Cari amici, vi ricordo le PROPOSTE DI VILLA S. BIAGIO DI GENNAIO 2019:
COSTRUIAMO MURI O… PONTI?
Cari amici, ecco alcuni pensieri per vivere in modo intenso la GIORNATA DEL DIALOGO EBRAICO-CRISTIANO E LA SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
- “Ebrei, cristiani e musulmani udranno l’invito di Abramo a riconciliarsi per contribuire alla salvezza di un mondo minacciato di morte? Uniti, offriranno una mano finalmente fraterna ai loro fratelli dell’Asia e dell’Africa, così come alle masse atee dell’occidente e dell’oriente, votate alle banalità del materialismo mediatico? La salvezza del mondo dipende oggi, dalla scelta di ognuno di noi e di noi tutti insieme. Potremmo salvare questo mondo in perdizione se solo fossimo capaci di amare” (Chouraqui)
- IL DIALOGO DOTTRINALE: …L’affermazione del Vat II sulla gerarchia delle verità rivelate (Ur. 11) aiutò la teologia a ricentrarsi sull’essenziale e a trovare molti punti in consonanza sostanziale…
- Non atteggiamenti di opposizione ma di complementarietà
- le discussioni in una atmosfera di preghiera “che la teologia sia grondante di preghiera”
- LE NUOVE FRONTIERE DELL’ECUMENISMO
- Ecumenismo non come qualcosa che riguarda solo i vertici delle Chiese… i giovani si allontanano.
- La polemica tra ortodossia e ortoprassi: la base non vuole una azione congiunta a bene del mondo
- Non centrarsi sulle proprie chiese ma mettersi a servizio del mondo. Da una chiesa per se a una chiesa per gli altri.
- Non serve più una teologia che non faccia riferimento al momento storico e all’uomo che Dio è venuto a servire.
- C’è bisogno di pane ma anche di vangelo… E allora si parla di Ecumenismo del pane ed ecumenismo del Vangelo: c’è bisogno di tutti e due
- DON ORIONE: “…a tutti avrei voluto dare col pane del corpo il divino balsamo della fede”
VIVERE L’ECUMENISMO oggi
- Ecumenismo coinvolge tutti i cristiani non solo i vertici
- ecumenismo è un atteggiamento interiore, uno spirito, una disposizione di animo. di continua riforma
- IL DIALOGO ECUMENICO è la migliore scuola di conversione del cuore… preghiera per l’unità
- ecumenismo non è la somma delle nostre teologie.. è la ricerca della volontà di Dio sulla chiesa
- importanza della preghiera in comune non vista in funzione del “ritorno” della chiesa smarrita ma come diceva Couturier fatta per chiedere che “venga l’unità visibile del regno di Dio, come Cristo la vuole”
E IL DIALOGO ECUMENICO
- Il dialogo ecumenico: Con quali atteggiamenti? L’impegno ecumenico risponde alla preghiera del Signore Gesù che « tutti siano una sola cosa » (Gv 17,21). Dobbiamo ricordare che siamo pellegrini e che peregriniamo insieme. A tale scopo bisogna affidare il cuore al compagno di strada senza sospetti, e guardare anzitutto a quello che cerchiamo: la pace nel volto dell’unico Dio
- .Imparare gli uni dagli altri? Sono tante e tanto preziose le cose che ci uniscono! Quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri! Non si tratta di ricevere informazioni sugli altri per conoscerli meglio, ma di raccogliere quello che lo Spirito ha seminato in loro come un dono anche per noi.
Per esempio? Solo per fare un esempio, nel dialogo con i fratelli ortodossi, noi cattolici abbiamo la possibilità di imparare qualcosa di più sul significato della collegialità episcopale e sulla loro esperienza della sinodalità.
- E con gli Ebrei, quale dialogo è possibile? Uno sguardo molto speciale si rivolge al popolo ebreo, la cui Alleanza con Dio non è mai stata revocata, perché « i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili » (Rm 11,29). Crediamo con loro nell’unico Dio che agisce nella storia, e accogliamo con loro la comune Parola rivelata.
- Come guardare alle incomprensioni del passato? L’affetto che si è sviluppato ci porta a dispiacerci per le terribili persecuzioni di cui furono e sono OGGETTO
- Quali grandi valori ci uniscono? Dio continua ad operare nel popolo dell’Antica Alleanza Anche la Chiesa si arricchisce quando raccoglie i valori dell’Ebraismo. Esiste una ricca complementarietà che ci permette di leggere insieme i testi della Bibbia ebraica e aiutarci a sviscerare le ricchezze della Parola, e la comune preoccupazione per la giustizia e lo sviluppo dei popoli. (Evangelii Gaudium, 2013).
I NOSTRI FRATELLI MAGGIORI
LE RADICI EBRAICHE DELLA FEDE CRISTIANA
- L’EBRAICITÀ DI GESÙ
– La madre di Gesù è una giovane ebrea, figlia di genitori ebrei che osservano gli insegnamenti della legge – Giuseppe, lo sposo di Maria, è un ebreo della stirpe di Davide. Gesù è nato in una famiglia di ebrei osservanti ed è nato a Betlemme di Giudea, come predetto dal profeta Michea (5,1) – Ad Israele Dio ha donato la Torah, che i Maestri ebrei definiscono il “bacio” di Dio agli uomini. Matteo ritiene così importanti le origini ebraiche di Gesù da iniziare il suo Vangelo con la “Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. Abramo generò Isacco…”, e così fino ad arrivare a Giuseppe, sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù.
- Qualche episodio significativo sull’ebraicità di Gesù:
1) – Otto giorni dopo la sua nascita, Gesù viene presentato dai suoi genitori al tempio di Gerusalemme dove viene offerto al Signore e circonciso, secondo la Legge di Mosè (Lc 2,21).
