì parlare in tutte le lingue, alcuni a ragione andavano dicendo: «Costoro si sono ubriacati di mosto» (At 2, 13). Infatti erano diventati otri nuovi rinnovati dalla grazia della santità, in modo che ripieni di vino nuovo, cioè dello Spirito Santo, parlando tutte le lingue, erano ferventi, e rappresentavano con quel miracolo evidentissimo che la Chiesa sarebbe diventata cattolica per mezzo delle lingue di tutti i popoli. Celebrate quindi questo giorno, come membra dell`unico corpo di Cristo. Infatti non lo celebrerete inutilmente se voi sarete quello che celebrate. Se cioè sarete incorporati a quella Chiesa, che il Signore colma di Spirito Santo, estende con la sua forza in tutto il mondo, riconosce come sua, venendo da essa riconosciuto. LO SPOSO NON HA ABBANDONATO LA SUA SPOSA, PERCIÒ NESSUNO GLIENE PUÒ DARE UN`ALTRA DIVERSA. SOLO A VOI, INFATTI, CHE SIETE FORMATI DALL`UNIONE DI TUTTI I POPOLI, CIOÈ A VOI, CHIESA DI CRISTO, CORPO DI CRISTO, SPOSA DI CRISTO, L`APOSTOLO DICE: SOPPORTATEVI A VICENDA CON AMORE E CERCATE DI CONSERVARE L`UNITÀ DELLO SPIRITO PER MEZZO DEL VINCOLO DELLA PACE (cfr. Ef 4, 2). Vedete che dove comandò di sopportarci vicendevolmente, là pose l`amore. Dove constatò la speranza dell`unità, là mostrò il vincolo della pace. QUESTA È LA CASA DI DIO, EDIFICATA CON PIETRE VIVE, NELLA QUALE, EGLI SI COMPIACE DI ABITARE E DOVE I SUOI OCCHI NON DEBBANO ESSERE OFFESI DA NESSUNA SCIAGURATA DIVISIONE.
Quando dai, aggiungi un po’ di te
QUANDO DAI, AGGIUNGI SEMPRE
UN PO’ DI TE A CIÒ CHE DAI:
UN PIZZICO DELLA TUA MENTE,
UN BATTITO DEL TUO CUORE,
UNA VIBRAZIONE DELLA TUA ANIMA.
E avrai dato di più.
Quando dai,
fallo sempre col sorriso sulle labbra,
aggiungici poi una manciata di gioia e d’allegria,
e porgi il tutto con la mano dell’amore.
E avrai dato di più.
Quando dai non pensare di ricevere
e riceverai tanto, e subito;
la gioia di aver dato
e la vittoria sul tuo egoismo.
SE QUANDO DAI,
DAI ANCHE TE STESSO DARAI DI PIÙ,
E RICEVERAI DI PIÙ
Quanto necessario è lo Spirito Santo per noi, e se è vero che un cristiano non può vivere senza Eucaristia, ancor meno può vivere da cristiano senza questo Spirito. Gesù muore e sale al cielo proprio per potercelo donare.Ciò che possiede Cristo, cioè lo Spirito che procede dal Padre, Egli ha fatto in modo che procedesse tra Lui e noi così da unirci al Padre nel medesimo Spirito. Questo è il Dono immenso che Cristo riversa sulla Chiesa, senza noi siamo orfani e deboli, senza siamo tiepidi, senza non conosciamo, senza non amiamo. Il Signore continui a riversare nelle anime questo Fuoco e bruci ogni inganno che ci fa tiepidi per il cielo.
Sant’Ilario, vescovo
Il Dono del Padre in Cristo
IL SIGNORE COMANDÒ DI BATTEZZARE NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO. IL CATECUMENO VIENE BATTEZZATO PROFESSANDO PERCIÒ LA FEDE NEL CREATORE, NELL’UNIGENITO, NEL DONO.
UNICO È IL CREATORE DI TUTTO. UNO INFATTI DIO PADRE DA CUI HANNO PRINCIPIO TUTTE LE COSE. UNICO È ANCHE L’UNIGENITO, IL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO, PER MEZZO DEL QUALE TUTTE LE COSE FURONO CREATE, E UNICO LO SPIRITO DATO IN DONO A TUTTI. Ascoltiamo dalle parole dello stesso Signore quale sia il suo compito nei nostri confronti. Dice: «MOLTE COSE HO ANCORA DA DIRVI, MA PER IL MOMENTO NON SIETE CAPACI DI PORTARNE IL PESO» (GV 16, 12). È BENE PER VOI CHE IO ME NE VADA, SE ME NE VADO VI MANDERÒ IL CONSOLATORE (CFR. GV 16, 7). Ancora: «Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità» (Gv 14, 16-17). «Egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio» (Gv 16, 13-14).
