Cari amici, invio UNA SINTESI PASTORALE dell’esortazione di Papa Francesco “CHRISTUS VIVIT”  sulla pastorale giovanile.  CON ALCUNE CONSONANZE ORIONINE Se può servire… RINGRAZIAMO IL SIGNORE  E …                          PAPA FRANCESCO! 

“ CHRISTUS  VIVIT ”   Esortazione Apostolica  di Papa Francesco  SINTESI PASTORALE

  • A CHI VUOLE RIVOLGERSI? PER DIRE CHE COSA?   Le prime parole che voglio rivolgere a ciascun giovane sono:   CRISTO VIVE E TI VUOLE VIVO!. Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo. Tutto ciò che Lui tocca diventa giovane, diventa nuovo, si riempie di vita.   LUI È IN TE,  È CON TE.  Per quanto tu ti possa allontanare, accanto a te c’è il Risorto, che ti chiama e ti aspetta per ricominciare.  Quando ti senti vecchio per la tristezza, i rancori,   le paure, Lui sarà lì per ridarti la forza e la speranza.     A TUTTI I GIOVANI cristiani scrivo questa Esortazione apostolica mi rivolgo a tutto il Popolo di Dio, ai pastori e ai fedeli, perché la riflessione interpella tutti noi.  Mi sono lasciato ispirare dalla ricchezza delle riflessioni del Sinodo dell’anno scorso.  Anche i giovani non credenti, hanno proposto questioni che hanno fatto nascere in me nuove domande.   
  • CAPITOLO 1 – ( nn. 5 – 1)                                                         COSA DICE LA PAROLA DI DIO SUI GIOVANI?
  •  – IL RE DAVIDE  è stato scelto quando era un ragazzo… il profeta Samuele disse che il prescelto era il giovane Davide, che pascolava le pecore , perché «l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore» (v. 7).          
  • SALOMONE, quando doveva succedere a suo padre, disse a Dio: «Io sono solo un ragazzo; non so come regolarmi» (1 Re 3,7). Tuttavia, l’audacia della giovinezza lo spinse a chiedere a Dio la saggezza e si dedicò alla sua missione.  
  •   GIUSEPPE era quasi il più piccolo della famiglia (Gen 37,2-3). Tuttavia, Dio gli comunicò  grandi cose ed egli superò i suoi fratelli in incarichi importanti quando aveva circa 20 anni (Gen 37)   
  • SAMUELE era un giovane insicuro, ma il Signore comunicava con lui. Grazie al consiglio di un adulto, aprì il suo cuore per ascoltare la chiamata di Dio: «Parla Signore, il tuo servo ti ascolta»
  • IL PROFETA GEREMIA, chiamato a risvegliare il suo popolo quando era molto giovane: «Ahimè, Signore Dio! Ecco, io non so parlare, perché sono giovane» (Ger 1,6), ma il Signore aggiunse:  «Non aver paura di fronte a loro, perché io sono con te per proteggerti» (Ger 1,8).  
  • -LA GIOVANE RUT fu un esempio di generosità nel rimanere con la suocera caduta in disgrazia  e mostrò anche la sua audacia per andare avanti nella vita (Rt 4,1-17). 
  • GESÙ, L’ETERNAMENTE GIOVANE, vuole donarci un cuore sempre giovane. Al tempo stesso, ci invita a spogliarci dell’«uomo vecchio» per rivestirci dell’uomo «nuovo» che vuol dire avere «sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità» (Col 3,12-13). Ciò significa che la vera giovinezza consiste nell’avere un cuore capace di amare. A Gesù non piaceva il fatto che gli adulti guardassero con disprezzo i più giovani …Chiedeva: «Chi tra voi è più grande diventi come il più giovane» (Lc 22,26).                         
  •   – LA PAROLA DI DIO raccomanda ai genitori: «Non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino» (Col 3,21). Per questo insisto coi giovani che non si lascino rubare la speranza e ad ognuno ripeto: «Nessuno disprezzi la tua giovane età» (1 Tm 4,12)                                              

AI GIOVANI RACCOMANDA: «siate sottomessi agli anziani»          (1 Pt 5,5) perché possiedono un patrimonio di esperienza, hanno sperimentato i successi e i fallimenti, le gioie e i dolori della vita. UN GIOVANE SAGGIO SI APRE AL FUTURO, ma è sempre capace di valorizzare qualcosa dell’esperienza degli altri. 

