Domenica 9 Maggio 2021 FESTA DELLA MAMMA !!!
CARI AMICI… nel contesto del mese di Maggio ci sta proprio bene la FESTA DELLA MAMMA… Ecco qualche pensiero che offro come augurio grato a tutte le donne-madri-sorelle che ho incontrato nella mia vita…
- DIO È PADRE E… MADRE: Is 66,10ss : Rallegratevi con Gerusalemme. Come una madre consola un figlio, così io vi consolerò; Voi lo vedrete e gioirà il vostro cuore…
- GIOVANNI PAOLO I durante l’Angelus il 10 settembre 1978, disse: « Noi siamo oggetto, da parte di Dio, di un amore intramontabile: Dio è papà, più ancora È MADRE»
- REMBRANDT: le mani del Padre sono una maschile e l’altra femminile…a significare che DIO è Padre e Madre
- MARIA, CUORE DI MADRE: Ma nell’orizzonte cristiano “LA DONNA-MADRE” per eccellenza è Maria. A Lei, dalla croce, Gesù affidò ciascuno di noi. Perché ci custodisse come MADRE: “DONNA, ECCO IL TUO FIGLIO”
- CUORE DISPONIBILE: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. (Lc.1,38)
- CUORE CONTEMPLATIVO: Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore ( Lc. 2,19)
- CUORE GRATO: “L’anima mia magnifica il Signore (Lc. 1,46)
- CUORE SOLLECITO: Maria si mise in viaggio verso la montagna (Lc.1,39)
- CUORE FEDELE: Stava presso la croce di Gesù, sua madre (Gv.19,25)
- CUORE PIENO DI SPIRITO SANTO: Tutti erano assidui e concordi nella preghiera, con Maria, la madre di Gesù… Ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo. (Atti 1,14; 2,4)
GIOVANNI PAOLO II “LETTERA ALLE DONNE”:
- “GRAZIE A TE, DONNA-MADRE che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica.
- Grazie a te, donna-sposa che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono
- “Grazie a te, donna-madre che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di una esperienza unica…
- Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella che porti nel nucleo familiare e nella vita sociale le ricchezze della tua sensibilità
- Grazie a te, donna-consacrata che sull’esempio della madre di Cristo, ti apri con docilità e fedeltà all’amore di Dio
- Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna!
- DON ORIONE: ELOGIO DI SUA MADRE: Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle 3 di notte e via a lavorare, e faceva da donna e, con i suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare: batteva il falcetto per fare l’erba, e lo affilava essa, senza portarlo all’arrotino; Non correva a comperare, e, quando è morta, le abbiamo messo il suo vestito da sposa, dopo 51 anni che si era sposata: se l’era fatto tingere in nero, e faceva ancora la sua bella figura, ed era il suo vestito più bello! ( 36)
- E RICORDANDO LE NOSTRE MAMME CHE SONO GIA’ CON GESU’… e intercedono per noi…
- UNGARETTI: LA MADRE E il cuore quando d’un ultimo battito – Avrà fatto cadere il muro d’ombra, Per condurmi, Madre, sino al Signore, Come una volta mi darai la mano. In ginocchio, decisa, Sarai una statua di fronte all’Eterno, Come già ti vedeva Quando eri ancora in vita. Alzerai tremante le vecchie braccia, Come quando spirasti Dicendo: Mio Dio, eccomi.
- E SOLO QUANDO M’AVRÀ PERDONATO, TI VERRÀ DESIDERIO DI GUARDARMI. Ricorderai d’avermi atteso tanto, E AVRAI NEGLI OCCHI UN RAPIDO SOSPIRO
- RISONANZE PERSONALI: GRAZIE, MAMMA, PER AVERMI INSEGNATO AD AMARE IN SILENZIO E AD AVERE UN CUORE BUONO, ED ESSERE “COLOMBI SENZA…FIELE” CON TUTTI… _____________________________________________________________________________ donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it
LA MADRE (Pablo Neruda)
La madre, ecco che arriva
con zoccoli di legno. Ieri
soffiò il vento del polo, si sfondarono i tetti,
crollarono i muri e i ponti,
l’intera notte ringhiò con i suoi puma,
ed ora, nel mattino
del sole freddo, arriva mia madre,
dolce come la timida freschezza
del sole delle terre tempestose,
lanternina minuta che si spegne e si riaccende
perché tutti distinguano il sentiero.
Oh, dolce madre
mai ho potuto dire matrigna,
la mia bocca trema a definirti,
perché appena fui in grado di capire
vidi la bontà vestita di poveri stracci scuri,
la santità più utile:
quella della farina e dell’acqua, e questo fosti:
la vita ti fece pane
e lì ti consumammo nei lunghi inverni desolati
con la pioggia che grondava
dentro la casa
e la tua ubiqua umiltà che sgranava
l’aspro cereale della miseria
come se tu andassi spartendo
un fiume di diamanti.
Ahi, mamma, come avrei potuto
vivere senza ricordarti
ad ogni mio istante?
Non è possibile.
Io porto il tuo Marverde nel mio sangue,
il cognome di quelle dolci mani
che ritagliarono da un sacco di farina
le brachette della mia infanzia,
di lei che cucinò, stirò, lavò, seminò, calmò la febbre,
e, quando ebbe fatto tutto
e ormai potevo
reggermi saldamente,
SI RITIRO’ CORTESE, SCHIVA,
NELLA PICCOLA BARA
DOVE RIMASE IN OZIO PER LA PRIMA VOLTA
sotto la dura pioggia del Temuco.
(P. Neruda)