PROPOSTE DI “VILLA S. BIAGIO” PER QUARESIMA E PASQUA 2016
– ABBÀ PADRE, ABBÀ PADRE…
– Guardami Signor, leggi nel mio cuor.
SONO TUO FIGLIO: ASCOLTAMI!
Più solo non sarò, a te mi appoggerò.
SONO TUO FIGLIO: ABBRACCIAMI!
SABATO SANTO 2016
OMELIA SUL SABATO SANTO
- Risorgi, usciamo di qui! Che cosa è avvenuto?Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme:la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano.
- Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.Certo egli va a cercare il primo padre come la pecorella smarrita…Appena Adamo il progenitore lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse:«Sia con tutti il mio Signore»E Cristo rispondendo disse ad Adamo:»E con il tuo spirito».
- E, presolo per la mano, lo scosse dicendo: «Svegliati, tu che dormi e risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà…Risorgi dai morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effigie fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui!…Per te, io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio…
- Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te,per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi sopportatiper rifare a mia immagine la tua bellezza perduta.
- Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati .Guarda le mie mani inchiodate al legno per te che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero….
- Sorgi allontaniamoci di qui…Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io che sono la Vita, ti comunico quello che sono.Il trono celeste è pronto, la sala allestita, la mensa apparecchiata…è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli»
VENERDI SANTO 2016
“PADRE, PERDONA LORO PERCHÈ
NON SANNO QUELLO CHE FANNO”.
- “L’odio e la ferocia degli attentati terroristici di questa settimana ci aiutano a capire la forza divina racchiusa in quelle ultime parole di Cristo: PADRE, PERDONA LORO PERCHÈ NON SANNO QUELLO CHE FANNO”. “Per quanto lontano possa spingersi l’odio degli uomini, l’amore di Dio è stato, e sarà, sempre più forte”.
- “Anche nel matrimonio dopo anni, o mesi, di vita insieme, emergono i limiti reciproci, i problemi di salute, di finanze, dei figli; interviene la routine che spegne ogni gioia. E quello che può salvare un matrimonio dallo scivolare in una china senza risalita è LA MISERICORDIA, INTESA NEL SENSO PREGNANTE DELLA BIBBIA, E CIOÈ NON SOLO COME PERDONO RECIPROCO, MA COME UN RIVESTIRSI DI SENTIMENTI DI TENEREZZA, DI BONTÀ, DI UMILTÀ, DI MANSUETUDINE E DI MAGNANIMITÀ”.
LA FORZA DEL SANGUE DI CRISTO
S. Giovanni Crisostomo, vescovo
- Vuoi conoscere la forza del sangue di Cristo? Se vuoi comprendere ancor più profondamente la forza di questo sangue, considera da dove cominciò a scorrere e da quale sorgente scaturì. Fu versato sulla croce e sgorgò dal costato del Signore. A Gesù morto e ancora appeso alla croce, racconta il vangelo, s’avvicinò un soldato che gli aprì con un colpo di lancia il costato: NE USCÌ ACQUA E SANGUE. L’UNA SIMBOLO DEL BATTESIMO, L’ALTRO DELL’EUCARISTIA.
- Il soldato aprì il costato: dischiuse il tempio sacro, dove ho scoperto un tesoro e dove ho la gioia di trovare splendide ricchezze. Carissimo, non passare troppo facilmente sopra a questo mistero. Ora la Chiesa è nata da questi due sacramenti, da questo bagno di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo per mezzo del Battesimo e dell’Eucaristia. E i simboli del Battesimo e dell’Eucaristia sono usciti dal costato.
- Quindi è dal suo costato che Cristo ha formato la Chiesa, come dal costato di Adamo fu formata Eva. Similmente come Dio formò la donna dal fianco di Adamo, COSÌ CRISTO CI HA DONATO L’ACQUA E IL SANGUE DAL SUO COSTATO PER FORMARE LA CHIESA. E come il fianco di Adamo fu toccato da Dio durante il sonno, così Cristo ci ha dato il sangue e l’acqua durante il sonno della sua morte. Vedete in che modo Cristo unì a sé la sua Sposa, vedete con quale cibo ci nutre. PER IL SUO SANGUE NASCIAMO, CON IL SUO SANGUE ALIMENTIAMO LA NOSTRA VITA. COME LA DONNA NUTRE IL FIGLIO COL PROPRIO LATTE, COSÌ IL CRISTO NUTRE COSTANTEMENTE COL SUO SANGUE COLORO CHE HA RIGENERATO.
SETTIMANA SANTA 2016
proviamo a viverla così…
- LUNEDÌ SANTO: orto degli ulivi. Gesù non sei solo nell’orto degli ulivi della storia; quanti calici ricolmi, stanno sudando sangue con te i martiri moderni, i senza voce, i migranti, i poveri, i bimbi affamati e le donne umiliate.
- MARTEDÌ SANTO: il processo dei processi. Il mondo è un grande scenario dove si consumano i processi più assurdi. Molti puntano il dito per condannare. Cristo non ha mai condannato, ha sempre recuperato chi era perduto.
- MERCOLEDÌ SANTO: lavarsi le mani Troppi si lavano le mani per paura, per non sporcarsi, per non compromettersi, perché è comodo. Le mani sembrano pulite, ma ti rimane il rimpianto di non aver messo il tuo granello, il tuo mattone, e ti rode il rimorso dentro.
- GIOVEDÌ SANTO: lavare i piedi. Il tuo sacrificio, la tua Messa, la tua offerta al Padre hai voluto arricchirla con un gesto inedito di servizio al fratello e di carità profonda. Nessuno l’aveva fatto prima. È il tuo testamento: solo lavando i piedi ai fratelli saremo testimoni del tuo amore.
L’AGNELLO IMMOLATO
CI STRAPPÒ DALLA MORTE
Melitone di Sardi, vescovo
- Molte cose sono state predette dai profeti riguardanti il mistero della Pasqua, che è Cristo, «al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen» (Gal 1, 5, ecc.). Egli scese dai cieli sulla terra per l’umanità sofferente; si rivestì della nostra umanità nel grembo della Vergine e nacque come uomo.
- PRESE SU DI SÉ LE SOFFERENZE DELL’UOMO SOFFERENTE ATTRAVERSO IL CORPO SOGGETTO ALLA SOFFERENZA, E DISTRUSSE LE PASSIONI DELLA CARNE. CON LO SPIRITO IMMORTALE DISTRUSSE LA MORTE OMICIDA.
- Egli è colui che ci trasse dalla schiavitù alla libertà, dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita, Egli è la Pasqua della nostra salvezza. EGLI È COLUI CHE PRESE SU DI SÉ LE SOFFERENZE DI TUTTI. EGLI È COLUI CHE FU UCCISO IN ABELE, E IN ISACCO FU LEGATO AI PIEDI.
- ANDÒ PELLEGRINANDO IN GIACOBBE, E IN GIUSEPPE FU VENDUTO. FU ESPOSTO SULLE ACQUE IN MOSÈ, E NELL’AGNELLO FU SGOZZATO.
- Egli è colui che si incarnò nel seno della Vergine, fu appeso alla croce, fu sepolto nella terra e, risorgendo dai morti, salì alle altezze dei cieli.
- EGLI È L’AGNELLO CHE NON APRE BOCCA, EGLI È L’AGNELLO UCCISO, EGLI È NATO DA MARIA, AGNELLA SENZA MACCHIA. Egli fu preso dal gregge, condotto all’uccisione, immolato verso sera, sepolto nella notte.
- Sulla croce non gli fu spezzato osso e sotto terra non fu soggetto alla decomposizione. Egli risuscitò dai morti e fece risorgere l’umanità dal profondo del sepolcro.
LAVANDA DEI PIEDI
- Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto.
- Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!».
- Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi».
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- VENERDÌ SANTO: Dio muore nasce l’uomo. Dalla tua morte, è rinato l’uomo nuovo della speranza e dello spirito, l’uomo della resurrezione.
- SABATO SANTO: il grande silenzio. Abbiamo bisogno di fare silenzio, trovare un po’ di deserto nel nostro giorno, silenzio degli occhi, silenzio di parole, sottrarsi dal frastuono per contemplare il mistero. Scopriremo il miracolo di un Dio che fa risorgere dalle macerie.
- DOMENICA DI PASQUA: il trionfo della vita. Tutto tende a te, tutti guardano a te con speranza, giorno senza tramonto, giorno della vita. Dalla prima pasqua parte un’onda positiva che travolge e contagia di eternità l’esistenza. Sei il perno della storia, dell’avventura di un Dio che si è giocato tutto credendo nell’uomo.(P. Gianni Fanzolato)
San Massimo di Torino – Vescovo
- Il Signore voltatosi, guarda Pietro. E Pietro accorgendosi di ciò che ha appena detto, si pente e piange…; si scioglie in lacrime e rimane muto.(Lc 22,61-62). Infatti le lacrime sono propriamente delle preghiere mute; meritano il perdono pur senza invocarlo; senza perorare la loro causa, ottengono misericordia…
- Le parole possono non riuscire ad esprimere una preghiera, le lacrime sempre; le lacrime esprimono sempre ciò che proviamo, mentre la parole possono essere impotenti. Per questo Pietro non ricorre più a parole: le parole lo avevano spinto a tradire, a peccare, a rinnegare la sua fede. Preferisce confessare il suo peccato con le lacrime, avendo prima rinnegato con le parole…
- Imitiamolo invece in quello che dice, quando il Signore gli domanda tre volte: “Simone, mi vuoi bene?” (Gv 21,17). Tre volte risponde: “Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Il Signore gli dice allora: “Pasci le mie pecorelle”, e ciò per tre volte. Questa parola compensa il suo smarrimento precedente; colui che aveva rinnegato il Signore tre volte lo confessa tre volte; tre volte si è reso colpevole, tre volte ottiene la grazia con il suo amore. Vedete dunque quanto beneficio Pietro ha tratto dalle sue lacrime!… Prima di versare lacrime era un traditore; versate le lacrime, venne scelto come pastore, e colui che si era comportato male ricevette l’incarico di condurre gli altri.
CROCIFISSIONE BIANCA
- Marc Chagall lo ha dipinto nel 1938 intitolato ” Crocifissione bianca “. Tutto il quadro è in movimento. Il crocifisso è posto nel centro del quadro, Tutto intorno vi sono scene di disordine. Orde rivoluzionarie … Profughi chiedono aiuto gesticolando da un battello; un uomo in uniforme nazista che profana la sinagoga … In alto, piangenti, troviamo alcuni rabbini.
- Ed ecco che un chiaro raggio di luce penetra dall’alto e illumina la figura del crocifisso che composto, sembra quasi reclini la testa per non guardare. Stranamente questo crocifisso non presenta tracce di sofferenza, mentre è sofferente l’ambiente circostante che rappresenta la disperazione del popolo ebraico durante le persecuzioni antisemite naziste e bolsceviche.
- Ciò che colpisce è il fatto che l’autore di quest’opera è ebreo e unisce in un unico grande quadro elementi particolari della sua tradizione religiosa e il centro della religione cristiana. Chagall vede nella figura del crocifisso, nella passione del profeta degli ebrei, del Dio della cristianità morto come uomo, un simbolo valido universalmente per esprimere la miseria del suo tempo.
- Tra queste traumatiche esperienze il crocifisso è l’unica speranza che resta all’uomo: per questo viene raffigurato senza i tipici segni di una morte sofferente, e una scala fa da ponte tra l’umano e la luce del divino.
- Cristo quindi è colui che avvicina le sofferenze degli uomini al Trascendente…. Cristo diviene così, per Chagall, non solo l’uomo-Dio del cristianesimo, ma soprattutto il simbolo stesso del popolo ebraico.
«Per sapere chi sia Dio, devo solo
inginocchiarmi ai piedi della Croce»
(Karl Rahner).
- PAPA FRANCESCO: Può sembrarci tanto distante il modo di agire di Dio, che si è annientato per noi, mentre a noi pare difficile persino dimenticarci un poco di noi. Egli viene a salvarci; siamo chiamati a scegliere la sua via: la via del servizio, del dono, della dimenticanza di sé.
- Possiamo incamminarci su questa via soffermandoci in questi giorni a guardare il Crocifisso, E’ la “cattedra di Dio”. Vi invito in questa settimana a guardare spesso questa “cattedra di Dio”, per imparare l’amore umile, che salva e dà la vita, per rinunciare all’egoismo, alla ricerca del potere e della fama.
