Cari amici, aria di Festa oggi al “TEOLOGICO DON ORIONE” di Roma. Viene fra noi il Card. Vicario di Roma per la dedicazione dell’antica chiesetta recentemente restaurata… SANTA MARIA DEL PERPETUO SOCCORSO. In questo clima di festa mi sembra bello inviarvi l’ultima piccola sintesi dell’Enciclica di Papa Francesco: FRATELLI TUTTI CAPITOLO OTTAVO: LE RELIGIONI AL SERVIZIO DELLA FRATERNITÀ NEL MONDO.
271. LE RELIGIONI COSA POSSONO E DEVONO FARE? Le diverse religioni, a partire dal riconoscimento del valore di ogni persona umana come creatura chiamata ad essere figlio o figlia di Dio, offrono un prezioso apporto per la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società. Il dialogo tra persone di religioni differenti non si fa solamente per diplomazia. «L’OBIETTIVO DEL DIALOGO è stabilire AMICIZIA, PACE, ARMONIA e condividere valori ed esperienze morali e spirituali in uno spirito di verità e amore». 272. ABBIAMO UN PADRE IN COMUNE O SIAMO …ORFANI? Come credenti pensiamo che, senza un’apertura al Padre di tutti, non ci possano essere ragioni solide e stabili per l’appello alla fraternità. Siamo convinti che «soltanto con questa coscienza di FIGLI CHE NON SONO ORFANI SI PUÒ VIVERE IN PACE FRA NOI». Perché «la ragione, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma NON RIESCE A FONDARE LA FRATERNITÀ». 273. ESISTE O NO UNA VERITÀ TRASCENDENTE ? Desidero ricordare un testo memorabile: «SE NON ESISTE UNA VERITÀ TRASCENDENTE, obbedendo alla quale l’uomo acquista LA SUA PIENA IDENTITÀ, allora non esiste nessun principio sicuro che garantisca giusti rapporti tra gli uomini. Il loro interesse di classe, di gruppo, di Nazione li oppone inevitabilmente gli uni agli altri. Se non si riconosce la verità trascendente, trionfa la forza del potere, ciascuno tende a utilizzare i mezzi di cui dispone per imporre il proprio interesse, senza riguardo ai diritti dell’altro. La radice del moderno totalitarismo, è da individuare nella negazione della trascendente dignità della persona umana, immagine visibile del Dio invisibile e, per questo, soggetto di diritti che nessuno può violare: né l’individuo, né il gruppo, né la classe, lo Stato. Non può farlo nemmeno la maggioranza di un corpo sociale, ponendosi contro la minoranza».
274. MA L’ESPERIENZA PASSATA NON CI INSEGNA NULLA? A partire dalla nostra esperienza di fede e dalla sapienza che si è andata accumulando nel corso dei secoli, imparando anche da molte nostre debolezze e cadute, come credenti delle diverse religioni sappiamo che rendere presente Dio è un bene per le nostre società. CERCARE DIO CON CUORE SINCERO, purché non lo offuschiamo con i nostri interessi ideologici, CI AIUTA A RICONOSCERCI COMPAGNI DI STRADA, VERAMENTE FRATELLI. Crediamo che «quando, in nome di un’ideologia, si vuole estromettere Dio dalla società, si finisce per adorare degli idoli, e ben presto l’uomo smarrisce sé stesso, la sua dignità è calpestata, i suoi diritti violati. Voi sapete bene a quali brutalità può condurre la privazione della libertà di coscienza e della libertà religiosa, e come da tale ferita si generi una umanità radicalmente impoverita, priva di speranza e di riferimenti ideali». 275. QUALI SONO I FRUTTI DEL MATERIALISMO? Va riconosciuto come «tra le più importanti cause della crisi del mondo moderno vi siano una coscienza umana anestetizzata e l’allontanamento dai valori religiosi, nonché il predominio DELL’INDIVIDUALISMO E DELLE FILOSOFIE MATERIALISTICHE che divinizzano l’uomo e mettono i valori mondani e materiali al posto dei principi supremi e trascendenti». Non è accettabile che nel dibattito pubblico abbiano voce soltanto i potenti e gli scienziati. Dev’esserci uno spazio per la riflessione che procede da uno sfondo religioso che raccoglie SECOLI DI ESPERIENZA E DI SAPIENZA. «I testi religiosi classici possono offrire un significato destinato a tutte le epoche», ma di fatto «vengono disprezzati per la ristrettezza di visione dei razionalismi». 