Cari amici, Siamo tutti PREOCCUPATI per la situazione sanitaria nel mondo e anche in Italia… invitati giustamente a evitare aggregazioni… vi proponiamo qualcosa delle CATECHESI E DELLE CELEBRAZIONI per via e-mail e attraverso il SITO DI S. BIAGIO. www.donvincenzoalesiani.it Augurando a tutti un BUON CAMMINO QUARESIMALE verso la PASQUA DI RESURREZIONE. Fraternamente DV donalesiani@gmail.com CEL. 333.88.90.862
Cari amici…“IO RESTO A CASA”
IN COMPAGNIA DI GESU’ – S. PAOLO – DON ORIONE
CARI AMICI, stiamo tribolando un pò tutti per questa situazione … e le paure e i problemi non mancano davvero… ma fra tutti i messaggi che circolano sui social mi ha colpito quanto scrive questa MAMMA E MAESTRA. Che riesce a vedere i possibili risvolti POSITIVI soprattutto sul piano educativo, che possono derivare da questa situazione, se la affrontiamo tutti con forza e senza lamentarci troppo. Ascoltiamola…
LETTERA DI UNA MAMMA SULL’EMERGENZA DA CORONAVIRUS
- “IN QUESTI GIORNI DI ISOLAMENTO, in cui siamo costretti a rimanere a casa, non mi preoccupo se i miei figli non svolgono i compiti assegnati, non mi importa della scuola.
- Non mi affanno a scaricare loro le schede online, le letture, i ripassi, l’elenco delle operazioni.
- Non aspetto che gli insegnanti si attivino in lezioni a distanza, mi è indifferente, anche se quest’anno i programmi scolastici probabilmente si fermeranno a febbraio.
- Non mi rammarico di quanto i miei figli possano “rimanere indietro”. INDIETRO… A CHE COSA? È un tempo questo, che gli insegnerà ALTRO, ciò che non troveranno in nessun libro.
- IMPARERANNO a confrontarsi con la vita, quella VERA. A seguire l’unico programma che non è mai lo stesso, che è pieno di fatti imprevedibili, di LEZIONI NUOVE.
- IMPARERANNO il rispetto di se stessi e degli altri, che significa ADATTARSI a nuove regole e rimanere a casa. A gioire del calore e della vicinanza delle persone care.
- IMPARERANNO ad adattarsi a queste ore dilatate, a confrontarsi con la noia . Sapranno che c’è chi è SOLO davvero, non ha una casa, un posto in cui sentirsi al sicuro.
- IMPARERANNO A GODERE DEL SILENZIO di queste stanze,che E’ SOLO QUIETE, tanto lontano dal silenzio di una stanza d’ospedale.
- IMPARERANNO AD APPREZZARE quello che hanno, ora che non ci sono nuovi giochi o vestiti da comprare.
- IMPARERANNO AD ACCONTENTARSI di mangiare quel che c’e’, per non sprecare, perché c’è chi non ha la forza di andare a fare la spesa e NON HA NESSUNO DA CHIAMARE.
- IMPARERANNO LA FORZA di dire “andrà tutto bene”, quando tutto nel mondo sembra gridare il contrario.
- IMPARERANNO a farsi adulti… A studiare una lezione che dice che la vita, a volte, si blocca, si rivolta su se stessa e non ha più nome.
- IMPARERANNO a capire che c’è UN MOMENTO PER FERMARSI, PRENDERE IL RESPIRO, RACCOGLIERE LE FORZE, e SOFFIARE SULLA SPERANZA, FORTE...
- …Ai miei figli e a tutti i bambini!
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E …
GIUSEPPE MOSCATI, IL MEDICO DEI POVERI,
Carissimi, Vedendo in questi giorni L’IMPEGNO EROICO DI TANTI OPERATORI SANITARI (fino a dare la vita…) ho pensato che i “santi esistono ancora” e mi è venuto in mente un medico santo: San Giuseppe Moscati: è stato un medico italiano; beatificato da Paolo VI nel corso dell’Anno Santo 1975 e canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 1987.
Fu definito “medico dei poveri”.
- ALCUNI DATI BIOGRAFICI:
- Nascita: 25 luglio 1880, Benevento Decesso:12 aprile 1927 (E’ vissuto solo 47 anni…!!!)
- Patrono di: Anatomo-patologi
- Luogo di sepoltura: Chiesa del Gesù Nuovo, Napoli
- Libri: Maestri del nostro tempo
- Giovanni Paolo II, il Papa che lo ha canonizzato:
- “L’uomo che da oggi invocheremo come Santo, si presenta a noi come un’attuazione concreta dell’ideale del cristiano laico.”
- GIUSEPPE MOSCATI, PRIMARIO OSPEDALIERO, visse i suoi molteplici compiti con tutto l’impegno e la serietà che l’esercizio di queste delicate professioni laicali richiede. “.
- PENSIERI DEL MEDICO SANTO: La vita è un attimo; onori, trionfi, ricchezza e scienza cadono…Ma la vita non finisce con la morte, continua in un mondo migliore. Ama la verità, mostrati qual sei, e senza infingimenti e senza paure e senza riguardi.
- E se la verità ti costa la persecuzione, e tu accettala; se per la verità dovessi sacrificare te stesso e la tua vita, e tu sii forte nel sacrificio.”
- UN ESEMPIO: “Ti spiace accompagnarmi?” Sentì chiedersi lo studente dal giovane Primario … Le discussioni sopra i casi clinici le sai fare benissimo da te.VORREI CHE DA CRISTIANO GIÀ TEMPRATO TU VEDESSI L’AUTENTICO “MALATO“. Si avviarono in un dedalo di vicoli stretti e fangosi, non senza disagio. Poi, dentro il corridoio di un tugurio, si spinsero all’estremo pianerottolo contemplando uno squallido spettacolo: un uomo dall’aspetto cadaverico sopra una branda retta per miracolo fissò lo sguardo sopra il professore, quasi in attesa del suo salvatore. Il quale, inginocchiatosi presso il giaciglio, conchiuse un minuzioso esame clinico con la puntura di un medicinale, (… lasciando anche un’offerta generosa.) Poche parole al bravo allievo: “RICORDALO: TU HAI VISTO NETTAMENTE L’IMMAGINE DEL CRISTO SOFFERENTE!”
- UMANIZZAZIONE DELLA MEDICINA… Moscati, anticipò con il suo comportamento quello che è oggi considerata nell’esercizio della medicina la condizione necessaria ed essenziale per occuparsi del malato, inteso non più come mero portatore di una malattia da guarire, ma come persona che soffre e a cui bisogna perciò riconoscere pari dignità nella sua sfera fisica e in quella emotiva spirituale, con una presa in carico totale dei suoi bisogni.
- “E POI NOI ALTRI MEDICI CHE COSA POSSIAMO?– Ben poco! E perciò non potendo soccorrere il corpo, soccorriamo l’anima”. “NON LA SCIENZA, MA LA CARITÀ HA TRASFORMATO IL MONDO, e solo pochissimi uomini son passati alla storia per la scienza; ma tutti potranno rimanere imperituri, simbolo dell’eternità della vita, in cui la morte non è che una tappa, SE SI DEDICHERANNO AL BENE. IN CRISTO! Vostro aff.mo Giuseppe Moscati
- DON ORIONE :
“LA CARITA’ E SOLO LA CARITA’
SALVERA’ IL MONDO”
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Cari amici, di fronte alle scene quotidiane di Chiese piene di… Bare e di camions che trasportano morti… RESTIAMO OGNI GIORNO PIU’ SCONCERTATI… NELLA MESSA DI OGGI siamo messi di fronte a… un funerale!!! Ma questa volta a LIETO FINE… E allora VOGLIAMO RILEGGERE INSIEME LA PAGINA DEL VANGELO DI GIOVANNI c. 11? E’ LA PAGINA DELLA NOSTRA SPERANZA… GESU’ IN CASA DI MARTA E MARIA CI HA PORTATO LA GRANDE NOTIZIA: LA MORTE, LA GRANDE, L’ UNICA NEMICA DELL’UOMO, SI PUO’ VINCERE... CON GESU’ : CHI CREDE IN ME, ANCHE SE MUORE, VIVRÀ.
“Un certo Lazzaro di Betania, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «SIGNORE, ECCO, COLUI CHE TU AMI È MALATO». All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». GESÙ VOLEVA MOLTO BENE A MARTA, A SUA SORELLA E A LAZZARO. Venne dunque Gesù e trovò Lazzaro che era già da quattro giorni nel sepolcro.
- Il Signore Gesù, incarnandosi, è venuto a condividere la nostra vita. In tutti i suoi aspetti: LA GIOIA DI UN MATRIMONIO A CANA E IL PIANTO DI UN FUNERALE A BETANIA…
“Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. Marta disse a Gesù: “Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! Gesù le disse: “IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA; CHI CREDE IN ME, ANCHE SE MUORE, VIVRÀ. CHIUNQUE VIVE E CREDE IN ME, NON MORRÀ IN ETERNO. ”. Dopo queste parole se ne andò a chiamare di nascosto Maria, sua sorella, dicendo: “IL MAESTRO È QUI …E TI CHIAMA”.
- Gesù Accoglie lo sfogo di dolore di una sorella e ne sostiene la fede… Non con generiche parole di conforto ma con affermazioni che squarciano il tempo … E’ di grande conforto, nel nostro dolore, pensare che EGLI E’ PRESENTE E SOFFRE CON NOI. E, nel suo silenzio, parla e chiama…IL SIGNORE E’ QUI E TI CHIAMA!!!
“Gesù allora quando la vide piangere e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, SI COMMOSSE PROFONDAMENTE, si turbò e disse: “Dove l’avete posto?”. Gli dissero: “Signore, vieni a vedere!”. GESÙ SCOPPIÒ IN PIANTO… Intanto Gesù, ancora profondamente commosso, si recò al sepolcro.
- Questa nostra terra, bagnata anche dalle Sue lacrime….Come dubitare ancora della sua vicinanza e della sua comprensione? Ma noi non abbiamo solo bisogno di uno in più che pianga con noi…siamo già in tanti! Ci serve UNO CHE CI LIBERI DALLA MORTE! Per questo…
“Disse Gesù: “Togliete la pietra!”. Gli rispose Marta, la sorella del morto: “Signore, già manda cattivo odore, poiché è di quattro giorni”. Le disse Gesù: “Non ti ho detto che, se credi, vedrai la gloria di Dio?”. Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: “PADRE TI RINGRAZIO CHE MI HAI ASCOLTATO. E, detto questo, gridò a gran voce: “LAZZARO VIENI FUORI!”. Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario.
- Siamo di fronte al MISTERO DI GESU’: fattosi per noi fragile uomo in pianto, resta pur sempre il Figlio del Dio vivente, che libera l’amico Lazzaro dai legami della morte…
“Gesù disse loro: “Scioglietelo e lasciatelo andare”…
- E un giorno non lontano, con la sua MORTE E RISURREZIONE, libererà tutti coloro che “per paura della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita”(cfr. Eb. 2). Anche noi. Liberi per sempre dalla grande nemica, la morte. E’ LA BUONA NOTIZIA PER ECCELLENZA, TUTTO IL VANGELO CRISTIANO. IL NUCLEO DELLA GIOIA PASQUALE. Il fondamento per … “VARCARE LA SOGLIA DELLA SPERANZA”.
- E DON ORIONE? IN MORTE DI D. GOGGI, IL SUO PRIMO DISCEPOLO, SI SFOGA CON LA MADONNA…COSI: Sono tanti anni che in questo santo giorno, venivo ai tuoi piedi col primo figlio della divina Provvidenza… venivamo qui ai tuoi piedi benedetti, o Vergine Benedetta. Quest’anno quel povero figliolo è morto e sono qua solo. Sono solo, davanti a Te. Ascoltami, o Tu che vedi e sai compatire IL CUORE CHE PIANGE. Il mio figliuolo è morto! Io vengo ancora a rinnovarti la consacrazione di me e la mia offerta, MA SONO SOLO. O Maria, CARA MADONNA MIA, ascoltami; GUARDA LE LACRIME DEL MIO POVERO CUORE. Vedi quest’anno non so più parlare: perdonami, sono solo. Il mio povero figliuolo è morto! IO PIANGO E MI CONSOLO pensando che tu sei tanto buona e mi sai compatire. Ma io so che sarà qui anche lui. E’ da anni che questo giorno lo passavamo insieme; ERAVAMO IN TRE: Tu, cara Madonna, lui ed io. ANCHE TU HAI PIANTO TANTO, anche tu, o cara Madonna. LASCIAMI PIANGERE; SONO SOLO. IL MIO POVERO FIGLIUOLO E’ MORTO” (Scr. 61,205)
- S. PAOLO: “E COSI’ SAREMO SEMPRE CON IL SIGNORE” (1Ts 4,17)
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- L’ORA DI PREGHIERA CHE CON DEVOZIONE IMMAGINO, TUTTI ABBIAMO SEGUITO… MERITA CHE GLI DEDICHIAMO UN PO’ DI TEMPO DI RIFLESSIONE NEI PROSSIMI GIORNI.
“SIGNORE, NOI TI IMPLORIAMO IN QUESTO MARE AGITATO” Per la prima volta nella storia il Papa ha guidato un momento straordinario di preghiera in tempo di pandemia con la benedizione “Urbi et Orbi” e l’indulgenza plenaria
LA TEMPESTA … SEDATA (Mc. 4,35ss)
- In quel medesimo giorno, verso sera, Gesù disse loro: “Passiamo all’altra riva”. 36 E lasciata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. 38 Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che moriamo?”. Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: “Taci, calmati!”. Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. Poi disse loro: “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?”. E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: “Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?”.
- PAPA FRANCESCO: “VENUTA LA SERA”, inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato: da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio”.
- FRAGILI E DISORIENTATI Un’atmosfera cupa, si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi: ci siamo ritrovati impauriti e smarriti, come i discepoli del Vangelo, siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa, ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare Insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda”. Su questa barca ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’ angoscia dicono “Siamo perduti”, così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme”. È facile, ritrovarci in questo racconto: quello che risulta difficile è capire l’atteggiamento di Gesù che, mentre i discepoli sono naturalmente allarmati e disperati, sta a poppa, nella parte della barca che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre (è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme)”. Quando, poi, viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge ai discepoli in tono di rimprovero: “PERCHÉ AVETE PAURA? NON AVETE ANCORA FEDE?”
- “CERCHIAMO DI COMPRENDERE. In che cosa consiste la mancanza di fede dei discepoli, che si contrappone alla fiducia di Gesù? Essi non avevano smesso di credere in Lui, infatti lo invocano”. Ma, vediamo come lo invocano: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?””. “Non t’importa: pensano che Gesù si disinteressi di loro, che non si curi di loro. Tra di noi, nelle nostre famiglie, una delle cose che fa più male è quando ci sentiamo dire “Non t’importa di me?”. È una frase che ferisce e scatena tempeste nel cuore. Avrà scosso anche Gesù. Perché a nessuno più che a Lui importa di noi”. Infatti, una volta invocato, “salva i suoi discepoli sfiduciati“.
- VULNERABILITÀ SMASCHERATA “La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità…Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. Con la tempesta è “caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli”. “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”
- . “SIGNORE, LA TUA PAROLA STASERA CI COLPISCE e ci riguarda, In questo nostro mondo, che Tu ami più di noi, siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto. Avidi di guadagno, ci siamo lasciati assorbire dalle cose e frastornare dalla fretta. Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato”.: “Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. Ora, mentre stiamo in mare agitato, ti imploriamo: “SVEGLIATI SIGNORE!”
