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FESTA DELL’IMMACOLATA… COL CUORE DI MARIA
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CUORE DISPONIBILE Lc 1,38 Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto
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CUORE SOLLECITO Lc 1,39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussulto nel grembo.
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CUORE CONTEMPLATIVO Lc 51s Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Parti dunque con loro e torno a Nazareth …E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini
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CUORE GRATO Lc 1,46s Maria disse: ” L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
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CUORE TRAFITTO DAL DOLORE Lc 2,34 Simeone parlò a Maria, sua madre: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. A te una spada trafiggerà l’anima
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CUORE FEDELE AI PIEDI DELLA CROCE Gv 19,25 Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala.
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CUORE DI MADRE VERSO TUTTI 19,26s Gesù vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E il discepolo la prese nella sua casa
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CUORE PIENO DI SPIRITO SANTO Atti 1,14; 2,4 Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù. E essi furono tutti pieni di Spirito Santo
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DANTE ALIGHIERI PARADISO C. XXIII
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«VERGINE MADRE, FIGLIA DEL TUO FIGLIO,
UMILE E ALTA PIÙ CHE CREATURA,
TERMINE FISSO D’ETERNO CONSIGLIO,
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TU SE’ COLEI CHE L’UMANA NATURA
NOBILITASTI SÌ, CHE ‘L SUO FATTORE
NON DISDEGNÒ DI FARSI SUA FATTURA.
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NEL VENTRE TUO SI RACCESE L’AMORE
PER LO CUI CALDO NE L’ETERNA PACE
COSÌ È GERMINATO QUESTO FIORE.
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QUI SE’ A NOI MERIDÏANA FACE
DI CARITATE, E GIUSO, INTRA I MORTALI,
SE’ DI SPERANZA FONTANA VIVACE.
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DONNA, SE’ TANTO GRANDE E TANTO VALI,
CHE QUAL VUOL GRAZIA ED A TE NON RICORRE,
SUA DISÏANZA VUOL VOLAR SANZ’ALI.
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LA TUA BENIGNITÀ NON PUR SOCCORRE
A CHI DOMANDA, MA MOLTE FÏATE
LIBERAMENTE AL DIMANDAR PRECORRE.
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IN TE MISERICORDIA, IN TE PIETATE,
IN TE MANIFICIENZA, IN TE S’ADUNA
QUANTUNQUE IN CREATURA È DI BONTATE».
LA MADRE (Ungaretti)
- E il cuore quando d’un ultimo battito Avrà fatto cadere il muro d’ombra, Per condurmi, Madre, sino al Signore, Come una volta mi darai la mano. IN GINOCCHIO, DECISA, Sarai una statua di fronte all’Eterno, Come già ti vedeva Quando eri ancora in vita. Alzerai tremante le vecchie braccia, come quando spirasti dicendo: MIO DIO, ECCOMI. E solo quando m’avrà perdonato, Ti verrà desiderio di guardarmi. Ricorderai d’avermi atteso tanto, E AVRAI NEGLI OCCHI UN RAPIDO SOSPIRO.
N’AVE MARIA (Trilussa)
Quand’ero ragazzino, mamma mia me diceva: “Ricordati fijolo, quando te senti veramente solo TU PROVA A RECITÀ N’ AVE MARIA l’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe’ maggia”. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato; da un pezzo s’è addormita la vecchietta, MA QUER CONSIJO NUN L’HO MAI SCORDATO. Come me sento veramente solo io prego la Madonna benedetta E L’ANIMA DA SOLA PIJA ER VOLO!
DON ORIONE IN PREGHIERA
AL SANTUARIO DELLA “GUARDIA”
- Sono un povero pellegrino che cerco luce e amore: vengo al Santuario col rosario in mano. Vengo a cercarle luce e amore di Dio e delle anime! Vengo a Lei per non perdermi, dopo esser passat tra profondità, abissi, oscurità di spirito… Vengo a Lei e sento sopra di me un’alta pace che si libra: vedo il suo manto distendersi su tutte le tempeste e una serenità inoffuscabile mi avvolge e penetra. E in questa luce inebriante mi spoglio dell’uomo vecchio e amo. –DV 3338890862……SITO:…….www.donvincenzoalesiani.it ++++++++++
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LA MADRE – P. Neruda
La Madre, eccola che arriva con zoccoli di legno.
Ieri notte soffiò il vento del polo,
si sfondaronoi tetti, crollarono i muri e i ponti,
l’intera notte ringhiò con i suoi puma,
ed ora, nel mattino del sole freddo,
arriva la mia Madre,
signora Trinidad Marverde,
dolce come la timida freschezza
del sole delle terre tempestose,
LANTERNINA MINUTA che si spegne
e si riaccende
perché tutti distinguano il sentiero.
Oh, dolce Madre
– mai avrei potuto dire matrigna –
ora la mia bocca trema a definirti,
perché appena fui in grado di capire
vidi la BONTA’ VESTITA DI STRACCI SCURI,
LA SANTITA’ PIU’ UTILE:
QUELLA DELL’ACQUA E DELLA FARINA,
e questo fosti:
e LI’…TI CONSUMAMMO
nei lunghi inverni desolati
con la pioggia che grondava dentro la casa
e la tua UBIQUA UMILTA’
sgranava l’aspro cereale della miseria…
come se andasse spartendo
un fiume di diamanti!
Ahi, mamma, come avrei potuto
vivere senza ricordarti ad ogni mio istante?
Non è possibile.
Io porto il tuo Marverde nel mio sangue,
il cognome di quelle DOLCI MANI
CHE RITAGLIARONO DA UN SACCO DI FARINA
LE BRAGHETTE DELLA MIA INFANZIA,
colei che cucinò, stirò, lavò,
seminò, calmò la febbre,
e, QUANDO EBBE FATTO TUTTO
ed io ormai potevo
reggermi saldamente sulle mie gambe,
SI RITIRO’,CORTESE, SCHIVA,
NELLA PICCOLA BARA
dove
PER LA PRIMA VOLTA
SE NE RIMASE OZIOSA
sotto la dura pioggia di Temuco.