- COSA TI HA SPINTO A CONVERTIRTI AL CRISTIANESIMO? La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuore solo e un’anima sola. Nessuno tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l’importo ai piedi degli apostoli; poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.
- SCUSA, MA QUAL ERA IL TUO VERO NOME?Così Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, che significa “figlio dell’esortazione”, un levita originario di Cipro, che era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l’importo deponendolo ai piedi degli apostoli.
- SENZA IL TUO INTERVENTO NON AVREMMO AVUTO UN S. PAOLO?
- Venuto a Gerusalemme, cercava di unirsi con i discepoli, ma tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un discepolo. Allora BARNABA lo prese con sé, lo presentò agli apostoli e raccontò loro come durante il viaggio AVEVA VISTO IL SIGNORE e come in Damasco aveva predicato con coraggio NEL NOME DI GESÙ. Così egli poté stare con loro.
- E PER LA PRIMA MISSIONE SCELSERO TE: COME MAI?
- La notizia giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. Quando questi giunse e vide la grazia del Signore, si rallegrò e, da uomo virtuoso qual era e pieno di Spirito Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel Signore.
- SEI ANDATO A CHIEDERE L’AIUTO DI PAOLO. Dove hai trovato tanta libertà interiore? Barnaba partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse ad Antiochia. Rimasero insieme un anno intero in quella comunità e istruirono molta gente. AD ANTIOCHIA per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani.
- CHE FAMA VI ERAVATE FATTI NELLA COMUNITÀ? Abbiamo deciso di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi BARNABA E PAOLO, uomini che hanno votato la loro vita al nome del SIGNORE GESÙ CRISTO
- E QUELLA GRAVE INCOMPRENSIONE TRA VOI? Dopo alcuni giorni Paolo disse a Barnaba: “Ritorniamo a far visita ai fratelli. Barnaba voleva prendere insieme anche Giovanni, detto Marco, ma Paolo riteneva che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro. IL DISSENSO fu tale che si separarono l’uno dall’altro; BARNABA, prendendo con sé MARCO, s’imbarcò per CIPRO. PAOLO invece scelse SILA e partì, raccomandato dai fratelli alla grazia del SIGNORE.
- QUANTO AVETE SOFFERTO TUTTI E DUE…? SIETE RIUSCITI IN SEGUITO A RICUCIRE LO STRAPPO? – COL 4,10: Vi Salutano Aristarco e MARCO, IL CUGINO DI BARNABA, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni; SE VERRÀ DA VOI, FATEGLI BUONA ACCOGLIENZA.
- 2 TM 4 COSA PENSAVI AL TRAMONTO DELLA TUA VITA? QUALI FURONO I TUOI ULTIMI DESIDERI? Cerca di venire presto da me, perché Dema mi ha abbondonato avendo preferito il secolo presente ed è partito per Tessalonica; Crescente è andato in Galazia, Tito in Dalmazia. SOLO LUCA È CON ME. PRENDI MARCO E PORTALO CON TE, PERCHÉ MI SARÀ UTILE PER IL MINISTERO. Venendo, portami il mantello che ho lasciato a TROADE in casa di CARPO e anche i libri, soprattutto le pergamene.
Ridonata piena stima…Il trionfo della carità. L’unica cosa che resta… Che ne pensi?
- BOCELLI: LA VOCE DEL SILENZIO Volevo stare un pò da solo per pensare e tu lo sai ed ho sentito nel silenzio una voce dentro me e tornan vive troppe cose che credevo morte ormai e chi ho tanto amato dal mare del silenzio ritorna come un’onda nei miei occhi e quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più. Ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce ed improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai, che non avevi perso mai, che non avevi perso mai. E quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più, ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce e improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai non avevi perso mai non avevi perso mai…
PAPA FRANCESCO IN AMORIS LAETITIA:
- 90. MA DI CHE AMORE PARLIAMO? La parola “amore” che ètra le più utilizzate, molte volte appare sfigurata. Nell’inno alla carità di San Paolo, riscontriamo le caratteristiche del vero amore: «LA CARITÀ È PAZIENTE, BENEVOLA È LA CARITÀ;NON È INVIDIOSA, NON SI VANTA, NON SI GONFIA D’ORGOGLIO, NON MANCA DI RISPETTO, NON CERCA IL PROPRIO INTERESSE, NON SI ADIRA, NON TIENE CONTO DEL MALE RICEVUTO, NON GODE DELL’INGIUSTIZIA MA SI RALLEGRA DELLA VERITÀ. TUTTO SCUSA, TUTTO CREDE, TUTTO SPERA, TUTTO SOPPORTA» (1 COR 13,4-7).
CARATTERISTICHE DELL’AMORE IN FAMIGLIA
1. LA PAZIENZA: Essere pazienti non significa lasciare che ci maltrattino. Il problema si pone quando pretendiamo che le persone siano perfette Allora tutto ci spazientisce, tutto ci porta a reagire con aggressività. Se non coltiviamo la pazienza, avremo sempre delle scuse per rispondere con ira, e la famiglia si trasformerà in un campo di battaglia.
