“PANINO DI SAN BIAGIO” – OTTOBRE 2017
Cari amici, VANGELO E VITA… Un binomio impegnativo. Nel mese di Ottobre, riprendendo le attività pastorali, siamo impegnati innanzitutto a chiederci: A CHI E COME DARE IL VANGELO, OGGI? La nostra gente sente il bisogno di riceverlo? E noi siamo in grado di darlo in modo appassionato e convincente? Vogliamo chiedere aiuto alla PAROLA DI DIO e a TESTIMONI CREDIBILI come S. Paolo che ai cristiani di Tessalonica scriveva: “Mi sono affezionato a voi, e vi ho voluto bene fino al punto che vi avrei dato non solo il VANGELO DI DIO ma anche LA MIA VITA” (1Ts. 2,8) .
23 – 28 OTTOBRE 2017
- ESERCIZI SPIRITUALI “Siamo chiamati a libertà…” (Gal.5) Ma quale libertà? ” (Lettura spirituale della lettera ai Galati)
- ORARIO DI MASSIMA 08.00: Celebrazione di Lodi – 08.30: Colazione 09.00: Meditazione –preghiera personale – 11.30: Adorazione e ora media 12.30: Pranzo – riposo
- 15.30: Meditazione – preghiera 18.30: Celebrazione di Vespro e Eucaristia 19.30: Cena – momento contemplativo 20.45: Risonanze spirituali – Compieta
- Gli Esercizi terminano Sabato 28 OTTOBRE con Lodi e Messa h. 7.30
- Il silenzio schiude le sorgenti dell’anima, fa lavorare in noi il nostro spirito, più che anni di lettura
- Il silenzio lavora. Bisogna, farlo lavorare. (S. L. Orione)
- IL VANGELO DELLA NOSTRA VITA Sulla strada dei nostri interrogativi e delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre cocenti delusioni, il divino Viandante continua a farsi nostro compagno per introdurci, con L’interpretazione delle Scritture, alla comprensione dei misteri di Dio. Quando l’incontro diventa pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal «Pane di vita», con cui Cristo adempie in modo sommo la sua promessa di «stare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo» ( Mt 28,20).
CAPITOLO 6 – PORTARE I PESI GLI UNI DEGLI ALTRI
1 Fratelli, se scoprite qualcuno di voi che sta commettendo un errore, ebbene, voi che avete lo Spirito di Dio, cercate di riportarlo sulla via del bene. Ma fatelo con dolcezza, vegliando su di voi, perché anche voi potete essere messi alla prova. 2 Aiutatevi a portare i pesi gli uni degli altri, e così ubbidirete alla legge di Cristo. 3 Se qualcuno pensa di essere importante, mentre invece non è nulla, inganna se stesso. 4 Ciascuno, piuttosto, rifletta sul suo modo di vivere e così, se potrà essere contento di sé, lo sarà senza confrontarsi con gli altri.
5 PERCHÉ CIASCUNO PORTERÀ LE CONSEGUENZE DI QUEL CHE FA. 6 Chi viene istruito nella parola del Signore condivida i suoi beni con colui che l’istruisce. 7 Non fatevi illusioni: CON DIO NON SI SCHERZA! OGNUNO DI NOI RACCOGLIE QUEL CHE HA SEMINATO. 8 Chi vive nell’egoismo, raccoglie morte. Chi vive nello Spirito di Dio, raccoglie vita eterna. 9 NON STANCHIAMOCI DI FARE IL BENE PERCHÉ, A SUO TEMPO, AVREMO UN BUON RACCOLTO. 10 Così dunque, finché ne abbiamo l’occasione, facciamo del bene a tutti, ma soprattutto ai nostri fratelli nella fede.
- Esortazioni finali e saluti 11 Guardate come vi ho scritto grande di mia mano. 12 Quelli che insistono per farvi circoncidere desiderano fare bella figura di fronte agli uomini, soltanto per evitare le persecuzioni che si devono subire a causa della croce di Cristo. 13 Neppure i sostenitori del rito della circoncisione osservano la legge. Vogliono però che voi vi facciate circoncidere per poi vantarsene. IO INVECE VOGLIO VANTARMI SOLTANTO DI QUESTO: DELLA CROCE DEL NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO: POICHÉ EGLI È MORTO IN CROCE, IL MONDO È MORTO PER ME E IO SONO MORTO PER IL MONDO. 15 Perciò non conta nulla essere circoncisi o non esserlo. ESSERE UNA NUOVA CREATURA È CIÒ CHE IMPORTA. 16 Dio doni pace e misericordia a quelli che seguono questa norma, a loro e a tutto il vero popolo di Dio. 17 D’ora innanzi nessuno aumenti le mie difficoltà, perché appartengo a Gesù e le cicatrici che porto nel mio corpo ne sono la prova. 18 Il Signor Gesù Cristo vi dia la sua grazia, fratelli. Amen.
- PER RIFLETTERE E PREGARE Il grande problema della FEDELTA’ QUOTIDIANA: restare liberi! 1 Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi… VT: Dio ha liberato dalla schiavitù e poi ha dato le 10 regole per restare LIBERI! = i 10 comandamenti! In Gesù siamo stati liberati con la sua Morte risurrezione… occorre rimanere liberi con UNA SOLA REGOLA: LA FEDE CHE OPERA PER MEZZO DELLA CARITA’
- Libertà DI…DA…PER… Liberi per…servire! VIVIAMO CONTRO…VIVIAMO PER NOI STESSI… VIVIAMO PER DIO E I FRATELLI?
- EVANGELIZZATORI CON SPIRITO (nn.259 – 274) – Non basta pregare? Evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che pregano e lavorano. La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera… Senza momenti prolungati di adorazione, di dialogo sincero con il Signore, ci indeboliamo e il fervore si spegne. Nello stesso tempo si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica. C’è il rischio che alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di donare la vita nella missione. Impariamo dai santi che ci hanno preceduto.
- Con Gesù o senza Gesù: è la stessa cosa? Non si può perseverare in un’evangelizzazione piena di fervore se non si resta convinti che non è la stessa cosa aver conosciuto Gesù o non conoscerlo, camminare con Lui o camminare a tentoni. Non è la stessa cosa poterlo contemplare, riposare in Lui, o non poterlo fare. Il vero missionario sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, lavora con lui.
- Essere innamorati di Gesù: basta? Occorre sviluppare il gusto spirituale di rimanere vicini alla vita della gente. La missione è una passione per Gesù ma, anche, una passione per il suo popolo. Io sono una missione su questa terra, per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo, il politico nell’animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri
- Ma la gente merita così tanto? Per donarci generosamente, abbiamo bisogno di riconoscere che ogni persona è degna della nostra dedizione perché è opera di Dio, sua creatura…oggetto dell’infinita tenerezza del Signore. Gesù Cristo ha donato il suo sangue prezioso sulla croce per quella persona. Ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita.
- Non saper vedere e amare nel mondo che le anime dei nostri fratelli. Anime di piccoli, anime di poveri, anime di peccatori, anime di giusti, anime di figli degeneri, anime di sacerdoti sciagurati e perfidi, anime bianche come colombe, anime semplici pure angeliche di vergini, anime cadute nella tenebra del senso…anime orgogliose del male, anime smarrite che cercano una via, anime dolenti che cercano un rifugio o una parola di pietà, anime urlanti nella disperazione della condanna, o anime inebriate dalle ebbrezze della verità vissuta: tutte sono amate da Cristo, per tutte Cristo è morto, tutte Cristo vuole salve tra le Sue braccia e sul Suo Cuore trafitto. Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue. L’ingiustizia degli uomini non ci affievolisca la fiducia piena nella bontà di Dio. Parole sempre affocate. Soffrire, tacere, pregare, amare, crocifiggersi e adorare. Lume e pace di cuore. Salirò il mio Calvario come agnello mansueto. Apostolato e martirio; martirio e apostolato. Le nostre anime e le nostre parole devono essere bianche, caste, quasi infantili e devono portare a tutti un soffio di fede, di bontà, di conforto che elevi verso il Cielo. Teniamo fermo l’occhio ed il cuore nella divina bontà. Edificare Cristo! Edificare sempre! «Petra autem est Christus!»064PG
- COME CI TROVIAMO? NMI: DUC IN ALTUM! “Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: « Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre! » (Eb 13,8).
- 1 CRISTO CI HA LIBERATI PERCHÉ RESTASSIMO LIBERI; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. 2 Ecco, io Paolo vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla. 3 E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta quanta la legge. 4 Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella legge; siete decaduti dalla grazia. 5 Noi infatti per virtù dello Spirito, attendiamo dalla fede la giustificazione che speriamo.
- 6 Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità. 7 Correvate così bene; chi vi ha 8 Questa persuasione non viene sicuramente da colui che vi chiama! 9 Un pò di lievito fa fermentare tutta la pasta. 10 Io sono fiducioso per voi nel Signore che non penserete diversamente; ma chi vi turba, subirà la sua condanna, chiunque egli sia. 11 Quanto a me, fratelli, se io predico ancora la circoncisione, perché sono tuttora perseguitato? E` dunque annullato lo scandalo della croce? Dovrebbero farsi mutilare coloro che vi turbano.
- Libertà e carità Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri. 14 Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso . 15 Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri! 16 Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; 17 la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. 18 Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge.
- DEL RESTO LE OPERE DELLA CARNE SONO BEN NOTE:
- fornicazione, impurità, libertinaggio, 20 idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21 invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come gia ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.
- IL FRUTTO DELLO SPIRITO INVECE È …AMORE, GIOIA, PACE, PAZIENZA, BENEVOLENZA, BONTÀ, FEDELTÀ, MITEZZA, DOMINIO DI SÉ; CONTRO QUESTE COSE NON C’È LEGGE.
- Ora quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito.
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- CAPITOLO 3 – LA FEDE E LE OPERE STOLTI GÀLATI, chi mai vi ha ammaliati, proprio voi agli occhi dei quali fu rappresentato al vivo Gesù Cristo crocifisso? Questo solo io vorrei sapere da voi: è per le opere della legge che avete ricevuto lo Spirito o per aver creduto alla predicazione? 3 Siete così privi d’intelligenza che, dopo aver incominciato con lo Spirito, ora volete finire con la carne? 4 Tante esperienze le avete fatte invano? Se almeno fosse invano! 5 Colui che dunque vi concede lo Spirito e opera portenti in mezzo a voi, lo fa grazie alle opere della legge o perché avete creduto alla predicazione?
- Voi tutti siete figli di Dio per mezzo di Gesù Cristo, perché credete in lui Con il battesimo infatti siete stati uniti a Cristo, e siete stati rivestiti di lui come di un abito nuovo. NON HA PIÙ ALCUNA IMPORTANZA L’ESSERE EBREO O PAGANO, SCHIAVO O LIBERO, UOMO O DONNA, PERCHÉ UNITI A GESÙ CRISTO SIETE DIVENTATI UN SOL UOMO. E SE APPARTENETE A CRISTO, SIETE DISCENDENTI DI ABRAMO: RICEVETE L’EREDITÀ CHE DIO HA PROMESSO.
- CAPITOLO 2 Gli altri apostoli accolgono Paolo Quattordici anni più tardi, dopo una rivelazione del Signore, ritornai a Gerusalemme. Vi andai insieme con Bàrnaba portando con me anche Tito. Là esposi privatamente alle persone più autorevoli della comunità la parola del Signore che annunzio ai pagani. Non volevo che risultasse inutile il lavoro che avevo compiuto e che stavo facendo. (CFR TRAD.CEI per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano…) Ebbene, neppure Tito che era con me, benché non fosse Ebreo, fu obbligato a sottomettersi al rito della circoncisione. Alcuni intrusi, falsi fratelli, avrebbero voluto farlo circoncidere. Costoro si erano infiltrati tra noi per insidiare la libertà che ci viene da Cristo e per ricondurci sotto la schiavitù della legge di Mosè. 5 Ma non ci siamo piegati di fronte a questa gente e non abbiamo ceduto neppure per un istante: dovevamo mantenere salda per voi la verità della parola di Cristo. Del resto, le persone considerate più autorevoli nella comunità, non mi imposero nulla. Per me non ha alcuna importanza chi erano in passato, perché Dio sceglie chi vuole. Lo ripeto: quelli che hanno autorità 7 riconobbero che Dio aveva affidato a me l’incarico di annunziare la parola di Cristo tra i non Ebrei, così come aveva affidato a Pietro di annunziarla tra gli Ebrei. Perché Dio che ha fatto di Pietro l’apostolo degli Ebrei, ha fatto di me l’apostolo dei pagani. 9 Giacomo, Pietro e Giovanni, che sono considerati le persone più autorevoli, riconobbero che Dio mi aveva affidato questo incarico particolare, e trovandosi d’accordo con noi, strinsero fraternamente la mano a me e a Bàrnaba. Fu così deciso che noi saremmo andati fra i pagani ed essi tra gli Ebrei. Ci raccomandarono soltanto di ricordarci dei poveri della chiesa di Gerusalemme. E questo ho sempre cercato di farlo.
- Paolo rimprovera Pietro in Antiòchia 11 Ma quando Pietro venne ad Antiòchia, io mi opposi a lui apertamente perché aveva torto. 12 Prima infatti egli aveva l’abitudine di sedersi a tavola con i credenti di origine pagana; ma quando giunsero alcuni che stavano dalla parte di Giacomo, egli cominciò a evitare quelli che non erano Ebrei e si tenne in disparte per paura dei sostenitori della circoncisione. 13 Anche gli altri fratelli di origine ebraica si comportarono come Pietro in questo modo equivoco. Persino Bàrnaba fu trascinato dalla loro ipocrisia. Ma quando mi accorsi che essi non agivano secondo la parola del Signore, dissi a Pietro, in presenza di tutti: «Se tu che sei Ebreo di origine ti comporti come uno che non lo è, vivendo come chi non è sottoposto alla legge ebraica, perché poi costringi gli altri a vivere come gli Ebrei?».
- Tutti sono salvati per fede Noi siamo Ebrei di nascita. Non proveniamo dagli altri popoli che non conoscono la legge di Mosè. 16 Eppure noi sappiamo che Dio salva l’uomo non perché questi osserva le pratiche della legge di Mosè ma perché crede in Gesù Cristo. E noi abbiamo creduto in Gesù Cristo, per essere salvati da Dio per mezzo della fede in Cristo, e non per mezzo delle opere comandate dalla legge. Nessuno infatti sarà salvato perché osserva la legge. Ora, se noi che cerchiamo di essere salvati da Dio per mezzo di Gesù Cristo, cadiamo in peccato, significa forse che Cristo ci spinge a peccare? No di certo! Significa soltanto che io mi dimostro peccatore perché do ancora valore a una legge scaduta. In realtà per me non c’è vita nella pratica della legge. ESSA NON MI RIGUARDA PIÙ: ORA VIVO PER DIO. SONO STATO CROCIFISSO CON CRISTO. NON SON PIÙ IO CHE VIVO: È CRISTO CHE VIVE IN ME. LA VITA CHE ORA VIVO IN QUESTO MONDO LA VIVO PER LA FEDE NEL FIGLIO DI DIO CHE MI HA AMATO E VOLLE MORIRE PER ME.
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- CAPITOLO 2 Gli altri apostoli accolgono Paolo Quattordici anni più tardi, dopo una rivelazione del Signore, ritornai a Gerusalemme. Vi andai insieme con Bàrnaba portando con me anche Tito. Là esposi privatamente alle persone più autorevoli della comunità la parola del Signore che annunzio ai pagani. Non volevo che risultasse inutile il lavoro che avevo compiuto e che stavo facendo. (CFR TRAD.CEI per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano…) Ebbene, neppure Tito che era con me, benché non fosse Ebreo, fu obbligato a sottomettersi al rito della circoncisione. Alcuni intrusi, falsi fratelli, avrebbero voluto farlo circoncidere. Costoro si erano infiltrati tra noi per insidiare la libertà che ci viene da Cristo e per ricondurci sotto la schiavitù della legge di Mosè. 5 Ma non ci siamo piegati di fronte a questa gente e non abbiamo ceduto neppure per un istante: dovevamo mantenere salda per voi la verità della parola di Cristo. Del resto, le persone considerate più autorevoli nella comunità, non mi imposero nulla. Per me non ha alcuna importanza chi erano in passato, perché Dio sceglie chi vuole. Lo ripeto: quelli che hanno autorità 7 riconobbero che Dio aveva affidato a me l’incarico di annunziare la parola di Cristo tra i non Ebrei, così come aveva affidato a Pietro di annunziarla tra gli Ebrei. Perché Dio che ha fatto di Pietro l’apostolo degli Ebrei, ha fatto di me l’apostolo dei pagani. 9 Giacomo, Pietro e Giovanni, che sono considerati le persone più autorevoli, riconobbero che Dio mi aveva affidato questo incarico particolare, e trovandosi d’accordo con noi, strinsero fraternamente la mano a me e a Bàrnaba. Fu così deciso che noi saremmo andati fra i pagani ed essi tra gli Ebrei. Ci raccomandarono soltanto di ricordarci dei poveri della chiesa di Gerusalemme. E questo ho sempre cercato di farlo.