- Con la sua umiliazione, Gesù ci invita a camminare sulla sua strada. Rivolgiamo lo sguardo a Lui, chiediamo la grazia di capire almeno qualcosa di questo mistero del suo annientamento per noi; e così, in silenzio, contempliamo il mistero di questa Settimana
Dio è così:
- è bacio a chi lo tradisce. Non spezza nessuno, spezza se stesso. Non versa il sangue di nessuno, versa il proprio sangue. Non chiede più sacrifici a me, sacrifica se stesso per me.
- E noi qui disorientati, che non capiamo. Ma poi lo stupore, e anche l’innamoramento. Dopo duemila anni sentiamo, come le donne, il centurione, il ladro, che nella Croce c’è attrazione e seduzione, c’è bellezza. La suprema bellezza della storia è quella accaduta fuori Gerusalemme, sulla collina dove il Figlio di Dio si lascia inchiodare, povero e nudo, per morir d’amore.
- Dove un amore eterno penetra nel tempo come una goccia di fuoco, e divampa. Fondamento della fede cristiana è la cosa più bella del mondo: un atto d’amore totale. La croce è domanda sempre aperta, so di non capire. Alla fine però ciò che convince è di una semplicità assoluta: Perché la croce / il sorriso / la pena inumana?/ Credimi / è così semplice / quando si ama. Jan Twardowski
- Si fece buio su tutta la terra da mezzogiorno fino alle tre. Una notazione temporale che ha il potere di riempirmi di speranza: perché dice che è fissato un limite alla tenebra, un argine al dolore: tre ore può infierire, ma non andrà oltre, poi il sole ritorna.
- Così fu in quel giorno, così sarà anche nei giorni della nostra angoscia. «Ciò che ci fa credere è la croce, ma ciò in cui crediamo è la vittoria della croce, la vittoria della vita» (Pascal).
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19 MARZO 2016
FESTA DI S. GIUSEPPE
«Giuseppe, figlio di Davide,
non temere di prendere con te Maria, tua sposa.
Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo;
ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù
- Dal Vangelo secondo Matteo 1,1ss Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse:
- «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
- Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
GIUSEPPE IN LINEA…
(Libera rielaborazione di Luca cc. 1-2 e Matteo cc. 1-2)
- … Vincendo la mia naturale ritrosia a parlare, voglio raccontarvi come andarono veramente le cose. Del resto raccontare di me, significa parlare di Maria e di Gesù. La mia vita è stata legata alla loro. Fin dal principio. Ero un giovane poco più che ventenne, ma già avevo un lavoro. Mio padre mi aveva insegnato l’arte del falegname. Mi piaceva. E, devo ammetterlo, alcuni lavoretti mi riuscivano anche bene. Erano apprezzati e ben retribuiti. Potevo ormai pensare a formarmi una famiglia.
- Da tempo avevo messo gli occhi su Maria, una ragazza di qualche anno più giovane di me. Era bella, Maria. Soprattutto era molto buona. Mi era bastato vederla una volta per sentire che la mia vita sarebbe stata legata alla sua. Per sempre. Per questo un giorno mi feci coraggio e mi recai in casa di suo padre Gioachino, a manifestargli le mie serie intenzioni. Egli acconsentì a darmela in sposa. Maria, in un angolo della piccola stanza, abbozzò un sorriso. Felice. Ci incontravamo di rado. Poche parole e tanti piccoli progetti per poter presto andare a vivere insieme.
- Ma una mattina Maria venne di corsa a trovarmi sul lavoro. Mi prese le mani tra le sue e con voce tremante mi raccontò di una visione angelica: L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. Mi disse del suo turbamento per uno strano saluto : “Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te” Ma l’Angelo l’aveva rassicurata: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.” “Credimi, Giuseppe, aggiunse, mi sono sentita come invasa dalla potenza dell’Altissimo. Non potevo resistere…Ho dato la mia piena disponibilità” “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
- Mi confidò che dopo quel colloquio aveva avvertito una grande pace nel cuore. E un fremito di Vita nuova nella sua carne verginale. Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. “Giuseppe, mi supplicò, cerca di capire. Se puoi. Non voglio toglierti nulla, ma sento che Dio ha bisogno di me. E anche di te, sai. Ha bisogno di noi due, insieme.”
- Se ne andò, lasciandomi solo. Stordito da una confidenza che mi ribaltava la vita. Che fare? Neanche mi passava per la mente il pensiero che Maria avesse potuto raccontarmi una storia per nascondere un tradimento. La conoscevo troppo bene. Cominciavo invece a capire che quella ragazza così cara a me, era ancor più cara agli occhi di Dio che l’aveva scelta per qualcosa di misterioso e di grande. La mia dolcissima Maria cominciò a farmi “paura”. Per la sua grandezza. Io, povero falegname di Nazareth, in una “cosa” così non volevo entrarci. Non ne ero degno. Mi prese un sacro timore. Conoscevo bene dalle Scritture che con Dio non si scherza.
- Mi venne un’idea: Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Credevo di aver risolto abbastanza elegantemente il problema. Quella sera mi coricai sereno. Ma nella notte fui destato da uno strano chiarore. Una voce risuonò nella stanzetta: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati”.
- Ma allora aveva ragione Maria nel pensare che il Signore aveva bisogno di noi due, insieme….
LEGGI TUTTO: 00 S. GIUSEPPE
PULIZIE DI PASQUA
***
- Passato l’inverno, si spalancano le finestre. Le nostre case hanno bisogno di aria nuova. Ma basterà una pulizia radicale di stanze e suppellettili? Non bisognerà pensare anche alle persone che vi abitano? Dove si annida lo “sporco” più resistente? Negli angoli delle stanze o nei nostri cuori? Cominciando le pulizie di Pasqua, forse ci esce spontaneo: “Qui c’è da mettersi le mani nei capelli”… E allora come possiamo affermare con serafica innocenza: ma io che peccati ho? Basterebbe aprire le finestre dell’anima al sole della Parola:
Se diciamo: «Non abbiamo mai commesso peccato»,
facciamo di Dio un bugiardo, e la sua parola non è in noi. (1Gv 1,8ss)
- Se invece fosse il timore del giudizio di Dio a tarparci le ali, possiamo contare su un noto avvocato difensore.
Se uno cade in peccato, possiamo contare su Gesù Cristo, il Giusto.
Egli è il nostro difensore accanto al Padre.
Sarà bene dunque, per Pasqua, fare un pò di pulizie… integrali. Delle stanze e… del cuore. Da dove cominciare?
- Dalla nostra camera, ovviamente. Luogo di intimità e riposo. Ci verrà spontaneo pensare alla nostra interiorità da proteggere. Al nostro cuore da tenere pulito. Perché possa essere degna abitazione di Dio. E luogo privilegiato del nostro incontro con Lui nella preghiera:
«Tu invece, quando vuoi pregare, entra in camera tua e chiudi la porta.
Poi, prega Dio, presente anche in quel luogo nascosto. E Dio tuo Padre, che vede anche ciò che è nascosto, ti darà la ricompensa.” (Mt 6, 6)
- E poi passiamo al salotto. Abbiamo fatto tanti sacrifici per arredarlo con gusto. Non succeda che, mentre vi riceviamo amici e parenti, lo “sporchiamo” con parole e giudizi taglienti. S. Paolo ci previene:
Nessuna parola cattiva deve mai uscire dalla vostra bocca;
Fate sparire dalla vostra vita l’amarezza, lo sdegno, la collera.
Evitate le urla, la maldicenza e le cattiverie di ogni genere. (Ef. 4-5)
Si direbbe che conosca bene certe nostre abitudini… Sarà necessario il perdono reciproco:
Perdonatevi a vicenda, come Dio ha perdonato a voi,
per mezzo di Cristo.
Senza rimandare troppo. Meglio sarebbe farlo, ogni giorno. E prima di sera. Altrimenti…
La vostra ira sia spenta prima del tramonto del sole,
altrimenti darete una buona occasione al diavolo. (Ef. 4,26)
La carità è virtù esigente. Che richiede di condividere gioie e dolori:
Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange.
Non rendete a nessuno male per male. (Rm 12)
- Entriamo ora nella camera dei ragazzi.
donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it
– 17 MARZO 2016 –
RITIRO LAICI ORIONINI
(S. Francesco di Sales)
- ” La sapienza eterna di Dio ha previsto fin dal principio la croce che egli ti invia dal profondo del suo cuore come un dono prezioso. Prima di inviartela egli l’ha contemplata con i suoi occhi onniscienti, l’ha meditata col suo divino intelletto, l’ha esaminata al lume della sua sapiente giustizia.
- E le ha dato calore stringendola tra le sue braccia amorose, l’ha soppesata con ambo le mani se mai non fosse di un millimetro troppo grande o di un milligrammo troppo greve.
- Poi l’ha benedetta nel suo nome santissimo, l’ha cosparsa col balsamo della sua grazia e col profumo del suo conforto. Poi ha guardato ancora a te, al tuo coraggio…
- Perciò la croce viene a te dal cielo, come un saluto del Signore, come un’elemosina del suo misericordioso amore”
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15 – 16 MARZO 2016
PREPARIAMOCI ALLA PASQUA…
ESERCIZI SPIRITUALI SERALI (Ore 21)
ETERNA E’ LA SUA MISERICORDIA…
in ascolto dei Salmi, del Vangelo e di Papa Francesco
SALMO 103,1ss
- BENEDICI IL SIGNORE ANIMA MIA quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici.Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità…
- MISERICORDIOSO E PIETOSO è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono.
- COME E’ TENERO UN PADRE verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono, perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere
- …Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: “E chi è il mio prossimo?”. Gesù riprese: “Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall’altra parte. Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.
- INVECE UN SAMARITANO, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n’ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all’albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno.
- Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?”. Quegli rispose: “Chi ha avuto compassione di lui”. Gesù gli disse: “VÀ E ANCHE TU FÀ LO STESSO”.
IL CATINO DI ACQUA SPORCA Se dovessi scegliere una reliquia della tua Passione, prenderei proprio quel catino colmo di acqua sporca. Girare il mondo con quel recipiente e a ogni piede cingermi dell’asciugatoio e curvarmi giù in basso, non alzando mai la testa oltre il polpaccio per non distinguere i nemici dagli amici e lavare i piedi del vagabondo, dell’ateo, del drogato, del carcerato, dell’omicida, di chi non mi saluta più, di quel compagno per cui non prego mai, in silenzio, finché tutti abbiano capito nel mio, IL TUO AMORE. (Madeleine Delbrel )
- MV. 24. LA MADRE DELLA MISERICORDIA. La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in questo Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della tenerezza di Dio. Il suo canto di lode, fu dedicato alla misericordia che si estende «di generazione in generazione» (Lc 1,50).
- Presso la croce, Maria è testimone delle parole di perdono che escono dalle labbra di Gesù. Il perdono supremo offerto a chi lo ha crocifisso ci mostra fin dove può arrivare la misericordia di Dio. Rivolgiamo a lei la preghiera antica e sempre nuova della Salve Regina, perché non si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordiosi e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia, suo Figlio Gesù.
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- “ETERNA È LA SUA MISERICORDIA”: è il ritornello che viene riportato ad ogni versetto del Salmo 136. Prima della Passione Gesù ha pregato con questo Salmo della misericordia. Matteo «dopo aver cantato l’inno» (26,30) Sapere che Gesù stesso ha pregato con questo Salmo, lo rende per noi cristiani ancora più importante e ci impegna ad assumerne il ritornello nella nostra quotidiana preghiera di lode:
- A) – CREAZIONE: Alleluia. Lodate il Signore perché è buono: perché eterna è la sua misericordia. Lodate il Dio degli dei: perché eterna è la sua misericordia. Lodate il Signore dei signori: perché eterna è la sua misericordia.4 Egli solo ha compiuto meraviglie: perché eterna è la sua misericordia. 5 Ha creato i cieli con sapienza: perché eterna è la sua misericordia.
- RITORNO DALL’ESILIO 23 Nella nostra umiliazione si è ricordato di noi: perché eterna è la sua misericordia; 24 ci ha liberati dai nostri nemici: perché eterna è la sua misericordia. 25 Egli dá il cibo ad ogni vivente: perché eterna è la sua misericordia. 26 Lodate il Dio del cielo: perché eterna è la sua misericordia.
- L’AMORE DEI NEMICI LC 6. 27 Ma a voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, 28 benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. 29 A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. 30 Dá a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. 31 Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. 32 Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 33 E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. 34 E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. 35 Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi.
- PAPA FRANCESCO: MV. 15. CHE FARE DAVANTI A SITUAZIONI DI PRECARIETÀ?