Siccome la nostra limitatezza non ci permette di intendere né il Padre, né il Figlio, il dono dello Spirito Santo stabilisce un certo contatto tra noi e Dio, e così illumina la nostra fede nelle difficoltà relative all’incarnazione di Dio.
. Allo stesso modo l’anima dell’uomo, se non avrà attinto per mezzo della fede il dono dello Spirito Santo, ha sì la capacità di intendere Dio, ma le manca la luce per conoscerlo.
IL DONO, CHE È IN CRISTO, È DATO INTERAMENTE A TUTTI. RESTA OVUNQUE A NOSTRA DISPOSIZIONE E CI È CONCESSO NELLA MISURA IN CUI VORREMO ACCOGLIERLO. DIMORERÀ IN NOI NELLA MISURA IN CUI CIASCUNO DI NOI VORRÀ MERITARLO.
QUESTO DONO RESTA CON NOI FINO ALLA FINE DEL MONDO, È IL CONFORTO DELLA NOSTRA ATTESA, È IL PEGNO DELLA SPERANZA FUTURA NELLA REALIZZAZIONE DEI SUOI DONI, È LA LUCE DELLE NOSTRE MENTI, LO SPLENDORE DELLE NOSTRE ANIME.
PRENDI IL LARGO
(DOM HELDER CAMARA, MILLE RAGIONI PER VIVERE)
QUANDO IL TUO BATTELLO ANCORATO DA MOLTO TEMPO NEL PORTO TI LASCERÀ L’IMPRESSIONE INGANNATRICE DI ESSERE UNA CASA, QUANDO IL TUO BATTELLO COMINCERÀ A METTERE RADICI NELL’IMMOBILITÀ DEL MOLO, PRENDI IL LARGO.
E’ NECESSARIO SALVARE A QUALUNQUE PREZZO L’ANIMA VIAGGIATRICE DEL TUO BATTELLO E LA TUA ANIMA DI PELLEGRINO.
San Cirillo di Alessandria, vescovo
Se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore
Il tempo più adatto alla missione dello Spirito e alla sua venuta su di noi era quello che seguì l’ascensione di Cristo al cielo.
FINCHÉ CRISTO INFATTI VIVEVA ANCORA CON IL SUO CORPO INSIEME AI FEDELI, EGLI STESSO, A MIO PARERE, DISPENSAVA LORO OGNI BENE. QUANDO INVECE GIUNSE IL MOMENTO STABILITO DI SALIRE AL PADRE CELESTE, ERA NECESSARIO CHE EGLI FOSSE PRESENTE AI SUOI SEGUACI PER MEZZO DELLO SPIRITO ED ABITASSE PER MEZZO DELLA FEDE NEI NOSTRI CUORI, perché, avendolo in noi, potessimo dire con fiducia «Abbà, Padre» e praticassimo con facilità ogni virtù e inoltre fossimo trovati forti e invincibili contro le insidie del diavolo e gli attacchi degli uomini, dal momento che possedevamo lo Spirito Santo onnipotente.
Che lo Spirito infatti trasformi in un’altra natura coloro nei quali abita e li rinnovi nella loro vita è facile dimostrarlo con testimonianze sia dell’Antico che del Nuovo Testamento.
Samuele infatti, ispirato, rivolgendo la parola a Saul, dice: Lo Spirito del Signore ti investirà e sarai trasformato in altro uomo (cfr. 1 Sam 10, 6). SAN PAOLO POI DICE: E NOI TUTTI, A VISO SCOPERTO, RIFLETTENDO COME IN UNO SPECCHIO LA GLORIA DEL SIGNORE, VENIAMO TRASFORMATI IN QUELLA MEDESIMA IMMAGINE, DI GLORIA IN GLORIA, SECONDO L’AZIONE DELLO SPIRITO DEL SIGNORE. IL SIGNORE POI È SPIRITO (cfr. 2 Cor 3, 17-18).
