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A GAZA, NELLA SCUOLA DISTRUTTA DI SR. NABILA: «QUI SI MUORE DI FAME»
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LA RELIGIOSA È RIMASTA CON 650 SFOLLATI. L’area è in macerie. L’esercito vorrebbe si spostassero da lì: «Manca tutto, non c’è rimasto più niente. Se non arriva la tregua entro domenica, la gente comincerà a morire di fame, di malattie». Suor Nabila Saleh lo ha detto al Papa, con cui si collega appena può nei rari momenti di connessione funzionante, pur se sempre disturbata. Da più di 100 giorni al pontefice racconta come stanno i 650 sfollati riparati e intrappolati tra le rovine della “Rosary Sister School”, nel Nord di Gaza e poco dopo nella parrochia di Gaza.
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Gli aiuti che arrivano dal sud non bastano. Prima del conflitto entravano a Gaza 500 tir al giorno. Ieri ne sono stati fatti passare 100, ma da Sud. Nell’area settentrionale della Striscia le strade sono campi minati, sbarrate da edifici in rovina e scontri ravvicinati.
«Abbiamo finito l’acqua potabile – continua sr. Nabila, che non chiede solo aiuto, MA ANCHE DI PREGARE PERCHÉ SI SMETTA DI SPARARE -. Quando c’è la pace ci sono anche la giustizia e i diritti umani». Nel Nord le spedizioni con i beni di prima necessità sono un miraggio, ma l’esercito israeliano continua a insistere perché anche i 630 rifugiati tra le macerie della scuola cattolica, intraprendano a piedi i 30 chilometri più pericolosi del mondo.
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«LA GUERRA È UNA PAZZIA, e quello che ci chiedono di fare è una Pazzia», dice NABILA che riusciamo a contattare per pochi minuti al giorno, tra frasi interrotte, e lei che non si spazientisce e vuole far sapere. Suor Nabila, preside di una scuola che aveva oltre 1200 alunni non può spaventare di più LE FAMIGLIE CHE GUARDANO A LEI PER NON PERDERE OGNI SPERANZA.
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ABBIAMO TROVATO UN MODO PER COMUNICARE, notte e giorno, appena la connessione lo consente. Pochi secondi, e arriva una testimonianza o un breve filmato, qualche foto. Mostrano com’era la scuola prima del 7 ottobre, e come lentamente viene bersagliata quasi ogni giorno. Da Gerusalemme dicono di avere avuto un occhio di riguardo per le strutture religiose. «ERA LA SCUOLA PIÙ BELLA DI TUTTA GAZA ricorda Sr Nabila con l’orgoglio che viene da anni di sacrifici
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OGNI GIORNO CENTINAIA DI ALUNNI, LE FAMIGLIE, LA BIBLIOTECA PIÙ APPREZZATA, LE AULE PIÙ CONFORTEVOLI, gli spazi comuni più ordinati. «Per tornare come prima ci vorranno ALMENO 10 ANNI», ammette con sconforto la religiosa. SI FARÀ PRIMA A DEMOLIRE. DA SALVARE C’È POCO, DA RESTAURARE ORMAI NULLA.
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LA VERITÀ L’HA SCRITTA UN SOLDATO ISRAELIANO durante una delle irruzioni NELL’ISTITUTO RELIGIOSO, CERCANDO GLI JIHADISTI che lì non hanno mai messo piede. Poi sono arrivate altre bombe. Prima uno dei militari ha preso un pennarello…HA VOLUTO DIRE LA SUA IN INGLESE, SU UNA PARETE: «HAMAS IS RESPONSIBLE. YOU PAY THE PRICE!». La guerra di Gaza spiegata in sei parole: «HAMAS È RESPONSABILE. PAGATE LE CONSEGUENZE!».
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RISONANZE: non mi piace QUESTA ULTIMA FRASE. INVECE anche noi, come fanno le famiglie… GUARDIAMO A LEI, PER NON PERDERE OGNI SPERANZA.. E VOI CHE NE DITE, AMICI? DV 3338890862 SITO: www.donvincenzoalesiani.it ………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….
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