2) – Quando poi Gesù raggiunge l’età stabilita dalla Legge, diventa “figlio del precetto” col rito del bar-mizvah, che segna l’ingresso nel mondo degli adulti di ogni ragazzo ebreo. Il Vangelo di Luca riporta l’episodio di Gesù giovinetto “seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava” (2,46);
3) – I Vangeli raccontano anche che Gesù, come tutti gli ebrei osservanti, si recava a Gerusalemme, tre volte l’anno, per le feste di Pèsach (Pasqua), Shavuòt (Pentecoste) e Sukkòt (Capanne).
4) – Gesù era un Maestro ebreo, un Rabbino che conosceva perfettamente la Torah, i Profeti e gli altri Scritti. Egli citava spesso i testi sacri, e recitava i Salmi. Luca, dice che Gesù “insegnava nelle loro sinagoghe e tutti ne facevano grandi lodi”. Poi aggiunge: “ Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gesù, nella sinagoga, ha letto il testo d’Isaia che annunciava la venuta del Messia,
5) – Gesù, come tutti i maestri della Torah, insegnava stando seduto, e parlava suggellando i suoi detti con la parola: “Amen!” Egli stesso dirà: “Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento”. Noi, quando recitiamo i Salmi, ci rivolgiamo a Dio con le stesse parole con cui il Figlio di Dio conversava col Padre suo. I Salmi con cui la Chiesa prega sono i Salmi di Israele; sono gli stessi con cui pregava e prega il popolo ebraico. Il Padre Nostro, la preghiera che Gesù ha insegnato ai suoi discepoli, così cara a noi cristiani, ha le sue fonti ebraiche, tant’è che un ebreo non avrebbe alcuna difficoltà a recitarla con noi. Quindi, come ha detto Giovanni Paolo II nella Sinagoga di Roma: «La religione ebraica non ci è “estrinseca” ma, in un certo senso, è “intrinseca” alla nostra religione. Noi abbiamo dunque verso di lei dei rapporti che non abbiamo con nessun’altra religione. Voi siete i nostri fratelli preferiti e, in un certo senso, si potrebbe dire i nostri fratelli maggiori».
LEGGI tutto NELL’ALLEGATO …
– C 13A INDICAZIONI ECUMENICHE OGGI 2019
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VENERDÌ 18 – 20: WEEK – END DELLO SPIRITO
- – EGLI E’ LA NOSTRA PACE: Lettera agli Efesini (S. Paolo)
- – LA FORZA DEL DIALOGO (Papa Francesco)
- – ECUMENISMO DELLA CARITÀ –
- – LA PACE VALE PIU’ DI TUTTO (D. Orione)
- PROGRAMMA:
- VENERDÌ: h. 18.30 S. Messa – Introduzione – Preghiera personale
- SABATO: h.9: Meditazione h.15.30: SCUOLA DI PREGHIERA h.21: Momento Mariano – Turni di Adorazione Notturna
- DOMENICA: “Svegliamo l’aurora”: LODI AL SORGERE DEL SOLE Lectio Divina – S.MESSA – Verifica e Risonanze -Pranzo in fraternità
DOMENICA 27 “UNA DOMENICA PER NOI” RITIRO PER FIDANZATI E SPOSI (H. 9 – 12.30)
- PAROLE PER LA PACE IN FAMIGLIA (Papa Francesco)
- “LA PACE VALE PIÙ DI TUTTO” (D. Orione)
INFO E PRENOTAZIONI: – 333.8890.862 – donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it
Godiamoci questa bella pagina di S. FRANCESCO DI SALES un santo mite e umile di cuore …vissuto solo 55 anni!!!
LA DEVOZIONE È POSSIBILE IN OGNI VOCAZIONE E PROFESSIONE
S. FRANCESCO DI SALES
Nella creazione Dio comandò alle piante di produrre i loro frutti, ognuna «secondo la propria specie» (Gn 1, 11). Lo stesso comando rivolge ai cristiani, che sono le piante vive della sua Chiesa, perché producano frutti di devozione, ognuno secondo il suo stato e la sua condizione. La devozione deve essere praticata in modo diverso dal gentiluomo, dall’artigiano, dal domestico dal principe, dalla vedova, dalla donna non sposata e da quella coniugata. Ciò non basta; bisogna anche accordare la pratica della devozione alle forze, agli impegni e ai doveri di ogni persona.
Dimmi, Filotea, sarebbe conveniente se il vescovo volesse vivere in una solitudine simile a quella dei certosini? E se le donne sposate non volessero possedere nulla come i cappuccini? Se l’artigiano passasse tutto il giorno in chiesa come il religioso e il religioso si esponesse a qualsiasi incontro per servire il prossimo come è dovere del vescovo? Questa devozione non sarebbe ridicola, disordinata e inammissibile? Questo errore si verifica tuttavia molto spesso. No, Filotea, la devozione non distrugge nulla quando è sincera ma anzi perfeziona tutto e, quando contrasta con gli impegni di qualcuno, è senza dubbio falsa.
L’ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione fa ancora meglio, perché non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.
Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l’unisce alla devozione. La cura della famiglia è resa più leggera, l’amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili.
È un errore, anzi un’eresia, voler escludere l’esercizio della devozione dell’ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati. E’ vero, Filotea, che la devozione puramente contemplativa, monastica e religiosa può essere vissuta solo in questi stati, ma oltre a questi tre tipi di devozione, ve ne sono molti altri capaci di rendere perfetti coloro che vivono in condizioni secolari. Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta.
MAHATMA GANDHI
“Quando sento cantare:
Gloria a Dio e Pace sulla terra
mi domando dove oggi
sia resa gloria a Dio
e dove sia pace sulla terra.
