Cari amici, Maggio e Giugno sono due mesi molto significativi per Villa S. Biagio, casa di spiritualità animata dai religiosi di Don Orione .
- In Maggio, celebriamo la festa di S. LUIGI ORIONE , canonizzato da S. G. Paolo II il 16 Maggio 2004.
- In Giugno dopo le solennità della Pentecoste e del Corpus Domini, festeggiamo le “colonne” della chiesa: PIETRO E PAOLO. Vogliamo vivere questi eventi tornando alle sorgenti della fede così…
“PRIMAVERA DELLO SPIRITO A VILLA S. BIAGIO” : Interviste in esclusiva a… S. PAOLO – DON ORIONE E PAPA FRANCESCO – TRE GRANDI ANIME – UN SOLO SPIRITO , LA STESSA TEMPRA E CUORE… NEL CAMMINO DELLA VITA
A) –OGNI DOMENICA S.MESSA ORE 10.30. Segue breve CATECHESI sulla figura di S. PAOLO riletta col cuore di Don Orione e di Papa Francesco
B) – CORSI BIBLICI – ESERCIZI SPIRITUALI
- 12 – 14 MAGGIO: WEEK – END DELLO SPIRITO
con S. Luigi Orione: “Ebbe la tempra e il cuore dell’Apostolo Paolo” (S. G. Paolo II) - 22 – 27 MAGGIO: Donna perché piangi? (Vangelo di Giovanni)
- 2 – 4 GIUGNO: WEEK – END DELLO SPIRITO Preparazione alla Pentecoste: “Lo Spirito Santo Luce e Forza del Cristiano” (Atti degli Apostoli)
- 12 – 17 GIUGNO: “E io mi sono lasciato sedurre” Mi pento o… sono contento? (Geremia)
Scarica allegato… 11. PRIMAVERA DELLO SPIRITO MAGGIO-GIUGNO 2017 LOCANDINA
COL CUORE DI MARIA …
SPUNTI PER IL MESE DI MAGGIO
DALLA LETTERA DI S. GIOVANNI PAOLO II SUL SANTO ROSARIO
- Il rosario mi ha accompagnato Fin dai miei anni giovanili questa preghiera ha avuto un posto importante nella mia vita spirituale. Il Rosario mi ha accompagnato nei momenti della gioia e in quelli della prova.
- Recitare il Rosario è…Recitare il Rosario, non è altro che contemplare con Maria il volto di Cristo.
- Preghiera per la pace e per la famiglia Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane, nel quadro di una più larga pastorale della famiglia, si propone come aiuto efficace per arginare gli effetti devastanti di questa crisi epocale.
- Con gli occhi e il cuore di Maria La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale. È nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da Lei anche un’umana somiglianza che evoca un’intimità spirituale certo ancora più grande. Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria. Gli occhi del suo cuore si concentrano in qualche modo su di Lui
- Già nell’Annunciazione, quando lo concepisce per opera dello Spirito Santo nei mesi successivi comincia a sentirne la presenza e a presagirne i lineamenti.
- Quando finalmente lo dà alla luce a Betlemme, anche i suoi occhi di carne si portano teneramente sul volto del Figlio, mentre lo avvolge in fasce e lo depone nella mangiatoia (cfr Lc 2, 7). Da allora il suo sguardo, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più da Lui.
- Sarà talora uno sguardo interrogativo, come nell’episodio dello smarrimento nel tempio: « Figlio, perché ci hai fatto così? » (Lc 2, 48); sarà in ogni caso uno sguardo penetrante, capace di leggere nell’intimo di Gesù, fino a percepirne i sentimenti nascosti e a indovinarne le scelte, come a Cana (cfr Gv 2, 5);
- altre volte sarà uno sguardo addolorato, soprattutto sotto la croce, dove sarà ancora, in certo senso, lo sguardo della ‘partoriente’, giacché Maria non si limiterà a condividere la passione e la morte dell’Unigenito, ma accoglierà il nuovo figlio a Lei consegnato nel discepolo prediletto (Gv 19, 26-27);
- nel mattino di Pasqua sarà uno sguardo radioso per la gioia della risurrezione e, infine, uno sguardo ardente per l’effusione dello Spirito nel giorno di Pentecoste (At 1, 14).
- PENSIERO DI DON ORIONE: Sono un povero pellegrino che cerco luce e amore: vengo al Santuario col rosario in mano. Vengo a cercarle luce e amore di Dio e delle anime! Vengo a Lei per non perdermi, Vengo a Lei e sento sopra di me un’alta pace che si libra: vedo il suo manto distendersi su tutte le tempeste e una serenità inoffuscabile che mi avvolge e penetra. E in questa luce inebriante mi spoglio dell’uomo vecchio e amo…
MISTERI GAUDIOSI (Lunedì e Sabato)
- Il Rosario, ‘compendio del Vangelo’ Affinché il Rosario possa dirsi in modo più pieno ‘compendio del Vangelo’, è perciò conveniente che, dopo aver ricordato l’incarnazione e la vita nascosta di Cristo (misteri della gioia), e prima di soffermarsi sulle sofferenze della passione (misteri del dolore), e sul trionfo della risurrezione (misteri della gloria), la meditazione si porti anche su alcuni momenti particolarmente significativi della vita pubblica (misteri della luce).