- . “PERCHÉ AVETE PAURA? NON AVETE ANCORA FEDE?”. Signore, ci rivolgi un appello, un appello alla fede. Che non è tanto credere che Tu esista, MA VENIRE A TE E FIDARSI DI TE”. In questa Quaresima, risuona il tuo appello urgente: CONVERTITEVI”, “RITORNATE A ME CON TUTTO IL CUORE”. Ci chiami a cogliere questo tempo di prova come un tempo di scelta“. Non è, il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa CONTA E CHE COSA PASSA, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è, èil tempo di REIMPOSTARE LA ROTTA DELLA VITA VERSO DI TE, Signore, e verso gli altri e possiamo guardare a tanti compagni di viaggio esemplari, che, nella paura, hanno reagito DONANDO LA PROPRIA VITA“. È “la forza operante dello Spirito riversata e plasmata in coraggiose e generose dedizioni“. È la vita dello Spirito capace di riscattare, di valorizzare e di mostrare come le nostre vite sono tessute e sostenute da persone comuni (solitamente dimenticate) che non compaiono nei titoli dei giornali e delle riviste né nelle grandi passerelle dell’ultimo show ma, senza dubbio, stanno scrivendo oggi gli avvenimenti decisivi della nostra storia: MEDICI, INFERMIERI E INFERMIERE, ADDETTI ALLE PULIZIE, BADANTI, FORZE DELL’ORDINE, VOLONTARI, SACERDOTI, RELIGIOSE E TANTI ALTRI CHE HANNO COMPRESO CHE NESSUNO SI SALVA DA SOLO”.
- CORRESPONSABILITÀ “Davanti alla sofferenza, dove si misura il vero sviluppo dei nostri popoli, scopriamo e sperimentiamo la preghiera sacerdotale di Gesù:”CHE TUTTI SIANO UNA COSA SOLA“. Quanta gente esercita ogni giorno pazienza e infonde speranza, avendo cura di non seminare panico ma corresponsabilità- Quanti padri, madri, nonni e nonne, insegnanti mostrano ai nostri bambini, con gesti piccoli e quotidiani, come affrontare e attraversare una crisi riadattando abitudini, alzando gli sguardi e stimolando la preghiera. Quante persone pregano, offrono e intercedono per il bene di tutti“.
- “ABBIAMO UN TIMONE: NELLA SUA CROCE SIAMO STATI RISCATTATI” e “la preghiera e il servizio silenzioso: sono le nostre armi vincenti”. “Perché avete paura? Non avete ancora fede?“. L’inizio della fede è “saperci bisognosi di salvezza. Non siamo autosufficienti, da soli affondiamo: abbiamo bisogno del Signore come gli antichi naviganti delle stelle. INVITIAMO GESÙ NELLE BARCHE DELLE NOSTRE VITE“. “CONSEGNIAMOGLI LE NOSTRE PAURE, PERCHÉ LUI LE VINCA. Come i discepoli sperimenteremo che, CON LUI A BORDO, NON SI FA NAUFRAGIO. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. EGLI PORTA IL SERENO NELLE NOSTRE TEMPESTE, PERCHÉ CON DIO LA VITA NON MUORE MAI. Il Signore ci interpella e, in mezzo alla nostra tempesta, ci invita a risvegliare e attivare la solidarietà e la speranza capaci di dare solidità, sostegno e significato a queste ore in cui TUTTO SEMBRA NAUFRAGARE. Il Signore si risveglia per risvegliare e ravvivare la nostra fede pasquale, abbiamo un’ancora: NELLA SUA CROCE SIAMO STATI SALVATI“.
:“ABBIAMO UNA SPERANZA: nella sua croce siamo stati risanati e abbracciati affinché niente e nessuno ci separi dal suo amore redentore”. In mezzo all’isolamento “nel quale stiamo patendo la mancanza degli affetti e degli incontri, sperimentando la mancanza di tante cose, ascoltiamo ancora una volta l’annuncio che ci salva: È RISORTO E VIVE ACCANTO A NOI“.Non spegniamo la fiammella smorta, e lasciamo che riaccenda la speranza. Abbracciare la sua croce significa trovare il coraggio di abbracciare tutte le contrarietà del tempo presente, ABBANDONANDO PER UN MOMENTO IL NOSTRO AFFANNO DI ONNIPOTENZA E DI POSSESSO per dare spazio alla creatività che solo lo Spirito è capace di suscitare“. Nella sua croce “siamo stati salvati per accogliere la speranza “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”. cari fratelli e sorelle, da questo luogo, che racconta LA FEDE ROCCIOSA DI PIETRO, stasera vorrei affidarvi tutti al Signore, per l’intercessione della Madonna, salute del suo popolo, stella del mare in tempesta”. DA QUESTO COLONNATO CHE “ABBRACCIA ROMA E IL MONDO SCENDA SU DI VOI, COME UN ABBRACCIO CONSOLANTE, LA BENEDIZIONE DI DIO“.
- PENSO A DON ORIONE CHE NELLE TEMPESTE DELLA VITA andava in pellegrinaggio ai santuari, in cerca di luce… “Sono un povero pellegrino che cerco luce e amore: vengo al Santuario col rosario in mano per diventare lo sgabello dei piedi immacolati di Maria…Vengo a Lei per non perdermi, dopo esser passato tra profondità, frane, altezze, precipizi, montagne, uragani, abissi, oscurità di spirito, ombre nere…Vengo a Lei, e sento sopra di me un’alta pace che si libra: vedo il suo manto distendersi su tutte le tempeste, e una serenità inoffuscabile mi avvolge e penetra. E in questa luce inebriante mi spoglio dell’uomo vecchio e amo…
- …. OLTRE AL VANGELO e alle mirabili parole di PAPA FRANCESCO … cio’ che ha parlato e’ stato…IL SILENZIO. PREZIOSA ATMOSFERA CHE AIUTA A INTERIORIZZARE LA PAROLA…
- IL SILENZIO È MITEZZA quando non rispondi alle offese quando non reclami i tuoi diritti, quando lasci a Dio la difesa del tuo onore.
- IL SILENZIO È MISERICORDIA quando non riveli le colpe dei fratelli, quando perdoni senza indagare il passato, quando non condanni, ma intercedi nell’intimo.
- IL SILENZIO È PAZIENZA quando soffri senza lamentarti,quando non cerchi consolazione tra gli uomini quando attendi che il seme germogli lentamente.
- IL SILENZIO È UMILTÀ quando taci per lasciare emergere i fratelli, quando celi nel riserbo i doni di Dio, quando lasci che il tuo agire venga interpretato male,quando lasci ad altri la gloria dell’impresa.
- IL SILENZIO È FEDE quando taci perché è Lui che agisce, quando rinunci alle voci del mondo, per stare alla sua presenza, quando non cerchi comprensione perché ti basta sapere di essere amato da Lui.
- IL SILENZIO È ADORAZIONE quando abbracci la Croce senza chiedere perché nell’intima certezza che questa è l’unica via giusta.
- MA ANCHE CANTI DELLA TRADIZIONE GREGORIANA : eccone due ben noti.IL PRIMO E’ UNA SUPPLICA AL SIGNORE PER IMPLORARE IL SUO PERDONO: PARCE DOMINE, PARCE POPULO TUO NE IN AETERNUM IRASCARIS NOBIS
- UN ALTRO ALLA MADONNA “SUB TUUM PRAESIDIUM” LA PRIMA INVOCAZIONE CHE LA CHIESA HA RIVOLTO ALLA MADONNA SOTTO LA CUI PROTEZIONE CI RIFUGIAMO...
- “SUB TUUM PRAESIDIUM” CONFUGIMUS SANCTA DEI GENITRIX NOSTRAS DEPRECATIONES NE DESPICIAS IN NECESSITATIBUS NOSTRIS, SED A PERICULIS CUNCTIS LIBERA NOS SEMPER VIRGO GLORIOSA ET BENEDICTA
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IL PADRE GLI CORSE INCONTRO … LO ABBRACCIÒ E LO BACIÒ (Lc. 15)
Cari amici, parlando ieri delle “pulizie di Pasqua“, per brevità abbiamo interrotto il discorso con la domanda: E DON ORIONE HA QUALCOSA DA DIRCI IN PROPOSITO?
DON ORIONE: PENITENTE E CONFESSORE
- Ricordando le confessioni con Don Bosco: Quando ci andavamo a confessare si veniva via che si aveva il cuore più buono, più grande, dilatato … Oh, Don Bosco , come ti sento ancora! Oh, quelle sere in cui parlavi ai tuoi figlioli, e la serenità del tuo spirito illuminava l’anima mia! O giorni santi, giorni belli della mia vita, o giorni dell’innocenza, perché non tornate ancora?
- Vennero con me 1279 pellegrini Caro professore Vennero con me 1279 pellegrini, moltissimi uomini. C’è stato da confessare e da predicare così tanto che pure essendo in 14 sacerdoti tutti o quasi tornarono senza voce e stanchi morti
- Andando in America latina, Sul Conte Grande confessa giorno e notte Il Signore mi chiamò ad essere come il confessore di tutti sul Conte Grande; venivano di giorno, venivano anche di notte: per me e per molti è stata un’ineffabile consolazione. Il mare fu sempre tranquillo; Il Congresso Eucaristico fu un miracolo: oltre due milioni di fedeli partecipanti … noi qui abbiamo pregustato il Paradiso!
- Ho visto com’è grande la misericordia di Dio: Ho visto che cos’è, com’è grande la misericordia di Dio: più grande dei cieli! Ho visto decine di migliaia e migliaia di operai, di robusti lavoratori, di giovani, medici, deputati, ministri, confessarsi sulle piazze, lungo le vie, sui corsi di questa grande capitale! Più di 200.000 uomini, pregando, cantando, e prostrarsi ai piedi di Cristo, ricevere Cristo, su la gran Plaza Mayo. In quella piazza li ho visti fraternizzare, abbracciarsi in Cristo, giurare la loro fede, piangere d’amore! Spettacolo unico al mondo!
- I vostri peccati, ditemeli pure in buon tortonese…Nella notte del 26 agosto, vi invito tutti al vostro Santuario: ci sarà una funzione apposta e solo per voi… venite dunque di notte. Gesù ci aspetta anche di notte. Venite senza tante paure: i peccati, si confessano forse meglio di notte, perché non si vedono. I vostri peccati, ditemeli pure in buon tortonese, e cominciate dai più grossi, … in quattro e quattr’otto vi metto a posto, e ve ne andrete contenti con la pace nel cuore. Vi aspetto tutti.
- S. Confessione e… caffè: Dopo la Comunione, mi farete l’onore di passare tutti nella Casa dietro il Santuario: Vi darò un buon caffè. Scr. 52,255.
- E PER CONFESSARMI BENE… COME FARE?
A)-INIZIO RINGRAZIANDO IL SIGNORE, PER I SUOI BENEFICI
B) CHIEDO PERDONO AL SIGNORE PER IL MIO POCO AMORE : Cominciando dal basso…
4°– doveri del mio stato di vita?
3°– amore a me stesso: sincero – laborioso – puro?
2°– amore al prossimo: mi accorgo? Aiuto o sono egoista?
1°– Anore al Signore: quando e come prego? –Ci tengo alla Messa? – Cerco di approfondire la mia fede?
ABBÀ PADRE,(2V) -Guardami, Signor, leggi nel mio cuor. Sono tuo figlio, ASCOLTAMI! -Più solo non sarò, a te mi appoggerò. Sono tuo figlio, ABBRACCIAMI! -Per ogni mio dolor, la pace invocherò. Sono tuo figlio, GUARISCIMI!
- – MI ABBANDONO ALLA TUA MISERICORDIA Pietà di me, o Dio,secondo la tua misericordia;nella tua grande bontà cancella il mio peccato Lavami da tutte le mie colpe,mondami dal mio peccato(SL 50)
- MI IMPEGNO faccio un piccolo ma serio proposito
- RINGRAZIO DIO che mi riabbraccia con amore di Padre-Madre
“Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato.” (Lc 15,24)
donalesiani@gmail.com sito: www.donvincenzoalesiani.it
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- Cari amici, mai come in questi giorni stiamo attenti alle pulizie… Del resto siamo abituati ogni anno alle PULIZIE DI PASQUA. Passato l’inverno, si spalancano le finestre. Le nostre case hanno bisogno di aria nuova. Ma basterà una pulizia radicale di stanze e suppellettili? Non bisognerà pensare anche alle persone che vi abitano? Dove si annida lo “sporco” più resistente? Negli angoli delle stanze o nei nostri cuori? Cominciando le pulizie di Pasqua, forse ci esce spontaneo: “Qui c’è da mettersi le mani nei capelli”… E allora come possiamo affermare con serafica innocenza: ma io che peccati ho? Basterebbe aprire le finestre dell’anima al sole della Parola: Se diciamo: «Non abbiamo mai commesso peccato», facciamo di Dio un bugiardo, e la sua parola non è in noi. (1Gv 1,8) Se invece fosse il timore del giudizio di Dio a tarparci le ali, possiamo contare su un avvocato difensore. Se uno cade in peccato, possiamo contare su Gesù Cristo, il Giusto. Egli è il nostro difensore accanto al Padre. Sarà bene allora per Pasqua, fare un pò di pulizie… Delle stanze e…del cuore. Da dove cominciare?
- DALLA NOSTRA CAMERA, ovviamente Luogo di intimità e riposo. Ci verrà spontaneo pensare alla nostra interiorità da proteggere. Al nostro cuore da tenere pulito. Perché possa essere degna abitazione di Dio. E luogo privilegiato dell’incontro con Lui nella preghiera: «Quando vuoi pregare, entra in camera tua e chiudi la porta. Poi, prega Dio, presente anche in quel luogo nascosto. E Dio tuo Padre, che vede anche ciò che è nascosto, ti darà la ricompensa.” (Mt 6, 6)
- E POI PASSIAMO AL SALOTTO. Abbiamo fatto tanti sacrifici per arredarlo con gusto. Non succeda che, mentre vi riceviamo amici e parenti, lo “sporchiamo” con parole e giudizi taglienti. S. Paolo ci previene: Nessuna parola cattiva deve mai uscire dalla vostra bocca; Fate sparire dalla vostra vita l’amarezza, lo sdegno, la collera. Evitate le urla, la maldicenza e le cattiverie di ogni genere. (Ef. 4-5) Si direbbe che conosca bene certe nostre abitudini… Sarà necessario il perdono reciproco: Perdonatevi a vicenda, come Dio ha perdonato a voi, per mezzo di Cristo. Senza rimandare troppo. Meglio sarebbe farlo, ogni giorno. E prima di sera. Altrimenti… La vostra ira sia spenta prima del tramonto del sole, altrimenti darete occasione al diavolo. (Ef. 4,26) La carità è virtù esigente. Che richiede di condividere gioie e dolori: Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange. Non rendete a nessuno male per male.(Rm 12)
- ENTRIAMO ORA NELLA CAMERA DEI RAGAZZI. Abbiamo così l’opportunità di soffermarci sul rapporto con i nostri ragazzi. Coi tempi che corrono, non fa male sentirci ricordare che i genitori sono sempre genitori. Vanno amati e rispettati. Anche quando cominciassero a perdere qualche colpo: Figli, davanti al Signore avete il dovere di ubbidire ai vostri genitori. Onora il padre e la madre perché tu sia felice e possa godere lunga vita sulla terra. (Ef 6,1ss) Se poi siamo genitori a nostra volta, chiediamoci come stiamo educando i nostri figli. Troppo indulgenti? O, all’opposto, li stiamo esasperando? E voi, genitori, non esasperate i vostri figli, ma date loro un’educazione e una disciplina degna del Signore.
- PASSANDO DAVANTI ALLO SPECCHIO, una pulita più accurata del solito, non guasta. Perché specchiandoci, riusciamo a vedere non solo le rughe del viso e le impurità della pelle (che tanto ci preoccupano…), ma ben più profonde impurità del cuore. “fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo” (Mc 7,21)
- E UN PÒ D’ORDINE NEGLI ARMADI E NEI CASSETTI? Quanta roba! Forse troppa. Ci può fare bene, riascoltare, come in sottofondo, la voce severa di S. Basilio: E’ dell’affamato, il pane che possiedi in avanzo. E’ del nudo, il panno che hai negli armadi. Sono dello scalzo, le scarpe che ammuffiscono in casa tua. Parole forti. Che ci dovrebbero far riflettere prima di andare a comperare… altri vestiti.