276.LA CHIESA DEVE INTERESSARSI DELLA VITA SOCIALE ? Per queste ragioni, benché la Chiesa rispetti l’autonomia della politica, non relega la propria missione all’ambito del privato. Al contrario, «non può e non deve neanche restare ai margini» nella costruzione di un mondo migliore, né trascurare di «risvegliare le forze spirituali»[266] che possano fecondare tutta la vita sociale. È vero che i ministri religiosi non devono fare politica partitica, propria dei laici, però nemmeno possono rinunciare alla dimensione politica dell’esistenza che implica una costante attenzione al bene comune e la preoccupazione per lo sviluppo umano integrale. La Chiesa «ha un ruolo pubblico che non si esaurisce nelle sue attività di assistenza o di educazione» ma che si adopera per la «promozione dell’uomo e della fraternità universale».Non aspira a competere per poteri terreni, bensì ad offrirsi come «una famiglia tra le famiglie – questo è la Chiesa –, aperta a testimoniare al mondo odierno la fede, la speranza e l’amore verso il Signore e verso coloro che Egli ama con predilezione. LA CHIESA E’ UNA CASA CON LE PORTE APERTE… perché è madre». come maria, la madre di gesù, «VOGLIAMO ESSERE UNA CHIESA CHE SERVE, che esce di casa, che esce dai suoi templi, DALLE SUE SACRESTIE, per accompagnare la vita, per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione 277: E SE LA MUSICA DEL VANGELO… SMETTE? La Chiesa apprezza l’azione di Dio nelle altre religioni, e «nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che […] non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini».[271] Tuttavia come cristiani non possiamo nascondere che «SE LA MUSICA DEL VANGELO SMETTE DI VIBRARE NELLE NOSTRE VISCERE, avremo perso la gioia che scaturisce dalla compassione, la tenerezza che nasce dalla fiducia, la capacità della riconciliazione che trova la sua fonte nel saperci sempre perdonati-inviati. SE LA MUSICA DEL VANGELO SMETTE DI SUONARE NELLE NOSTRE CASE, nelle nostre piazze, nei luoghi di lavoro, nella politica e nell’economia, avremo spento la melodia che ci provocava a lottare per la dignità di ogni uomo e donna». Altri bevono ad altre fonti. PER NOI, QUESTA SORGENTE DI DIGNITÀ UMANA E DI FRATERNITÀ STA NEL VANGELO DI GESÙ CRISTO. Da esso «scaturisce per il pensiero cristiano e per l’azione della Chiesa il primato dato alla relazione, all’incontro con il mistero sacro dell’altro, alla comunione universale con l’umanità intera come vocazione di tutti». 278. LA CHIESA È CATTOLICA: CHE SIGNIFICA? Chiamata a incarnarsi in ogni situazione e presente attraverso i secoli in ogni luogo della terra QUESTO SIGNIFICA “CATTOLICA”, la Chiesa può comprendere, a partire dalla propria esperienza di grazia e di peccato, la bellezza dell’invito all’amore universale. Infatti, «tutto ciò ch’è umano ci riguarda.Dovunque i consessi dei popoli si riuniscono per stabilire diritti e doveri dell’uomo, noi siamo onorati, quando ce lo consentono, di assiderci fra loro Per molti cristiani, questo cammino di fraternità ha anche una Madre, di nome MARIA. ella ha ricevuto sotto la croce questa maternità universale (Gv 19,26) Con la potenza del Risorto, vuole partorire un mondo nuovo, dove tutti siamo fratelli, dove ci sia posto per ogni scartato delle nostre società, dove risplendano la giustizia e la pace.