- Misteri della gioia Il primo ciclo, quello dei ‘misteri gaudiosi’, è caratterizzato dalla gioia che irradia dall’evento dell’Incarnazione. All’insegna dell’esultanza è poi la scena dell’incontro con Elisabetta, dove la voce stessa di Maria e la presenza di Cristo nel suo grembo fanno « sussultare di gioia » Giovanni (cfr Lc 1, 44). Soffusa di letizia è la scena di Betlemme, in cui la nascita del Bimbo divino, il Salvatore del mondo, è cantata dagli angeli e annunciata ai pastori proprio come « una grande gioia » (Lc 2, 10).
- Maria coi bimbo * al tempio salì, e il Santo Vegliardo * l’accolse e gioì. (Ave)
DON ORIONE: Sorgi, o anima mia, e corri incontro alla nuova Luce, che è Gesù -Carità. Egli viene a te, poiché là misericordia infinita del Signore è discesa più ampia del mare e dei cieli: terra, mare e cieli diventarono un nulla davanti alla carità di Gesù, quando risplendette la gloria del– Signore. O Gesù dolce, Gesù amore! Noi ti vogliamo amare e servire in carità grande e santa letizia, sempre contenti per la beata speranza, amando e vivendo delle cose umili e povere, come, o Gesù, ci hai insegnato con la tua nascita, la tua vita e la tua morte. Far del bene sempre e del bene a tutti, o Gesù, benedicendo sempre e non maledicendo mai
UN BEL CANTO A MARIA DI SEQUERI: Madre, io vorrei PPT
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TERZO MISTERO DELLA GIOIA:
“Sia gloria nei cieli * e pace quaggiù’;
chè in umil capanna * è nato Gesù.
DON ORIONE:
Ai piedi della culla di Gesù, e ai piedi della Croce di Gesù, troviamo Maria, Mare di Dio; il suo cuore è tutt’uno con la vita e col cuore di Dio. Come non sentire palpiti per Maria? O lacerare le pagine del Vangelo, o cadere in ginocchio a venerarla.
- SECONDO MISTERO DELLA GIOIA: Da sua cugina * la Vergine andò, e un inno ispirato * in gaudio cantò. .
- DON ORIONE: Le nostre madri ‘passano, muoiono… Maria, Madre delle madri nostre, è la gran Madre che non muore. Sono passati 20 secoli, ed è più viva oggi di quando cantò il Magnificat e profetizzò che tutte le generazioni L’avrebbero chiamata beata.——————————
- L’annuncio a Maria * Gabriele portò e il Verbo di Dio * in lei s’incarnò. Ave, Ave, Ave Maria. Fiat ! Pronunciate questa parola, cuori timidi, che siete incerti sulla strada da scegliere e non sapete a chi indirizzarvi, e per voi sarà la luce che vi mostrerà il cammino. Fiat Pronunciatela questa soave parola, o figli e amici miei, pronunciatela ad ogni respiro, ad ogni battito del cuore, ad ogni movimento delle labbra: Dio la comprenderà sempre nel modo in cui volete ch’egli la comprenda, ora come preghiera, ora come atto di fede, nel dubbio, come atto di speranza nel timore, e sempre come atto di amore. “
(Gregory Bateson)
“La saggezza è saper stare con la differenza, senza voler eliminare la differenza”.
…NON POSSO FARE A MENO DI RINGRAZIARE …. PER IL GRANDE DONO DEL CANTO ” MADRE IO VORREI” MESSO IN DIAPOSITIVE. E’ STATA UNA BELLISSIMA IDEA DA ACCOGLIERE PER FARCI AIUTARE A PREGARE MEGLIO IN QUESTO MESE DI MAGGIO DEDICATO A LEI. LA VERGINE SANTA BENEDICA E PROTEGGA TUTTI.
I problemi di oggi riguardanti la fede sono sempre esistiti… Ci fa bene ascoltare i grandi PADRI DELLA FEDE CHE LI HANNO AFFRONTATI E RISOLTI ALLA LUCE DELLA PAROLA DI DIO. ASCOLTIAMO S. IRENEO… UNA GRANDE PAGINA DI SPERANZA RIGUARDANTE L’EUCARISTIA …
L’EUCARISTIA PEGNO DI RISURREZIONE «Contro le eresie» di sant’Ireneo, vescovo.