- DETERSIVO PER IL CUORE… E così, insieme alle pulizie pasquali, quasi senza accorgercene, stiamo dando una buona “ripassata” alla nostra vita spirituale: la preghiera, il comportamento in famiglia e sul lavoro, la purezza di pensieri e azioni. E l’uso dei beni, senza cedere al consumismo. E adesso? Dove trovare un “detersivo” efficace per le macchie del cuore? Nel sangue di Cristo. “Questo è il calice del mio sangue versato per voi e per tutti in remissione dei peccati” I santi vi hanno fatto frequente ricorso. E le loro vesti risplendono di celestiale candore: Essi sono coloro che hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello. (Ap. 7)
- IO MI CONFESSO CON DIO…!? Certamente, solo Lui può rimettere i peccati. Tenersi il peccato dentro, fa male. Anche alla salute. Confessarlo è una liberazione. E si sta meglio. Parola del salmista. Tacevo e si logoravano le mie ossa, mentre gemevo tutto il giorno. Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il mio errore. Ho detto: “Confesserò al Signore le mie colpe” e tu hai rimesso la malizia del mio peccato. (Sl 32) Facciamo bene allora a supplicarlo: Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia, nel tuo grande amore cancella il mio peccato” (Sl 50,1)
- MA SE SIAMO CRISTIANI… non dimentichiamo che, nella pienezza dei tempi, Dio Padre ci ha inviato Gesù. A condividere la nostra condizione umana. E a perdonarci. Quando incontrava un peccatore era solito rassicurarlo così: «Ti sono rimessi i tuoi peccati!» (Mc 2,5) E dopo la sua risurrezione, ha affidato alla Chiesa il compito di perdonare in suo nome: “ A chi rimetterete i peccati saranno rimessi” (Gv 20,21) E allora, avvicinandosi la Pasqua, cominciamo a pensare a un bravo confessore. Né troppo severo né troppo… di manica larga.
- Che sappia comprendere l’umana debolezza. E non ci condanni. Ma che abbia anche la forza di dirci la verità. Per il nostro bene. Come fece Gesù con l’adultera: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?” “Nessuno, Signore!” Neanche io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più.” (Gv 8,1) Il nostro cuore continua a rimproverarci? Non ascoltiamolo. Fidiamoci piuttosto di S. Giovanni che ci assicura: SE IL TUO CUORE TI RIMPROVERA …DIO È PIÙ GRANDE DEL NOSTRO CUORE E CONOSCE OGNI COSA (1GV 3,20)
- E DON ORIONE HA QUALCOSA DA DIRCI IN PROPOSITO?
Certamente ma…alla prossima “puntata” !
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Si, ieri vi ho raccontato qualcosa della mia esperienza a Sassello con le “BAMBINE” malate…Ma Sassello, da qualche anno, e’ conosciuta (oltre che per i suoi gustosissimi amaretti… ) soprattutto per una ragazza CHIARA LUCE BADANO… Basteranno poche parole per farci commuovere e RINGRAZIARE IL SIGNORE PER UNA CREATURA COSI’... e basterà quel suo “ritornello” a indicarci la via, semplice e ardua, della santità …”SE LO VUOI TU, GESU’…LO VOGLIO. ANCH’IO! “
- A Sassello, il 29 ottobre 1971 nasce Chiara Badano. Chiara di nome e di fatto, intelligente e volitiva, vivace, viene educata dalla mamma a PARLARE CON GESÙ E A DIRGLI «SEMPRE SÌ». Chiara è una ragazzina normale: è docile alla grazia e al disegno di Dio su di lei, che le si svelerà a poco a poco. Dai suoi quaderni delle elementari traspare la gioia nello scoprire la vita: È UNA BAMBINA FELICE.
- Nel giorno della prima Comunione riceve in dono il libro dei Vangeli. Sarà per lei un «MAGNIFICO LIBRO» affermerà: «COME PER ME È FACILE IMPARARE L’ALFABETO, COSÌ DEVE ESSERLO ANCHE VIVERE IL VANGELO!».
- Entra come Gen nel Movimento dei Focolari e vi coinvolge i genitori. Da allora la sua vita sarà tutta nella ricerca di «METTERE DIO AL PRIMO POSTO».
- Prosegue gli studi fino al Liceo classico, quando a 17 anni, all’improvviso un lancinante spasimo alla spalla svela un osteosarcoma, dando inizio a un calvario che durerà circa tre anni.
- Appresa la diagnosi, CHIARA SUBITO RIMANE ASSORTA IN SILENZIO… MA DOPO SOLI 25 MINUTI DALLE SUE LABBRA ESCE IL SÌ ALLA VOLONTÀ DI DIO. Ripeterà spesso: «SE LO VUOI TU, GESÙ, LO VOGLIO ANCH’IO».
- Non perde il suo luminoso sorriso; affronta cure dolorose e trascina nello stesso Amore chi l’avvicina.
- RIFIUTATA LA MORFINA perché le toglie lucidità, dona tutto per la Chiesa …, Ripete: “NON HO PIÙ NIENTE, MA HO ANCORA IL CUORE E CON QUELLO POSSO SEMPRE AMARE”.
- La cameretta, in ospedale a Torino e a casa, è luogo di incontro, di apostolato: È LA SUA CHIESA. Alla mamma che le chiede se soffre molto risponde: «GESÙ MI SMACCHIA CON LA VARECHINA ANCHE I PUNTINI NERI E LA VARECHINA BRUCIA. COSÌ QUANDO ARRIVERÒ IN PARADISO SARÒ BIANCA COME LA NEVE».
- Il male avanza: «SE LO VUOI TU, GESÙ, LO VOGLIO ANCH’ IO». Chiara si prepara all’incontro: «E’ LO SPOSO CHE VIENE A TROVARMI», e sceglie l’abito da sposa, i canti e le preghiere per la “sua” Messa dove «NESSUNO DOVRÀ PIANGERE!».
- E lo «Sposo» viene a prenderla all’alba del 7 ottobre 1990. E’ il giorno della Vergine del Rosario. Queste le sue ultime parole: “MAMMA, SII FELICE, PERCHÉ IO LO SONO. CIAO”.
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PREMESSA: Ho sempre amato le sintesi e le comparazioni che con un semplice colpo d’occhio, riassumono possibili grandi discorsi. Ma quello di stamattina si fonda su un preciso RICORDO… Mi trovavo a Sassello, piccolo “dolce” paese dell’Appennino ligure. Per tanti anni sede del nostro Seminario di formazione e poi luogo di ameno riposo ESTIVO PER LE “BAMBINE” DI PAVERANO (Genova). Stavo celebrando LA S. MESSA per loro all’aperto, nel cortile asfaltato…Circondato da queste “BAMBINE”, alcune delle più gravi sdraiate sui loro lettini. Al momento della CONSACRAZIONE mentre pronunciavo le sacre parole della Liturgia: “QUESTO E’ IL MIO CORPO OFFERTO IN …SACRIFICIO PER VOI”… Il mio sguardo fisso SULL’OSTIA SANTA si…estese alla bambina allettata proprio davanti all’altare. SOFFERENTE E…SORRIDENTE! Sentii nel cuore che quella formula della Consacrazione si POTEVA APPLICARE (… analogamente ma mirabilmente!) sia al CORPO DI CRISTO, sia a quella BAMBINA che guardava e sorrideva… E ALLORA compresi che si poteva trovare un prezioso, impegnativo PARALLELISMO TRA IL CORPO DI CRISTO E QUELLO DEI POVERI…
IN CONTEMPLAZIONE DEL MEDESIMO SIGNORE PRESENTE NELL’ EUCARISTIA E NEL POVERO…
NELLA POVERTÀ DELLE APPARENZE
Un semplice pezzo di pane:
“Nella notte in cui fu tradito Egli prese il pane…” (1Cor 11,24) |
I Poveri non sono appariscenti, non sono “belli”, come il servo di Dio: “Non ha apparenza né bellezza” (Is. 53) |
LA PRESENZA DI CRISTO IN MEZZO A NOI
“Prendete e mangiatene tutti:
questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi” (dalla liturgia) |
“Ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli l’avete fatto a me” (Mt 25) |
IMMAGINE DI DIO FATTA PERSONA
“Egli è l’immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura…” (Col. 1,15) | Nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio (Don Orione) |
I VERI TESORI DELLA CHIESA
“Il sacrificio eucaristico, fonte e apice di tutta la vita cristiana” (LG 11) | “Portami, Vergine benedetta ad accogliere gli orfanelli e i poveri…i tesori della Chiesa”(DO) |
FONTE DEL NOSTRO PERDONO
“Questo è il mio sangue, versato per voi e per tutti in remissione dei peccati…”(dalla liturgia) | “La carità copre una moltitudine di peccati (1Pt 4,8 “Il Signore perdona tante cose per un’opera di misericordia”(D. Orione) |
LA NOSTRA SALVEZZA O LA NOSTRA CONDANNA…
“Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv 6) “Chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna” (1Cor. 11,29) | “Venite, benedetti del Padre mio…l’avete fatto a me! Lontano da me, maledetti… avevo fame…avevo sete…ero malato e non mi avete assistito”(cfr. Mt25) |
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IL PENSIERO DI QUESTA MATTINA (più breve del solito…) vorrebbe aiutarci A RITROVARE E VERIFICARE QUANTO SONO STABILI I GRANDI PILASTRI DI UNA VITA CRISTIANA AUTENTICA. CAPACI DI RESISTERE AI “TERREMOTI” DELLA NOSTRA VITA… PILASTRI “SISMICI” INSOMMA… CHE IN S. PAOLO E IN DON ORIONE ERANO CHIARAMENTE QUESTI TRE:
- UN RAPPORTO VITALE CON CRISTO
- UNA FORTE ESPERIENZA DI AMORE
- UN INFATICABILE ZELO APOSTOLICO
SAN PAOLO | SAN L. ORIONE |
RAPPORTO VITALE CON CRISTO
“Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20) | “Le mie regole voi non le conoscete, ma voi conoscete la mia vita … Un cuore senza confini perché dilatato dalla carità del mio Dio Gesù crocifisso.” (Scr.102,32) |
ESPERIENZA D’AMORE
“Una notte in visione il Signore disse a Paolo: “Non aver paura, ma continua a parlare e non tacere, perché IO SONO CON TE, nessuno cercherà di farti del male” (At 18,9s) | Una volta, Gesù, sentivo bisogno di non essere solo… sentivo bisogno di uno che mi amasse… e mi amasse per tutti… Sono passato tra figli e fratelli, ma l’affetto degli uomini non ha saziato la povera anima mia. … Era una sera, quando sono entrato nella chiesuola del mio paese e posi la testa ai piedi di quel vecchio Crocifisso, che è là, entrando, quando una voce soave e penetrante mormorò vicino al mio cuore: – GESU’ E’ CON TE! GESU’ E’ CON TE! Scomparvero le ombre, gli affanni scomparvero …. si aprì come il tabernacolo, e Gesù si mostrò alla povera anima sconsolata e sola ! Gesù è con te! – mormorò vicino al mio cuore il Signore: SONO QUI AD AMARTI PER TUTTI! Scr. 69,211
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ZELO APOSTOLICO
Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo (1Cor.9,22s). |
“ Nel nome della Divina Provvidenza, ho aperto le BRACCIA E IL CUORE a sani e ad ammalati, di ogni età, di ogni religione, di ogni nazionalità: a tutti avrei voluto dare, COL PANE DEL CORPO, IL DIVINO BALSAMO DELLA FEDE. (Let.II,463)
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“DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE
DELL’APOSTOLO PAOLO,
tenero e sensibile fino alle lacrime,
infaticabile e coraggioso fino all’ardimento,
tenace e dinamico fino all’eroismo.
Mirabile è Dio nei suoi santi”
(Giovanni Paolo II)
donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it
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MA QUESTA DOMENICA I PROTAGONISTI SARANNO … DUE CIECHI!
A) – IL “CIECO NATO” DEL VANGELO (Libera rielaborazione di GV. C. 9) “PRIMA ERO CIECO E ORA CI VEDO…” Sono nato cieco. Non so cosa sia un prato in fiore e l’azzurro del cielo. Passo le giornate chiedendo l’elemosina ai crocicchi delle strade. Ho accettato la mia situazione anche se da sempre, sentendo parlare gli altri di tante cose belle, ho sognato di svegliarmi e vedere, all’improvviso, uccelli che volano (così mi dicono…) e gli occhi di mia madre. Un giorno seppi che Gesù stava arrivando a Gerusalemme. Barcollando mi feci avanti come potei. Sentii alcuni che gli chiedevano, riferendosi a me: “Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?” La domanda, ad essere sincero, non mi piacque molto. Perché non mi sentivo così cattivo e poi i miei genitori che c’entravano, poveretti? La risposta di Gesù mi fece molto piacere: “NÉ LUI HA PECCATO NÉ I SUOI GENITORI, MA È COSÌ PERCHÉ SI MANIFESTASSERO IN LUI LE OPERE DI DIO.” Era la prima volta che sentivo una cosa del genere. Di fronte al dolore, tutti cominciano a porre domande e a dare colpe a qualcuno: non ultimo a Dio stesso. Gesù la pensava diversamente. E invitava tutti a non guardare indietro in cerca di possibili cause, MA DI SCORGERE ANCHE IN UNA SITUAZIONE DOLOROSA, IL “LUOGO” DOVE DIO SI MANIFESTA.. E AGGIUNSE: “DOBBIAMO COMPIERE LE OPERE DI COLUI CHE MI HA MANDATO FINCHÉ È GIORNO; FINCHÉ SONO NEL MONDO, SONO LA LUCE DEL MONDO” Come dire: nelle tenebre del mondo non serve imprecare. Bisogna che ognuno accenda una piccola luce dando sollievo a chi soffre. Gesù mi si avvicinò, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sui miei occhi e mi disse: “VA’ A LAVARTI NELLA PISCINA DI SÌLOE (CHE SIGNIFICA INVIATO)”. Non me lo feci dire due volte. Andai, mi lavai e , mio Dio, che sensazione, CI VEDEVO! Corsi da Gesù per ringraziarlo. Ma nel frattempo s’era radunata tanta gente che discuteva sul mio caso… Discorsi difficili su Gesù, se poteva o no guarirmi in giorno di sabato… Chiesero a me se ero io la stessa persona cieca fino a mezz’ora prima. Cosa potevo dire? La verità. Mi piace la verità senza troppi raggiri. Risposi di getto: “SONO IO!”. Ma quelli continuavano a discutere animatamente. Non tanto su di me quanto su Gesù che mi aveva guarito. Mi condussero dai nostri maestri della legge, i quali vollero che spiegassi un’altra volta come avevo riacquistato la vista… E io a ripetere la stessa cosa: “MI HA POSTO DEL FANGO SOPRA GLI OCCHI, MI SONO LAVATO E CI VEDO”. Sinceramente mi irritò LA LORO SICUREZZA NEL DEFINIRE GESÙ UN PECCATORE. “DÁ GLORIA A DIO! NOI SAPPIAMO CHE QUEST’UOMO È UN PECCATORE”. Io so che loro hanno studiato ma… Quel “NOI SAPPIAMO” non lo digerivo proprio. Non mi sembrarono molto umili e aperti alla novità di Dio. Che sappiamo noi cosa Dio può fare o non fare? Risposi loro con tutta franchezza “SE SIA UN PECCATORE, NON LO SO; UNA COSA SO: PRIMA ERO CIECO E ORA CI VEDO”. E mi permisi anche di aggiungere: “DA CHE MONDO È MONDO, NON S’È MAI SENTITO DIRE CHE UNO ABBIA APERTO GLI OCCHI A UN CIECO NATO. SE COSTUI NON FOSSE DA DIO, NON AVREBBE POTUTO FAR NULLA”. A questo punto si sentirono offesi e me ne dissero di tutti colori: “SEI NATO TUTTO NEI PECCATI E VUOI INSEGNARE A NOI?”.E mi cacciarono fuori dal tempio. Ci rimasi un po’ male, a dire il vero, ma la bellezza della natura che osservavo per la prima volta, mi rallegrava e benedicevo il Signore per ogni cosa. Toccavo delicatamente i petali dei fiori e rincorrevo le farfalle. Mi sentivo un bimbo felice alla scoperta del mondo. Ad un tratto, ecco laggiù un gruppetto di persone. C’era anche Gesù in mezzo a loro. Avevano saputo che ero stato cacciato dal tempio. Gesù mi si avvicinò e guardandomi intensamente mi chiese: “TU CREDI NEL FIGLIO DELL’UOMO?”.Mi sentii smarrito e incerto. “E CHI È, SIGNORE, PERCHÉ IO CREDA IN LUI?”. Mi rispose Gesù: “TU L’HAI VISTO: COLUI CHE PARLA CON TE È PROPRIO LUI”. Mio Dio, che momento fu mai quello…Ero confuso. Mi gli prostrai dinanzi per esprimergli tutta la mia gratitudine e la mia fede, così come potevo. “IO CREDO, SIGNORE!”. Cominciavo a capire che Gesù mi aveva donata la vista fisica perché poco a poco imparassi ad aprire gli occhi della fede sulla sua realtà di Figlio di Dio, venuto nel mondo a portarci la luce vera. Questo valeva per me e per i miei concittadini. Egli infatti, guardando con tristezza verso la città di Gerusalemme, continuò: “IO SONO VENUTO IN QUESTO MONDO PERCHÉ COLORO CHE NON VEDONO, VEDANO E QUELLI CHE VEDONO, DIVENTINO CIECHI”. Mi giunse all’orecchio il borbottio dei farisei e poi la loro ironica domanda a Gesù: “SIAMO FORSE CIECHI ANCHE NOI?”. E Gesù: “SE FOSTE CIECHI, NON AVRESTE ALCUN PECCATO; MA SICCOME DITE: NOI VEDIAMO, IL VOSTRO PECCATO RIMANE”.
