- 11 NOVEMBRE S. MARTINO CENNI BIOGRAFICI : nato da genitori pagani in Pannonia, nel territorio dell’odierna Ungheria, e chiamato al servizio militare in Francia, quando era ancora catecumeno COPRÌ CON IL SUO MANTELLO CRISTO CELATO NELLE SEMBIANZE DI UN POVERO. Ricevuto il battesimo, lasciò le armi e condusse vita monastica in un cenobio da lui stesso fondato, sotto la guida di sant’Ilario di Poitiers. Ordinato infine sacerdote ed eletto vescovo di Tours, manifestò in sé il modello del BUON PASTORE, fondando altri monasteri e parrocchie, istruendo e riconciliando il clero ed evangelizzando i contadini, finché a Candes fece ritorno al Signore.
- MARTINO POVERO E UMILE Dalle «Lettere» di Sulpicio Severo
- Martino previde molto tempo prima il giorno della sua morte. Avvertì quindi i fratelli che presto avrebbe cessato di vivere. Nel frattempo un caso di particolare gravità lo chiamò a visitare la diocesi di Candes. I chierici di quella chiesa non andavano d’accordo e Martino, sapendo che ben poco gli restava da vivere, desiderando di ristabilire la pace, non ricusò di mettersi in viaggio per una così nobile causa. Pensava che se fosse riuscito a rimettere l’armonia in quella Chiesa AVREBBE DEGNAMENTE CORONATO LA SUA VITA. Si trattenne quindi per qualche tempo in quel villaggio dove si era recato finchè la pace non fu ristabilita. Ma quando già pensava di far ritorno al monastero, sentì che le forze del corpo lo abbandonavano.
- Chiamati a sé i fratelli, li avvertì della morte ormai imminente. Tutti si rattristarono grandemente, e tra le lacrime, come se fosse uno solo a parlare, dicevano: «Perché, o Padre, ci abbandoni? Lupi rapaci assaliranno il tuo gregge e chi ci difenderà dai loro morsi, una volta colpito il pastore? SAPPIAMO BENE CHE TU DESIDERI DI ESSERE CON CRISTO; ma il tuo premio è al sicuro. Muoviti A Compassione di coloro che lasci quaggiù». Commosso da queste lacrime, egli che, ricco dello spirito di Dio, si muoveva sempre facilmente a compassione, si associò al loro pianto e, rivolgendosi al Signore, così parlò dinanzi a quelli che piangevano: SIGNORE, SE SONO ANCORA NECESSARIO AL TUO POPOLO, NON RICUSO LA FATICA: SIA FATTA LA TUA VOLONTÀ. O uomo grande oltre ogni dire, invitto nella fatica, invincibile di fronte alla morte! NON EBBE PAURA DI MORIRE E NON SI RIFIUTÒ DI VIVERE. Intanto sempre rivolto con gli occhi e con le mani al cielo, non rallentava l’intensità della sua preghiera. I sacerdoti, lo pregavano di sollevare un poco il suo povero corpo mettendosi di fianco. Egli però rispose: LASCIATE, FRATELLI, LASCIATE CHE IO GUARDI IL CIELO, piuttosto che la terra, perché il mio spirito, CHE STA PER SALIRE AL SIGNORE, SI TROVI GIÀ SUL RETTO CAMMINO. Detto questo si accorse che il diavolo gli stava vicino. Gli disse allora: Che fai qui, bestia sanguinaria? Non troverai nulla in me, sciagurato! IL SENO DI ABRAMO MI ACCOGLIE. Nel dire queste parole RESE LA SUA ANIMA A DIO. MARTINO POVERO E UMILE ENTRA RICCO IN PARADISO.
- Cari amici, ormai avete capito… ci sono date che aspetto con gioia perché mi ricordano pagine splendide di spiritualità cristiana. Una di queste è sicuramente LA FESTA DI S. MARTINO...Quanto vorrei anche io vivere e …morire così!! Che ve ne pare, amici?…
———————————–donalesiani@gmail.com – sito: www.donvincenzoalesiani.it