Se la carne non viene salvata, allora né il Signore ci ha redenti col suo sangue, né il calice dell’Eucaristia è la comunione del suo sangue, né il pane che spezziamo è la comunione del suo corpo. CI HA REDENTI CON IL SUO SANGUE, COME DICE ANCHE IL SUO APOSTOLO: IN LUI ABBIAMO LA REDENZIONE E LA REMISSIONE DEI PECCATI PER MEZZO DEL SUO SANGUE (cfr. Ef 1, 7).
Noi siamo sue membra, ma siamo nutriti dalle cose create, che egli stesso mette a nostra disposizione, facendo sorgere il suo sole e cadere la pioggia come vuole. QUESTO CALICE, CHE VIENE DALLA CREAZIONE, EGLI HA DICHIARATO CHE È IL SUO SANGUE, CON CUI ALIMENTA IL NOSTRO SANGUE. COSÌ PURE QUESTO PANE, CHE VIENE DALLA CREAZIONE, EGLI HA ASSICURATO CHE È IL SUO CORPO CON CUI NUTRE I NOSTRI CORPI.
Il vino mescolato nel calice e il pane confezionato ricevono la parola di Dio e diventano Eucaristia, cioè corpo e sangue di Cristo. Da essi è alimentata e prende consistenza la sostanza della nostra carne. E ALLORA COME POSSONO ALCUNI AFFERMARE CHE LA CARNE NON È CAPACE DI RICEVERE IL DONO DI DIO, CIOÈ LA VITA ETERNA, QUANDO VIENE NUTRITA DAL SANGUE E DAL CORPO DI CRISTO, AL QUALE APPARTIENE COME PARTE DELLE SUE MEMBRA? Lo dice l’Apostolo nella lettera agli Efesini: Siamo membra del suo corpo, della sua carne e delle sue ossa (cfr. Ef 5, 30), Il tralcio della vite, piantato in terra, porta frutto a suo tempo, e il grano di frumento caduto nella terra, e in essa dissolto, risorge moltiplicato per virtù dello Spirito di Dio, che abbraccia ogni cosa. Tutto questo poi dalla sapienza è messo a disposizione dell’uomo, e, ricevendo la parola di Dio, diventa Eucaristia, cioè corpo e sangue di Cristo. COSÌ ANCHE I NOSTRI CORPI, NUTRITI DALL’EUCARISTIA, DEPOSTI NELLA TERRA E ANDATI IN DISSOLUZIONE, RISORGERANNO A SUO TEMPO, PERCHÉ IL VERBO DONA LORO LA RISURREZIONE, A GLORIA DI DIO PADRE. EGLI CIRCONDA DI IMMORTALITÀ QUESTO CORPO MORTALE, E LARGISCE GRATUITAMENTE L’INCORRUZIONE ALLA CARNE CORRUTTIBILE. IN QUESTA MANIERA LA FORZA DI DIO SI MANIFESTA PIENAMENTE NELLA DEBOLEZZA DEGLI UOMINI.
PER CAPIRE QUALCOSA DELL’ORIGINE DELLE NOSTRE CHIESE… E’ PREZIOSA QUESTA LETTURA DI TERTULLIANO SU …
LA PREDICAZIONE APOSTOLICA – Tertulliano, sacerdote
Cristo Gesù, Signore nostro, per tutto il tempo che visse sulla terra manifestò chi egli era, chi era stato, qual era la volontà del Padre, che cosa l’uomo dovesse fare. Questa rivelazione la fece apertamente al popolo e separatamente ai discepoli, fra i quali scelse i Dodici, come partecipi del suo magistero universale.
Perciò, escluso uno di loro, sul punto di ritornare al Padre, dopo la risurrezione, ordinò agli altri Undici di andare e di ammaestrare le nazioni, battezzandole nel Padre e Figlio e Spirito Santo.
Gli apostoli, il cui nome significa «mandati», sorteggiarono come dodicesimo del loro gruppo Mattia al posto di Giuda e ciò in ossequio all’autorità profetica del salmo di Davide. Avendo ricevuto, secondo la promessa, lo Spirito Santo che doveva renderli capaci di fare i miracoli e di predicare, testimoniarono la fede in Gesù Cristo prima in Giudea e poi in tutto il mondo ISTITUENDO OVUNQUE CHIESE PARTICOLARI. OVUNQUE FECERO RISUONARE IL MEDESIMO INSEGNAMENTO E ANNUNZIARONO LA MEDESIMA FEDE.
Così fondarono chiese in ogni città. Da queste ricevettero la linfa della fede e i segni della dottrina tutte le altre chiese e tutte le altre popolazioni che tendono a divenire chiese. TUTTE QUESTE CHIESE VENIVANO CONSIDERATE APOSTOLICHE COME FIGLIE DELLE CHIESE DEGLI APOSTOLI.