Cominciavo a capire…E mi venne spontaneo benedire il Signore per la mia passata cecità fisica. Si, perché anche grazie ad essa, avendo bisogno di tutto e di tutti, avevo assunto nella vita un atteggiamento di umiltà, e di gratitudine verso tutti. E così avevo potuto incontrare e accogliere Colui che qualche giorno prima, nel tempio, aveva affermato solennemente: “IO SONO LA LUCE DEL MONDO. CHI SEGUE ME NON CAMMINA NELLE TENEBRE, MA AVRÀ LA LUCE DELLA VITA” (GV 8,12)
B) – FRATE AVE MARIA – EREMITA CIECO DELLA CONGREGAZIONE DI DON ORIONE La luminosa notte di un cieco – Pensieri di FRATE AVE MARIA
- Quand’ero tre volte cieco “Io quand’ero tre volte cieco mi vergognavo fino all’avvilimento della mia cecità fisica e di quella intellettuale, ma non mi vergognavo di essere cieco moralmente, spiritualmente” Ma Gesù mi folgorò
- “Ma quando Gesù mi folgorò con la sua luce, con la sua verità, la sua grazia, la sua carità, allora dissi a Gesù e lo dissi con grande entusiasmo: ”Gesù, tu solo mi basti!“
- La mia è una luminosa e deliziosa notte “Convertisti in luce le mie tenebre e in gioia la mia tristezza, sicché la mia è veramente una luminosa e deliziosa notte, perché l’unica mia luce, l’unica mia gioia sei Tu solo, o Gesù Figlio di Dio! O Gesù, Dio mio! O Gesù , figlio di Maria”
- Ciechi veri sono… “Chiedere la grazia di vederci? No, no! Sono quarant’anni che sono al buio e sto bene così. Ciechi veri sono quelli che non vedono Gesù, quelli che non hanno fede!”
- So soltanto essere felice! “Tutti sanno molte cose ed io so una cosa sola: so soltanto essere felice! Tutti posseggono più oggetti; io invece non posseggo che una cosa: la vera felicità”
PARLIAMONE TRA NOI: —————————————————
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- “DON ORIONE EBBE IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO ”
- A) ATTENZIONE E CURA VERSO GLI AMMALATI
- S. PAOLO: AVENDO SPERIMENTATO LA MALATTIA … DIMOSTRA GRATITUDINE VERSO CHI HA AVUTO CURA DI LUI “Sapete che fu a causa di una malattia del corpo che vi annunziai la prima volta il vangelo; mi avete accolto come un angelo di Dio, come Cristo Gesù…. SE FOSSE STATO POSSIBILE VI SARESTE CAVATI ANCHE GLI OCCHI PER DARMELI...” (Gal 4, 13ss)
- ED E’ ATTENTO A CHI STA MALE… EPAFRODITO, inviato dai Filippesi a portare aiuto a Paolo, si ammala… Paolo supplica il Signore e, APPENA GUARITO, lo rimanda subito a casa: “…ho creduto necessario mandarvi Epafrodìto, … lo mando perché aveva grande desiderio di rivedere voi tutti. Accoglietelo dunque nel Signore con piena gioia e abbiate grande stima verso persone come lui; perché ha rasentato la morte per la causa di Cristo, rischiando la vita, per sostituirvi nel servizio presso di me.” (Fil.3,23ss)
- Nella 2Timoteo, il suo testamento, l’ultimo pensiero è per un fratello ammalato: “ Saluta Prisca e Aquila e la famiglia di Onesìforo. Eràsto è rimasto a Corinto; Tròfimo l’ho lasciato ammalato a Milèto”. (2Tim 4,19)
- E DON ORIONE? FESTEGGIA COSI IL SUO 25.MO DI SACERDOZIO “Quel giorno io dovevo passarlo a Bra, ma, la vigilia, mi accorsi che il caro Chierico Viano andava peggiorando, La notte la passai presso il letto di Viano…. Venuta l’ora del pranzo, Viano andava peggiorando, ma era sempre presente a se stesso; da più giorni quel povero figlio, non aveva avuto più beneficio di corpo, quando, verso mezzodì ebbe come un rilassamento di corpo, e non si fece a tempo, perchè anche lui non avvertì a tempo o non se ne è neanche accorto, poveretto! E allora il chierico Don Camillo Secco che fa da infermiere, alzò il caro malato diritto sul letto, e abbiamo cambiato tutto, e il letto e il malato, e così mentre gli altri pranzavano, con dell’acqua tiepida io lo lavavo e pulivo, facendo, col nostro caro Viano, quegli uffici umili sì, ma santi, che una madre fa con i suoi bambini. Ho guardato in quel momento il chierico Camillo, ed ho visto che piangeva. Ci eravamo chiusi in infermeria, perchè nessuno entrasse, e fuori picchiavano con insistenza che andassi giù a pranzo; ma io pensavo che meglio assai era compiere, con amore di Dio e umiltà, quell’opera santa…-Oh molto meglio questo che tutte le prediche che ho fatto nei 25 anni di ministero sacerdotale.“
B) – SENSIBILI FINO ALLE LACRIME
- Una commovente scena di addio, negli Atti degli Apostoli. Paolo agli anziani di Efeso raccomanda: Per questo vigilate, ricordando che per tre anni, notte e giorno, io non ho cessato di esortare fra le lacrime ciascuno di voi. Detto questo, si inginocchiò con tutti loro e pregò. Tutti scoppiarono in un gran pianto e gettandosi al collo di Paolo lo baciavano, addolorati soprattutto perché aveva detto che non avrebbero più rivisto il suo volto. E lo accompagnarono fino alla nave”. (Atti 20,31ss)
- – A Cesarea in casa di Filippo, “Paolo rispose: “Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore? Io sono pronto non soltanto a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù”. E poiché non si lasciava persuadere, smettemmo di insistere dicendo: “Sia fatta la volontà del Signore!”.(A 21,8ss)
- E DON ORIONE? Il pensiero corre all’ultima SUA “BUONA NOTTE” 8 Marzo 1940. E’ il testamento spirituale di Don Orione sigillato dalle sue lacrime di padre, a soli 4 giorni dalla morte.
- « Sono venuto a darvi la buona notte... Sono venuto anche a salutarvi, perché a Dio piacendo domani mi assenterò per qualche tempo, per poco o per molto, o anche per sempre, come piacerà al Signore. Nessuno più di me sa e sente che la mia vita benché apparentemente sia, data l’età, florida, nessuno più me sente che la mia vita, che questa vita è attaccata ad un filo e che tutti i momenti possono essere gli ultimi.” Dopo preziosi insegnamenti Alla fine conclude:
- “Dunque addio, o cari figliuoli (si ferma un istante, china il capo appoggiandosi alla balaustra, commosso piange…).
- Pregherete per me e io vi porterò tutti i giorni sull’altare e pregherò per voi. Buona notte ».
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- Dopo aver detto “qualcosa” della TEMPRA DI S. PAOLO E D. ORIONE, passiamo al secondo aspetto:
- “DON ORIONE EBBE IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO ”
- SOFFRIRE CON CHI SOFFRE: lettera dalle “molte lacrime”. C’era stata una grave incomprensione tra Paolo e un cristiano della comunità di Corinto. Tra i molti tentativi di riappacificazione, Paolo scrive anche una lettera detta “dalle molte lacrime”:
- “Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte lacrime, però non per rattristarvi, ma per farvi conoscere l’affetto immenso che ho per voi.” (2Cor 2,1s)
- NON NEGA DI AVER SOFFERTO, ma ha perdonato e chiede ai Corinti di perdonare anche loro quel fratello: “ Per quel tale però è già sufficiente il castigo che gli è venuto dai più, cosicché voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non soccomba sotto un dolore troppo forte…A chi voi perdonate, perdono anch’io”. (2Cor 2,5ss)
- RIDONA PIENA FIDUCIA. “ Dio che consola gli afflitti ci ha consolati con la venuta di Tito.. Mi rallegro perché posso contare totalmente su di voi” .(2Cor 7,3)
- ANCHE CON MARCO (giovane cugino di Barnaba…) c’era stata una grave incomprensione ma quando Marco è maturato… restituisce tutta la stima chiamandolo accanto a sé. Scrive a Timoteo: “Cerca di venire presto da me. Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero”(2Tm 4, 9)
- DON ORIONE: scrive da Buenos Aires dove è arrivato da poco a un ragazzo di Genova che fa disperare i genitori. Il tono è paterno ma anche molto forte e chiaro
Buenos Aires, il 19 ottobre 1934 « Caro Federico, penso tante volte a te, e m’è fin passato in mente se non avessi fatto meglio a condurti in America insieme con me. Io vengo ad incoraggiarti al bene: io ti amo tanto e vengo in cerca piuttosto delle tue buone qualità che dei tuoi torti… Don Orione non vorrà mai avvelenare le piaghe, ma le vuole lenire con l’olio del buon samaritano. Fede, caro Fede, tu devi voltar pagina: devi ritornare quel bravo figlio che eri un giorno. Vedi come ti parlo! Quando tu trovassi le mie lettere troppo severe, potrai gettarle nel fuoco. Ma se senti in esse la voce di chi ti ama, ascoltala, caro Fede”. “Questo ti raccomando, caro mio Fede, che tu umilmente riconosca il tuo passato non sempre buono. Devi pregare, non devi più essere un nottambulo, devi romperla con certe amicizie e compagnie. Poi bisogna levarti dall’ozio, assolutamente. Piuttosto va a fare il facchino al Porto, ma togliti dall’ozio, che è il padre del vizio. Il tuo stato non mi impedisce di amarti e di pregare per te…Io ti abbraccio, caro Federico, nel Signore, e ti conforto e molto spero”.
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- MAESTRI NELL’ ARTE DI EDUCARE:
“E voi siete diventati imitatori nostri e del Signore, avendo accolto la parola con la gioia dello Spirito Santo anche in mezzo a grande tribolazione, così da diventare modello a tutti i credenti che sono nella Macedonia e nell’Acaia”. (1Ts 1,6)
“Chi infatti, se non proprio voi, potrebbe essere la nostra speranza, la nostra gioia e la corona di cui ci possiamo vantare, davanti al Signore nostro Gesù, nel momento della sua venuta? Siete voi la nostra gloria e la nostra gioia”.(1Ts 2.17).
- DOPO AVERLI LODATI, ricorda le esigenze dell’insegnamento del Signore “QUESTA È LA VOLONTÀ DI DIO, LA VOSTRA SANTIFICAZIONE: CHE VI ASTENIATE DALLA IMPUDICIZIA… (4,1ss)
- E DON ORIONE? QUALE METODO PEDAGOGICO USA CON I GIOVANI? CHIEDE TANTO E ...DONA TANTO!
- 1. “Caro Baldassarre, leggo la tua lettera. Non ho nessuna difficoltà di prenderti qui … Ogni miglior avvenire ti sarà serbato, se tu lascerai che, come ti ho accolto e riparato un giorno dai geli e dalle nevi nelle prime baracche di piazza Torlonia, così ti guidi e di difenda ora da altri venti e da altre tempeste, o caro mio Baldassarre! Sentirai tu la voce di un amico che ti ha dato prove non dubbie di volere il tuo vero bene, e di amarti di vero amore in Gesù Cristo, e di pensare in modo serio e con amore di padre al tuo avvenire? Guardati attorno, o caro Baldassarre: non vedi che non hai più nessuno? Ma la Divina Provvidenza e Don Orione ci sono ancora per te, e ci saranno sempre, se tu lo vuoi. Tu dovrai lottare per diventare buono, ma io ti aiuterò come se fossi tua madre, e Dio ti aiuterà! Tuo aff.mo come padre Don Orione”
- 2. CARO PAOLINO… devi dare parola d’onore che ti impegni per tutto l’anno scolastico 930-31, se no, no! Attendo dunque risposta telegrafica, e non voglio né tergiversazioni né risposte condizionate… .Vedi, caro Paolino, di pregare, di riflettere e di decidere da uomo, ché hai 30 anni ormai. Mi hai già fatto fare qualche brutta figura, compromettendo anche un poco il nome dell’Istituto: ora basta, se è sì, sia poi sì, se è no, allora resta…In qualunque modo deciderai, io resto sempre per te Don Orione, cioè il padre dell’anima tua, e tu mi sei e sarai sempre figliolo carissimo, e metà del mio cuore e metà della mia anima.”
- MA OGGI 19 MARZO FESTA DI S. GIUSEPPE... ben volentieri lo accogliamo tra i GRANDI AMICI per passare questi giorni in casa. E’ ANCHE LA FESTA DEI PAPA’ ai quali vogliamo augurare proprio i tre grandi insegnamenti che ci ha dato la S. famiglia di Nazaret.
- TORNIAMO A SCUOLA … A NAZARET 1. “IN PRIMO LUOGO LA CASA DI NAZARET CI INSEGNA IL SILENZIO. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. OH! SILENZIO DI NAZARETH, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto. 2. QUI COMPRENDIAMO IL MODO DI VIVERE IN FAMIGLIA Nazareth ci ricordi COS’È LA FAMIGLIA, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed INSOSTITUIBILE L’EDUCAZIONE IN FAMIGLIA, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale. 3. INFINE IMPARIAMO LA LEZIONE DEL LAVORO. Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, IL LORO DIVINO FRATELLO, il profeta di tutte le giuste cause cioè Cristo nostro Signore. (Paolo VI, 5 gennaio 1964)
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S. PAOLO: Scrivendo ai Cristiani di Tessalonica da Lui evangelizzati, Paolo afferma di essersi comportato con loro COME UNA MADRE E UN PADRE:
“E siamo stati amorevoli in mezzo a voi come una madre nutre e ha cura delle proprie creature. Così affezionati a voi, avremmo desiderato darvi non solo il vangelo di Dio, ma la nostra stessa vita, perché ci siete diventati cari. Voi sapete anche che, come fa un padre verso i propri figli, abbiamo esortato ciascuno di voi, incoraggiandovi e scongiurandovi a comportarvi in maniera degna di quel Dio che vi chiama al suo regno e alla sua gloria.” (1Ts 2,2ss)
- E DON ORIONE? –UNA VERA MADRE CHE PENSA ANCHE A UNA BUONA… COLAZIONE. Al Direttore raccomanda:
- “Il mattino, fai dare all’Ing. Marengo sempre un uovo e anche due, sbattuti nel latte e caffè. Usagli ogni riguardo nel cibo. Vedi che in parecchi giorni della settimana, egli ha scuola alle 8. Andando in Cappella alle 6 ½, tra Messa, Meditazione e Colazione, non ce la farà ad entrare in Classe già alle 8, o arriverà col boccone in bocca, e gli farà male.- Quindi, in quei giorni, che ha scuola alle 8, lo dispenso dalla Meditazione in comune,-dopo Messa vada subito e fagli trovare pronta la colazione. Mi raccomando” .