- Tutti sono salvati per fede Noi siamo Ebrei di nascita. Non proveniamo dagli altri popoli che non conoscono la legge di Mosè. 16 Eppure noi sappiamo che Dio salva l’uomo non perché questi osserva le pratiche della legge di Mosè ma perché crede in Gesù Cristo. E noi abbiamo creduto in Gesù Cristo, per essere salvati da Dio per mezzo della fede in Cristo, e non per mezzo delle opere comandate dalla legge. Nessuno infatti sarà salvato perché osserva la legge. Ora, se noi che cerchiamo di essere salvati da Dio per mezzo di Gesù Cristo, cadiamo in peccato, significa forse che Cristo ci spinge a peccare? No di certo! Significa soltanto che io mi dimostro peccatore perché do ancora valore a una legge scaduta. In realtà per me non c’è vita nella pratica della legge. ESSA NON MI RIGUARDA PIÙ: ORA VIVO PER DIO. SONO STATO CROCIFISSO CON CRISTO. NON SON PIÙ IO CHE VIVO: È CRISTO CHE VIVE IN ME. LA VITA CHE ORA VIVO IN QUESTO MONDO LA VIVO PER LA FEDE NEL FIGLIO DI DIO CHE MI HA AMATO E VOLLE MORIRE PER ME. Io non rendo inutile la grazia di Dio. Ma se fosse vero che siamo salvati perché osserviamo le norme della legge, allora Cristo sarebbe morto per niente.
- TESTAMENTO DI PAOLO VI
- E’ giunto il tempo di sciogliere le vele (2 Tim. 4,6). Vedo che la considerazione prevalente si fa estremamente personale: io, chi sono? che cosa resta di me? dove vado? e perciò estremamente morale: che cosa devo fare? Ciò deve svolgersi a dialogo con la Realtà divina, donde vengo e dove certamente vado; L’ora viene. Da qualche tempo ne ho il presentimento. Più ancora che la stanchezza fisica, il dramma delle mie responsabilità sembra suggerire come soluzione provvidenziale il mio esodo da questo mondo. Ma, in ogni snodo, sembra che il congedo debba esprimersi in un grande e semplice atto di riconoscenza, anzi di gratitudine: questa vita mortale è, nonostante i suoi travagli, i suoi oscuri misteri, le sue sofferenze, la sua fatale caducità, un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e commovente, un avvenimento degno d’essere cantato in gaudio e in gloria: la vita, la vita dell’uomo. Né meno degno di felice stupore è il quadro che circonda la vita dell’uomo: questo mondo immenso, misterioso, magnifico, questo universo dalle mille leggi, dalle mille bellezze, è un panorama, incantevole. Perché non ho studiato abbastanza esplorato, ammirato la stanza nella quale la vita si svolge? Quale imperdonabile distrazione, quale riprovevole superficialità! Tuttavia, almeno in extremis, si deve riconoscere che quel mondo, «qui per Ipsum factus est», che è stato fatto per mezzo di Lui, è stupendo. tutto è dono: dietro la vita, dietro la natura, sta la Sapienza, sta l’Amore! Grazie, o Dio, grazie e gloria a Te, o Padre! Alla gratitudine succede il pentimento. Al grido di gloria verso Dio Creatore e Padre succede il grido che invoca misericordia e perdono. Che almeno questo io sappia fare: invocare la Tua bontà e confessare con la mia colpa la Tua infinita capacità di salvare. Poi io penso, qui davanti alla morte, maestra della filosofia della vita, che l’avvenimento fra tutti più grande fu per me l’incontro con Cristo la Vita. mi domando perché hai chiamato me perché mi hai scelto? così inetto, così povero di mente e di cuore? Lo so: «Dio ha scelto ciò che nel mondo è debole perché nessun uomo possa gloriarsi davanti a Dio» (Cor. 1, 27-28). «AMEN,FIAT: tu scis quia amo Te», Tu lo sai che ti voglio bene. Prego pertanto il Signore che mi dia grazia di fare della mia prossima morte dono d’amore alla Chiesa. Potrei dire che sempre l’ho amata; Ma vorrei che la Chiesa lo sapesse
e che io avessi la forza di dirglielo, come una CONFIDENZA DEL CUORE, che solo all’estremo momento della vita si ha il coraggio di fare. Vorrei comprenderla tutta nella sua storia, nel suo disegno divino… nelle sue sofferenze, nelle debolezze e nelle miserie di tanti suoi figli…Vorrei abbracciarla, salutarla, amarla, in ogni essere che la compone, in ogni Vescovo e sacerdote che l’assiste e la guida, in ogni anima che l’a vive e la illustra; benedirla. O uomini, comprendetemi; tutti vi amo nell’effusione dello Spirito Santo. Così vi guardo, così vi saluto, così vi benedico. Tutti. E voi, a me più vicini, più cordialmente. La pace sia con voi. E alla Chiesa, cui tutto devo e che fu mia, che dirò? Le benedizioni di Dio siano sopra di te; abbi coscienza della tua natura e della tua missione: abbi il senso dei bisogni veri e profondi dell’umanità, e cammina povera, cioè libera, forte ed amorosa verso Cristo. Amen. II Signore viene. Amen. Paolo VI
- donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it
- LIBERI, SI NASCE O SI DIVENTA? Bella domanda. Ma come rispondere? Tutti sentiamo frasi come: Non vedo l’ora di avere 18 anni per fare quello che voglio. A me non mi comanda nessuno. Sono grande e so io quello che devo fare. Se una cosa “mi va” la faccio: che male c’è? E poi fanno tutti così. I comportamenti pratici derivanti da questo modo di ragionare, sono noti. La cronaca quotidiana è piena delle inquietanti imprese di piccoli (e grandi…) “bulli e bulle” capaci di andare contro ogni regola. Di compiere gesti insensati. Dai risultati spesso disastrosi, per se stessi, le proprie famiglie, la società… Una domanda si impone: ma essere liberi comporta o no essere anche responsabili cioè saper “rispondere” delle proprie azioni? Libertà e responsabilità, in quale rapporto stanno? Ogni azione che poniamo ha delle conseguenze: le sappiamo prevedere e valutare in anticipo? O lo spontaneismo è la regola suprema? Il tema è grosso…Solo qualche spunto.
DOMENICA 22 OTTOBRE 2017:
CATECHESI IN ASCOLTO DEI SALMI E DI PAPA FRANCESCO
*** III – SALMI DI SUPPLICA Sono un terzo del salterio (circa 50) Se negli Inni il protagonista è Dio, nelle suppliche in primo piano c’è l’UOMO nella sua povertà: la sua solitudine (sl 37) la sua malattia (40) la constatazione della vita breve (89)- IL suo peccato (50)
- IL SALMO 74: LAMENTO PER IL SACCHEGGIO DEL TEMPIO
- Dio, perché ci respingi per sempre, perché divampa la tua ira contro il gregge del tuo pascolo? Ricordati del popolo che ti sei acquistato nei tempi antichi. Hai riscattato la tribù che è tuo possesso, il monte Sion, dove hai preso dimora.
- Volgi i tuoi passi a queste rovine eterne: il nemico ha devastato tutto nel tuo santuario. Ruggirono i tuoi avversari nel tuo tempio, issarono i loro vessilli come insegna. Come chi vibra in alto la scure nel folto di una selva, con l’ascia e con la scure frantumavano le sue porte.
- Hanno dato alle fiamme il tuo santuario, hanno profanato e demolito la dimora del tuo nome; pensavano: “Distruggiamoli tutti”; hanno bruciato tutti i santuari di Dio nel paese. Non ci sono più profeti e tra di noi nessuno sa fino a quando… Eppure Dio è nostro re dai tempi antichi, ha operato la salvezza nella nostra terra. Tu con potenza hai diviso il mare, hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque. Fonti e torrenti tu hai fatto scaturire, hai inaridito fiumi perenni. Tuo è il giorno e tua è la notte, la luna e il sole tu li hai creati. Tu hai fissato i confini della terra, l’estate e l’inverno tu li hai ordinati. Ricorda: un popolo stolto ha disprezzato il tuo nome.
- Non abbandonare alle fiere la vita di chi ti loda, non dimenticare mai la vita dei tuoi poveri. Sii fedele alla tua alleanza; gli angoli della terra sono covi di violenza. L’umile non torni confuso, l’afflitto e il povero lodino il tuo nome. Sorgi, Dio, difendi la tua causa…
- · SALMO 39 L’UOMO È COME UN SOFFIO – Ho detto: “Veglierò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; porrò un freno alla mia bocca mentre l’empio mi sta dinanzi” Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene, la sua fortuna ha esasperato il mio dolore. Ardeva il cuore nel mio petto, al ripensarci è divampato il fuoco; allora ho parlato: “Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei giorni e saprò quanto è breve la mia vita”. Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive, come ombra è l’uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga. Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza. Liberami da tutte le mie colpe, non rendermi scherno dello stolto. Sto in silenzio, non apro bocca, perché sei tu che agisci. Allontana da me i tuoi colpi: sono distrutto sotto il peso della tua mano. Castigando il suo peccato tu correggi l’uomo, corrodi come tarlo i suoi tesori. Ogni uomo non è che un soffio. Ascolta la mia preghiera, Signore, porgi l’orecchio al mio grido, non essere sordo alle mie lacrime, poiché io sono un forestiero, uno straniero come tutti i miei padri. Distogli il tuo sguardo, che io respiri, prima che me ne vada e più non sia.
- Guardami Signor, leggi nel mio cuor. Sono tuo figlio, ascoltami! ABBÀ PADRE, ABBÀ … ABBÀ. – Più solo non sarò, a te mi appoggerò. Sono tuo figlio, abbracciami! – Per ogni mio dolor, la pace invocherò. Sono tuo figlio, guariscimi!
- CHE NE PENSI? ——————————————— ——— SE VUOI…SCRIVIAMOCI: donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it
18 ottobre 2017: S. LUCA EVANGELISTA
“SOLO LUCA È CON ME”. DALLA SECONDA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO A TIMÒTEO
Figlio mio, Dema mi ha abbandonato, avendo preferito le cose di questo mondo, ed è partito per Tessalònica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. SOLO LUCA È CON ME.
Prendi con te Marco e portalo, perché mi sarà utile per il ministero. Ho inviato Tìchico a Èfeso. VENENDO, PORTAMI IL MANTELLO CHE HO LASCIATO A TRÒADE IN CASA DI CARPO, E I LIBRI, SOPRATTUTTO LE PERGAMENE. Nella mia prima difesa in tribunale nessuno mi ha assistito; TUTTI MI HANNO ABBANDONATO. Nei loro confronti, non se ne tenga conto. IL SIGNORE PERÒ MI È STATO VICINO E MI HA DATO FORZA, PERCHÉ IO POTESSI PORTARE A COMPIMENTO L’ANNUNCIO DEL VANGELO E TUTTE LE GENTI LO ASCOLTASSERO. Parola di Dio
- Per fare gli auguri a tutti gli amici che portano il nome di LUCA, mi permetto invitare a leggere una semplice rielaborazione della figura di LUCA tratta dai testi biblici…se può fare del bene…
- GLI EVANGELISTI SONO CREDIBILI? (Alessandro, giovane medico) Deluso dalle varie ideologie, mi sto avvicinando al Vangelo. Abituato però ad una mentalità scientifica, mi interrogo spesso sull’attendibilità storica di quanto viene narrato. A volte mi pare troppo bello per essere vero. Non sarà, anche il vangelo, una proiezione di desideri umani? Gli evangelisti sono credibili?
- RISPONDE LUCA, Evangelista: “Ho deciso di fare ricerche accurate…”Libera rielaborazione della figura di Luca nel NT(cfr. Lc 1,1ss; Atti cc. 16 – 28; Ef 2,13; Col 4,13; Fil.1,21; Atti 4,20)
- Da quasi due anni ormai, sono qui a Roma, accanto a Paolo che si trova agli arresti domiciliari. Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per suo conto con un soldato di guardia. Gli sto vicino come posso. Gli faccio da segretario e da medico di fiducia. Di tutto mi è grato. Scrivendo agli amici, manda sempre anche i miei saluti. “Vi saluta Luca, il caro medico” Lo incontrai la prima volta ad Antiochia di Siria, mia città natale. Mi impressionò la sua cultura cosmopolita. Sentivo di potergli confidare le mie inquietudini di giovane medico e i miei desideri di fraternità universale. Anche tra Ebrei e pagani. Si dichiarò pienamente d’accordo. Rassicurandomi: In Cristo Gesù, voi che un tempo eravate i lontani, siete diventati i vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace. Quando ripartì per il suo secondo viaggio missionario, volle che lo accompagnassi. Cominciai a prendere appunti di ciò che faceva e diceva. Anche dei luoghi visitati. Dopo 20 anni, mi ritrovo tra mano tanto materiale. Mi sarà utile per un libro che vorrei scrivere sulle origini della fede cristiana. Eravamo in diversi ad accompagnare Paolo nei suoi viaggi. Forse per questo, a volte, senza volerlo, ho usato il “noi”. Ricordo quella mattina a Troade. Ci svegliò presto per raccontarci di una visione notturna nella quale un Macedone lo aveva supplicato: “Passa in Macedonia e aiutaci!”. Subito cercammo di partire per la Macedonia, ritenendo che Dio ci aveva chiamati ad annunziarvi la parola del Signore. Ci sentivamo come guidati dall’alto: Salpati da Troade, facemmo vela verso Samotracia e il giorno dopo verso Neapoli e di qui a Filippi. Restammo in questa città alcuni giorni….
LEGGI TUTTO IN …. 019 Luca (deff)
17 OTTOBRE 2017 S. IGNAZIO DI ANTIOCHIA
Sant’Ignazio di Antiochia, martire, discepolo di san Giovanni Apostolo detto anche “teoforo” (portatore di Dio), fu il secondo vescovo di Antiochia, in Siria, terza metropoli del mondo antico dopo Roma e Alessandria d’Egitto e di cui san Pietro era stato il primo vescovo. Non era cittadino romano, e pare che non fosse nato cristiano, convertendosi in età non più giovanissima. Mentre era vescovo ad Antiochia, l’Imperatore Traiano dette inizio alla sua persecuzione. Arrestato e condannato, Ignazio fu condotto, in catene, da Antiochia a Roma dove si allestivano feste in onore dell’Imperatore e i cristiani dovevano servire da spettacolo, nel circo, sbranati dalle belve. Fu condotto a Roma per subirvi il martirio molto probabilmente nell’anno 107. Durante il trasferimento a Roma scrisse varie lettere alle comunità cristiane di allora, esortando i fratelli a servire Dio in comunione con i vescovi e a non impedire che egli fosse immolato come vittima per Cristo.
DALLA «LETTERA AI ROMANI» DI SANT’IGNAZIO DI ANTIOCHIA UN’ACQUA VIVA MORMORA DENTRO DI ME E MI DICE: VIENI AL PADRE
Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza inopportuna. LASCIATE CHE IO SIA PASTO DELLE BELVE, PER MEZZO DELLE QUALI MI SIA DATO DI RAGGIUNGERE DIO. SONO FRUMENTO DI DIO, E SARÒ MACINATO DAI DENTI DELLE FIERE PER DIVENIRE PANE PURO DI CRISTO. SUPPLICATE CRISTO PER ME, PERCHÉ PER OPERA DI QUESTE BELVE IO DIVENGA OSTIA PER IL SIGNORE.
A NULLA MI GIOVERANNO I GODIMENTI DEL MONDO NÉ I REGNI DI QUESTA TERRA. È MEGLIO PER ME MORIRE PER GESÙ CRISTO CHE ESTENDERE IL MIO IMPERO FINO AI CONFINI DELLA TERRA. IO CERCO COLUI CHE È MORTO PER NOI, VOGLIO COLUI CHE PER NOI È RISORTO. È VICINO IL MOMENTO DELLA MIA NASCITA. A nulla mi gioveranno le attrattive del mondo né i regni di questa terra. È meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il mio impero fino ai confini della terra. IO CERCO COLUI CHE È MORTO PER NOI, VOGLIO COLUI CHE PER NOI È RISORTO. È VICINO IL MOMENTO DELLA MIA NASCITA.
Abbiate compassione di me, fratelli: non impeditemi di vivere, non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo e alle seduzioni della materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che io raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo. Lasciate che io imiti la passione del mio Dio. NON SIATE DI QUELLI CHE PROFESSANO GESÙ CRISTO E AMANO IL MONDO. NON TROVI POSTO IN VOI L’INVIDIA. Anche se vi supplicassi, quando sarò tra voi, non datemi ascolto. Credete piuttosto a quel che vi scrivo ora, nel pieno possesso della mia vita. Vi scrivo che desidero morire.
OGNI MIO DESIDERIO TERRENO È CROCIFISSO E NON C’È PIÙ IN ME FIAMMA ALCUNA PER LA MATERIA, MA UN’ACQUA VIVA MORMORA DENTRO DI ME E MI DICE: VIENI AL PADRE. Non mi diletto più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di Davide, voglio per bevanda il suo sangue che è la carità incorruttibile.
Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare anche voi benevolenza. Ve lo domando con tutta semplicità, credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero. Egli è la bocca veritiera per mezzo della quale il Padre ha parlato in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo con mire umane, ma secondo il volere di Dio. Se soffrirò, vorrà dire che mi avete voluto bene. Se sarò rimesso in libertà, è segno che mi avete odiato.
RICORDATEVI NELLE VOSTRE PREGHIERE DELLA CHIESA DI SIRIA, che ha Dio come pastore al posto mio. Solo Gesù Cristo la governerà come vescovo, e la vostra carità. Io mi vergogno di dirmi membro di quella comunità. NON NE SONO DEGNO, PERCHÉ SONO L’ULTIMO DI TUTTI E COME UN ABORTO. MA OTTERRÒ PER MISERICORDIA D’ESSERE QUALCUNO SE RAGGIUNGERÒ DIO.