È NECESSARIO CHE OGNI COSA RISALGA ALLE SUE ORIGINI. PERCIÒ TRA TANTE E TANTO GRANDI CHIESE, UNICA È LA PRIMA FONDATA DAGLI APOSTOLI E DALLA QUALE DERIVANO TUTTE LE ALTRE. COSÌ TUTTE SONO PRIME E TUTTE APOSTOLICHE, PERCHÉ TUTTE SONO UNA. LA COMUNIONE DI PACE, LA FRATERNITÀ CHE LE CARATTERIZZA, LA VICENDEVOLE DISPONIBILITÀ DIMOSTRANO LA LORO UNITÀ. TITOLO DI QUESTE PREROGATIVE È LA MEDESIMA TRADIZIONE E IL MEDESIMO SACRO LEGAME.
Che cosa poi gli apostoli abbiano predicato, cioè che cosa Cristo abbia loro rivelato, non può essere altrimenti provato che per mezzo delle chiese stesse che gli apostoli hanno fondato, E ALLE QUALI HANNO PREDICATO SIA A VIVA VOCE, SIA IN SEGUITO PER MEZZO DI LETTERE.
Un giorno il Signore aveva detto apertamente: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso»; aveva tuttavia soggiunto: «Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera» (Gv 16, 12-13). Dimostrò con questo che essi non ignoravano nulla. Essi avevano la promessa di ricevere «tutta la verità» per mezzo dello Spirito di verità. LA PROMESSA FU MANTENUTA COME PROVANO GLI ATTI DEGLI APOSTOLI QUANDO NARRANO LA DISCESA DELLO SPIRITO SANTO.
Cari amici,
il secondo giorno del mese di Maggio, godiamoci questa stupenda pagina di S. AGOSTINO:
CANTIAMO AL SIGNORE IL CANTO DELL’AMORE
DAI «DISCORSI» DI SANT’AGOSTINO, VESCOVO
«Cantate al Signore un canto nuovo; la sua lode nell’assemblea dei fedeli» (Sal 149, 1). Siamo stati esortati a cantare al Signore un canto nuovo. L’UOMO NUOVO CONOSCE IL CANTO NUOVO. Il cantare è segno di letizia e, se consideriamo la cosa più attentamente, anche espressione di amore.
Colui dunque che sa amare la vita nuova, sa cantare anche il canto nuovo. Che cosa sia questa vita nuova, dobbiamo saperlo in vista del canto nuovo. Infatti tutto appartiene a un solo regno: l’uomo nuovo, il canto nuovo, il Testamento nuovo. PERCIÒ L’UOMO NUOVO CANTERÀ IL CANTO NUOVO E APPARTERRÀ AL TESTAMENTO NUOVO.
Non c’è nessuno che non ami, ma bisogna vedere che cosa ama. Non siamo esortati a non amare, ma a scegliere l’oggetto del nostro amore. Ma che cosa sceglieremo, se prima non veniamo scelti? POICHÉ NON AMIAMO, SE PRIMA NON SIAMO AMATI. ASCOLTATE L’APOSTOLO GIOVANNI: NOI AMIAMO PERCHÉ EGLI CI HA AMATI PER PRIMO (cfr. 1 Gv 4, 10).
Cerca per l’uomo il motivo per cui debba amare Dio e non troverai che questo: perché Dio per primo lo ha amato. COLUI CHE NOI ABBIAMO AMATO, HA DATO GIÀ SE STESSO PER NOI, HA DATO CIÒ PER CUI POTESSIMO AMARLO.
Che cosa abbia dato perché lo amassimo, ascoltatelo più chiaramente dall’apostolo Paolo: «L’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori» (Rm 5, 5). Da dove? Forse da noi? No. Da chi dunque? «Per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5, 5). Avendo dunque una sì grande fiducia, amiamo Dio per mezzo di Dio. Ascoltate più chiaramente lo stesso Giovanni: «Dio è amore; chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui» (1 Gv 4, 16).
Non basta dire: «L’amore è da Dio» (1 Gv 4, 7). Chi di noi oserebbe dire ciò che è stato detto: «Dio è amore»? Lo disse colui che sapeva ciò che aveva.
DIO CI SI OFFRE IN UN MODO COMPLETO. CI DICE: AMATEMI E MI AVRETE, PERCHÉ NON POTETE AMARMI, SE GIÀ NON MI POSSEDETE.
O fratelli, o figli, o popolo cristiano, o santa e celeste stirpe, o rigenerati in Cristo, o creature di un mondo divino, ascoltate me, anzi per mezzo mio: «Cantate al Signore un canto nuovo».
Ecco, tu dici, io canto. TU CANTI, CERTO, LO SENTO CHE CANTI. MA BADA CHE LA TUA VITA NON ABBIA A TESTIMONIARE CONTRO LA TUA VOCE.