- E UN VERO PADRE CON GLI ORFANI DEL TERREMOTO DELL’ ABRUZZO ai quali scrive una tenerissima lettera IN OCCASIONE DELL’ANNIVERSARIO DEL “GRANDE DOLORE” Roma, l’11 Genn. 1916
“Cari miei figlioli, gli orfani dell’Abruzzo e di Sora, che siete alla Colonia di Montemario Non so partire per Avezzano se non vi lascio una parola…Giovedì, dopo domani, è l’anniversario della morte dei vostri amati genitori, l’anniversario del grande dolore della vostra vita e della vostra terra, o miei figlioli, e non vi so dire quanto vivamente amerei esservi vicino… Cari orfani del terremoto, che siete i miei più cari orfani e i più cari miei figlioli nel Signore, vi prometto che, fin che Dio mi darà vita e fin che potrò e quanto più lo potrò, con la grazia del Signore, prometto che vi aiuterò sempre e vi farò da padre in Gesù Cristo. Vi abbraccio spiritualmente in Gesù Cristo, e vi benedico tutti e con tutto l’affetto e ad uno ad uno vi benedico ancora nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo. Amen!”
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…Regaliamoci anche oggi un pensiero sul tema “DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO. In particolare su la “TEMPRA” intesa come capacità di ADATTAMENTO e di AUTOCONTROLLO nelle varie situazioni di vita…
PAOLO AD ATENE: Mentre aspetta i suoi amici fa un giro per la città e … “FREME” al vedere tutte quelle STATUE AGLI IDOLI ... Ma quando poi comincia a parlare… cambia completamente “TONO”…
“ Mentre Paolo li attendeva ad Atene, fremeva nel suo spirito al vedere la città piena di idoli…. Paolo, alzatosi in mezzo all’Areòpago, disse: “Cittadini ateniesi, vedo che in tutto siete MOLTO TIMORATI DEGLI DEI . Passando infatti e osservando i monumenti del vostro culto, ho trovato anche un’ara con l’iscrizione: AL DIO IGNOTO. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. (Atti 17,16ss)
SOBRIETÀ DI VITA …
“Ho imparato a bastare a me stesso in ogni occasione; ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono iniziato a tutto, in ogni maniera: alla sazietà e alla fame, all’abbondanza e l’indigenza. Tutto posso in colui che mi dá la forza” (Fil. 4,11ss).
- E DON ORIONE? A Don Cremaschi, MAESTRO DEI NOVIZI, che aveva chiesto di costruire un’altra aula per i novizi (numerosi, allora!!!...) scrive una lettera che fa tanto riflettere anche oggi. Per imparare a saperci adattare… e saper distinguere tra la sostanza e le cose secondarie…
“Hai ragione di richiedere tre aule… Solo succede che i vostri occhi sono velati… Dietro la cappella, quante aule ci sono? Tre! Ecco le tre aule. Mi dirai: “Ma è la sacrestia”!. Rispondo: fino a che non farete le aule, se ne faccia a meno della sacrestia, e i sacerdoti si vestano in presbiterio. E’ forse supremamente necessaria la sacrestia? Ah! come si vede che non siete stati in paesi di missione! E IL CENACOLO AVEVA LA SACRESTIA? Del resto, e perché la mattina il sacerdote non potrà vestirsi anche in un’aula scolastica? Ah Cremaschi, Cremaschi!, Torniamo poveri, torniamo ai primi tempi!. Che m’importano le sacrestie e le cerimonie, quando mancasse lo spirito? Io, caro don Cremaschi, trovo da FAR SCUOLA da per tutto … E che male c’è, a far scuola in una cappella?”
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Dopo la splendida figura della SAMARITANA, protagonista del Vangelo di ieri, riprendiamo il tema che ci siamo prefissi per queste nostre “conversazioni mattutine”: DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO
A) TEMPRA, COME FORZA DI VOLONTÀ e DIFESA DELLA PROPRIA DIGNITA’
- S. PAOLO:
- “ …Ma giunsero da Antiochia e da Icònio alcuni Giudei, i quali trassero dalla loro parte la folla; essi presero Paolo a sassate e quindi lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli, alzatosi, entrò in città”…“Il giorno dopo partì con Barnaba alla volta di Derbe” (Atti 14,19)
- A FILIPPI: La folla insorse contro Paolo e Barnaba, mentre i magistrati fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e dopo averli caricati di colpi, li gettarono in prigione e ordinarono al carceriere di far buona guardia… Egli li gettò nella cella più interna della prigione e strinse i loro piedi nei ceppi”.(Atti 16,23ss)
- – PAOLO esige anche rispetto e pubbliche scuse: “ Ma Paolo disse alle guardie: “Ci hanno percosso in pubblico e senza processo, sebbene siamo cittadini romani, e ci hanno gettati in prigione; e ora ci fanno uscire di nascosto? No davvero! Vengano di persona a condurci fuori!”
- E così fu con tanto di scuse: “ vennero e si scusarono con loro; poi li fecero uscire e li pregarono di partire dalla città.” (Atti 16, 37)
B) – DON ORIONE: Per quanto riguarda la difesa della sua dignità di uomo e di sacerdote, basti solo un cenno circa una penosa vicenda, un’accusa ingiusta che qualcuno aveva inventato per diffamare D. Orione…
Che il 16 Ottobre 1934 dall’Argentina scrive al suo Vescovo Mons. Grassi, gravemente infermo. “Mio buon padre in Gesù Cristo, Non sono più venuto a rivederla, perché non avrei saputo resistere senza piangere, vedendola su codesto letto…Sa, Eccellenza, chi pregherà ancora per lei dopo la sua morte? I poveri figli della Divina Provvidenza! La supplico umilmente in Gesù Cristo e nella santa Madonna di non voler morire così. Ella sa che si è tentato coprirmi di fango, e di qual fango! È da quattro anni che io sto aspettando una parola dal mio Vescovo, di difesa… Ho sempre taciuto, ho sempre sofferto e pregato; ma non sono sasso né pietra; si tratta del buon nome e di ciò che un sacerdote deve avere più caro: il suo onore. O mio caro Vescovo e padre, vi supplico di non lasciare le cose così, di non voler morire così…”
B) TEMPRA, COME CORAGGIO DI DENUNCIA
- S. PAOLO AI GALATI SCRIVE : “Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro vangelo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! ” (Gal 1, 6ss)
- AVVERTE I FILIPPESI: “Molti, ve l’ho già detto più volte e ora con le lacrime agli occhi ve lo ripeto, si comportano da nemici della croce di Cristo: perché essi, che hanno come dio il loro ventre, si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi, tutti intenti alle cose della terra…tutti cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo”(Fil 3,17-21)
- DON ORIONE: “ Chi non intende seguirmi si levi di mezzo, altrimenti vi salto avanti, vi metto da parte, non vi offendete. Se non era per sorpassare gli altri in santità, non valeva la pena di fondare una Congregazione. O rinnovarsi o morire!” “In modo particolare dobbiamo vedere di fortificare bene quella virtù che è così cara a Maria santissima…”
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Cari amici, il tema che ci siamo prefissi per queste nostre “conversazioni mattutine” resta sempre questo: «DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO» Ma oggi davanti al Vangelo della Samaritana, non resisto alla “tentazione” di fare un’eccezione. Sono sicuro che i miei tre AMICI saranno ben lieti che dedichiamo qualche minuto a questa donna di Samaria. Soprattutto sarà contento Gesù… che sicuramente conserva un ricordo indelebile di quell’incontro con Lei al pozzo di Sicar. Ma anche questa donna sarà contenta di raccontarsi… La sua esperienza unica potrebbe far bene anche a noi. Ascoltiamola. (libera rielaborazione …cfr. GV. 4,1ss)
Mi ricordo come fosse ieri. Era verso mezzogiorno. Faceva un gran caldo. Mi stavo recando come ogni giorno ad attingere acqua al pozzo di Giacobbe, appena fuori dalla mia città di Sicar . Ci andavo di proposito sempre a quel ora calda del giorno. Speravo di non incontrare nessuno. Mi infastidivano le battute pesanti della gente sulla mia vita affettiva piuttosto disordinata. Con mia grande sorpresa quel giorno mi accorsi che, seduto sul pozzo, c’era qualcuno: GESÙ, STANCO DEL VIAGGIO, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Mi sforzai di essere disinvolta. Tirai su l’acqua dal pozzo e in tutta fretta me ne stavo andando via quando quel uomo stanco e assetato con voce gentile mi chiese: “DAMMI DA BERE” Quella semplice richiesta sulle prime mi meravigliò assai e glielo dissi chiaramente: “COME MAI TU, CHE SEI GIUDEO, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”. Ma poi pensai che finora, avevo vissuto elemosinando un pò d’amore… ora qualcuno assetato mi chiedeva da bere. Anch’io potevo essere utile a qualcuno? Quella richiesta mi fece balenare la possibilità di passare dal chiedere al donare. Ero anch’io capace di amare gratuitamente? Egli interruppe i miei pensieri: “SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO E CHI È COLUI CHE TI DICE: “DAMMI DA BERE” tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”. Mi sembrò subito un tipo originale. Valeva la pena soffermarsi a parlare con Lui. Con un pizzico di orgoglio nazionalistico gli feci notare “Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva? SEI TU FORSE PIÙ GRANDE DEL NOSTRO PADRE GIACOBBE, che ci diede questo pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo gregge?” La sua risposta fu pronta. Mi sentii spiazzata. A pensarci bene, aveva proprio ragione: “CHIUNQUE BEVE DI QUEST’ACQUA AVRÀ DI NUOVO SETE; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò DIVENTERÀ IN LUI SORGENTE DI ACQUA CHE ZAMPILLA PER LA VITA ETERNA”. Queste sue parole mi penetrarono nell’anima: erano semplicemente vere. Da una vita andavo elemosinando un po’ d’acqua per la mia sete d’amore, senza riuscire a dissetarmi. Davvero c’era un’acqua diversa che poteva dissetare una donna come me? Con la gioia di una bambina lo supplicai: “SIGNORE, DAMMI DI QUEST’ACQUA, PERCHÉ NON ABBIA PIÙ SETE E NON CONTINUI A VENIRE QUI AD ATTINGERE ACQUA”. Ma ad un tratto egli si fece serio e guardandomi negli occhi, con voce calma e ferma, mi disse: “VA’ A CHIAMARE TUO MARITO E POI RITORNA QUI”. Sentivo che non potevo nascondermi a Lui: mi leggeva dentro. In un attimo la mia vita mi apparve in tutta la sua vacuità e inconsistenza. Ebbi la forza di reagire istintivamente: “NON HO MARITO” E Lui senza cattiveria ma per aiutarmi a far chiarezza, mi spiegò: “HAI DETTO BENE “NON HO MARITO”; infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero”. Era la prima persona che mi diceva le cose con verità, ma senza la voglia di ferirmi. Volli dirglielo quasi per fargli un complimento sulla sua chiaroveggenza interiore. Ma più ancora per deviare il discorso… Quel suo dito sulla piaga, mi faceva troppo male. Era più semplice parlare di questioni religiose allora dibattute. “SIGNORE, VEDO CHE TU SEI UN PROFETA. I nostri padri hanno adorato Dio sopra questo monte e voi dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”. Gesù stette al gioco. E ne approfittò per rivelarmi il cuore della vera religiosità: “CREDIMI, DONNA, È GIUNTO IL MOMENTO, ED È QUESTO, iN CUI I VERI ADORATORI ADORERANNO IL PADRE IN SPIRITO E VERITÀ; PERCHÉ IL PADRE CERCA TALI ADORATORI” Mi colpirono quelle sue parole ispirate su Dio in affannosa ricerca di adoratori veri. Col cuore e con la vita. Mi sentii tanto superficiale e frivola. Sinceramente gli manifestai la mia attesa di qualcuno, del Messia, che tutti aspettavamo per avere luce su queste grandi cose: “SO CHE DEVE VENIRE IL MESSIA (CIOÈ IL CRISTO): quando egli verrà, ci annunzierà ogni cosa”. A queste mie parole Egli rimase per un attimo in silenzio….I suoi occhi brillarono di luce divina. Poi volgendosi verso di me, mi confidò il grande segreto: “SONO IO, CHE TI PARLO”. Avvertii nelle fibre più intime della mia anima che quella dichiarazione non era follia… SENTII UN FREMITO PERCORRERMI TUTTA LA VITA AL PENSIERO CHE L’ATTESO DELLE GENTI STESSE PARLANDO, CON UNA DONNA COME ME. In quel momento tornarono i suoi discepoli, loquaci e affamati… Ne approfittai per allontanarmi. Dimenticai perfino di prendere la brocca d’acqua… La donna intanto lasciò la brocca … Ma portai con me, quel suo sguardo e quelle sue parole “SONO IO, CHE TI PARLO”. Sentivo in me una forza e una libertà interiore mai provata prima. Mi sentivo come rinata. Non avevo più paura della gente. Corsi in città col bisogno di comunicare quanto mi era accaduto: “VENITE A VEDERE UN UOMO CHE MI HA DETTO TUTTO QUELLO CHE HO FATTO. CHE SIA FORSE IL MESSIA?”. E con mia grande meraviglia, mi accorsi che la gente non mi prendeva per matta. Anzi molti “USCIRONO ALLORA DALLA CITTÀ E ANDAVANO DA LUI. E lo pregarono di fermarsi con loro ed egli vi rimase due giorni” Ero contenta che altri potessero fare la mia stessa esperienza. Molti dopo avergli parlato e aver creduto in Lui vennero a dirmi: “Non è più per la tua parola che noi crediamo; ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che QUESTI È VERAMENTE IL SALVATORE DEL MONDO”. La cosa non mi offendeva, anzi. Ero felice, per essere servita a qualcosa di buono. Avevo sciupato la vita nel cercare fonti inquinate dove dissetarmi. Ora finalmente avevo trovato la sorgente di acqua viva: Gesù! Che solo ha ancora parole di vita eterna. Per me e per tutti. Anche per te… Una donna di Samaria
S. AGOSTINO. «Venne, dunque, ad attingere acqua». Era semplicemente venuta ad attingere acqua, come sogliono fare uomini e donne. «Gesù le disse: Dammi da bere. Colui però che domandava da bere, aveva sete della fede della samaritana.
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Cari amici, Ieri abbiamo terminato con una domanda: E Don Orione aveva la tempra dell’apostolo Paolo? Tempra, intesa come personalità ricca e forte che lo rendeva:
- FIERO DELLA SUA CITTA’ NATALE – E DEGLI STUDI FATTI A GERUSALEMME
- CON LA CAPACITA’ DI PARLARE DIVERSE LINGUE PER FARSI CAPIRE DA TUTTI…
- E CON UNA FORZA FISICO-PSICOLOGICA CHE GLI FACEVA AFFRONTARE FATICHE DI OGNI GENERE PER PORTARE IL VANGELO AI FRATELLI
- Oggi riprendiamo la nostra “conversazione” mattutina” con la domanda: E DON ORIONE? Ascoltiamolo, rileggendo con amore di figli qualcosa dei SUOI SCRITTI…
- IL 15 DICEMBRE 1921 da RIO DE JANEIRO SCRIVE AL SUO VESCOVO: “Mio caro e venerato Padre in Gesù Cristo,
- Mg.r Arcivescovo mi ha dato una parrocchia al Braz, il quartiere più popolato dai nostri emigrati: apriremo, con l’aiuto di Dio e di anime generose, un vero segretariato di lavoro, e una Casa operaia italiana, che sarà la vera Casa del popolo – vi sarà attigua e annessa una bella chiesa, di stile italiano, e andranno uniti: Dio e popolo. Poveri emigrati! poveri nostri fratelli italiani! Che sono a S. Paolo, tra padri e figli, sono più di 300.000, tutto sangue italiano!”