Vi saluta il mio spirito e la carità delle chiese, che mi hanno accolto nel nome di Gesù Cristo, e non come un semplice pellegrino. Vi salutano pure quelle chiese che, pur essendo fuori del mio itinerario, pur di potermi vedere, mi precedevano nelle città per le quali passavo
LEGGI ANCHE IN COMMENTI…
DOMENICA 15 OTTOBRE 2017
- CATECHESI IN ASCOLTO DEI SALMI E DI PAPA FRANCESCO
III – SALMI DI SUPPLICA Sono un terzo del salterio (circa 50) Se negli Inni il protagonista è Dio, nelle suppliche in primo piano c’è l’UOMO nella sua povertà: la sua solitudine (sl 37) la sua malattia (40) la constatazione della vita breve (89)- IL suo peccato (50)
- SALMO 50: MISERERE. Di Davide: Santo e…peccatore. Aiutato a capire il suo peccato, si converte… 1. PASSATO: Ho Peccato…. perdonami 2. PRESENTE: Sto Male…in tutti i sensi 3. FUTURO: insegnerò anche agli altri le tue vie…
- Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato.
- Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell’intimo m’insegni la sapienza.
- Purificami e sarò mondo; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. 13 Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.
- Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode; poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
- Papa Francesco: I buoni confessori non hanno orari, confessano ogni volta che I fedeli lo chiedono, e sono veri amici di Gesù «Il confessore – non fa la propria volontà e non insegna una dottrina propria. Egli è chiamato a fare sempre e solo la volontà di Dio, in piena comunione con la Chiesa, della quale è ministro, cioè servo».
- IL CONFESSIONALE È SEMPRE APERTO il confessionale è anche un luogo di evangelizzazione e di formazione, perché fa incontrare il vero volto di Dio, che è quello della misericordia. «Nel pur breve dialogo che intesse con il penitente, il confessore è chiamato a discernere che cosa sia più utile e addirittura necessario al cammino spirituale di quel fratello o di quella sorella» e Il confessore, è chiamato a recarsi nelle periferie del male e del peccato… questa è una brutta periferia!… la sua opera rappresenta un’autentica priorità pastorale. Confessare è priorità pastorale. Che non ci siano quei cartelli: “Si confessa soltanto lunedì, mercoledì da tale ora a tale ora”. Si confessa ogni volta che te lo chiedono. E se tu stai lì pregando, stai con il confessionale aperto, che è il cuore di Dio aperto».
RITIRO SPIRITUALE: EDUCARCI PER EDUCARE
LA CASA SULLA ROCCIA: I 10 COMANDAMENTI: divieti o cammini di libertà?
- Io sono il Signore tuo Dio che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto, dalla condizione di schiavitù. Non avrai altri dei di fronte a me.
- Non pronuncerai invano il nome del Signore tuo Dio…
- Ricordati del giorno di sabato per santificarlo.
- Onora tuo padre e tua madre perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che ti dà il Signore, tuo Dio.
- Non uccidere.
- Non commettere adulterio.
- Non rubare.
- Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo.
- Non desiderare la moglie del tuo prossimo,
- Non desiderare la casa del tuo prossimo. né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna cosa che appartenga al tuo prossimo.
- GESÙ HA PERFEZIONATO I DIECI COMANDAMENTI «Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere…MA IO VI DICO: chiunque si adira contro il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio» (Mt 5,21-22)
- GALATI 5,1 PERSEVERARE NELLA LIBERTÀ Cristo ci ha liberati per farci vivere effettivamente nella libertà. State dunque saldi in questa libertà e non ritornate ad essere schiavi.
- LIBERTÀ, SERVIZIO, AMORE 13 Fratelli, Dio vi ha chiamati alla libertà! Ma non servitevi della libertà per i vostri comodi. Anzi, lasciatevi guidare dall’amore di Dio e fatevi servi gli uni degli altri.
- LASCIATEVI GUIDARE DALLO SPIRITO 16 Ascoltatemi: lasciatevi guidare dallo Spirito e così non seguirete i desideri del vostro egoismo. L’egoismo ha desideri contrari a quelli dello Spirito, e lo Spirito ha desideri contrari a quelli dell’egoismo. Queste due forze sono in contrasto tra loro, e così voi non potete fare quel che volete. Tutti possiamo vedere quali sono i risultati dell’egoismo umano: immoralità, corruzione e vizio, idolatria, magia, odio, litigi, gelosie, ire, intrighi, divisioni, invidie, ubriachezze, orge e altre cose di questo genere. …quelli che si comportano in questo modo non avranno posto nel regno di Dio.
- LO SPIRITO INVECE PRODUCE: AMORE, GIOIA, PACE, comprensione, cordialità, bontà, fedeltà, mansuetudine, dominio di sé. La legge, certo, non condanna quelli che si comportano così. E quelli che appartengono a Gesù Cristo hanno fatto morire con lui, inchiodato alla croce, il loro egoismo con le passioni e i desideri che esso produce. Perciò, se è lo Spirito che ci dà la vita, lasciamoci guidare dallo Spirito. Non dobbiamo quindi più essere gonfi di orgoglio e provocarci a vicenda invidiandoci gli uni gli altri.
DIVIETI O RICETTE DI LIBERTÀ ? 1) “LIBERARE LA LIBERTÀ” –EDUCARE ALLA RESPONSABILITÀ “Cari giovani… E’ urgente “liberare la libertà”. EDUCARE è per i genitori un compito “logico” e importante, reso difficile oggi dal fatto che i ragazzi sembrano “figli del piacere” abituati ad avere tutto e subito, convinti che la trasgressione sia libertà, il dovere una prepotenza “ (Benedetto XVI)
2) …PARLIAMONE TRA NOI
- Quali “terremoti” nella tua vita? rinforzare i pilastri? Quali?
- I Comandamenti: li senti come divieti o guide di libertà e ricette per vivere bene? le indicazioni stradali sono contro la libertà o aiutano? Liberi, si nasce o si diventa? Quali schiavitù, oggi?
- A cosa pensi quando dici di essere libero?
- Libertà di… fare quello che vuoi?
- Libertà da…condizionamenti ESTERNI E INTERNI?
- Liberi per…Libertà nella verità o nella menzogna? Essere liberi comporta essere responsabili? Prevedi le conseguenze delle tue azioni? O lo spontaneismo è la regola suprema? Stai costruendo la tua casa sulla sabbia o sulla “roccia”? MT 7,24ss
- ESISTE LA LIBERTÀ O… IL DESTINO? Per avere certi risultati nella vita ci vuole l’impegno personale o basta fare gesti scaramantici… incrociare le dita o avere qualche amuleto in macchina? Ognuno si costruisce la sua fortuna o tutto dipende dall’oroscopo?
- DON ORIONE: ATTEGGIAMENTI POSITIVI Si dicano sempre ai giovani parole di incoraggiamento cercando che siano sempre animati al bene e entusiasmati allo studio, al lavoro. Io non vi raccomando le macchine, vi raccomando le anime dei giovani, Curatene lo spirito, coltivate la loro mente, educate il loro cuore! Fateli camminare, i vostri alunni, ma in tutto…
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- 11 OTTOBRE: S. GIOVANNI XXIII
«FIGLIOLI… TORNANDO A CASA, TROVERETE I BAMBINI, DATE LORO UNA CAREZZA E DITE: QUESTA È LA CAREZZA DEL PAPA. TROVERETE, FORSE, QUALCHE LACRIMA DA ASCIUGARE. ABBIATE PER CHI SOFFRE UNA PAROLA DI CONFORTO. DITE CHE IL PAPA È CON LORO…».
Era una tiepida serata d’autunno e Giovanni XXIII congedava così la gente accorsa in piazza San Pietro per celebrare l’avvio del concilio Vaticano II (1 l ottobre 1962). Quelle parole, intrise di umanità e di poesia, commossero il mondo e furono il miglior preludio della grande assise ecumenica destinata a rinnovare profondamente la chiesa e che fece di Giovanni XXIII, come scrisse Fr. Mauriac, il papa che ha gettato «un ponte sui nove secoli che ci dividono dai cristiani dell’oriente c sui quattro che ci separano dai fratelli dell’occidente». Insomma: il papa del dialogo, delle aperture, delle audaci novità che in pochi anni servirono ad avvicinare la chiesa al mondo moderno. Quando lo elessero, ormai prossimo agli ottant’anni, tutti pensarono che sarebbe stato un papa di transizione, per consentire alla chiesa di riordinare le idee di fronte alle sfide che la società le stava imperiosamente ponendo. Invece il suo pontificato fu sì di breve durata, ma come pochi altri significativo e incidente.
- SANTA MESSA: –Domenica: 10.30 – Giorni feriali: 18.30 Dopo la Messa domenicale, breve Catechesi … “IL TUO VOLTO, SIGNORE, IO CERCO” IMPARIAMO A PREGARE CON I SALMI.
- CATECHESI IN ASCOLTO DEI SALMI E DI PAPA FRANCESCO
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II° – SALMI STORICI: LA STORIA RIVELA IL DIO FEDELE La fede di Israele è fede storica. Grandi tappe della storia della salvezza: CREAZIONE -ESODO – CONQUISTA DELLA TERRA – RITORNO DALL’ESILIO. Dio e l’uomo: collaboratori nella storia… SAPER LEGGERE IL VANGELO DI DIO NELLA NOSTRA VITA
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Salmo 135 il grande HALLEL: ETERNA E’ LA SUA MISERICORDIA (Gesù lo ha celebrato nell’ Ultima Cena…) LODATE IL SIGNORE PERCHÉ È BUONO: Rit. ETERNO SARÀ IL SUO AMORE PER NOI! Lodate il Dio degli dei: Rit. Lodate il Signore dei signori: Rit.! Egli solo ha compiuto meraviglie: Rit. HA CREATO I CIELI CON SAPIENZA: Rit. Ha stabilito la terra sulle acque: Rit. HA fatto i grandi luminari: Rit. Il sole per regolare il giorno: Rit. la luna e le stelle per regolare la notte: Rit. Percosse l’Egitto nei suoi primogeniti: Rit. DA LORO LIBERÒ ISRAELE: Rit. Divise il mar Rosso in due parti: Rit. . In mezzo fece passare Israele: Rit. Guidò il suo popolo nel deserto: Rit. NELLA NOSTRA UMILIAZIONE SI È RICORDATO DI NOI: Rit. ci ha liberati dai nostri nemici: Rit. Egli dá il cibo ad ogni vivente: Rit. Lodate il Dio del cielo: Rit. ETERNO SARÀ IL SUO AMORE PER NOI!
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Salmo 103: NON DIMENTICARE: è Il grande comandamento. Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, salva dalla fossa la tua vita, ti circonda di bontà e misericordia, sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza. Il Signore compie cose giuste, difende i diritti di tutti gli oppressi. Ha fatto conoscere a Mosè le sue vie, le sue opere ai figli d’Israele. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe. Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono, perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere. L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni! Come un fiore di campo, così egli fiorisce. Se un vento lo investe, non è più, né più lo riconosce la sua dimora. Ma l’amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono, per quelli che custodiscono la sua alleanza e ricordano i suoi precetti per osservarli. Benedite il Signore, angeli suoi, potenti esecutori dei suoi comandi, attenti alla voce della sua parola. Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri, che eseguite la sua volontà. Benedite il Signore, voi tutte opere sue… Benedici il Signore, anima mia. ++++
- CHI CI SEPARERÀ DAL SUO AMORE, (Frisina) la tribolazione, forse la spada ? Né morte o vita ci separerà dall’amore in Cristo Signore. Chi ci separerà dalla sua pace la persecuzione, forse il dolore ? Nessun potere ci separerà da Colui che è morto per noi. Chi ci separerà dalla sua gioia chi potrà strapparci il suo perdono ? Nessuno al mondo ci allontanerà dalla vita in Cristo Signore.
- CHE NE PENSI?
——————————————————————————————————— SE VUOI…SCRIVIAMOCI: donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it
- PRIMO SABATO DEL MESE (H. 16 – 17.30)
”Don Orione, dacci una mano per vivere la Parola di Dio” – SCUOLA DI PREGHIERA E DI…VITA (h.16)
- CARO D. ORIONE, CI DAI UNA MANO? Scusami, ma non so più a che santo votarmi. E allora ho pensato di scrivere a te, anche perché da tanti anni insegno in un centro professionale della tua congregazione. Fra pochi giorni ricomincia la scuola e io mi sento smarrito. Come padre innanzitutto. E poi come insegnante. Non certo per le nozioni tecniche da impartire, ma a livello educativo in generale. Ogni anno si fa sempre più difficile il compito di noi genitori e insegnanti. L’attuale andazzo culturale non ci aiuta certo. Per non parlare di cosa propina ogni giorno “mamma” TV ai nostri ragazzi. E poi, ammettiamolo, anche noi genitori e insegnanti, spesso siamo rassegnati e senza più entusiasmo. Quali valori trasmettere alle nuove generazioni che tu chiamavi “sole o tempesta del domani”? Quale linguaggio usare con i ragazzi spesso sboccati e provocanti? E poi, siamo sinceri, noi adulti possiamo proporci ancora come modelli credibili? In particolare, in una società dove domina il relativismo morale e la cultura del piacere immediato, quali linee seguire nel campo della maturità affettiva? E quali ideali di vita proporre ai giovani che, pur non mancando di nulla (o forse proprio per questo?) sono sempre più annoiati e senza prospettive? Don Orione, se puoi, dacci una mano nel nostro compito di educatori. (Mario, insegnante al CAP)
- DON ORIONE RISPONDE Caro Sig. Mario, sono contento di poter rispondere alle tue domande. Non era facile neanche ai miei tempi, sai. E neanche io avevo la bacchetta magica. Certamente per me era importante un’educazione dei giovani che abbracciasse tutti gli aspetti della loro vita. Ero solito ripetere ai responsabili di una casa o di una scuola: Vi raccomando i giovani: curatene lo spirito, coltivate le loro menti, educate il loro cuore
- ATTINGENDO ALLA SORGENTE: PAOLO ON-LINE – 1 TESSALONICESI Chiediamo a S. Paolo quale atteggiamento avere con i giovani.
- Serve di più rimproverare o evidenziare le qualità? Quando siamo di fronte a Dio, nostro Padre, pensiamo continuamente alla vostra fede molto attiva, al vostro amore molto impegnato, alla vostra speranza fermamente rivolta verso Gesù Cristo nostro Signore. E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore. Siete diventati un esempio per i cristiani che vivono in Macedonia e in tutta la Grecia (1Ts 1,3ss)
- Possiamo dire di amare i ragazzi come nostri figli? Mi sono comportato tra voi con dolcezza, come una madre che ha cura dei suoi bambini. Mi sono affezionato a voi, e vi ho voluto bene fino al punto che vi avrei dato non solo IL MESSAGGIO DI SALVEZZA CHE VIENE DA DIO, MA ANCHE LA MIA VITA. Ho lavorato notte e giorno per potervi annunziare la parola di Dio, senza essere di peso a nessuno. Sapete che ho agito verso ciascuno di voi, come fa un padre con i suoi figli. (1Ts 2,1ss)
- No alle prediche nelle scuole Guardatevi dal far prediche tutti i giorni, né si dovrà trasformare la scuola in una chiesa, né la cattedra in pulpito, no, ma tutto deve essere atto e santo, nella scuola come nella chiesa, però mai prediche nelle scuole; ma tutto in voi dovrà predicare Dio, e di tutto servirvi di tutto per infondere e diffondere la Fede e l’amore di Dio benedetto.
- Non stancate i ragazzi …Però usate discrezione e sobrietà, e non stancate i ragazzi, le pratiche di pietà non bisogna renderle pesanti e uggiose: deve la religione essere come un alto raggio di luce che illumina, che riscalda, che fa bene, che è desiderata e che dà vita: così dev’essere la pietà. Le pratiche di pietà sono utili, sono necessarie, ma non dimentichiamo che sono mezzo, non fine: tutto in noi, come nei giovanetti, pratiche di pietà, disciplina, studio, lavoro, debba essere subordinato alla pietà solida, cioè all’amore di Dio,
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- TERZA DOMENICA DEL MESE: (15 ottobre: 9–16 )
EDUCARCI PER EDUCARE : RITIRO SPIRITUALE PER TUTTI “Come fa un padre con i figli”: Educare OGGI, come? -1Tess
- L’ULTIMA DOMENICA DEL MESE, PER… NOI! LA CREATURA CHE HAI ACCANTO E’ MIA… TE L’AFFIDO! Laboratori familiari per fidanzati e sposi in ascolto di Tobia e di Papa Francesco
23 – 28 OTTOBRE 2017:
ESERCIZI SPIRITUALI PER TUTTI
“Siamo chiamati a libertà: ma quale libertà? ”
(Lettura spirituale della lettera ai Galati)
* I corsi si svolgono in forma di “lectio” dei testi biblici e di Papa Francesco Iniziano h. 18 del primo giorno – terminano h. 8.30 dell’ ultimo giorno
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SE L’AGENDA UCCIDE IL BREVIARIO…
Lettera di un prete
“Mi sento uno specialista in organizzazione:
la mia parrocchia ormai è un’azienda perfetta.
Ho sviluppato piani, ho fatto progetti…
ho pianificato al computer la cura delle anime.
Ho istituito la pastorale per categorie,
per gruppi, per zone, per età.
Sto cedendo al fascino delle tecniche di mercato…
Si è sviluppato in me il demone dell’attivismo.
Come posso lavorare con più efficacia. Sempre meglio, sempre più in fretta …La fretta è d’obbligo.
Sono qua a celebrare l’Eucarestia e la mente
è già nella seconda parrocchia per la seconda eucarestia.
La mia agenda ha sostituito il mio breviario.
Io non ho tempo per fermarmi,
per permettermi di crollare, così, davanti a tutti.
Ho da fare! Sono sempre proteso agli appuntamenti …
Tutto è diventato più difficile perché non mi è concesso
di soffrire apertamente, serenamente.
Unica via d’uscita: fingere, mascherare.
Il mio zelo pastorale è soltanto furia di lavorare,
insensata espressione di debolezza profonda…
Ogni frenesia pastorale si dissolve soltanto quando il sacerdote si colloca nell’orizzonte della signoria di Dio. La terra porta frutto mentre il contadino dorme.