VEDI COME LO SPIRITO TRASFORMA, PER COSÌ DIRE, IN UN’ALTRA IMMAGINE COLORO NEI QUALI ABITA? INFATTI PORTA CON FACILITÀ DAL GUSTO DELLE COSE TERRENE A QUELLO DELLE SOLE COSE CELESTI E DA UNA IMBELLE TIMIDEZZA AD UNA FORZA D’ANIMO PIENA DI CORAGGIO E DI GRANDE GENEROSITÀ.
I DISCEPOLI ERANO COSÌ DISPOSTI E COSÌ RINFRANCATI NELL’ANIMO DALLO SPIRITO SANTO, DA NON ESSERE PER NULLA VINTI DAGLI ASSALTI DEI PERSECUTORI, MA FORTEMENTE STRETTI ALL’AMORE DI CRISTO.
È vero dunque quello che dice il Salvatore: È meglio per voi che io me ne ritorni in cielo (cfr. Gv 16, 7). Quello infatti era il tempo in cui sarebbe disceso lo Spirito Santo.
… DI QUESTI TEMPI … ASCOLTARE PENSIERI COSI’ NOBILI… UNA BOCCATA D’OSSIGENO
L’IMPEGNO POLITICO
(GIORGIO LA PIRA, DISCORSI)
NON SI DICA QUELLA SOLITA FRASE POCO SERIA: LA POLITICA È UNA COSA BRUTTA! NO: L’IMPEGNO POLITICO – CIOÈ L’IMPEGNO DIRETTO ALLA COSTRUZIONE CRISTIANAMENTE ISPIRATA DELLA SOCIETÀ IN TUTTI I SUOI ORDINAMENTI A COMINCIARE DALL’ECONOMICO – È UN IMPEGNO DI UMANITÀ E DI SANTITÀ: È UN IMPEGNO CHE DEVE POTERE CONVOGLIARE VERSO DI SÉ GLI SFORZI DI UNA VITA TUTTA TESSUTA DI PREGHIERA, DI MEDITAZIONE, DI PRUDENZA, DI FORTEZZA, DI GIUSTIZIA E DI CARITÀ.
Dalle «Lettere» di san Bonifacio,
PASTORE SOLLECITO CHE VIGILA SUL GREGGE DI CRISTO
LA CHIESA È COME UNA GRANDE NAVE CHE SOLCA IL MARE DEL MONDO. SBATTUTA COM’È DAI DIVERSI FLUTTI DI AVVERSITÀ, NON SI DEVE ABBANDONARE, MA GUIDARE.
Grandi nocchieri furono i primi padri, quali Clemente e Cornelio e moltissimi altri a Roma, Cipriano a Cartagine e Atanasio ad Alessandria. Essi al tempo degli imperatori pagani, governavano la nave di Cristo, anzi la sua carissima Sposa. INSEGNARONO, COMBATTERONO, FATICARONO E SOFFRIRONO FINO A DARE IL LORO SANGUE.
AL PENSIERO DI QUESTE COSE E DI ALTRE SIMILI, TIMORE E SPAVENTO MI HANNO INVASO E QUASI MI HANNO SOPRAFFATTO (CFR. SAL 54,6) LE TENEBRE DEI MIEI PECCATI. PERCIÒ AVREI VOLUTO ABBANDONARE DEL TUTTO IL TIMONE DELLA CHIESA, SE AVESSI TROVATO PRECEDENTI SIMILI NEI PADRI O NELLE SACRE SCRITTURE. MA NON POTENDOLO FARE, L’ANIMA MIA STANCA RICORRE A COLUI CHE PER MEZZO DI SALOMONE DICE: «CONFIDA NEL SIGNORE CON TUTTO IL CUORE E NON APPOGGIARTI SULLA TUA INTELLIGENZA; IN TUTTI I TUOI PASSI PENSA A LUI ED EGLI APPIANERÀ I TUOI SENTIERI» (Pro 3,5-6). Ed altrove: «Il nome del Signore è una torre fortissima. Il giusto vi si rifugia ed è al sicuro» (Pro 18,10).
Stiamo saldi nella giustizia e prepariamo le nostre anime alla tentazione per ottenere l’appoggio di Dio e diciamogli: «SIGNORE, TU SEI STATO PER NOI RIFUGIO DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE» (SAL 89,1).
CONFIDIAMO IN LUI CHE HA MESSO SULLE NOSTRE SPALLE QUESTO PESO. CIÒ CHE NOI DA SOLI NON SIAMO CAPACI DI PORTARE, PORTIAMOLO CON IL SUO AIUTO. EGLI È ONNIPOTENTE E DICE: «IL MIO GIOGO È DOLCE E IL MIO CARICO LEGGERO» (Mt 11,30).