- “Molto avrei voluto scriverle in questi passati giorni, ma non ho potuto lavorare, non potevo più lavorare. Male, veramente non sono mai stato, solo una o due notti un po’ così: mi rincresceva MORIRE lontano da Tortona, lontano dai miei primi orfani e dai miei primi sacerdoti … ma poi mi sono ripreso. Ma sono un bifolco delle ossa dure; e mi sto preparando ad aprire la Casa in S. Paolo, in quattro o, al più cinque giorni di mare e sono là. Sono passi che i miei in Italia non capiscono, io pure non capisco che poco di ciò che sto facendo, e che mi va succedendo qui. Cerco di pregare…”
- OSSERVAZIONI: come non restare ammirati per…
- la sensibilità verso gli Emigrati ITALIANI (100 anni fa…!)
- La forza di volontà nonostante la salute precaria…
- L’incomprensione dei Confratelli in Italia…
- Il lasciarsi guidare dallo Spirito pur non comprendendo…
- Cerca di pregare...
- CERCA DI FARSI VICINO AI POVERI ESPRIMENDOSI NELLA LORO LINGUA “Ti ringrazio, caro don Montagna, …Anch’io ora predico in portoghese, e già dal 18 settembre ho fatto tre Vangeli e il catechismo a un 100 ragazzi.” “Ho chiesto Stanislao perché con uno che sa inglese e tedesco, rialzo subito avanti al pubblico il morale dell’Istituto. Qui si è nulli, se non si sa la lingua da potere insegnare le materie in classe. “
- Ricco della sua esperienza, può raccomandare a un sacerdote: “Ti raccomanderei molto lo studio della lingua portoghese: non parlare italiano se prima non sai il portoghese”
- -Don Orione fin dalla prima infanzia, sperimentò la fatica. CHIEDE PIU’ FORZA AI SUOI RELIGIOSI
- “Non ho bisogno di sciupare le mie ultime energie nel tirarvi avanti con la forza di quattro buoi. Io non voglio delle statue ma dei vivi e che camminino in avanti… Charitas Christi urget nos! Animo, o figli miei! Padre C. mi scrive una brutta carta, (LETTERA!) dice che non sa tenere quei 5 ragazzi. Son cose che si dovrebbe avere il pudore, e aver vergogna a scrivermele. Io di 64 anni già stanco di lavoro, faccio 400 km.tri sabato, per far un discorso a Mar del Plata domenica, e lunedì già son tornato qui al lavoro! Come mai un cristiano, e un sacerdote e un Figlio della Div. Provv.za non sente verguenza (VERGOGNA!) a scrivermi certe cose?”
- E’ bello costatare che ha imparato lo spagnolo perché mentre scrive in italiano gli sfuggono due parole… in spagnolo!!!
- E allora anch’io saluto augurando una buona giornata A TUTTI… BUENOS DIAS A TODOS !
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Cari Amici… IERI abbiamo ascoltato DON ORIONE nella sua ULTIMA BUONA NOTTE, oggi non vorrei che mi si… “offendesse” S. Paolo per cui ho pensato di… METTERLI INSIEME. Cominciando però da una premessa. Quasi una…“confessione” . Basta che non vi “scandalizzate”
* TORTONA, PRIMAVERA del 1968. +Un giovane si prepara al sacerdozio presso l’Istituto Teologico Don Orione, a pochi metri dal Santuario della Madonna della Guardia dove riposano le spoglie di Don Orione. Frequenta il 4° anno di Teologia e segue con particolare interesse le lezioni sulle LETTERE DI S. PAOLO…. Si entusiasma quando in una sola frase dell’Apostolo, gli pare di vedere ben sintetizzati e “superati” tutti gli studi filosofici fatti: “TUTTO È VOSTRO: IL MONDO, LA VITA, LA MORTE, IL PRESENTE, IL FUTURO: TUTTO È VOSTRO! MA VOI SIETE DI CRISTO E CRISTO È DI DIO”(1Cor 3,21). Mirabile sintesi cosmica. Ma nella vita quotidiana del seminario, ogni volta che gli viene presentata la figura del Fondatore (in modo assai riduttivo e con accentuazioni quasi esclusivamente… disciplinari), avverte un notevole DISAGIO SPIRITUALE. Un giorno decide di recarsi nella vicina cripta del Santuario, come per cercare luce e conforto. Sosta in preghiera davanti alla TOMBA DEL FONDATORE. Lo sguardo si leva allo stendardo della Congregazione posto accanto. Gli occhi si fissano sulla scritta “INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO”. Una luce improvvisa… Un sollievo profondo. Una conclusione liberatoria: “SE DON ORIONE ha preso come programma di tutta la sua opera, il motto paolino “INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO”, non poteva essere una persona “piccola di mente e di cuore!”. Si rialza felice. Deciso a ricercare sempre maggiori CONSONANZE tra il pensiero paolino e quello del suo Fondatore. Con tale premessa autobiografica, si può intuire quale gioia abbia rappresentato per me l’affermazione di G. PAOLO II: “DON ORIONE EBBE LA TEMPRA E IL CUORE DELL’APOSTOLO PAOLO” (Messa di Beatificazione di D. Orione, 26 ottobre 1980).
A) TEMPRA, COME PERSONALITÀ RICCA E FORTE
1. * PAOLO FIERO DELLA SUA CITTA’ NATALE:
“Rispose Paolo: “Io sono un Giudeo di TARSO DI CILICIA, cittadino di una città NON CERTO SENZA IMPORTANZA. (Atti 21,39)
2. PUO’ VANTARSI, DI ESSERSI FORMATO ALLA SCUOLA DI UN GRANDE MAESTRO:
“Io sono un Giudeo, nato a Tarso di Cilicia, ma cresciuto in questa città, formato alla SCUOLA DI GAMALIELE3. nelle più rigide norme della legge paterna, pieno di zelo per Dio, come oggi siete tutti voi. “ (Atti 22,3)
3. CI TIENE ALLA SUA CITTADINANZA ROMANA
“Ma quando l’ebbero legato con le cinghie, Paolo disse al centurione che gli stava accanto: “Potete voi flagellare un CITTADINO ROMANO non ancora giudicato?”. Udito ciò, il centurione corse a riferire al tribuno: “Che cosa stai per fare? Quell’uomo è un romano!”. Allora il tribuno si recò da Paolo e gli domandò: “Dimmi, tu sei CITTADINO ROMANO ?”. Rispose: “Sì”. Replicò il tribuno: “Io questa cittadinanza l’ho acquistata a caro prezzo”. Paolo disse: “IO INVECE LO SONO …DI NASCITA!”.(Atti c. 22, 24ss)
4. HA UNA NOTEVOLE CULTURA
“Mentr’egli parlava così in sua difesa, Festo a gran voce disse: “Sei pazzo, Paolo; LA TROPPA SCIENZA ti ha dato al cervello!”. (Atti 26,24 )
5. ERA CERTO UN POLIGLOTTA.
“Sul punto di esser condotto nella fortezza, Paolo disse al tribuno: “Posso dirti una parola?”. “CONOSCI IL GRECO?, disse quello. Avendo egli acconsentito, Paolo, stando in piedi sui gradini, fece cenno con la mano al popolo e, fattosi un grande silenzio, RIVOLSE LORO LA PAROLA IN EBRAICO(Atti c. 21, 39ss)
6. E LA COSTITUZIONE FISICA E… PSICOLOGICA?
“Tre volte sono stato BATTUTO CON LE VERGHE , una volta sono stato LAPIDATO, tre volte ho fatto NAUFRAGIO, ho trascorso un giorno e una notte IN BALIA DELLE ONDE. Viaggi innumerevoli, pericoli di FIUMI pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; fatica e travaglio, VEGLIE senza numero, FAMEE SETE, FREQUENTI DIGIUNI, FREDDO e nudità”(2Cor. 11,25)
– E DON ORIONE? AVEVA LA TEMPRA DELL’APOSTOLO PAOLO? … A domani, la risposta, .BUONA GIORNATA a tutti..!
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Cari amici, AVETE FATTO TESTAMENTO? Tranquilli… Certo di questi tempi di coronavirus, la domanda può suonare una…minaccia. No, La domanda l’ho rivolta questa mattina alle…5, appena sveglio, ai MIEI TRE AMICI CON CUI CON-VIVO IN QUESTI GIORNI… Ed essi per nulla spaventati ma felici mi hanno RI-COR-DATO PAGINE IMMORTALI DELLA NOSTRA FEDE che, se non vi dispiace, vorrei nel mio piccolo rileggere ( RI-COR-DANDOLE: ridonandole al nostro cuore…) CON VOI.
IL TESTAMENTO DI GESU’: GV. CC. 13 – 17
IL TESTAMENTO DI S. PAOLO: ATTI C. 20 E 2TIM
IL TESTAMENTO DI D. ORIONE… ULTIMA BUONA NOTTE
- E siccome oggi è 12 MARZO: 80.MO anniversario della sua morte… cominciamo proprio da D. ORIONE L’ULTIMA SUA BUONA NOTTE A Tortona 8 Marzo 1940: Nella cappella del Paterno…
1. CONSAPEVOLEZZA…« Sono venuto a darvi la buona notte… perché piacendo a Dio domani mi assenterò per qualche tempo, per poco o per molto, o anche per sempre, come piacerà al Signore. Nessuno più di me sa e sente che la mia vita, è attaccata ad un filo e che tutti i momenti possono essere gli ultimi.
2. POVERTÀ: UNO “STILE” per vivere e morire…
Desiderano che vada a San Remo, mi vogliono mandare a S. Remo, perchè pensano quel clima, quel sole, possono portare qualche giovamento a quel poco di vita che può essere in me. Però non è tra le palme che io voglio vivere e morire. Se potessi esprimere un desiderio: non è tra le palme che voglio vivere e morire, ma tra i poveri che sono Gesù Cristo.
3. SENSIBILITÀ E DELICATEZZA DI PADRE… Dunque partire di qui senza dirvi nulla sarebbe stata cosa che ripugna al mio cuore, e forse avrebbe fatto male anche a voi. …
4. PIANGERE CON CHI PIANGE…Vogliate bene a quelli che piangono, che soffrono. Dice la Scrittura: “Andrai più volentieri nella casa del dolore e del pianto che a quella del tripudio “.
5. VIVIAMO UMILI E PICCOLI AI PIEDI DELLA CHIESA … Anche voi vogliate vivere sempre alla presenza del Signore. Cari figliuoli, Viviamo umili e piccoli ai piedi della Chiesa, come bambini, con pieno abbandono ai piedi dei Vescovi, del Papa che è il Vescovo dei Vescovi, il dolce Cristo in terra.
6. LE TRE GRANDI MADRI… La prima grande Madre è Maria SS.ma, la seconda madre è la santa Chiesa, la terza, piccola ma pur grande, madre è la nostra Congregazione.
7. EVITARE IL PECCATO…CONFESSIAMOCI BENE… evitate ad ogni costo, il peccato, tutti i peccati. La morte, ma non peccati, diceva Savio Domenico. Se qualche volta ci sentiamo deboli raccomandiamoci al Signore e a Maria SS.ma, confessiamoci bene,
8. UMANITÀ …Dunque addio, o cari figliuoli (si ferma un istante, china il capo appoggiandosi alla balaustra, commosso piange). Pregherete per me e io vi porterò tutti i giorni sull’altare e pregherò per voi. Buona notte ».
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(… nell’80.mo anniversario della sua morte: 12 Marzo 1940)
- S. PAOLO: “…Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: Mi sono fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il vangelo, per diventarne partecipe con loro.(1Cor. 9,19ss)
- DON ORIONE: Non saper vedere e amare nel mondo che le anime dei nostri fratelli. Anime di piccoli, anime di poveri, anime di peccatori, anime di giusti, anime di figli degeneri, anime semplici pure angeliche di vergini…
- S. PAOLO: “…Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. (1Tim 2, 4s)
- DON ORIONE: Tutte sono amate da Cristo, per tutte Cristo è morto, tutte Cristo vuole salve tra le Sue braccia e sul Suo Cuore trafitto.
- S. PAOLO: Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. (1Cor 13,1ss)
- DON ORIONE: Io non sento che una infinita, divina sinfonia di spiriti, palpitanti attorno alla Croce. Dalla Croce Cristo grida “Sitio”. Terribile grido di arsura, che non è della carne,ma è grido di sete di anime, ed è per questa sete delle anime nostre che Cristo muore.
- S. PAOLO “Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me” ( Gal 2,20).
- DON ORIONE: Vedere e sentire Cristo nell’uomo. Dobbiamo avere in noi la musica profondissima della carità. Io non sento che una infinita, divina sinfonia di spiriti, palpitanti attorno alla Croce. Dalla Croce Cristo grida “Sitio”. Terribile grido di arsura, che non è della carne,ma è grido di sete di anime, ed è per questa sete delle anime nostre che Cristo muore.
- S. PAOLO “Dico la verità in Cristo… Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. (Rom 9,3)
- DON ORIONE: Ponimi, o Signore, sulla bocca dell’inferno, perché io, per la misericordia tua la chiuda.Che il mio segreto martirio per la salvezza delle anime, di tutte le anime, sia il mio paradiso e la suprema mia beatitudine.
- S. PAOLO: Vi ho scritto in un momento di grande afflizione, col cuore angosciato, tra molte lacrime, per farvi conoscere l’affetto immenso che ho per voi.( 2Cor 2,4)
- DON ORIONE: Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue.
- S. PAOLO: Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?. Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8, 38s)
- DON ORIONE: La carità di Cristo è di tanta dolcezza e sì ineffabile che il cuore non può pensare,né dire, né l’occhio vedere, né l’orecchio udire.
- S. PAOLO: La carità è paziente, è benigna la carità; Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. (1Cor. 13, 4) “Insultati, benediciamo; perseguitati, sopportiamo; calunniati, confortiamo; siamo diventati come la spazzatura del mondo, il rifiuto di tutti, fino ad oggi” (1 Cor 4,12)
- DON ORIONE: L’ingiustizia degli uomini non ci affievolisca la fiducia piena nella bontà di Dio. La nostra carità è un dolcissimo e folle amore di Dio e degli uomini che non è della terra. La carità di Cristo è di tanta dolcezza e sì ineffabile che il cuore non può pensare,né dire, né l’occhio vedere, né l’orecchio udire.
- S. PAOLO: “Nessuna parola cattiva esca più dalla vostra bocca; ma piuttosto, parole buone che possano servire per la necessaria edificazione” (Ef. 4,29)
- DON ORIONE: Parole sempre affocate. Soffrire, tacere, pregare, amare, crocifiggersi e adorare. Lume e pace di cuore. Salirò il mio Calvario come agnello mansueto.
- S. PAOLO: “Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo 1COR. 3.20
- DON ORIONE: Apostolato e martirio; martirio e apostolato. Le nostre anime e le nostre parole devono essere bianche, caste, quasi infantili e devono portare a tutti un soffio di fede, di bontà, di conforto che elevi verso il Cielo. Edificare Cristo! Edificare sempre! «Petra autem est Christus!» (64PG)
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DOMENICA 8 MARZO 2020 – FESTA DELLA DONNA
DONNE COSÌ… Donne vere. Fatte di grazia e di fragilità. Storie di umiliazione e riscatto. Tanto diverse ma tutte segnate da un Evento che ha cambiato la loro vita. Incontrata la Luce, l’hanno accolta con gioia. E si sono messe al servizio di Gesù e del Vangelo. Ieri come oggi. Donne-madri. Donne-sorelle. Donne capaci di amare. Sì, penso a mia madre. Ma anche a tutte quelle donne che sanno amare sul serio. Fino al sacrificio totale di sé. Con un’ abnegazione e fedeltà a tutta prova. Per questo sono perennemente attuali. Ne abbiamo bisogno come del pane. Ne ha bisogno il mondo. A volte ci afferra come un intimo timore di rimanere senza donne così. Perché, con l’aria che tira, potrebbero correre il rischio di… estinzione. Dio non voglia!