Fino a quando non crederò questo, resterò convinto di non poter andare nemmeno a dormire, con tutti gli impegni che ho. Solo chi crede può riposare.
Solo chi ha fiducia vera in un Altro, riesce a dormire.
Sta qui la soluzione della mia solitudine e del mio stress?
PAPA FRANCESCO : IL PARADISO È L’ABBRACCIO CON DIO Mercoledì, 25 ottobre 2017
Cari fratelle e sorelle, buongiorno! Questa è l’ultima catechesi sul tema della speranza cristiana, che ci ha accompagnato dall’inizio di questo anno liturgico. E concluderò parlando del paradiso, come meta della nostra speranza.«PARADISO» È UNA DELLE ULTIME PAROLE PRONUNCIATE DA GESÙ SULLA CROCE, RIVOLTO AL BUON LADRONE. Fermiamoci un momento su quella scena.ACCANTO A GESÙ C’È ANCHE UN REO CONFESSO: uno che riconosce di aver meritato quel terribile supplizio. Lo chiamiamo il “buon ladrone”, Sul Calvario, in quel venerdì tragico e santo, GESÙ GIUNGE ALL’ESTREMO DELLA SUA INCARNAZIONE, DELLA SUA SOLIDARIETÀ CON NOI PECCATORI. LÌ SI REALIZZA QUANTO IL PROFETA ISAIA AVEVA DETTO DEL SERVO SOFFERENTE: «E’ STATO ANNOVERATO TRA GLI EMPI» (53,12; cfr Lc 22,37).È là, sul Calvario, che Gesù ha l’ultimo appuntamento con un peccatore, per spalancare anche a lui le porte del suo Regno. QUESTO È INTERESSANTE: È L’UNICA VOLTA CHE LA PAROLA “PARADISO” COMPARE NEI VANGELI. Gesù lo promette a un “povero diavolo” che sul legno della croce ha avuto il coraggio di rivolgergli la più umile delle richieste: «RICORDATI DI ME QUANDO ENTRERAI NEL TUO REGNO» (Lc 23,42). Non aveva opere di bene da far valere, non aveva niente, MA SI AFFIDA A GESÙ, CHE RICONOSCE COME INNOCENTE, BUONO, COSÌ DIVERSO DA LUI (v. 41). Il buon ladrone ci ricorda la nostra vera condizione davanti a Dio: CHE NOI SIAMO SUOI FIGLI, che Lui prova compassione per noi, che Lui è disarmato ogni volta che gli manifestiamo la nostalgia del suo amore. Nelle camere di tanti ospedali o nelle celle delle prigioni questo miracolo si ripete innumerevoli volte: non c’è persona, per quanto abbia vissuto male, a cui resti solo la disperazione e sia proibita la grazia. DAVANTI A DIO CI PRESENTIAMO TUTTI A MANI VUOTE, UN PO’ COME IL PUBBLICANO DELLA PARABOLA CHE SI ERA FERMATO A PREGARE IN FONDO AL TEMPIO (cfr Lc 18,13). E ogni volta che un uomo, facendo l’ultimo esame di coscienza della sua vita, scopre che gli ammanchi superano di parecchio le opere di bene, non deve scoraggiarsi, MA AFFIDARSI ALLA MISERICORDIA DI DIO. E QUESTO CI DÀ SPERANZA, QUESTO CI APRE IL CUORE! Dio è Padre, e fino all’ultimo aspetta il nostro ritorno. E al figlio prodigo ritornato, che incomincia a confessare le sue colpe, IL PADRE CHIUDE LA BOCCA CON UN ABBRACCIO (cfr Lc 15,20). Questo è Dio: così ci ama! Il paradiso non è un luogo da favola. IL PARADISO È L’ABBRACCIO CON DIO, Amore infinito, e ci entriamo grazie a Gesù, che è morto in croce per noi. Dove c’è Gesù, c’è la misericordia e la felicità; senza di Lui c’è il freddo e la tenebra. Nell’ora della morte, il cristiano ripete a Gesù: “Ricordati di me”. E se anche non ci fosse più nessuno che si ricorda di noi, Gesù è lì, accanto a noi. Vuole portarci nel posto più bello che esiste. Ci vuole portare là con quel poco o tanto di bene che c’è stato nella nostra vita, perché nulla vada perduto di ciò che Lui aveva già redento. E nella casa del Padre porterà anche tutto ciò che in noi ha ancora bisogno di riscatto: le mancanze e gli sbagli di un’intera vita. È questa la meta della nostra esistenza: CHE TUTTO SI COMPIA, E VENGA TRASFORMATO IN AMORE. SE CREDIAMO QUESTO, LA MORTE SMETTE DI FARCI PAURA, E POSSIAMO ANCHE SPERARE DI PARTIRE DA QUESTO MONDO IN MANIERA SERENA, CON TANTA FIDUCIA. Chi ha conosciuto Gesù, non teme più nulla. E potremo ripetere anche noi le parole del vecchio Simeone, anche lui benedetto dall’incontro con Cristo, dopo un’intera vita consumata nell’attesa: «Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza» (Lc 2,29-30).E in quell’istante, finalmente, non avremo più bisogno di nulla, non vedremo più in maniera confusa. Non piangeremo più inutilmente, perché tutto è passato; anche le profezie, anche la conoscenza. Ma l’amore no, quello rimane. Perché «la carità non avrà mai fine» (cfr 1 Cor 13,8).
UN MESSAGGIO CHE…FA PENSARE…MANCANZA DI FEDE (Indro Montanelli)
Lo confesso: io non ho vissuto e non vivo la mancanza di fede con la disperazione di Prezzolini… Ma l’ho sempre sentita e sento come una profonda ingiustizia che toglie alla mia vita, ora che ne sono al rendiconto finale, ogni senso! Se è per chiudere gli occhi senza aver saputo di dove vengo, dove vado, e cosa sono venuto a fare qui, tanto valeva non aprirli.
IMPARIAMO A CELEBRARE BENE “IL PADRE NOSTRO” ALLA SCUOLA DI S. AGOSTINO
A noi sono necessarie le parole per richiamarci alla mente e considerare quello che chiediamo, ma non crediamo di dovere informare con esse il Signore, o piegarlo ai nostri voleri.
Quando dunque diciamo: «SIA SANTIFICATO IL TUO NOME», stimoliamo noi stessi a desiderare che il suo nome, che è sempre santo, sia ritenuto santo anche presso gli uomini, cioè non sia disprezzato. Cosa questa che giova non a Dio, ma agli uomini. Quando poi diciamo: «VENGA IL TUO REGNO» che, volere o no, certamente verrà, eccitiamo la nostra aspirazione verso quel regno, perché venga per noi e meritiamo di regnare in esso.
Quando diciamo: «SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ COME IN CIELO COSÌ IN TERRA», gli domandiamo la grazia dell’obbedienza, perché la sua volontà sia adempiuta da noi, come in cielo viene eseguita dagli angeli. Dicendo: «DACCI OGGI IL NOSTRO PANE QUOTIDIANO», con la parola «oggi» intendiamo nel tempo presente. Con il termine «pane» chiediamo tutto quello che ci è necessario, indicandolo con quanto ci occorre maggiormente per il sostentamento quotidiano. Domandiamo anche il sacramento dei fedeli, necessario nella vita presente per conseguire la felicità, non quella temporale, ma l’eterna. Quando diciamo: «RIMETTI A NOI I NOSTRI DEBITI COME NOI LI RIMETTIAMO AI NOSTRI DEBITORI», richiamiamo alla memoria sia quello che dobbiamo domandare, sia quello che dobbiamo fare per meritare di ricevere il perdono.
Quando diciamo: «E NON CI INDURRE IN TENTAZIONE», siamo esortati a chiedere l’aiuto indispensabile per non cedere alle tentazioni e per non rimanere vinti dall’inganno o dal dolore. Quando diciamo: «LIBERACI DAL MALE», ricordiamo a noi stessi che non siamo ancora in possesso di quel bene nel quale non soffriremo più alcun male.
Questa domanda è l’ultima dell’orazione domenicale. Essa ha un significato larghissimo. Perciò, in qualunque tribolazione si trovi il cristiano, con essa esprima i suoi gemiti, con essa accompagni le sue lacrime, da essa inizi la sua preghiera, in essa la prolunghi e con essa la termini.
LE ESPRESSIONI CHE ABBIAMO PASSATO IN RASSEGNA HANNO IL VANTAGGIO DI RICORDARCI LE REALTÀ CHE ESSE SIGNIFICANO. TUTTE LE ALTRE FORMULE DESTINATE O A SUSCITARE O AD INTENSIFICARE IL FERVORE INTERIORE, NON CONTENGONO NULLA CHE NON SI TROVI GIÀ NELLA PREGHIERA DEL SIGNORE, PURCHÉ NATURALMENTE LA RECITIAMO BENE E CON INTELLIGENZA.
CHIUNQUE PREGA CON PAROLE CHE NON HANNO ALCUN RAPPORTO CON QUESTA PREGHIERA EVANGELICA, FORSE NON FA UNA PREGHIERA MAL FATTA, MA CERTO TROPPO UMANA E TERRESTRE. DEL RESTO STENTEREI A CAPACITARMI CHE UNA TALE PREGHIERE SI POSSA DIRE ANCOR BEN FATTA PER I CRISTIANI. E LA RAGIONE È CHE, ESSENDO ESSI RINATI DALLO SPIRITO, DEVONO PREGARE SOLO IN MODO SPIRITUALE.
Mi ha sempre tanto colpito questa frase di don Orione:
“Il SILENZIO SCHIUDE LE SORGENTI DELL’ANIMA,
FA LAVORARE IN NOI IL NOSTRO SPIRITO, PIU’ CHE ANNI DI LETTURA
IL SILENZIO LAVORA. BISOGNA FARLO LAVORARE”.
I TEMPI FISSI DELLA PREGHIERA
MANTENIAMO SEMPRE VIVO IL DESIDERIO DELLA VITA BEATA, CHE CI VIENE DAL SIGNORE DIO E NON CESSIAMO MAI DI PREGARE. MA, A QUESTO FINE, È NECESSARIO CHE STABILIAMO CERTI TEMPI FISSI PER RICHIAMARE ALLA NOSTRA MENTE IL DOVERE DELLA PREGHIERA, distogliendola da altre occupazioni o affari, che in qualche modo raffreddano il nostro desiderio, ed eccitandoci con le parole dell’orazione a concentrarci in ciò che desideriamo. Facendo così, eviteremo che il desiderio, tendente a intiepidirsi, si raffreddi del tutto o si estingua per mancanza di un frequente stimolo.
La raccomandazione dell’Apostolo: “In ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste” (Fil 4, 6) non si deve intendere nel senso che dobbiamo portarle a conoscenza di Dio. Egli infatti le conosceva già prima che fossero formulate. ESSE DEVONO DIVENIRE PIUTTOSTO MAGGIORMENTE VIVE NELL’AMBITO DELLA NOSTRA COSCIENZA.. Infatti il pregare a lungo non è , come qualcuno crede, lo stesso che pregare con molte parole. Altro è un lungo discorso, altro uno stato d’animo prolungato. CONSIDERIAMO COME DEL SIGNORE STESSO SIA SCRITTO CHE PASSAVA LE NOTTI IN PREGHIERA, E CHE NELL’ORTO PREGÒ A LUNGO. Ed in ciò, che altro intendeva, se non darci l’esempio, egli che nel tempo è l’intercessione propizio, mentre nell’eternità è , insieme al Padre, colui che ci esaudisce?
SAPPIAMO CHE GLI EREMITI D’EGITTO FANNO PREGHIERE FREQUENTI, MA TUTTE BREVISSIME. ESSE SONO RAPIDI MESSAGGI CHE PARTONO ALL’INDIRIZZO DI DIO. Così l’attenzione dello spirito, tanto necessaria a chi prega, rimane sempre desta e fervida e non si assopisce per la durata eccessiva dell’orazione. Lungi dunque dalla preghiera ogni verbosità, ma non si tralasci la supplica insistente, se perdura il fervore e l’attenzione. Il servirsi di molte parole nella preghiera equivale a trattare una cosa necessaria con parole superflue. Il pregare consiste nel bussare alla porta di Dio e invocarlo con insistente e devoto ardore del cuore. IL DOVERE DELLA PREGHIERA SI ADEMPIE MEGLIO CON I GEMITI CHE CON LE PAROLE, PIÙ CON LE LACRIME, CHE CON I DISCORSI. DIO, INFATTI, “PONE DAVANTI AL SUO COSPETTO LE NOSTRE LACRIME” (SAL 55, 9 VOLG.), E IL NOSTRO GEMITO NON RIMANE NASCOSTO (CFR. SAL 37, 10) A LUI CHE TUTTO HA CREATO PER MEZZO DEL SUO VERBO, E NON CERCA LE PAROLE DEGLI UOMINI.
NEL MOMENTO IN CUI UN’ANIMA DECIDE IN CUOR SUO DI DONARSI TOTALMENTE A DIO, NON BASTA CHE LO FACCIA UNA VOLTA E NON PIU’ . GLIELO DEVE RIPETERE OGNI GIORNO. SANT’AGOSTINO CI RIPETE DI “OFFRIRE I NOSTRI CORPI COME SACRIFICIO A DIO GRADITO….” IL MOMENTO PIU’ BELLO E’ DURANTE LA S. MESSA AL MOMENTO DELLA CONSACRAZIONE. IL SACERDOTE RIPETE LE PAROLE DI GESU’ , NOI OFFRIAMO I NOSTRI CORPI , I NOSTRI AFFETTI ,LE NOSTRE PENE E SOPRATTUTTO I NOSTRI PECCATI. TUTTO VIENE PURIFICATO DAL SANGUE DI GESU’. IN QUESTI MOMENTI L’ANIMA SI SENTE ALLEGERITA E LE SEMBRA QUASI DI VOLARE. GRAZIE SIGNORE! CI CONCEDI LA POSSIBILITA’ DI GUSTARE QUESTE BELLE ESPERIENZE , SOLO IL TUO AMORE E’ CAPACE DI FARCI TALI DONI .
OFFRIRE I NOSTRI CORPI COME SACRIFICIO VIVENTE, SANTO E GRADITO A DIO, COME NOSTRO ATTO DI CULTO SPIRITUALE
sant’Agostino, vescovo
IL VERO SACRIFICIO CONSISTE IN OGNI AZIONE CON CUI MIRIAMO A UNIRCI CON DIO IN UN SANTO RAPPORTO. Perciò anche le stesse opere di misericordia, con cui si viene in soccorso dell’uomo, se non si fanno per Dio, non possono dirsi vero sacrificio. Infatti, benché il sacrificio venga compiuto e offerto dall’uomo, tuttavia è cosa divina…PERCIÒ UN UOMO CONSACRATO A DIO E VOTATO A LUI, IN QUANTO MUORE AL MONDO PER VIVERE A DIO, È UN SACRIFICIO. È ANCHE UN’OPERA DI MISERICORDIA CHE CIASCUNO FA VERSO SE STESSO, COME STA SCRITTO: «ABBI MISERICORDIA DELLA TUA ANIMA, RENDENDOTI GRADITO A DIO» (SIR 30, 24 VOLG.).
Dunque veri sacrifici sono le opere di misericordia sia verso se stessi, sia verso il prossimo in riferimento a Dio. D’altra parte le opere di misericordia non si compiono per altro motivo, se non per essere liberi dalla miseria e rendersi così beati di quella beatitudine che non si consegue se non per mezzo di quel bene di cui fu detto: «IL MIO BENE È STARE VICINO A DIO» (Sal 72, 28). L’APOSTOLO CI ESORTA AD OFFRIRE I NOSTRI CORPI COME SACRIFICIO VIVENTE, SANTO E GRADITO A DIO, COME NOSTRO ATTO DI CULTO SPIRITUALE (cfr. Rm 12, 1). Ci raccomanda di non conformarci al mondo presente, ma a trasformarci rinnovando la nostra mente per poter discernere qual è la volontà di Dio, per capire qual è il vero bene a lui gradito e perfetto, per comprendere che noi stessi costituiamo tutto intero il sacrificio. Per questo soggiunge: «Per la grazia che mi è stata concessa, io dico a ciascuno di voi: Non valutatevi più di quanto è conveniente, ma valutatevi in maniera da avere di voi un giusto concetto, ciascuno secondo la misura di fede che Dio gli ha dato. POICHÉ, COME IN UN SOLO CORPO ABBIAMO MOLTE MEMBRA E QUESTE MEMBRA NON HANNO TUTTE LA MEDESIMA FUNZIONE, COSÌ ANCHE NOI, PUR ESSENDO MOLTI, SIAMO UN SOLO CORPO IN CRISTO E CIASCUNO PER LA SUA PARTE SIAMO MEMBRA GLI UNI DEGLI ALTRI. ABBIAMO PERTANTO DONI DIVERSI SECONDO LA GRAZIA DATA A CIASCUNO DI NOI» (Rm 12, 3-6).
Questo è il sacrificio dei cristiani: «Pur essendo molti siamo un corpo solo in Cristo» (1 Cor 10, 17). E QUESTO SACRIFICIO LA CHIESA LO CELEBRA ANCHE CON IL SACRAMENTO DELL’ALTARE BEN NOTO AI FEDELI, IN CUI LE VIENE MOSTRATO CHE, IN CIÒ CHE ESSA OFFRE, ESSA STESSA È OFFERTA NELLA COSA CHE OFFRE.
S. AGOSTINO: DAMMI UNO CHE AMI, E CAPIRÀ Dai «Trattati su Giovanni»
«Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre» (Gv 6, 44).
Non pensare di essere attirato contro la tua volontà: l’anima è attirata anche dall’amore. Anche il piacere ha una tale forza di attrazione.