Finchè la pace
sarà una fame insaziata
e finchè non avremo sradicato
dalla nostra civiltà la violenza,
Cristo non sarà nato”.
NON CAMBIARE (Anthony de Mello)
Per anni sono stato un nevrotico. Ero ansioso, depresso ed egoista. E tutti continuavano a dirmi di cambiare. E tutti continuavano a dirmi quanto fossi nevrotico. E io mi risentivo con loro, ed ero d’accordo con loro, e volevo cambiare, ma non ci riuscivo, per quanto mi sforzassi. Ciò che mi faceva più male era che anche il mio migliore amico continuava a dirmi quanto fossi nevrotico. Anche lui continuava a insistere che cambiassi. E io ero d’accordo anche con lui, e non riuscivo ad avercela con lui. E mi sentivo cosi impotente e intrappolato.
Poi, un giorno, mi disse: «Non cambiare. Rimani come sei. Non importa se cambi o no. IO TI AMO COSÌ COME SEI; NON POSSO FARE A MENO DI AMARTI». Quelle parole suonarono come una musica per le mie orecchie: «NON CAMBIARE. NON CAMBIARE. NON CAMBIARE.. TI AMO».
E mi rilassai. E mi sentii vivo. E, oh meraviglia delle meraviglie, cambiai! Ora so che non potevo cambiare davvero
finché non avessi trovato qualcuno
che mi avrebbe amato, che fossi cambiato o meno.
È COSÌ CHE MI AMI, DIO?
Davvero edificante quella bella pagina su s. Agnese!
Che martirio generoso, senza false gratificazioni se non la INTUIZIONE soavissima di considerare “PRIVILEGIO” il martirio per AMORE DELLO SPOSO!
Che profumo emana la santità vera, concreta.
È IL GIORNO NATALIZIO DI SANT’AGNESE!
S. Ambrogio, Vescovo
È il giorno natalizio per il cielo di una vergine: seguiamone l’integrità. È il giorno natalizio di una martire: offriamo come lei il nostro sacrificio. È IL GIORNO NATALIZIO DI SANT’AGNESE!
Si dice che subì il martirio a DODICI ANNI. Quanto è detestabile questa barbarie, che non ha saputo risparmiare neppure un’età così tenera! Ma certo assai più grande fu la forza della fede, che ha trovato testimonianza in una vita ancora all’inizio. UN CORPO COSÌ MINUSCOLO POTEVA FORSE OFFRIRE SPAZIO AI COLPI DELLA SPADA? Eppure colei che sembrava inaccessibile al ferro, ebbe tanta forza da vincere il ferro. LE FANCIULLE, SUE COETANEE, TREMANO anche allo sguardo severo dei genitori ed escono in pianti e urla per piccole punture, come se avessero ricevuto chissà quali ferite. Agnese invece rimane impavida fra le mani dei carnefici, tinte del suo sangue. Se ne sta salda sotto il peso delle catene e offre poi tutta la sua persona alla spada del carnefice, IGNARA DI CHE COSA SIA IL MORIRE, MA PUR GIÀ PRONTA ALLA MORTE. Trascinata a viva forza all’altare degli dèi e posta fra i carboni accesi, tende le mani a Cristo, e sugli stessi altari sacrileghi innalza il trofeo del Signore vittorioso. METTE IL COLLO E LE MANI IN CEPPI DI FERRO, ANCHE SE NESSUNA CATENA POTEVA SERRARE MEMBRA COSÌ SOTTILI.
Nuovo genere di martirio! Non era ancora capace di subire tormenti, eppure era già matura per la vittoria. Fu difficile la lotta, ma facile la corona. La tenera età diede una perfetta lezione di fortezza. Una sposa novella non andrebbe sì rapida alle nozze come questa vergine andò al luogo del supplizio: gioiosa, agile, con il capo adorno non di corone, ma del Cristo, non di fiori, ma di nobili virtù.
TUTTI PIANGONO, LEI NO. I più si meravigliano che, prodiga di una vita non ancora gustata, la doni come se l’avesse interamente goduta. Stupirono tutti che già fosse testimone della divinità colei che per l’età non poteva ancora essere arbitra di sé. Infine fece sì che si credesse alla sua testimonianza in favore di Dio, lei, cui ancora non si sarebbe creduto se avesse testimoniato in favore di uomini. Invero ciò che va oltre la natura è dall’Autore della natura.
A QUALI TERRIBILI MINACCE NON RICORSE IL MAGISTRATO, PER SPAVENTARLA, A QUALI DOLCI LUSINGHE PER CONVINCERLA, e di quanti aspiranti alla sua mano non le parlò per farla recedere dal suo proposito! Ma essa: «È UN’OFFESA ALLO SPOSO ATTENDERE UN AMANTE. MI AVRÀ CHI MI HA SCELTA PER PRIMO. CARNEFICE, PERCHÉ INDUGI? PERISCA QUESTO CORPO: ESSO PUÒ ESSERE AMATO E DESIDERATO, MA IO NON LO VOGLIO». STETTE FERMA, PREGÒ, CHINÒ LA TESTA.
Avresti potuto vedere il carnefice trepidare, come se il condannato fosse lui, tremare la destra del boia, impallidire il volto di chi temeva il pericolo altrui, mentre la fanciulla non temeva il proprio. Avete dunque in una sola vittima UN DOPPIO MARTIRIO, DI CASTITÀ E DI FEDE. RIMASE VERGINE E CONSEGUÌ LA PALMA DEL MARTIRIO.
Sant’Ignazio di Antiochia
CIASCUNO DI VOI SI STUDI DI FAR CORO.
La perfetta armonia frutto della concordia
È vostro dovere rendere gloria in tutto a Gesù Cristo, che vi ha glorificati; così uniti in un’unica obbedienza, sottomessi al vescovo e al collegio dei presbiteri, conseguirete una perfetta santità.
