- MARZO 2010: E NOI SIAMO “PROMOSSI” IN AMORE?
- AD AMARE SI IMPARA? DA CHI?
- PROPOSTE PER IL MESE DI MARZO …. “PANINI” ARRETRATI…
Cari amici, buona Quaresima! Siamo nel cuore dell’anno liturgico. In cammino verso Pasqua quando Gesù porta a compimento la sua missione amando “fino alla fine” (Gv 13,1) Il “Panino” di questo mese vuole condurci al cuore del vangelo: Imparare ad amare! In fondo cosa chiese Gesù a Pietro: MI AMI TU? E si accontentò del “povero” amore di cui Pietro era capace dopo la bruciante esperienza del tradimento. Anche noi ci poniamo la stessa domanda: siamo promossi in amore? 7. PROMOSSI IN AMORE?
Diamo un’anima al WEB:
E’ il compito assegnatoci dal Papa… “VILLA S. BIAGIO” sta muovendo i primi passi. Lo scopo, quello di sempre:”Purché in ogni modo Cristo venga annunciato” (S. Paolo). E allora INCONTRIAMOCI SUL SITO: www.donvincenzoalesiani.it Puoi trovare e scaricare Sussidi e materiale utile per la spiritualità e la pastorale …per la quaresima, in particolare ti segnalo: + IL CROCIFISSO +VIA CRUCIS OGGI +In Quaresima DIGIUNIAMO COSI‘ + IL SEGNO DELLA CROCE +Il Padre gli corse incontro…MI CONFESSO COSI’ + 10 COSE CHE LUI CI CHIEDERA’
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PROPOSTE MARZO 2010
– SABATO 6: Scuola di Preghiera (h. 16 ) TESTIMONI DEL VANGELO: La Samaritana
RITIRO QUARESIMALE CATECHISTI ROSCIANO
– DOMENICA 7: INCONTRO FAMIGLIE RNS – PESARO
INCONTRO EDUCATORI: AD AMARE SI IMPARA?!(H.15.30)
– LUNEDÌ 8: Riposatevi un pò – incontro di sacerdoti (10-13)
– SABATO 13: RITIRO PER DIACONI (PS) – Scuola di Preghiera (h. 16) TESTIMONI DEL VANGELO: Matteo
– SABATO 20: Scuola di Preghiera (h.16) TESTIMONI DEL VANGELO: La Peccatrice Perdonata
– DOMENICA 21: RITIRO QUARESIMALE DEI LAICI ORIONINI (MLO) (H. 16-20 )
LUNEDI 22 – GIOVEDI 25 MARZO (ore 21 – 22.30)
PREPARAZIONE ALLA PASQUA
Voi Siete Miei Amici: IL TESTAMENTO DI GESÙ (Gv. Cc 13 – 17)
– SABATO 27: Formazione animatori CDV di Fano (h.18.00) – ADORAZIONE NOTTURNA: (h. 21)
– DOMENICA 28: Ritiro famiglie (h.15.30): ti affido mia figlia in custodia (Tb 10-13) Custodirsi reciprocamente: cosa comporta?
- VILLA S. BIAGIO ti accoglie con gioia per una pausa di riposo fisico e spirituale.
- NEWSLETTER: Per ricevere il messaggio “PaninodiSanBiagio” d.alesiani@virgilio.it
- Informazioni e prenotazioni: Tel. 0721-823.175 E-mail: villa@donvincenzoalesiani.it
- SITO: Per scaricare SINTESI DI DOCUMENTI visita https://www.donvincenzoalesiani.it
- PANINI ARRETRATI:
1. PANINO SETTEMBRE: DEPLIANT DI PROPOSTE su “emergenza educativa“
2. PANINO OTTOBRE : libertà e responsabilità
3. PANINO NOVEMBRE: che male c’è?
4. NATALE2009: custodirsi in famiglia
7. TI VOGLIO O TI VOGLIO…BENE? – Ad amare si impara
Cara Isabel, come sempre riflessioni vere le tue che, questa volta più che mai, hanno il sapore dell’esperienza sofferta… premessa a una maggiore efficacia. Aiutiamoci a continuare anche se con fatica senza perdere la speranza, come dici bene tu “anche con la vela rotta, imparando a diventare buoni esploratori, di quelli che pensano che ci sia terra anche se vedono solo mare”
Assistere un ammalato e frequentare le sale d’attesa degli istituti oncologici
porta, inevitabilmente, a constatare, a considerare che … Una grave malattia irrompe feroce e devastante come una granata, che fa saltare per aria ciò che distrugge. Presunte certezze, abitudini, condizioni di normalità e di tranquillità, visioni del futuro, prospettive, progettualità e aspettative si frantumano. Però, a partire dalla distruzione provocata, ci si deve riprendere e si deve avviare la ricostruzione. Bisogna disporsi e mettersi a cercare le schegge di speranza disseminate qua e là…Si cammina, a tentoni, tra prove estenuanti e desideri di tregua, sul crinale fra coraggio e debolezze. Si fruga, si scava, si aguzza qualsiasi utile risorsa, si tenta, si prova e si riprova… E si è disposti a spigolare, a elemosinare, a inseguire ciò che resta di una speranza… Si naviga a vista, ma si deve procedere anche con la vela rotta, imparando a diventare buoni esploratori, di quelli che pensano che ci sia terra anche se vedono solo mare.
Cara Liliana, si il tuo intervento è lunghetto…ma dici cose belle. Dobbiamo davvero pregare Lo Spirito di Dio che ci faccia scuola di Amore. E’ vero “Senza una crescita spirituale i nostri rapporti sono sempre terra terra, dobbiamo guardare al cielo…credo sia tempo di riguadagnare l’ampio respiro dello SPIRITO!”
Un bel impegno per questoa Quaresima.
dv
Non c’è argomento; così delicato e difficile, del parlare dell’amore. Amare sembra la cosa più congeniale e viscerale dell’uomo. Si ama l’altro, l’arte, un ideale, un’idea, la natura, gli animali, i figli, gli amici, siamo quasi posseduti dalle passioni, ci animano, rendono interessante la vita. Ci ritroviamo spesso ad affermare che, senza amore non è possibile vivere, che, è il sale della vita. Non c’è niente di più difficile e complicato del parlare dell’amore:
Amore= Eros? Amore = Agape? In un contesto esclusivamente laico, senz’altro : Eros! Tutto è sesso nella nostra cultura edonistica, tutto è un relazionarsi sessuale, i nostri bisogni sessuali ci guidano. Finito il momento enfatico dell’attrazione sessuale, il rapporto non è più interessante e valido, si deve cercare altro, altro e altro; perché è importante che questa parte del rapporto che intercorre tra due esseri umani, sia costantemente soddisfatto, costantemente alimentato dalla novità.
Questo discorso che intercorre tra Pietro e Gesù mi ha sempre stupito, Gesù sicuramente conosceva Pietro e la mentalità di Pietro. Gesù chiede : Mi ami? EROS?
No, non posso dirti che ti amo: Ti voglio bene. Ci sono i “ruoli”, gli steccati, le chiusure.
Gesù lo chiama ad un’apertura, lo chiama all’Agape. Pietro conosce Gesù, gli vuole bene, darebbe forse la vita x Gesù, ma da qui a dire Amore, ce ne passa. Nonostante tutto Gesù accetta questo affetto così umano di Pietro.
Gesù lo chiama all’Agape, ma, non è ancora sceso il Paraclito, Lui trasformerà quel sentimento umano in Agape. Perché è dello spirito il dono dell’Agape, non è uno sforzo umano: Io amo tutti, mi piacciono tutti, ho un cuore buono! Niente di più fuorviante. l’Amore= Agape è dono dello Spirito Santo; in cui non c’è né uomo, né donna, schiavo o libero, greco o romano. E’ il capovolgimento, un terremoto, è questo Amore= Agape che in tutti gli atti degli Apostoli viene proclamato: amatevi, amatevi, vi riconosceranno da come vi amerete.
E noi? A che punto siamo di questo percorso che porta all’ Agape? Perché non ci illudiamo, è questa la strada, da percorrere, da chiedere, da desiderare. L’amore è la cosa più scandalosa, perché è sempre legata al sesso, Gesù ce ne ha liberato, ci ha donato l’AGAPE!
Un cammino di presa di coscienza che si dica cristiano deve contemplare questo passo, deve interrogarsi perché sempre più spesso i matrimoni falliscono, perché sempre più spesso i sacerdoti sono in crisi, forse anche perché non abbiamo incontrato realmente chi ci dona l’Agape, e se è così è urgente che il cristiano si ri impossessi di questa peculiarità dei risorti, la chieda, la cerchi , davvero io penso che dobbiamo riscoprire i doni dello Spirito Santo. Senza una crescita spirituale i nostri rapporti sono sempre terra terra, dobbiamo guardare al cielo, Gesù ci chiede: Mi ami tu? Non perché ha bisogno del nostro limite umano, ma, perché vuol donarci l’apertura del Suo Amore=Agape, dove le relazioni non sono più stereotipate dal sesso. I sessantottini hanno equivocato l’amore libero con la libertà dell’Amore, siamo andati avanti per anni, credo sia tempo di riguadagnare l’ampio respiro dello SPIRITO!!
Mi scuso x la lungaggine..ma, è un argomento che mi stà a cuore..un caro saluto!!
Cara Isabel, grazie per le tue riflessioni personalissime e sempre acute. Bello sentirti parlare con raro equilibrio della forza coinvolgente di una passione (A volte l’esigenza di scrivere assale e appare più forte e primordiale rispetto a quella di mangiare o di bere…) ma anche della necessità che ogni passione per quanto nobile vada “anche educata, presa per mano e condotta nella ricerca”. Continua a regalarci pensieri cosi alti. dv
Quando si trattò di scegliere tra due passioni, quella per la scrittura e quella per il disegno, e di dover incanalare gli studi verso un indirizzo letterario piuttosto che artistico, privilegiai il bagaglio culturale offerto da una formazione umanistica, capace di coniugare spazi poetici con piste concettuali. Ero convinta che non avrei mai comunque abbandonato matita e pennelli, pur usandoli a mia discrezione, senza possedere una vera e propria tecnica. Forse mi rendevo già conto del fatto che le parole mi avrebbero permesso di trattenere la vita più di quanto sarei riuscita a fare con i colori, sopra una tela. La pittura, per quanto distensiva, energica e liberatoria, non mi sarebbe bastata e avrebbe limitato i miei confini espressivi, i miei bisogni e i miei modi di comunicare. Avevo l’impressione che le parole sgorgassero dalle parti più recondite della mia interiorità, persino da quelle nascoste alla mia stessa consapevolezza, che uscissero più facilmente e, soprattutto, che potessero diventare strumenti e occasioni per conoscermi, quasi fossero una sorta di continua rivelazione. Mi sono affidata ad esse, disposta ad accogliere e a riempire le pagine proposte dall’intensità di eventi, di incontri, di stupori e di emozioni… come se la vita scrivesse per me e prima di me.
A volte l’esigenza di scrivere assale e appare più forte e primordiale rispetto a quella di mangiare o di bere. Risponderle diventa naturale, oserei dire fisiologico, per quanto si tratti di un processo mentale e sentimentale. Quindi, se la passione è viscerale e connaturata nell’identità di una persona, diventa mezzo e scopo di vita. In questo senso dovrebbe tendere a qualcosa di nobile, di elevato, che supera l’individualità e il tramite di chi la usa, di chi la coltiva. Una passione andrebbe convertita e messa al servizio di ideali e di principi portatori del Bene. Una volta lessi che si può fare del bene anche con la penna e provai un dolce senso di consolazione, unito alla necessità di muovere il futuro delle mie parole in questa direzione. Non so se ci sono riuscita, né se ci riuscirò mai, ma le sfide e i progetti procedono per tappe, per tentativi.
L’amore nei confronti di una passione non dovrebbe isolarsi in essa e chiudersi nella sua dimensione perché rischierebbe di portare un beneficio egoistico, a tratti autoreferenziale, destinato a non andare lontano. Questo amore, pur essendo esclusivo, pur rivestendosi di tante connotazioni personali, pur appartenendo a chi lo prova e lo conosce, dovrebbe diventare parte integrante dell’Amore che precede e che supera. Se una passione è figlia della propria vita, se è stata trovata dentro di sé, se è stata partorita e se viene nutrita, allevata, custodita, dev’essere anche educata, presa per mano e condotta nella ricerca, nel punto di contatto tra il libero arbitrio e la volontà di Dio, cioè nell’Amore. A nostra volta, occorre lasciarci ispirare e chiamare. Ciò che ne verrà potrà risultare inquieto o riposante, disperato o gioioso, vivace o delicato, ma dipenderà sempre da una scelta e si offrirà come dono.