MINISTRO PAKISTANO PER LE MINORANZE RELIGIOSE UCCISO IL 2 MARZO 2011
- ANDREA RICCARDI LO HA CONOSCIUTO COSÌ…
- “HO CONOSCIUTO BHATTI. Il ministro per la difesa delle Minoranze era venuto a Roma nel settembre del 2010 per incontri importanti, tra cui l’udienza con Benedetto XVI. Colpiva per la serenità e il coraggio. Non aveva l’aria dell’eroe o del protagonista. Avrei dovuto incontrarlo di nuovo in Pakistan. Poi, all’improvviso, il 2 marzo del 2011, mi fermò la tragica notizia: l’attentato, in pieno giorno, nel cuore di Islamabad. Siamo stati amici e commensali di Bhatti. Lo ricordo a cena, a Sant’Egidio, la sera dell’11 settembre 2010, dopo una preghiera in memoria delle vittime dell’attentato alle Torri Gemelle.
- BHATTI È MORTO PER UNA CAUSA: liberare i cristiani del Pakistan dalla paura, dall’umiliazione senza mai cercare lo scontro…In questo senso, per le sue battaglie civili, Shahbaz ci ricorda Martin Luther King, assassinato nel 1968, proprio l’anno in cui Bhatti era nato.
- BHATTI ERA UN CRISTIANO INNAMORATO DEL SUO PAESE. Nonostante le minacce concrete alla sua persona, non aveva mai pensato di abbandonarlo. Lottava e sognava un futuro diverso con una passione tutta evangelica. A soli tredici anni comprese che la sua «vocazione» era quella di spendersi «per i cristiani e per i poveri»… in occasione del terremoto che colpì il Pakistan nel 2005, si preoccupò che gli aiuti raccolti arrivassero a tutti, a partire dai musulmani. Proprio del rapporto con i musulmani fece uno dei punti cardine del suo programma una volta diventato ministro… In appena tre anni raggiunse risultati insperati con un’intelligente opera di mediazione. Dopo la morte di Bhatti è sopravvissuto il suo Ministero...
- SHAHBAZ CI LASCIA UN GRANDE PATRIMONIO SPIRITUALE. Ha fatto politica con una missione chiara, utilizzando gli strumenti istituzionali offerti dallo scenario pakistano.
- Nel XXI secolo, la sua figura, aureolata dal martirio, si propone come MODELLO DI POLITICO CRISTIANO, che non ricerca il proprio interesse, ma serve il suo Paese e i più deboli tra i suoi concittadini.
I SUOI PENSIERI E PROGETTI:
- NON VOGLIO POPOLARITÀ, né posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che STO SEGUENDO GESÙ CRISTO. Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora — in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan— GESÙ volesse accettare il sacrificio della mia vita. VOGLIO VIVERE PER CRISTO E PER LUI VOGLIO MORIRE.
- NON PROVO ALCUNA PAURA IN QUESTO PAESE. Molte volte gli estremisti mi hanno minacciato. Io finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, CONTINUERÒ A SERVIRE GESÙ e questa povera umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri. Credo che i cristiani che hanno teso la mano ai musulmani colpiti dalla tragedia del terremoto del 2005 abbiano costruito dei ponti di solidarietà, e di tolleranza tra le due religioni.
- SE TALI SFORZI continueranno sono convinto che riusciremo a vincere i cuori e le menti degli estremisti. Ciò produrrà un cambiamento in positivo: le genti non si odieranno, non uccideranno nel nome della religione, ma si ameranno le une le altre.
- SE NOI PORTIAMO A TERMINE QUESTA MISSIONE, allora ci saremo guadagnati UN POSTO AI PIEDI DI GESU’ ed io potrò guardarLo senza provare vergogna». (Corriere della Sera giovedì 3 marzo 2011
- RISONANZE PERSONALI:
- CARI AMICI, a me viene spontanea una battuta: ce ne fossero di politici così!!!???
- E voi che ne dite?_____________________________________________________________ ______________________________donalesiani@gmail.com