DIBATTITO TRA MEDICINA, ETICA,  POLITICA.                                     Il presidente Cei scettico su altre norme                                               in ambito dove ci sono già regole che però                                   NON  SONO  APPLICATE  COME  SI DOVREBBE                                         

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  • «CHE NESSUNO, MAI, SIA LASCIATO SOLO»: si è parlato di “FINE VITA” L’11 LUGLIO a Bologna in un convegno organizzato dall’Associazione G. Bissoni…

  • INIZIANDO PROPRIO DAL MEDICO Danila Valenti,  è parsa evidente la convinzione che il nostro Servizio sanitario garantisca la libertà di scelta del paziente alimentata dalla piena consapevolezza del malato.

  • UNA CONSAPEVOLEZZA DELLE SUE CONDIZIONI,                 ma anche di cosa la MEDICINA PUÒ FARE OGGI per                     lui perché non soffra, per garantire ascolto e dignità

  • PRINCÌPI CONTENUTI NELLA LEGGE 219 sulconsenso  informato e le disposizioni di trattamento”, ricordata da Donata Lenzi, che ne fu relatrice alla Camera, e da Stefano Canestrari, del Comitato  per la Bioetica

  • È EMERSO COME MANCHI IN ITALIA una vera conoscenza dei diritti del MALATO, carenza che porta alla richiesta di suicidio assistito dettata da ignoranza e paura. Il cardinale Matteo M. Zuppi, che a Bissoni     fu vicino alla sera della vita – una prossimità che determinò in lui una svolta di spiritualità e serenità nell’affrontare la malattia e la morte, si è mostrato scettico sull’ipotesi di una nuova legge sul suicidio assistito: «Nonostante ci sia la legge 219, non è conosciuta né applicata», ha detto, ritenendo  che una nuova legge sul fine vita  potrebbe subire la stessa sorte.

  • ZUPPI SI AUGURA CHE NEL DIBATTITO sul fine vita non ci siano risse e barricate ma «dialoghi al rialzo» valorizzando quanto unisce e non ciò… che divide. Ha poi ribadito l’importanza di garantire le cure e prevenire il senso di ABBANDONO DEL MALATO, dando qualità alla vita, a ogni vita: «NÉ PIETISMO, NÉ ABBANDONO» È LA FORMULA CUI HA FATTO RICORSO

  • ANCORA TROPPO SPESSO, ha aggiunto, «le cure palliative sono viste come la MEDICINA DELLA RASSEGNAZIONE, COME L’ULTIMA SPIAGGIA». A suo parere, l’autodeterminazione «è sempre anche relazione. Non può mai ridursi all’invito ariempire il modulo”», in un delicato equilibrio tra «LE TERAPIE da una parte e, dall’altra, LA CONSAPEVOLEZZA E LA SPERANZA».

  • IL CONCETTO DELLA DIGNITÀ «è fondamentale, va sempre garantita», rifuggendo le forme di accanimento terapeutico. Presente tra il pubblico anche Beppino Englaro, che ha chiesto di intervenire insistendo sui diritti NEGATI PER LUNGHI ANNI ALLA FIGLIA ELUANA.

CONCLUSIONI  affidate  a PierLuigi Bersani,  che ha auspicato un dibattito che affronti con coraggio il tema del fine vita, senza cercare di rimuovere il problema…   E VOI che ne dite, amici? dv 3338890862  sito: www.donvincenzoalesiani.it  

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