Cantate con la voce, cantate con il cuore, cantate con la bocca, cantate con la vostra condotta santa. «Cantate al Signore un canto nuovo». Mi domandate che cosa dovete cantare di colui che amate? Parlate senza dubbio di colui che amate, di lui volete cantare. Cercate le lodi da cantare… Il cantore diventa egli stesso la lode del suo canto.
VOLETE DIRE LE LODI A DIO? SIATE VOI STESSI QUELLA LODE CHE SI DEVE DIRE, E SARETE LA SUA LODE, SE VIVRETE BENE.
..”.E’ PROPRIO IMPOSSIBILE VIVERE SENZA LA CENA DEL SIGNORE”. Ogni anima assetata di DIO
non riesce a vivere senza di LUI. L’EUCARESTIA PER LA MIA ANIMA E’ LA FORZA CHE LA SOSTIENE, CHE LA RIEMPIE, CHE LA CONSOLA NEI MOMENTI BUI E TRISTI DELLA VITA. Offrire la propria vita ogni qualvolta si partecipa all’EUCARESTIA E’ UN GESTO VERAMENTE GRANDE E CARICO DI FORTE EMOZIONE. Grazie GESU’ per questo incomparabile DONO.
Il Papa in Egitto. L’abbraccio-messaggio del Cairo: il segno fraterno
Marina Corradi sabato 29 aprile 2017
Bisogna andare a rivederselo nei video sul web, l’abbraccio tra papa Francesco e il grande imam di al-Azhar, Ahmed al-Tayyib, la massima autorità dell’islam sunnita. È qualcosa che stupisce, perché non è il gesto formale fra due sconosciuti, MA UN ABBRACCIO VERO DI DUE UOMINI CHE SI STRINGONO L’UNO ALL’ALTRO, MENTRE LE MANI DESTRE SI SERRANO IN UNA STRETTA CALOROSA. E intanto la sala del Conference center di al-Azhar rumoreggia e applaude. Non c’è niente di finto in quell’incontro, pure dopo anni di incomprensioni, pure nel contesto di un paventato scontro di civiltà, mentre Oriente e Occidente sono dilaniati da attentati terroristici.
Come ha fatto Francesco, viene da domandarsi stupiti, quale è il segreto. Forse è nell’amore con cui parla dell’Egitto? «Terra di incontro tra cielo e terra, di alleanze fra le genti», terra dove risuonò sul Monte Sinai «rivolto a uomini e popoli di ogni tempo, il comando: “Non uccidere”».
FRANCESCO RICORDA ALL’EGITTO LA GRANDIOSA SUA STORIA, E ANCHE CHE PROPRIO SUL SUOLO EGIZIANO TROVARONO RIFUGIO MARIA, GIUSEPPE E GESÙ, BAMBINO: OSPITALITÀ CHE «È FONTE DI ABBONDANTI BENEDIZIONI, CHE ANCORA SI ESTENDONO». Forse il segreto di Francesco sta allora nel rammentare all’altro ciò che ha di buono, e di grande? Quasi in un abbraccio di madre, che ricorda, del figlio, solo il bene.
«Viviamo sotto il sole unico di Dio misericordioso… in questo senso possiamo dunque chiamarci fratelli e sorelle». Qui il Papa cita Giovanni Paolo II in Nigeria, nel 1982. Poi chiede l’intercessione di san Francesco, che otto secoli fa incontrò in Egitto il sultano al-Malik al-Kamil. Quell’abbraccio così vero fa pensare a chi guarda che anche questo sia un incontro che si iscrive nella storia. Nel momento in cui il terrorismo islamista insanguina l’Occidente, e in Oriente e nel mondo perseguita i cristiani e altri credenti e no, il Papa va in Egitto come uomo di pace, pace vera.
Nel discorso alle autorità del Paese ricorda «IL DOVERE DI SMASCHERARE I VENDITORI DI ILLUSIONI CIRCA L’ALDILÀ, CHE PREDICANO L’ODIO PER RUBARE AI SEMPLICI LA LORO VITA PRESENTE E IL LORO DIRITTO DI VIVERE CON DIGNITÀ, TRASFORMANDOLI IN LEGNA DA ARDERE». Chiaro e franco riferimento ai ragazzi delle banlieue europee, gonfiati di odio da cattivi maestri.
«L’Egitto – conclude il suo discorso alle autorità – che al tempo di Giuseppe salvò gli altri popoli dalla carestia è quindi chiamato anche oggi a salvare questa cara regione dalla carestia dell’amore e della fraternità; è chiamato a condannare e a sconfiggere ogni violenza e ogni terrorismo; è chiamato a donare il grano della pace a tutti i cuori affamati di convivenza pacifica».
