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S U I C I D I … «ECCO I SEGNALI DA COGLIERE» Viviana Daloiso lunedì 5 settembre 2022
- La fine di Alessandro, il 13enne suicida per colpa dei bulli, riapre la ferita del disagio giovanile.
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NON È UNA SORPRESA, l’abisso di disperazione e di disagio in cui sono sprofondati i nostri adolescenti. La pandemia, col suo carico di solitudine forzata, in quel buco nero ha scavato trasformandolo in una condizione esistenziale senza via d’uscita per molti ragazzi: insonnia, anoressia o bulimia, autolesionismo.
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CHISSÀ QUANTI COME ALESSANDRO, il 13enne di Gragnano morto suicida, non sanno reagire e diventano vittime di quelli che – per lo stesso disagio – si trasformano in predatori dei propri coetanei, “BULLI” come siamo abituati a chiamarli.
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UNA CONTA ha provato a farla TELEFONO AMICO: una voce dall’altro capo della cornetta per rispondere a chi ha bisogno d’aiuto. Ebbene, nel 2021 le chiamate di persone attraversate dal pensiero del suicidio sono state quasi 6mila: oltre il 55% rispetto al 2020…
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E IL 28% HANNO VISTO COME PROTAGONISTI GIOVANI SOTTO I 25 ANNI insoddisfatti della propria vita in una condizione di scarso benessere psicologico. Filo conduttore comune, il ruolo delle NUOVE TECNOLOGIE, in particolare di SMARTPHONE E SOCIAL NETWORK.
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ARRIVARE PRIMA DI UN SUICIDIO SI PUÒ. Elementi premonitori sono stati analizzati e ci permettono il riconoscimento precoce dei SOGGETTI A RISCHIO ma non basta. Servono formazione e informazione, soprattutto con gli adolescenti».
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PROFESSORE, QUALI SONO QUESTI SEGNALI?
Innanzitutto andrebbe sempre prestata grande attenzione alle comunicazioni verbali: FRASI COME «MOLLO TUTTO» o «A CHE SERVE VIVERE» o «NON CE LA FACCIO PIÙ» non dovrebbero essere mai sottovalutate.
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IL SONNO È UN’ALTRA SPIA da tenere sotto controllo: l’agitazione notturna e l’insonnia sono sintomi di una situazione di disagio.
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CAMBIAMENTI DI UMORE (da fasi di sofferenza ad altre di grande sollievo…),
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GESTI DIROMPENTI (la rinuncia a un oggetto a cui si teneva tanto… mettere a posto le proprie cose )
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SI RIFERISCE AI GENITORI, IN QUESTI CASI?
Non solo. La prevenzione è uno sforzo congiunto, da compiere tutti insieme: famiglia, amici, insegnanti, medici. E per arrivare prima servono formazione e informazione: nel nostro Paese si parla ancora troppo poco di suicidio, il tema viene considerato tabù. Invece bisognerebbe farlo a cominciare dalla scuola, e proprio dai ragazzi: dobbiamo parlare a loro di cosa può accadere, nella mente, quando ci si trova in un tunnel senza uscita; dobbiamo insegnare loro a reagire, a parlare, anche quando in questo tunnel vedono entrare i loro coetanei.
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LA DOMANDA:«Hai mai pensato di TOGLIERTI LA VITA?» andrebbe posta senza troppi problemi e senza esitazione, senza ritardo.
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CHE IMPATTO HANNO SUL FENOMENO I SOCIAL?
Dal cyberspace i nostri ragazzi vengono impadroniti, all’improvviso… In rete ogni cosa viene amplificata ed enfatizzata. Servirebbe formazione anche per questo: sono convinto che L’IDEA DI UN PATENTINO PER L’USO DELLO SMARTPHONE e delle nuove tecnologie andrebbe messa in pratica quanto prima…
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RISONANZE: sono convinto che anche voi, come me, siate rimasti impressionati dall’urgenza e serieta’ di QUESTO TEMA… e poi questa idea di un “ PATENTINO”… MICA MALE? Che ne dite amici? …………………………………………. donalesiani@gmail.com ……………….. SITO: www.donvincenzoalesiani.it
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