4 comments

  1. S. AGOSTINO….. IL COMANDAMENTO NUOVO

    Il Signore Gesù afferma che dà un nuovo comandamento ai suoi discepoli, cioè che si amino reciprocamente: «VI DO UN COMANDAMENTO NUOVO: CHE VI AMIATE GLI UNI GLI ALTRI» (Gv 13, 34).
    Ma questo comandamento non esisteva già nell’antica legge del Signore, che prescrive: «Amerai il tuo prossimo come te stesso»? (Lv 19, 18). Perché allora il Signore dice nuovo un comandamento che sembra essere tanto antico? È forse un comandamento nuovo perché ci spoglia dell’uomo vecchio per rivestirci del nuovo? Certo. Rende nuovo chi gli dà ascolto o meglio chi gli si mostra obbediente. MA L’AMORE CHE RIGENERA NON È QUELLO PURAMENTE UMANO. È QUELLO CHE IL SIGNORE CONTRADDISTINGUE E QUALIFICA CON LE PAROLE: «COME IO VI HO AMATI» (Gv 13, 34).
    Questo è l’amore che ci rinnova, perché diventiamo uomini nuovi, eredi della nuova alleanza, cantori di un nuovo cantico. Quest’amore, fratelli carissimi, ha rinnovato gli antichi giusti, i patriarchi e i profeti, come in seguito ha rinnovato gli apostoli. Quest’amore ora rinnova anche tutti i popoli, e di tutto il genere umano, sparso sulla terra, forma un popolo nuovo, corpo della nuova Sposa dell’unigenito Figlio di Dio, della quale si parla nel Cantico dei cantici: Chi è colei che si alza splendente di candore? (cfr. Ct 8, 5). Certo splendente di candore perché è rinnovata. Da chi se non dal nuovo comandamento?
    PER QUESTO I MEMBRI SONO SOLLECITI A VICENDA; E SE UN MEMBRO SOFFRE, CON LUI TUTTI SOFFRONO, E SE UNO È ONORATO, TUTTI GIOISCONO CON LUI (cfr. 1 Cor 12, 25-26). Ascoltano e mettono in pratica quanto insegna il Signore: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri» (Gv 13, 34), MA NON COME SI AMANO COLORO CHE SEDUCONO, NÉ COME SI AMANO GLI UOMINI PER IL SOLO FATTO CHE SONO UOMINI. MA COME SI AMANO COLORO CHE SONO DÈI E FIGLI DELL’ALTISSIMO, PER ESSERE FRATELLI DELL’UNICO FIGLIO SUO. AMANDOSI A VICENDA DI QUELL’AMORE CON IL QUALE EGLI STESSO HA AMATO GLI UOMINI, SUOI FRATELLI, PER POTERLI GUIDARE LÀ DOVE IL DESIDERIO SARÀ SAZIATO DI BENI (CFR. SAL 102, 5).
    IL DESIDERIO SARÀ PIENAMENTE APPAGATO, QUANDO DIO SARÀ TUTTO IN TUTTI (cfr. 1 Cor 15, 28).
    Questo è l’amore che ci dona colui che ha raccomandato: «Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13, 34). A questo fine quindi ci ha amati, perché anche noi ci amiamo a vicenda. CI AMAVA E PERCIÒ HA VOLUTO CI TROVASSIMO LEGATI DI RECIPROCO AMORE, PERCHÉ FOSSIMO IL CORPO DEL SUPREMO CAPO E MEMBRA STRETTE DA UN COSÌ DOLCE VINCOLO.

  2. LA MISERICORDIA DI DIO
    (SANT’ AGOSTINO, DISCORSO 207,1)
    POTEVA ESSERCI MISERICORDIA VERSO DI NOI INFELICI MAGGIORE DI QUELLA CHE INDUSSE IL CREATORE DEL CIELO A SCENDERE DAL CIELO E IL CREATORE DELLA TERRA A RIVESTIRSI DI UN CORPO MORTALE?
    …QUELLA STESSA MISERICORDIA INDUSSE IL SIGNORE DEL MONDO A RIVESTIRSI DELLA NATURA DI SERVO, DI MODO CHE
    PUR ESSENDO PANE AVESSE FAME,
    PUR ESSENDO LA SAZIETÀ PIENA AVESSE SETE,
    PUR ESSENDO LA POTENZA DIVENISSE DEBOLE,
    PUR ESSENDO LA SALVEZZA VENISSE FERITO,
    PUR ESSENDO VITA POTESSE MORIRE.
    E TUTTO QUESTO PER SAZIARE LA NOSTRA FAME,
    ALLEVIARE LA NOSTRA ARSURA,
    RAFFORZARE LA NOSTRA DEBOLEZZA,
    CANCELLARE LA NOSTRA INIQUITÀ,
    ACCENDERE LA NOSTRA CARITÀ.

