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DETENUTI DI 35 CARCERI AL LAVORO NEI CANTIERI POST SISMA DEL CENTRO ITALIA
- SIGLATO IL PROTOCOLLO tra la Conferenza Episcopale Italiana e il Ministero della Giustizia. Zuppi: «Un passo importante sulla strada della responsabilità comune”
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IL CENTRO ITALIA FERITO DAL TERREMOTO del 2016 sarà ricostruito grazie al lavoro delle persone detenute in 35 istituti sparsi in 10 province delle regioni Abruzzo, Lazio, Molise, Marche e Umbria. È quanto previsto dal Protocollo d’intesa siglato 19 ottobre, nella sede del Ministero della Giustizia.
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IL PROTOCOLLO D’INTESA: il lavoro come strumento di reinserimento sociale. Le persone detenute parteciperanno ai lavori di 000 opere di ricostruzione e 2.000 chiese danneggiate dalle scosse di 6 anni fa. «Il Protocollo rappresenta un passo importante sulla strada della responsabilità comune», ha detto il presidente Cei M. Zuppi. La Cei promuoverà, presso le imprese impegnate nella ricostruzione degli edifici di culto, l’utilizzo di manodopera da parte dei detenuti valutati idonei. «Se vogliamo che il carcere non sia solo punitivo ma soprattutto redentivo, dobbiamo smettere di pensarlo come una realtà emarginata. Dare ai detenuti la possibilità di lavorare è un modo per farli sentire PARTE DELLA COMUNITÀ, per dare loro una prospettiva di futuro e un’alternativa valida per non tornare a delinquere una volta scontata la pena.
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IL FATTO CHE SIANO IMPEGNATI in cantieri per la ricostruzione, pubblica e religiosa, è poi un segno di speranza e incoraggiamento a costruire INSIEME IL NOSTRO DOMANI»
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L’OBIETTIVO DEL PROTOCOLLO è quello di aumentare le opportunità di lavoro, strumento indispensabile per il reinserimento sociale, di chi sta scontando una pena detentiva in 35 Istituti del centro Italia. «RICOSTRUIRE GLI EDIFICI, PER RICOSTRUIRE LE PROPRIE VITE e sentirsi parte della comunità» le parole della ministra della Giustizia Cartabia che attribuisce «un fortissimo significato simbolico» al protocollo Attraverso il lavoro, il tempo della detenzione si orienta verso l’obiettivo della rieducazione e reinserimento sociale».
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IL NUMERO DEI DETENUTI COINVOLTI dipenderà dal dai cantieri individuati. Le modalità di inserimento lavorativo verranno definite in base ai profili dei detenuti e alle esigenze delle aziende. Merito di un accordo «denso di significati», ha detto il commissario Legnini: «Consentire ai detenuti di lavorare nei cantieri pubblici e di ricostruzione delle chiese nell’enorme cratere del centro Italia,rappresenta una bella opportunità per inverare il principio della funzione rieducativa della pena
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AL COMMISSARIO LEGNINI spetterà la funzione di raccordo delle attività, mentre l’Amministrazione Penitenziaria individuerà gli idonei e favorirà il loro inserimento in cantieri vicini alle strutture detentive. «Questo protocollo rafforza la collaborazione avviata 10 anni fa con il Ministero della Giustizia sul tema dei lavori di pubblica utilità: abbiamo dato vita ad un programma per attività lavorative extramurarie dei detenuti attraverso progetti concreti a favore delle comunità locali».
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«È UN’OPPORTUNITA’ SIGNIFICATIVA per i detenuti di impegnarsi nei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016», ha aggiunto Bianco parlando di «UNA DUPLICE RICOSTRUZIONE» : Quella della «vita dei detenuti su un percorso di riabilitazione e di quei territori, in favore delle comunità locali.
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GLI AMMINISTRATORI LOCALI sanno bene che il carcere dev’essere un luogo dove scontare la pena, ma anche una occasione di recupero e reinserimento nella nostra società»
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RISONANZE: finalmente qualcosa di VERAMENTE UTILE sul piano della ricostruzione dei MURI E…DELLE PERSONE. Sincere congratulazioni Che ne dite, amici?———————————————————– donalesiani@gmail.com SITO: www.donvincenzoalesiani.it
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Forse sembrerà “fuori dal contesto” di questa significativa pagina… appena letta sopra;
eppure sento che questo salmo c’entra e riguardi nel profondo “la sostanza” della pagina..
Mi permetto di trascriverlo… e comunque, se non c’entrasse, è sempre un salmo che fa tanto bene,
uno tra i miei PREFERITI:
Salmo 62
O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, *
di te ha sete l’anima mia,
a te anela la mia carne, *
come terra deserta, arida, senz’acqua.
Così nel santuario ti ho cercato, *
per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
Poiché la tua grazia vale più della vita, *
le mie labbra diranno la tua lode.
Così ti benedirò finché io viva, *
nel tuo nome alzerò le mie mani.
Mi sazierò come a lauto convito, *
e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.
Nel mio giaciglio di te mi ricordo, *
penso a te nelle veglie notturne,
tu sei stato il mio aiuto; *
esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
A te si stringe *
l’anima mia.
La forza della tua destra *
mi sostiene.