279. E DOVE SIAMO MINORANZA? Come cristiani chiediamo che, nei Paesi in cui siamo minoranza, ci sia garantita la libertà, così come noi la favoriamo per quanti non sono cristiani là dove sono minoranza. C’è un diritto umano fondamentale che non va dimenticato nel cammino della fraternità e della pace: È LA LIBERTÀ RELIGIOSA PER I CREDENTI DI TUTTE LE RELIGIONI. Tale libertà manifesta che possiamo «trovare un buon accordo tra culture e religioni differenti; testimonia che le cose che abbiamo in comune sono così tante e importanti che è possibile individuare UNA VIA DI CONVIVENZA SERENA, ORDINATA E PACIFICA, nell’accoglienza delle differenze e nella gioia di essere fratelli perché figli di un unico Dio». 280. MA QUANDO CI SARÀ L’UNITÀ DI TUTTI I CRISTIANI? Nello stesso tempo, chiediamo a Dio di rafforzare l’unità nella Chiesa, unità arricchita da diversità che si riconciliano per l’azione dello Spirito Santo. Infatti «siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo» (1 Cor 12,13), dove ciascuno dà il suo apporto peculiare. Come diceva S.Agostino, «l’orecchio vede attraverso l’occhio, e l’occhio ode attraverso l’orecchio». È urgente inoltre continuare a dare testimonianza di un cammino di incontro tra le diverse confessioni cristiane. Non possiamo dimenticare il desiderio espresso da Gesù: CHE «TUTTI SIANO UNA SOLA COSA» (Gv 17,21). Ascoltando il suo invito, riconosciamo con dolore che al processo di globalizzazione manca ancora il contributo profetico e spirituale dell’unità tra tutti i cristiani. Ciò nonostante, «pur essendo ancora in cammino verso la piena comunione, abbiamo sin d’ora il dovere di offrire una testimonianza comune all’amore di Dio verso tutti, collaborando nel servizio all’umanità». 281.TRA LE RELIGIONI È POSSIBILE UN CAMMINO DI PACE? . Tra le religioni è possibile un cammino di pace. Il punto di partenza dev’essere lo sguardo di Dio. Perché «Dio non guarda con gli occhi, Dio guarda con il cuore. E l’amore di Dio è lo stesso per ogni persona, di qualunque religione sia. E se è ateo, è lo stesso amore. QUANDO ARRIVERÀ L’ULTIMO GIORNO E CI SARÀ SULLA TERRA LA LUCE SUFFICIENTE PER POTER VEDERE LE COSE COME SONO, AVREMO PARECCHIE SORPRESE!» 282. LA PACE SACRIFICANDO… LA PROPRIA IDENTITÀ? Anche «i credenti hanno bisogno di trovare spazi per dialogare e agire insieme per il bene comune e la promozione dei più poveri. Non si tratta di nascondere le convinzioni proprie, alle quali siamo più legati, per poterci incontrare con altri che pensano diversamente. Perché tanto più profonda, solida e ricca è un’identità, tanto più potrà arricchire gli altri con il suo peculiare contributo». Come credenti ci vediamo provocati a tornare alle nostre fonti per concentrarci sull’essenziale: l’adorazione di Dio e l’amore del prossimo, in modo tale che alcuni aspetti della nostra dottrina, fuori dal loro contesto, non finiscano per alimentare forme di disprezzo, di odio, di xenofobia, di negazione dell’altro. La verità è che la violenza non trova base alcuna nelle convinzioni religiose fondamentali, bensì nelle loro deformazioni. 283. E CON IL TERRORISMO CHE SI PUÒ FARE? Il culto a Dio, sincero e umile, «porta non alla discriminazione, all’odio e alla violenza, ma al rispetto per la sacralità della vita, al rispetto per la dignità e la libertà degli altri e all’amorevole impegno per il benessere di tutti». In realtà, «chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore» (1 Gv 4,8). Pertanto, «il terrorismo esecrabile che minaccia la sicurezza delle persone, sia in Oriente che in Occidente, sia a Nord che a Sud, spargendo panico, terrore e pessimismo non è dovuto alla religione – anche se i terroristi la strumentalizzano – ma è dovuto alle accumulate interpretazioni errate dei