Che significa essere attratti dal piacere? «CERCA LA GIOIA NEL SIGNORE, ESAUDIRÀ I DESIDERI DEL TUO CUORE» (Sal 36, 4). Esiste dunque una certa delizia del cuore, per cui esso gode di quel pane celeste. IL POETA VIRGILIO POTÉ AFFERMARE: CIASCUNO È ATTRATTO DAL PROPRIO PIACERE. Non dunque dalla necessità, ma dal piacere, non dalla costrizione, ma dal diletto. Tanto più noi possiamo dire che viene attirato a Cristo l’uomo che trova la sua delizia nella verità, nella beatitudine, nella giustizia, nella vita eterna, dal momento che Cristo è proprio tutto questo.
O forse che i sensi del corpo hanno i loro piaceri e l’anima non dovrebbe averli? Se l’anima non ha le sue delizie, come mai il salmo dice: «Si rifugiano gli uomini all’ombra delle tue ali, si saziano dell’abbondanza della tua casa, e li disseti al torrente delle tue delizie.
È in te la sorgente della vita e alla tua luce vediamo la luce»? (Sl 35, 8).
DAMMI UNO CHE AMI, E CAPIRÀ QUELLO CHE STO DICENDO. DAMMI UNO CHE ARDA DI DESIDERIO, UNO CHE ABBIA FAME, CHE SI SENTA PELLEGRINO E ASSETATO IN QUESTO DESERTO, UNO CHE SOSPIRI ALLA FONTE DELLA PATRIA ETERNA, DAMMI UNO CHE SPERIMENTI DENTRO DI SÉ TUTTO QUESTO ED EGLI CAPIRÀ LA MIA AFFERMAZIONE. SE INVECE PARLO AD UN CUORE FREDDO E INSENSIBILE, NON POTRÀ CAPIRE CIÒ CHE DICO. TU MOSTRI AD UNA PECORA UN RAMOSCELLO VERDE E TE LA TIRI DIETRO. MOSTRI AD UN FANCIULLO DELLE NOCI, ed egli viene attratto e là corre dove si sente attratto: è attirato dall’amore, è attirato senza subire costrizione fisica; è attirato dal vincolo che lega il cuore. Se, dunque, queste delizie e piaceri terreni, presentati ai loro amatori, esercitano su di loro una forte attrattiva – perché rimane sempre vero che ciascuno è attratto dal proprio piacere – COME NON SARÀ CAPACE DI ATTRARCI CRISTO, CHE CI VIENE RIVELATO DAL PADRE? Che altro desidera più ardentemente l’anima, se non la verità? Dice il Signore: «Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia», quaggiù, «perché saranno saziati», lassù (Mt 5, 6).
GLI CONCEDO QUELLO CHE AMA, GLI RENDO QUELLO CHE SPERA.
VEDRÀ QUELLO CHE ORA SENZA VEDERE ACCETTA PER FEDE.
SI CIBERÀ DI CIÒ DI CUI ORA HA FAME,
SARÀ DISSETATO CON CIÒ DI CUI ORA HA SETE.
MA QUANDO E DOVE? NELLA RISURREZIONE DEI MORTI, PERCHÉ:
«IO LO RISUSCITERÒ NELL’ULTIMO GIORNO» (GV 6, 54).
NELLA FESTA DI S. LUCA CI FA BENE QUESTA RIFLESSIONE… SUL SENSO DI RESPONSABILITÀ NEL MINISTERO DI san Gregorio Magno, papa
Sentiamo cosa dice il Signore nell’inviare i predicatori: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe!» (Mt 9, 37-38).Per una grande messe gli operai sono pochi; non possiamo parlare di questa scarsità senza profonda tristezza, poiché vi sono persone che ascolterebbero la buona parola, ma mancano i predicatori. ECCO, IL MONDO È PIENO DI SACERDOTI, E TUTTAVIA SI TROVA DI RADO CHI LAVORA NELLA MESSE DEL SIGNORE; CI SIAMO ASSUNTI L’UFFICIO SACERDOTALE, MA NON COMPIAMO LE OPERE CHE L’UFFICIO COMPORTA. Riflettete attentamente, fratelli carissimi, su quello che è scritto: «Pregate il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe». Pregate voi per noi, affinché siamo in grado di operare per voi come si conviene, PERCHÉ LA LINGUA NON RESTI INCEPPATA NELL’ESORTARE, E IL NOSTRO SILENZIO NON CONDANNI PRESSO IL GIUSTO GIUDICE NOI, CHE ABBIAMO ASSUNTO L’UFFICIO DI PREDICATORI. SPESSO INFATTI LA LINGUA DEI PREDICATORI PERDE LA SUA SCIOLTEZZA A CAUSA DELLE LORO COLPE; Ci siamo ingolfati in affari terreni, e altro è ciò che abbiamo assunto con l’ufficio sacerdotale, altro ciò che mostriamo con i fatti. Noi abbandoniamo il ministero della predicazione e siamo chiamati vescovi, ma forse piuttosto a nostra condanna, dato che possediamo il titolo onorifico e non le qualità. COLORO CHE CI SONO STATI AFFIDATI ABBANDONANO DIO E NOI STIAMO ZITTI. Giacciono nei loro peccati e noi non tendiamo loro la mano per correggerli. Ma come sarà possibile che noi emendiamo la vita degli altri, se trascuriamo la nostra? Ben per questo la santa Chiesa dice delle sue membra malate: «Mi hanno messo a guardiana delle vigne; la mia vigna, la mia, non l’ho custodita» (Ct 1, 6). POSTI A CUSTODI DELLE VIGNE, NON CUSTODIAMO AFFATTO LA VIGNA, PERCHÉ, IMPLICATI IN AZIONI ESTRANEE, TRASCURIAMO IL MINISTERO CHE DOVREMMO COMPIERE.
Sant’Ignazio di Antiochia …UN’ALTRA PAGINA DI S. IGNAZIO CHE FA MEDITARE…
Voglio premunirvi, come figli amatissimi
Ignazio, detto anche Teoforo, alla santa chiesa, amata da Dio, Padre di Gesù Cristo, che si trova a Tralle in Asia e che, eletta da Dio e di lui degna, ha pace nel corpo e nell’anima per la passione di Gesù Cristo, nostra speranza, in attesa di risorgere in lui. La saluto nella pienezza dello spirito, secondo l’uso apostolico, e le auguro ogni bene.
So che mostrate sentimenti irreprensibili e siete saldi nella prova, non per opportunismo, ma per una educazione che in voi è ormai diventata connaturale. Me lo disse appunto il vostro vescovo Polibio quando venne a Smirne per volontà di Dio e di Gesù Cristo. Egli ne gioì con me, INCATENATO PER GESÙ CRISTO, ED IO POTEI CONTEMPLARE NELLA SUA PERSONA TUTTA LA VOSTRA COMUNITÀ. Ricevendo per mezzo suo prova della vostra benevolenza secondo Dio, resi gloria al Signore per avervi trovati, come già sapevo, suoi imitatori.
Infatti siete sottomessi al vescovo come a Gesù Cristo, e perciò non vivete secondo gli uomini, ma secondo Gesù Cristo che è morto per noi. Credendo nella morte di lui, sfuggite alla morte. È NECESSARIO CHE, COME GIÀ FATE, NULLA FACCIATE SENZA IL VESCOVO E CHE SIATE SOTTOMESSI ANCHE AL COLLEGIO PRESBITERALE COME AGLI APOSTOLI DI GESÙ CRISTO, NOSTRA SPERANZA, PER ESSERE TROVATI IN COMUNIONE CON LUI.
È necessario che anche i diaconi, quali ministri dei misteri di Gesù Cristo, siano accetti a tutti in ogni cosa: non sono infatti ministri di cibi o di bevande, ma della Chiesa di Dio, e devono perciò tenersi lontani da qualsiasi colpa come dal fuoco. DA PARTE LORO, TUTTI RISPETTINO I DIACONI COME GESÙ CRISTO, ONORINO PARTICOLARMENTE IL VESCOVO, CHE È IMMAGINE DEL PADRE, E I PRESBITERI QUALE SENATO DI DIO E ASSEMBLEA DEGLI APOSTOLI. SENZA DI ESSI NON SI PUÒ PARLARE DI CHIESA.
Sono certo che queste sono le vostre disposizioni al riguardo. Nella persona del vostro vescovo ho accolto e ho tuttora presso di me l’immagine della vostra carità: IL SUO MODO DI COMPORTARSI È UN GRANDE INSEGNAMENTO E LA SUA DOLCEZZA UNA FORZA.
Dio si manifesta in molti modi al mio spirito, ma vado cauto nel parlare di ciò per non perdermi, cadendo nella vanagloria. Proprio adesso devo maggiormente temere, né intendo prestar orecchio alle lodi. COLORO CHE MI LODANO, MI FLAGELLANO. Certo desidero soffrire, ma non so se ne sia degno. La mia impazienza non si manifesta ai più, ma mi tormenta senza tregua. Ho bisogno di umiltà con la quale si sconfigge il principe di questo mondo.
Vi scongiuro, non io ma l’amore di Gesù Cristo: NUTRITEVI SOLO DELLA SANA DOTTRINA CRISTIANA E TENETEVI LONTANI DA OGNI ERBA ESTRANEA, QUAL È L’ERESIA. Ciò avverrà se non vi lascerete gonfiare dall’orgoglio e non vi separerete da Gesù Cristo Dio e dal vescovo e dai comandi degli apostoli. Chi sta all’interno del santuario è puro; ma chi ne è al di fuori, è impuro. In altri termini: chiunque compie qualche cosa senza il vescovo, il collegio dei presbiteri e i diaconi, non agisce con coscienza pura.
NON GIÀ CHE ABBIA RISCONTRATO IN VOI QUESTE COSE: MA VI SCRIVO PER PREMUNIRVI, COME FIGLI AMATISSIMI.
…… Il ” LASCIARSI GUIDARE DALLO SPIRITO ” E’come abbandonarsi nelle braccia di un padre amoroso ; lasciarsi illuminare in ogni decisione , grande o piccola che sia, sollecitandoci a portarla a termine. La luce vera dello SPIRITO guida i nostri passi e rassicura le nostre incertezze . Seguire gli impulsi dello SPIRITO non rimane sempre facile. Occorre fare un profondo discernimento., per non cadere nell’errore.
Cosa comporta fare
LA COMUNIONE AL CORPO E AL SANGUE DI CRISTO ?
Ci risponde SAN FULGENZIO DI RUSPE, VESCOVO
IL SIGNORE STESSO POI DICE: «NESSUNO HA UN AMORE PIÙ GRANDE DI QUESTO: DARE LA VITA PER I PROPRI AMICI» (Gv 15, 13). Cristo è morto per noi. Perciò quando facciamo memoria della sua morte, durante il sacrificio, invochiamo la venuta dello Spirito Santo quale dono di amore. La nostra preghiera chiede quello stesso amore per cui Cristo si è degnato di essere crocifisso per noi. ANCHE NOI, MEDIANTE LA GRAZIA DELLO SPIRITO SANTO, POSSIAMO ESSERE CROCIFISSI AL MONDO E IL MONDO A NOI. SIAMO INVITATI AD IMITARE CRISTO. Egli per quanto riguarda la sua morte, morì al peccato una volta per tutte; ora invece, per il fatto che vive, vive per Dio. Così anche noi consideriamoci morti al peccato, ma viventi per Dio, in Cristo Gesù (cfr. Rm 6, 10-11). «CAMMINIAMO IN UNA VITA NUOVA» (RM 6, 4) MEDIANTE IL DONO DELL’AMORE.
«Infatti l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). Noi partecipiamo al corpo e al sangue del Signore, noi mangiamo il suo pane e ne beviamo il calice. PERCIÒ DOBBIAMO MORIRE AL MONDO E CONDURRE UNA VITA NASCOSTA CON CRISTO IN DIO E CROCIFIGGERE LA NOSTRA CARNE CON I SUOI VIZI E LE SUE CONCUPISCENZE (cfr. Col 3, 3; Gal 5, 24).
Tutti i fedeli che amano Dio e il prossimo, anche se non bevono il calice della passione corporale, bevono tuttavia il calice dell’amore del Signore. INEBRIATI DA ESSO, MORTIFICANO LE LORO MEMBRA E, AVENDO RIVESTITO IL SIGNORE GESÙ CRISTO, NON SI DANNO PENSIERO DEI DESIDERI DELLA CARNE E NON FISSANO LO SGUARDO SULLE COSE CHE SI VEDONO, MA SU QUELLE CHE NON SI VEDONO. COSÌ CHI BEVE AL CALICE DEL SIGNORE CUSTODISCE LA SANTA CARITÀ, SENZA LA QUALE NULLA GIOVA, NEPPURE IL DARE IL PROPRIO CORPO ALLE FIAMME. PER IL DONO DELLA CARITÀ POI CI VIENE DATO DI ESSERE VERAMENTE QUELLO CHE MISTICAMENTE CELEBRIAMO IN MODO SACRAMENTALE NEL SACRIFICIO.
SENSO DI RESPONSABILITÀ NEL MINISTERO san Gregorio Magno, papa
Sentiamo cosa dice il Signore nell’inviare i predicatori: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe!» (Mt 9, 37-38).Per una grande messe gli operai sono pochi; non possiamo parlare di questa scarsità senza profonda tristezza, poiché vi sono persone che ascolterebbero la buona parola, ma mancano i predicatori. ECCO, IL MONDO È PIENO DI SACERDOTI, E TUTTAVIA SI TROVA DI RADO CHI LAVORA NELLA MESSE DEL SIGNORE; CI SIAMO ASSUNTI L’UFFICIO SACERDOTALE, MA NON COMPIAMO LE OPERE CHE L’UFFICIO COMPORTA. Riflettete attentamente, fratelli carissimi, su quello che è scritto: «Pregate il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe». Pregate voi per noi, affinché siamo in grado di operare per voi come si conviene, PERCHÉ LA LINGUA NON RESTI INCEPPATA NELL’ESORTARE, E IL NOSTRO SILENZIO NON CONDANNI PRESSO IL GIUSTO GIUDICE NOI, CHE ABBIAMO ASSUNTO L’UFFICIO DI PREDICATORI. SPESSO INFATTI LA LINGUA DEI PREDICATORI PERDE LA SUA SCIOLTEZZA A CAUSA DELLE LORO COLPE; Ci siamo ingolfati in affari terreni, e altro è ciò che abbiamo assunto con l’ufficio sacerdotale, altro ciò che mostriamo con i fatti. Noi abbandoniamo il ministero della predicazione e siamo chiamati vescovi, ma forse piuttosto a nostra condanna, dato che possediamo il titolo onorifico e non le qualità. COLORO CHE CI SONO STATI AFFIDATI ABBANDONANO DIO E NOI STIAMO ZITTI. Giacciono nei loro peccati e noi non tendiamo loro la mano per correggerli. Ma come sarà possibile che noi emendiamo la vita degli altri, se trascuriamo la nostra? Ben per questo la santa Chiesa dice delle sue membra malate: «Mi hanno messo a guardiana delle vigne; la mia vigna, la mia, non l’ho custodita» (Ct 1, 6). POSTI A CUSTODI DELLE VIGNE, NON CUSTODIAMO AFFATTO LA VIGNA, PERCHÉ, IMPLICATI IN AZIONI ESTRANEE, TRASCURIAMO IL MINISTERO CHE DOVREMMO COMPIERE.
L’INVITO CHE OGGI CI RIVOLGE GESU’ NELLA PAGINA DEL VANGELO DI LUCA, E’ DI GRANDE E ASSOLUTA IMPORTANZA PER LA VITA SPIRITUALE; EGLI CI FA UN APPELLO : NON SOLO AD ACCOGLIERE LA SUA PAROLA, MA AD APPREZZARE QUEL MODO IN CUI LA POTENZA DI DIO SI RENDE PRESENTE NELLE FRAGILI PIEGHE DELLA NOSTRA DEBOLEZZA DI ESSERI UMANI. UN GRANDE ESEGETA DELLA TRADIZIONE ALESSANDRINA CI RICORDA CHE DOBBIAMO PURIFICARE CONTINUAMENTE LE INTENZIONI DELLA NOSTRA FEDE, TENENDO PULITA LA STANZA INTERIORE DOVE LA PAROLA DI DIO E’ ASCOLTATA, ACCOLTA, MA SOPRATTUTTO INTERPRETATA ATTRAVERSO I NOSTRI SENSI INTERIORI. “DUNQUE SIAMO STATI ACCOLTI DAL CRISTO E LA NOSTRA CASA E’ STATA PULITA DAI PECCATI PASSATI E ORNATA CON GLI ORNAMENTI DEI SACRAMENTI DEI FEDELI, CHE GLI INIZIATI CONOSCONO. MA QUESTA CASA NON MERITA DI AVERE SUBITO PER ABITANTE IL CRISTO, A MENO CHE LA SUA VITA E CONDOTTA NON SIANO COSì SANTE,PURE IRREPRENSIBILI, DA MERITARE DI ESSERE IL TEMPIO DI DIO. GIACCHE’ ORMAI NON DEVE ESSERE CASA, MA TEMPIO IN CUI POSSA ABITARE DIO” ( ORIGENE, Omelie sull’Esodo 8,4 ) . SIGNORE GESU’, CHE ORMAI SEI ENTRATO NELLA NOSTRA CASA INTERIORE, SUSCITA IN NOI UN DOCILE STUPORE DIFRONTE AL TUO MODO DELICATO E ARDENTE DI BUSSARE. TI RENDIAMO GRAZIE,PERCHE’ DALL’ALTO DELLA CROCE ATTIRI TUTTI A TE.