Non vi do ordini, come se fossi un personaggio importante. Sono incatenato per il suo nome, ma non sono ancora perfetto in Gesù Cristo. APPENA ORA INCOMINCIO AD ESSERE UN SUO DISCEPOLO E PARLO A VOI COME A MIEI CONDISCEPOLI. AVEVO PROPRIO BISOGNO DI ESSERE PREPARATO ALLA LOTTA DA VOI, DALLA VOSTRA FEDE, DALLE VOSTRE ESORTAZIONI, DALLA VOSTRA PAZIENZA E MANSUETUDINE. Ma, poiché la carità non mi permette di tacere con voi, vi ho prevenuti esortandovi a camminare insieme secondo la volontà di Dio. Gesù Cristo, nostra vita inseparabile, opera secondo la volontà del Padre, come i vescovi, costituiti in tutti i luoghi, sino ai confini della terra, agiscono secondo la volontà di Gesù Cristo.
PERCIÒ PROCURATE DI OPERARE IN PERFETTA ARMONIA CON IL VOLERE DEL VOSTRO VESCOVO, COME GIÀ FATE. INFATTI IL VOSTRO VENERABILE COLLEGIO DEI PRESBITERI, DEGNO DI DIO, È COSÌ ARMONICAMENTE UNITO AL VESCOVO, COME LE CORDE ALLA CETRA. IN TAL MODO NELL’ACCORDO DEI VOSTRI SENTIMENTI E NELLA PERFETTA ARMONIA DEL VOSTRO AMORE FRATERNO, S’INNALZERÀ UN CONCERTO DI LODI A GESÙ CRISTO. CIASCUNO DI VOI SI STUDI DI FAR CORO. Nell’armonia della concordia e all’unisono con il tono di Dio per mezzo di Gesù Cristo, ad una voce inneggiate al Padre, ed egli vi ascolterà e vi riconoscerà, dalle vostre buone opere, membra del Figlio suo. Rimanete in un’unità irreprensibile, per essere sempre partecipi di Dio.
SE IO IN POCO TEMPO HO CONTRATTO CON IL VOSTRO VESCOVO UNA COSÌ INTIMA FAMILIARITÀ, CHE NON È UMANA, MA SPIRITUALE, QUANTO PIÙ DOVRÒ STIMARE FELICI VOI CHE SIETE A LUI STRETTAMENTE CONGIUNTI COME LA CHIESA A GESÙ CRISTO E COME GESÙ CRISTO AL PADRE NELL’ARMONIA DI UNA TOTALE UNITÀ! NESSUNO S’INGANNI: CHI NON È ALL’INTERNO DEL SANTUARIO, RESTA PRIVO DEL PANE DI DIO. E SE LA PREGHIERA FATTA DA DUE PERSONE INSIEME HA TANTA EFFICACIA, QUANTO PIÙ NON NE AVRÀ QUELLA DEL VESCOVO E DI TUTTA LA CHIESA?
Sant’AGOSTINO
“Interroga la bellezza della terra, interroga la bellezza del mare, interroga la bellezza dell’aria diffusa e soffusa. Interroga la bellezza del cielo, interroga l’ordine delle stelle, interroga il sole, che col suo splendore rischiara il giorno; interroga la luna, che col suo chiarore modera le tenebre della notte.
Interroga le fiere che si muovono nell’acqua, che camminano sulla terra, che volano nell’aria: anime che si nascondono, corpi che si mostrano; visibile che si fa guidare, invisibile che guida. Interrogali!
Tutti ti risponderanno: Guardaci: siamo belli! La loro bellezza li fa conoscere. Questa bellezza mutevole… chi l’ha creata, se non la BELLEZZA IMMUTABILE?
Mutevole è il corpo per l’età, perché si deteriora, perché si alimenta, perché cresce e si disfa, perché vive e muore.
Allora [gli inquirenti] si sono rivolti all’anima, che concepivano come qualcosa di meglio e avevano ammirato come qualcosa di invisibile;
ma scopersero che anch’essa è mutevole;
ora vuole e ora non vuole;
ora sa e ora non sa;
ora ricorda e ora dimentica;
ora teme e ora osa;
ora si dedica alla saggezza, ora si abbandona alla stoltezza.
Hanno visto dunque che è mutevole e perciò sono andati al di là di essa stessa: hanno cercato cosí qualcosa di IMMUTABILE.
E in questo modo sono giunti a RICONOSCERE DIO.”
MI FIDO DI TE.
Dietrich Bonhoeffer
C’è buio in me, in te Gesù invece c’è luce;
sono solo, ma tu non m’abbandoni;
non ho coraggio, ma tu mi sei d’aiuto;
sono inquieto, ma in te c’è la pace;
c’è amarezza in me, in te pazienza;
non capisco le tue vie, ma tu sai
quale è la mia strada.
MI FIDO DI TE.
TUTTE LE COSE PER MEZZO DEL VERBO FORMANO UN’ARMONIA DIVINA (S. Atanasio)
Non esiste alcuna creatura, e nulla accade, che non sia stato fatto e che non abbia consistenza nel Verbo e per mezzo del Verbo, come insegna san Giovanni: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. TUTTO È STATO FATTO PER MEZZO DI LUI, E NULLA È STATO FATTO SENZA DI LUI (cfr. Gv 1, 1).
