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CONFLITTI. COPPIA… IL BUON LITIGIO DEVE PUNTARE AL … PAREGGIO
Luciano Moia …Giovedì 22 febbraio 2024
- Nelle discussioni tra coniugi “annientare” l’altro non serve a nulla. Anzi. Ecco il vademecum per litigare in modo costruttivo proposto da Flavio Parente, medico ed esperto di mediazione familiare
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C’è un modo “sano e costruttivo” di litigare? Sì, se con litigio intendiamo una discussione accesa che non oltrepassa mai i limiti del confronto rispettoso e positivo. Quello in cui la discussione non perde di vista il bene dell’altro/a e non ha altro fine se non quello di far comprendere, magari in modo un po’ acceso, il nostro punto di vista. Che, probabilmente, è quello sbagliato, ma vorremmo che l’altro/a lo intendesse proprio per quello che è, senza pregiudizi nei nostri confr E quindi discutere animatamente, anche litigare in questa dimensione costruttiva, non significa altro se non aiutare l’altro/a a mettersi nei nostri panni, a condizione che anche noi facciamo lo sforzo per metterci nei suoi. Questo è un litigio che fa crescere. Litigio “sano”
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LITIGIO “INSANO” è quello che punta all’umiliazione, alla vittoria per ko.Come se, per affermare le nostre buone ragioni, sia necessario mettere al muro nostra moglie, nostro marito, nella convinzione che quanto più il livello di conflittualità diventa elevato, tanto più possiamo affermare di aver costruito una base dove diventi chiaro “chi porta i pantaloni”, come si diceva un tempo, quando il diritto di famiglia era tutto segnato da un maschilismo senza se e senza ma. Sbagliato? Sbagliatissimo, conferma Flavio Parente, esperto in mediazione familiare nel suo ultimo libro, SUPERARE LA CRISI DI COPPIA. Un percorso di rinascita tra psicologia e spiritualità , propone tra l’altro un vademecum per litigare in modo sano. Non è impossibile, basta seguire quelle che l’esperto definisce “REGOLE DI COPPIA” E “REGOLE INDIVIDUALI”.
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PARTIAMO DALLE PRIME. Innanzi tutto, occorre avere chiaro che nel litigio di coppia non c’è uno che vince e uno che perde.O si vince insieme, o si perde E si tratta di un bellissimo concetto per sottolineare l’intento positivo del confronto. La vittoria è quella che riporta nella discussione tra i due un “CLIMA DI PARITÀ”. +++SECONDA REGOLA, mai riprendere questioni del passato, storie vecchie e sepolte. Inutile divagare, ricordando “QUELLA VOLTA CHE TU…”. Rimaniamo nel contingente, affrontando il problema del momento. Più si va indietro nel tempo, più si aprono capitoli che finirebbero solo per rinnovare dolore e incomprensioni.
+++TERZA REGOLA, non litigare mai davanti ai figli. E i motivi sono fin troppi chiari. Ma neppure (QUARTA) davanti ai rispettivi genitori. Figurarsi i genitori di lei, o di lui, che prenderebbero le difese dei rispettivi figli e trasformerebbero un dialogo-confronto-litigio di coppia in una disputa tra i rispettivi sistemi familiari, con rievocazioni delle glorie passate. +++QUINTA REGOLA, quando nella discussione si dovessero perdere un po’ le staffe – vietato evocare separazione e divorzio. Non sono prospettive che aiutano a riflettere con serenità. Vietato ricorrere a parole e a gesti che contribuiscono ad aumentare il disagio del partner. Tutti noi sappiamo che ci sono riferimenti verbali o gestuali insopportabili. Se vogliamo che il litigio approdi a un esito positivo, meglio lasciar perdere le provocazioni inutili.
+++ LA SETTIMA REGOLA è di importanza decisiva. Nel corso della discussione ci si può anche accorgere di avere torto, si può comprendere che ciò di cui eravamo convinti si sta rivelando fuori bersaglio. Ebbene, con lealtà, dobbiamo riconoscerlo. Se ammettiamo che non abbiamo ragione, diciamolo. Si tratta di una scelta onesta che ha il potere di troncare il conflitto. “Se c’è stato un litigio durante la giornata, meglio andare a dormire avendo fatto Pace”. +++RISONANZE: queste ultime due righe, sono veramente preziose… È ciò che da Sacerdote ho sempre raccomandato agli sposi…ho fatto bene? che ne dite, amici? DV 3338890862 SITO www.donvincenzoalesiani.it……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
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