testi religiosi, alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione, di arroganza; per questo È NECESSARIO INTERROMPERE IL SOSTEGNO AI MOVIMENTI TERRORISTICI attraverso il rifornimento di denaro, di armi, di piani o giustificazioni e anche la copertura mediatica, e considerare tutto ciò COME CRIMINI INTERNAZIONALI che minacciano la sicurezza e la pace mondiale. Occorre condannare un tale terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni». Le convinzioni religiose riguardo al senso sacro della vita umana ci permettono di «riconoscere i valori fondamentali della comune umanità, valori in nome dei quali si può e si deve collaborare, costruire e dialogare, perdonare e crescere…” 284. E I LEADER RELIGIOSI COSA DEVONO FARE? Talvolta la violenza fondamentalista viene scatenata in alcuni gruppi di qualsiasi religione dall’imprudenza dei loro leader. Tuttavia, «il comandamento della pace è inscritto nel profondo delle tradizioni religiose che rappresentiamo. Come leader religiosi siamo chiamati ad essere veri “dialoganti”, ad agire nella costruzione della pace come autentici mediatori. Ciascuno di noi è chiamato ad essere UN ARTIGIANO DELLA PACE, UNENDO E NON DIVIDENDO, ESTINGUENDO L’ODIO E NON CONSERVANDOLO, APRENDO LE VIE DEL DIALOGO E NON INNALZANDO MURI!».
285.CHE RICORDA DELL’INCONTRO CON IL GRANDE IMAM ? In quell’incontro fraterno, che ricordo con gioia, con il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb, «dichiariamo che le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue. Queste sciagure sono frutto della deviazione dagli insegnamenti religiosi, Infatti Dio, l’Onnipotente, non vuole che il suo nome venga usato per terrorizzare la gente». DESIDERO riprendere qui l’appello alla pace, alla giustizia e alla fraternità che abbiamo fatto insieme: «IN NOME DI DIO CHE HA CREATO TUTTI gli esseri umani uguali nei diritti, nei doveri e nella dignità, e li ha chiamati a convivere come fratelli tra di loro, per diffondere i valori del bene, della pace. IN NOME DEI POVERI, DEI MISERI, DEI BISOGNOSI e degli emarginati che Dio ha comandato di soccorrere come un dovere richiesto in particolar modo a ogni uomo facoltoso e benestante. IN NOME DEGLI ORFANI, DELLE VEDOVE, DEI RIFUGIATI e degli esiliati dalle loro dimore e dai loro paesi; di tutte le vittime delle guerre, delle persecuzioni e delle ingiustizie; dei deboli, di quanti vivono nella paura, dei prigionieri di guerra. IN NOME DEI POPOLI che hanno perso la sicurezza, la pace e la comune convivenza, divenendo vittime delle rovine e delle guerre. IN NOME DELLA FRATELLANZA UMANA che abbraccia tutti gli uomini, li unisce e li rende uguali. In nome di questa fratellanza lacerata dalle politiche di integralismo e divisione IN NOME DI TUTTE LE PERSONE DI BUONA VOLONTÀ, presenti in ogni angolo della terra. In nome di Dio dichiariamo di adottare la cultura del dialogo come via, la collaborazione come condotta, la conoscenza reciproca come metodo e criterio».
• PAPA FRANCESCO, A CHI SI È ISPIRATO IN PARTICOLARE ? …mi sono sentito motivato specialmente da San Francesco d’Assisi, e anche da altri fratelli non cattolici: Martin Luther King, Desmond Tutu, il Mahatma Gandhi. Ma voglio concludere ricordando un’altra persona la quale, a partire dalla sua intensa esperienza di Dio, ha compiuto un cammino fino a sentirsi fratello di tutti. Mi riferisco al Beato Charles de Foucauld. Egli andò orientando il suo ideale verso gli ultimi, abbandonati nel profondo del deserto africano. In quel contesto esprimeva la sua aspirazione a sentire qualunque essere umano come fratello. Voleva essere «il fratello universale». Ma solo identificandosi con gli ultimi arrivò ad essere FRATELLO DI TUTTI. Che Dio ispiri questo ideale in ognuno di noi. Amen.