COME INFATTI IL MUSICISTA, CON LA CETRA BENE INTONATA, PER MEZZO DI SUONI GRAVI E ACUTI, ABILMENTE COMBINATI, CREA UN’ARMONIA, COSÌ LA SAPIENZA DI DIO, TENENDO NELLE SUE MANI IL MONDO INTERO COME UNA CETRA, unì le cose dell’etere con quelle della terra e le cose celesti con quelle dell’etere, armonizzò le singole parti con il tutto, e creò con un cenno della sua volontà un solo mondo e un solo ordine del mondo, una vera meraviglia di bellezza. LO STESSO VERBO DI DIO, che rimane immobile presso il padre, muove tutte le cose RISPETTANDO LA LORO PROPRIA NATURA, E IL BENEPLACITO DEL PADRE. Ogni realtà, secondo la propria essenza, ha vita e consistenza in lui, e tutte le cose per mezzo del Verbo costituiscono una divina armonia. Perché poi una cosa tanto sublime possa essere in qualche modo capita, PRENDIAMO L’IMMAGINE DI UN IMMENSO CORO. IN UN CORO COMPOSTO DI MOLTI UOMINI, BAMBINI, DONNE, VECCHI E ADOLESCENTI, SOTTO LA DIREZIONE DI UN SOLO MAESTRO, CIASCUNO CANTA SECONDO LA PROPRIA COSTITUZIONE E CAPACITÀ, L’UOMO COME UOMO, IL BAMBINO COME BAMBINO, IL VECCHIO COME VECCHIO, L’ADOLESCENTE COME ADOLESCENTE, TUTTAVIA COSTITUISCONO INSIEME UNA SOLA ARMONIA. Altro Esempio. La nostra anima muove nello stesso tempo i sensi secondo le peculiarità di ciascuno di essi, così che, alla presenza di qualccosa, sono mossi tutti simultaneamente, per cui L’OCCHIO VEDE, L’ORECCHIO ASCOLTA, LA MANO TOCCA, IL NASO ODORA, LA LINGUA GUSTA…Se consideriamo il mondo in modo intelligente constateremo che nel mondo avviene la stessa cosa A UN SOLO CENNO DELLA VOLONTÀ DEL VERBO DI DIO, TUTTE LE COSE FURONO COSÌ BENE ORGANIZZATE, CHE CIASCUNA OPERA CIÒ CHE LE È PROPRIO PER NATURA E TUTTE INSIEME SI MUOVONO IN UN ORDINE PERFETTO.
….MOLTO BELLO ED IMPORTANTE OGNI SUGGERIMENTO PER LA SETTIMANA DELL’UNITA’ DEI CRISTIANI.
GRAZIE SEMPRE E OGNI BENEDIZIONE DAL SIGNORE
• DAL LIBRO DEL SIRACIDE
RICORDERÒ LE OPERE DEL SIGNORE E DESCRIVERÒ QUANTO HO VISTO. QUANTO SONO AMABILI TUTTE LE SUE OPERE! E appena una scintilla se ne può osservare. ORGOGLIO DEI CIELI È IL LIMPIDO FIRMAMENTO, SPETTACOLO CELESTE IN UNA VISIONE DI GLORIA! IL SOLE MENTRE APPARE NEL SUO SORGERE PROCLAMA: «CHE MERAVIGLIA È L’OPERA DELL’ALTISSIMO!». A mezzogiorno dissecca la terra, e di fronte al suo calore chi può resistere? Grande è il Signore che l’ha creato e con la parola ne affretta il rapido corso. ANCHE LA LUNA SEMPRE PUNTUALE NELLE SUE FASI REGOLA I MESI E DETERMINA IL TEMPO. Dalla luna dipende l’indicazione delle feste, luminare che decresce fino alla sua scomparsa. BELLEZZA DEL CIELO LA GLORIA DEGLI ASTRI, ORNAMENTO SPLENDENTE NELLE ALTEZZE DEL SIGNORE. SI COMPORTANO SECONDO GLI ORDINI DEL SANTO, NON SI STANCANO AL LORO POSTO DI SENTINELLE. OSSERVA L’ARCOBALENO E BENEDICI COLUI CHE L’HA FATTO, È BELLISSIMO NEL SUO SPLENDORE. AVVOLGE IL CIELO CON UN CERCHIO DI GLORIA, L’HANNO TESO LE MANI DELL’ALTISSIMO.
FRATELLI (UNGARETTI)
“Di che “reggimento” siete,
FRATELLI?
Parola tremante
nella notte.
Foglia appena nata.
Nell’aria spasimante
involontaria rivolta
dell’uomo presente alla sua
fragilità.
FRATELLI.”
LA VOCAZIONE DI S.ANTONIO
«Vita di S. Antonio» scritta da S.Atanasio
Dopo la morte dei genitori, lasciato solo con la sorella ancor molto piccola, Antonio, all’età di diciotto o vent’anni, si prese cura della casa e della sorella. Non erano ancora trascorsi sei mesi dalla morte dei genitori, quando un giorno, mentre si recava, com’era sua abitudine, alla celebrazione eucaristica, andava riflettendo sulla ragione che aveva indotto gli apostoli a seguire il Salvatore, dopo aver abbandonato ogni cosa. Richiamava alla mente quegli uomini, di cui si parla negli Atti degli Apostoli che, venduti i loro beni, ne portarono il ricavato ai piedi degli apostoli, perché venissero distribuiti ai poveri. Pensava inoltre quali e quanti erano i beni che essi speravano di conseguire in cielo.
MEDITANDO SU QUESTE COSE ENTRÒ IN CHIESA, PROPRIO MENTRE SI LEGGEVA IL VANGELO E SENTÌ CHE IL SIGNORE AVEVA DETTO A QUEL RICCO: «SE VUOI ESSERE PERFETTO, VA’, VENDI QUELLO CHE POSSIEDI, DALLO AI POVERI, POI VIENI E SEGUIMI E AVRAI UN TESORO NEI CIELI» (MT 19, 21).