Il metodo di Bergoglio è dunque richiamare ai popoli e agli uomini la nobiltà dei lombi, della storia da cui provengono, e quindi la statura delle sfide cui sono chiamati? Come un padre che dica a un figlio in crisi: ricordati la tua storia, e tutto il bene da cui vieni.
Ma una breve frase rivolta ai giovani egiziani racconta forse ancora meglio il “segreto” di Francesco. DICE IL PAPA AI RAGAZZI: VORREI DARVI LA BENEDIZIONE, MA VOI IN SILENZIO PENSATE A CHI AMATE DI PIÙ, E ANCHE ALLE PERSONE A CUI NON VOLETE BENE, E PREGATE PER GLI UNI E PER GLI ALTRI. PREGARE PER QUELLI CHE NON SI AMANO, PREGARE PER CHI CONSIDERIAMO NEMICO: NEL PRIMATO DELLA CARITÀ, NELL’«ESTREMISMO DELLA CARITÀ». Forse in questo sta la forza di un uomo che capovolge i cliché e sa abbracciare davvero; uno che abbraccia forte, come ci si stringe tra fratelli. Per questo l’incontro tra papa Francesco e il grande imam sunnita a guardarlo ci meraviglia: PERCHÉ DIRESTI CHE QUEI DUE SONO AMICI, DAVVERO. E DIMOSTRANO AI “MONDI” CHE PIÙ D’UNO VORREBBE SEPARATI E INCONCILIABILI CHE COS’È ESSERE E SENTIRSI FRATELLI.
S. GIUSTINO: ci parla di come veniva celebrata la santa Eucaristia 19 secoli fa… quale meraviglia nel costatare la stessa struttura della celebrazione come abbiamo oggi… un MOTIVO IN PIU’ PER PARTECIPARE ALLA S. MESSA CON GRANDE CONSAPEVOLEZZA E STUPORE… I DISCEPOLI DI EMMAUS LO RICONOBBERO ALLO SPEZZARE DEL PANE
Nel giorno chiamato «del Sole» ci si raduna tutti insieme. Si leggono le memorie degli Apostoli o gli scritti dei Profeti, finché il tempo consente. Poi il preposto con un discorso ci ammonisce ed esorta ad imitare questi buoni esempi. Poi tutti insieme ci alziamo in piedi ed innalziamo preghiere sia per noi stessi sia per tutti gli altri, dovunque si trovino.Finite le preghiere, ci salutiamo l’un l’altro con un bacio. Poi al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d’acqua e di vino Temperato. Egli li prende ed innalza lode e gloria al Padre dell’universo nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie (eucharistian) per essere stati fatti degni da lui di questi doni. Quando egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: «Amen». Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane, il vino e l’acqua «eucaristizzati» e ne portano agli assenti (Apol, 1, 65 )
Dalla Messa la forza per non essere sopraffatti
Il credente se non vuole essere sopraffatto, deve poter contare sul sostegno della comunità cristiana….è necessario che si convinca dell’importanza decisiva che per la sua vita di fede ha il riunirsi la Domenica con gli altri fratelli per celebrare la Pasqua del Signore”
“NOI NON POSSIAMO VIVERE SENZA LA CENA DEL SIGNORE”
(I martiri di Abitine)
” CI HA CREATO PER DONARCI LA VITA ETERNA ” : è stato il pensiero che mi ha accompagnato stamattina mentre , un po’ affaticata , mi sono lasciata stupire da quel sole ” sorto ” anche oggi , e da un solitario uccello che teneva nel becco un piccolo rametto .
Quel piccolo legnetto , scuro come una fatica…. ma con un valore grande , una missione grande : essere parte di un nido .
Se i nostri pesi , se i nostri “legnetti” da affrontare , diventassero , in qualche modo , passi verso di LUI ….se tenuti stretti nel becco diventassero passi verso il nido di quell’ Eterno Abbraccio che LUI ci sta preparando…. !
Stamattina un piccolo uccello e quel rametto nel becco, mi hanno parlato di vita eterna : la mia fatica se inserita in un progetto più grande , se la uso offrendola , se da lei mi faccio educare , se con lei cresco un poco ….la mia fatica se diventa goccia di acqua nel vino dell’ Offertorio …è piccola , quotidiana Croce che può davvero diventare ” attrezzo da lavoro ” e ” strada verso ” .
Stamattina un piccolo uccello e quel rametto – non più anonimo tra i rametti sul terreno ma raccolto per un ” grande progetto nido ” – mi hanno parlato di Vita Eterna .
Grazie Gesù
….CIO’ CHE MI COLPISCE DI PIU’ NELLA incomparabile PAGINA DI S. CATERINA E’: ” TU VESTIMENTO CHE RICOPRE OGNI MIA NUDITA'”.