- Quante situazioni di precarietà e sofferenza sono presenti nel mondo di oggi! In questo Giubileo ancora di più la Chiesa sarà chiamata a curare queste ferite, a lenirle con l’olio della consolazione, fasciarle con la misericordia e curarle con la solidarietà e l’attenzione dovuta. Non cadiamo nell’indifferenza… Apriamo i nostri occhi per guardare le miserie del mondo, le ferite di tanti fratelli e sorelle privati della dignità, e sentiamoci provocati ad ascoltare il loro grido di aiuto.
- Le nostre mani stringano le loro mani, e tiriamoli a noi perché sentano il calore della nostra presenza, dell’amicizia e della fraternità.
- Che il loro grido diventi il nostro e insieme possiamo spezzare la barriera di indifferenza che spesso regna sovrana per nascondere l’ipocrisia e l’egoismo.
SE AVESSI MAI COMMESSO ( Teresa del B. Gesù)
Se avessi mai commesso il peggiore dei crimini,
per sempre manterrei la stessa fiducia,
poiché io so che questa moltitudine di offese,
non è che goccia d’acqua in un braciere ardente.
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PREPARIAMOCI ALLA PASQUA
CHI DI VOI È SENZA PECCATO,
GETTI PER PRIMO LA PIETRA CONTRO DI LEI.
- Dal Vangelo secondo Giovanni Gv 8,1-11 In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero:
- «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
- Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «CHI DI VOI È SENZA PECCATO, GETTI PER PRIMO LA PIETRA CONTRO DI LEI». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo.
- Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «NEANCH’IO TI CONDANNO; VA’ E D’ORA IN POI NON PECCARE PIÙ».
- MAURIAC – La donna adultera: “…la triste donna stava in piedi, spettinata, mezzo svestita: morta di paura fissava con occhio sgomento lo sconosciuto che i sacerdoti gli davano per giudice… Egli non la guardava. Essendosi chinato, scriveva in terra col dito.
- S. Girolamo afferma che erano i peccati degli accusatori che enumerava. La semplice verità è talmente più bella! Il figlio dell’uomo sapendo che quella sciagurata si sveniva meno di paura che di vergogna, non la guardava perché ci sono certe ore nella vita di una creatura in cui la più grande carità è non vederla.
- Tutto l’amore di Gesù per i peccatori è racchiuso in quello sguardo sottratto. E le cifre che egli tracciava in terra non significavano niente altro che la sua volontà di non alzare gli occhi verso quel povero corpo… Gesù rimase dunque solo con la donna. …”(Vita di Gesù: p.167)
S. AGOSTINO:
“E tutti uscirono di scena.
Soli restarono lui e lei;
restò il Creatore e la creatura;
restò la miseria e la misericordia…”
- PAPA FRANCESCO HA COMMENTATO COSI’ LA PAGINA …
- E GESÙ RESTA DA SOLO CON LA DONNA, come un confessore, dicendole: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Dove sono? Siamo soli, tu ed io. Tu davanti a Dio, senza le accuse, senza le chiacchiere. Tu e Dio! Nessuno ti ha condannata?”. La donna risponde: “Nessuno, Signore!”, ma non dice: “E’ stata una falsa accusa! Io non ho fatto adulterio!”, “riconosce il suo peccato”. E Gesù afferma: “Neanche io ti condanno! Va’, va’ e d’ora in poi non peccare più“Gesù perdona!
- Ma qui è qualcosa di più del perdono”: “Gesù passa la legge e va oltre. Non le dice: ‘Non è peccato l’adulterio!’. Non lo dice! Ma non la condanna con la legge. E questo è il mistero della misericordia. Questo è il mistero della misericordia di Gesù”. “La misericordia è qualcosa difficile da capire”: “’. “La misericordia – afferma il Papa – va oltre e fa la vita di una persona di tal modo che il peccato sia messo da parte.
- E’ come il cielo”: “Noi guardiamo il cielo, tante stelle, tante stelle; ma quando viene il sole, al mattino, con tanta luce, le stelle non si vedono. E così è la misericordia di Dio: una grande luce di amore, di tenerezza. Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza, carezzando le nostre ferite del peccato. Perché Lui è coinvolto nel perdono, è coinvolto nella nostra salvezza.
- E così Gesù fa il confessore: non la umilia, non le dice ‘Cosa hai fatto, dimmi! E come lo hai fatto? E con chi lo hai fatto?’. No! ‘Va’, va’ e d’ora in poi non peccare più!’. E’ grande la misericordia di Dio, è grande la misericordia di Gesù. Perdonarci, carezzandoci!”.
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LE PARABOLE DELLA MISERICORDIA
Dalle «Lettere» di san Massimo Confessore
- GESÙ DISSE DI ESSERE VENUTO A CERCARE LA PECORELLA SMARRITA e di essere stato mandato alle pecore perdute della casa di Israele. Parimenti, con la parabola della dramma perduta, alluse, sebbene velatamente, a un aspetto particolare della sua missione: egli venne per ricuperare l’immagine divina deturpata dal peccato. IL BUON SAMARITANO DEL VANGELO CURÒ con olio e vino e fasciò le ferite di colui che era incappato nei ladri ed era stato spogliato di tutto e abbandonato sanguinante e mezzo morto sulla strada. Lo pose sulla sua cavalcatura, lo portò all’albergo, pagò quanto occorreva e promise di provvedere al resto. CRISTO È IL BUON SAMARITANO DELL’UMANITÀ.
- Dio è quel padre affettuoso, che accoglie il figliol prodigo, si china su di lui, è sensibile al suo pentimento, LO ABBRACCIA, LO RIVESTE DI NUOVO CON GLI ORNAMENTI DELLA SUA PATERNA GLORIA E NON GLI RIMPROVERA NULLA DI QUANTO HA COMMESSO.
- Richiama all’ovile la pecorella che si era allontanata dalle cento pecore di Dio. DOPO AVERLA TROVATA CHE VAGAVA SUI COLLI E SUI MONTI, NON LA RICONDUCE ALL’OVILE A FORZA DI SPINTONI E URLA MINACCIOSE, MA SE LA PONE SULLE SPALLE E LA RESTITUISCE INCOLUME AL RESTO DEL GREGGE CON TENEREZZA E AMORE.
- Dice: Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, ed io vi darò riposo (cfr. Mt 11, 28). E ancora: «Prendete il mio giogo sopra di voi» (Mt 11, 29). Il giogo sono i comandamenti o la vita vissuta secondo i precetti evangelici. Riguardo al peso poi, forse pesante e molesto al penitente, soggiunge: «IL MIO GIOGO È DOLCE E IL MIO CARICO LEGGERO» (Mt 11, 30).
- Insegnandoci la giustizia e la bontà di Dio, ci comanda: Siate santi, siate perfetti, SIATE MISERICORDIOSI COME IL PADRE VOSTRO CELESTE (cfr. Lc 6, 36); «Perdonate e vi sarà perdonato» (Lc 6, 37) e ancora: «Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro» (Mt 7, 12).
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8 MARZO FESTA DELLA DONNA …
- GRAZIE A TE , DONNA “Grazie a te, donna-madre che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica.
- Grazie a te, donna-sposa che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono.
- Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità
- Grazie a te donna-lavoratrice, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
- Grazie a te, donna-consacrata che sull’esempio della più grande delle donne, la madre di Cristo, ti apri all’amore di Dio…Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! (Giovanni Paolo II, lettera alle donne)
– FESTA DELLE NOSTRE MAMME
- IL GRAZIE DI DON ORIONE: Mia madre: “Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle 3 di notte e via a lavorare, e faceva da donna e, con i suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare: batteva il falcetto per fare l’erba, e lo affilava essa, senza portarlo all’arrotino; faceva la tela con canapa filata da essa; povera mia madre! Teneva da conto fin i coltelli rotti… Non correva a comperare, se proprio non poteva farne a meno; e, quando è morta, le abbiamo messo il suo vestito da sposa, dopo 51 anni che si era sposata: se l’era fatto tingere in nero e faceva ancora la sua bella figura…era il suo vestito più bello! (Let. 36)
- Maria donna dei nostri giorni- Don Tonino Bello
– FESTA DI MARIA
- Santa Maria, donna dei nostri giorni, vieni ad abitare in mezzo a noi. Fa’ che possiamo sentirti vicina ai nostri problemi. come una che, gli stessi problemi, li vive anche lei sulla sua pelle, e ne conosce l’inedita drammaticità, e ne percepisce le sfumature del mutamento, e ne coglie l’alta quota di tribolazione.
- Facci comprendere che la modestia, l’umiltà, la purezza sono frutti di tutte le stagioni della storia, e che il volgere dei tempi non ha alterato la composizione chimica di certi valori quali la gratuità, l’obbedienza, la fiducia, la tenerezza, il perdono. Sono valori che tengono ancora e che non andranno mai in disuso. Ritorna, perciò, in mezzo a noi, e offri a tutti l’edizione aggiornata di quelle grandi virtù umane che ti hanno resa grande agli occhi di Dio.
- Mettiti, allora, accanto a noi, e ascoltaci mentre ti confidiamo le ansie quotidiane che assillano la nostra vita moderna: lo stipendio che non basta, la stanchezza da stress, l’incertezza del futuro, la paura di non farcela, la solitudine interiore, l’usura dei rapporti, l’instabilità degli affetti, l’educazione difficile dei figli, l’incomunicabilità perfino con le persone più care, la frammentazione assurda del tempo, il capogiro delle tentazioni, la tristezza delle cadute, la noia del peccato. ..
- Facci sentire la tua rassicurante presenza, o coetanea dolcissima di tutti. E non ci sia mai un appello in cui risuoni il nostro nome, nel quale, sotto la stessa lettera alfabetica, non risuoni anche il tuo, e non ti si oda rispondere: «Presente!».Come un’ antica compagna di scuola.
Quann’ero ragazzino, mamma mia, me diceva:
ricordate fijolo, quanno te senti veramente solo
tu prova a recità n’ave Maria.
L’anima tua da sola spicca er volo
E se solleva, come pe’ maggìa.
Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato.
Da un pezzo s’è addormita la vecchietta
Ma quer consijo non l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
Io prego la Madonna benedetta
E l’anima da sola pija er volo!
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PENSIERI DI PAPA FRANCESCO
SUL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
«IL CATTIVO ESEMPIO DI DIO:
PERDONA TROPPO…»
OGNI ASSOLUZIONE È
COME UN GIUBILEO DEL CUORE
- “LA POSSIBILITÀ DEL PERDONO È DAVVERO APERTA A TUTTI, ANZI È SPALANCATA, COME LA PIÙ GRANDE DELLE ”PORTE SANTE”, PERCHÉ COINCIDE CON IL CUORE STESSO DEL PADRE, CHE AMA E ATTENDE TUTTI I SUOI FIGLI, in modo particolare quelli che hanno sbagliato di più e che sono lontani. La misericordia del Padre può raggiungere ogni persona in molti modi: attraverso l’apertura di una coscienza sincera; per mezzo della lettura della Parola di Dio che converte il cuore; mediante un incontro con una sorella o un fratello misericordiosi”.
- “QUANDO, COME CONFESSORI, CI RECHIAMO AL CONFESSIONALE PER ACCOGLIERE I FRATELLI E LE SORELLE, DOBBIAMO SEMPRE RICORDARCI CHE SIAMO STRUMENTI DELLA MISERICORDIA DI DIO PER LORO; dunque stiamo attenti a non porre ostacolo a questo dono di salvezza! Il confessore è, egli stesso, un peccatore, un uomo sempre bisognoso di perdono; egli per primo non può fare a meno della misericordia di Dio, che lo ha ‘scelto” e lo ha ‘costituito” per questo grande compito.
- OGNI ASSOLUZIONE È COME UN GIUBILEO DEL CUORE: “Ogni fedele pentito, dopo l’assoluzione del sacerdote, ha la certezza, per fede, che i suoi peccati non esistono più. Dio è un potente, ma a me piace pensare che ha una debolezza, una cattiva memoria perché poi cancella i peccati. OGNI ASSOLUZIONE È, IN UN CERTO MODO, UN GIUBILEO DEL CUORE, CHE RALLEGRA NON SOLO IL FEDELE E LA CHIESA, MA SOPRATTUTTO DIO STESSO.
- È importante, dunque, che il confessore sia anche un ‘canale di gioia e che il fedele, dopo aver ricevuto il perdono, non si senta più oppresso dalle colpe, ma possa gustare l’opera di Dio che lo ha liberato, vivere in rendimento di grazie, pronto a riparare il male commesso e ad andare incontro ai fratelli con cuore buono e disponibile”.