Allora Antonio, come se quelle parole fossero state lette proprio per lui, USCÌ SUBITO DALLA CHIESA, DIEDE IN DONO AGLI ABITANTI DEL PAESE LE PROPRIETÀ CHE AVEVA EREDITATO DALLA SUA FAMIGLIA — possedeva infatti trecento campi molto fertili e ameni — perché non fossero motivo di affanno per sé e per la sorella. Vendette anche tutti i beni mobili e distribuì ai poveri la forte somma di denaro ricavata, riservandone solo una piccola parte per la sorella. Partecipando un’altra volta all’assemblea liturgica, sentì le parole che il Signore dice nel vangelo:
«NON VI ANGUSTIATE PER IL DOMANI» (MT 6, 34).
Non potendo resistere più a lungo, uscì di nuovo e donò anche ciò che gli era ancora rimasto. AFFIDÒ LA SORELLA ALLE VERGINI CONSACRATE A DIO E POI EGLI STESSO SI DEDICÒ NEI PRESSI DELLA SUA CASA ALLA VITA ASCETICA, E COMINCIÒ A CONDURRE CON FORTEZZA UNA VITA ASPRA, SENZA NULLA CONCEDERE A SE STESSO. EGLI LAVORAVA CON LE PROPRIE MANI: INFATTI AVEVA SENTITO PROCLAMARE: «CHI NON VUOL LAVORARE, NEPPURE MANGI» (2 TS 3, 10).
Con una parte del denaro guadagnato comperava il pane per sé, mentre il resto lo donava ai poveri. Trascorreva molto tempo in preghiera, poiché aveva imparato che bisognava ritirarsi e pregare continuamente ( 1 Ts 5, 17).
ERA COSÌ ATTENTO ALLA LETTURA, CHE NON GLI SFUGGIVA NULLA DI QUANTO ERA SCRITTO, MA CONSERVAVA NELL’ANIMO OGNI COSA AL PUNTO CHE LA MEMORIA FINÌ PER SOSTITUIRE I LIBRI.
TUTTI GLI ABITANTI DEL PAESE E GLI UOMINI GIUSTI, DELLA CUI BONTÀ SI VALEVA, SCORGENDO UN TALE UOMO LO CHIAMAVANO AMICO DI DIO E ALCUNI LO AMAVANO COME UN FIGLIO, ALTRI COME UN FRATELLO.
san Basilio il Grande, vescovo
LA FORZA DI AMARE È IN NOI STESSI
L’AMORE DI DIO NON È UN ATTO IMPOSTO ALL’UOMO DALL’ESTERNO, MA SORGE SPONTANEO DAL CUORE COME ALTRI BENI RISPONDENTI ALLA NOSTRA NATURA. NOI NON ABBIAMO IMPARATO DA ALTRI NÉ A GODERE LA LUCE, NÉ A DESIDERARE LA VITA, NÉ TANTO MENO AD AMARE I NOSTRI GENITORI O I NOSTRI EDUCATORI. COSÌ DUNQUE, ANZI MOLTO DI PIÙ, L’AMORE DI DIO NON DERIVA DA UNA DISCIPLINA ESTERNA, MA SI TROVA NELLA STESSA COSTITUZIONE NATURALE DELL’UOMO, COME UN GERME E UNA FORZA DELLA NATURA STESSA. LO SPIRITO DELL’UOMO HA IN SÉ LA CAPACITÀ ED ANCHE IL BISOGNO DI AMARE.
L’insegnamento rende consapevoli di questa forza, aiuta a coltivarla con diligenza, a nutrirla con ardore e a portarla, con l’aiuto di Dio, fino alla sua massima perfezione. Voi avete cercato di seguire questa via. Mentre ve ne diamo atto, vogliamo contribuire, con la grazia di Dio e per le vostre preghiere, a rendere sempre più viva tale scintilla di amore divino, nascosta in voi dalla potenza dello Spirito Santo.
DICIAMO IN PRIMO LUOGO CHE NOI ABBIAMO RICEVUTO ANTECEDENTEMENTE LA FORZA E LA CAPACITÀ DI OSSERVARE TUTTI I COMANDAMENTI DIVINI, PER CUI NON LI SOPPORTIAMO A MALINCUORE COME SE DA NOI SI ESIGESSE QUALCHE COSA DI SUPERIORE ALLE NOSTRE FORZE, NÉ SIAMO OBBLIGATI A RIPAGARE DI PIÙ DI QUANTO CI SIA STATO ELARGITO. QUANDO DUNQUE FACCIAMO UN RETTO USO DI QUESTE COSE, CONDUCIAMO UNA VITA RICCA DI OGNI VIRTÙ, MENTRE, SE NE FACCIAMO UN CATTIVO USO, CADIAMO NEL VIZIO.
La regola del buon uso vale anche per il dono dell’amore. Nella stessa nostra costituzione naturale possediamo tale forza di amare anche se non possiamo dimostrarla con argomenti esterni, ma ciascuno di noi può sperimentarla da se stesso e in se stesso. NOI, PER ISTINTO NATURALE, DESIDERIAMO TUTTO CIÒ CHE È BUONO E BELLO, BENCHÉ NON A TUTTI SEMBRINO BUONE E BELLE LE STESSE COSE. PARIMENTI SENTIAMO IN NOI, ANCHE SE IN FORME INCONSCE, UNA SPECIALE DISPONIBILITÀ VERSO QUANTI CI SONO VICINI O PER PARENTELA O PER CONVIVENZA, E SPONTANEAMENTE ABBRACCIAMO CON SINCERO AFFETTO QUELLI CHE CI FANNO DEL BENE.
