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AFFETTIVITÀ. L’AMORE E IL CORPO
IL RETTORE DELL’UNIVERSITÀ PONTIFICIA SALESIANA: affettività e sessualità vanno ricomprese alla luce dei cambiamenti sociali e culturali. 5 IDEE PER RINNOVARE I PERCORSI FORMATIVI ***
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NON CONSIDERARE AFFETTIVITA’ E SESSUALITA’ in maniera isolata; quella di assumere il corpo come potenza simbolica; di rimettere al centro il RAPPORTO UOMO-DONNA; Educare attraverso un approccio narrativo. Sono le idee emerse dal CONVEGNO “GIOVANI E SESSUALITÀ. Sfide, criteri e percorsi educativi?”, il fenomeno affettivo e sessuale non può essere considerato in maniera isolata, come se non avesse a che fare con i cambiamenti sociali e culturali in cui siamo immersi. Le profonde trasformazioni del mondo incidono oggi sulla mente e perfino sul corpo (un consistente anticipo della pubertà), l’educazione affettiva e sessuale deve rientrare in una visione integrale e in un percorso di crescita. Essa richiede interventi specifici e mirati, ma poi va integrata con l’accompagnamento dei ragazzi a impegnarsi nel servizio, a maturare un pensiero critico, a scoprire il valore della preghiera.
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PENSARE CHE IL PASSATO SIA STATO solo repressivo nei confronti della sessualità e che ora finalmente è arrivata l’epoca della liberazione è davvero ingenuo. È saggio valorizzare LE COSE NUOVE CHE SCOPRIAMO, ed è altrettanto saggio ricordare LA SAPIENZA DI CHI CI HA PRECEDUTO, e magari trovare UN MODO NUOVO DI COMUNICARLA.
2) ASSUMERE IL CORPO non come dato grezzo, ma come “POTENZA SIMBOLICA”. Due corpi non stanno vicini fra loro come due oggetti: instaurano rapporti, relazioni, entrano in intimità, sfiorano IL MISTERO. Questo è il punto in cui il CORPO entra in rapporto con IL SACRO. La fede ci insegna che la vita divina ci raggiunge senza scavalcare il corpo. Basti pensare all’ EUCARISTIA: incontriamo il Signore crocifisso e risorto nel SUO CORPO che sacramentalmente entra nel NOSTRO CORPO.
3) COGLIERE IL RAPPORTO UOMO-DONNA come luogo di decifrazione dell’umano affettivo e sessuale. Maschile e femminile non si capiscono “in sè”, ma nella loro reciprocità, perché fin dal principio sono stati creati l’uno per l’altra. l’uomo capisce molto di sé quando vede sé stesso riflesso nello sguardo di una donna e viceversa.
4) CONSIDERARE IL CARATTERE DINAMICO dell’identità di genere. L’identità di genere non è mai una realtà statica e inerte. Essa è un dinamismo relazionale che comincia addirittura nella fase prenatale (la voce della mamma influisce sul battito del cuore del feto) e si realizza entro un processo che ha molte dimensioni: organica, affettiva, psicologica, spirituale.
5) EDUCARE ATTRAVERSO UN APPROCCIO NARRATIVO Parlare di affettività e sessualità chiama in causa tutte queste dimensioni: è impegnativo, richiede un lavoro su di sé. Per questo, se la parola degli educatori è troppo semplice e non restituisce le sfumature, non pare credibile. Se la potenza simbolica del corpo viene riconosciuta dentro la trama delle relazioni, sarà la narrazione dei vissuti – e non solo lo studio della fisiologia dell’organismo o l’insegnamento astratto di regole di condotta – che aiuterà a collocare l’esperienza affettiva nella giusta prospettiva. Trovare le parole più belle per raccontare gli affetti è lo sforzo educativo che dobbiamo fare.
***LA BIBBIA È IL GRANDE CODICE che offre parole per narrare storie affettive nel bene e nel male, mostrandole ABITATE DA DIO. FINO A PRESENTARCI LA STORIA DELLO SPOSO E DI COLEI PER CUI HA DATO LA VITA.
+++SINCERAMENTE…E’ innegabile la difficoltà a leggere e CAPIRE QUESTO TESTO… ma in FONDO CI AIUTA A INTUIRE CHE STIAMO PARLANDO DI COSE… DIFFICILI MA GRANDI E BELLE. Che ne dite, amici? dv 3338890862 sito: www.donvincenzoalesiani.it …………………………………………………………………………………………………….
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