- NEL CONFESSIONALE LA MISERICORDIA DEL PADRE
- RICONOSCERSI PECCATORI È UNA GRAZIA. Una grazia che si deve chiedere. Ma da che cosa dobbiamo convertirci? . Chi vive così pensa che non gli manchi niente: «Vado a Messa le domeniche, prego alcune volte, mi sento bene, sono in grazia di Dio, sono ricco» e «non ho bisogno di nulla».
- Questo stato d’animo è invece uno stato di peccato perché «la comodità spirituale è uno stato di peccato». E a questi «il Signore non risparmia parole» e gli dice: «PERCHÉ SEI TIEPIDO STO PER VOMITARTI DALLA MIA BOCCA».
- CI SONO POI I CRISTIANI DELLE APPARENZE E GLI IPOCRITI. «Non ho niente da rimproverarmi: ho una buona famiglia, ho tutto il necessario, sono sposato in chiesa… sono tranquillo». Ma le apparenze sono «il sudario di questi cristiani: si credono vivi, ma sono morti. E il Signore li chiama alla conversione».
- POI CI SONO I CORROTTI, «quelli che invece di servire sfruttano, per servire se stessi, passano la vita in mezzo alle scorciatoie dell’opportunismo a prezzo della loro stessa dignità e quella degli altri e mascherano sempre in modo di salvare le apparenze… è una condizione uno stato personale e sociale nel quale uno si abitua a vivere». Tutte queste condizioni sono contro il comandamento dell’Amore. Contro Dio e contro il prossimo e il nostro peccato sempre ha una ricaduta sociale.
- IL SUGGERIMENTO DI FRANCESCO: «Pensiamo perciò molto, molto seriamente alla nostra conversione, perché possiamo andare avanti nel cammino della nostra vita cristiana». Nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona. E per questo il Papa indica continuamente il confronto con il passo di Matteo 25 sul Giudizio finale, perché alla fine saremo giudicati solo sull’amore, con le Beatitudini che sono le colonne del Vangelo e le sette opere di misericordia corporali e spirituali, mettere in pratica le quali significa anche realmente cambiare la società. Vivere la conversione è vivere questo.
- «SONO UN PECCATORE PERDONATO» questa è la definizione che più volte ha dato Francesco di se stesso. Il misero e la misericordia. E la grazia che passa anche per un confessionale, perché attraversare le periferie dell’umanità e le periferie dell’anima vuol dire anche praticare a lungo il ministero della riconciliazione.
- SPESSO, PRIMA DELLA SUA ELEZIONE, PAPA FRANCESCO RESTAVA PER ORE NEI CONFESSIONALI DEI SANTUARI MARIANI, I PORTI DI MARE DELLA NOSTRA UMANITÀ SMARRITA, DOLENTE, FERITA E UMILIATA DAL MALE. Di tanti ha potuto vedere le lacrime e la pace, il ritorno, la conversione.. ..E i confessionali sono il luogo dove si può fare esperienza di questo abbraccio di Dio. .. l’abbraccio dell’infinita misericordia del Padre».
- «NEL CONFESSIONALE TUTTI ANDIAMO A TROVARE UN PADRE, che ci aiuti a cambiare vita e che ci dia la forza di andare avanti, un Padre che ci perdoni in nome di Dio». «IL PERDONO DEI NOSTRI PECCATI NON È QUALCOSA CHE POSSIAMO DARCI NOI. Io non posso dire: mi perdono i peccati. Il perdono si chiede, si chiede a un altro e nella Confessione chiediamo il perdono a Gesù.
- IL PERDONO NON È FRUTTO DEI NOSTRI SFORZI, MA È UN REGALO, È UN DONO DELLO SPIRITO SANTO ED È NECESSARIO CONFESSARE UMILMENTE E FIDUCIOSAMENTE I PROPRI PECCATI AL MINISTRO DELLA CHIESA». . «IL SERVIZIO CHE IL SACERDOTE PRESTA COME MINISTRO, DA PARTE DI DIO, PER PERDONARE I PECCATI È MOLTO DELICATO», e richiede alcune condizioni: primo, «che il suo cuore sia in pace, che il sacerdote abbia il cuore in pace»; secondo, «CHE NON MALTRATTI I FEDELI, MA CHE SIA MITE, BENEVOLO E MISERICORDIOSO»; terzo, «CHE SAPPIA SEMINARE SPERANZA NEI CUORI E, soprattutto, sia consapevole che il fratello o la sorella che si accosta al sacramento della Riconciliazione cerca il perdono e lo fa come si accostavano tante persone a Gesù perché le guarisse». Parole anche dure: «Il sacerdote che non abbia questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si corregga, non amministri questo Sacramento», perché «TUTTI I FEDELI HANNO IL DIRITTO DI TROVARE NEI SACERDOTI DEI SERVITORI DEL PERDONO DI DIO».
- DOMANI IN DIRETTA RIBADIRÀ QUANTO GLI È NATURALE PER GRAZIA E QUANTO PREDICA DA SEMPRE. SIAMO PECCATORI. ANCHE IL PAPA LO È. MA DIO È PIÙ GRANDE DEL PECCATO. E SOLO ABBANDONANDOSI AL SUO ABBRACCIO POSSONO RINASCERE A NUOVA VITA TUTTE LE COSE
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PREGA OGNI CREATURA
Dal trattato «l’orazione» di Tertulliano, sacerdote
- L’orazione è un sacrificio spirituale, che ha cancellato gli antichi sacrifici. Quello che richiede il Signore, l’insegna il vangelo: «È GIUNTO IL MOMENTO, ED È QUESTO, IN CUI I VERI ADORATORI ADORERANNO IL PADRE IN SPIRITO E VERITÀ; PERCHÉ IL PADRE CERCA TALI ADORATORI. DIO È SPIRITO E QUELLI CHE LO ADORANO DEVONO ADORARLO IN SPIRITO E VERITÀ» (Gv 4, 23-24).
- Noi siamo i veri adoratori e i veri sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si provvide. Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti.
- PREGANO ANCHE GLI ANGELI, PREGA OGNI CREATURA. Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l’aria di grida nel modo che a loro è proprio.
- ANCHE GLI UCCELLI QUANDO SI DESTANO, SI LEVANO VERSO IL CIELO, E AL POSTO DELLE MANI APRONO LE ALI IN FORMA DI CROCE E CINGUETTANO QUALCOSA CHE PUÒ SEMBRARE UNA PREGHIERA. Ma c’è un fatto che dimostra più di ogni altro il dovere dell’orazione. Ecco, questo: CHE IL SIGNORE STESSO HA PREGATO. A lui sia onore e potenza nei secoli dei secoli. Amen.
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PER SEMPRE o… FINCHÉ DURA?
- I LOVE YOU FOREVER: è una simpatica frase che i giovani innamorati scrivono sui muri… Nella realtà il “per sempre” fa paura. L’impegno totale e definitivo, ci sembra un carcere. Ci stanchiamo di tutto e di tutti. Preferiamo vivere all’insegna del…”Proviamo”! Lasciandoci sempre un’ uscita di sicurezza.
- Chiediamoci: si può continuare a fare ”prove” per tutta la vita? Vivere “alla giornata”, aiuta a maturare come persone? O ci lascia tutti, giovani e adulti, in balia della nostra instabilità emotiva?
- Ci può illuminare la figura del “Servo del Signore” di cui ci parla Isaia. In mezzo a mille difficoltà, Egli ha perseverato fino alla fine nella sua missione… Come Gesù che “Avendo amato i suoi li amò sino alla fine” (Gv. 13,1ss)
- Un esempio per noi. E un augurio perché la Pasqua che celebriamo nei riti diventi impegno e novità di vita.
(ISAIA cc. 40-53)
- Sei vissuto in esilio tra gente disperata. Che fare? «Confortate, confortate il mio popolo! Fate coraggio agli abitanti di Gerusalemme, e annunziate loro: La vostra schiavitù è finita, la vostra colpa perdonata (40,1)
- Se soffriamo significa che Dio ci ha abbandonati? Come un pastore conduce il suo gregge: prende in braccio gli agnellini, li porta sul petto e ha cura delle pecore che partoriscono, così Dio provvede per il suo popolo». (40,9ss)
- Siamo vermiciattoli ma… amati da Lui! « Non temere, io sono con te. Non preoccuparti, io sono il tuo Dio. Non temere, sono qui ad aiutarti. Sei piccolo e debole come un verme, ma non temere: io ti aiuterò. Io, il Santo d’Israele, sono colui che ti salva. (41,10ss)
- Con Lui vicino, il deserto si cambia in sorgente d’acqua? «Il mio popolo è come povera gente assetata, dalla gola riarsa: cerca acqua ma non ne trova. Io, il Signore, esaudirò la loro preghiera. Non li abbandonerò mai. Trasformerò il deserto in un lago e la terra arida in sorgenti d’acqua. (41,17s)
- All’inizio di tutto c’è stata una particolare chiamata di Dio? Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. (42,1)
- Che metodo usavi per farti ascoltare? Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. (42,2)
- Ma eri anche forte? Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. (42,4ss)
- Quale missione speciale ti ha affidato il Signore? Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre. (42,6ss)
- LEGGI TUTTO:
S. AGOSTINO
Ora sei tu solo che io amo, te solo che seguo, te solo che cerco, te solo che mi sento pronto a servire, poiché tu solo governi con giustizia.
Ti prego, accogli il figlio tuo che è fuggito, o Dio amorevole più di ogni padre. Sento che solo da te io devo ritornare. Si apra, grande, dinanzi a me la porta alla quale busso. Insegnami come devo fare per arrivare fino a te. Io non ho nulla se non la mia buona volontà. Ispirami e guidami, traccia una strada davanti a me.
Se è con la fede che ti trovano coloro che si rifugiano in te, donami la fede; se è con la forza, donami la forza; se è con la scienza, donami la scienza. Aumenta in me la fede, aumenta la speranza, aumenta la carità. Quanto meravigliosa e unica è la tua bontà! Sant’Agostino, Accogli tuo figlio, I Soliloqui I, 5
DALLA CROCE CRISTO GRIDA: HO SETE…
Io non sento
che una infinita,
divina sinfonia
di spiriti, palpitanti
attorno alla Croce,
e la Croce stilla per noi goccia a goccia,
attraverso i secoli, il sangue divino sparso
per ciascuna anima umana. Dalla Croce
Cristo grida “Sitio”. Terribile grido di arsura,
che non è della carne, ma è grido di sete di anime.
Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue.
Lume e pace di cuore.
Salirò il mio Calvario
come agnello mansueto.
Apostolato e martirio
Martirio e apostolato.
Soffrire, tacere, pregare
amare, crocifiggersi
adorare. Lume e
pace di cuore.
(S. L. Orione)
Scr.63,226
– 0 DALLA CROCE CRISTO GRIDA SITIO
- Puoi scaricare Sussidi e materiale per la spiritualità e la pastorale … Per la quaresima, in particolare:
+IN QUARESIMA DIGIUNIAMO COSI‘
+ 10 COSE CHE LUI CI CHIEDERA’
+ BALLESTRERO MI HAI FATTO PROPRIO BENE DEF
- PER I PRETI: tornare al Confessionale: + IL SACERDOTE MINISTRO della MISERICORDIA def
-VEGLIA PASQUALE-(camaldoli)
“Oggi Cristo è risorto,
fratelli”:
questo solo sia
il nostro saluto.
Or tu lieto fratello rispondi:
“Veramente il Signore
è risorto!
tutte nuove son fatte
le cose!”.
Grida:o morte dov’è la vittoria?
Questo è il giorno di PASQUA perenne;
ancor l’angelo annunzia splendente:
“Non cercate tra i morti chi vive,
vi precede su tutte le vie”.
Chi ha fede, per LUI
già possiede pur se morto,il suo germe immortale;
passa ognuno da morte alla vita,
purchè libero da ogni possesso:
diamo dunque all’AMORE ogni cosa.
All’AMORE CHE VINSE LA MORTE,
a te, CRISTO,già morto,ora vivo,
OGNI ONORE OGNI LODE OGNI GLORIA. AMEN.
O CROCE DI CRISTO,
ANCORA OGGI TI VEDIAMO…
O Croce di Cristo, icona del sacrificio supremo per amore e dell’egoismo estremo per stoltezza, strumento di morte e via di risurrezione.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo eretta nelle nostre sorelle e nei nostri fratelli uccisi con le spade barbariche e con il silenzio vigliacco.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei volti dei bambini, e delle donne, sfiniti e impauriti che fuggono dalle guerre e dalle violenze.
O Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei dottori della lettera, che invece di insegnare la misericordia condannano il giusto.