ORA CHE COSA C’È DI PIÙ AMMIRABILE DELLA DIVINA BELLEZZA? QUALE PENSIERO È PIÙ GRADITO E PIÙ SOAVE DELLA MAGNIFICENZA DI DIO? QUALE DESIDERIO DELL’ANIMO È TANTO VEEMENTE E FORTE QUANTO QUELLO INFUSO DA DIO IN UN’ANIMA PURIFICATA DA OGNI PECCATO E CHE DICE CON SINCERO AFFETTO: IO SONO FERITA DALL’AMORE? (CFR. CT 2, 5). INEFFABILI E INENARRABILI SONO DUNQUE GLI SPLENDORI DELLA DIVINA BELLEZZA.
Un giorno sarai uno dei due…
(John Powell)
Quando ero un giovane seminarista, ricordo di essermi recato in infermeria una sera (sinceramente non ne rammento il motivo). Mentre il frate infermiere stava rimboccando le coperte per la notte a due preti costretti a letto, io ero nel corridoio buio e assistetti a tutta la scena. Mentre rimboccava le coperte al primo prete, tirandogliele sotto il mento, l’anziano lo rimbrottò adirato: «Togli la tua faccia dalla mia, fratello». II povero frate andò in silenzio nell’altra stanza dal secondo prete. II prete rispose con gratitudine: «Oh, fratello, sei così buono con noi. Stasera, prima di dormire, dirò una preghiera particolare solo per te». Lì, nel corridoio buio, fui colpito da un’improvvisa consapevolezza. Un giorno io sarei stato uno di quei due vecchi preti. La piena consapevolezza era questa: io stavo già esercitandomi per quel momento. Quando si invecchia, le abitudin i prendono il sopravvento. I vecchi eccentrici si esercitano tutta la vita a essere eccentrici. I vecchi santi si esercitano tutta la vita a essere santi.
La vecchiaia è come un conto in banca.
Ritiriamo alla fine quanto vi abbiamo depositato durante tutta la vita…
LA PREGHIERA tratto dalla “regola di Taizé
Come i discepoli colmi di un’immensa gioia se ne stavano nel tempio a lodarti (Cfr. Lc 24,53), io racconterò le tue meraviglie; poiché tu hai cambiato in esultanza il mio pianto, mi hai cinto di gioia affinché il mio spirito canti le tue lodi e non taccia mai (Cfr. Sal 30(29),12-13).
LA PREGHIERA DELL’UFFICIO SI COLLOCA NELLA COMUNIONE DEI SANTI. MA PER REALIZZARE QUESTA COMUNIONE CON I FEDELI DI TUTTI I TEMPI, DOBBIAMO CONSACRARCI AD UNA INTERCESSIONE ARDENTE PER GLI UOMINI E PER LA CHIESA.
Il Signore potrebbe fare a meno della nostra intercessione e della nostra lode, ma è il mistero di Dio, che esige da noi, suoi collaboratori, di pregare sempre, senza stancarsi mai (Cfr. Lc 18,1).
SIAMO ATTENTI A PENETRARE IL SIGNIFICATO DELL’AZIONE LITURGICA, CERCHIAMO DI COGLIERE, SOTTO I SEGNI ACCESSIBILI ALLA NOSTRA NATURA UMANA, UNA REALTÀ INVISIBILE DELL’ORDINE DEL REGNO DI DIO. MA SIAMO ANCHE ATTENTI A NON MOLTIPLICARE QUESTI SEGNI E A CONSERVARE LORO QUELLA SEMPLICITÀ CHE È GARANZIA DEL LORO VALORE EVANGELICO.
La veste liturgica sta a ricordarci che tutto il nostro essere è stato rivestito da Cristo. È un altro mezzo per esprimere, diversamente che con la parola, la lode del Signore.
LA LODE DEL CRISTO ESPRESSA DALLA LITURGIA È EFFICACE NELLA MISURA IN CUI ESSA PROSEGUE ATTRAVERSO I LAVORI PIÙ UMILI.
NELLA REGOLARITÀ DELL’UFFICIO GERMOGLIA IN NOI L’AMORE DI DIO, SENZA CHE NOI SI SAPPIA COME (CFR. MC 4,27).
LA PREGHIERA COMUNE NON CI DISPENSA DALL’ORAZIONE PERSONALE. L’UNA INTEGRA L’ALTRA. OGNI GIORNO DEDICHIAMO UN MOMENTO PER RINNOVARCI NEL NOSTRO INTIMO CON GESÙ CRISTO.
E poiché vicino a Cristo noi siamo ricolmi della parte migliore (Cfr. Lc 10,42), abbandoniamoci alla Parola viva di Dio, lasciandola entrare nelle più riposte profondità del nostro essere perché s’impadronisca anche del nostro corpo oltre che del nostro spirito. Il Cristo, Verbo fatto carne, si dona a noi visibilmente nel Sacramento.
Perciò, nutriti alla mensa di azioni di grazia, la Santa Cena, e non dimenticare che essa è offerta agli ammalati del Popolo di Dio. Essa è là per te che sempre sei debole ed infermo.
All’ufficio, non serve a nulla spazientirsi per la difficoltà dei fratelli a mettersi all’unisono. Tuttavia, il nostro abbandono ad una vita nascosta in Cristo, non significa né pigrizia, né abitudine e non può essere che partecipazione totale di tutti noi stessi, del corpo e dell’intelligenza, all’opera di Dio.
SE SEI DISATTENTO, RIENTRA NELLA PREGHIERA NON APPENA TI ACCORGI DELLA TUA DISTRAZIONE, SENZA PER QUESTO LAMENTARTI; SE IN SENO ALLA TUA STESSA PREGHIERA TU PROVI LA TUA DEBOLEZZA, POSSIEDI ANCHE LE GARANZIE DELLA VITTORIA DI DIO.
