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AMBULANTE UCCISO. IN SILENZIO… PER DIRE NO AL MALE E ALL’ODIO Diego Motta sabato 30 luglio 2022
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L’ARCIVESCOVO DI FERMO riflette sul delitto del disabile che ha scosso l’Italia. SARA’ IL SILENZIO a far parlare le coscienze. L’arcivescovo è preoccupato da quella che chiama «L’AGGRESSIVITÀ LATENTE» che pervade le comunità. «Non solo a Civitanova» dice.
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LA MORTE VIOLENTA DI ALIKA, l’indifferenza di chi ha filmato tutto senza muovere un dito sono «FERITE DEL CUORE. AL posto dell’omelia, durante la Messa domenicale, lasceremo alcuni minuti di RIFLESSIONE SENZA PAROLE. Nessuna forma di violenza può avere cittadinanza. Pregheremo per LA VITTIMA E ANCHE PER L’AGGRESSORE »
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COME HA REAGITO, appena ha saputo della notizia? Ho pensato: Non è possibile che questo accada, non è possibile assuefarsi a tutto questo. Poi mi sono detto che occorreva guardare dentro questa violenza. Sarà la Parola di Dio a indicarci la strada, durante le celebrazioni
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C’È UN BRANO DI VANGELO A CUI ISPIRARSI?
La Parabola del grano e della zizzania. È un testo che ci insegna a sopportare il male, ma anche a vedere il male dentro di noi. Farò di tutto per difendere il mio territorio DALLE ACCUSE DI RAZZISMO. Non vedo sentimenti crescenti di discriminazione, in una comunità cristiana che resta impegnata nella tolleranza e nell’accoglienza dello straniero. Semmai, ciò che preoccupa è LA PAURA DEL DIVERSO. Nel nostro grande centro Caritas, che dà ospitalità a tanti irregolari, sono arrivati tanti racconti di persone che si sentono espulse dalla società. Non sappiamo più ACCETTARCI per quello che siamo: POVERI, RICCHI, ITALIANI, STRANIERI.
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È LA CULTURA DELLO SCARTO, di cui parla Papa Francesco? È la pretesa di dover dominare sull’altro, che porta poi a farsi giustizia da sè. C’è una difficoltà che abbiamo sempre di più nel concepire che ci sia qualcuno di differente da noi, nell’accettare CHI NON E’ COME NOI. Come comunità e come cristiani, dobbiamo poter dire che ciò che accade ci interessa e ci riguarda. Come questa morte, drammaticamente, ci insegna.
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COSA PENSA DELLA FOLLA,DISTANTE E INDIFFERENTE? Non giudico, ma conosco bene l’impulso di riprendere ciò che accade, senza alcun filtro etico. E poi, mi preoccupa la violenza a tutti i livelli, soprattutto quella giovanile, l’abitudine di DARSI APPUNTAMENTO nelle piazze per risse, per scontri fisici e verbali. Usano i social per questo e si fa una gran fatica ad alzare con loro il livello del discorso. INVECE DOVREMMO CHIEDERCI: QUEL CHE ACCADE INTORNO A ME COSA PUÒ INSEGNARMI?
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RISONANZE: ECCO LA DOMANDA seria e necessaria che ci fa Il Vescovo: QUEL CHE ACCADE INTORNO A ME COSA PUÒ INSEGNARMI? Che possiamo rispondere, amici? …………………………………………donalesiani@gmail.com
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