Croce di Cristo, ancora oggi ti vediamo nei ministri infedeli che invece di spogliarsi delle ambizioni spogliano gli innocenti della propria dignità.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei cuori impietriti di coloro che giudicano gli altri, senza mai accorgersi dei propri peccati e colpe.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei fondamentalismi e nel terrorismo che profanano il nome di Dio per giustificare le loro violenze.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi in coloro che vogliono toglierti dai luoghi pubblici nel nome di qualche paganità laicista o addirittura in nome dell’uguaglianza che tu stesso ci hai insegnato.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei venditori di armi che alimentano la fornace delle guerre con il sangue innocente dei fratelli.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei traditori che per trenta denari consegnano alla morte chiunque.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei distruttori della nostra “casa comune” che rovinano il futuro delle prossime generazioni.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi negli anziani abbandonati nei disabili e nei bambini denutriti e scartati dalla nostra egoista società.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nel nostro Mediterraneo e nel mar Egeo divenuti un insaziabile cimitero
O Croce di Cristo, immagine dell’amore senza fine ti vediamo ancora oggi nelle persone buone che fanno il bene senza cercare gli applausi.
O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei volti delle suore e dei consacrati – i buoni samaritani – che abbandonano tutto per bendare, nel silenzio evangelico, le ferite delle povertà e dell’ingiustizia.
O Croce di Cristo, insegnaci che l’apparente vittoria del male si dissipa davanti alla tomba vuota e di fronte alla certezza della Risurrezione. Amen!
E DUNQUE ANCHE TU ATEO?
(David Maria Turoldo)
E dunque anche Tu ateo?
Fu questa la tua vera Notte, Signore,
la tua discesa agl’Inferi
avanti che ti accogliesse nel suo ventre la terra.
Credere in Lui e dubitare di Lui,
dire a tutti che ti ama,
e consumarti di amore,
e sentire che sei abbandonato.
“Padre, Abbà, papà!…”
Ora invece appena:
“Dio”; sia pure “tuo Dio”!
Alla fine, dunque non più padre?
O, perfino, che non esista?
Ma come poi avresti potuto dire:
“Nelle tue mani rimetto lo spirito”?
Avresti vinto per un atto di fede senza speranza?
Pur perduto dentro l’abisso del Nulla
ancora credevi?
Resurrezione, non altro è la risposta.
Ma Tu non sapevi!
Come noi non sappiamo.
E compatta
ancora sale sul mondo
la Notte.
RICEVO E COMUNICO UNA RIFLESSIONE SULLA MISTERIOSA FIGURA DI GIUDA …FA RIFLETTERE
Giuda…
Gesu’ gli mette il boccone nel piatto offrendoglielo.
Era una gesto che nella cultura ebraica ricorreva ad ogni pasto importante .
Il padrone di casa lo offriva all’ospite d’onore.
Giuda era quindi una persona importante, così’ la vuole indicare Gesu’ nell’ultima cena.
Chi era costui?
Una persona di fiducia: a lui erano state affidate le casse dei soldi dei 12 apostoli. Era il tesoriere. Era perciò’ una persona di fiducia, che mai, come atteggiamenti, espressioni, modi , aveva lasciato sospettare. Era uno equilibrato e serio.
Era uno con la testa sulle spalle.
Ma poi si era chiesto , alla fine in maniera irrevocabile, chi mai fosse questo loro capo, questo geniale pazzo visionario che li avrebbe portati alla rovina.
Ma era matto?
avvicinarsi a Gerusalemme, trionfarci dentro, proprio quando sapeva che li’ lo avrebbero ammazzato..che ormai la persecuzione era cosa aperta e dichiarata..
E’ lui che si sente tradito per primo: ma come?
Noi ti abbiamo dato tutta la nostra vita, le nostre facce, ti seguiamo da tre anni…tre anni ..abbiamo piantato lavori, padri, famiglie,
e tu, ci porti nella tana del lupo?
Lo fermo io!
prima che sia troppo tardi.
Lo vende e, cosa si e’ scoperto?
che trenta denari d’argento erano proprio la cifra che si dava per la vendita di uno schiavo.
…
Ma l’amore, che e’ Dio, non ha la testa sulle spalle, non sa fare i conti, non e’ equilibrato.
L’amore ama e da’..senza starsi a chiedere se conviene o no, se si fa bella figura o no…
L’amore ci rimette la faccia più’ e più’ volte. Non ha la logica di Giuda, l’amore.
Gesu’ viene venduto al prezzo di uno schiavo e sulla Croce ci riscatta tutti quanti.
a gratis.
E cosi’ noi, quando amiamo.
“SONO FORSE IO,SIGNORE?”(MT26,22).
SIGNORE GESU’, liberaci dalla paura di essere fragili e di guardare in faccia le sofferenze nostre e dei fratelli, liberaci dal doverci mostrare forti quando abbiamo solo bisogno di uno sguardo e di una carezza.
FA’ che non temiamo di perderci nel nostro “VUOTO” MA
CHE LO SAPPIAMO ASCOLTARE, PER SEGUIRTI FINO ALLA FINE NON COME EROI MA COME DISCEPOLI DEL TUO “AMORE”.
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RICEVO E CONDIVIDO QUESTA BELLA RIFLESSIONE DI D. TONINO BELLO
La Croce: collocazione provvisoria…
( Don Tonino Bello)
Nel duomo vecchio di Molfetta è riposto un grande crocifisso di terracotta. L’ha donato, qualche anno fa, uno scultore del luogo. Il parroco, in attesa di sistemarlo definitivamente, l’ha addossato alla parete di un locale della sacrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta “Collocazione provvisoria”. La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come intitolazione dell’opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel cartoncino ingiallito.
Collocazione provvisoria! Penso che non ci sia formula migliore per definire la croce: la mia, la tua, non solo quella di Cristo. Coraggio, allora, tu che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i rimorsi della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell’abbandono. Non imprecare, sorella che ti vedi distruggere giorno dopo giorno dal male che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello che sei stato pugnalato alle spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non abbatterti, fratello povero che non sei calcolato da nessuno.
Coraggio! La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre “Collocazione provvisoria”. Anche il Vangelo ci invita a considerare la provvisorietà della croce. C’è una frase immensa che riassume la tragedia del creato al momento della morte di Cristo: “Da mezzogiorno alle tre si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura della Bibbia. Per me è una delle più luminose. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo allora è consentita la sosta sul Golgota! Al di fuori di quell’orario, c’è divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche da Dio. Coraggio allora, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. C’è anche per te una pietà sovrumana.
Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte febbricitante. Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di tenerezza. Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il mistero di un dolore che ora ti sembra assurdo. Coraggio. Mancano pochi istanti alle tre di pomeriggio! Tra poco, il buio cederà posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga. Un abbraccio! Auguri a ciascuno di voi! Buona Pasqua!”
Le nostre croci ….
La croce di ciascuno ….
Quanto Riposo e quanto profondo Sguardo di un Dio Papà trovo nelle parole di S. Francesco di Sales , quanta Speranza e Preghiera
Grazie, dv , per accompagnarci nei nostri cammini , anche con questo sito
PAPA FRANCESCO UN GRANDE MESSAGGIO DI CONSOLAZIONE COMMENTANDO GER. 30-31
Cari fratelli e sorelle, buongiorno.
NEL LIBRO DEL PROFETA GEREMIA, I CAPITOLI 30 E 31 SONO DETTI “LIBRO DELLA CONSOLAZIONE”, perché in essi la misericordia di Dio si presenta con tutta la sua capacità di confortare e aprire il cuore degli afflitti alla speranza. Oggi vogliamo anche noi ascoltare questo messaggio di consolazione. Anche noi possiamo vivere a volte una sorta di esilio, quando la solitudine, la sofferenza, la morte ci fanno pensare di essere stati abbandonati da Dio. QUANTE VOLTE ABBIAMO SENTITO QUESTA PAROLA: “DIO SI È DIMENTICATO DI ME”: sono persone che soffrono e si sentono abbandonate. E quanti nostri fratelli invece stanno vivendo in questo tempo una reale e drammatica situazione di esilio, lontani dalla loro patria, con negli occhi ancora le macerie delle loro case, nel cuore la paura e spesso, purtroppo, il dolore per la perdita di persone care! In questi casi uno può chiedersi: DOV’È DIO? COME È POSSIBILE CHE TANTA SOFFERENZA POSSA ABBATTERSI SU UOMINI, DONNE E BAMBINI INNOCENTI? E QUANDO CERCANO DI ENTRARE IN QUALCHE ALTRA PARTE GLI CHIUDONO LA PORTA. E sono lì, al confine perché tante porte e tanti cuori sono chiusi. I migranti di oggi che soffrono il freddo, senza cibo e non possono entrare, non sentono l’accoglienza. A me piace tanto sentire quando vedo le nazioni, i governanti che aprono il cuore e aprono le porte!
Il profeta Geremia ci dà una prima risposta. Il popolo esiliato potrà tornare a vedere la sua terra e a sperimentare la misericordia del Signore. È il grande annuncio di consolazione: Dio non è assente neppure oggi in queste drammatiche situazioni, Dio è vicino, e fa opere grandi di salvezza per chi confida in Lui. Non si deve cedere alla disperazione, ma continuare ad essere sicuri che il bene vince il male e che il Signore asciugherà ogni lacrima e ci libererà da ogni paura. Perciò Geremia presta la sua voce alle parole d’amore di Dio per il suo popolo:
«Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele. Ti edificherò di nuovo e tu sarai riedificata, vergine d’Israele. Di nuovo prenderai i tuoi tamburelli e avanzerai danzando tra gente in festa» (31,3-4).
Il Signore è fedele, non abbandona alla desolazione. Dio ama di un amore senza fine, che neppure il peccato può frenare, e grazie a Lui il cuore dell’uomo si riempie di gioia e di consolazione.
Il sogno consolante del ritorno in patria continua nelle parole del profeta, che rivolgendosi a quanti ritorneranno a Gerusalemme dice:
«Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion,
andranno insieme verso i beni del Signore,
verso il grano, il vino e l’olio,
i piccoli del gregge e del bestiame.
Saranno come un giardino irrigato,
non languiranno più» (31,12).
Nella gioia e nella riconoscenza, gli esuli torneranno a Sion, salendo sul monte santo verso la casa di Dio, e così potranno di nuovo innalzare inni e preghiere al Signore che li ha liberati. Questo ritornare a Gerusalemme e ai suoi beni è descritto con un verbo che letteralmente vuol dire “affluire, scor¬rere”. Il popolo è visto, in un movimento paradossale, come un fiume in piena che scorre verso l’altura di Sion, risalendo verso la cima del monte. UN’IMMAGINE ARDITA PER DIRE QUANTO È GRANDE LA MISERICORDIA DEL SIGNORE! La terra, che il popolo aveva dovuto abbandonare, era divenuta preda di nemici e desolata. ADESSO, INVECE, RIPRENDE VITA E RIFIORISCE. E GLI ESULI STESSI SARANNO COME UN GIARDINO IRRIGATO, COME UNA TERRA FERTILE. ISRAELE, RIPORTATO IN PATRIA DAL SUO SIGNORE, ASSISTE ALLA VITTORIA DELLA VITA SULLA MORTE E DELLA BENEDIZIONE SULLA MALEDIZIONE. È così che il popolo viene fortificato e consolato da Dio. Questa parola è importante: consolato! I rimpatriati ricevono vita da una fonte che gratuitamente li irriga. A questo punto, il profeta annuncia la pienezza della gioia, e sempre a nome di Dio proclama:
«CAMBIERÒ IL LORO LUTTO IN GIOIA, LI CONSOLERÒ E LI RENDERÒ FELICI, SENZA AFFLIZIONI» (31,13).
IL SALMO CI DICE CHE QUANDO TORNARONO IN PATRIA LA BOCCA GLI SI RIEMPIE DI SORRISO; È UNA GIOIA TANTO GRANDE! E’ IL DONO CHE IL SIGNORE VUOLE FARE ANCHE A CIASCUNO DI NOI, CON IL SUO PERDONO CHE CONVERTE E RICONCILIA.
Il profeta Geremia ci ha dato l’annuncio, presentando il ritorno degli esiliati come un grande simbolo della consolazione data al cuore che si converte. Il Signore Gesù, da parte sua, ha portato a compimento questo messaggio del profeta. Il vero e radicale ritorno dall’esilio e la confortante luce dopo il buio della crisi di fede, SI REALIZZA A PASQUA, NELL’ESPERIENZA PIENA E DEFINITIVA DELL’AMORE DI DIO, AMORE MISERICORDIOSO CHE DONA GIOIA, PACE E VITA ETERNA.
