OGGI 11 SETTEMBRE, una data tristemente famosa che ricorda al mondo intero l’attentato alle TORRI GEMELLE DI NEW YORK. Forse perché solo un mese prima ero là in visita ai confratelli …mi è rimasta particolarmente impressa questa data e oggi me lo ha ricordato un brano delle LAMENTAZIONI. Libro della Bibbia forse poco noto ma utile a descrivere certe situazioni tristi riguardanti tutto il mondo. Ho pensato di condividere con voi qualche frase… di perenne attualità. VALIDE PER TUTTE LE SITUAZIONI DI SOFFERENZA:
- 600 ANNI PRIMA DI CRISTO… Per la povera gente deportata in esilio a Babilonia
- 19 ANNI FA per la paura che si respirava in tutti gli aereoporti del mondo dopo l’11 settembre 2001
- IN QUESTI MESI per la nostra situazione attuale a causa della pandemia da corona virus
- DENOMINATORE COMUNE: tanta sofferenza fisica, psicologica, morale, spirituale… domande eterne: Perché, Signore? Di chi è la colpa? Che dobbiamo fare?…Ascoltiamo qualche pensiero da un libretto Prezioso: LE LAMENTAZIONI DEL PROFETA GEREMIA
DAL LIBRO DELLE LAMENTAZIONI 3, 1-33
PENA E SPERANZA Io sono l’uomo che ha provato la miseria sotto la sferza della sua ira. Egli mi ha guidato, mi ha fatto camminare
nelle tenebre e non nella luce. Egli ha consumato la mia carne e la mia pelle, ha rotto le mie ossa. Mi ha fatto abitare in luoghi tenebrosi come i morti da lungo tempo. Anche se grido e invoco aiuto, egli soffoca la mia preghiera.Seminando di spine la mia via, mi ha lacerato, mi ha reso desolato. Son diventato lo scherno di tutti i popoli, la loro canzone d’ogni giorno. Mi ha spezzato con la sabbia i denti, mi ha steso nella polvere. E dico: «È scomparsa la mia gloria, la speranza che mi veniva dal Signore». Il ricordo della mia miseria e del mio vagare è come assenzio e veleno.
Ben se ne ricorda e si accascia dentro di me la mia anima.
Questo intendo richiamare alla mia mente,
E PER QUESTO VOGLIO RIPRENDERE SPERANZA.
LE MISERICORDIE DEL SIGNORE NON SONO FINITE, NON È ESAURITA LA SUA COMPASSIONE; ESSE SON RINNOVATE OGNI MATTINA, GRANDE È LA SUA FEDELTÀ.
CHE VE NE PARE, AMICI? QUALCHE RISONANZA?! BUONA GIORNATA…
donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it
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G. UNGARETTI
“Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie”
CRISTO SI CHIESA NO?
BEATO ISACCO, ABATE DEL MONASTERO DELLA STELLA
CRISTO NON VUOLE PERDONARE NULLA SENZA LA CHIESA
Due sono le cose che sono riservate a Dio solo: l’onore della confessione e il potere della remissione. A lui noi dobbiamo fare la nostra confessione; da lui dobbiamo aspettarci la remissione. A Dio solo infatti spetta rimettere i peccati e perciò a lui ci si deve confessare. MA L’ONNIPOTENTE, AVENDO PRESO IN SPOSA UNA DEBOLE E L’ECCELSO UNA DI BASSA CONDIZIONE, DA SCHIAVA NE HA FATTO UNA REGINA E COLEI CHE GLI STAVA SOTTO I PIEDI LA POSE AL SUO FIANCO. USCÌ INFATTI DAL SUO COSTATO, DONDE LA FIDANZÒ A SÉ.
E come tutte le cose del Padre sono del Figlio e quelle del Figlio sono del Padre, essendo una cosa sola per natura, così lo sposo ha dato tutte le cose sue alla sposa, e lo sposo ha condiviso tutto quello che era della sposa, che pure rese una cosa sola con se stesso e con il Padre. Voglio, dice il Figlio al Padre, pregando per la sposa, che come io e tu siamo una cosa sola, così anch’essi siano una cosa sola con noi (cfr. Gv 17, 21).
LO SPOSO PERTANTO È UNA COSA SOLA CON IL PADRE E UNO CON LA SPOSA; QUELLO CHE HA TROVATO DI ESTRANEO NELLA SPOSA L’HA TOLTO VIA, CONFIGGENDOLO ALLA CROCE, DOVE HA PORTATO I PECCATI DI LEI SUL LEGNO E LI HA ELIMINATI PER MEZZO DEL LEGNO. Quanto appartiene per natura alla sposa ed è sua dotazione, lo ha assunto e se ne è rivestito; invece ciò che gli appartiene in proprio ed è divino l’ha regalato alla sposa. Egli annullò ciò che era del diavolo, assunse ciò che era dell’uomo, dono ciò che era di Dio. Per questo quanto è della sposa è anche dello sposo.
Ed ecco allora che colui che non commise peccato e sulla cui bocca non fu trovato inganno, può dire: «Pietà di me, o Signore: vengo meno» (Sal 6, 3), perché colui che ha la debolezza di lei, ne abbia anche il pianto e tutto sia comune allo sposo e alla sposa. Da qui l’onore della confessione e il potere della remissione, per cui si deve dire: «Và a mostrarti al sacerdote» (Mt 8, 4).
PERCIÒ NULLA PUÒ RIMETTERE LA CHIESA SENZA CRISTO E CRISTO NON VUOL RIMETTERE NULLA SENZA LA CHIESA. NULLA PUÒ RIMETTERE LA CHIESA SE NON A CHI È PENTITO, CIOÈ A COLUI CHE CRISTO HA TOCCATO CON LA SUA GRAZIA; CRISTO NULLA VUOL RITENERE PER PERDONATO A CHI DISPREZZA LA CHIESA. «Quello che Dio ha congiunto l’uomo non lo separi. Questo mistero è grande, lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa» (Mt 19, 6; Ef 5, 32). Non voler dunque smembrare il capo dal corpo. Il Cristo non sarebbe più tutto intero. CRISTO INFATTI NON È MAI INTERO SENZA LA CHIESA, COME LA CHIESA NON È MAI INTERA SENZA CRISTO. Infatti il Cristo totale ed integro è capo e corpo ad un tempo; per questo dice: «NESSUNO È MAI SALITO AL CIELO FUORCHÉ IL FIGLIO DELL’UOMO CHE È DISCESO DAL CIELO» (GV 3, 13). QUESTI È IL SOLO UOMO CHE RIMETTE I PECCATI.