Dinanzi alla GRANDEZZA e PUREZZA di DIO l’anima prova un enorme disagio, sente di non essere mai libera e matura per raggiungere il suo DIO. Conviene appartenere al gregge dei
“piccoli “a cui il PADRE ama rivelare i suoi segreti. Imparare tutto ai piedi della CROCE del SIGNORE GESU’ ; l’arte semplice , quella mai scontata, quella di saper alleggerire il “GIOGO” della vita, anzichè caricarlo di pesi non richiesti e non necessari. ” Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me,che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero(Mt 11,29-30. Leggerezza e dolcezza sono alcune condizioni inevitabili per essere veri discepoli di CRISTO risorto.
TI SCRIVO DESIDEROSA DI VEDERTI IMMERSO NEL SANGUE DI GESÙ CROCIFISSO. Santa Caterina da Siena, Lettera a fra Tommaso della Fonte, domenicano
Nel nome di Gesù Cristo crocifisso e della dolce Maria. Carissimo padre in Cristo, dolce Gesù. Io, Caterina, serva dei servi di Gesù Cristo, TI SCRIVO NEL SUO PREZIOSO SANGUE, DESIDEROSA DI VEDERTI IMMERSO NEL SANGUE DI GESÙ CROCIFISSO. Il suo sangue ci riempie di gioia, ci rende forti, dà calore ed illumina la nostra anima con la luce della Verità; non possiamo quindi cadere nella menzogna. Sangue, che fortifichi la nostra anima e ci liberi da quella fragilità che deriva dal timore della pena, il quale a sua volta viene dall’assenza della luce della Verità! Per questo la nostra anima è forte, perché nel Sangue siamo stati illuminati dalla Verità. ABBIAMO VISTO E CONOSCIUTO CON L’OCCHIO DELL’INTELLETTO CHE DIO, LA VERITÀ, CI HA CREATO, A GLORIA E LODE DEL SUO NOME, PER DONARCI LA VITA ETERNA. CHI CI RIVELA CHE EGLI CI HA CREATO PER QUESTO FINE? IL SANGUE DELL’IMMACOLATO AGNELLO. Il Sangue ci rivela che ogni cosa che Dio ci dona, favorevole e sfavorevole, gioia e dolore, disonore e offese subite, scherni e ingiurie, infamia e maldicenze contro di noi, ogni cosa Dio ci dona con fuoco d’amore: per compiere in noi la dolce Verità, quella per la quale siamo stati creati. Chi ce lo rivela? Il Sangue. Infatti, se Dio avesse voluto da noi un’altra cosa non ci avrebbe donato il Figlio, e il Figlio la vita. Quando con l’occhio dell’intelletto conosciamo questa Verità, subito otteniamo la fortezza che ci rende forti per portare ogni cosa e soffrire per amore di Gesù crocifisso. Non solo la nostra anima non diventa tiepida, ma si riscalda con il fuoco dell’amore di Dio: allora, nutriamo odio verso il peccato e siamo resi capaci di rinunciare a noi stessi. Un po’ alla volta, diventiamo simili ad un ebbro: come l’ubriaco, infatti, perde il proprio sentire e altro non vede che il sentire del vino, tanto che tutta la sua vita vi è immersa, così la nostra anima, piena di gioia per il sangue di Gesù, perde il proprio sentire, è libera dall’attaccamento alle cose sensibili e dal timore della pena – dove non c’è attaccamento alle cose sensibili, non c’è timore della pena – e gioisce nelle sofferenze. NON CI VOGLIAMO GLORIARE D’ALTRO CHE DELLA CROCE DI GESÙ CROCIFISSO. QUESTA È LA NOSTRA GLORIA! Tutte le potenze della nostra anima vi sono impegnate. La memoria si riempie del Sangue che riceve in dono: nel Sangue comprendiamo l’amore di Dio che caccia via l’amor proprio; è amore il disonore e la morte, è pena l’onore e la vita. Come la memoria si riempie? Con le mani dell’affetto e del vero desiderio di Dio. Questo affetto e amore proviene dalla luce dell’intelletto, con la quale abbiamo conosciuto la Verità e la dolce volontà di Dio. ORA, PADRE CARISSIMO, IO VOGLIO CHE COSÌ DOLCEMENTE CI INEBRIAMO DI SANGUE E CI IMMERGIAMO NEL SANGUE. ALLORA, LE COSE AMARE CI SEMBRERANNO DOLCI, I GRANDI PESI LEGGERI. E DALLE SPINE E DAL DOLORE COGLIEREMO LA ROSA, PACE E SERENITÀ. RESTA NEL SANTO E DOLCE AMORE DI DIO. GESÙ DOLCE, GESÙ AMORE.