Grazie C-S- per le tue parole, è quello che intendevo parlando della nostra vita come testimonianza. Non era un’accusa sui santi, era un mettere in ricerca il cuore. I santi sono un esempio lampante della buona preghiera, del buon rapporto con Dio e ci sono di sprone ma poi diciamo con rassegnazione: Sono Santi! Quasi che Dio faccia preferenze e non sia in realtà alla ricerca di chi gli chieda le cose giuste. Se Dio dice : Siate santi perchè Io Sono Santo; cosa vuol dire? Che lo riserva solo ad alcuni e gli altri che si arrangino, vadano a cercarla chissà dove? Il mondo cerca Dio ma ha ragione C.S. lo cerca nel modo sbagliato. Anche io ringrazio Dio d’aver avuto pietà delle mie preghiere sbagliate e di avermi insegnato con pazienza e amore a chiedere la cosa giusta: fare la Sua volontà in ogni situazione.
UNA BELLA PAGINA DAL LINGUAGGIO SEMPLICE PER SPIEGARE CONCETTI DIFFICILI… GRAZIE, S. VINCENZO DI LERINS
LO SVILUPPO DEL DOGMA (S. Vincenzo di Lérins, sacerdote)
Qualcuno forse potrà domandarsi: non vi sarà mai alcun progresso della religione nella Chiesa di Cristo? Vi sarà certamente e anche molto grande. È necessario dunque che, con il progredire dei tempi, CRESCANO E PROGREDISCANO QUANTO PIÙ POSSIBILE LA COMPRENSIONE, LA SCIENZA E LA SAPIENZA COSÌ DEI SINGOLI COME DI TUTTI, TANTO DI UNO SOLO, QUANTO DI TUTTA LA CHIESA. Devono però rimanere sempre uguali il genere della dottrina, la dottrina stessa, il suo significato e il suo contenuto. La religione delle anime segue la stessa legge che regola la vita dei corpi. Questi infatti, pur crescendo e sviluppandosi con l’andare degli anni, rimangono i medesimi di prima. Vi è certamente molta differenza tra il fiore della giovinezza e la messe dalla vecchiaia, ma sono gli stessi adolescenti di una volta quelli che diventano vecchi. Si cambia quindi l’età e la condizione, ma resta sempre il solo medesimo individuo. Unica e identica resta la natura, unica e identica la persona.
LE MEMBRA DEL LATTANTE SONO PICCOLE, PIÙ GRANDI INVECE QUELLE DEL GIOVANE. PERÒ SONO LE STESSE. LE MEMBRA DELL’UOMO ADULTO NON HANNO PIÙ LE PROPORZIONI DI QUELLE DEL BAMBINO. TUTTAVIA QUELLE CHE ESISTONO IN ETÀ PIÙ MATURA ESISTEVANO GIÀ, COME TUTTI SANNO, NELL’EMBRIONE, SICCHÈ QUANTO A PARTI DEL CORPO, NIENTE DI NUOVO SI RISCONTRA NEGLI ADULTI CHE NON SIA STATO GIÀ PRESENTE NEI FANCIULLI, SIA PURE ALLO STATO EMBRIONALE.
Non vi è alcun dubbio in proposito. Questa è la vera e autentica legge del progresso organico. Questo è l’ordine meraviglioso disposto dalla natura per ogni crescita. NELL’ETÀ MATURA SI DISPIEGA E SI SVILUPPA IN FORME SEMPRE PIÙ AMPIE TUTTO QUELLO CHE LA SAPIENZA DEL CREATORE AVEVA FORMATO IN ANTECEDENZA NEL CORPICCIUOLO DEL PICCOLO.
Se coll’andar del tempo la specie umana si cambiasse talmente da avere una struttura diversa oppure si arricchisse di qualche membro oltre a quelli ordinari di prima, oppure ne perdesse qualcuno, ne verrebbe di conseguenza che tutto l’organismo ne risulterebbe profondamente alterato o menomato. In ogni caso non sarebbe più lo stesso.
ANCHE IL DOGMA DELLA RELIGIONE CRISTIANA DEVE SEGUIRE QUESTE LEGGI. PROGREDISCE, CONSOLIDANDOSI CON GLI ANNI, SVILUPPANDOSI COL TEMPO, APPROFONDENDOSI CON L’ETÀ. È NECESSARIO PERÒ CHE RESTI SEMPRE INTATTO E INALTERATO.
I nostri antenati hanno seminato già dai primi tempi nel campo della Chiesa il seme della fede. Sarebbe assurdo e incredibile che noi, loro figli, invece della genuina verità del frumento, raccogliessimo il frutto della frode cioè dell’errore della zizzania.
È anzi giusto e del tutto logico escludere ogni contraddizione tra il prima e il dopo. Noi mietiamo quello stesso frumento di verità che fu seminato e che crebbe fino a maturazione.
POICHÈ DUNQUE C’È QUALCOSA DELLA PRIMITIVA SEMINAGIONE CHE PUÒ ANCORA SVILUPPARSI CON L’ANDAR DEL TEMPO, ANCHE OGGI ESSA PUÒ ESSERE OGGETTO DI FELICE E FRUTTUOSA COLTIVAZIONE.
Sul tavolo dal quale sto scrivendo c’è una vecchia lampada che penso abbia più o meno la mia età. A volte premo l’interruttore ma la lampadina non si accende. Ho imparato da tempo cosa devo fare in casi simili. Non me la prendo con le leggi dell’elettrofisica o con la compagnia elettrica – penso invece che ci sia qualcosa che non funziona nella mia lampada. E nel 99% dei casi è proprio così. La spina si è sfilata dalla presa o la lampadina si è un bruciata. Qualcosa nella mia lampada deve essere riparato. Qualcosa nella mia preghiera deve essere corretto. Le leggi della fisica non sono colpevoli se la lampada non funziona, né Dio della mia delusione se le mie preghiere non sono ascoltate. Lasciatemi controllare il filo e la lampada: è lì il problema.
Gesù è chiarissimo al riguardo della preghiera: «Chiedete e vi sarà dato» (Matteo 7, 7), «Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò» (Giovanni 14, 13).
Ma Dio sembra sordo. Le solenni, chiare, spesso ripetute promesse non sono sempre – anzi, spesso raramente – mantenute. Preghiamo ma non siamo ascoltati, chiediamo per gli altri ma non siamo esauditi: Per favore… controlla la lampada prima di inveire contro la compagnia elettrica!
Sant’Agostino, che di preghiera se ne intende, uno con uno dei giochi di parole che tanto amava, ci dice che cosa non funziona nella lampada, ossia in noi: “mala, male, mali”. Che tradotto dal latino, vuol dire che preghiamo per la cosa sbagliata o in maniera sbagliata o con l’atteggiamento interiore sbagliato. Tre cose sbagliate che annullano la potenza della preghiera e la rendono inefficace
Preghiamo per la cosa sbagliata. Abbiamo tutti quanti sentito l’esempio che se un bambino chiede al papà un coltello affilato, il padre glielo nega, non importa se il bambino piange e strilla. E se provo con sincerità a guardare indietro nella mia vita, vedo con chiarezza come è stato saggio Dio a non esaudire alcune mie preghiere. Grazie, Signore, per non avermi ascoltato! «Voi non sapete quello che chiedete» ha detto Gesù (Matteo 20, 22).
Preghiamo nella maniera sbagliata. Molte delle nostre preghiere sono richieste di fuga. Abbiamo paura della sofferenza e chiediamo di evitarla. Preghiamo per scappare dalla malattia, dalla prova, dai fallimenti personali… E Dio invece vuole rispondere alla nostra preghiera di fuga dalla prova con la grazia di sopportarla. Invece di rimuovere il tuo fallimento, Dio ti dà la forza per attraversarlo; invece di livellare la montagna, Lui ti dà fiato per scalarla; invece di far ritirare le acque Dio ci dà il coraggio di nuotarci dentro.
Preghiamo con l’atteggiamento interiore sbagliato. In primo luogo, non possiamo pregare pretendendo che Dio faccia cose che sono invece alla nostra portata. In secondo luogo, la direzione che segue il nostro istinto quasi mai coincide con la strada della nostra crescita spirituale. Come possiamo pregare sperando di essere esauditi se non vogliamo abbandonare quel vizio, perdonare quella persona, ricordarci di Dio solo quando ne abbiamo bisogno…?
Prima di brontolare contro Dio, faremmo bene a meditare di più su queste parole della Scrittura: «Chiedete e non ottenete perché chiedete male» (Giacomo 4, 3).
UNO SOLO È IL VESCOVO CON I PRESBITERI E I DIACONI SANT’IGNAZIO DI ANTIOCHIA
IGNAZIO, DETTO ANCHE TEOFORO, ALLA CHIESA DI DIO PADRE E DEL SIGNORE GESÙ CRISTO CHE SI TROVA A FILADELFIA, IN ASIA, CHE È OGGETTO DELL’AMORE DI DIO e da lui è resa salda nella concordia, ricolma di gioia nella passione del signore nostro e, irremovibilmente certa della sua risurrezione, gode di ogni dono della misericordia divina.
IO SALUTO NEL SANGUE DI GESÙ CRISTO QUESTA CHIESA, CHE È MIA GIOIA ETERNA E INDEFETTIBILE, SOPRATTUTTO SE SONO UNITI TUTTI I SUOI MEMBRI CON IL VESCOVO, CON I PRESBITERI E CON I DIACONI, SCELTI SECONDO IL PENSIERO DI GESÙ CRISTO, E DA LUI RESI FORTI E SALDI, SECONDO LA SUA VOLONTÀ, MEDIANTE IL SUO SANTO SPIRITO.
So che il vostro vescovo non ha ottenuto né da se stesso né dagli uomini il ministero che esercita a servizio della comunità, né per propria ambizione, ma gli è stato affidato dall’amore di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo. SONO RIMASTO AMMIRATO DELLA SUA AMABILITÀ; CON IL SUO SILENZIO EGLI FA PIÙ DI QUELLI CHE SI PERDONO IN VANI DISCORSI. I VOLERI DIVINI TROVANO IN LUI UNA PERFETTA RISONANZA COME LE CORDE SONORE NELLA CETRA. perciò la mia anima si compiace dei suoi sentimenti verso Dio, che so virtuosi e perfetti, e della sua fermezza e cordialità che sono un riflesso della bontà del dio vivente.
VOI, DUNQUE, FIGLI DELLA LUCE E DELLA VERITÀ, FUGGITE LE DIVISIONI E LE PERVERSE DOTTRINE. SIATE UN GREGGE DOCILE E FEDELE, CHE SEGUE OVUNQUE IL SUO PASTORE. QUELLI, INFATTI, CHE APPARTENGONO A DIO E A GESÙ CRISTO SONO TUTTI CON IL VESCOVO. E QUELLI CHE SI RAVVEDONO E RITORNANO ALL’UNITÀ DELLA CHIESA SARANNO ANCH’ESSI DI DIO PER VIVERE SECONDO GESÙ CRISTO. Procurate dunque di partecipare ad un’unica Eucaristia, perché non vi è che un’unica carne del Signore nostro Gesù Cristo e un unico calice che ci unisce nel suo sangue e un unico altare, come uno solo è il vescovo con il collegio dei presbiteri e i diaconi, miei compagni di ministero. Comportatevi in modo che qualunque cosa facciate, la facciate secondo Dio.
Fratelli miei, il mio cuore sovrabbonda di amore per voi e con la più grande gioia cerco di premunirvi, non io, ma Gesù Cristo. SONO, È VERO, INCATENATO PER LUI, MA IL MIO TIMORE SI È FATTO PIÙ GRANDE PERCHÉ MI VEDO ANCORA IMPERFETTO. LA VOSTRA PREGHIERA MI RENDERÀ PERFETTO DINANZI A DIO. MI AFFIDO AL VANGELO COME ALLA CARNE DI CRISTO, E MI TENGO UNITO AL COLLEGIO DEI PRESBITERI COME AGLI APOSTOLI. COSÌ POTRÒ OTTENERE L’EREDITÀ A CUI LA MISERICORDIA DI DIO MI HA DESTINATO.
PAOLO VI
“Il mio vuole essere un semplice atto di riconoscenza, anzi di gratitudine.
Questa vita mortale è, nonostante i suoi travagli, i suoi oscuri misteri, le sue sofferenze, la sua fatale caducità, un fatto bellissimo, un prodigio sempre originale e commovente, un avvenimento degno d’essere cantato in gaudio e in gloria: la vita, la vita dell’uomo!
Né meno degno d’esaltazione e di felice stupore è il quadro che circonda la vita dell’uomo: questo mondo immenso, misterioso, magnifico, questo universo dalle mille forze, dalle mille leggi, dalle mille bellezze, dalle mille profondità. E’ un panorama incantevole.
Perché non ho studiato abbastanza, esplorato, ammirato la stanza nella quale la vita si svolge? Tutto è dono; dietro la vita, dietro la natura, l’universo, sta la Sapienza; e poi, sta l’Amore! La scena del mondo è un disegno, oggi tuttora incomprensibile per la sua maggior parte, d’un Dio Creatore, che si chiama il Padre nostro che sta nei cieli! Grazie, o Dio, grazie e gloria a Te, o Padre!”
VI SALUTO DA SMIRNE, INSIEME ALLE CHIESE DI DIO CHE SI TROVANO QUI CON ME E MI SONO DI GRANDE CONFORTO…
SANT’IGNAZIO DI ANTIOCHIA
Rivestitevi di umiltà e rinascete nella fede che è la carne del Signore. Rinnovatevi nella carità che è il sangue di Gesù Cristo. Nessuno abbia qualcosa contro il suo prossimo. Non date pretesto ai pagani di disprezzare la moltitudine che vive in Dio, a causa di pochi stolti. Guai all’uomo per colpa del quale il mio nome è disprezzato, dice il Signore (cfr. Is 52, 5).
CHIUDETE LE ORECCHIE QUANDO QUALCUNO VI PARLA D’ALTRO CHE DI GESÙ CRISTO, DELLA STIRPE DI DAVID, FIGLIO DI MARIA, CHE REALMENTE NACQUE, MANGIAVA E BEVEVA, CHE FU VERAMENTE PERSEGUITATO SOTTO PONZIO PILATO, CHE FU VERAMENTE CROCIFISSO E MORÌ AL COSPETTO DEL CIELO, DELLA TERRA E DEGLI INFERI, E CHE POI REALMENTE È RISORTO DAI MORTI. LO STESSO PADRE SUO LO FECE RISORGERE DAI MORTI E FARÀ RISORGERE NELLA STESSA MANIERA IN GESÙ CRISTO ANCHE NOI, CHE CREDIAMO IN LUI, AL DI FUORI DEL QUALE NON POSSIAMO AVERE LA VERA VITA.
Fuggite, dunque, queste male piante. … Cristo chiama voi a comportarvi come sue membra autentiche, a unirvi cioè alla sua passione mediante il frutto genuino della croce, che è la fede sincera. Allora formerete un’unità perfetta con lui; il capo infatti non può rimanere separato dalle membra. Lo ha rivelato lo stesso Signore.
VI SALUTO DA SMIRNE, INSIEME ALLE CHIESE DI DIO CHE SI TROVANO QUI CON ME E MI SONO DI GRANDE CONFORTO, SIA PER IL CORPO CHE PER LO SPIRITO. LE CATENE CHE PORTO OVUNQUE PER AMORE DI GESÙ CRISTO, MENTRE PREGO DI POTER GIUNGERE A DIO, VI ESORTANO: PERSEVERATE NELLA CONCORDIA E NELLA PREGHIERA IN COMUNE. È NECESSARIO CHE CIASCUNO DI VOI, E SOPRATTUTTO I PRESBITERI, CONFORTINO IL VESCOVO AD ONORE DEL PADRE, DI GESÙ CRISTO E DEGLI APOSTOLI.
SPERO CHE VOGLIATE LEGGERMI CON CARITÀ, PERCHÉ QUESTA LETTERA NON DIVENTI UNA TESTIMONIANZA CONTRO DI VOI. E PREGATE PER ME, CHE HO BISOGNO DELLA VOSTRA CARITÀ E DELLA MISERICORDIA DI DIO PER DIVENIRE DEGNO DI AVER PARTE ALL’EREDITÀ CHE STO PER CONSEGUIRE, E NON ESSERE TROVATO REPROBO.
Vi saluta anche la carità dei cristiani di Smirne e di Èfeso. Ricordate nelle vostre preghiere la chiesa di Siria della quale non sono degno di portare il nome, essendo l’ultimo di tutti. Vi saluto in Gesù Cristo. Siate sottomessi al vescovo come alla legge di Dio e così pure al collegio dei presbiteri. Amatevi tutti a vicenda con cuore indiviso.
LA MIA VITA È OFFERTA IN SACRIFICIO PER VOI, NON SOLTANTO ORA, MA ANCHE QUANDO AVRÒ RAGGIUNTO DIO. SONO ANCORA ESPOSTO AL PERICOLO, MA IL PADRE È FEDELE IN GESÙ CRISTO E DARÀ COMPIMENTO ALLA MIA PREGHIERA E ALLA VOSTRA. POSSIATE UN GIORNO TROVARVI UNITI IN LUI, SENZA MACCHIA.
GRAZIE DI DARE A TUTTI LA MERAVIGLIOSA POSSIBILITA’ DI POTER LEGGERE LE PAROLE DEI SANTI,
FANNO TANTO BENE! AIUTANO AD AFFRONTARE LA VITA CON I PERICOLI CHE, PRIMA DI NOI, LORO STESSI HANNO AFFRONTATO …VITTORIOSI IN GESU’.
GRAZIE DAVVERO DELLA POSSIBILITA’ DI POTER LEGGERE IN QUESTO SITO INTRISO DI GESù , ANCHE LE PAROLE DEI SANTI, UNA GRANDE RICCHEZZA!
GRAZIE DAVVERO DI CUORE!!