La Parola di Dio ci esorta: «Scompaiano da voi ogni asprezza, sdegno, ira, grida e maldicenze» (Ef 4,31). Questa pazienza si rafforza quando riconosco che l’altro possiede il diritto a vivere su questa terra insieme a me, così com’è. Non importa se non è in tutto come mi aspettavo. L’amore comporta un senso di profonda compassione, che porta ad accettare l’altro anche quando agisce in un modo diverso da quello che io avrei desiderato.
2. BENEVOLENZA: la “pazienza” non è un atteggiamento passivo, ma è accompagnata da un’attività, L’amore fa del bene agli altri… l’amore si deve intendere nel senso: “fare il bene”.
3. GUARIRE L’INVIDIA: L’invidia è una tristezza per il bene altrui poiché siamo concentrati sul nostro benessere. Il vero amore apprezza i successi degli altri e ci porta a un sincero apprezzamento di ciascun essere umano, riconoscendo il suo diritto alla felicità.
4. SENZA VANTARSI: Chi ama, sa mettersi al suo posto, senza pretendere di stare al centro. E’ importante che i cristiani vivano questo atteggiamento nel modo di trattare i familiari poco formati nella fede…A volte quelli che, nell’ambito della famiglia, si suppone siano cresciuti maggiormente, diventano arroganti e insopportabili.
5. AMABILITÀ: Amare significa anche rendersi amabili… l’amore non opera in maniera rude. I suoi modi, le sue parole, i suoi gesti, sono gradevoli e non aspri. Detesta far soffrire gli altri. .
6. INCORAGGIARE: Chi ama è capace di dire parole che confortano, che consolano. Gesù diceva alle persone: «Coraggio figlio!» (Mt 9,2). «Grande è la tua fede!» (Mt 15,28). «Alzati!» (Mc 5,41). «Va’ in pace» (Lc 7,50). «Non abbiate paura» (Mt 14,27). Nella famiglia bisogna imparare questo linguaggio amabile di Gesù.
7. DISTACCO GENEROSO: questo inno all’amore afferma che l’amore “non cerca il proprio interesse”, o che “non cerca quello che è suo” «E’ più proprio della carità voler amare che voler essere amati»
8. SENZA VIOLENZA INTERIORE: Non bisogna mai finire la giornata senza fare pace in famiglia. «E come devo fare la pace? Mettermi in ginocchio? No! Soltanto un piccolo gesto, e l’armonia familiare torna. Basta una carezza, senza parole. Ma mai finire la giornata in famiglia senza fare la pace!».
9. PERDONARE… il perdono, prova a cercare delle scuse per l’altra persona, come Gesù che disse: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). il perdono è possibile ma presuppone l’esperienza di essere perdonati da Dio gratuitamente e non per i nostri meriti.
10. RALLEGRARSI CON GLI ALTRI: Questo è impossibile per chi deve sempre competere, anche con il proprio coniuge, fino a rallegrarsi per i suoi fallimenti.Se non alimentiamo la capacità di godere del bene dell’altro ci condanniamo a vivere con poca gioia, «si è più beati nel dare che nel ricevere!» (At 20,35).
MOMENTO MARIANO:
La madre GIUSEPPE UNGARETTI E IL CUORE QUANDO D’UN ULTIMO BATTITO avrà fatto cadere il muro d’ombra, per condurmi, MADRE, SINO AL SIGNORE, COME UNA VOLTA MI DARAI LA MANO. IN GINOCCHIO, DECISA, SARAI UNA STATUA DI FRONTE ALL’ETERNO, COME GIÀ TI VEDEVA QUANDO ERI ANCORA IN VITA. ALZERAI TREMANTE LE VECCHIE BRACCIA, COME QUANDO SPIRASTI DICENDO: MIO DIO, ECCOMI. E SOLO QUANDO M’AVRÀ PERDONATO, TI VERRÀ DESIDERIO DI GUARDARMI. RICORDERAI D’AVERMI ATTESO TANTO, E AVRAI NEGLI OCCHI UN RAPIDO SOSPIRO. |
- N’ A V E M A R I A Quand’ero ragazzino, mamma mia me diceva: “Ricordati fijolo, quando te senti veramente solo tu prova a recità ‘n’ Ave Maria l’anima tua da sola spicca er volo e se solleva, come pe’ maggia”. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato; da un pezzo s’è addormita la vecchietta, ma quer consijo nun l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo, io prego la Madonna benedetta e l’anima da sola pija er volo!
- BENIAMINO GIGLI : MAMMA, SON TANTO FELICE perché ritorno da te. La mia canzone ti dice ch’è il più bel sogno per me! Mamma son tanto felice… Viver lontano perché? Mamma, solo per te la mia canzone vola, mamma, sarai con me, tu non sarai più sola! Quanto ti voglio bene! Queste parole d’amore che ti sospira il mio cuore forse non s’usano più, mamma! ma la canzone mia più bella sei tu! Sei tu la vita e per la vita non ti lascio mai più!
Parliamone insieme… donalesiani@gmail.com – www.sanbiagiofano.it