– QUELL’ANELLO …In una visione che mai più si cancellò dal cuore e dalla mente di Caterina, la Madonna la presentò a Gesù che le donò uno splendido anello, dicendole: “Io, tuo Creatore e Salvatore, ti sposo nella fede, che conserverai sempre pura fino a quando celebrerai con me in cielo le tue nozze eterne” (Raimondo da Capua). QUELL’ANELLO rimase visibile solo a lei. In questo episodio straordinario cogliamo il centro vitale della religiosità di Caterina e di ogni autentica spiritualità: il cristocentrismo. Cristo è per lei come lo sposo, con cui vi è un rapporto di intimità, di comunione e di fedeltà; è il bene amato sopra ogni altro bene. – LO SCAMBIO DEL CUORE Questa unione profonda con il Signore è illustrata da un altro episodio della vita di questa insigne mistica: lo scambio del cuore. Secondo Raimondo da Capua, che trasmette le confidenze ricevute da Caterina, il Signore Gesù le apparve con in mano un cuore umano rosso splendente, le aprì il petto, ve lo introdusse e disse: “Carissima figliola, come l’altro giorno presi il tuo cuore che tu mi offrivi, ecco che ora ti do il mio, e d’ora innanzi starà al posto che occupava il tuo” (ibid.). Caterina ha vissuto veramente le parole di san Paolo, “… non vivo io, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Come la santa senese, ogni credente sente il bisogno di uniformarsi ai sentimenti del Cuore di Cristo per amare Dio e il prossimo come Cristo stesso ama. E noi tutti possiamo lasciarci trasformare il cuore ed imparare ad amare come Cristo, in una familiarità con Lui nutrita dalla preghiera, dalla meditazione sulla Parola di Dio e dai Sacramenti, soprattutto ricevendo frequentemente e con devozione la santa Comunione. Anche Caterina appartiene a quella schiera di santi eucaristici. L’Eucaristia è uno straordinario dono di amore che Dio ci rinnova continuamente per nutrire il nostro cammino di fede, rinvigorire la nostra speranza, infiammare la nostra carità, per renderci sempre più simili a Lui.
FESTA DI S. Caterina da Siena … ECCO UNA SUA PAGINA CHE ci conduce in alto nella comprensione delle COSE DI DIO”
HO GUSTATO E VEDUTO Dal «Dialogo della Divina Provvidenza»
di santa Caterina da Siena, vergine
IO HO GUSTATO E VEDUTO CON LA LUCE DELL’INTELLETTO NELLA TUA LUCE IL TUO ABISSO, O TRINITÀ ETERNA, E LA BELLEZZA DELLA TUA CREATURA.
Tu infatti, Trinità eterna, sei creatore e io creatura; e ho conosciuto – perché tu me ne hai data l’intelligenza, quando mi hai ricreata con il sangue del Figlio – CHE TU SEI INNAMORATO DELLA BELLEZZA DELLA TUA CREATURA.
O abisso, o Trinità eterna, o Deità, o mare profondo! E che più potevi dare a me che te medesimo? Tu sei un fuoco che arde sempre e non si consuma. Sei tu che consumi col tuo calore ogni amor proprio dell’anima. TU SEI FUOCO CHE TOGLIE OGNI FREDDEZZA, E ILLUMINI LE MENTI CON LA TUA LUCE, CON QUELLA LUCE CON CUI MI HAI FATTO CONOSCERE LA TUA VERITÀ.
Specchiandomi in questa luce ti conosco come sommo bene, bene sopra ogni bene, bene felice, bene incomprensibile, bene inestimabile. Bellezza sopra ogni bellezza. Sapienza sopra ogni sapienza. Anzi, tu sei la stessa sapienza. Tu cibo degli angeli, che con fuoco d’amore ti sei dato agli uomini.
TU VESTIMENTO CHE RICOPRE OGNI MIA NUDITÀ. TU CIBO CHE PASCI GLI AFFAMATI CON LA TUA DOLCEZZA. TU SEI DOLCE SENZA ALCUNA AMAREZZA. O TRINITÀ ETERNA!
( P.M. TUROLDO CI INVITA A CAPIRE CHE GLI EREDI
DI DIO SARANNO POVERI)
LUCE mai vista annuncia l’aurora;
un canto nuovo risuona nel cielo,
tutta la terra
esplode di gioia e geme e ulula
il regno di morte.
COSI HA FINE LA NOTTE DEL MONDO,
IL SUO POTERE LA MORTE HA PERDUTO:
COME UN SOLE RISALE DAGL’INFERI,
ORA CHI CREDE GIA’ VIVE PER SEMPRE.
UDITE , UOMINI, QUESTE PAROLE.
QUELL’UOMO STESSO CHE AVETE TRAFITTO,
QUANDO OGNI COSA PAREVA PERDUTA,
IL GIUSTO DIO L’HA FATTO RISORGERE!
Ecco un ANGELO ai miseri grida:
MAI SI DISPERI CHI LOTTA E PIANGE,
MAI ABBANDONA IDDIO I SUOI GIUSTI,
I SUOI EREDI SARANNO POVERI.