VI SONO GIORNI NEI QUALI PER TE L’UFFICIO DIVENTA PESANTE. SAPPI ALLORA OFFRIRE IL TUO CORPO, POICHÉ LA TUA PRESENZA ATTESTA GIÀ DEL TUO DESIDERIO, MOMENTANEAMENTE IRREALIZZABILE DI LODARE IL TUO SIGNORE. CREDI NELLA PRESENZA DEL CRISTO IN TE, ANCHE SE NON NE SENTI ALCUNA RISONANZA SENSIBILE.
san Clemente I, papa
IL VERBO DI DIO È FONTE DI SAPIENZA
GESÙ CRISTO, FIGLIO DILETTO DI DIO, CI HA CHIAMATI DALLE TENEBRE ALLA LUCE, DALL’IGNORANZA ALLA CONOSCENZA DEL SUO NOME GLORIOSO; perché possiamo operare nel suo nome, che è all’origine di ogni cosa creata.
Per mezzo suo il creatore di tutte le cose conservi intatto il numero dei suoi eletti, che si trovano ovunque per il mondo. Ascolti la preghiera e la supplica che ora noi di cuore gli innalziamo:
TU HAI APERTO GLI OCCHI DEL NOSTRO CUORE PERCHÉ CONOSCESSIMO TE SOLO, ALTISSIMO, CHE ABITI NEI CIELI ALTISSIMI, SANTO TRA I SANTI. TU ABBATTI L’ARROGANZA DEI PRESUNTUOSI, DISPERDI I DISEGNI DEI POPOLI, ESALTI GLI UMILI E ABBATTI I SUPERBI, DONI LA RICCHEZZA E LA POVERTÀ, UCCIDI E FAI VIVERE, BENEFATTORE UNICO DEGLI SPIRITI E DIO DI OGNI CARNE (cfr. Is 57, 15; 13, 1; Sal 32, 10, ecc.).
Tu scruti gli abissi, conosci le azioni degli uomini, aiuti quanti sono in pericolo, sei la salvezza di chi è senza speranza, il creatore e il vigile pastore di ogni spirito. Tu dai incremento alle nazioni della terra e tra tutte scegli coloro che ti amano per mezzo del tuo Figlio diletto Gesù Cristo, per opera del quale ci hai istruiti, santificati, onorati.
TI PREGHIAMO, O SIGNORE, SII NOSTRO AIUTO E SOSTEGNO. LIBERA QUELLI TRA NOI CHE SI TROVANO NELLA TRIBOLAZIONE, ABBI PIETÀ DEGLI UMILI, RIALZA I CADUTI, VIENI INCONTRO AI BISOGNOSI, GUARISCI I MALATI, RICONDUCI I TRAVIATI AL TUO POPOLO. SAZIA CHI HA FAME, LIBERA I NOSTRI PRIGIONIERI, SOLLEVA I DEBOLI, DA’ CORAGGIO A QUELLI CHE SONO ABBATTUTI.
Tutti i popoli conoscano che tu sei il Dio unico, che Gesù Cristo è tuo Figlio, e noi «tuo popolo e gregge del tuo pascolo» (Sal 78, 13).
Tu con la tua azione ci hai manifestato il perenne ordinamento del mondo. Tu, o Signore, hai creato la terra e resti fedele per tutte le generazioni. Sei giusto nei giudizi, ammirabile nella fortezza, incomparabile nello splendore, sapiente nella creazione e provvido nella sua conservazione, buono in tutto ciò che vediamo e fedele verso coloro che confidano in te, o Dio benigno e misericordioso. Perdona a noi iniquità e ingiustizie, mancanze e negligenze.
NON TENER CONTO DI OGNI PECCATO DEI TUOI SERVI E DELLE TUE SERVE, MA PURIFICACI NELLA PUREZZA DELLA TUA VERITÀ E GUIDA I NOSTRI PASSI, PERCHÉ CAMMINIAMO NELLA PIETÀ, NELLA GIUSTIZIA E NELLA SEMPLICITÀ DEL CUORE, E FACCIAMO CIÒ CHE È BUONO E ACCETTO DAVANTI A TE E A QUELLI CHE CI GUIDANO.
O SIGNORE E DIO NOSTRO FA’ BRILLARE IL TUO VOLTO SU DI NOI PERCHÉ POSSIAMO GODERE DEI TUOI BENI NELLA PACE, SIAMO PROTETTI DALLA TUA MANO POTENTE, LIBERATI DA OGNI PECCATO CON LA FORZA DEL TUO BRACCIO ECCELSO, E SALVATI DA COLORO CHE CI ODIANO INGIUSTAMENTE.
DONA LA CONCORDIA E LA PACE A NOI E A TUTTI GLI ABITANTI DELLA TERRA, COME LE HAI DATE AI NOSTRI PADRI, QUANDO TI INVOCAVANO PIAMENTE NELLA FEDE E NELLA VERITÀ. TU SOLO, O SIGNORE, PUOI CONCEDERCI QUESTI BENEFICI E DONI PIÙ GRANDI ANCORA.
NOI TI LODIAMO E TI BENEDICIAMO PER GESÙ CRISTO, SOMMO SACERDOTE E AVVOCATO DELLE NOSTRE ANIME.
IL PERDONO (Frère Roger)
“Per vivere Cristo in mezzo agli altri, uno dei maggiori rischi è il perdono.
Perdonare e perdonare ancora, ecco ciò che cancella il passato e immerge nell’istante presente. Perdonare: in questo è l’estremo dell’amore.
Gli uomini sono a volte severi. Dio, invece, viene a rivestirci di compassione.
Mai, assolutamente mai Dio è un tormentatore della coscienza umana.
Lui tesse la nostra vita come un bel vestito , con i fili del suo perdono.
Nasconde il nostro passato nel cuore di Cristo e già si prende cura del nostro futuro.
La certezza del perdono è la più inaudita, la più inverosimile, la più generosa realtà del Vangelo.
Essa rende liberi, incomparabilmente.”