CARI AMICI, dopo una lunga pausa di SILENZIO per motivi di salute…
avvicinandosi l’ultima Domenica del mese dedicata al RITIRO SPIRITUALE, ho pensato di inviarvi qualcosa come preparazione alla DOMENICA e poi, in un secondo momento, UNA RIELABORAZIONE ON LINE della SAMARITANA ... rimandando il ritiro al mese di MARZO IN PREPARAZIONE ALLA PASQUA. Sono certo che capite e mi…perdonate. dv
VIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO C)
- DALLA PRIMA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO AI CORÌNZI (1Cor 15,54-58) Fratelli, quando questo corpo corruttibile si sarà vestito d’incorruttibilità e questo corpo mortale d’immortalità, si compirà la parola della Scrittura: «La morte è stata inghiottita nella vittoria. DOV’È, O MORTE, LA TUA VITTORIA? Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?» . Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge. Siano rese grazie a Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo! Perciò, fratelli miei carissimi, rimanete saldi nell’opera del Signore, sapendo che la vostra fatica non è vana nel Signore.
- + ALLELUIA, ALLELUIA. Risplendete come astri nel mondo,
tenendo salda la parola di vita. Alleluia. - + DAL VANGELO SECONDO LUCA (Lc 6,39-45) In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello. Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d’altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».
- RIFLETTIAMO: cari amici, prima o poi la sofferenza …arriva! In quei momenti, dove possiamo trovare un MESSAGGIO DI SPERANZA e di FORZA PER NOI?…
- ECCOLO TUTTO in queste poche righe della lettera di S. Paolo: “DOV’È, O MORTE, LA TUA VITTORIA? SIANO RESE GRAZIE A DIO, CHE CI DÀ LA VITTORIA PER MEZZO DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO!” GRAZIE, GRAZIE, SIGNORE GESÙ!!!
- MA OGGI 23 FEBBRAIO 2022 POSSIAMO GUARDARE ALL’ESEMPIO DI INCREDIBILE FORTEZZA DI S. POLICARPO MARTIRE. «LETTERA DELLA CHIESA DI SMIRNE SUL MARTIRIO DI SAN POLICARPO»
- “Quando il rogo fu pronto, Policarpo si spogliò di tutte le vesti… Ma quando stavano per configgerlo con i chiodi disse: «Lasciatemi così: PERCHÉ COLUI CHE MI DÀ LA GRAZIA DI SOPPORTARE IL FUOCO MI CONCEDERÀ ANCHE DI RIMANERE IMMOBILE SUL ROGO SENZA LA VOSTRA PRECAUZIONE DEI CHIODI». Quelli allora non lo confissero con i chiodi, ma lo legarono.
- Egli dunque, con le mani dietro la schiena e legato, come un bell’ariete scelto da un gregge numeroso, quale vittima accetta a Dio preparata per il sacrificio, levando gli occhi al cielo disse: «SIGNORE, DIO ONNIPOTENTE, PADRE DEL TUO DILETTO E BENEDETTO FIGLIO GESÙ CRISTO, per mezzo del quale ti abbiamo conosciuto; io ti benedico perché mi hai stimato degno in questo giorno e in quest’ora di partecipare, con tutti i martiri, AL CALICE DEL TUO CRISTO, PER LA RISURREZIONE DELL’ANIMA E DEL CORPO NELLA VITA ETERNA…POSSA IO OGGI ESSERE ACCOLTO CON ESSI AL TUO COSPETTO QUALE SACRIFICIO RICCO E GRADITO… Per questo e per tutte le cose io ti lodo, ti benedico, ti glorifico insieme con l’eterno e celeste sacerdote Gesù Cristo, tuo diletto Figlio, per mezzo del quale a te e allo Spirito Santo sia gloria ora e nei secoli futuri. Amen». Dopo pronunciato l’Amen e finito di pregare, gli addetti al rogo accesero il fuoco.
- LEVATASI UNA GRANDE FIAMMATA, NOI, VEDEMMO ALLORA UN MIRACOLO E SIAMO STATI CONSERVATI IN VITA PER ANNUNZIARE AGLI ALTRI LE COSE CHE ACCADDERO. Il fuoco si dispose a forma di arco a volta come la vela di una nave gonfiata dal vento e avvolse il corpo del martire come una parete. Il corpo stava al centro di essa, ma non sembrava carne che bruciasse, bensì pane cotto oppure oro e argento reso incandescente. E NOI SENTIMMO TANTA SOAVITÀ DI PROFUMO, COME DI INCENSO O DI QUALCHE ALTRO AROMA PREZIOSO.
- RISONANZE: davanti al dolore io mi sento tanto fragile e incapace... e allora mi viene solo una domanda: ma dove trovavano questa forza i santi martiri e anche tanti “martiri” di oggi magari della “porta accanto”… ? E voi amici, come vi sentite su questo tema cruciale della vita?
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la prova è sempre un mistero, non possiamo mai presupporre di essere forti in previsione di essa, possiamo però rendere forte e salda la nostra fede. la fede non è una semplice asserzione, è essere radicati in Cristo, il quale non a prezzo di cose corruttibili ci ha salvati, ma nella prova più tremenda. essere fatti degni della prova, è una grazia, perché colo nello Spirito santo noi possiamo trovare giusta la prova, degna di essere sopportata e soprattutto preziosa da offrire a Dio per il bene comune. le parole di san Policarpo sono un esempio meraviglioso di fede, chi lo fece stare intrepido nella prova? la fede, l’esempio di Colui nel quale Policarpo ha riposto la fiducia. i primi cristiani erano coscienti del valore del dolore, della prova, del fatto che potevano essere chiamati al martirio. martirio che non vuol dire altro che: testimoni credibili; é questo che vuol dire essere martiri. allora non dobbiamo chiederci se ne saremmo capaci, perché umanamente la prova è dura da accettare, la nostra umanità si ribella, ma nel momento della prova il cristiano è in Cristo, Colui che ha vinto la prova e ne ha riportato la vittoria, proprio come san Policarpo. queste cose riguardano forse solo coloro che vissero in quei tempi lontani? non penso, penso che questo è il cammino giusto per essere veri cristiani nel tempo odierno. molte volte sono stata sotto la prova, l’aiuto non mi è mancato, il dolore non mi è stato risparmiato, ma nel dolore ho avuto la consolazione e con la consolazione la grazia di offrire quel dolore. non parlo perché sono senza la prova, mia figlia di quarantasette anni è malata di cancro, ha già subito una prima operazione due anni fa, due anni passati sotto chemio e ora ci dicono che il cancro non è sconfitto, è più forte di prima. Può una madre accettare tutto questo strazio? no, umanamente non lo può, ma il Signore è giusto, mi ha fatto sperimentare la Sua Giustizia, Egli tutto compie bene. allora cosa devo dirgli, cosa devo imputargli? nulla, nulla proprio perché Lui tutto volge al bene, la mia preghiera è per avere la forza nella prova, perché umanamente è dura, ma Lui non è avaro nel consolare chi gli si rivolge con umiltà e fede. Non dobbiamo avere paura della prova, dobbiamo avere paura di confidare in noi e non in Lui. Tutto posso in Colui che mi dà la forza; diceva san Paolo, non vale solo per Lui, vale anche per noi. non dobbiamo avere paura della morte, ma del peccato, nel peccato stà la morte e se realmente crediamo che Cristo ha vinto il peccato e la morte, noi non abbiamo più paura, l’unico timore è nella fede, senza la fede noi siamo in balia di noi stessi e delle nostre povertà.