PREGHIERA AL CREATORESignore e Padre dell’umanità, che hai creato tutti gli esseri umani con la stessa dignità, infondi nei nostri cuori uno spirito fraterno. Ispiraci il sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace. Stimolaci a creare società più sane e un mondo più degno, senza fame, senza povertà, senza violenza, senza guerre. Il nostro cuore si apra a tutti i popoli e le nazioni della terra, per riconoscere il bene e la bellezza che hai seminato in ciascuno di essi, per stringere legami di unità, di progetti comuni, di speranze condivise. Amen.
PREGHIERA ECUMENICA
Dio nostro, Trinità d’amore, dalla potente comunione della tua intimità divina effondi in mezzo a noi il fiume dell’amore fraterno. Donaci l’amore che traspariva nei gesti di Gesù, nella sua famiglia di Nazaret e nella prima comunità cristiana. Concedi a noi cristiani di vivere il Vangelo e di riconoscere Cristo in ogni essere umano, per vederlo crocifisso nelle angosce degli abbandonati e dei dimenticati di questo mondo
e risorto in ogni fratello che si rialza in piedi. Vieni, Spirito Santo! Mostraci la tua bellezza riflessa in tutti i popoli della terra, per scoprire che tutti sono Importanti, che tutti sono necessari, che sono volti differenti della stessa umanità amata da Dio. Amen.
Dato ad Assisi, presso la tomba di San Francesco, il 3 ottobre, dell’anno 2020, ottavo del mio Pontificato
Francesco
CONSONANZE ORIONINE
• LA NOSTRA POLITICA È FARE DEL BENE A TUTTI…Noi siamo italiani e sentiamo di amare di dolce, di forte e di santo amore questa nostra patria:. Preghiamo per essa: lavoriamo a fare del bene ai suoi figli, i più piccoli, i più deboli, i più poveri, i più abbandonati. Ma noi non facciamo politica: la nostra politica è la carità: quella carità grande e divina che non vede partito. Nostra politica è fare del bene a tutti, ai buoni e ai cattivi, come il Signore che fa piovere la luce del sole sulla testa dei buoni e sulla testa dei cattivi. Siano rossi o siano bianchi: siano credenti o siano miscredenti: noi non cerchiamo la fede politica e neanche la fede di nascita; noi non guardiamo ad altro che alle anime da salvare. Che, se una preferenza la dovremo dare, la daremo ai cattivi, a quelli che ci sembrano più bisognosi di Dio, poiché Gesù è venuto per i peccatori più che per i giusti. (Scr. 20,94ss)
• FUORI DI SACRESTIA! Ci vuole un illuminato spirito di intrapresa, se no certe opere non si fanno. Avanti, dunque! Non si potrà far tutto in un giorno, ma non bisogna morire né in casa, né in sacrestia: FUORI DI SACRESTIA! Non perdere d’occhio mai né la chiesa, né la sacrestia, anzi il cuore deve essere là, la vita là dove è l’Ostia; ma con le debite cautele, bisogna che vi buttiate ad un lavoro che non sia più solo il lavoro che fate in chiesa.(034PG)
• VESTIRÒ DI ROSSO ANCHE LE NOSTRE SUORE, SE…
Dobbiamo vestire secondo i paesi dove siamo, ed io negli anni che fui a Messina vestivo col rubbone alla siciliana. E non fossilizziamoci nelle forme. Domani io mi vestirò magari di rosso, e vi vestirò voi tutti di rosso, e vestirò di rosso anche le nostre suore, se così facendo vedrò che potrò fare più del bene. Così fece la Chiesa sempre. Scr. 20,97d
CARI AMICI, ringraziamo il Signore e …Papa Francesco. E chiediamoci come reagiamo a questi “GRANDI” messaggi che ci dona. E parliamone un pò tra noi se, volete…
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