E …BUON CAMMINO A TUTTI
Sant’Ignazio di Antiochia
Voglio premunirvi, come figli amatissimi
Ignazio, detto anche Teoforo, alla santa chiesa, amata da Dio, Padre di Gesù Cristo, che si trova a Tralle in Asia e che, eletta da Dio e di lui degna, ha pace nel corpo e nell’anima per la passione di Gesù Cristo, nostra speranza, in attesa di risorgere in lui. La saluto nella pienezza dello spirito, secondo l’uso apostolico, e le auguro ogni bene.
So che mostrate sentimenti irreprensibili e siete saldi nella prova, non per opportunismo, ma per una educazione che in voi è ormai diventata connaturale. Me lo disse appunto il vostro vescovo Polibio quando venne a Smirne per volontà di Dio e di Gesù Cristo. Egli ne gioì con me, INCATENATO PER GESÙ CRISTO, ED IO POTEI CONTEMPLARE NELLA SUA PERSONA TUTTA LA VOSTRA COMUNITÀ. Ricevendo per mezzo suo prova della vostra benevolenza secondo Dio, resi gloria al Signore per avervi trovati, come già sapevo, suoi imitatori.
Infatti siete sottomessi al vescovo come a Gesù Cristo, e perciò non vivete secondo gli uomini, ma secondo Gesù Cristo che è morto per noi. Credendo nella morte di lui, sfuggite alla morte. È NECESSARIO CHE, COME GIÀ FATE, NULLA FACCIATE SENZA IL VESCOVO E CHE SIATE SOTTOMESSI ANCHE AL COLLEGIO PRESBITERALE COME AGLI APOSTOLI DI GESÙ CRISTO, NOSTRA SPERANZA, PER ESSERE TROVATI IN COMUNIONE CON LUI.
È necessario che anche i diaconi, quali ministri dei misteri di Gesù Cristo, siano accetti a tutti in ogni cosa: non sono infatti ministri di cibi o di bevande, ma della Chiesa di Dio, e devono perciò tenersi lontani da qualsiasi colpa come dal fuoco. DA PARTE LORO, TUTTI RISPETTINO I DIACONI COME GESÙ CRISTO, ONORINO PARTICOLARMENTE IL VESCOVO, CHE È IMMAGINE DEL PADRE, E I PRESBITERI QUALE SENATO DI DIO E ASSEMBLEA DEGLI APOSTOLI. SENZA DI ESSI NON SI PUÒ PARLARE DI CHIESA.
Sono certo che queste sono le vostre disposizioni al riguardo. Nella persona del vostro vescovo ho accolto e ho tuttora presso di me l’immagine della vostra carità: IL SUO MODO DI COMPORTARSI È UN GRANDE INSEGNAMENTO E LA SUA DOLCEZZA UNA FORZA.
Dio si manifesta in molti modi al mio spirito, ma vado cauto nel parlare di ciò per non perdermi, cadendo nella vanagloria. Proprio adesso devo maggiormente temere, né intendo prestar orecchio alle lodi. COLORO CHE MI LODANO, MI FLAGELLANO. Certo desidero soffrire, ma non so se ne sia degno. La mia impazienza non si manifesta ai più, ma mi tormenta senza tregua. Ho bisogno di umiltà con la quale si sconfigge il principe di questo mondo.
Vi scongiuro, non io ma l’amore di Gesù Cristo: NUTRITEVI SOLO DELLA SANA DOTTRINA CRISTIANA E TENETEVI LONTANI DA OGNI ERBA ESTRANEA, QUAL È L’ERESIA. Ciò avverrà se non vi lascerete gonfiare dall’orgoglio e non vi separerete da Gesù Cristo Dio e dal vescovo e dai comandi degli apostoli. Chi sta all’interno del santuario è puro; ma chi ne è al di fuori, è impuro. In altri termini: chiunque compie qualche cosa senza il vescovo, il collegio dei presbiteri e i diaconi, non agisce con coscienza pura.
NON GIÀ CHE ABBIA RISCONTRATO IN VOI QUESTE COSE: MA VI SCRIVO PER PREMUNIRVI, COME FIGLI AMATISSIMI.
Mi stupisco del fatto che nei commenti ci sono spesso brani di santi, certo illuminanti, certo esempi ma noi cosa abbiamo da dire da dare come testimonianza? Io penso che dare il Vangelo cioè dare la Buona Notizia sia dare la vita, non si disgiungono mai altrimenti siamo come campane stonate.Sono sposata da 45 anni felice di esserlo, tre figli felicemente sposati. Tempeste e prove tante ma il Signore è al nostro fianco, sempre. No non possiamo farcela senza di Lui, Lui è il motore del tutto. I santi hanno imparato questo Dio è. Al mio fianco come un prode valoroso. Non posso annunciare Cristo con parole umane, Lui si è fatto carne, la mia carne, cioè io devo vivere ora con questa carne trasformata, trapassata dalla gloria del Risorto. Non diamo parole, diamo la vita e il mondo forse si comincerà ad interrogare da dove ci viene la forza e forse a desiderarla.
“VA TU PER ME” di ( BRUNO FERRERO )
Un uomo aveva l’abitudine di dire ogni domenica a sua moglie”VA IN CHIESA TU E PREGA PER TUTTI E DUE”.
Agli amici diceva: ” Non c’è bisogno che io vada in chiesa: c’è mia moglie che va per tutti e due”.
Una notte quell’uomo fece un sogno. Si trovò con sua moglie davanti alla porta del Paradiso e aspettava di entrare. Lentamente la porta si apre udì una voce che diceva a sua moglie:
“TU PUOI ENTRARE PER TUTTI E DUE”. La donna entrò e la porta si chiuse.
L’uomo ci rimase così male che si svegliò.
La più sorpresa fu la moglie, la domenica dopo, quando all’ora della messa si trovò accanto il marito e le disse: ” OGGI VENGO IN CHIESA CON TE”.
Sappiamo con certezza che ,mai e nessuno, ci potranno separare dall’AMORE di CRISTO GESU”, ma la nostra fragilità umana, si impaurisce ,dinanzi alle più piccole difficoltà. Abbiamo bisogno di essere incoraggiati continuamente per poter riprendere a volare. Grazie, a coloro che sono in grado di fare questo servizio.
BISOGNA MEDITARE I MISTERI DELLA SALVEZZA
S. BERNARDO
Il Santo che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di Dio (cfr. Lc 1, 35), fonte della sapienza, Verbo del Padre nei cieli altissimi.
Il Verbo, o Vergine santa, si farà carne per mezzo tuo, e colui che dice: «Io sono nel Padre e il Padre è in me» (Gv 10, 38) dirà anche: «Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo» (Gv 16, 28).
Dunque «In principio era il Verbo», cioè già scaturiva la fonte, ma ancora unicamente in se stessa, perché al principio «Il Verbo era presso Dio» (Gv 1, 1), abitava la sua luce inaccessibile. Poi il Signore cominciò a formulare un piano: Io nutro progetti di pace e non di sventura (cfr. Ger 29, 11). Ma il progetto di Dio rimaneva presso di lui e noi non eravamo in grado di conoscerlo. Infatti: Chi conosce il pensiero del Signore e chi gli può essere consigliere? (cfr. Rm 11, 24). E ALLORA IL PENSIERO DI PACE SI CALÒ NELL’OPERA DI PACE: «IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI» (GV 1, 14); venne ad abitare particolarmente nei nostri cuori per mezzo della fede. Divenne oggetto del nostro ricordo, del nostro pensiero e della nostra stessa immaginazione.
Se egli non fosse venuto in mezzo a noi, che idea si sarebbe potuto fare di Dio l’uomo, se non quella di un idolo, frutto di fantasia?
Sarebbe rimasto incomprensibile e inaccessibile, invisibile e del tutto inimmaginabile. INVECE HA VOLUTO ESSERE COMPRESO, HA VOLUTO ESSERE VEDUTO, HA VOLUTO ESSERE IMMAGINATO. DIRAI: DOVE E QUANDO SI RENDE A NOI VISIBILE? APPUNTO NEL PRESEPIO, IN GREMBO ALLA VERGINE, MENTRE PREDICA SULLA MONTAGNA, MENTRE PASSA LA NOTTE IN PREGHIERA, MENTRE PENDE SULLA CROCE E ILLIVIDISCE NELLA MORTE, OPPURE MENTRE, LIBERO TRA I MORTI, COMANDA SULL’INFERNO, O ANCHE QUANDO RISORGE IL TERZO GIORNO E MOSTRA AGLI APOSTOLI LE TRAFITTURE DEI CHIODI, QUALI SEGNI DI VITTORIA, E, FINALMENTE, MENTRE SALE AL CIELO SOTTO I LORO SGUARDI.
Non è forse cosa giusta, pia e santa meditare tutti questi misteri? Quando la mia mente li pensa, vi trova Dio, vi sente colui che in tutto e per tutto è il mio Dio. È DUNQUE VERA SAPIENZA FERMARSI SU DI ESSI IN CONTEMPLAZIONE. È DA SPIRITI ILLUMINATI RIANDARVI PER COLMARE IL PROPRIO CUORE DEL DOLCE RICORDO DEL CRISTO.
Parola di Dio o Corpo di Cristo?
S. Cesario di Arles
Vi domando, fratelli e sorelle, che cosa vi sembra più importante: la Parola di Dio, o il Corpo di Cristo? Se volete rispondere bene, dovete senza dubbio dire che la Parola di Dio non è da meno del Corpo di Cristo. E allora, se poniamo tanta cura quando ci viene consegnato il Corpo di Cristo perché nulla di esso cada per terra dalle nostre mani, non dovremmo porre altrettanta attenzione perché la Parola di Dio, che ci è offerta, non sfugga dal nostro cuore, cosa che avverrebbe se stiamo pensando ad altro? Colui che avrà ascoltato con negligenza la Parola di Dio non sarà meno colpevole di colui che, per la propria negligenza, avrà fatto cadere a terra il Corpo di Cristo.
RALLEGRATEVI NEL SIGNORE, SEMPRE
sant’Ambrogio, vescovo
Come avete sentito nella precedente lettura nella quale l’Apostolo diceva: «Rallegratevi nel Signore sempre» (Fil 4, 4), la carità di Dio, o fratelli carissimi, ci chiama, per la salvezza delle nostre anime, alle gioie della beatitudine eterna. LE GIOIE DEL MONDO VANNO VERSO LA TRISTEZZA SENZA FINE. INVECE LE GIOIE RISPONDENTI ALLA VOLONTÀ DEL SIGNORE PORTANO ALLE GIOIE DURATURE ED INTRAMONTABILI COLORO CHE LE COLTIVANO ASSIDUAMENTE. PERCIÒ L’APOSTOLO DICE: «VE LO RIPETO ANCORA: RALLEGRATEVI» (Fil 4, 4).
Egli esorta ad accrescere sempre più la nostra gioia in Dio mediante l’osservanza dei suoi comandamenti, perché quanto più avremo lottato in questo mondo per obbedire ai precetti del Signore, tanto più saremo beati nella vita futura, e tanto maggior gloria ci guadagneremo agli occhi di Dio.
«LA VOSTRA AFFABILITÀ SIA NOTA A TUTTI GLI UOMINI» (FIL 4, 5); CIOÈ, LA VOSTRA CONDOTTA SANTA SIA MANIFESTA NON SOLAMENTE AGLI OCCHI DI DIO, MA ANCHE A QUELLI DEGLI UOMINI, COME ESEMPIO DI ONESTÀ E SOBRIETÀ PER TUTTI COLORO CHE ABITANO CON VOI SULLA TERRA. LASCIATE DI VOI UN BUON RICORDO SIA DI VITA CRISTIANA CHE DI RETTITUDINE UMANA.
«Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla» (Fil 4, 5-6). Il Signore è sempre vicino a tutti quelli che lo invocano con cuore sincero, con fede retta, con speranza ferma, con carità perfetta; egli infatti sa quello di cui avete bisogno prima che glielo domandiate: egli è sempre pronto a venire in soccorso in ogni necessità a tutti coloro che lo servono fedelmente. PERCIÒ NON DOBBIAMO PREOCCUPARCI GRAN CHE DEI MALI CHE CI SOVRASTANO, QUANDO ABBIAMO LA CERTEZZA CHE DIO, NOSTRA DIFESA, CI È VICINISSIMO SECONDO IL DETTO: «IL SIGNORE È VICINO A CHI HA IL CUORE FERITO, EGLI SALVA GLI SPIRITI AFFRANTI. MOLTE SONO LE SVENTURE DEL GIUSTO, MA LO LIBERA DA TUTTE IL SIGNORE» (Sal 33, 19-20). Se noi ci sforziamo di compiere e di conservare quanto ci ha comandato, egli non tarda a renderci quello che ci ha promesso.
«Ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti» (Fil 4, 6) per potere affrontare le prove con pazienza e serenità e mai con amare contestazioni – Dio ce ne guardi -, anzi «rendendo continuamente grazie per ogni cosa a Dio Padre» (Ef 5, 20).
TU CHE CANDELA VUOI ESSERE?
Le due candele
(Don Luca Murdaca, ilbuongiorno.wordpress.com)
In una piccola chiesetta di montagna, vi era ai piedi di una splendida croce un cesto pieno di candele, pronte per essere accese e così illuminare il volto di Gesù.
Quella mattina, una delle candele iniziò a dire alla sua vicina: «Non vedo l’ora che qualcuno mi prenda e mi accenda per illuminare il volto del mio Signore». L’altra invece preoccupata rispose: «No, io non voglio morire così presto… voglio vivere ancora…». Entra in chiesa una bambina con la sua nonna e prende proprio la candela che non vedeva l’ora di essere accesa, l’altra invece non appena vedeva avvicinarsi qualcuno, scivolava in fondo al cesto per non farsi prendere. A fine giornata la prima candela si era ormai consumata, ma per molte ore aveva fatto luce al volto di Gesù.
Il sacrestano ritirò il cesto con le candele avanzate in sacrestia, ma distrattamente le lasciò sul te rmosifone. Il mattino le ritrovò tutte sciolte e ormai inutilizzabili.
Vi sono persone che hanno speso la loro vita per illuminare le tenebre del mondo, altre invece che non hanno mai fatto luce e si sono sciolte nelle proprie paure e insicurezze.
TU CHE CANDELA VUOI ESSERE?
…CHE FORTUNATA LA COMUNITA’ DEI FILIPPESI PER AVER RICEVUTO LETTERE COSI’ …
DALLA LETTERA AI FILIPPESI DI SAN PAOLO, APOSTOLO 3, 1-16
L’ESEMPIO DI PAOLO
FRATELLI MIEI, STATE LIETI NEL SIGNORE. …. Se alcuno ritiene di poter confidare nella carne, io più di lui: circonciso l’ottavo giorno, della stirpe d’Israele, della tribù di Beniamino, ebreo da Ebrei, fariseo quanto alla legge; quanto a zelo, persecutore della Chiesa; irreprensibile quanto alla giustizia che deriva dall’osservanza della legge.
MA QUELLO CHE POTEVA ESSERE PER ME UN GUADAGNO, L’HO CONSIDERATO UNA PERDITA A MOTIVO DI CRISTO. ANZI, TUTTO ORMAI IO REPUTO UNA PERDITA DI FRONTE ALLA SUBLIMITÀ DELLA CONOSCENZA DI CRISTO GESÙ, MIO SIGNORE, PER IL QUALE HO LASCIATO PERDERE TUTTE QUESTE COSE E LE CONSIDERO COME SPAZZATURA, AL FINE DI GUADAGNARE CRISTO E DI ESSERE TROVATO IN LUI, NON CON UNA MIA GIUSTIZIA DERIVANTE DALLA LEGGE, MA CON QUELLA CHE DERIVA DALLA FEDE IN CRISTO, CIOÈ CON LA GIUSTIZIA CHE DERIVA DA DIO, BASATA SULLA FEDE. E QUESTO PERCHÉ IO POSSA CONOSCERE LUI, LA POTENZA DELLA SUA RISURREZIONE, LA PARTECIPAZIONE ALLE SUE SOFFERENZE, DIVENTANDOGLI CONFORME NELLA MORTE, CON LA SPERANZA DI GIUNGERE ALLA RISURREZIONE DAI MORTI. NON PERÒ CHE IO ABBIA GIÀ CONQUISTATO IL PREMIO O SIA ORMAI ARRIVATO ALLA PERFEZIONE; SOLO MI SFORZO DI CORRERE PER CONQUISTARLO, PERCHÉ ANCH’IO SONO STATO CONQUISTATO DA GESÙ CRISTO. FRATELLI, IO NON RITENGO ANCORA DI ESSERVI GIUNTO, QUESTO SOLTANTO SO: DIMENTICO DEL PASSATO E PROTESO VERSO IL FUTURO, CORRO VERSO LA MÈTA PER ARRIVARE AL PREMIO CHE DIO CI CHIAMA A RICEVERE LASSÙ, IN CRISTO GESÙ.
QUANTI DUNQUE SIAMO PERFETTI, DOBBIAMO AVERE QUESTI SENTIMENTI; SE IN QUALCHE COSA PENSATE DIVERSAMENTE, DIO VI ILLUMINERÀ ANCHE SU QUESTO. INTANTO, DAL PUNTO A CUI SIAMO ARRIVATI CONTINUIAMO AD AVANZARE SULLA STESSA LINEA.
DALLA «LETTERA AI FILIPPESI» DI SAN POLICARPO, VESCOVO E MARTIRE
CRISTO VI FACCIA CRESCERE NELLA FEDE E NELLA VERITÀ
SO BENE QUALE SIA LA VOSTRA FAMILIARITÀ CON LE SACRE SCRITTURE E COME NULLA IGNORIATE: IO STESSO NON SONO DA TANTO. MI BASTA RICORDARVI CIÒ CHE LA SCRITTURA DICE: SDEGNATEVI, MA NON PECCATE (CFR. SAL 4, 5) E: «IL SOLE NON TRAMONTI SOPRA LA VOSTRA IRA» (EF 4, 26). BEATO CHI SE NE RICORDA: E IO CREDO CHE CIÒ ACCADE REALMENTE TRA VOI.
