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HA MAI AVUTO MOMENTI DI “BUIO”, di “NOTTE OSCURA“?
COME NE È USCITO?
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L’ho accettato, con la pazienza e la preghiera. Alla fine mi sono detto: don Dante, tu fai tante cose, ma non sei tu che le fai, È IL SIGNORE che ti conduce. Prima ancora di te, È LUI che ha a cuore quelle persone…Quelle mamme, quei bambini sono morti perché il male esiste, la guerra esiste. Ho dovuto fare pace dentro di me, accogliere il male e sentire che in quella storia DIO C’È, più forte di me, prima di me. Mi ha dato serenità, senza togliere il dolore.
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Lei trascorre mediamente 6 mesi in Africa e 6 in Italia. Quale Paese, tra quelli in cui opera il Cuamm, ama di più?
Rispondo come una madre che ama tutti i figli, ciascuno con le sue caratteristiche, ma riserva più attenzioni al figlio che ha più bisogno. Dunque, il Sud Sudan, forse perché è il più Nella povertà più profonda, nell’ingiustizia più disumana, germogliano persone meravigliose.
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PER QUESTO LO AMO. E POI PER LE MAMME: non hanno niente, non sanno una parola di inglese, ma con gli occhi ti inondano di gratitudine quando visiti il loro
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UN PAIO DI COSE che le ha insegnato L’AFRICA?
PRIMO: niente lamenti…Ho imparato che la vita ha valore sempre, anche quando è sbregata. Con un tessuto lacerato non si può fare un vestito nuovo. Si può rammendare, con gioia e pazienza. Se noi pretendiamo troppo, poi rimaniamo insoddisfatti e questo è il motivo per cui viviamo da scontenti.
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SECONDO? L’Africa mi ha insegnato che il limite va accolto. Io sarei un perfezionista, ma ho imparato il senso del limite e la sera vado a dormire contento anche dopo una giornata faticosa
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QUAL È LA DEBOLEZZA umana che è più incline a perdonare?
Non una, ma la gran parte. Ho pensato al richiamo del Papa alla misericordia: Ma ci sarà qualcosa per cui fatica a essere indulgente?… La mancanza di sincerità.
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E LA SUA DEBOLEZZA QUAL È? A volte mi chiedo se è giusto lavorare così tanto. Talvolta faccio fatica a trovare un Ma poi mi sento indulgente con me stesso, e mi dico che lo faccio per i più poveri. E poi un’altra cosa….Dica. Sono abituato a dir Messa dove mi capita: in aeroporto, in treno. Talvolta temo di non tenere in dovuta considerazione la forma liturgica…
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PECCATI VENIALI…Lei in Africa vede morire bambini colpiti da malattie che sono curabili. Cosa prova?
Un dolore profondo, che mi rimane dentro. A volte sono esausto ma penso: Dante, sei stanco, sul serio? Devi fare di più, visto che hai avuto il privilegio di essere sano.
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LEI HA 65 ANNI. PENSA mai alla pensione? Mi sento in forma e mi stupisco del fatto di non sentirmi logorato dal lavoro. Il motivo lo so: la Parola per me è vita.
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IL SUO PROGETTO PER LA VECCHIAIA? Quando potrò andare in pensione, mi vedo in una chiesetta tranquilla, andare a trovare gli ammalati… dire Messa…leggere…!
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LEI È MEDICO del corpo e dell’anima. Che dimensione prevale? La Seconda. Ma la prima aiuta a vivere meglio la seconda...
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LEI VIENE RICOPERTO DI PREMI...Si sente bravo? NO, NO, per carità. Sono contento e ringrazio Dio, ma i riconoscimenti sono per il Cuamm. Io tento di fare quello che DIO mi chiede.
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QUAL È IL SUO SOGNO PER L’AFRICA? Che sia LIBERA. Che gli africani, soprattutto i giovani, possano recuperare la propria dignità, quella che cercano con tanta speranza.
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ULTIMA DOMANDA: Lei è prete felice? Sì, lo sono. Prima di morire mia madre mi disse: sono contenta perché vedo che NON SEI UN PRETE TRISTE. Il giorno della consacrazione ho pianto tanto, di felicità e gratitudine. Da quel giorno sono trascorsi 33 anni. E mi sembra di essere più contento oggi di allora. Ringrazio Dio che mi ha messo sulla strada dell’Africa, continente pieno di limiti ma anche di opportunità.
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RISONANZE:…E anch’io pur con tutta la mia povertà spirituale, dopo 56 anni di sacerdozio ringrazio Dio perché, mi ripeto ogni giorno: nient’altro di umano poteva ”bastarmi”
GRAZIE, SIGNORE… E grazie anche a voi, di cuore, amici. Dv 3338890862 Sito: www.donvincenzoalesiani.it.
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