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LA MINISTRA. ROCCELLA: LAVORERÒ PERCHÉ LE DONNE SIANO LIBERE DI DIVENTARE MADRI Angelo Picariello martedì 25 ottobre 2022
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CHI CONOSCE EUGENIA ROCCELLA SA che è donna amante del dialogo, che preferisce parlare di questioni concrete, più che di ideologia. E tuttavia la sua nomina è stata accostata a un’idea di “oscurantismo” omofobo e bigotto. «Vedo una ostilità preconcetta in certe prese di posizione. La mia storia dice altro – rivendica -, è una storia di laicità, sempre dalla parte delle donne».
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PERCHÉ GIORGIA MELONI HA PENSATO A LEI? Non mi aspettavo la nomina, ma penso che mi abbia voluta nel governo proprio perché conosce il mio impegno per le donne, e penso che politicamente e a livello personale, è un tema che le sta a cuore.
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SE TUTTI PARLANO DI INVERNO DEMOGRAFICO, perché tanto scalpore se si mettono insieme il sostegno alla famiglia e la lotta alla denatalità? Tutti ormai sanno che la denatalità è un problema enorme, che provoca squilibri e impedisce di crescere economicamente
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COME CONTRASTARE L’INVERNO DEMOGRAFICO? Io penso che esso nasca da una mancanza di libertà femminile, di pari opportunità, come Mattarella ha intuito quando ha suggerito l’accorpamento delle pari opportunità con la famiglia.
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OGGI LE DONNE NON SONO LIBERE di essere madri e di seguire le proprie ambizioni, spesso sono messe di fronte a scelte che escludono una delle due opzioni.
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LA SUA NOMINA È UNA MINACCIA AI DIRITTI DELLE COPPIE OMOSESSUALI? Non credo ci sia un vero timore per i diritti, né per la mia nomina né per l’attività del governo. Molti di quelli che mi attaccano sono in perfetta malafede, perché sanno benissimo che la mia storia personale (vengo da una famiglia laica e radicale) mi impedisce di essere omofoba In questi attacchi c’è molto antifemminismo e anticattolicesimo che è l’esatto contrario della laicità.
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LEI HA CHIARITO CHE L’ABORTO, resta un dramma, da prevenire. Esiste un livello in cui tale prevenzione, può interagire con la lotta alla denatalità? Esaminando i dati mi sembra che le due cose siano distinte. Le Nazioni in cui c’è un tasso di natalità più alto del nostro, hanno in parallelo un tasso di abortività superiore: insomma, in genere il rapporto tra le nascite e gli aborti è sempre lo stesso. L’applicazione della legge 194 è un problema di equità sociale: se non sappiamo sostenere le maternità difficili accettiamo il fatto che i figli siano un privilegio, che solo chi ha i mezzi li possa fare. Se una donna ha difficoltà economiche ma il figlio lo vuole tenere, mi sembra assurdo e incivile che non la si aiuti a realizzare il suo desiderio di maternità
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RISONANZE: mi pare che le idee sono buone. Se Son Rose…fioriranno ! Che ne dite, amici? Stiamo a vedere ———————————————————————–donalesiani@gmail.com SITO: www.donvincenzoalesiani.it
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