- Oltre ai Dodici, Gesù aveva scelto anche voi. A quel tempo? C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. (Lc 8,2-3).
- Gli Evangelisti vi dedicano pagine sublimi. Indimenticabili. «In verità vi dico, dovunque sarà predicato questo vangelo sarà detto anche ciò che costei ha fatto, » (Mt 26,13) La Samaritana Gv 4,1; la donna siro-fenicia(Mc 7,24) la peccatrice perdonata (Lc 7,36.) Marta e Maria (Gv 11)
- Commuove il candore della donna che… tremante, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. (Mc 5,21s)
- Sorprende la fede semplice e audace della donna Cananea Signore, anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni…“Donna, davvero grande è la tua fede! (Mt15,25)
- E la “dichiarazione d’amore” di Gesù per Marta e Maria? All’udire questo, Gesù disse: “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato”. Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Gv 11,4s
- I Dodici fuggirono, voi donne siete rimaste fedeli fino alla croce C’erano anche là molte donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
- Che santa invidia per la Maddalena chiamata per nome da LUI Gesù le disse: “Maria!”. Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: Maestro! Gv 20,18ss
- E a lei affidò la missione di andare dagli Apostoli Gesù le disse: “Non mi trattenere, và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Maria di Màgdala andò ad annunziare ai discepoli: “Ho visto il Signore” e anche ciò che le aveva detto.Gv 20,11-18).
S. PAOLO E LE DONNE: INSIEME A SERVIZIO DEL VANGELO
- Lidia: una donna-manager, ospita Paolo e compagni Restammo a Filippi alcuni giorni; il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera, e sedutici rivolgevamo la parola alle donne colà riunite. C’era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò: “Se avete giudicato ch’io sia fedele al Signore, venite ad abitare nella mia casa”. E ci costrinse ad accettare. (At. 16,14)
- Dietro un buon ragazzo, c’è una madre e una nonna …doc. Ringrazio Dio; mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te. (2Tm 1)
- Sei stato in casa di due sposi, Priscilla e Aquila. Paolo si recò da loro e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio. Paolo s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. (Atti 18,1ss)
- Sei rimasto grato a loro per tutta la vita. Se lo meritavano? Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili (RM 16, 3)
- Avevi un’ “agenda” piena di nomi di donne… Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. Salutate Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate Rufo e la madre sua che è anche mia. Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. (Rm 6,6.12a.12b.15)
- GRAZIE A TE, DONNA: IL GRAZIE DELLA CHIESA “Grazie a te, donna-madre che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica. Grazie a te, donna-sposa che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono . Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità
- GRAZIE A TE DONNA-LAVORATRICE, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
- Grazie a te, donna-consacrata che sull’esempio della più grande delle donne, la madre di Cristo, ti apri all’amore di Dio…
- Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! (G.Paolo II, lettera alle donne)
IL GRAZIE DI DON ORIONE
Mia madre “Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle 3 di notte e via a lavorare, e faceva da donna e, con i suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare sul Monferrato: batteva il falcetto per fare l’erba, e lo affilava essa, senza portarlo all’arrotino; faceva la tela con canapa filata da essa; e i miei fratelli si divisero tante lenzuola, tanta bella biancheria, povera mia madre! Teneva da conto fin i coltelli rotti… Non correva a comperare, se proprio non poteva farne a meno; e, quando è morta, le abbiamo messo il suo vestito da sposa, dopo 51 anni che si era sposata: se l’era fatto tingere in nero e faceva ancora la sua più bella figura ed era il suo vestito più bello! “ (Let. 36)
- N’AVE MARIA Quann’ero ragazzino, mamma mia, me diceva: ricordate fijolo, quanno te senti veramente solo tu prova a recità n’ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo E se solleva, come pe’ maggìa. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato. Da un pezzo s’è addormita la vecchietta Ma quer consijo non l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo Io prego la Madonna benedetta E l’anima da sola pija er volo! (Trilussa)
Volevo stare un pò da solo per pensare e tu lo sai ed ho sentito nel silenzio una voce dentro me e tornan vive troppe cose che credevo morte ormai e chi ho tanto amato dal mare del silenzio ritorna come un’onda nei miei occhi e quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più. Ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce ed improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai, che non avevi perso mai, che non avevi perso mai. E quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più, ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce e improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai non avevi perso mai non avevi perso mai…
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- .. PARLA IL SILENZIO
333.88.90.862 donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it
- BASILICA DI SAN CLEMENTE – Mosaico dell’abside Questo mosaico celebra il trionfo della Croce, mistero centrale della fede cristiana. Si può osservare la fioritura di un cespo di acanto. La vitalità di questa pianta è data dalla croce di Gesù, che, con il mistero della sua morte e risurrezione, fa rifiorire l’umanità, riconciliata col Padre. Attorno al Cristo ci sono 12 bianche colombe: rappresentano i 12 Apostoli. Ai piedi della croce, ci sono Maria e Giovanni… In alto si sporge la mano del Padre, che offre una corona di gloria al suo Figlio vittorioso della morte con il suo mistero pasquale. Da questa pianta, albero della Redenzione, scaturisce una sorgente di acqua di 4 rivoli, simbolo dei 4 vangeli, alla quale si dissetano i fedeli, come fanno i cervi alle sorgenti di acqua viva. La Chiesa è un giardino celeste vivificato da Gesù, vero albero di vita.
- VENERDì SERA A S. BIAGIO 6. 13. 20. 27 MARZO 2020 (Ore 19.00 – 21.00)
- A P E R I C E N A: spegniamo le luci e …il cellulare
- Ascoltiamo PENSIERI DI VITA e musiche di… CIELO
- “AMÒ SINO ALLA FINE” – IL SERVO DEL SIGNORE IN LINEA… (Isaia 40 – 53)
- PER SEMPRE O… FINCHÉ DURA?
PARLIAMONE INSIEME
- Cosa ti colpisce del Servo di Dio?
- Continuare a ”provare” la vita, vivere “alla giornata”, è vera libertà?
- Amare comporta solo sacrifici o procura anche gioia e senso di vita?
- QUALCHE ESPERIENZA?
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Simone Cristicchi, testimonial della campagna che ha come obiettivo di promuove comportamenti virtuosi da parte dei singoli cittadini sull’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, RACCONTA UNA ANTICA FAVOLA in cui …
…”Un piccolo colibrì e un leone, davanti ad un ENORME INCENDIO CHE STA DISTRUGGENDO LA FORESTA, si parlano.
Dice il leone al colibrì, diretto al lago per prendere QUALCHE GOCCIA D’ACQUA nel suo becco e aiutare a spegnere l’incendio:
“NON PENSERAI DI SPEGNERE L’INCENDIO CON… QUATTRO GOCCE D’ACQUA”?!
E il saggio colibrì risponde: “FACCIO SOLO …LA MIA PARTE”!
-Morale della favola:
“Fai anche tu la tua parte. .RESTA A CASA.”
GRAZIE di questa SPLENDIDA INTUIZIONE… perfettamente “incastrata” a ESPERIENZA PROFONDA:
“…Sentii nel cuore che quella formula della Consacrazione si POTEVA APPLICARE (… analogamente ma mirabilmente!) sia al CORPO DI CRISTO, sia a quella BAMBINA che guardava e sorrideva… E ALLORA compresi che si poteva trovare un prezioso, impegnativo PARALLELISMO TRA IL CORPO DI CRISTO E QUELLO DEI POVERI… ”
Mi viene in mente quando lessi di un’assistente di volo che disse ad un BIMBO ABBANDONATO DA TUTTI perché AUTISTICO (una forma di povertà invisibile):
“Non lasciare che ti facciano sentire un peso,
sei una benedizione”.
Coronavirus, la poesia. Guardaci
Daniele Mencarelli domenica 22 marzo 2020
Siamo noi, guardaci, rifugiati nelle case…
Guardaci Guardaci
Siamo noi, guardaci,
rifugiati nelle case
a guardarci da lontano
salutarci dai video senza carne
né profumo di figlio, o padre,
né mano di madre
che stringe carezzando.
Siamo noi, guardaci,
in questa immobile battaglia
senza terra o corpo da combattere
davanti a un nemico fatto d’aria
che si mangia il tuo respiro
troppo piccolo per sparargli
infame divoratore di nonni
mai più tornati dall’ospedale
senza dargli nemmeno un addio.
Siamo noi, guardaci,
medici che fino a ieri
non potevamo sapere, no,
di quanta furia è capace
un virus quando esplode
di quanti se ne porta via
che non bastano a contarli
queste mani chiuse a preghiera,
ma nessuno è scappato, nessuno,
chi poteva immaginare
di quanta forza, quale coraggio,
si porta nel petto lei, l’infermiera
che non smette l’accoglienza
che da giorni non si ferma
e lavora pure mentre piange.
Sono io, guardami,
sono italiano,
un popolo di terre e colori,
fatto di paesi lanciati nell’azzurro
e d’artisti del sorriso
del buon vino da brindare
d’arte profusa per le strade
di primavera l’aria già impazzita.
Mio stivale, altare
di bellezza e d’amore
tornerai a correre per le strade,
nell’abbraccio d’uno sconosciuto
con la tua voce di canto
mi dirai che tutto è finito.
Pochi minuti fa, qualcuno in tv, non ha importanza chi,
ha detto una frase sintetica e VERA:
durante la guerra, al popolo venne “ORDINATO” di “ANDARE… SUL FRONTE”!
A NOI, OGGI,, in QUESTA GUERRA MONDIALE… TERRIFICANTE ed INVISIBILE
viene “CHIESTO” di “RESTARE… SUI DIVANI”.
STIAMO A CASA!!
SPLENDIDA la LIBERA RIELABORAZIONE… SUL “CIECO NATO”.
Certi “DETTAGLI” nel racconto dettati dalla immaginazione,
rendono il “quadro generale” molto più significativo!
GRAZIE!!!
Approfitto del contesto per condividere questa bella LETTERA DI BOCELLI A GIADA,
una ragazzina “DIVENUTA …CIECA”:
” Carissima Giada, ho saputo dalla tua mamma, che solo un mese fa hai perduto la vista. Come sai è una cosa che è capitata anche a me e a quanti altri è capitata!
Ora la tua mamma è disperata, perché pensa che tu viva nel buio, mentre tu sai già molto bene che il buio può vederlo solo chi vede. Per chi non vede, il buio non c’è.
Pian piano dovrai spiegare alla tua mamma, che con gli occhi si guarda soltanto, e guardare non è mai sufficiente.
C’è chi guarda tutto e non vede niente; viceversa, c’è chi vede tutto, senza bisogno di guardare niente.
Toccherà a te spiegare alla tua mamma, che si può essere felici anche senza la possibilità di guardare, che si può amare senza guardare, o meglio guardando oltre, oltre ciò che si vede con gli occhi.
Tu dovrai spiegare alla tua mamma, che l’apparenza inganna, e che l’apparenza, generalmente, inganna servendosi degli occhi.
Sii felice, apriti al mondo, leggi, impara, ascolta, tocca, fiuta l’aria, godi la vita che è il dono più prezioso e soprattutto, non permettere a nessuno di giudicarti sfortunata.
Un forte abbraccio. Andrea”
CRISTO È VIA ALLA LUCE, ALLA VERITÀ, ALLA VITA
Dai «Trattati su Giovanni» di sant’Agostino,
Il Signore in maniera concisa ha detto: «IO SONO LA LUCE DEL MONDO; CHI SEGUE ME, NON CAMMINERÀ NELLE TENEBRE, MA AVRÀ LA LUCE DELLA VITA» (Gv 8, 12), e con queste parole comanda una cosa e ne promette un’altra. Cerchiamo, dunque, di eseguire ciò che comanda, perché altrimenti saremmo impudenti e sfacciati nell’esigere quanto ha promesso, senza dire che, nel giudizio, ci sentiremmo rinfacciare: HAI FATTO CIÒ CHE TI HO COMANDATO, PER POTER ORA CHIEDERE CIÒ CHE TI HO PROMESSO? CHE COSA, DUNQUE, HAI COMANDATO, O SIGNORE NOSTRO DIO? TI RISPONDERÀ: CHE TU MI SEGUA.
Hai domandato un consiglio di vita. Di quale vita, se non di quella di cui è stato detto: «E’ in te la sorgente della vita»? (Sal 35, 10).
DUNQUE METTIAMOCI SUBITO ALL’OPERA, SEGUIAMO IL SIGNORE: SPEZZIAMO LE CATENE CHE CI IMPEDISCONO DI SEGUIRLO. MA CHI POTRÀ SPEZZARE TALI CATENE, SE NON CI AIUTA COLUI AL QUALE FU DETTO: «HAI SPEZZATO LE MIE CATENE»? (Sal 115, 16). Di lui un altro salmo dice: «Il Signore libera i prigionieri, il Signore rialza chi è caduto»(Sal 145, 7. 8). Che cosa seguono quelli che sono stati liberati e rialzati, se non la luce dalla quale si sentono dire: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre»? (Gv 8, 12). SI, PERCHÉ IL SIGNORE ILLUMINA I CIECHI. O FRATELLI, ORA I NOSTRI OCCHI SONO CURATI CON IL COLLIRIO DELLA FEDE. Prima, infatti, mescolò la sua saliva con la terra, per ungere colui che era nato cieco. Anche noi siamo nati ciechi da Adamo e abbiamo bisogno di essere illuminati da lui. EGLI MESCOLÒ LA SALIVA CON LA TERRA: «IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI» (Gv 1, 14). Mescolò la saliva con la terra, perché era già stato predetto: «La verità germoglierà dalla terra» Sal 84, 12) ed egli dice: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6).
GODREMO DELLA VERITÀ, QUANDO LA VEDREMO FACCIA A FACCIA, PERCHÉ ANCHE QUESTO CI VIENE PROMESSO. CHI OSEREBBE, infatti, sperare ciò che Dio non si fosse degnato o di promettere o di dare?
Vedremo faccia a faccia. L’Apostolo dice: Ora conosciamo in modo imperfetto; ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; MA ALLORA VEDREMO FACCIA A FACCIA (cfr. 1 Core 13, 12). E l’apostolo Giovanni nella sua lettera aggiunge: «CARISSIMI, NOI FIN D’ORA SIAMO FIGLI DI DIO, MA CIÒ CHE SAREMO NON È STATO ANCORA RIVELATO. SAPPIAMO PERÒ CHE, QUANDO EGLI SI SARÀ MANIFESTATO, NOI SAREMO SIMILI A LUI, PERCHÉ LO VEDREMO COSÌ COME EGLI È» (1 Gv 3, 2). Questa è la grande promessa.
Se lo ami, seguilo. Tu dici: Lo amo, ma per quale via devo seguirlo? Se il Signore tuo Dio ti avesse detto: Io sono la verità e la vita, tu, desiderando la verità e bramando la vita, cercheresti di sicuro la via per arrivare all’una e all’altra. Diresti a te stesso: gran cosa è la verità, gran bene è la vita: oh! se fosse possibile all’anima mia trovare il mezzo per arrivarci!