  3. DAVANTI AL RE…
    Martin Buber

    E’ COME UN POVERO CHE NON HA MANGIATO DA TRE GIORNI E I SUOI ABITI SONO STRACCIATI E COSI’ EGLI APPARE DAVANTI AL RE; HA FORSE BISOGNO DI DIRE COSA DESIDERA? COSI’ STA IL FEDELE DAVANTI A DIO…
    EGLI STESSO E’ UNA PREGHIERA.

  4. MOSTRACI, SIGNORE, CHI HAI DESIGNATO
    san Giovanni Crisostomo
    «In quei giorni, Pietro si alzò in mezzo ai fratelli e disse …» (At 1, 15). Dato che era il più zelante e gli era stato affidato da Cristo il gregge, e dato che era il primo nell’assemblea, per primo prende la parola: Fratelli, occorre scegliere uno tra noi (cfr. At 1, 21-22). LASCIA AI PRESENTI IL GIUDIZIO, STIMANDO DEGNI D’OGNI FIDUCIA COLORO CHE SAREBBERO STATI SCELTI E INFINE GARANTENDOSI CONTRO OGNI ODIOSITÀ CHE POTEVA SORGERE. INFATTI DECISIONI COSÌ IMPORTANTI SONO SPESSO ORIGINE DI NUMEROSI CONTRASTI.
    E non poteva essere lo stesso Pietro a scegliere? Certo che poteva, ma se ne astiene per non sembrare di fare parzialità. D’altra parte non aveva ancora ricevuto lo Spirito Santo. «Ne furono proposti, Giuseppe, detto Barsabba che era soprannominato Giusto, e Mattia» (At 1, 23). Non li presentò lui, ma tutti. Lui motivò la scelta, dimostrando che non era sua, ma già contemplata dalla profezia. COSÌ EGLI FU SOLO L’INTERPRETE, NON UNO CHE IMPONE IL PROPRIO GIUDIZIO.
    Continua: Bisogna, dunque, che tra questi uomini che sono radunati con noi … (cfr. At 1, 21). Osserva quanta oculatezza richieda già nei testimoni, anche se doveva ancora venire lo Spirito. Egli comunque tratta con grande diligenza questa scelta.
    Tra questi uomini, prosegue, che sono stati con noi tutto il tempo che visse tra noi il Signore Gesù. Parla di coloro che erano vissuti con Gesù, non quindi semplici discepoli. All’inizio molti lo seguivano: ecco perché afferma: Era uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e avevano seguito Gesù.
    «Per tutto il tempo in cui il Signore Gesù ha vissuto in mezzo a noi, incominciando dal battesimo di Giovanni» (At 1, 21). E sì, perché gli avvenimenti accaduti prima, nessuno li ricordava con esattezza, ma li appresero dallo Spirito. «Fino al giorno in cui (Gesù) è stato di tra noi assunto in cielo, uno divenga insieme a noi testimone della sua risurrezione» (At 1, 22). NON DICE: TESTIMONE DI OGNI COSA, MA «TESTIMONE DELLA SUA RISURREZIONE», SEMPLICEMENTE.
    Infatti era più credibile uno che affermasse: COLUI CHE MANGIAVA, BEVEVA E FU CROCIFISSO, È PROPRIO LO STESSO CHE È RISUSCITATO. PERCIÒ NON ERA NECESSARIO CHE FOSSE TESTIMONE DEL PASSATO NÉ DEL TEMPO SUCCESSIVO E NEPPURE DEI MIRACOLI, MA SOLO DELLA RISURREZIONE. GLI ALTRI AVVENIMENTI ERANO NOTI ED EVIDENTI; LA RISURREZIONE INVECE ERA AVVENUTA DI NASCOSTO ED ERA NOTA SOLO A QUEI POCHI.
    E pregavano insieme dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra …» (At 1, 24). TU, NON NOI. MOLTO GIUSTAMENTE LO INVOCANO COME COLUI CHE CONOSCE I CUORI: DA LUI, INFATTI, DEV’ESSERE FATTA L’ELEZIONE, NON DA ALTRI. PREGAVANO CON TANTA CONFIDENZA, PERCHÉ ERA PROPRIO NECESSARIO CHE UNO FOSSE ELETTO. NON CHIESERO: SCEGLI, MA: MOSTRA L’ELETTO, «COLUI CHE HAI ELETTO», BEN SAPENDO CHE TUTTO È GIÀ STABILITO DA DIO. «E LI TIRARONO A SORTE». NON SI RITENEVANO DEGNI DI FARE ESSI STESSI L’ELEZIONE, PER QUESTO DESIDERARONO ESSERE GUIDATI DA UN SEGNO.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *