Cari amici, un giorno Gesù
accortosi che i discepoli erano stanchi, disse loro: “Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò”. (Mc. 6,31).
- Villa S. Biagio, particolarmente nei mesi estivi, vi accoglie con gioia per una pausa di RIPOSO FISICO E SPIRITUALE.
MEDITANDO SUL TERREMOTO
NELLA TERRA DELLA MIA INFANZIA
- Il campanile della torre civica di Amatrice che segna le 3.36, è un’immagine forte per dire che cosa è accaduto nella notte tra il 23 e il 24 agosto 2016. Quel minuto è stato l’ultimo minuto per le tante vittime, sarà un minuto ricordato per sempre perché inciso nella carne e nel cuore dei famigliari. Anch’io lo ricorderò per sempre, perché questo urlo della terra ha raggiunto anche la casa dei miei genitori di Roccafluvione, dove mi trovavo per visitarli. Una lunga notte di paura, di dolore, di pensieri per Amatrice, Arquata, Accumoli, paesi della mia infanzia. E poi ancora pensieri che non facciamo mai, perché si possono fare solo nelle notti tremende. Nel mondo c’è il nostro tempo gestito, addomesticato, costruito, usato per vivere. Ma al di sotto c’è un altro tempo: è il tempo della terra.
- E pensavo che non siamo noi i padroni di questo tempo altro, più profondo, abissale, primitivo, che non segue il nostro passo, a volte è contro i passi di chi gli cammina sopra. E quando, in queste notti tremende, avvertiamo quel tempo diverso sul quale noi camminiamo e costruiamo la nostra casa, nasce tutta nuova la certezza di essere erba del campo, bagnata dal cielo, ma anche inghiottita dalla terra. La terra, è assieme madre e matrigna. La forza della terra ha sempre affascinato gli uomini che hanno cercare di comprarla con magia e sacrifici. E così, mentre cercavo, invano, di riprendere sonno, pensavo ai libri belli e tremendi di Giobbe e di Qohelet, che forse si capiscono di più durante notti così. Quei libri ci dicono che nessun Dio, nemmeno l’unico e vero Dio di Gesù Cristo, può controllare la terra, perché anche Lui, una volta che entra nella storia umana, è ‘vittima’ della misteriosa libertà della Sua creazione.
- L’Onnipotente e Onnisciente, che oggi guarda la terra delle tre A (Arquata, Accumoli, Amatrice), si fa le stesse nostre domande e può solo può gridare, tacere, piangere insieme a noi. Ci ricorda con le parole della Bibbia che tutto è vanità delle vanità: tutto è soffio, vento, nebbia, spreco, nulla, effimero. Vanità in ebraico si scrive Habel, la stessa parola di Abele, il fratello ucciso da Caino. Tutto è vanità, tutto è un infinito Abele: il mondo è pieno di vittime. Questo lo possiamo sapere. Lo sappiamo, lo dimentichiamo troppo spesso. Queste notti e questi giorni tremendi ce lo fanno ricordare. Ci spronano sulla via di salvezza. Luigino Bruni 25 agosto 2016
LE PAROLE DEL SOCCORRITORE
«Ciao Piccola, ho solo dato una mano
a tirarti fuori da quella prigione di macerie.
Scusa se siamo arrivati tardi
purtroppo avevi già smesso di respirare
ma voglio che tu sappia da lassù
che abbiamo fatto tutto il possibile
per tirarvi fuori da lì.
Quando tornerò a casa mia a L’Aquila
saprò che c’è un angelo che mi guarda dal cielo
e di notte sarai una stella luminosa .
Ciao Giulia, anche se non mi hai conosciuto
ti voglio bene. Andrea».
O Dio, stanotte abbiamo avuto paura,
stanotte abbiamo visto la nostra estrema fragilità
stanotte sono state strappate vite ai nostri affetti
stanotte siamo rimasti impietriti dall’impotenza
stanotte la nostra casa non era più il rifugio per la nostra intimità
stanotte abbiamo gridato di paura
stanotte siamo stati risparmiati.
Ricordati di noi Signore
Non guardare la nostra superbia
Accogli tra le tue braccia i nostri fratelli rimasti sotto le macerie
I nostri giovani cui sono stati distrutti i sogni
I bambini che non siamo stati capaci di difendere
Dacci un segno che il tuo amore non ci abbandona
Facci nascere nel cuore solidarietà
Non ci abbandonare a noi stessi
Sii sempre tu la nostra forza
Avvolgici nella tua risurrezione.
(Domenico Sigalini)
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SABATO 27 AGOSTO 2016: S. MONICA
Cari amici ogni anno aspetto questo giorno per godere di una delle esperienze mistiche piu’ intense della storia cristiana… S. MONICA IN CONTEMPLAZIONE COL FIGLIO AGOSTINO DELLE REALTA’ CELESTI…VOGLIO FARVENE PARTECIPI…TROPPO BELLA QUESTA PAGINA DELLE CONFESSIONI DI AGOSTINO…
PARLAVAMO SOLI … CON GRANDE DOLCEZZA.
Dalle «Confessioni» (Lib. 9, 10-11)
- Era ormai vicino il giorno in cui ella sarebbe uscita da questa vita… Per tua disposizione misteriosa e provvidenziale, avvenne una volta che io e lei ce ne stessimo soli, appoggiati al davanzale di una finestra che dava sul giardino interno della casa che ci ospitava, là presso Ostia, dove noi, lontani dal frastuono della gente, dopo la fatica del lungo viaggio, ci stavamo preparando ad imbarcarci.
- Parlavamo soli con grande dolcezza e, dimentichi del passato, ci protendevamo verso il futuro, cercando di conoscere alla luce della Verità presente, che sei tu, la condizione eterna dei santi, quella vita cioè che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore d’uomo (cfr. 1 Cor 2, 9). Ce ne stavamo con la bocca anelante verso l’acqua che emana dalla tua sorgente, da quella sorgente di vita che si trova presso di te. Dicevo cose del genere, anche se non proprio in tal modo e con queste precise parole. Tuttavia, Signore, tu sai che in quel giorno, mentre così parlavamo e, tra una parola e l’altra, questo mondo con tutti i suoi piaceri perdeva ai nostri occhi ogni suo richiamo, mia madre mi disse:
- «Figlio, quanto a me non trovo ormai più alcuna attrattiva per questa vita. Non so che cosa io stia a fare ancora quaggiù e perché mi trovi qui. Questo mondo non è più oggetto di desideri per me. C’era un solo motivo per cui desideravo rimanere ancora un poco in questa vita: vederti cristiano cattolico, prima di morire. Dio mi ha esaudito oltre ogni mia aspettativa, mi ha concesso di vederti al suo servizio e affrancato dalle aspirazioni di felicità terrene. Che sto a fare qui?». Non ricordo bene che cosa io le abbia risposto in proposito. Intanto nel giro di cinque giorni o poco più si mise a letto con la febbre. … vedendoci sconvolti per il dolore, disse: «Seppellire qui vostra madre». Io tacevo con un nodo alla gola e cercavo di trattenere le lacrime. Mio fratello, invece, disse qualche parola per esprimere che desiderava vederla chiudere gli occhi in patria e non in terra straniera. Quindi rivolgendosi a me disse: «Senti che cosa dice?».
- E poco dopo a tutti e due: «Seppellirete questo corpo, disse, dove meglio vi piacerà; non voglio che ve ne diate pena. Soltanto di questo vi prego, che dovunque vi troverete, vi ricordiate di me all’altare del Signore».
- Quando ebbe espresso, come poté, questo desiderio, tacque. Intanto il male si aggrava ed essa continuava a soffrire. In capo a nove giorni della sua malattia, l’anno 56° della sua vita, e 33° della mia, quell’anima benedetta e santa se ne partì da questa terra.
Tardi ti ho amato
(S. Agostino, Confessioni 10.27.38)
Tardi ti ho amato, bellezza così antica e così nuova,
TARDI TI HO AMATO.
Tu eri dentro di me, e io fuori. E là ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature.
TU ERI CON ME, MA IO NON ERO CON TE.
Mi tenevano lontano da te quelle creature che non esisterebbero se non esistessero in te. MI HAI CHIAMATO, e il tuo grido ha squarciato la mia sordità.
HAI EFFUSO IL TUO PROFUMO;
l’ho aspirato e ora anelo a te. TI HO GUSTATO, e ora ho fame e sete di te.
MI HAI TOCCATO, e ora ardo dal desiderio della tua pace.
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VENERDI 21 AGOSTO
VA’ E COMPORTATI… ALLO STESSO MODO
¨IL BUON SAMARITANO (LC 10, 25ss ) Un maestro della legge voleva tendere un tranello a Gesù. Si alzò e disse: – Maestro, che cosa devo fare per avere la vita eterna? Gesù gli disse: – Che cosa c’è scritto nella legge di Mosè ? Che cosa vi leggi? Quell’uomo rispose: – C’è scritto: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze e con tutta la tua mente, e ama il prossimo tuo come te stesso. Gesù gli disse:- Hai risposto bene! Fa’ questo e vivrai! Ma quel maestro della legge per giustificare la sua domanda chiese ancora a Gesù:– MA CHI È IL MIO PROSSIMO? Gesù rispose: «Un uomo scendeva da Gerusalemme verso Gèrico, quando incontrò i briganti. Gli portarono via tutto, lo presero a bastonate e poi se ne andarono lasciandolo mezzo morto. Per caso passò di là un sacerdote; vide l’uomo ferito, passò dall’altra parte della strada e prosegui. Anche un levita del tempio passò per quella strada; anche lui lo vide, lo scansò e prosegui. Invece un uomo della Samaria, che era in viaggio, – gli passò accanto, lo vide e ne ebbe compassione – Gli andò vicino, versò olio e vino sulle sue ferite e gliele fasciò.– Poi lo caricò sul suo asino e lo portò a una locanda e fece tutto il possibile per aiutarlo.– Il giorno dopo tirò fuori due monete d’argento, le diede al padrone dell’albergo e gli disse: “Abbi cura di lui e anche se spenderai di più pagherò io quando ritorno“». A questo punto Gesù domandò: – Secondo te, chi di questi tre si è comportato come prossimo per quell’uomo che aveva incontrato i briganti? Il maestro della legge rispose:- Quello che ha avuto compassione di lui. Gesù allora gli disse: – Va’ e comportati allo stesso modo. |
- CHI E’ IL “BUON SAMARITANO” ? Gesù: “Ancora oggi come buon samaritano (Cristo) viene accanto ad ogni uomo piagato nel corpo e nello spirito e versa nelle sue ferite l’ olio della consolazione e il vino della speranza” (Pref. VIII)
- “CIÒ CHE AVETE FATTO A UNO SOLO DI QUESTI MIEI FRATELLI PIÙ PICCOLI, L’AVETE FATTO A ME”. (MT.25)
- DON ORIONE: “Nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio… La Miglior Carità…che si può fare ad un’anima è DARLE GESÙ!
- A) –« UN CUORE CHE VEDE » LA COMPETENZA PROFESSIONALE è una prima necessità, ma da sola non basta. Si tratta, infatti, di esseri umani, e gli esseri umani necessitano sempre di qualcosa in più di una cura solo tecnicamente corretta. Hanno bisogno di umanità. Hanno bisogno dell’attenzione del cuore. Perciò, oltre alla preparazione professionale, a tali operatori è necessaria soprattutto, la « formazione del cuore »:
- B) – TESTIMONI CREDIBILI DI CRISTO. Il cristiano sa quando è tempo di parlare di Dio e quando è giusto tacere di Lui e lasciar parlare solamente l’amore. …. in modo che attraverso il loro agire , come attraverso il loro parlare, il loro tacere, il loro esempio, diventino testimoni credibili di Cristo… persone mosse dall’amore di Cristo, persone il cui cuore Cristo ha conquistato col suo amore, risvegliandovi l’amore per il prossimo..
- C – STRUMENTI NELLE MANI DEL SIGNORE Quanto più uno s’adopera per gli altri, tanto più capirà la parola di Cristo: « Siamo servi inutili » (Lc 17, 10). Ma proprio allora gli sarà d’aiuto il sapere che, egli non è che uno strumento nelle mani del Signore; « L’amore del Cristo ci spinge » Figure di Santi come Francesco d’Assisi, Ignazio di Loyola, Camillo de Lellis, Vincenzo de’ Paoli, Luisa de Marillac, Giuseppe B. Cottolengo, Giovanni Bosco, Luigi Orione, Teresa di Calcutta , rimangono modelli insigni di carità sociale per tutti gli uomini di buona volontà
- DON ORIONE BUON SAMARITANO: Il 25.mo di sacerdozio… Accanto agli ammalati Tortona, il I giugno 1920. Caro don Casa, …Qui di feste non se ne sono fatte, non ho permesso che se ne facessero pel mio XXV di sacerdozio, quel giorno io dovevo passarlo a Bra, nel silenzio e in Domino, ma, la vigilia, mi accorsi che il caro ch.co Viano andava peggiorando e allora mi fermai a Tortona. La notte la passai presso il letto di Viano (…) . Venuta l’ora del pranzo, ti dirò come l’ho passata. Viano andava peggiorando ma era sempre presente a se stesso. Da più giorni quel povero figlio, malgrado gli enteroclismi non aveva più avuto beneficio di corpo, quando, verso mezzodì, ebbe come un rilassamento di corpo, e non si fece a tempo, perché anche lui non avvertì a tempo o non se ne è neanche accorto, poveretto! E allora il chierico don Camillo Sacco che fa da infermiere, e che è forte assai, alzò il caro malato diritto sul letto, e abbiamo cambiato tutto e il letto e il malato, e così, mentre gli altri pranzavano, con dell’acqua tiepida, io lo lavavo e pulivo, facendo col nostro caro Viano quegli uffici umili sì, ma santi che una madre fa con i suoi bambini. Ho guardato in quel momento il ch.co Camillo ed ho visto che piangeva. Ci eravamo chiusi in infermeria perché nessuno entrasse e fuori picchiavano e chiamavano con insistenza che andassi giù a pranzo; ma io pensavo che meglio assai era compiere con amore di Dio e umiltà quell’opera santa, e veramente di Dio e dicevo tra me: oh molto meglio questo che tutte le prediche che ho fatto, ora vedo che veramente Gesù mi ama, se mi dà modo di purificare la mia vita e di santificare così questo XXV anniversario di mio sacerdozio. E sentivo che mai avevo più sublimemente né più santamente servito a Dio nel mio prossimo come in quel momento, ben più grande che tutte le prediche, che tutte le opere fatte nei 25 anni di ministero sacerdotale. E Deo gratias! E Deo gratias! Vedi? Così noi ci amiamo! Scr.29,116ss
- TI AIUTERÒ COME SE FOSSI TUA MADRE…Senti, caro Baldassarre, per venire qui tu devi cambiare condotta. Io non voglio fare di te, né un prete né un frate, ma un bravo giovane, onesto, virtuoso. Ogni miglior avvenire ti sarà serbato, se tu, che oggi cominci a comprendere, ti metterai con generosità di animo per questa via, e lascerai che, come ti ho accolto e riparato un giorno dai geli e dalle nevi nelle prime baracche di piazza Torlonia, così ti guidi e di difenda ora da altri venti e da altre tempeste, o caro mio Baldassarre! Tu hai tanti e forti nemici, fuori di te e anche in te stesso. Guardati attorno, o caro Baldassarre: non vedi che non hai più nessuno? Ma la Divina Provvidenza e Don Orione ci sono ancora per te, e ci saranno sempre, se tu lo vuoi. Tu dovrai lottare per diventare buono, ma io ti aiuterò come se fossi tua madre, e Dio ti aiuterà! Scr. 42,138
LEGGI TUTTO: + ESTATE 2016 7. IL BUON SAMARITANO
9 AGOSTO 2016
Edith Stein, Carmelitana Martire (1891-1942)
S. Giovanni Paolo II: 1° maggio del 1987.
- ” Ci inchiniamo profondamente di fronte alla testimonianza della vita e della morte di Edith Stein, illustre figlia di Israele e allo stesso tempo figlia del Carmelo.
- Suor Teresa Benedetta della Croce, una personalità che porta nella sua intensa vita una sintesi drammatica del nostro secolo, una sintesi ricca di ferite profonde che ancora sanguinano; nello stesso tempo la sintesi di una verità piena al di sopra dell’uomo, in un cuore che rimase così a lungo inquieto e inappagato,
- “fino a quando finalmente trovò pace in Dio”
- Quando il 12 ottobre 1891 Edith Stein nacque a Breslavia, la famiglia festeggiava lo Yom Kippur, la maggior festività ebraica, il giorno dell’espiazione. ” Più di ogni altra cosa ciò ha contribuito a rendere particolarmente cara alla madre la sua figlia più giovane “. Proprio questa data della nascita fu per la carmelitana quasi un vaticinio. Il padre venne a mancare quando Edith non aveva ancora compiuto il secondo anno d’età. La madre, una donna molto religiosa, solerte e volitiva, rimasta sola dovette accudire alla famiglia e condurre la grande azienda; non riuscì però a mantenere nei figli una fede vitale.
- Edith perse la fede in Dio. ” In piena coscienza e di libera scelta smisi di pregare “. Quale ginnasiale e giovane studente fui una radicale femminista. Persi poi l’interesse a tutta la questione. Ora sono alla ricerca di soluzioni puramente obiettive “.
- A SCUOLA DI HUSSERL: Nel 1913 Edith Stein si recò a Gottinga per frequentare le lezioni universitarie di Edmund Husserl, divenne sua discepola e assistente. A quel tempo Edmund Husserl affascinava il pubblico con un nuovo concetto della verità: ” Ritorno all’oggettivismo “.La fenomenologia condusse, senza che lui ne avesse l’intenzione, non pochi dei suoi studenti e studentesse alla fede cristiana.
- A Gottinga Edith Stein incontrò ancheil filosofo Max Scheler. Quest’incontro richiamò la sua attenzione sul cattolicesimo. Allo scoppiare della prima guerra mondiale scrisse: “ Ora non ho più una mia propria vita”. Frequentò un corso d’infermiera e prestò servizio in un ospedale militare austriaco. Per lei furono tempi duri. Accudisce i degenti del reparto malati di tifo, presta servizio in sala operatoria, vede morire uomini nel fior della gioventù. Alla chiusura dell’ospedale militare, nel 1916, seguì Husserl a Friburgo ivi conseguì nel 1917 la laurea “summa cum laude” con una tesi “Sul problema dell’empatia”.
- A quel tempo accadde che osservò come una popolana, con la cesta della spesa, entrò nel Duomo di Francoforte e si soffermò per una breve preghiera. ” Ciò fu per me qualcosa di completamente nuovo. Nelle sinagoghe e nelle chiese protestanti, che ho frequentato, i credenti si recano alle funzioni. Qui però entrò una persona nella chiesa deserta, come se si recasse ad un intimo colloquio. Non ho mai potuto dimenticare l’accaduto “.
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Edith Stein desiderava ottenere l’abilitazione alla libera docenza. A quel tempo ciò era cosa irraggiungibile per una donna. Husserl si pronunciò in una perizia: ” Se la carriera universitaria venisse resa accessibile per le donne, potrei allora caldamente raccomandarla più di qualsiasi altra persona per l’ammissione all’esame di abilitazione “. Più tardi le venne negata l’abilitazione a causa della sua origine giudaica.
- LETTURE: EDith Stein ritorna a Breslavia. Legge però anche il Nuovo Testamento, Kierkegaard e il libriccino d’esercizi di Ignazio di Loyola. …Una sera Edith trovò nella libreria l’autobiografia di Teresa d’Avila. La lesse per tutta la notte. ” Quando rinchiusi il libro mi dissi: questa è la verità “.” Il mio anelito per la verità era un’unica preghiera”.
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IL 1° GENNAIO DEL 1922 EDITH STEIN SI FECE BATTEZZARE. Era il giorno della Circoncisione di Gesù, l’accoglienza di Gesù nella stirpe di Abramo. “Avevo cessato di praticare la mia religione ebraica e mi sentivo nuovamente ebrea solo dopo il mio ritorno a Dio”. Ora sarà sempre cosciente, non solo intellettualmente ma anche tangibilmente, di appartenere alla stirpe di Cristo.
- “Mamma, sono cattolica”. Dopo la conversione, per prima cosa si recò a Breslavia. “Mamma, sono cattolica”. Ambedue piansero. Subito dopo la sua conversione Edith Stein aspira al Carmelo ma i suoi interlocutori spirituali, il Vicario generale di Spira e il Padre Erich Przywara SJ, le impediscono questo passo. ” Durante il periodo immediatamente prima e anche per molto tempo dopo la mia conversione … credevo che condurre una vita religiosa significasse rinunciare a tutte le cose terrene e vivere solo nel pensiero di Dio. Gradualmente però mi sono resa conto che questo mondo richiede ben altro da noi … io credo persino: più uno si sente attirato da Dio e più deve “uscire da se stesso”, nel senso di rivolgersi al mondo per portare ivi una divina ragione di vivere “. Enorme è il suo programma di lavoro. Traduce le lettere e i diari di Newmann e l’opera ” Quaestiones disputati de veritate ” di Tommaso d’Aquino …
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Nel 1931 la notte scende sulla Germania. ” Avevo già sentito prima delle severe misure contro gli ebrei. Ma ora cominciai improvvisamente a capire che Dio aveva posto ancora una volta pesantemente la Sua mano sul Suo popolo e che il destino di questo popolo era anche il mio destino”. L’articolo di legge sulla stirpe ariana dei nazisti rese impossibile la continuazione dell’attività d’insegnante. ” Se qui non posso continuare, in Germania non ci sono più possibilità per me “. ” Ero divenuta una straniera nel mondo …
Nel 1933 si presenta alla Priora del Monastero delle Carmelitane di Colonia. “Non l’attività umana ci può aiutare ma solamente la passione di Cristo. Il mio desiderio è quello di parteciparvi “….
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MAMMA – FIGLIA: Si reca a casa sua per prendere commiato dalla Madre e dalla sua famiglia. L’ultimo giorno che trascorse a casa sua fu il 12 ottobre, il giorno del suo compleanno e la festività ebraica dei tabernacoli. Edith accompagna la madre nella sinagoga. Per le due donne non fu una giornata facile. ” Perché l’hai conosciuta (la fede cristiana)? Non voglio dire nulla contro di Lui. Sarà anche stato un uomo buono. Ma perché s’è fatto Dio?”. la madre piange. Il mattino dopo Edith prende il treno per Colonia. ” Non poteva subentrare una gioia impetuosa. Quello che lasciavo dietro di me era troppo terribile. Ma io ero calmissima – nel porto della volontà di Dio “.
- Il giorno 9 novembre 1938 l’odio portato dai nazisti verso gli ebrei viene palesato a tutto il mondo. Le sinagoghe bruciano. Il terrore viene sparso fra la gente ebrea. La Madre Priora delle Carmelitane di Colonia fa tutto il possibile per portare Suor Teresa Benedetta della Croce all’estero. Nella notte di capodanno del 1938 attraversa il confine dei Paesi Bassi e viene portata nel monastero delle Carmelitane di Echt, in Olanda. In quel luogo stila il 9 giugno 1939 il suo testamento: ” Già ora accetto con gioia, in completa sottomissione e secondo la Sua santissima volontà, la morte che Iddio mi ha destinato. Io prego il Signore che accetti la mia vita e la mia morte … in modo che il Signore venga riconosciuto dai Suoi e che il Suo regno venga in tutta la sua magnificenza per la salvezza della Germania e la pace del mondo… “
- Il 2 agosto del 1942 arriva la Gestapo. Edith Stein si trova nella cappella, assieme alla altre Sorelle. Nel giro di 5 minuti deve presentarsi, assieme a sua sorella Rosa che si era battezzata nella Chiesa cattolica e prestava servizio presso le Carmelitane di Echt. Le ultime parole di Edith Stein che ad Echt s’odono, sono rivolte a Rosa: ” Vieni, andiamo per il nostro popolo “. ” Che gli esseri umani potessero arrivare ad essere così, non l’ho mai saputo e che le mie sorelle e i miei fratelli dovessero soffrire così, anche questo non l’ho veramente saputo … in ogni ora prego per loro. Che oda Dio la mia preghiera? Con certezza però ode i loro lamenti “.
- DESTINAZIONE AUSCHWITZ. All’alba del 7 agosto parte un carico di 987 ebrei in direzione Auschwitz. Fu il giorno 9 agosto nel quale Suor Teresa Benedetta della Croce, assieme a sua sorella Rosa ed a molti altri del suo popolo, morì nelle camere a gas di Auschwitz. Con la sua beatificazione nel Duomo di Colonia, la Chiesa onorò, ” una figlia d’Israele, che durante le persecuzioni dei nazisti è rimasta unita con fede ed amore al Signore Crocifisso, Gesù Cristo, quale cattolica ed al suo popolo quale ebrea”( G.Paolo II)
EDITH STEIN PREGAVA COSÌ…
- Dove, Signore, dove saremo portati su questa terra noi non sappiamo. Ma non dobbiamo nemmeno chiedercelo prima del tempo. Sappiamo soltanto che per coloro che ti amano, Signore, tutte le cose volgono al bene e che le tue vie vanno oltre questa terra. Signore, dammi tutto ciò che mi conduce a Te, prendi tutto ciò che mi distoglie da Te, Signore, strappa me da me stessa e dammi tutta a Te.
…Noi, che siamo cresciuti nell’ebraismo,
abbiamo il dovere di rendere TESTIMONIANZA…
Desidero offrirmi come vittima di espiazione per la vera pace:
che la potenza dell’ Anticristo, se possibile,
crolli e che un nuovo ordine si possa costruire…
LEGGI TUTTO: – 6. S. BENEDETTA DELLA CROCE EDITH STEIN DEF
SERATE BIBLICHE E MUSICALI
I TESTIMONI DELLA MISERICORDIA
– PER TUTTI-
J E Z U
9 AGOSTO 2016
PIETRO, MI AMI TU?
- E NOI SIAMO “PROMOSSI” IN AMORE? Pietro, roccia o scandalo? Fedele o traditore? Dare del traditore suona grave offesa. E ognuno si difende. Non sono certo io. Chi allora? Certo Giuda, detto appunto “il traditore”. Ma anche gli altri apostoli fuggirono. Anche il loro capo, Simon Pietro, la Roccia, che sembrava il più forte e generoso. Niente da fare. Nell’ora della prova, venne meno anche lui. Traditori chi, allora? A pensarci bene forse la domanda ci riguarda tutti. Chi più, chi meno, in ambiti diversi, ma ognuno può dire: “Giuda sono anch’io. Giuda è mio fratello…”
- Gesù ti ha cambiato nome: cosa voleva dire ? Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)” e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro)”.(Gv 1,40)
- Facevi il pescatore. Lavoro duro. Un giorno… Un giorno Gesù stava presso il lago di Genèsaret… vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Lc 5,1ss
- Gesù sulla tua barca: Quale onore… Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: “Prendi il largo e calate le reti per la pesca”. “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti”. E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano.
- Stupore e senso di indegnità … Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: “Signore, allontanati da me che sono un peccatore”. Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; Gesù disse a Simone: “Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini”. Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
- Le tue paure vennero subito fuori… Mt 14,28 Pietro gli disse: “Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque”. “Vieni!”. Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s’impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: “Signore, salvami!”. E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.
- Quella sera poi ti sei sbilanciato troppo… “Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte”. “Pietro, io ti dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi”. Lc 22,31ss
- E dopo poche ore hai mostrato tutta la tua fragilità Vedutolo seduto presso la fiamma, una serva fissandolo disse: “Anche questi era con lui”. Ma egli negò dicendo: “Donna, non lo conosco!”. Passata circa un’ora, un altro insisteva: “In verità, anche questo era con lui; è anche lui un Galileo”. “O uomo, non so quello che dici”. E in quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Lc 22,54ss
- Quel Suo sguardo ti salvò dalla disperazione… Allora il Signore, voltatosi, guardò Pietro, e Pietro si ricordò delle parole del Signore “Prima che il gallo canti, oggi mi rinnegherai tre volte”. E, USCITO, PIANSE AMARAMENTE. Lc 22,61
- La scuola della fede non è una marcia trionfale, ma un cammino cosparso di sofferenze e di amore, di prove e di fedeltà da rinnovare ogni giorno. Pietro che aveva promesso fedeltà assoluta, conosce l’amarezza e l’umiliazione del rinnegamento: anche Pietro deve imparare a essere debole e bisognoso di perdono. Quando gli cade la maschera e capisce la verità del suo cuore debole di peccatore credente, scoppia in un liberatorio pianto di pentimento. Egli è ormai pronto per la sua missione. Alla terza volta Gesù dice a Simone soltanto: “Fileîs-me?”, “mi vuoi bene?”.
- Simone comprende che a Gesù basta il suo povero amore, l’unico di cui è capace. Verrebbe da dire che Gesù si è adeguato a Pietro, piuttosto che Pietro a Gesù! Sappiamo che Gesù si adegua a questa nostra debolezza. Noi lo seguiamo, con la nostra povera capacità di amore. Gesù è buono e ci accetta (Benedetto XVI)
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SANTO CURATO D’ARS TI AMO, MIO DIO, e il mio desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio, infinitamente amabile e preferisco morire amandoti piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. TI AMO, Mio Divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me e mi tieni quaggiù crocifisso con te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo S. LUIGI ORIONETi amo, Gesù, ti amo e ti amo! Oggi ero molto afflitto, o mio Dio, e mi pareva proprio di non potere più tirare avanti, – adesso invece i dolori non mi turbano più, e sono contento di patire. O Signore, amore soavissimo e vita mia, fa che da ogni ferita di spina, che mi trafigge l’anima, esca la gran voce del mio amore: Ti amo, o Gesù mio, Ti amo e Ti amo ! A Te, che vegli, apro il mio cuore: a Te espongo pensieri ed affetti; ascolto la voce Tua, studio il Tuo volere, mentre Ti guardo e Ti amo, Ti amo e Ti amo !
LEGGI TUTTO: + ESTATE 2016 6. PIETRO
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FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE
- CORRIAMO FIDUCIOSI E LIETI LÀ DOVE CI CHIAMA, ENTRIAMO NELLA NUBE, DIVENTIAMO COME MOSÈ ED ELIA COME GIACOMO E GIOVANNI.
- COME PIETRO LASCIAMOCI PRENDERE TOTALMENTE DALLA VISIONE DELLA GLORIA DIVINA. LASCIAMOCI TRASFIGURARE DA QUESTA GLORIOSA TRASFIGURAZIONE, CONDURRE VIA DALLA TERRA E TRASPORTARE FUORI DAL MONDO.
- ABBANDONIAMO LA CARNE, E RIVOLGIAMOCI AL CREATORE, AL QUALE PIETRO IN ESTASI E FUORI DI SÉ DISSE: «SIGNORE, È BELLO PER NOI RESTARE QUI» (MT 17, 4).
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VENERDI 5 AGOSTO 2016
“D A M M I D A B E R E…”
GESU’ E LA SAMARITANA…
Mi ricordo come fosse ieri. Era verso mezzogiorno. Faceva un gran caldo. Mi stavo recando come ogni giorno ad attingere acqua al pozzo di Giacobbe, appena fuori dalla mia città di Sicar .Ci andavo di proposito sempre a quel ora calda del giorno. Speravo di non incontrare nessuno. Mi infastidivano le battute pesanti della gente sulla mia vita affettiva piuttosto disordinata. Con mia grande sorpresa quel giorno mi accorsi che, seduto sul pozzo, c’era qualcuno GESÙ, STANCO DEL VIAGGIO, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno.
Mi sforzai di essere disinvolta. Tirai su l’acqua dal pozzo e in tutta fretta me ne stavo andando via quando quel uomo stanco e assetato con voce gentile mi chiese: “Dammi da bere” Quella semplice richiesta sulle prime mi meravigliò assai e glielo dissi chiaramente: “COME MAI TU, CHE SEI GIUDEO, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”. Ma poi pensai che finora, avevo vissuto elemosinando un po’ d’amore… ora qualcuno assetato mi chiedeva da bere. Anch’io potevo essere utile a qualcuno? Quella richiesta mi fece balenare la possibilità di passare dal chiedere al donare. Ero anch’io capace di amare gratuitamente? Egli interruppe i miei pensieri:
“SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere” tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Mi sembrò subito un tipo originale. Valeva la pena soffermarsi a parlare con Lui. Con un pizzico di orgoglio nazionalistico gli feci notare “Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? SEI TU FORSE PIÙ GRANDE DEL NOSTRO PADRE GIACOBBE, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?” La sua risposta fu pronta. Mi sentii spiazzata. A pensarci bene, aveva proprio ragione: “Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna”. Queste sue parole mi penetrarono nell’anima: erano semplicemente vere. Da una vita andavo elemosinando un po’ d’acqua per la mia sete d’amore, senza riuscire a dissetarmi. Davvero c’era un’acqua diversa che poteva dissetare una donna come me? Con la gioia di una bimba lo supplicai: “Signore, dammi di quest’acqua, perché non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua”. Ma ad un tratto egli si fece serio e guardandomi negli occhi, con voce calma e ferma, mi disse: “Va’ a chiamare tuo marito e poi ritorna qui”. Sentivo che non potevo nascondermi a Lui: mi leggeva dentro. In un attimo la mia vita mi apparve in tutta la sua vacuità e inconsistenza. Ebbi la forza di reagire istintivamente: “Non ho marito” E Lui senza cattiveria ma per aiutarmi a far chiarezza, mi spiegò: “Hai detto bene “non ho marito”; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero”. Era la prima persona che mi diceva le cose con verità, ma senza la voglia di ferirmi. Volli dirglielo quasi per fargli un complimento sulla sua chiaroveggenza interiore . Ma più ancora per deviare il discorso… Quel suo dito sulla piaga, mi faceva troppo male. Era più semplice parlare di questioni religiose allora dibattute. “Signore, vedo che tu sei un profeta. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”. Gesù stette al gioco. E ne approfittò per rivelarmi il cuore della vera religiosità: “Credimi, donna, è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori” Mi colpirono quelle sue parole ispirate su Dio in affannosa ricerca di adoratori veri. Col cuore e con la vita. Mi sentii tanto superficiale e frivola. Sinceramente gli manifestai la mia attesa di qualcuno, del Messia, che tutti aspettavamo per avere luce su queste grandi cose: “SO CHE DEVE VENIRE IL MESSIA (CIOÈ IL CRISTO): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa”. A queste mie parole Egli rimase per un attimo in silenzio…I suoi occhi brillarono di luce divina. Poi volgendosi verso di me, mi confidò il grande segreto: “SONO IO, CHE TI PARLO”. Avvertii nelle fibre più intime della mia anima che quella dichiarazione non era follia… Sentii un fremito percorrermi tutta la vita al pensiero che l’atteso delle genti stesse parlando, con una donna come me. In quel momento tornarono i suoi discepoli, loquaci e affamati… Ne approfittai per allontanarmi. Dimenticai perfino di prendere la brocca d’acqua… La donna intanto lasciò la brocca … Ma portai con me, quel suo sguardo e quelle sue parole “Sono io, che ti parlo”. Sentivo in me una forza e una libertà interiore mai provata prima. Mi sentivo come rinata. Non avevo più paura della gente. Corsi in città col bisogno di comunicare quanto mi era accaduto: “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. CHE SIA FORSE IL MESSIA?”. ………………………….. LEGGI TUTTO: + ESTATE 2016 5. LA SAMARITANA
SPUNTI DI RIFLESSIONE S. AGOSTINO. «Venne, dunque, ad attingere acqua». Era semplicemente venuta ad attingere acqua, come sogliono fare uomini e donne. «Gesù le disse: Dammi da bere. Colui però che domandava da bere, aveva sete della fede della samaritana. |
- E’ l’incontro dello Sposo con la sete di una donna… = l’umanità!
- E questo all’ora sesta: l’ora in cui Gesù morirà in croce…
- Ha avuto 5 mariti + 1= 6: il numero dell’imperfezione assoluta
- Quando il Signore vuole farci un grande dono inizia col chiederci qualche gesto generoso: dammi da bere…
- Se tu conoscessi il DONO DI DIO: cerchiamo a Dio le grazie e non conosciamo la grazia di Dio per eccellenza che è Gesù
- La Samaritana fa un CAMMINO DI FEDE: IN GESÙ INCONTRA un uomo stanco e assetato…un giudeo controcorrente
- uno più grande di Giacobbe? il profeta che deve venire?
- Il messia e… Il salvatore del mondo…
- E’ il 7° Sposo: simbolo della perfezione finalmente raggiunta… Gesù può darle l’acqua capace di dissetare. Anche un passato con molti limiti e debolezze… può essere la mia finestra su DIO Trascendenza e vicinanza si incontrano in Gesù. Davanti a Lui tutto diventa secondario: la Samaritana lascia la brocca. E io… Qual è la brocca che devo lasciare?
SALMO 63: Salmo 63 Il desiderio di Dio
O DIO, TU SEI IL MIO DIO, ALL’AURORA TI CERCO,
DI TE HA SETE L’ANIMA MIA,
come terra deserta, arida, senz’acqua.
POICHÉ LA TUA GRAZIA VALE PIÙ DELLA VITA,
le mie labbra diranno la tua lode.
Così ti benedirò finché io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani.
Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne,
a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A TE SI STRINGE L’ANIMA MIA
E LA FORZA DELLA TUA DESTRA MI SOSTIENE.
Musica e CANTO
donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it
SIGNORE, DACCI SEMPRE DI QUEST’ACQUA…
INDICAZIONI TERAPEUTICHE DELL’ACQUA DI GESÙ
- * Fa apprezzare i doni di Dio (Se tu conoscessi il dono di Dio!)
- * Rinforza la capacità di donare (Dammi da bere!)
- * Aiuta nel riconoscere le proprie debolezze (Non ho marito!)
- * Aiuta a pregare in spirito e verità. (Dio cerca tali adoratori!)
- * La scala dei valori viene rovesciata… (la donna lasciò la brocca!)
- * dona la forza di testimoniare il Signore con le parole e la vita “Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto“
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GESU’ IN CASA DI ZACCHEO
- Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, 3 cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura.
- Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “ZACCHEO, SCENDI SUBITO, PERCHÉ OGGI DEVO FERMARMI A CASA TUA”.
- In fretta scese e lo accolse pieno di gioia 7 Vedendo ciò, tutti mormoravano: “E` andato ad alloggiare da un peccatore!”. 8 Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”
- CRISTO OSPITE SCOMODO? mette scompiglio nella apparente armonia
- INVITA AD ALZARE asticella… MISURA ALTA VITA CRISTIANA ORDINARIA (NMI 31)
- Viene a confortare la nostra vita ma scompigliandola e chiamandoci a conversione… Cosa significa per me?
- consola le delusioni ma ci strappa dal cuore attese sbagliate…
- illumina le nostre tenebre ma ci costringe a cambiare il modo di vedere… cosa? sostiene il nostro cammino ma ci costringe a cambiare percorso… CIOE’?
- Rileggere tutto alla luce di EMMAUS: LC. 24: VERBI: si avvicino’-domando’-spiego’ -spezzo’ il pane-tornarono-riferirono…
- COSA CI INSEGNA LA FAMIGLIA DI NAZARET? Ogni famiglia può diventare una luce nel buio del mondo. “ Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazaret ci ricordi che cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro e inviolabile; ci faccia vedere come è dolce e insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale”(Paolo VI, 1964)».
- Anche Il matrimonio è una vocazione: in che senso? … in quanto è una risposta alla specifica chiamata a vivere l’amore coniugale come segno imperfetto dell’amore tra Cristo e la Chiesa. Pertanto, la decisione di sposarsi e di formare una famiglia dev’essere frutto di un discernimento vocazionale.
LA FAMIGLIA NELLA PRIMITIVA COMUNITÀ CRISTIANA
- Il luogo dove celebrano il memoriale del Signore Gesù Ogni giorno insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore .At. C. 2,46)
- Pietro trova accoglienza in una casa con gente che prega Dopo aver riflettuto, si recò a casa di Maria, madre di Giovanni Marco, dove si trovava un buon numero di persone raccolte in preghiera.. c. 12
- A Filippi, Paolo, Sila (e Luca) si ristorano in casa di Lidia Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò: “Se avete giudicato ch’io sia fedele al Signore, venite ad abitare nella mia casa”. E ci costrinse ad accettare. c. 16
- AD ESSI SONO GRATO ROM.16,3ss Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, e ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili; salutate anche la comunità che si riunisce nella loro casa.
LETTERA DI DIO AGLI SPOSI
“La creatura che hai al fianco è mia.
Per lei non ho esitato a dare la mia vita. TE L’AFFIDO !
La prenderai dalle mie mani e ne diventerai responsabile
Sono le mie mani che l’ hanno plasmata;
è il mio cuore che le ha messo dentro la tenerezza e l’amore;
Sono io che ho messo nel tuo cuore l’amore .
è stato il modo più bello perché tu ti accorgessi di lei
è stato il modo più bello per dirti “TE L’AFFIDO”.
Ti renderò capace di amarla come io l’amo!
Se voi saprete amarvi come Io amo,
sarete una speranza per tutti, perché tutti vedranno
CHE L’AMORE È UNA COSA POSSIBILE!
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VENERDI 29 LUGLIO 2016
HO TROVATO GRAZIA AI TUOI OCCHI…
Libera rielaborazione della figura di RUT.
Ero ragazza. Sentivo spesso gli anziani parlare di una grave carestia abbattutasi nei paesi circostanti. Nel territorio di Moab invece, grazie a Dio, c’era ancora pane in abbondanza. Ogni giorno incontravo famiglie di immigrati in cerca di lavoro. Tra tante, mi colpì una proveniente da Betlemme: papà, mamma e due figli poco più grandi di me. L’uomo si chiamava Elimèlech, sua moglie Noemi e i suoi due figli Maclon e Chilion;
Erano persone dignitose nella loro povertà. E anche simpatiche. Ben presto noi ragazzi diventammo amici, coinvolgendo le nostre famiglie. E così la nostra casa si aprì anche per loro. Soffrii molto quando a quei due ragazzi venne a mancare il padre. Elimèlech, morì ed essa rimase con i due figli.
Vedendoli così precocemente orfani, mi affezionai ancor di più a loro. Soprattutto a uno, devo ammetterlo. Quella mia simpatia, non sfuggì a mio padre che, un giorno, mi chiamò in disparte per dirmi che Maclon, il ragazzo del mio cuore, mi aveva chiesta in sposa. Mio padre acconsentì, con un sorriso. Ero fuori di me dalla gioia. Cominciò così la nostra vita in comune. Con tanti sogni e progetti nel cuore. Una felicità intensa. E tanto fugace…Ancora una volta la morte infierì, crudele, sulle nostre famiglie. Maclon e Chilion morirono tutti e due
Alla mia solitudine di giovane vedova e senza figli, si aggiungeva la preoccupazione per Noemi, mia suocera, rimasta, in breve tempo priva dei suoi due figli e del marito. Donna forte, non si perse d’animo. Decise di tornare al suo paese d’origine. Allora Noemi si alzò con le sue nuore per andarsene dalla campagna di Moab, perché aveva sentito dire che il Signore aveva visitato il suo popolo, dandogli pane.
Ma durante una sosta, ci prese in disparte e ci parlò con cuore di mamma. Preoccupata più del nostro futuro che dei suoi guai. Andate, tornate ciascuna a casa di vostra madre; il Signore usi bontà con voi
E ci salutò, baciandoci. Fu un momento di grande commozione. Tra le lacrime, protestammo il nostro desiderio di non lasciarla sola. No, noi verremo con te al tuo popolo.
Ella insisteva sulla convenienza per noi giovani vedove, di rifarci una vita. Tornate indietro, figlie mie, andate!
Era commovente nel suo amore disinteressato. Mia cognata si lasciò convincere . Orpa baciò la suocera e partì
Io no, non potevo. Mai avevo incontrato una persona così dimentica di sé. Fece un ultimo tentativo: Ecco, tua cognata è tornata al suo popolo e ai suoi dei; torna indietro anche tu.
Ragione e sentimento si combattevano dentro di me. Una scelta difficile. Diedi voce al cuore. Mi uscirono cose più grandi di me. Non insistere con me… perché dove andrai tu andrò anch’io; il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio
A queste mie parole, fu Lei ad arrendersi. Quando Noemi la vide così decisa ad accompagnarla, cessò di insistere.
Il viaggio da quel momento si fece più rapido. In breve giungemmo in vista di Betlemme. Tutt’intorno campi di grano, pronti per la mietitura. Festoso vociare di bimbi sulle aie. Le amiche di Noemi le correvano incontro passandosi la voce: E` proprio Noemi!
Quell’accoglienza mi confermava quanto Noemi fosse donna di grande valore. Ma non potevamo continuare a piangere sulle nostre disgrazie. Non volevo pesare su nessuno. Dovevo darmi da fare per il mio sostentamento e, perché no?, per una nuova sistemazione affettiva. Una mattina, di buon’ora, pregai Noemi: Lasciami andare per la campagna a spigolare dietro a qualcuno, agli occhi del quale avrò trovato grazia
Al suo intuito materno non sfuggirono le mie segrete intenzioni. Che erano anche le sue. Acconsentì volentieri. Rut andò e si mise a spigolare nella campagna dietro ai mietitori; per caso si trovò nella campagna appartenente a Booz.
Al suo arrivo, con immediato interesse nei miei confronti, domandò: “Di chi è questa giovane?”.
Il servo gli riferì sul mio nome, la mia casa e le mie origini. Sottolineando la mia laboriosità: È venuta ed è rimasta in piedi da stamattina fino ad ora
Apparentemente solo intenta al mio lavoro, avvertivo con piacere lo sguardo di Booz posarsi, affettuoso, sulla mia persona. Con paterne parole, mi mise in guardia da possibili pericoli : Ascolta, figlia mia, non andare a spigolare in un altro campo; non allontanarti di qui
Le sue attenzioni cominciarono a farsi più esplicite. Quando avrai sete, và a bere dagli orci ciò che i giovani avranno attinto.
Mi sentivo confusa. Una povera vedova come me e per di più straniera, quali titoli aveva mai per tanta benevolenza? Per qual motivo ho trovato grazia ai tuoi occhi, così che tu ti interessi di me che sono una straniera?.
E lui avvicinandosi a me, con voce fattasi tremante, mi rispose: Mi è stato riferito quanto hai fatto per tua suocera e come hai abbandonato la tua patria per venire presso un popolo, che prima non conoscevi.
All’ora del pranzo, seduta all’ombra di un albero, stavo tirando fuori dalla bisaccia il mio pane quando egli mi sorprese con un invito. “Vieni, mangia il pane e intingi il boccone nell’aceto”
…LEGGI TUTTO… + ESTATE 2016 3. RUT
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FUGGIRE LONTANO DAL SIGNORE? G I O N A I N L I N E A
- Il mondo è diventato un villaggio globale. Col risultato di renderci consapevoli delle nostre diversità. Che a volte ci fanno paura. E così sempre più diffidenti nei confronti dei nostri simili, ci “buttiamo” affettivamente su piante e animali, riversando su di essi cure premurose. Cosa buona, per carità. Anzi utile e distensiva. Purché rispetti la gerarchia di valori.
- Chi non ha sentito per strada gente che intrattiene amabilissime “conversazioni” con animali domestici, mentre in casa non riesce a scambiare una parola con i familiari? Chi non sa che in occidente, spendiamo fior di quattrini in prodotti per cani e gatti, mentre i bambini poveri continuano a morire di fame? Spero di non urtare la sensibilità di nessuno. Ma, credo, sia urgente ritrovare l’equilibrio e il buon senso. Il senso della dignità unica della PERSONA UMANA.
- Può aiutarci l’esperienza di GIONA: era convinto (come noi…) che certe persone sono cattive e basta. Ma un giorno Qualcuno lo fece riflettere…
- La tua vicenda ci incuriosisce. Profeta obbediente a Dio, perché quella volta sei …scappato? Il Signore parlò a Giona: «Va’ a Ninive, la grande città, e parla chiaro ai suoi abitanti. Io so che è gente perversa». Ma Giona non voleva saperne, e per fuggire lontano dal Signore decise di andare dalla parte opposta, verso Tarsis. C’era a Giaffa una nave diretta verso quella città. Egli pagò il prezzo del viaggio e s’imbarcò con i marinai. (1,1ss)
- Ti spaventavano le difficoltà della missione o… non eri d’accordo col Signore? Ma il Signore mandò sul mare un forte vento che scatenò una grande tempesta. I marinai ebbero paura e ciascuno chiese aiuto al suo dio. Giona, invece, era sceso nella stiva e dormiva profondamente.(1,4s)
- Non ci hai fatto una bella figura: i marinai pregavano e tu dormivi? Il capitano gli si avvicinò e gli disse: «Come? tu dormi? Alzati! Prega il tuo Dio! Forse avrà pietà di noi e non moriremo». I marinai si dissero l’un l’altro: «Tiriamo a sorte per sapere chi di noi è la causa di questa disgrazia». La sorte indicò Giona. (1,5s)
- La vita a volte ci obbliga a fermarci. Non si può continuare a fuggire da se stessi Allora gli chiesero: – Dunque sei tu la causa di questa disgrazia? Che cosa fai qui? Da dove vieni? Qual è il tuo paese? Qual è il tuo popolo? – Io sono Ebreo, – rispose Giona, – e credo nel Signore. Quindi raccontò che si era imbarcato per fuggire lontano dal Signore. (1,8ss)
leggi tutto: + ESTATE 2016 2. GIONA
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APPUNTI DAL PROFETA OSEA
- Sei passato alla storia come il profeta della misericordia. Ma a quale prezzo? Quando il Signore parlò per la prima volta a Osea gli disse: «Prendi per moglie una prostituta e avrai figli da una simile donna. Anche questa terra non fa che prostituirsi e si allontana da me, il Signore». Osea sposò una donna di nome Gomer. (1,2ss)
- Il profeta dunque è uno che paga con la vita, fino ad amare una…prostituta? Il Signore mi disse ancora: «Ama la tua donna, anche se ti tradisce con un amante. Amala, come il Signore ama gli Israeliti, anche se si rivolgono ad altre divinità». (3,1ss
- Si può recuperare un amore spezzato? Che fare? «Un giorno, io, il Signore, la riconquisterò. La porterò nel deserto e le dirò parole d’amore. Lì, mi risponderà come al tempo della sua giovinezza quando uscì dall’Egitto. Allora mi chiamerà “Marito mio” e non più mio padrone. Israele, ti farò mia sposa. Sarai mia per sempre.». (2,16ss)
- Il disastro ecologico attuale è sotto gli occhi di tutti. Di chi è la colpa? Io, il Signore, voglio fare un processo agli abitanti di questa regione. Dicono falsità, uccidono, rubano e commettono adulterio. Le violenze si moltiplicano. Così la terra si inaridisce, e tutto quel che c’è su di essa muore. Anche gli animali che sono sulla terra, gli uccelli e i pesci, moriranno tutti. (4,1ss)
- Come si spiega la tua severità verso i ministri del culto nel tempio? Io accuso voi sacerdoti. Il mio popolo muore perché non mi conosce e voi sacerdoti rifiutate di farmi conoscere, e avete respinto il mio insegnamento. Per questo io rifiuterò voi. Popolo e sacerdoti, avrete la stessa sorte…mangerete ma non vi sazierete (5,1ss)
- Ma Dio si diverte a farci soffrire? O forse… «Mi allontanerò dal mio popolo finché non avrà sofferto abbastanza per i suoi peccati e verrà a cercarmi. Forse nella sua sofferenza si rivolgerà a me…». (5,15)
- Il nostro amore è molto incostante… Per fortuna che Dio non è come noi! Il Signore dice: «Efraim e Giuda, che dovrò fare per voi? Il vostro amore per me scompare come una nuvola del mattino; è come la rugiada che svanisce all’alba. Il popolo dice: «Venite, torniamo al Signore. Egli ci ha feriti e ci curerà! Sforziamoci di conoscere il Signore. La sua venuta è certa come l’aurora, come la pioggia di primavera che bagna la terra». (5,17ss)
- Cosa vuole il Signore da noi? Che cosa gli è gradito? Voglio amore costante, non sacrifici. Preferisco che il mio popolo mi conosca, piuttosto che mi offra sacrifici. (6,1ss)
- Fino a quando avrà pazienza con noi, il Signore?Immersi nelle cose terrene, non riusciamo a sollevare lo sguardo Il mio popolo si ostina a restare lontano da me. È invitato a guardare in alto, ma nessuno alza lo sguardo. Come posso lasciarti, Efraim? Come posso abbandonarti, Israele? Il mio cuore non me lo permette, il mio amore è troppo forte. Nonostante la mia ira, non distruggerò del tutto Israele, perché sono Dio e non un uomo.
- Per concludere, qual è in sintesi il tuo messaggio? Torna al Signore tuo Dio, popolo d’Israele. Il tuo peccato ti ha fatto inciampare. Torna al Signore, prepara la tua preghiera e digli: «Dimentica tutti i nostri peccati, accetta il bene che possiamo fare, noi non ti offriamo buoi, ma la nostra preghiera di lode” (14,4s)
LA CREATURA CHE HAI AL FIANCO È MIA. Io l’ ho creata: Io le ho voluto bene da sempre. Per lei non ho esitato a dare la mia vita. Te l’affido! La prendi dalle mie mani e ne diventi responsabile. La ameremo insieme. Io la amo da sempre, tu hai incominciato ad amarla da qualche anno. Sono io che ho messo nel tuo cuore l’amore per lei: è stato il modo più bello perché tu ti accorgessi di lei, è stato il modo più bello per dirti “te l’affido”.
- PREGHIAMO CON IL SALMO 128 Canto delle ascensioni.
Beato l’uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie.
Vivrai del lavoro delle tue mani sarai felice e godrai d’ogni bene.
La tua sposa come vite feconda nell’intimità della tua casa;
i tuoi figli come virgulti d’ulivo intorno alla tua mensa.
Così sarà benedetto l’uomo che teme il Signore.
Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme….
possa tu vedere i figli dei tuoi figli. Pace su Israele!
- Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per aver predetto prima del tempo la tua morte, per aver trasformato in modo mirabile, durante l’ultima Cena, del pane materiale nel tuo corpo glorioso, per averlo distribuito amorevolmente agli apostoli in memoria della tua degnissima passione, per aver lavato loro i piedi con le tue mani sante e preziose, dimostrando così l’immensa grandezza della tua umiltà.
- Lode a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver permesso con tanta pazienza di essere legato alla colonna, di essere flagellato in modo disumano, di essere condotto coperto di sangue al giudizio di Pilato, di esserti mostrato come un agnello innocente condotto all’immolazione.
- Onore a te, Signor mio Gesù Cristo, per esserti lasciato condannare nel tuo santo corpo, ormai tutto inondato di sangue, alla morte di croce; per aver portato con dolore la croce sulle tue sacre spalle, e per aver voluto essere inchiodato al legno del patibolo dopo essere stato trascinato crudelmente al luogo della passione e spogliato delle tue vesti. Lode eterna a te, Signor mio Gesù Cristo, per ogni ora in cui hai sopportato per noi peccatori sulla croce le più grandi amarezze e sofferenze; infatti i dolori acutissimi delle tue ferite penetravano orribilmente nella tua anima beata e trapassavano crudelmente il tuo cuore sacratissimo, finché, venuto meno il cuore, esalasti felicemente lo spirito e, inclinato il capo, lo consegnasti in tutta umiltà nelle mani di Dio Padre, rimanendo poi, morto, tutto freddo nel corpo.
- Gloria a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver voluto che il tuo corpo benedetto fosse deposto dalla croce ad opera dei tuoi amici, fosse consegnato nelle braccia della tua addolorata Madre, e da lei avvolto in panni, e che fosse rinchiuso nel sepolcro e custodito dai soldati. Onore eterno a te, Signor mio Gesù Cristo, per essere risuscitato dai morti il terzo giorno e per esserti incontrato vivo con chi hai prescelto; per essere salito, dopo quaranta giorni, al cielo, alla vista di molti, e per aver collocato lassù, tra gli onori, i tuoi amici che avevi liberato dagli inferi.
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18 – 21 AGOSTO: Viaggio nella vita… (TOBIA)
– La vocazione del custodire: cosa comporta?
DOMENICA 3 LUGLIO 2016
- Oggi abbiamo iniziato la lettura della Esortazione apostolica di Papa Francesco sull’amore in famiglia…
ecco qualche spunto tratto dalla presentazione…
PREMESSA
- Fare famiglia: è ancora un desiderio vivo?
1. La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa. Malgrado i numerosi segni di crisi del matrimonio, «il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa». L’annuncio cristiano che riguarda la famiglia è davvero una buona notizia».
- Il cammino sinodale cosa ha messo in evidenza? 2. Ha permesso di porre sul tappeto la situazione delle famiglie nel mondo attuale e di ravvivare la consapevolezza sull’importanza del matrimonio e della famiglia. Al tempo stesso, la complessità delle tematiche proposte ci ha mostrato la necessità di continuare ad approfondire con libertà alcune questioni dottrinali, morali, spirituali e pastorali.
- Quali sono gli atteggiamenti estremi da evitare? I dibattiti vanno da un desiderio sfrenato di cambiare tutto senza sufficiente riflessione, all’atteggiamento che pretende di risolvere tutto applicando normative generali o traendo conclusioni eccessive da alcune riflessioni teologiche. La riflessione dei pastori e dei teologi, se è fedele alla Chiesa, realistica e creativa, ci aiuterà a raggiungere una maggiore chiarezza.
- 7. L’esortazione non le sembra un po’ troppo… lunga?
A causa della ricchezza dei due anni di riflessioni che ha apportato il cammino sinodale, la presente Esortazione affronta, con stili diversi, molti e svariati temi. Questo spiega la sua inevitabile estensione.
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Come utilizzarla al meglio? Potrà essere meglio valorizzata, sia dalle famiglie sia dagli operatori di pastorale familiare, se la approfondiranno pazientemente una parte dopo l’altra, o se vi cercheranno quello di cui avranno bisogno in ogni circostanza. E’ probabile che – i coniugi si riconoscano di più nei capitoli 4° e 5°, – gli operatori pastorali abbiano particolare interesse per il capitolo 6° – e che tutti si vedano molto interpellati dal capitolo 8°. Spero che ognuno, attraverso la lettura, si senta chiamato a prendersi cura con amore della vita delle famiglie, perché esse «non sono un problema, sono principalmente un’opportunità
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leggi tutto: 0 INTRODUZIONE AL
…e tu, che ne pensi?-———————————————————————————————————
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Fa’ che io veda
- Dio, bellezza infinita, tu hai sparso lo splendore della tua bellezza sui fiori, nelle stelle, nel gioco di colori della natura, sul volto e l’aspetto degli uomini.
- Tu ci hai dato gli occhi per percepire questo tuo splendore tramite la creazione e la comprensione della bellezza e dell’arte umana. Tu ci hai pure dato la facoltà per poter risalire da essi verso te. Dio, bellezza infinita,
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29 GIUGNO FESTA DEI SANTI PIETRO E PAOLO
INNO
- Il Signore Gesù, come già sapete, scelse prima della passione i suoi discepoli, che chiamò apostoli. Tra costoro solamente Pietro ricevette l’incarico di impersonare quasi in tutti i luoghi l’intera Chiesa. Ed è stato in forza di questa personificazione di tutta la Chiesa che ha meritato di sentirsi dire da Cristo: «A te darò le chiavi del regno dei cieli» (Mt 16, 19).
- Ma queste chiavi le ha ricevute non un uomo solo, ma l’intera Chiesa. Giustamente anche dopo la risurrezione il Signore affidò allo stesso Pietro l’incombenza di pascere il suo gregge. E questo non perché meritò egli solo, tra i discepoli, un tale compito, ma perché quando Cristo si rivolge ad uno vuole esprimere l’unità. Si rivolge da principio a Pietro, perché Pietro è il primo degli apostoli. Non rattristarti, o apostolo. Rispondi una prima, una seconda una terza volta. Vinca tre volte nell’amore la testimonianza, come la presunzione è stata vinta tre volte dal timore.
- Deve essere sciolto tre volte ciò che hai legato tre volte. Sciogli per mezzo dell’amore ciò che avevi legato per timore. E così il Signore una prima, una seconda, una terza volta affidò le sue pecorelle a Pietro. Un solo giorno è consacrato alla festa dei due apostoli.
- Ma anch’essi erano una cosa sola. Benché siano stati martirizzati in giorni diversi, erano una cosa sola. Pietro precedette, Paolo seguì. Celebriamo perciò questo giorno di festa, consacrato per noi dal sangue degli apostoli. Amiamone la fede, la vita, le fatiche, le sofferenze, le testimonianze e la predicazione.(S. AGOSTINO)
RIPOSARE COME DIO…
- La sosta di Dio di fronte all’opera uscita dalle sue mani Il riposo divino del settimo giorno esprimela sosta di Dio di fronte all’opera molto buona uscita dalle sue mani per volgere ad essa uno sguardo colmo di gioioso compiacimento: una sguardo contemplativo, che mira a godere la bellezza di quanto è stato compiuto.
- Tutto è di Dio! “Il rapporto dell’uomo con Dio ha bisogno di momenti di esplicita preghiera, in cui il rapporto si fa dialogo intenso…Il giorno del Signore è per eccellenza il giorno di questo rapporto in cui l’uomo eleva a Dio il suo canto, facendosi voce dell’intera creazione Proprio per questo è anche il giorno del riposo…Tutto è di Dio!
- Riposare nel Signore“…il fedele è invitato a riposare non solo come Dio ha riposato ma a riposare nel Signore, riportando a lui tutta la creazione, nella lode , nel rendimento di grazie nell’intimità filiale e nell’amicizia sponsale
- Dal Sabato alla Domenica Alla luce di questo mistero, il senso del precetto sul giorno del Signore viene recuperato, integrato e pienamente svelato nella gloria che rifulge sul volto di Cristo. Dal sabato si passa al primo giorno dopo il Sabato, dal settimo giorno al primo giorno: il dies Domini diventa il dies Christi! (n. 18)
- Dio si riposa con… l’uomo?! “Dice Ambrogio: Grazie al Signore Dio nostro che fece un’opera ove egli potesse trovare riposo. Fece il cielo, ma non leggo che ivi abbia riposato; fece le stelle, la luna, il sole e neppure qui leggo che abbia in essi riposato. “Leggo invece che fece l’uomo e che allora si riposò, avendo in lui uno al quale poteva perdonare i peccati”
- Il giorno del riposo, del dialogo, della contemplazione “Attraverso il riposo domenicale, le preoccupazioni e i compiti quotidiani possono ritrovare la loro giusta dimensione: le cose materiali per le quali ci agitiamo lasciano posto ai valori dello spirito; le persone con le quali viviamo riprendono, nell’incontro e nel dialogo più pacato, il loro vero volto. Le stesse bellezze della natura possono essere riscoperte e profondamente gustate”(67)
STARE CON GESU’ NELL’EUCARISTIA…
- Gesù si è allontanato dagli uomini? “… Ascendendo al Padre, Cristo non si è allontanato dagli uomini. Egli resta sempre in mezzo ai suoi fratelli e, come ha promesso, li accompagna e li guida mediante il suo Spirito.”
- Ma com’è presente in mezzo a noi? Nell’ultima cena, con i suoi discepoli, mentre passava da questo mondo al Padre, Cristo istituì questo sacramento come memoria perpetua della sua passione, il più grande dei miracoli: “a coloro che la sua assenza avrebbe riempito di tristezza, lasciò questo sacramento come incomparabile conforto” (S. Tommaso)
- PERCHÉ INTRATTENERSI CON CRISTO? – E’ bello intrattenersi con Cristo …chinati sul petto di Gesù come il discepolo prediletto, possiamo essere toccati dal suo amore – impariamo a conoscere più a fondo Colui che si è donato a noi e per imparare a donarci a nostra volta ai fratelli – L’amore di Cristo ci spinge a operare per l’unità della sua Chiesa, per l’annuncio del Vangelo e per il servizio degli uomini
- – Allarga il cuore alle dimensioni del mondo … L’intimità con Cristo ci rende attenti alle gioie e agli affanni degli uomini e allarga il cuore alle dimensioni del mondo. Essa ci rende solidali verso i fratelli in particolare verso i più piccoli, i prediletti del Signore
- –Incoraggio i sacerdoti …a ravvivare il ricordo della loro ordinazione sacerdotale…:”Prendete coscienza di ciò che fate, vivete ciò che compite” Mediante tempi di contemplazione fedeli e regolari, essi riceveranno frutti spirituali per la loro vita personale e per il ministero.
- Esorto i cristiani … a fare regolarmente visita a Cristo presente nel Santissimo Sacramento dell’altare, poiché noi siamo tutti chiamati a rimanere in modo permanente in presenza di Dio, grazie a Colui che resterà con noi fino alla fine dei tempi
- I Giovani crescono davanti all’Eucarestia Come potranno i giovani conoscere il Signore se non vengono introdotti al mistero della sua presenza? Tutta la vita interiore ha bisogno di silenzio e di intimità con Cristo per crescere. Questa intimità con il Signore permetterà ad alcuni giovani d’impegnarsi nel servizio …Stare presso l’altare è per i giovani anche una occasione privilegiata per ascoltare la chiamata di Cristo e seguirlo più radicalmente nel ministero sacerdotale.
- Le giornate vengono illuminate… I fedeli rafforzano la loro speranza scoprendo che, con Cristo, la sofferenza e la disperazione possono essere trasfigurate, poiché, con Lui, noi siamo già passati dalla morte alla vita. Pertanto quando essi offrono al Signore la loro vita, il loro lavoro e tutta la creazione, allora le loro giornate vengono illuminate.
CHE GRAN COSA È MAI LA SANTA MESSA!
Tante soluzioni vengono dall’altare, tante decisioni dall’altare.
Quante e quante volte non sapevo come fare, come uscire da certi imbarazzi,
e,durante la santa Messa, ecco che, in un momento,
quando si è lì a tu a tu con ns. Signore, tutto si chiarisce, noi siamo tenebra,
ma Gesù è la luce e la soluzione di tutto.
Che gran cosa è mai la santa Messa!
(D. Orione – Scr. 44,245)
IN VACANZA A …VILLA S. BIAGIO
PER UN RIPOSO INTEGRALE…
VILLA S. BIAGIO È… L’ IDEALE!
Per le sue 4 B.B.B.B: Bed & Breakfast –Beach & Bible
E LE SERATE BIBLICO MUSICALI
***
- OGNI DOMENICA: 10.30: S. Messa – 11.30: Catechesi sull’ Esortazione di Papa Francesco: “LA GIOIA DELL’AMORE”
- MARTEDÌ E VENERDI – (Ore 21) SERATE BIBLICHE MUSICALI – TESTIMONI DI MISERICORDIA
LUGLIO
- Ven. 22: Osea
- Mar. 26: Giona
- Ven. 29: Rut
AGOSTO
- Mar. 2: Zaccheo
- Ven.5: Samaritana
- Mar. 9: Pietro
- Ven. 12: Il buon samaritano
14 AGOSTO: VEGLIA DELL’ASSUNTA
scarica allegato: 11. PANINO S. BIAGIO ESTATE 2016def
V I L L A S. B I A G I O
totalmente “rinnovata” per l’Anno Santo,
vi accoglie con gioia per una pausa di riposo fisico e spirituale.
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***
….Sarà vero che il sito “SANBIAGIOFANO” sia tornato per, “GRAZIA RICEVUTA” alla normalità?
Se così fosse, dico un bel ” GRAZIE ” ALL’AUTORE DI QUESTO MIRACOLO. Buon cammino a tutti.
CARI AMICI MEDITIAMO SU UNA PAGINA DI S. GIOV. CRISOSTOMO SU
LA DEBOLEZZA DI DIO E’ PIU’ FORTE DELLA FORTEZZA DEGLI UOMINI
La croce ha esercitato la sua forza di attrazione su tutta la terra e lo ha fatto servendosi non di mezzi umanamente imponenti, ma dell’apporto di uomini poco dotati. Il discorso della croce non è fatto di parole vuote, ma di Dio, della vera religione, dell’ideale evangelico nella sua genuinità, del giudizio futuro. Fu questa dottrina che cambiò gli illetterati in dotti.Dai mezzi usati da Dio si vede come la stoltezza di Dio sia più saggia della sapienza degli uomini, e come la sua debolezza sia più forte della fortezza umana. In che senso più forte? Nel senso che la croce, nonostante gli uomini, si è affermata su tutto l’universo e ha attirato a sé tutti gli uomini. Molti hanno tentato di sopprimere il nome del Crocifisso, ma hanno ottenuto l’effetto contrario. Questo nome rifiorì sempre di più e si sviluppò con progresso crescente. I nemici invece sono periti e caduti in rovina. Erano vivi che facevano guerra a un morto, e ciononostante non l’hanno potuto vincere. Perciò quando un pagano dice a un cristiano che è fuori della vita, dice una stoltezza. Quando mi dice che sono stolto per la mia fede, mi rende persuaso che sono mille volte più saggio di lui che si ritiene sapiente. E quando mi pensa debole non si accorge che il debole è lui. I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo, che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio. Pensando a questo fatto, Paolo esclamava: «Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1 Cor 1, 25). Questa frase è chiaramente divina. Infatti come poteva venire in mente a dodici poveri uomini, per di più ignoranti, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera? Essi forse mai erano entrati in una città o in una piazza. E allora come potevano pensare di affrontare tutta la terra? Che fossero paurosi e pusillanimi l’afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza dissimulare nulla e senza nascondere i loro difetti, ciò che costituisce la miglior garanzia di veridicità di quanto asserisce.
Costui, dunque, racconta che quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli compiuti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò. Come si spiega allora che tutti costoro, quando il Cristo era ancora in vita, non avevano saputo resistere a pochi Giudei, mentre poi, giacendo lui morto e sepolto e, secondo gli increduli, non risorto, e quindi non in grado di parlare, avrebbero ricevuto da lui tanto coraggio da schierarsi vittoriosamente contro il mondo intero? Non avrebbero piuttosto dovuto dire: E adesso? Non ha potuto salvare se stesso, come potrà difendere noi? Non è stato capace di proteggere se stesso, come potrà tenderci la mano da morto? In vita non è riuscito a conquistare una sola nazione, e noi, col solo suo nome, dovremmo conquistare il mondo? Non sarebbe da folli non solo mettersi in simile impresa, ma perfino solo pensarla?
È evidente perciò che, se non lo avessero visto risuscitato e non avessero avuto una prova inconfutabile della sua potenza, non si sarebbero esposti a tanto rischio.
Al
8 AGOSTO FESTA DI S. DOMENICO:
ECCO UNA PAGINA CHE HA TANTO DA INSEGNARCI
O PARLAVA DI DIO O PARLAVA CON DIO
DOMENICO ERA DOTATO DI GRANDE SANTITÀ ed era sostenuto sempre da un intenso impeto di fervore divino. Bastava vederlo per rendersi conto di essere di fronte a un privilegiato dalla grazia. V’era in lui un’ammirabile inalterabilità di carattere, che si turbava solo per solidarietà col dolore altrui. E POICHÈ IL CUORE GIOIOSO RENDE SERENO IL VOLTO, TRADIVA LA PLACIDA COMPOSTEZZA DELL’UOMO INTERIORE CON LA BONTÀ ESTERNA E LA GIOVIALITÀ DELL’ASPETTO. Si dimostrava dappertutto uomo secondo il Vangelo, nelle parole e nelle opere. Durante il giorno nessuno era più socievole, nessuno più affabile con i fratelli e con gli altri. DI NOTTE NESSUNO ERA PIÙ ASSIDUO E PIÙ IMPEGNATO NEL VEGLIARE E NEL PREGARE.
ERA ASSAI PARCO DI PAROLE E, SE APRIVA LA BOCCA, ERA O PER PARLARE CON DIO NELLA PREGHIERA O PER PARLARE DI DIO. QUESTA ERA LA NORMA CHE SEGUIVA E QUESTA PURE RACCOMANDAVA AI FRATELLI. La grazia che più insistentemente chiedeva a Dio era quella di una carità ardente, che lo spingesse a operare efficacemente alla salvezza degli uomini.
Esortava spesso i fratelli, a voce e per lettera, a studiare sempre l’Antico e il Nuovo Testamento. Portava sempre con sé il vangelo di Matteo e LE LETTERE DI SAN PAOLO, E MEDITAVA COSÌ LUNGAMENTE QUESTE ULTIME DA ARRIVARE A SAPERLE QUASI A MEMORIA.
Due o tre volte fu eletto vescovo; ma egli sempre rifiutò, volendo piuttosto vivere con i suoi fratelli in povertà. Conservò illibato sino alla fine lo splendore della sua verginità.
Desiderava di essere flagellato, fatto a pezzi e morire per la fede di Cristo. Gregorio IX ebbe a dire di lui: «Conosco un uomo, che seguì in tutto e per tutto il modo di vivere degli apostoli; non v’è dubbio, che egli in cielo sia associato alla loro gloria».
Signore aiutaci a SPERARE DI ESSERE SEME
Aiutaci a vivere la ” BUONA VOLONTA ” DEL SEMINATORE che getta..
che spera..
che prega .
..che aspetta sole e pioggia …che crede nella forza della terra …
Aiutaci..
FESTA DELLA TRASFIGURAZIONE
SIGNORE, È BELLO PER NOI RESTARE QUI
…..Per penetrare il contenuto intimo di questi ineffabili e sacri misteri insieme con i discepoli scelti e illuminati da Cristo, ascoltiamo Dio che con la sua misteriosa voce ci chiama e sé insistentemente dall’alto. Portiamoci là sollecitamente. Anzi, oserei dire, andiamoci come Gesù, che ora dal cielo si fa nostra guida e battistrada. Con lui saremo circondati di quella luce che solo l’occhio della fede può vedere. La nostra fisionomia spirituale si trasformerà e si modellerà sulla sua. Come lui entreremo in una condizione stabile di trasfigurazione, perchè saremo partecipi della divina natura e verremo preparati alla vita beata.
CORRIAMO FIDUCIOSI E LIETI LÀ DOVE CI CHIAMA, ENTRIAMO NELLA NUBE, DIVENTIAMO COME MOSÈ ED ELIA COME GIACOMO E GIOVANNI.
COME PIETRO LASCIAMOCI PRENDERE TOTALMENTE DALLA VISIONE DELLA GLORIA DIVINA. LASCIAMOCI TRASFIGURARE DA QUESTA GLORIOSA TRASFIGURAZIONE, CONDURRE VIA DALLA TERRA E TRASPORTARE FUORI DAL MONDO. ABBANDONIAMO LA CARNE, ABBANDONIAMO IL MONDO CREATO E RIVOLGIAMOCI AL CREATORE, AL QUALE PIETRO IN ESTASI E FUORI DI SÉ DISSE: «SIGNORE, È BELLO PER NOI RESTARE QUI» (MT 17, 4).
Realmente, o Pietro, è davvero «bello stare qui» con Gesù e qui rimanervi per tutti i secoli. Che cosa vi è di più felice, di più prezioso, di più santo che stare con Dio, conformarsi a lui, trovarsi nella sua luce?
Certo ciascuno di noi sente di avere con sé Dio e di essere trasfigurato nella sua immagine. Allora esclami pure con gioia: «È BELLO PER NOI RESTARE QUI», dove tutte le cose sono splendore, gioia, beatitudine e giubilo. RESTARE QUI DOVE L’ANIMA RIMANE IMMERSA NELLA PACE, NELLA SERENITÀ E NELLE DELIZIE; QUI DOVE CRISTO MOSTRA IL SUO VOLTO, QUI DOVE EGLI ABITA COL PADRE. ECCO CHE EGLI ENTRA NEL LUOGO DOVE CI TROVIAMO E DICE: «OGGI LA SALVEZZA È ENTRATA IN QUESTA CASA» (LC 19, 9). QUI SI TROVANO AMMASSATI TUTTI I TESORI ETERNI. QUI SI VEDONO RAFFIGURATE COME IN UNO SPECCHIO LE IMMAGINI DELLE PRIMIZIE E DELLA REALTÀ DEI SECOLI FUTURI.
Se solo fossimo capaci di entrare – davvero e fino in fondo – dentro a tutto il valore di parole e gesti…a partire dal pensare al tanto che , nel mio quotidiano, è PAROLA DI DIO PER me , per noi , … adesso .
La samaritana ( e la sua brocca ) parlano molto anche a me : in questi giorni mi sono ritrovata ad ascoltare più volte un canto , ve lo passo :
La samaritana
SONO QUI , CONOSCO IL TUO CUORE ,
con acqua viva TI DISSETERO’ .
sono io , OGGI CERCO TE ,
CUORE A CUORE TI PARLERO’ .
Nessun male più ti colpirà
il tuo Dio non dovrai temere ,
se la mia legge in te scriverò
AL MIO CUORE TI FIDANZERO’
e mi adorerai in Spirito e Verità ..
E questo ” cuore a cuore ” , e questo ” al mio cuore ti fidanzerò ” mi parlano di quella Tanto Grande Profondità di rapporto che LUI vuole da noi .
Un rapporto che va ” OLTRE ” questa nostra stessa vita , perché ” l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per LA VITA ETERNA ” …per l ‘ ETERNITA’…
….Il racconto della SAMARITANA più si legge e ancor di più ti lascia nell’anima un forte desiderio di richiesta: ” SIGNORE DACCI SEMPRE L’ACQUA CHE HAI OFFERTO ALLA SAMARITANA, NE ABBIAMO UN ENORME BISOGNO”. Tante volte abbiamo cercato e attinto in pozzi sbagliati, PER POTER DISSETARE LA NOSTRA SETE. Nessuno di questi è riuscito a dissetare la sete della nostra anima.QUANDO, FINALMENTE, CI SIAMO FERMATI AL TUO POZZO ABBIAMO SPERIMENTATO CHE SOLO QUEST’ACQUA E’ QUELLA VERA. La gioia più grande è stata quella di averla finalmente scoperta. Il Sl 62
ci viene in aiuto ricordandoci che: SOLO DIO PUO’ DISSETARE LA SETE DI AMORE NEL DESERTO DELLA NOSTRA ANIMA.
GRAZIE DI CUORE A DV PER QUESTE BELLE RIFLESSIONI CHE CI SOLLECITA A FARE, DIO LO BENEDICA
QUELLO SGUARDO tra Zaccheo e Gesù deve essere stato così profondo , penetrante , amorevole …così UNICO da sconvolgere la vita di un uomo che solo ” cercava di vedere ” .
QUELLO SGUARDO DI Gesù così pieno del Suo essere PASTORE che chiama per NOME , e che , comunque , ci indica la via della croce e non impedisce alla vita di sottoporci certi ” conti salati “…..
…ma quello SGUARDO porta con sé anche Colori di Paradiso.
Sì , è vero , ” ci strappa dal cuore certe attese ” , ci sembra ci privi della ” nostra aria ” , MA poi ” ci ” consola ” ..asciugherà le nostre lacrime e scriverà sulle nostre righe storte ,
“ci costringe a cambiare il modo di vedere” e ci strappa dalle mani quella lampadina che per noi è sicurezza MA poi ci ” illumina ” con il SUO Sole..
Ci butta in ” salti da fare ” , ci mette sul piatto momenti di panico da affrontare e la grande paura di non farcela , MA poi è LUI che ci accompagna passo dopo passo , con la SUA Fedeltà .
” Senor me has mirado a los Ojos sonriendo has dicho mi nombre ” …e NON so il PERCHE’ un certo giorno LUI ha ” alzato lo sguardo” e ha chiamato per nome anche me ..” PERCHE’ ??”.. e mi stupisco e prego .
Un giorno incontreremo senza veli il Suo SGUARDO di Sposo , Pastore , Tenerezza .
Oggi Ti ringrazio per i momenti in cui mi ” lascio guardare ” da Te , e cerco il Tuo sguardo , lo penso , ci credo .
ex alcolista
” IL DOLORE”
Un giorno,il dolore busso alla porta del mio cuore;
con insistenza mi chiese di VO entrare,
mi rifiutai di aprire, ma dovetti cedere e farlo accomodare.
Si adagiò accanto a me, in silenzio, tanto mi aiutò
e dai miei occhi infinite lacrime asciugò.
In grande solitudine, immersa nei ricordi , cercai di immaginare la persona “CARA” avvolta da una “GRANDE LUCE” La LUCE di DIO promessa e riservata a coloro che lo amano.
Questo è il pensiero che accompagna il mio dolore;
sta diventando per me corazza a cui cerco di aggrappare il cuore.
Non è semplice accettare la perdita delle persone CARE , LE VORRESTI SEMPRE ACCANTO E MAI DOVERLE LASCIARE.
SOLO LA FEDE IN DIO TI AIUTA A SUPERARE IL TUO DOLORE. E pronunciare il tuo “fiat” per amore.
“Ciò che non si può dire e ciò che non si può tacere,
LA MUSICA LO ESPRIME”.
(V. Hugo)
“La musica è basata sull’armonia tra Cielo e Terra,
è la coincidenza tra il disordine e la chiarezza”
(H. Hesse)
La musica VERA, è la traduzione invisibile degli eventi CONCRETI e profondi,
sono note impercettibili agli orecchi,
udibili “NEL PASSAGGIO tra un respiro e l’altro dell’anima”.
(LF)
NELLA FESTA DI S. GIOACHINO ED ANNA ECCO UNA BELLA PAGINA Dai «Discorsi» di san Giovanni Damasceno, vescovo
LI RICONOSCERETE DAI LORO FRUTTI
O felice coppia, Gioacchino ed Anna! A voi è debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del creatore.
RALLÉGRATI ANNA, «STERILE CHE NON HAI PARTORITO, PROROMPI IN GRIDA DI GIUBILO E DI GIOIA, TU CHE NON HAI PROVATO I DOLORI» (IS 54, 1). ESULTA, O GIOACCHINO, POICHÉ DALLA TUA FIGLIA È NATO PER NOI UN BIMBO, CI È STATO DATO UN FIGLIO, E IL SUO NOME SARÀ ANGELO DI GRANDE CONSIGLIO, DI SALVEZZA PER TUTTO IL MONDO, DIO FORTE (CFR. IS 9, 6). QUESTO BAMBINO È DIO.
O Gioacchino ed Anna, coppia beata, veramente senza macchia! Dal frutto del vostro seno voi siete conosciuti, come una volta disse il Signore: «Li conoscerete dai loro frutti» (Mt 7, 16). Voi informaste la condotta della vostra vita in modo gradito a Dio e degno di colei che da voi nacque. Infatti nella vostra casta e santa convivenza avete dato la vita a quella perla di verginità che fu vergine prima del parto, nel parto e dopo il parto. Quella, dico, che sola doveva conservare sempre la verginità e della mente e dell’anima e del corpo.
O GIOACCHINO ED ANNA, COPPIA CASTISSIMA! VOI, CONSERVANDO LA CASTITÀ PRESCRITTA DALLA LEGGE NATURALE, AVETE CONSEGUITO, PER DIVINA VIRTÙ, CIÒ CHE SUPERA LA NATURA: AVETE DONATO AL MONDO LA MADRE DI DIO CHE NON CONOBBE UOMO. Voi, conducendo una vita pia e santa nella condizione umana, avete dato alla luce una figlia più grande degli angeli ed ora regina degli angeli stessi.
O vergine bellissima e dolcissima! O figlia di Adamo e Madre di Dio. Beato il seno, che ti ha dato la vita! Beate le braccia che ti strinsero e le labbra che ti impressero casti baci, quelle dei tuoi soli genitori, cosicché tu conservassi in tutto la verginità! «ACCLAMI AL SIGNORE TUTTA LA TERRA, GRIDATE, ESULTATE CON CANTI DI GIOIA» (SAL 97, 4). ALZATE LA VOSTRA VOCE, GRIDATE, NON TEMETE.
Dalle «Omelie sulla seconda lettera ai Corinzi» di san Giovanni Crisostomo
SOVRABBONDO DI GIOIA IN OGNI TRIBOLAZIONE
Paolo riprende il discorso sulla carità, moderando l’asprezza del rimprovero. Dopo aver infatti rimproverato e biasimato i Corinzi per il fatto che, pur amati, non avevano corrisposto all’amore, anzi erano stati ingrati e avevano dato ascolto a gente malvagia, mitiga il rimprovero dicendo: «Fateci posto nei vostri cuori» (2 Cor 7, 2), cioè amateci. Chiede un favore assai poco gravoso, anzi più utile a loro che a lui. Non dice «amate», ma con squisita delicatezza: «Fateci posto nei vostri cuori». Chi ci ha scacciati, sembra chiedere, dai vostri cuori? Chi ci ha espulsi? Per quale motivo siamo stati banditi dal vostro spirito? Dato che prima aveva affermato: «È nei vostri cuori invece che siete allo stretto» (2 Cor 6, 12), qui esprime lo stesso sentimento dicendo: «Fateci posto nei vostri cuori». Così li attira di nuovo a sè. Niente spinge tanto all’amore chi è amato quanto il sapere che l’amante desidera ardentemente di essere corrisposto.
«Vi ho già detto poco fa, continua, che siete nel nostro cuore per morire insieme e insieme vivere» (2 Cor 7, 3). Espressione massima dell’amore di Paolo: benchè disprezzato, desidera vivere e morire con loro. Siete nel nostro cuore non superficialmente, in modo qualsiasi, ma come vi ho detto. Può capitare che uno ami, ma fugga al momento del pericolo: non è così per me.
«Sono pieno di consolazione» (2 Cor 7,4). Di quale consolazione? Di quella che mi viene da voi: ritornati sulla buona strada mi avete consolato con le vostre opere. E’ proprio di chi ama prima lamentarsi del fatto che non è amato, poi temere di recare afflizione con eccessiva insistenza nella lamentela. Per questo motivo aggiuge: «Sono pieno di consolazione, pervaso di gioia».
In altre parole: sono stato colpito da grande dispiacere a causa vostra, ma mi avete abbondantemente compensato e recato gran sollievo; non avete solo rimosso la causa del dispiacere, ma mi avete colmato di più abbondante gioia.
Paolo manifesta la sua grandezza d’animo non fermandosi a dire semplicemente «sovrabbondo di gioia», ma aggiungendo anche «in ogni mia tribolazione». È così grande il piacere che mi avete arrecato che neppure la più grande tribolazione può oscurarlo, anzi è tale da farmi dimenticare con l’esuberanza della sua ricchezza, tutti gli affanni che mi erano piombati addosso e ha impedito che io rimanessi schiacciato.
…condivido con ” Lu ” , oltre che la profondità della così FORTE PREGHIERA da lei inviata , la gratitudine per un sito ritrovato e per la nostra perseveranza nel cercarlo…
Grazie dv
A QUALE PREZZO DIO AMA chi , come noi , ” insegue i suoi amanti e , sviato da uno spirito di prostituzione , consulta il suo pezzo di legno e si pasce di vento ” ??
A QUALE PREZZO DIO AMA chi ” non è capace di sollevare alto il suo sguardo e non comprende QUANTO LUI si curva su noi per darci da mangiare ” ??
Leggere il libro di Osea e le sue immagini così radicali e forti mi ha lasciato un profondo senso della mia INFINITA PICCOLEZZA…dell’infinita piccolezza dell’uomo e della sua risposta a Dio ,
ma da Osea ” porto via ” anche il pensiero di quanto INFINITO ED ETERNO SIA LO SGUARDO DI TENEREZZA DI DIO PADRE E SPOSO verso di me , verso di noi…prostituti ma FIGLI ..infinitamente piccoli ma ” SUOI ” .
E questo libro mi lascia un grande senso di gratitudine verso un Dio che ” parla ANCORA al nostro cuore , ANCORA CI ATTIRA A SE’ e ci fa RIPOSARE seduti alla Sua Ombra “…una gratitudine che DEVE ORA trasformarsi in risposta.
“PREGHIERA”
Signore Gesù, noi invochiamo da te la forza di seppellire il passato senza rimuoverlo.
Il coraggio di potare i sentimenti più belli e i legami più necessari senza temere di perderli.
La docilità di accogliere il dolore della realtà senza intristire.
La grazia di accettare la nostra radicale fragilità
senza rimanere senza di “TE”.
AMEN
VORREI PROVARE A INVIARE UN RINGRAZIAMENTO PER LA SORPRESA DELLA RICOMPARSA DEL SITO. NON SO SE PERO’ ANDRA’ IN PORTO. CI PROVO… CI E’ MANCATO MOLTO!!!
PENSIERI DI S. GIOVANNI CRISOSTOMO
Chi è amato, infatti, si muove a suo piacimento nell’intimo del cuore che lo ama.
Come si spiega allora che tutti costoro [gli apostoli], quando il Cristo era ancora in vita, non avevano saputo resistere a pochi giudici, mentre poi, giacendo lui morto e sepolto e, secondo gli increduli, non risorto, e quindi non in grado di parlare, avrebbero ricevuto da lui tanto coraggio da schierarsi vittoriosamente contro il mondo intero?
Dai mezzi usati da Dio si vede come la stoltezza di Dio sia più saggia della sapienza degli uomini, e come la sua debolezza sia più forte della fortezza umana.
Fin dalla più tenera età premunite i bambini con armi spirituali, e insegnate loro a segnare la fronte con la mano.
I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo, che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio.
Il nostro cuore si è tutto aperto per voi (2Cor 6,11). Come il calore, così l’amore ha la prerogativa di dilatare, è, infatti, una virtù ardente e impetuosa.
La croce ha esercitato la sua forza di attrazione su tutta la terra e lo ha fatto servendosi non di mezzi umanamente imponenti, ma dell’apporto di uomini poco dotati.
Molti hanno tentato di sopprimere il nome del Crocifisso, ma hanno ottenuto l’effetto contrario. Questo nome rifiorì sempre di più e si sviluppò con progresso crescente. I nemici invece sono periti e caduti in rovina. Erano vivi che facevano guerra a un morto, e ciononostante non l’hanno potuto vincere.
BUONA DOMENICA CON UNA BELLA RIFLESSIONE DI S. AGOSTINO
UNO SPIRITO CONTRITO E’ GRADITO A DIO
Davide ha confessato: «Riconosco la mia colpa» (Sal 50, 5). Se io riconosco, tu dunque perdona. Non presumiamo affatto di essere perfetti e che la nostra vita sia senza peccato. GLI UOMINI PRIVI DI SPERANZA, QUANTO MENO BADANO AI PROPRI PECCATI, TANTO PIÙ SI OCCUPANO DI QUELLI ALTRUI. Infatti cercano non che cosa correggere, ma che cosa biasimare. E SICCOME NON POSSONO SCUSARE SE STESSI, SONO PRONTI AD ACCUSARE GLI ALTRI. Non è questa la maniera di pregare e di implorare perdono da Dio, insegnataci dal salmista, quando ha esclamato: «Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi» (Sal 50, 5). Egli non stava a badare ai peccati altrui. Citava se stesso, non dimostrava tenerezza con se stesso, ma scavava e penetrava sempre più profondamente in se stesso. Vuoi riconciliarti con Dio? Comprendi ciò che fai con te stesso, perché Dio si riconcili con te. Poni attenzione a quello che si legge nello stesso salmo: «Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti» (Sal 50, 18). Dunque resterai senza sacrificio? Non avrai nulla da offrire? Con nessuna offerta potrai placare Dio? Che cosa hai detto? «Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti» (Sal 50, 18). Prosegui, ascolta e prega: «UNO SPIRITO CONTRITO È SACRIFICIO A DIO, UN CUORE AFFRANTO E UMILIATO, DIO, TU NON DISPREZZI» (Sal 50, 19). Dopo aver rigettato ciò che offrivi, hai trovato che cosa offrire. Infatti presso gli antichi offrivi vittime del gregge e venivano denominate sacrifici. «Non gradisci il sacrificio»: non accetti più quei sacrifici passati, però cerchi un sacrificio.
Hai la materia per sacrificare. NON ANDARE IN CERCA DEL GREGGE, NON PREPARARE IMBARCAZIONI PER RECARTI NELLE PIÙ LONTANE REGIONI DA DOVE PORTARE PROFUMI. CERCA NEL TUO CUORE CIÒ CHE È GRADITO A DIO. BISOGNA SPEZZARE MINUTAMENTE IL CUORE. Temi che perisca perché frantumato? Sulla bocca del salmista tu trovi questa espressione: «Crea in me, o Dio, un cuore puro» (Sal 50, 12). QUINDI DEVE ESSERE DISTRUTTO IL CUORE IMPURO, PERCHÉ SIA CREATO QUELLO PURO.
Quando pecchiamo dobbiamo provare dispiacere di noi stessi, perché i peccati dispiacciono a Dio. E poiché constatiamo che non siamo senza peccato, almeno in questo cerchiamo di essere simili a Dio: nel dispiacerci di ciò che dispiace a Dio.
…Quanto è difficile SIGNORE, riconoscere le bellezze del creato in alcuni momenti dolorosi della vita!!! Il cuore si sforza ad ammirare le TUE meraviglie ; mentre dentro di sè prova solo dolore!!!
Aiutaci a saper guardare oltre l’apparenza. Sappiamo, che proprio lì, ci sei TU, AD ASPETTARCI, e tenderci la”MANO”. Accresci la nostra fede, lo vedi quanto vacilla!?
OMAGGIO A TUTTI I SACERDOTI CHE SONO STATI ORDINATI IL 29 DI GIUGNO…
Vieni e seguimi
Gen Rosso
Lascia che il mondo vada per la sua strada.
Lascia che l’uomo ritorni alla sua casa.
Lascia che la gente accumuli la sua fortuna.
Ma tu, tu vieni e seguimi, tu vieni e seguimi.
Lascia che la barca in mare spieghi la vela.
Lascia che trovi affetto chi segue il cuore.
Lascia che dall’albero cadano i frutti maturi.
Ma tu, tu vieni e seguimi, tu vieni e seguimi.
E sarai luce per gli uomini
e sarai sale della terra
e nel mondo deserto aprirai
una strada nuova. (2v)
E per questa strada va’, va’
e non voltarti indietro, va’. (da capo)
…e non voltarti indietro.
” Ss PIETRO e PAOLO, Apostoli ”
…POTENTE è la TUA Misericordia,
o GESU’, figlio di DIO:
a colui che ti aveva rinnegato
affidi le ” CHIAVI ” DEI CIELI,
e il nemico della TUA CHIESA,
ecco ora la diffonde
ovunque.
Vittoria che è frutto
della grazia, conquistata
sulla CROCE: da SIMONE
VACILLANTE SULLE ACQUE
HAI TRATTO LA ROCCIA FEDELE,
il capo e il pastore
del tuo gregge
il custode delle TUE VIE.
Hai reso l’ardente Fariseo
il tuo vaso di elezione:
un apostolo segnato
dal TUO soffio
che libero e forte nel cuore,
si è reso messaggero
del TUO REGNO per i suoi
e i popoli lontani.
Beato il giorno in cui,
fratelli, ti han seguito
nella morte,li hai uniti
nell’offerta della PASQUA,
DI QUEL SANGUE
SPARSO PER TUTTI.
La loro luce
splende nella tua,
ORA VIVONO NELLA TUA VITA.
(CFC)
Sei qui
Socchiudo gli occhi e tu
sei qui!
La fragranza delle tue vesti m’avvolge
Nell’anima una distesa verde
Ondeggia al soffio del tuo vento
Mio amato
desiderio eterno
Anelito costante
Speranza ardente d’incontro
Sei qui!
presenza viva
avvinghiami a te
come edera al ramo
come vischio sul tronco
come spuma sull’onda.
Il tuo profumo m’inebria di dolcezza
apro gli occhi e tu,
sei qui!
in ogni dove, in ogni cosa
ancora mi avvolgi con amore.
buone vacanze nel Signore
“Voi occidentali avete l’ora, ma non avete mai il tempo”
(m. Gandhi)
“Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro né passato esistono. E’ inesatto dire che i tempi sono tre: passato presente e futuro.
Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre: ‘PRESENTE DEL PASSATO’, ‘PRESENTE DEL PRESENTE’, ‘PRESENTE DEL FUTURO’.
Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell’animo e non le vedo altrove:
il ‘presente del passato’ è la MEMORIA,
il ‘presente del presente’ è la VISIONE,
il ‘presente del futuro’ è l’ATTESA”
(s. Agostino)
L’ETERNO PRESENTE, unica attesa CERTA.
CARI AMICI, GODIAMOCI QUESTA BELLA PAGINA SU GESU’ DEL GRANDE PAPA PAOLO VI(Manila, 29 novembre 1970)
Noi predichiamo Cristo a tutta la terra
«Guai a me se non predicassi il Vangelo!» (1 Cor 9, 16). Io sono mandato da lui, da Cristo stesso per questo. Io sono apostolo, io sono testimone. Quanto più è lontana la meta, quanto più difficile è la mia missione, tanto più urgente è l’amore che a ciò mi spinge. Io devo confessare il suo nome: Gesù è il Cristo, Figlio di Dio vivo (cfr. Mt 16, 16). Egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito d’ogni creatura (cfr. Col 1, 15). È il fondamento d’ogni cosa (cfr. Col 1, 12). Egli è il Maestro dell’umanità, e il Redentore. Egli è nato, è morto, è risorto per noi. Egli è il centro della storia e del mondo. Egli è colui che ci conosce e che ci ama. Egli è il compagno e l’amico della nostra vita. Egli è l’uomo del dolore e della speranza. È colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e, come noi speriamo, la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicità. Io non finirei più di parlare di lui. Egli è la luce, è la verità, anzi egli è «la via, la verità, la vita» (Gv 14, 6). Egli è il pane, la fonte d’acqua viva per la nostra fame e per la nostra sete, egli è il pastore, la nostra guida, il nostro esempio, il nostro conforto, il nostro fratello. Come noi, e più di noi, egli è stato piccolo, povero, umiliato, lavoratore e paziente nella sofferenza. Per noi egli ha parlato, ha compiuto miracoli, ha fondato un regno nuovo, dove i poveri sono beati, dove la pace è principio di convivenza, dove i puri di cuore e i piangenti sono esaltati e consolati, dove quelli che aspirano alla giustizia sono rivendicati, dove i peccatori possono essere perdonati, dove tutti sono fratelli.
Gesù Cristo: voi ne avete sentito parlare, anzi voi, la maggior parte certamente, siete già suoi, siete cristiani. Ebbene, a voi cristiani io ripeto il suo nome, a tutti io lo annunzio: Gesù Cristo è il principio e la fine; l’alfa e l’omega. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia. Egli è la chiave dei nostri destini. Egli è il mediatore, il ponte fra la terra e il cielo; egli è per antonomasia il Figlio dell’uomo, perché egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito; è il Figlio di Maria, la benedetta fra tutte le donne, sua madre nella carne, madre nostra nella partecipazione allo Spirito del Corpo mistico.
Gesù Cristo! Ricordate: questo è il nostro perenne annunzio, è la voce che noi facciamo risuonare per tutta la terra, e per tutti i secoli dei secoli.
HO INIZIATO A FREQUENTARE ” VILLA S. BIAGIO ” MOLTI ANNI FA E NE SONO MOLTO AFFEZIONATA. ORA CHE E’ STATA
RINNOVATA E DA QUALSIASI PARTE LA OSSERVI, E’ MOLTO BELLA. “VILLA S. BIAGIO “MI HA REGALATO MOMENTI IMPORTANTI PER LA MIA CRESCITA SPIRITUALE, PER CUI SONO MAGGIORMENTE ENTUSIASTA PER QUESTO TOCCO DI
RINNOVAMENTO, CI VOLEVA PROPRIO! L’AUGURIO PIU’
GRANDE E’ QUELLO DI SAPERLA SEMPRE OCCUPATA DA ANIME CHE VOGLIONO TRASCORRERE MOMENTI DI SILENZIO, DI PREGHIERA,
E PERCHE’ NO? DI ASSOLUTO RIPOSO. UN GRAZIE A COLORO CHE HANNO IDEATO E CONTRIBUITO ALLA REALIZZAZIONE DI QUESTO BEL PROGETTO .