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«SONO UN RAGAZZO FORTUNATO: A CASA SIAMO IN… 30».
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GENTILE DIRETTORE, MI CHIAMO MATTEO, ho 11 anni e da quando ne avevo 3 vivo all’estero con mamma e papà che hanno dato vita a una CASA FAMIGLIA. Mi ritengo uno dei ragazzi più fortunati al mondo, perché questa “avventura” mi ha aiutato a capire quanto duro può essere il mondo e mi ha reso più gentile nei confronti delle persone. In tanti mi chiedono perché sono venuto in Grecia.
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IL MOTIVO È CHE I MIEI GENITORI, PRIMA DI AVERE FIGLI, sono entrati in un’associazione che opera anche nelle missioni. Don Oreste Benzi, il fondatore di questa associazione, l’ha creata anni fa per aiutare I POVERI DEL MONDO. I MIEI GENITORI LI ACCOLGONO. Tutti quelli che vengono a vivere con noi si portano dietro una storia. A volte mamma e papà non ci lasciano ascoltare perché potrebbe essere troppo dura. IO PERÒ ASCOLTO SPESSO DI NASCOSTO. Alcuni vengono dall’Afghanistan, altri hanno passato cose molto spaventose e brutte, vorrei dirle ma è meglio di no perché sono troppo personali. Questo mi ha aiutato a capire la cattiveria del mondo, ma anche l’amore che ha da offrire. Molti mi chiedono quanti siamo in casa. DOVREMMO ESSERE IN 5 (CON I GENITORI), MA SIAMO IN 30, TRA CASA FAMIGLIA E FAMIGLIE ACCOLTE.
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MI SENTO DAVVERO uno dei ragazzi più fortunati al mondo, perché è bellissimo, straordinario sentire lingue straniere, vedere persone distrutte passare del tempo bello e abbracciare persone che davvero ne hanno bisogno. In tanti prendono in giro le persone con cui vivo, ma questo è solo perché non le conoscono bene. IO CHE LE CONOSCO BENE POSSO DIRE CHE AMANO, VIVONO, MANGIANO, DORMONO e hanno la voglia di esplorare il mondo come noi, perché proprio come noi sono umani. Matteo
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RISONANZE DEL DIRETTORE E…NOSTRE: Sì, sei un ragazzo davvero fortunato, caro Matteo. Conosco la scelta di vita cristiana e l’impegno umano di tua mamma e di tuo papà. E sono certo che la bellissima lettera che mi hai fatto avere possa parlare a tanti, perché con quel che scrivi aiuti a vedere l’«albero dalla parte dei frutti». I frutti che sempre sono i figli …
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C’È CHI PENSA CHE SIA UNA COSA DA SOGNATORI “fare la pace” come hanno scelto di farla i tuoi genitori, crescendo te e i tuoi fratelli nell’esperienza di una FRATERNITÀ PIÙ GRANDE (perché gli altri fratelli e le altre sorelle che accogliete e con cui condividete tutto hanno nomi, volti, storie, culture d’origine, fedi, ferite e speranze che li rendono speciali pur essendo in tutto e per tutto simili a voi e a noi tutti…
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QUALCUNO (MT 5,38-48) CE L’HA SPIEGATO UNA VOLTA PER TUTTE CHE RISPONDERE AL MALE COL IL BENE È IL “METODO” DELLA RIVOLUZIONE di cui possiamo e dobbiamo essere capaci. Se invece prendiamo la parte delle vittime con decisione, senza riserve e senza paure, facciamo la pace e non permettiamo che si allarghi un deserto d’odio, di sospetto, di lutti e di macerie.
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GRAZIE, CARO MATTEO. Ti auguro ancora tanta di questa “fortuna” che ti fa felice e ti sta facendo grande. Stai imparando l’arte dell’incontro, cioè ad ascoltare con rispetto e ad abbracciare la tua vita e quella degli altri. TU, ASCOLTA SEMPRE MAMMA E PAPÀ e abbracciali da parte mia e nostra.
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… E NOI SENTIAMO UN PO’ di SANTA INVIDIA per questo bambino che ha avuto la fortuna…LA “GRAZIA” DI AVERE DUE GENITORI COSI… CHE NE DITE, AMICI? …………………donalesiani@gmai.com
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