Stiamo saldi nella battaglia fino al giorno del Signore, perché ci sono venuti addosso giorni di angustia e di tribolazione. Moriamo, se Dio vorrà, per le sante leggi dei nostri padri, per poter conseguire con essi l’eredità eterna.
NON SIAMO DEI CANI MUTI, NON SIAMO SPETTATORI SILENZIOSI, NON SIAMO MERCENARI CHE FUGGONO IL LUPO, MA PASTORI SOLLECITI E VIGILANTI SUL GREGGE DI CRISTO. PREDICHIAMO I DISEGNI DI DIO AI GRANDI E AI PICCOLI, AI RICCHI E AI POVERI. ANNUNZIAMOLI A TUTTI I CETI E A TUTTE LE ETÀ FINCHÉ IL SIGNORE CI DARÀ FORZA, A TEMPO OPPORTUNO E IMPORTUNO, A QUEL MODO CHE SAN GREGORIO SCRISSE NELLA SUA «REGOLA PASTORALE».
LE OPERAZIONI DELLO SPIRITO SANTO
San Basilio Magno, vescovo
E’ STATO CHIAMATO SPIRITO DI DIO E SPIRITO DI VERITÀ, che procede dal Padre: Spirito forte, Spirito retto, Spirito creatore. Spirito Santo è l`appellativo che gli conviene di più e che gli è proprio.
TUTTO CIÒ CHE HA UN CARATTERE SACRO È DA LUI CHE LO DERIVA. Di lui hanno bisogno gli esseri che hanno vita e, come irrorati dalla sua rugiada, ricevono vigore e sostegno nel loro esistere ed agire in ordine al fine naturale per il quale sono fatti.
EGLI È SORGENTE DI SANTIFICAZIONE E LUCE INTELLIGIBILE. Offre ad ogni creatura ragionevole se stesso e con se stesso luce e aiuto per la ricerca della verità. Inaccessibile per natura, può essere percepito per sua bontà. Tutto riempie con la propria forza, ma si rende manifesto solo a quelli che ne sono degni. Ad essi tuttavia egli non si dà in ugual misura, ma si concede in rapporto all`intensità della fede. EGLI VIENE PARTECIPATO SENZA TUTTAVIA SUBIRE ALCUNA ALTERAZIONE. DI LUI TUTTI SONO PARTECIPI, MA EGLI RESTA INTEGRO, ALLO STESSO MODO DEI RAGGI DEL SOLE, I CUI BENEFICI VENGONO SENTITI DA CIASCUNO COME SE RISPLENDESSERO SOLO PER LUI E TUTTAVIA ILLUMINANO LA TERRA E IL MARE E SI CONFONDONO CON L`ARIA. Così anche lo Spirito Santo, pur essendo presente a ciascuno di quanti ne sono capaci come se fosse presente a lui solo, infonde in tutti una grazia sufficiente ed intera. Di lui gode tutto ciò che di lui partecipa, per quanto è permesso alla natura, ma non per quanto egli può. PER LUI I CUORI SI ELEVANO IN ALTO, I DEBOLI VENGONO CONDOTTI PER MANO, I FORTI GIUNGONO ALLA PERFEZIONE. EGLI RISPLENDE SU COLORO CHE SI SONO PURIFICATI DA OGNI BRUTTURA E LI RENDE SPIRITUALI PER MEZZO DELLA COMUNIONE CHE HANNO CON LUI. E COME I CORPI MOLTO TRASPARENTI E NITIDI AL CONTATTO DI UN RAGGIO DIVENTANO ANCH`ESSI MOLTO LUMINOSI ED EMANANO DA SÉ NUOVO BAGLIORE, COSÌ LE ANIME CHE HANNO IN SÉ LO SPIRITO E CHE SONO ILLUMINATE DALLO SPIRITO DIVENTANO ANCH`ESSE SANTE E RIFLETTONO LA GRAZIA SUGLI ALTRI. DALLO SPIRITO L`ANTICIPATA CONOSCENZA DELLE COSE FUTURE, L`APPROFONDIMENTO DEI MISTERI, LA PERCEZIONE DELLE COSE OCCULTE, LE DISTRIBUZIONI DEI DONI, LA FAMILIARITÀ DELLE COSE DEL CIELO, IL TRIPUDIO CON GLI ANGELI. DA LUI LA GIOIA ETERNA, DA LUI L`UNIONE COSTANTE E LA SOMIGLIANZA CON DIO…