13 GIUGNO: MEMORIA DI S. ANTONIO DA PADOVA
- CARI AMICI, oggi festeggiamo un SANTO apparentemente molto noto, ma forse, poco CONOSCIUTO. Condivido con voi qualche PENSIERO che mi ha fatto bene… fraternamente dv
- Nel 1219 FRANCESCO D’ASSISI organizzò con i suoi frati una spedizione missionaria in MAROCCO, con l’intento di convertire i musulmani dell’AFRICA. Giunti in Africa, cinque furono uccisi … Antonio stesso riferì che il martirio di questi fratelli francescani costituì per lui la spinta all’ingresso nell’ordine del Santo d’Assisi, nel settembre 1220.
- PER ANTONIO il capitolo generale dei Francescani si rivelò un’occasione per incontrare Francesco D’assisi. Il capitolo ebbe luogo nella valle Della porziuncola dove si raccolsero 300 FRATI; si costruirono delle capanne di stuoie. Per questo fu chiamato il Capitolo Delle Stuoie.
- PREPARAZIONE TEOLOGICA: Contro le eresie Antonio, dotato di vasta cultura teologica, si sentì portato. Ebbe modo così di evidenziare come la riflessione teologica era impossibile senza SOLIDE BASI DOTTRINALI. Francesco stesso, approvò L’INIZIATIVA DI ANTONIO scrivendogli: «A FRATE ANTONIO, frate francesco augura salute. Mi piace che tu insegni teologia ai nostri fratelli, a condizione però che, a causa di tale studio, non si spenga in esso lo SPIRITO DI SANTA ORAZIONE E DEVOZIONE»
- ARRIVO A PADOVA La città aveva circa quindicimila abitanti era un grande centro di commerci e industrie. Qui Antonio decise di portare a termine la sua opera scritta “I SERMONI”, un’opera di profonda teologia, che lo farà proclamare DOTTORE DELLA CHIESA. Una folla notevole lo seguiva nelle sue prediche tanto che SI RIEMPIVANO LE CHIESE E LE PIAZZE. Tra PREDICAZIONI e lunghe ore dedicate al CONFESSIONALE spesso Antonio compiva LUNGHI DIGIUNI….sebbene per eloquenza e dottrina superasse tutti, si mostrava CORTESE in modo mirabile e governava i suoi frati con clemenza e benignità.»
· NONOSTANTE LA CARICA DI GUARDIANO: «NON sembrava affatto superiore, MA COMPAGNO DEI FRATI; voleva essere considerato uno di loro, anzi inferiore a tutti. E pensando che CRISTO LAVÒ I PIEDI AI SUOI DISCEPOLI, LAVAVA ANCHE LUI I PIEDI AI FRATI e si adoperava a tenere puliti gli utensili della cucina.» Antonio stesso nei sermoni scrisse: «LA VITA DEL PRELATO deve splendere d’intima PUREZZA, dev’essere PACIFICA, MODESTA, colma di bontà verso I BISOGNOSI. I beni di cui egli dispone, APPARTENGONO AI POVERI, E SE NON LI DONA GENEROSAMENTE È UN RAPINATORE. DEVE GOVERNARE senza parzialità, e caricare sé stesso della penitenza che toccherebbe agli altri… «Assai più vi piaccia ESSERE AMATI CHE TEMUTI. L’AMORE rende dolci le cose aspre e leggere le cose pesanti; «I FRATI, che sono ministri e servi degli altri frati, vìsitino e ammonìscano i loro fratelli e li corrèggano con umiltà e carità (…) ABBIANO IN ORRORE IL DENARO, rovina della nostra professione; sapendo di essere capo di un Ordine povero, non si permetta alcun abuso IN FATTO DI DENARO ANTONIO PREDICÒ IN FAVORE DEI POVERI E DELLE VITTIME DELL’USURA: «RAZZA MALEDETTA, sono cresciuti forti e innumerevoli sulla terra, e hanno denti di leone. L’USURAIO NON RISPETTA NÉ IL SIGNORE, NÉ GLI UOMINI; ha i denti sempre in moto, intento a rapinare e inghiottire i beni dei poveri, degli orfani e delle vedove… E GUARDA CHE MANI OSANO FARE ELEMOSINA, MANI GRONDANTI DEL SANGUE DEI POVERI. VI SONO USURAI che esercitano la loro professione di nascosto; altri apertamente, FANNO IL LORO MESTIERE ALLA LUCE DEL SOLE.» |
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- IL LINGUAGGIO della sua predicazione, era semplice e diretto: «LA NATURA CI GENERA POVERI, NUDI SI VIENE AL MONDO, NUDI SI MUORE. È STATA LA MALIZIA CHE HA CREATO I RICCHI, E CHI BRAMA DIVENTARE RICCO INCIAMPA NELLA TRAPPOLA TESA DAL DEMONIO.» La Quaresima e la predicazione avevano fiaccato Antonio…
- Venerdì 13 giugno 1231 si sentì mancare e, avendo compreso che non gli restava molto da vivere, chiese di essere riportato a PADOVA dove desiderava morire. Fu trasportato verso Padova su un CARRO agricolo trainato da buoi (i venti chilometri della strada romana oggi sono chiamati “via del Santo”. Al convento dell’Arcella i confratelli adagiarono Antonio per terra. Ricevuta l’unzione degli infermi, ascoltò i confratelli cantare l’inno mariano da lui prediletto,“O GLORIOSA DOMINA”; quindi, pronunciate, le parole VIDEO DOMINUM MEUM (VEDO IL MIO SIGNORE), morì. AVEVA… 36 ANNI.
UNA VITA COSÌ BREVE MA COSÌ… PIENA DI DIO E DI AMORE AI FRATELLI. CHE IMPRESSIONE CI FA?——————————————————————————————————————————————————————————————————————————————-DV 3338890862 SITO: www.donvincenzoalesiani.it
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