PAPA FRANCESCO: SIGNORE, NON CAPISCO MA MI AFFIDO A TE…
“Quando noi, oggi, guardiamo tante valli oscure, tante disgrazie, tanta gente che muore di fame, di guerra, tanti bambini disabili, tanti … tu chiedi ai genitori: ‘Ma che malattia ha?’ – ‘Nessuno lo sa: si chiama malattia rara’. Pensiamo ai tumori dalla Terra dei fuochi … Quando tu vedi tutto questo, ma dove sta il Signore, dove sei? Tu cammini con me? Tu vedi queste quattro sorelle trucidate: ma, servivano per amore, e sono finite trucidate per odio! Quando tu vedi che si chiudono le porte ai profughi e li si lasciano fuori, all’aria, con il freddo Ma, Signore, dove sei Tu?”.
PERCHÉ SOFFRE UN BAMBINO? E quando le cose succedono a me, ognuno di noi può dire: ma come mi affido a Te?”. “Soltanto, a questa domanda c’è una risposta”: “Non si può spiegare, no io non ne sono capace” “Perché soffre un bambino? Non so: è un mistero, per me. Soltanto, mi dà qualcosa di luce – non alla mente, all’anima – Gesù al Getsemani: ‘Padre, questo calice, no. Ma si faccia la Tua volontà’. Si affida alla volontà del Padre. Gesù sa che non finisce tutto, con la morte o con l’angoscia, e l’ultima parola dalla Croce: ‘Padre, nelle Tue mani mi affido!’, e muore così. Affidarsi a Dio, che cammina con me, che cammina con la Chiesa: e questo è un atto di fede. non so perché accade questo, ma io mi affido. Tu saprai perché”.
IL SIGNORE È SEMPRE con NOI “ chi si affida al Signore che è Pastore, non manca di nulla”. Anche se va per una valle oscura, “sa che il male è un male del momento, ma il male definitivo non ci sarà ‘perché Tu sei con me. Il Tuo bastone e il Tuo vincastro mi danno sicurezza’”. Questa “è una grazia” che dobbiamo chiedere: “Signore, insegnami ad affidarmi alle Tue mani, ad affidarmi alla Tua guida, anche nei momenti brutti, nei momenti oscuri, nel momento della morte”: “Ci farà bene, oggi, pensare alla nostra vita, ai problemi che abbiamo e chiedere la grazia di affidarci alle mani di Dio. Pensare a tanta gente che neppure ha un’ultima carezza al momento di morire. Tre giorni fa è morto uno, qui, sulla strada, un senzatetto: è morto di freddo. In piena Roma, una città con tutte le possibilità per aiutare. Perché, Signore? Neppure una carezza … Ma io mi affido, perché Tu non deludi”. “Signore non ti capisco. Questa è una bella preghiera. Ma senza capire, mi affido nelle tue mani”
« NEANCH’IO TI CONDANNO… » (Gv 8,11-12) Simeone il Nuovo Teologo
O, mio Dio che ti compiaci nel perdonare, mio Creatore, fa sorgere su di me il chiarore della tua inaccessibile luce per colmare di gioia il mio cuore.
illumina la mia anima con la tua luce,
o mio Dio…
Mi sono allontanato dalla via retta, dalla via divina,
e sono caduto miseramente. Sono stato spogliato del vestito di luce, del vestito divino,
e, caduto nelle tenebre, giaccio ormai nelle tenebre,
senza sapere che sono privo di luce…
Se hai brillato dall’alto, se sei apparso nell’oscurità,
se sei venuto nel mondo, o Misericordioso,
se… ti sei detto la luce del mondo (Gv 8,12),
mentre noi non ti vediamo, non è forse perché siamo totalmente ciechi e più sfortunati dei ciechi, o mio Cristo?… Chi possiede te, possiede realmente in te ogni cosa. Io, l’umile straniero, non sia privo di te, Misericordioso… Ti prego, prendimi con te,
anche se ho moltiplicato i peccati più che tutti gli uomini. Accogli la mia preghiera come quella del pubblicano (Lc 8,13), come quella della peccatrice della città (Lc 7,38), Maestro, anche se non piango come lei… Non sei forse sorgente di pietà, fonte di misericordia, e fiume di bontà: a questo titolo, abbi pietà di me! Sì, tu che hai avuto le mani e i piedi inchiodati sulla croce, e il cui fianco è stato trafitto dalla lancia, o Compassionevole, abbi pietà di me… In quel giorno, possa essere senza condanna davanti a te…per essere accolto nella tua sala di nozze
dove condividerò la tua felicità, mio buon Maestro,
nella gioia inesprimibile, per tutti i secoli. Amen.
COMMENTO DI PAPA FRANCESCO AL VANGELO GV.8,1SS
E GESÙ RESTA DA SOLO CON LA DONNA,
come un confessore, dicendole:
“Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Dove sono? Siamo soli, tu ed io. Tu davanti a Dio, senza le accuse, senza le chiacchiere. Tu e Dio! Nessuno ti ha condannata?”. La donna risponde: “Nessuno, Signore!”, ma non dice: “E’ stata una falsa accusa! Io non ho fatto adulterio!”, “riconosce il suo peccato”. E Gesù afferma: “Neanche io ti condanno! Va’, va’ e d’ora in poi non peccare più, per non passare per un brutto momento come questo; per non passare tanta vergogna; per non offendere Dio, per non sporcare il bel rapporto fra Dio e il suo popolo”. “Gesù perdona! – afferma il Papa – Ma qui è qualcosa di più del perdono”:
“Gesù passa la legge e va oltre. Non le dice: ‘Non è peccato l’adulterio!’. Non lo dice! Ma non la condanna con la legge. E questo è il mistero della misericordia. Questo è il mistero della misericordia di Gesù”.
“La misericordia è qualcosa difficile da capire”:
“’Ma, Padre, la misericordia cancella i peccati?’. ‘No, quello che cancella i peccati è il perdono di Dio!’. La misericordia è il modo come perdona Dio. Perché Gesù poteva dire: ‘Io ti perdono. Vai!’, come ha detto a quel paralitico che gli avevano condotto dal soffitto: ‘I tuoi peccati ti sono perdonati!’. Qui dice: ‘Vai in pace!’. Gesù va oltre. Le consiglia di non peccare più. Qui si vede l’atteggiamento misericordioso di Gesù: difende il peccatore dai suoi nemici; difende il peccatore da una condanna giusta. Anche noi, quanti di noi, forse dobbiamo andare all’inferno, quanti di noi? E quella è giusta la condanna… e Lui perdona oltre. Come? Con questa misericordia!”.
“La misericordia – afferma il Papa – va oltre e fa la vita di una persona di tal modo che il peccato sia messo da parte. E’ come il cielo”: “Noi guardiamo il cielo, tante stelle, tante stelle; ma quando viene il sole, al mattino, con tanta luce, le stelle non si vedono. E così è la misericordia di Dio: una grande luce di amore, di tenerezza. Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza, carezzando le nostre ferite del peccato. Perché Lui è coinvolto nel perdono, è coinvolto nella nostra salvezza. E così Gesù fa il confessore: non la umilia, non le dice ‘Cosa hai fatto, dimmi! E quando lo ha fatto? E come lo hai fatto? E con chi lo hai fatto?’. No! ‘Va’, va’ e d’ora in poi non peccare più!’. E’ grande la misericordia di Dio, è grande la misericordia di Gesù. Perdonarci, carezzandoci!”.
Dopo le parabole della misericordia, questa volta l’incontro di Gesù con una peccatrice è vero. Si resta senza parole dinanzi al Suo comportamento! Ciò che mi emoziona fino alle lacrime, in questo racconto, non è solo la misericordia che usa Gesù con i peccatori (in questo caso, una peccatrice), ma la sensibilità, la dolcezza e la tenerezza con cui si avvicina a questa… povera donna.
Si avvicina senza guardarla, si pone a scrivere per terra per non umiliarla e metterla in imbarazzo e poi, dopo aver mandato via gli accusatori, le chiede soltanto: “NESSUNO TI HA CONDANNATA?”. Si preoccupa solo di questo e dopo averla rassicurata ” NEANCH’IO TI CONDANNO ” le chiede di non peccare più.
C’è da aggiungere soltanto: GRAZIE GESU’ PER LA TUA IMMENSA MISERICORDIA
IL GRANDE BURRONE (B. Ferrero)
“Un uomo sempre scontento di sé e degli altri continuava a brontolare con Dio: “Ma chi l’ha detto che ognuno deve portare la sua croce? Possibile che non ci sia un mezzo per EVITARLA?” Il buon Dio gli rispose con un sogno.
Vide che la vita sulla Terra era una sterminata processione. Ognuno camminava con la SUA CROCE SULLE SPALLE.
Anche lui era nell’interminabile corteo e AVANZAVA A FATICA CON LA SUA CROCE PERSONALE.
Dopo un po’si accorse che LA SUA CROCE ERA TROPPO LUNGA: per questo faticava ad avanzare.
“Sarebbe sufficiente ACCORCIARLA un po’e TRIBOLEREI MOLTO MENO”, si disse; e con un taglio deciso ACCORCIO’ la SUA CROCE D’UN BEL PEZZO. Quando ripartì si accorse che ora poteva camminare molto più speditamente e senza tanta fatica giunse a quella che sembrava la méta della processione.
Era UN BURRONE: UNA LARGA FERITA NEOL TERRENO, OLTRE LA QUALE però c’era la “terra della felicità eterna”.
Era una visione incantevole quella che si vedeva DALL’ALTRA PARTE DEL BURRONE. Ma NON C’ERANO PONTI PER ATTRAVERSARE; eppure gli uomini passavano: ognuno SI TOGLIEVA LA CROCE DALLE SPALLE, L’APPOGGIAVA SUI BORDI DEL BURRONE E POI CI PASSAVA SOPRA. Le CROCI sembravano “FATTE SU MISURA”, CONGIUNGEVANO ESATTAMENTE i DUE MARGINI DEL PRECIPIZIO.
Passavano tutti, ma NON LUI: AVEVA ACCORCIATO LA SUA CROCE, e ora ERA TROPPO CORTA e NON ARRIVAVA DALL’ALTRA PARTE DEL BARATRO.
Si mise a piangere e a disperarsi: “Ah, se l’avessi saputo…”.
UNA MAMMA AMA COSI’…
IL CONTO
Una sera, mentre la mamma preparava la cena, il figlio undicenne si presentò in cucina con un foglietto in mano. Con aria ufficiale il bambino porse il pezzo di carta alla mamma, che si asciugò le mani e lesse quanto vi era scritto: “Per aver strappato le erbacce dal vialetto: Lire 5.000. Per avere ordinato la mia cameretta: Lire 10.000. Per essere andato a comperare il latte: Lire 1.000. Per aver badato alla sorellina (tre pomeriggi): Lire 15.000. Per aver preso due volte “ottimo” a scuola: Lire 10.000. Per aver portato fuori l’immondizia tutte le sere: Lire 7.000. Totale: Lire 48.000”.
La mamma fissò il figlio negli occhi, teneramente. La sua mente si affollò di ricordi. Prese una biro e, sul retro del foglietto, scrisse :
“Per averti portato in grembo per 9 mesi: Lire 0. Per tutte le notti passate a vegliarti quando eri ammalato: Lire 0. Per tutte le volte che ti ho cullato quando eri triste: Lire 0. Per tutte le volte che ho asciugato le tue lacrime: Lire 0. Per tutto quello che ti ho insegnato, giorno dopo giorno: Lire 0. Per tutte le colazioni, i pranzi, le merende, i panini che ti ho preparato: Lire 0. Per la vita che ti do ogni giorno: Lire 0. Totale: Lire 0”. Quando ebbe terminato, sorridendo la mamma diede il foglietto al figlio. Quando il bambino ebbe finito di leggere ciò che la mamma aveva scritto, due lacrimoni fecero capolino nei suoi occhi. Girò il foglio e sul suo conto scrisse: “Pagato”. Poi saltò al collo della madre e la sommerse di baci.
Quando nei rapporti personali e famigliari
si cominciano a fare i conti, è tutto finito. L’amore è gratuito. O non è. “In un giorno caldo, preparai dei coni gelato e dissi ai miei quattro figli che potevano comprarli per un abbraccio. Quasi subito, i ragazzi si misero in fila per fare il loro “acquisto “. I tre più piccoli mi diedero una veloce stretta, afferrarono il cono e corsero di nuovo fuori.
Ma quando venne il turno di mio figlio adolescente,
l’ultimo della fila, ricevetti due abbracci.
“Tieni il resto”
disse con un sorriso”.
A PROPOSITO DI SASSI …
…RICORDANDO quelli che in una domenica a San Biagio ci hanno fatto la predica in una Messa : sassi LEVIGATI DALLE ONDE , sassi SBATTUTI DAL MOVIMENTO DEL MARE…sassi che SONO DEL MARE E A LUI A P P A R T E N G O N O..
E quanta scuola c’è , ora , in questo aggiungere al sasso la capacità ( O MENO ) di lasciarsi penetrare dall’acqua .
E quanto è vero : domenica , dopo aver letto e fatto mio il testo del sito ” il segno della croce ” mi sono tracciata addosso questo “segno” entrando a Messa (e non solo in quel momento ) . L’ho fatto con un po’ più di consapevolezza e amore e impegno : mi sono lasciata penetrare da questo segno e lui ha dato un colore diverso a tutta la mia giornata.
..ma , per una volta che mi sono lasciata penetrare , TROPPE altre volte sono stata ” sasso impenetrabile dall’ acqua che lo circonda “…
SCUSA, Signore …
GRAZIE , Signore …
…SPERANDO CHE NON SIA COSI ANCHE PER NOI…
Il sasso nel ruscello
Tempo fa un grande maestro indiano di vita spirituale scrisse: “Sono seduto sulla riva di un ruscello e osservo un sasso rotondo immerso nell’acqua. Da quanti anni il sasso è bagnato dall’acqua? Forse da dieci, forse da cento? Ma l’acqua non è riuscita a penetrare nel sasso. Se spacco quella pietra, dentro è asciutta”.
Così è anche per noi, che viviamo immersi in Dio e non ce ne lasciamo penetrare: Dio rimane alla superficie della nostra vita, non ci trasforma perché non siamo disposti a lasciarci penetrare e trasformare dall’amore di Dio. Siamo come un sasso nel ruscello che nel suo interno rimane asciutto.
…LE PAROLE DI QUESTO CANTO MI HANNO MOLTO COLPITO, DESIDERO FARNE DONO A CHI LO DESIDERA.
“L’AMORE DEL PADRE” (Rns)
Ecco il momento è l’ora Signore.
Oggi ti voglio incontrare.
E ritornare nella tua casa per restare insieme a Te.
Non sono degno questo lo so
Di esser chiamato tuo figlio.
Il mio peccato è sempre innanzi a me,
Ma confido nel tuo amore.
O Signore ecco il mio cuor
Voglio donarlo a te
Ti darò la mia povertà
E’tutto quello che ho.
Con amore mi abbraccerai
E farai festa con me
Se con forza io griderò
Padre io voglio il TUO AMOR.
….SENTIRSI PERDONATI, AVERNE LA CERTEZZA. E’ VERAMENTE UN IMMENSO “REGALO” DA PARTE DI DIO PADRE.L’ANIMA “IMBEVUTA” DELLA MISERICORDIA DI DIO NON RIESCE AD ESPRIMERE LA GRATITUDINE CHE, ESCE DAL SUO CUORE, A QUEL DIO CHE L’HA PERDONATA.
E’ SOLO FELICE DI AVERLO INCONTRATO, DI AVERNE FATTO LA GRANDE ESPERIENZA!. QUESTO DONO LO PARAGONA A UN SECONDO BATTESIMO. DIO NEL SUO GRANDE AMORE
CI VIENE INCONTRO, CI ABBRACCIA,CI PERDONA.
GRAZIE SIGNORE! PERCHE’ CON IL TUO PERDONO CI RINNOVI, CI RENDI LIBERI,CI TRASFORMI.
LA PIU’GRANDE INVENZIONE DI GESU’…
…anche da noi sono iniziate le…24 ore per il Signore… sai che ci credo tanto nella confessione… ti aggiungo soltanto che, secondo me, il SACRAMENTO DEL PERDONO INSIEME ALL’EUCARISTIA SONO LA PIU’ GRANDE INVENZIONE DI GESU’…e sono doni che non si possono valutare! E mi dispiace tanto quando vengono sminuiti nella loro importanza: per un cristiano sono fonte di vita, sono la VITA.
PAPA FRANCESCO: «IL CATTIVO ESEMPIO DI DIO: PERDONA TROPPO…»
OGNI ASSOLUZIONE È COME UN GIUBILEO DEL CUORE
“LA POSSIBILITÀ DEL PERDONO È DAVVERO APERTA A TUTTI, ANZI È SPALANCATA, COME LA PIÙ GRANDE DELLE ”PORTE SANTE”, PERCHÉ COINCIDE CON IL CUORE STESSO DEL PADRE, CHE AMA E ATTENDE TUTTI I SUOI FIGLI, in modo particolare quelli che hanno sbagliato di più e che sono lontani. La misericordia del Padre può raggiungere ogni persona in molti modi: attraverso l’apertura di una coscienza sincera; per mezzo della lettura della Parola di Dio che converte il cuore; mediante un incontro con una sorella o un fratello misericordiosi”. “QUANDO, COME CONFESSORI, CI RECHIAMO AL CONFESSIONALE PER ACCOGLIERE I FRATELLI E LE SORELLE, DOBBIAMO SEMPRE RICORDARCI CHE SIAMO STRUMENTI DELLA MISERICORDIA DI DIO PER LORO; dunque stiamo attenti a non porre ostacolo a questo dono di salvezza! Il confessore è, egli stesso, un peccatore, un uomo sempre bisognoso di perdono; egli per primo non può fare a meno della misericordia di Dio, che lo ha ‘scelto” e lo ha ‘costituito” per questo grande compito. FRANCESCO INVITA A RIFLETTERE SUL FATTO CHE OGNI ASSOLUZIONE È COME UN GIUBILEO DEL CUORE: “Ogni fedele pentito, dopo l’assoluzione del sacerdote, ha la certezza, per fede, che i suoi peccati non esistono più. Dio è un potente, ma a me piace pensare che ha una debolezza, una cattiva memoria perché poi cancella i peccati. OGNI ASSOLUZIONE È, IN UN CERTO MODO, UN GIUBILEO DEL CUORE, CHE RALLEGRA NON SOLO IL FEDELE E LA CHIESA, MA SOPRATTUTTO DIO STESSO. È importante, dunque, che il confessore sia anche un ‘canale di gioia e che il fedele, dopo aver ricevuto il perdono, non si senta più oppresso dalle colpe, ma possa gustare l’opera di Dio che lo ha liberato, vivere in rendimento di grazie, pronto a riparare il male commesso e ad andare incontro ai fratelli con cuore buono e disponibile”.
“in questo nostro tempo, segnato dall’individualismo, da tante ferite e dalla tentazione di chiudersi, è un vero e proprio dono vedere e accompagnare persone che si accostano alla misericordia. Ciò comporta anche, per noi tutti, un obbligo ancora maggiore di coerenza evangelica e di benevolenza paterna; siamo custodi, e mai padroni, sia delle pecore, sia della grazia”. Da qui l’invito a rimettere ” al centro – e non solo in questo Anno giubilare! – il Sacramento della Riconciliazione, vero spazio dello Spirito nel quale tutti, confessori e penitenti, possiamo fare esperienza dell’unico amore definitivo e fedele, quello di Dio per ciascuno dei suoi figli, un amore che non delude mai”. Poi riprendendo la ha raccontato di uno dei suoi modelli di confessore. “Adesso vi dico, a Buenos Aires c’è un grande perdonatore, un padre cappuccino” che a fine giornata si interroga se non abbia assolto troppi peccati. “Gli ho chiesto e cosa fai quando senti questo?’ ‘Vado dal Signore in cappella, davanti al tabernacolo e gli dico: ‘Credo che ho perdonato troppo, ma stai attento, perché sei stato tu a darmi il cattivo esempio”.
PENSIERI DI PAPA FRANCESCO SUL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE
NEL CONFESSIONALE LA MISERICORDIA DEL PADRE
RICONOSCERSI PECCATORI È UNA GRAZIA. Una grazia che si deve chiedere. Convertirsi è una grazia, «è una visita di Dio». Di quel Dio che sempre aspetta e ci precede. E continuamente la vita cristiana per essere vera esige la conversione. Ma da che cosa dobbiamo convertirci? . Chi vive così pensa che non gli manchi niente: «Vado a Messa le domeniche, prego alcune volte, mi sento bene, sono in grazia di Dio, sono ricco» e «non ho bisogno di nulla». Questo stato d’animo è invece uno stato di peccato perché «la comodità spirituale è uno stato di peccato». E a questi «il Signore non risparmia parole» e gli dice: «PERCHÉ SEI TIEPIDO STO PER VOMITARTI DALLA MIA BOCCA».
CI SONO POI I CRISTIANI DELLE APPARENZE E GLI IPOCRITI. «Non ho niente da rimproverarmi: ho una buona famiglia, ho tutto il necessario, sono sposato in chiesa… sono tranquillo». Ma le apparenze sono «il sudario di questi cristiani: si credono vivi, ma sono morti. E il Signore li chiama alla conversione». POI CI SONO I CORROTTI, «quelli che invece di servire sfruttano, per servire se stessi, passano la vita in mezzo alle scorciatoie dell’opportunismo a prezzo della loro stessa dignità e quella degli altri e mascherano sempre in modo di salvare le apparenze… è una condizione uno stato personale e sociale nel quale uno si abitua a vivere». Tutte queste condizioni sono contro il comandamento dell’Amore. Contro Dio e contro il prossimo e il nostro peccato sempre ha una ricaduta sociale. La Parola di Dio, «è capace di cambiare tutto», ma «non sempre abbiamo il coraggio di credere nella Parola di Dio, di ricevere quella Parola che ci guarisce dentro». «Dobbiamo perciò prendere coscienza del nostro stato, essere onesti con noi stessi, e non leccarci le ferite perché se soltanto alziamo lo sguardo ripiegato sul nostro io e lasciamo almeno uno spiraglio all’azione della sua Grazia, Gesù fa miracoli anche con il nostro peccato, con la nostra miseria».
IL SUGGERIMENTO DI FRANCESCO: «Pensiamo perciò molto, molto seriamente alla nostra conversione, perché possiamo andare avanti nel cammino della nostra vita cristiana». Nessuno può porre un limite all’amore di Dio che perdona. E per questo il Papa indica continuamente il confronto con il passo di Matteo 25 sul Giudizio finale, perché alla fine saremo giudicati solo sull’amore, con le Beatitudini che sono le colonne del Vangelo e le sette opere di misericordia corporali e spirituali, mettere in pratica le quali significa anche realmente cambiare la società. Vivere la conversione è vivere questo. Da qui l’Anno Santo speciale, il Giubileo della misericordia che sia «per ognuno genuina esperienza della misericordia di Dio, la quale a tutti va incontro con il volto del Padre che accoglie e perdona, dimenticando completamente il peccato commesso». E tra i Sacramenti, certamente quello della Riconciliazione o «della Guarigione», «rende presente con speciale efficacia il volto misericordioso di Dio»: lo concretizza e lo manifesta continuamente, senza sosta. «SONO UN PECCATORE PERDONATO» questa è la definizione che più volte ha dato Francesco di se stesso. Il misero e la misericordia. E la grazia che passa anche per un confessionale, perché attraversare le periferie dell’umanità e le periferie dell’anima vuol dire anche praticare a lungo il ministero della riconciliazione.
SPESSO, PRIMA DELLA SUA ELEZIONE, PAPA FRANCESCO RESTAVA PER ORE NEI CONFESSIONALI DEI SANTUARI MARIANI, I PORTI DI MARE DELLA NOSTRA UMANITÀ SMARRITA, DOLENTE, FERITA E UMILIATA DAL MALE. Di tanti ha potuto vedere le lacrime e la pace, il ritorno, la conversione.. ..E i confessionali sono il luogo dove si può fare esperienza di questo abbraccio di Dio. è l’abbraccio dell’infinita misericordia del Padre».
Per questo ha usato dire che il confessionale «non è una tintoria», «non è una sala di tortura» e «confessare i nostri peccati non è andare ad una seduta di psichiatria». Insomma: «NEL CONFESSIONALE TUTTI ANDIAMO A TROVARE UN PADRE, che ci aiuti a cambiare vita e che ci dia la forza di andare avanti, un Padre che ci perdoni in nome di Dio».
«IL PERDONO DEI NOSTRI PECCATI NON È QUALCOSA CHE POSSIAMO DARCI NOI. Io non posso dire: mi perdono i peccati. Il perdono si chiede, si chiede a un altro e nella Confessione chiediamo il perdono a Gesù. IL PERDONO NON È FRUTTO DEI NOSTRI SFORZI, MA È UN REGALO, È UN DONO DELLO SPIRITO SANTO ED È NECESSARIO CONFESSARE UMILMENTE E FIDUCIOSAMENTE I PROPRI PECCATI AL MINISTRO DELLA CHIESA». . «IL SERVIZIO CHE IL SACERDOTE PRESTA COME MINISTRO, DA PARTE DI DIO, PER PERDONARE I PECCATI È MOLTO DELICATO», e richiede alcune condizioni: primo, «che il suo cuore sia in pace, che il sacerdote abbia il cuore in pace»; secondo, «CHE NON MALTRATTI I FEDELI, MA CHE SIA MITE, BENEVOLO E MISERICORDIOSO»; terzo, «CHE SAPPIA SEMINARE SPERANZA NEI CUORI E, soprattutto, sia consapevole che il fratello o la sorella che si accosta al sacramento della Riconciliazione cerca il perdono e lo fa come si accostavano tante persone a Gesù perché le guarisse». Parole anche dure: «Il sacerdote che non abbia questa disposizione di spirito è meglio che, finché non si corregga, non amministri questo Sacramento», perché «TUTTI I FEDELI HANNO IL DIRITTO DI TROVARE NEI SACERDOTI DEI SERVITORI DEL PERDONO DI DIO». Domani Francesco punterà di nuovo il confessionale, inginocchiandosi faccia a faccia di fronte a un sacerdote. CONFESSANDOSI LUI PER PRIMO e dando l’esempio di che cosa vuol dire essere attraversati dall’amore di Dio, come ha fatto a partire dal primo anno del suo pontificato. Ed è questo che fa di Papa Francesco un uomo libero, felice di quella pace che viene da Dio. A prova di bomba. Se ne fanno una ragione anche i suoi detrattori. DOMANI IN DIRETTA RIBADIRÀ QUANTO GLI È NATURALE PER GRAZIA E QUANTO PREDICA DA SEMPRE. SIAMO PECCATORI. ANCHE IL PAPA LO È. MA DIO È PIÙ GRANDE DEL PECCATO. E SOLO ABBANDONANDOSI AL SUO ABBRACCIO POSSONO RINASCERE A NUOVA VITA TUTTE LE COSE
LA RIFLESSIONE CHE CI FA FARE TERTULLIANO SACERDOTE SULLA PREGHIERA E’ DI UNA RICCHEZZA INCALCOLABILE.
Riuscire a pregare, pregare sempre. dare spazio alla preghiera, è di grande aiuto alla nostra anima.
E’ bello sentirci dire che tutti pregano; anche la natura e tutto ciò che ci circonda, partecipa all’unisono e rende lode a DIO, ognuno alla propria maniera. Anche se alcune volte la preghiera può esserci di peso, …Ci viene richiesto di PREGARE,PREGARE SEMPRE, SENZA STANCARCI. PERCHE’ DIO NON SI STANCA MAI DI NOI. GRAZIE SIGNORE!!!
Cari amici, godiamoci questa splendida pagina di Tertulliano… e facciamola conoscere…
PREGA OGNI CREATURA
Dal trattato «l’orazione» di Tertulliano, sacerdote
L’orazione è un sacrificio spirituale, che ha cancellato gli antichi sacrifici. «Che m’importa», dice, «dei vostri sacrifici senza numero? Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco» (Is 1, 11). Chi richiede da voi queste cose? (cfr. Is 1, 12). Quello che richiede il Signore, l’insegna il vangelo: «È GIUNTO IL MOMENTO, ED È QUESTO, IN CUI I VERI ADORATORI ADORERANNO IL PADRE IN SPIRITO E VERITÀ; PERCHÉ IL PADRE CERCA TALI ADORATORI. DIO È SPIRITO E QUELLI CHE LO ADORANO DEVONO ADORARLO IN SPIRITO E VERITÀ» (Gv 4, 23-24). Noi siamo i veri adoratori e i veri sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si provvide.
Che cosa infatti negherà Dio alla preghiera che procede dallo spirito e dalla verità, egli che così l’ha voluta? Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo! Si sente raccontare che in antico la preghiera infliggeva colpi, sbaragliava eserciti nemici, impediva il beneficio della pioggia ai nemici. ORA INVECE SI SA CHE LA PREGHIERA ALLONTANA OGNI IRA DELLA GIUSTIZIA DIVINA, È SOLLECITA DEI NEMICI, SUPPLICA PER I PERSECUTORI. HA POTUTO STRAPPARE LE ACQUE AL CIELO, E IMPETRARE ANCHE IL FUOCO. SOLO LA PREGHIERA VINCE DIO. MA CRISTO NON VOLLE CHE FOSSE CAUSA DI MALE E LE CONFERÌ OGNI POTERE DI BENE.
Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti. PREGANO ANCHE GLI ANGELI, PREGA OGNI CREATURA. Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l’aria di grida nel modo che a loro è proprio. ANCHE GLI UCCELLI QUANDO SI DESTANO, SI LEVANO VERSO IL CIELO, E AL POSTO DELLE MANI APRONO LE ALI IN FORMA DI CROCE E CINGUETTANO QUALCOSA CHE PUÒ SEMBRARE UNA PREGHIERA. Ma c’è un fatto che dimostra più di ogni altro il dovere dell’orazione. Ecco, questo: CHE IL SIGNORE STESSO HA PREGATO. A lui sia onore e potenza nei secoli dei secoli. Amen.
… Tutta la sera mentre lei parlava mi sono chiesto se io, nella mia vita, ho mai incontrato lo Spirito Santo o meglio se ho saputo discernere la Sua presenza come hanno fatto i discepoli…. Ma proprio verso la fine dell’incontro Lei mi ha dato la risposta: ha parlato dei bambini, del nuotare nel liquido amniotico e subito ho pensato alle mie figlie, Alice di 6 mesi e Martina di 8 anni. Improvvisamente mi è venuta in mente Alice che piange ogni volta che Martina piange e lo fa per compassione, Alice che ogni volta che incontra me, la mamma o la sorellina offre dei sorrisi stracolmi di gioia e….Alice ha 6 mesi, nessuno le ha insegnato cos’è la compassione, nessuno le ha insegnato cos’è la gioia. Alice ha 6 mesi e in lei è presente lo Spirito Santo. Tutto questo è incredibile… Alice ha sei mesi e già ha il senso del giusto e dello sbagliato e ne io ne mia moglie le abbiamo potuto insegnare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Sto vivendo da un paio d’anni una profonda conversione spirituale e voglio pensare che questo sia solo l’inizio di un percorso. Per anni sono stato molto lontano dall’essere un bravo cristiano…sono partito da molto indietro ma voglio pensare, ora, di aver semplicemente preso una rincorsa per andare poi più forte. Mi addormento tutte le sere con un’inspiegabile sensazione vita piena e al contempo con l’inquietudine di non aver fatto abbastanza per servire Dio e servire gli altri.
Un abbraccio.
UNA PAGINA DI S.Cesario di Arles (470-543), CHE CI FA…MALE!?!
PERDONARE DI CUORE: È POSSIBILE ?!?
Sapete quello che diremo a Dio nella preghiera prima di giungere al momento della comunione:
« Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. » Preparatevi dunque dentro di voi a perdonare, poiché state per incontrare queste parole nella preghiera. Come le direte? Forse non le direte? Direte queste parole, sì o no?
DETESTI TUO FRATELLO E PRONUNCI:
« RIMETTI A NOI COME NOI RIMETTIAMO ».
– Evito queste parole, dici. Ma, allora, stai veramente pregando? State ben attenti, fratelli. Fra poco, pregherete: perdonate con tutto il cuore!
GUARDA CRISTO APPESO SULLA CROCE. ASCOLTALO PREGARE: « PADRE, PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO » (Lc 23, 34).
Forse dirai: lui poteva fare questo, io no. Sono uomo e lui è Dio. Non puoi imitare Cristo? Perché allora l’Apostolo Pietro ha scritto: « Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme» (Pt 2, 21)? Perché l’Apostolo Paolo ci scrive: « Fatevi imitatori di Dio, quali figli carissimi » (Ef 5, 1)? Perché il Signore stesso ha detto « IMPARATE DA ME, CHE SONO MITE E UMILE DI CUORE » (Mt 11, 29)? TERGIVERSIAMO, CERCHIAMO DELLE SCUSE QUANDO PRETENDIAMO CHE SIA IMPOSSIBILE CIÒ CHE NON VOGLIAMO FARE…
Fratelli miei, non accusiamo Cristo di averci dato comandamenti troppo difficili, impossibili da attuare.In tutta umiltà, diciamogli piuttosto, insieme con il Salmista: « Tu sei giusto, Signore, e retto nei tuoi giudizi » (Sal 119, 137).
UNA PREZIOSA RIFLESSIONE… MI HAI FATTO PROPRIO BENE! (Card. Ballestrero)
Signore, nel realizzare il Tuo disegno eterno, mi hai chiamato all’esistenza in quel contesto di dati che sono la mia storia. Perché così e non in altro modo? Ti sei forse sbagliato? No.
Tu non mi hai creato per sbaglio, né per distrazione, né per contrattempo. Al momento giusto, all’ora Tua, secondo il Tuo disegno e la Tua volontà, secondo la Tua scelta, Tu mi hai formato. Sono fatto bene per essere santo. Se dicessi di no mi parrebbe di mancarti di riguardo, di dire che neppure a Te riescono le cose come le vuoi, che anche a Te capitano gli infortuni. Signore, sono fatto bene per Te.
Alle volte perdonami se Te lo dico, mi trovo fatto un po’ meno bene per me. Ma confesso, sia pure con un po’ di fatica, che è più importante essere fatto bene per Te che per me. I miei limiti non devono essere motivo di cruccio per la mia superbia, né motivo di malumore quando gli altri li vedono. Signore, Ti benedico e Ti ringrazio che mi hai fatto come mi hai fatto. Gli altri possono dire quello che vogliono. Io ho solo da dirti GRAZIE.
Ho solo da benedirti, ho solo da sentire una riconoscenza eterna perché mi hai fatto come mi hai fatto. E quando gli altri trovano che sono uno sgorbio, più che una cosa buona, io, Signore, credo a Te. Alle volte mi prende la voglia di vedere come te la caverai con questa povera creatura che sono io. E penso che la vita eterna sarà beata anche per questo: perché là capirò quello che adesso non capisco e mi spiegherò ciò che adesso è un mistero.
GESÙ E LA SAMARITANA
Sant’Agostino Vescovo
GESÙ, DUNQUE, STANCO PER IL VIAGGIO, STAVA COSÌ A SEDERE SUL POZZO. ERA CIRCA L’ORA SESTA (Gv 4, 6). Arriva una donna. Arriva senza sapere nulla e trova Gesù, il quale attacca discorso con lei. Arriva una donna samaritana ad attingere acqua (Gv 4, 7). Gesù le dice: Dammi da bere. La donna samaritana, dunque, gli dice: Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana? MA, IN REALTÀ, COLUI CHE CHIEDEVA DA BERE, AVEVA SETE DELLA FEDE DI QUELLA DONNA. ASCOLTA, ADESSO, CHI È COLUI CHE CHIEDE DA BERE. GESÙ RISPOSE: SE CONOSCESSI IL DONO DI DIO E CHI È CHE TI DICE “DAMMI DA BERE”, L’AVRESTI PREGATO TU, ED EGLI TI AVREBBE DATO UN’ACQUA VIVA (Gv 4, 10). Chiede da bere e promette da bere. E’ bisognoso come uno che aspetta di ricevere, ed è nell’abbondanza come uno che è in grado di saziare. Se conoscessi – dice – il dono di Dio. Il dono di Dio è lo Spirito Santo. Ma il Signore parla alla donna in maniera ancora velata, solo a poco a poco penetra nel cuore di lei. Intanto la istruisce. Che c’è di più soave e di più amabile di questa esortazione: SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO E CHI È COLUI CHE TI DICE “DAMMI DA BERE”, L’AVRESTI PREGATO TU ED EGLI TI AVREBBE DATO UN’ACQUA VIVA? Tuttavia, interdetta, la donna esclamò: Signore, tu non hai nulla per attingere e il pozzo è profondo (Gv 4, 11). Come vedete, acqua viva per lei è l’acqua del pozzo. Tu mi vuoi dare acqua viva, ma io possiedo la brocca con cui attingere, mentre tu no. Qui c’è l’acqua viva, ma tu come fai a darmela? Pur intendendo un’altra cosa e ragionando secondo la carne, tuttavia bussava alla porta, in attesa che il Maestro aprisse ciò ch’era chiuso. Bussava più per curiosità che per amore della verità. Era ancora da compiangere, non ancora in condizione d’essere illuminata.