DIO, PADRE DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO, E LO STESSO GESÙ CRISTO, FIGLIO DI DIO E SACERDOTE ETERNO, VI FACCIANO CRESCERE NELLA FEDE E NELLA VERITÀ E IN OGNI DOLCEZZA, SENZA COLLERA, NELLA PAZIENZA E NELLA LONGANIMITÀ, NELLA FORTEZZA E NELLA CASTITÀ. IL SIGNORE VI CONCEDA DI CONDIVIDERE L’EREDITÀ DEI SUOI SANTI, E LO CONCEDA, INSIEME A VOI, ANCHE A NOI E A TUTTI COLORO CHE, SOTTO IL CIELO, CREDERANNO NEL SIGNORE GESÙ CRISTO E NEL «PADRE SUO CHE LO HA RISUSCITATO DAI MORTI» (GAL 1, 1).
PREGATE PER TUTTI I CREDENTI. Pregate anche per i re e le autorità e i principi, per coloro che vi perseguitano e vi odiano e per i nemici della croce, perché il vostro frutto sia manifesto in ogni cosa e siate perfetti in lui. Mi scriveste, sia voi che Ignazio, che se qualcuno si reca in Siria porti anche la vostra lettera; lo farò, appena se ne presenterà l’occasione. Andrò io stesso o manderò qualcuno a portarla. Come avete domandato, TRASMETTIAMO A VOI LE LETTERE DI IGNAZIO, SIA QUELLA INDIRIZZATA A NOI CHE LE ALTRE DA NOI CONSERVATE, E LE ACCLUDIAMO TUTTE ALLA NOSTRA PRESENTE. NE POTRETE TRARRE GRANDE FRUTTO PERCHÉ CONTENGONO FEDE, FORTEZZA E TUTTO CIÒ CHE CONTRIBUISCE ALLA CRESCITA NEL SIGNORE NOSTRO. DA PARTE VOSTRA COMUNICATECI CIÒ CHE AVETE APPRESO CON CERTEZZA TANTO DI IGNAZIO CHE DEI SUOI COMPAGNI.. Rimanete saldi nel Signore Gesù Cristo e la sua grazia sia con voi tutti. Amen.
DOBBIAMO ESSERE SEMPLICI, UMILI E PURI
Dalla «Lettera a tutti i fedeli» di san Francesco d’Assisi
Il Padre altissimo fece annunziare dal suo arcangelo Gabriele alla santa e gloriosa Vergine Maria che il Verbo del Padre, così degno, così santo e così glorioso, sarebbe disceso dal cielo, e dal suo seno avrebbe ricevuto la vera carne della nostra umanità e fragilità. Egli, essendo oltremodo ricco, volle tuttavia scegliere, per sé e per la sua santissima Madre, la povertà.
All’approssimarsi della sua passione, celebrò la Pasqua con i suoi discepoli. Poi pregò il Padre dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi da me questo calice» (Mt 26, 39).
Pose tuttavia la sua volontà nella volontà del Padre. E la volontà del Padre fu che il suo Figlio benedetto e glorioso, dato a noi e nato per noi, offrisse se stesso nel proprio sangue come sacrificio e vittima sull’altare della croce. Non si offrì per se stesso, non ne aveva infatti bisogno lui, che aveva creato tutte le cose. Si offrì invece per i nostri peccati, lasciandoci l’esempio perché seguissimo le sue orme (cfr. 1 Pt 2, 21). E il Padre vuole che tutti ci salviamo per mezzo di lui e lo riceviamo con puro cuore e casto corpo.
O COME SONO BEATI E BENEDETTI COLORO CHE AMANO IL SIGNORE E UBBIDISCONO AL SUO VANGELO! È DETTO INFATTI: «AMERAI IL SIGNORE DIO TUO CON TUTTO IL CUORE E CON TUTTA LA TUA ANIMA, E IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO» (Lc 10, 27). Amiamo dunque Dio e adoriamolo con cuore puro e pura mente, perché egli stesso questo ricerca sopra ogni cosa quando dice «I veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità» (Gv 4, 23). Dunque tutti quelli che l’adorano devono adorarlo in spirito e verità. Rivolgiamo a lui giorno e notte lodi e preghiere, perché dobbiamo sempre pregare e non stancarci mai (cfr. Lc 18, 1), e diciamogli: «Padre nostro, che sei nei cieli» (Mt 6, 9).
Facciamo inoltre «frutti degni di conversione» (Mt 3, 8) e amiamo il prossimo come noi stessi. Siamo caritatevoli, siamo umili, facciamo elemosine perché esse lavano le nostre anime dalle sozzure del peccato.
GLI UOMINI PERDONO TUTTO QUELLO CHE LASCIANO IN QUESTO MONDO. PORTANO CON SÉ SOLO LA MERCEDE DELLA CARITÀ E DELLE ELEMOSINE CHE HANNO FATTO. È IL SIGNORE CHE DÀ LORO IL PREMIO E LA RICOMPENSA.
Non dobbiamo essere sapienti e prudenti secondo la carne, ma piuttosto semplici, umili e casti. Non dobbiamo mai desiderare di essere al di sopra degli altri, ma piuttosto servi e sottomessi a ogni umana creatura per amore del Signore. E SU TUTTI COLORO CHE AVRANNO FATTE TALI COSE E PERSEVERATO FINO ALLA FINE, RIPOSERÀ LO SPIRITO DEL SIGNORE. EGLI PORRÀ IN ESSI LA SUA DIMORA ED ABITAZIONE. SARANNO FIGLI DEL PADRE CELESTE PERCHÉ NE COMPIONO LE OPERE. SARANNO CONSIDERATI COME FOSSERO PER IL SIGNORE O SPOSA O FRATELLO O MADRE.
—-S. POLICARPO CITA LA (1 PT4,7 ) RIGUARDO ALLA SOBRIETA’. PUO’ RITENERSI BUONO ANCHE ESSERE CAPACI DI ASTENERSI DAL COMUNICARE CON LA PERSONA ALLA QUALE TI SENTI MOLTO LEGATO . QUESTA PICCOLA RINUNCIA EDUCA IL CUORE FACENDOGLI FARE UN PICCOLO SLANCIO , MORTIFICANDOLO. LA BUONA INTENZIONE LASCIA UN BUONO ODORE DENTRO DI TE.
“Il nostro vero digiuno non sta nella sola astensione dal cibo;
non vi è merito a sottrarre alimento al corpo se il cuore non rinuncia all’ingiustizia
e se la lingua non si astiene dalla calunnia”.
(Leone Magno)
“Si può pregare tacendo, soffrendo, lavorando,
ma il silenzio è preghiera solo se si ama,
la sofferenza è preghiera solo se si ama,
il lavoro è preghiera solo se si ama”
(A. Gasparino)
COMPASSIONEVOLI E MISERICORDIOSI VERSO TUTTI
UN PROGRAMMA DI VITA SPIRITUALE PER I PRETI E PER…TUTTI
Dalla «Lettera ai Filippesi» di san Policarpo, vescovo e martire
I PRESBITERI SIANO COMPASSIONEVOLI E MISERICORDIOSI VERSO TUTTI; RICHIAMINO GLI ERRANTI, VISITINO GLI AMMALATI SENZA TRASCURARE LA VEDOVA, L’ORFANO, IL POVERO; SI COMPORTINO BENE DAVANTI A DIO E AGLI UOMINI (CFR. 2 COR 8, 21). FRENINO L’IRA, SI GUARDINO DA QUALSIASI PREFERENZA PERSONALE, DA OGNI GIUDIZIO INGIUSTO, DA TUTTE LE FORME DI AVARIZIA. NON PRESTINO ORECCHIO A CIÒ CHE SI DICE DI MALE CONTRO CHIUNQUE E NON SIANO TROPPO SEVERI NEL GIUDICARE, CONSAPEVOLI CHE TUTTI SIAMO REI DI PECCATO.
SE CHIEDIAMO AL SIGNORE DI PERDONARCI, DOBBIAMO A NOSTRA VOLTA PERDONARE; SIAMO SOTTO LO SGUARDO DEL SIGNORE DIO, E «TUTTI CI PRESENTEREMO AL TRIBUNALE DI CRISTO E CIASCUNO DI NOI RENDERÀ CONTO A DIO DI SE STESSO» (Rm 14, 10. 12). Serviamolo dunque con timore e con grande rispetto, come ci ha comandato egli stesso e gli apostoli che ci predicarono il Vangelo e i profeti che ci annunziarono la venuta del Signore. Promuoviamo il bene con tutte le nostre forze, evitiamo gli scandali, i falsi fratelli e coloro che ipocritamente si fregiano del nome del Signore e traggono in errore gli stolti.
Lasciamo dunque da parte le vane dicerie della gente e le false dottrine, e volgiamoci all’insegnamento che ci fu trasmesso fin dall’inizio: SIAMO MODERATI E SOBRI PER DEDICARCI ALLA PREGHIERA (CFR. 1 PT 4, 7). PERSEVERIAMO NEL DIGIUNO E CHIEDIAMO CON SUPPLICHE A DIO, CHE TUTTO VEDE, DI «NON INDURCI IN TENTAZIONE» (MT 6, 13), PERCHÉ, COME DISSE IL SIGNORE, «LO SPIRITO È PRONTO, MA LA CARNE È DEBOLE» (MT 26, 41).
Restiamo saldamente ancorati alla nostra speranza e al pegno della nostra giustizia, Gesù Cristo, «che portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce. Egli non commise peccato e sulla sua bocca non fu trovato inganno» (1 Pt 2, 24. 22). Ma per noi sopportò ogni cosa perché vivessimo in lui. SIAMO DUNQUE IMITATORI DELLA SUA PAZIENZA E, SE DOVESSIMO SOFFRIRE PER IL SUO NOME, RENDIAMOGLI GLORIA. QUESTO È L’ESEMPIO CHE EGLI CI DIEDE IN SE STESSO, E NOI VI ABBIAMO CREDUTO.
CHE NE PENSATE?
PREGHIAMO
O Dio, che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono, continua a effondere su di noi la tua grazia, perché, camminando verso i beni da te promessi, diventiamo partecipi della felicità eterna.
PER UN SORRISO…CHE DI QUESTI TEMPI CI VUOLE PROPRIO…
L’amore secondo i bambini
1. L’amore è quando esci a mangiare e dai un sacco di patatine fritte a qualcuno senza volere che l’altro le dia a te. (Gianluca, 6 anni)
2. Quando nonna aveva l’artrite e non poteva mettersi più lo smalto, nonno lo faceva per lei anche se aveva l’artrite pure lui. Questo è l’amore. (Rebecca, 8 anni)
3. L’amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. (Martina, 5 anni)
4. L’amore è la prima cosa che si sente, prima che arrivi la cattiveria. (Carlo, 5 anni)
5. L’amore è quando qualcuno ti fa del male e tu sei molto arrabbiato, ma non strilli per non farlo piangere. (Susanna, 5 anni)
6. L’amore è quella cosa che ci fa sorridere quando siamo stanchi. (Tommaso, 4 anni)
7. L’amore è quando mamma fa il caffè per papà e lo assaggia prima per ass icurarsi che sia buono. (Daniele, 7 anni)
8. L’amore è quando mamma dà a papà il pezzo più buono del pollo. (Elena, 5 anni)
9. L’amore è quando il mio cane mi lecca la faccia, anche se l’ho lasciato solo tutta la giornata. (Anna Maria, 4 anni)
10. Non bisogna mai dire “Ti amo” se non è vero. Ma se è vero bisogna dirlo tante volte. Le persone dimenticano. (Jessica, 8 anni)
….NEL MOMENTO IN CUI LA MIA ANIMA A CERCATO DI SCOPRIRE QUANTO SIA ESIGENTE L’AMORE DI DIO PER CIASCUNO DI NOI, HO CAPITO UNA GRANDE REALTA’: NON BISOGNA NASCONDERGLI NULLA , LUI DESIDERA TUTTO DA NOI, IN MODO PARTICOLARE I NOSTRI PECCATI PERCHE’ VUOLE PERDONARLI, ANZI DISTRUGGERLI NEL FUOCO DEL SUO AMORE. QUALE GRANDE DONO ,SIGNORE! GRAZIE.
SANTA MESSA ore 10.30 2. CATECHESI IN ASCOLTO DEI SALMI E DI PAPA FRANCESCO
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Salmo 65: DIO CUSTODISCE LA CREAZIONE
A te si deve lode, o Dio, in Sion; a te si sciolga il voto in Gerusalemme. A te, che ascolti la preghiera, viene ogni mortale. Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri peccati. Beato chi hai scelto e chiamato vicino, abiterà nei tuoi atrii. Ci sazieremo dei beni della tua casa, della santità del tuo tempio. Con i prodigi della tua giustizia, tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza, speranza dei confini della terra e dei mari lontani. Tu rendi saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza. Tu fai tacere il fragore del mare, il fragore dei suoi flutti, tu plachi il tumulto dei popoli. Gli abitanti degli estremi confini stupiscono davanti ai tuoi prodigi: DI GIOIA FAI GRIDARE LA TERRA, le soglie dell’oriente e dell’occidente. Tu visiti la terra e la disseti: la ricolmi delle sue ricchezze. Il fiume di Dio è gonfio di acque; tu fai crescere il frumento per gli uomini. Così prepari la terra:11 Ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Coroni l’anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l’abbondanza. Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di grano; TUTTO CANTA E GRIDA DI GIOIA.
FRATELLO SOLE E SORELLA LUNA
1. Dolce sentire come nel mio cuore, ora umilmente sta nascendo Amore dolce capire che non son più solo, ma che son parte di un’immensa vita che generosa risplende intorno a me, dono di Lui, del suo immenso amor. 2. Ci ha dato i cieli e le chiare stelle, Fratello Sole e Sorella Luna, la madre terra, coi frutti, prati e fiori, il fuoco, il vento, l’aria e l’acqua pura, fonte di vita per le sue creature, dono di lui, del suo immenso amor, dono di lui, del suo immenso amor.
LAUDATO SI’… LETTERA DI PAPA FRANCESCO
sulla cura della casa comune
LA TERRA, CASA COMUNE, SORELLA E MADRE NOSTRA?
« Laudato si’, mi’ Signore », cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricor¬dava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: « Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».
UNA SORELLA CHE PROTESTA… PERCHÈ?
Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Sia¬mo cresciuti pensando che eravamo suoi pro¬prietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malat¬tia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che « geme e soffre le doglie del parto » (Rm 8,22).
CHE NE PENSI?
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SE VUOI…SCRIVIAMOCI: donalesiani@gmail.com https://www.donvincenzoalesiani.it
NELLA FESTA DI S. GIROLAMO ECCO DUE PENSIERI CHE FANNO RIFLETTERE…
1. L’IGNORANZA DELLE SCRITTURE È IGNORANZA DI CRISTO
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Adempio al mio dovere, ubbidendo al comando di Cristo:
«Scrutate le Scritture» (Gv 5, 39), e: «Cercate e troverete» (Mt 7, 7), per non sentirmi dire come ai Giudei: «Voi vi ingannate, non conoscendo né le Scritture, né la potenza di Dio» (Mt 22, 29).
Se, infatti, al dire dell’apostolo Paolo, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio, colui che non conosce le Scritture, non conosce la potenza di Dio, né la sua sapienza.
Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo. …
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2. ANEDDOTO DI SAN GIROLAMO
Girolamo aveva lasciato la sua villa sull’Aventino, i suoi studi classici a Roma, i suoi piaceri giovanili nel mondo e si era ritirato con Cristo in una grotta, presso Betlemme. Occupava le sue notti in preghiera e, austero penitente, si percuoteva il nudo petto con un sasso. Durante il giorno compiva con somma diligenza l’incarico ricevuto dal Papa: tradurre in lingua volgare a quei tempi era il latino la Bibbia. Ma non era felice, quando pensava ai suoi peccati. Una notte gli apparve il Signore e gli disse: “Girolamo, hai ancora qualcosa di tuo da donarmi!”
Rispose il santo: “Signore, cosa vuoi ancora? T’ho dato la vita, ritirandomi dal mondo. Ti dono l’intelligenza, mettendola al servizio della tua Parola. Ti dono il mio cuore…” Ma Gesù continuava: “Eppure, Girolamo, hai ancora qualcosa di tuo da donarmi!”
E il santo dottore della Chiesa: “Tu sai, o Signore, tu sai che non ho più nulla da donarti. Mi sono ridotto povero e nudo con te…” “Lo so, Girolamo, lo so concluse alla fine Gesù; ma hai ancora qualcosa di veramente tuo da donarmi.
Dammi i tuoi peccati! Dammi i tuoi peccati!
Li voglio tutti perdonare, per farti felice!”
L’incastro tra Vangelo e Vita, una fatica che tormenta l’anima in una estenuante continua lotta tra materia e soffio dello Spirito.
Quante volte, almeno per me, pregando i salmi, il Padre nostro o altre preghiere, le parole pronunciate NON SONO CORRISPONDENTI alla VITA evangelica alla PREGHIERA DEL CUORE.
Trascrivo uno scritto di sant’Agostino:
MANI E PAROLE
“Quando si prendono il timpano e il salterio, le mani si accordano alla voce.
Così per te. Quando canti l’alleluia, devi porgere il pane all’affamato, vestire il nudo, ospitare il pellegrino.
“Se fai questo, non è solo la voce che canta, ma alla voce si armonizzano le mani, in quanto CON LE PAROLE CONCORDANO LE OPERE.”