TU CERCHI LA VIA? ASCOLTA IL SIGNORE CHE TI DICE IN PRIMO LUOGO: IO SONO LA VIA. PRIMA DI DIRTI DOVE DEVI ANDARE, HA PREMESSO PER DOVE DEVI PASSARE: «IO SONO», DISSE «LA VIA»! LA VIA PER ARRIVARE DOVE? ALLA VERITÀ E ALLA VITA. Prima ti indica la via da prendere, poi il termine dove vuoi arrivare. «Io sono la via, Io sono la verità, Io sono la vita». RIMANENDO PRESSO IL PADRE, ERA VERITÀ E VITA; RIVESTENDOSI DELLA NOSTRA CARNE, È DIVENTATO LA VIA. Non ti vien detto: devi affaticarti a cercare la via per arrivare alla verità e alla vita; non ti vien detto questo. PIGRO, ALZATI! LA VIA STESSA È VENUTA A TE E TI HA SVEGLIATO DAL SONNO, SE PURE TI HA SVEGLIATO. ALZATI E CAMMINA! Forse tu cerchi di camminare, ma non puoi perché ti dolgono i piedi. Per qual motivo ti dolgono? Perché hanno dovuto percorrere i duri sentieri imposti dai tuoi tirannici egoismi? MA IL VERBO DI DIO HA GUARITO ANCHE GLI ZOPPI. TU REPLICHI: SI, HO I PIEDI SANI, MA NON VEDO LA STRADA. EBBENE, SAPPI CHE EGLI HA ILLUMINATO PERFINO I CIECHI.
La lettera del Coronavirus è STATA SCRITTA DA UN RAGAZZO e circola su tutti i blog ed è diventata “virale”.
E’ sulla “bocca virtuale” di tutti…
Questo fa pensare che anche un RAGAZZO GIOVANE può comprendere una situazione surreale come questa che stiamo vivendo.
Non è vero che “i giovani” sono incoscienti.
Là fuori CI SONO TANTI GIOVANI RESPONSABILI che… CAPISCONO LA SITUAZIONE e…
“STANNO A CASA”!!!
SERVIAMO CRISTO NEI POLVERI
san Gregorio Nazianzeno, vescovo
Afferma la Scrittura: «BEATI I MISERICORDIOSI, PERCHÉ TROVERANNO MISERICORDIA» (Mt 5, 7). La misericordia non ha l’ultimo posto nelle beatitudini. Conquistiamoci la benedizione, facciamo in modo di essere chiamati comprensivi, cerchiamo di essere benevoli. NEPPURE LA NOTTE SOSPENDA I TUOI DOVERI DI MISERICORDIA. NON DIRE: «RITORNERÒ INDIETRO E DOMANI TI DARÒ AIUTO». Nessun intervallo si interponga fra il tuo proposito e l’opera di beneficenza. LA BENEFICENZA, INFATTI, NON CONSENTE INDUGI. SPEZZA IL TUO PANE ALL’AFFAMATO E INTRODUCI I POVERI E I SENZA TETTO IN CASA TUA E QUESTO FALLO CON ANIMO LIETO E PREMUROSO. Infatti ciò che si dona con animo triste e per costrizione non riesce gradito e non ha nulla di simpatico Quando pratichiamo le opere di misericordia, dobbiamo essere lieti e non piangere: Perciò, o servi di Cristo, suoi fratelli e coeredi, se ritenete che la mia parola meriti qualche attenzione, ascoltatemi: FINCHÉ CI È DATO DI FARLO, VISITIAMO CRISTO, CURIAMO CRISTO, ALIMENTIAMO CRISTO, VESTIAMO CRISTO, OSPITIAMO CRISTO, ONORIAMO CRISTO NON SOLO CON LA NOSTRA TAVOLA, NÉ SOLO CON GLI UNGUENTI, COME MARIA MADDALENA, NÉ SOLTANTO CON IL SEPOLCRO, COME GIUSEPPE D’ARIMATEA, NÉ CON LE COSE CHE SERVONO ALLA SEPOLTURA, COME NICODEMO, CHE AMAVA CRISTO SOLO PER METÀ, e neppure infine con l’oro, l’incenso e la mirra, come fecero, già prima di questi nominati, I MAGI. MA, POICHÉ IL SIGNORE DI TUTTI VUOLE LA MISERICORDIA E NON IL SACRIFICIO, E POICHÉ LA MISERICORDIA VALE PIÙ DI MIGLIAIA DI GRASSI AGNELLI, OFFRIAMOGLI QUESTA NEI POVERI E IN COLORO CHE OGGI SONO AVVILITI FINO A TERRA. COSÌ QUANDO CE NE ANDREMO DI QUI, VERREMO ACCOLTI NEGLI ETERNI TABERNACOLI, NELLA COMUNIONE CON CRISTO SIGNORE, AL QUALE SIA GLORIA NEI SECOLI. AMEN.
Ho riflettuto molto in questi giorni cercando di dare un senso, perché un fottuto senso ci dovrà pur essere, a tutta questa assurda situazione che siamo costretti a vivere.
Ho immaginato che il virus potesse parlare e ho immaginato ciò che ci direbbe, attraverso una lettera, se potesse farlo e queste sono le parole che sono riuscito a mettere su un foglio.
Ciao sono Covid-19, molti di voi mi conosceranno più semplicemente come Coronavirus, e sono un virus.
Scusate il poco preavviso ma non mi è dato far sapere quando arriverò, in che forma e forza mi presenterò a voi.
Perché sono qui? Be’ diciamo che sono qui perchè ero stanco di vedervi regredire anziché evolvervi, ero stanco di vedervi continuamente rovinare con le vostre mani. Ero stanco di come trattate il pianeta, ero stanco di come vi rapportate l’un l’altro, ero stanco dei vostri soprusi, delle vostre violenze, delle guerre, dei vostri conflitti interpersonali, dei vostri pregiudizi, ero stanco della vostra invidia sociale, della vostra avidità, della vostra ipocrisia, del vostro egoismo, ero stanco del poco tempo che dedicate a voi stessi, alle vostre famiglie, ero stanco delle poca attenzione che riservate molto spesso ai vostri figli, ero stanco della vostra superficialità, ero stanco dell’importanza che spesso date alle cose superflue a discapito di quelle essenziali. Ero stanco della vostra ossessiva e affannata ricerca continua del vestito più bello, dell’ultimo modello di smartphone della macchina più bella solo per apparire realizzati. Ero stanco dei vostri tradimenti, ero stanco della vostra disinformazione, ero stanco del poco tempo che dedicate a comunicare tra di voi, ero stanchissimo delle vostre continue lamentele quando non fate nulla per migliorare le vostre vite. Ero stanco di vedervi discutere e litigare per motivi futili, ero stanco delle continue risse tra chi vi governa e delle scelte sbagliate che spesso fa chi vi dovrebbe rappresentare, ero stanco di vedere gente che si insulta e ammazza per una partita di calcio.
Lo so, sarò duro con voi, forse troppo, ma non guardo in faccia a nessuno…sono un virus. La mia azione vi costerà vite ma voglio che capiate una volta per tutte che dovete cambiare rotta…per il vostro bene.
Il messaggio che vi voglio dare è semplice. Ho voluto evidenziare tutti i limiti della società in cui vivete perchè possiate eliminarli, ho voluto fermare tutto apposta perché capiate che l’unica cosa importante a cui dovrete indirizzare tutte le vostre energie d’ora in avanti è semplicemente una.. la VITA, la vostra e quella dei vostri figli, e a ciò che è veramente necessario per proteggerla, coccolarla e condividerla. Vi ho voluti il più possibile rinchiusi e isolati nelle vostre case, lontano dai vostri genitori, dai vostri nonni, dai vostri figli o nipoti, perchè capiate quanto sia importante un abbraccio, il contatto umano, il dialogo, una stretta di mano, una serata tra amici, una passeggiata in centro, una cena in qualche locale o una corsa al parco all’aria aperta. Da questi gesti dove ripartire tutto.
Siete tutti uguali, non fate distinzioni tra voi. Vi ho dimostrato che le distanze non esistono, ho percorso chilometri e chilometri in pochissimo tempo e senza che voi ve ne siate accorti. Io sono di passaggio ma i sentimenti di vicinanza e collaborazione che ho creato tra di voi in pochissimo tempo dovranno durare in eterno.
Vivete le vostre vite il più semplicemente possibile, camminate piano, respirate profondamente, fate del bene perché il bene vi tornerà sempre indietro con gli interessi, godetevi la natura, fate ciò che vi piace e vi appaga e crearvi le condizioni per non dover dipendere da nulla.
Quando voi festeggerete io me sarò appena andato ma ricordatevi di non cercare di essere persone migliori solo in mia presenza.
Addio
san Gregorio Magno, papa
Il mistero della nostra nuova vita
Il beato Giobbe, essendo figura della santa Chiesa, a volte parla con la voce del corpo, a volte invece con la voce del capo. E mentre parla delle membra di lei, si eleva immediatamente alle parole del capo. Perciò anche qui si soggiunge: Questo soffro, eppure non c’è violenza nelle mie mani e pura è stata la mia preghiera (cfr. Gb 16, 17).
Cristo infatti soffrì la passione e sopportò il tormento della croce per la nostra redenzione, sebbene non avesse commesso violenza con le sue mani, né peccato, e neppure vi fosse inganno sulla sua bocca. Egli solo fra tutti levò pura la sua preghiera a Dio, perché anche nello stesso strazio della passione pregò per i persecutori, dicendo: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34).
Che cosa si può dire, che cosa si può immaginare di più puro della propria MISERICORDIOSA INTERCESSIONE IN FAVORE DI COLORO CHE CI FANNO SOFFRIRE?
Avvenne perciò che il sangue del nostro Redentore, versato con crudeltà dai persecutori, fu poi da loro assunto con fede e il Cristo fu da essi annunziato quale Figlio di Dio.
Di questo sangue ben a proposito si soggiunge: «O terra, non coprire il mio sangue e non abbia sosta il mio grido». All’uomo peccatore fu detto: Sei terra e in terra ritornerai (cfr. Gn 3, 19). Ma la terra non ha tenuto nascosto il sangue del nostro Redentore, perché ciascun peccatore, assumendo il prezzo della sua redenzione, lo fa oggetto della sua fede, della sua lode e del suo annunzio agli altri.
La terra non coprì il suo sangue, anche perché la santa Chiesa ha predicato ormai il mistero della sua redenzione in tutte le parti del mondo.
È da notare, poi, quanto si soggiunge: «E non abbia sosta il mio grido». Lo stesso sangue della redenzione che viene assunto è il grido del nostro Redentore. Perciò anche Paolo parla del «sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele» (Eb 12, 24). Ora del sangue di Abele è stato detto: «La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo» (Gn 4, 10).
Ma il sangue di Gesù è più eloquente di quello di Abele, perché il sangue di Abele DOMANDAVA LA MORTE DEL FRATRICIDA , mentre IL SANGUE DEL SIGNORE IMPETRO’ LA VITA AI PERSECUTORI.
Dobbiamo dunque imitare ciò che riceviamo e predicare agli altri ciò che veneriamo, perché il mistero della passione del Signore non sia vano per noi.
Se la bocca non proclama quanto il cuore crede, anche il suo grido resta soffocato. Ma perché il suo grido non venga coperto in noi, è necessario che ciascuno, secondo le sue possibilità, DIA TESTIMONIANZA AI FRATELLI DEL MISTERO DELLA SUA NUOVA VITA.
Penso a tutte quelle persone morte di Coronavirus
morte SOLE, perché NON SI PUO’ se no ci si INFETTA.
Al contrario di noi, quelle persone sono state COSTRETTE A MORIRE SOLE,
NEL FREDDO DELLA ASSENZA DI AVERE ACCANTO IL CONFORTO DEGLI AFFETTI CARI,
quelli di un FIGLIO, di un MARITO, di una MOGLIE.
E a noi, non càpiti mai più di LAMENTARCI
– quando il marito lascia aperto il dentifricio, e in giro gli indumenti, o perché non sopportiamo le piccole cose;
f orse potrebbe dipendere dal nostro amore intiepidito che non sa più accogliere e amare incondizionatamente la persona che abbiamo scelto per tutta la vita. Forse.
– quando i figli non sono come vorremmo noi, senza pensare che Dio su di loro ha lo sguardo e i progetti differenti dai nostri.
Giorni, questi, di grande riflessione e grandi cambiamenti profondi, radicali.
Scusate la mia riflessione dettata da questi eventi straordinari che mettono totalmente a nudo ogni anima.
Ce la faremo!
Dai «Discorsi» di san Bernardino da Siena, sacerdote
IL FEDELE CUSTODE
Ecco quanto si è avverato soprattutto NEL GRANDE SAN GIUSEPPE, PADRE PUTATIVO DEL SIGNORE GESÙ CRISTO E VERO SPOSO DELLA REGINA DEL MONDO E SIGNORA DEGLI ANGELI. EGLI FU SCELTO DALL’ETERNO PADRE COME FEDELE NUTRIZIO E CUSTODE DEI SUOI PRINCIPALI TESORI, IL FIGLIO SUO E LA SUA SPOSA, E ASSOLSE QUESTO INCARICO CON LA PIÙ GRANDE ASSIDUITÀ. PERCIÒ IL SIGNORE GLI DICE: SERVO BUONO E FEDELE, ENTRA NELLA GIOIA DEL TUO SIGNORE (CFR. MT 25,21).
Se poni san Giuseppe dinanzi a tutta la Chiesa di Cristo, egli è l’uomo eletto e singolare, per mezzo del quale e sotto il quale Cristo fu introdotto nel mondo in modo ordinato e onesto. SE DUNQUE TUTTA LA SANTA CHIESA È DEBITRICE ALLA VERGINE MADRE, PERCHÉ FU STIMATA DEGNA DI RICEVERE CRISTO PER MEZZO DI LEI, COSÌ IN VERITÀ DOPO DI LEI DEVE A GIUSEPPE UNA SPECIALE RICONOSCENZA E RIVERENZA.
Infatti egli segna la conclusione dell’Antico Testamento e in lui i grandi patriarchi e i profeti conseguono il frutto promesso. INVERO EGLI SOLO POTÉ GODERE DELLA PRESENZA FISICA DI COLUI CHE LA DIVINA CONDISCENDENZA AVEVA LORO PROMESSO.
CERTAMENTE CRISTO NON GLI HA NEGATO IN CIELO QUELLA FAMILIARITÀ, QUELLA RIVERENZA E QUELL’ALTISSIMA DIGNITÀ CHE GLI HA MOSTRATO MENTRE VIVEVA FRA GLI UOMINI, COME FIGLIO A SUO PADRE, MA ANZI L’HA PORTATA AL MASSIMO DELLA PERFEZIONE.
Perciò non senza motivo il Signore soggiunge: «ENTRA NELLA GIOIA DEL TUO SIGNORE». SEBBENE SIA LA GIOIA DELLA BEATITUDINE ETERNA CHE ENTRA NEL CUORE DELL’UOMO, IL SIGNORE HA PREFERITO DIRE: «ENTRA NELLA GIOIA», PER INSINUARE MISTICAMENTE CHE QUELLA GIOIA NON SOLO È DENTRO DI LUI, MA LO CIRCONDA ED ASSORBE DA OGNI PARTE E LO SOMMERGE COME UN ABISSO INFINITO.
RICÒRDATI DUNQUE DI NOI, O BEATO GIUSEPPE, ED INTERCEDI PRESSO IL TUO FIGLIO PUTATIVO CON LA TUA POTENTE PREGHIERA; MA RENDICI ANCHE PROPIZIA LA BEATISSIMA VERGINE TUA SPOSA, CHE È MADRE DI COLUI CHE CON IL PADRE E LO SPIRITO SANTO VIVE E REGNA NEI SECOLI INFINITI. AMEN.
S. TEOFILO DI ANTIOCHIA, VESCOVO
BEATI I PURI DI CUORE PERCHÉ VEDRANNO DIO
SE DICI: FAMMI VEDERE IL TUO DIO, IO TI DIRÒ: FAMMI VEDERE L’UOMO CHE È IN TE, E IO TI MOSTRERÒ IL MIO DIO. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e le orecchie del tuo cuore ascoltano. Infatti quelli che vedono con gli occhi del corpo, percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le cose differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello, l’armonioso e il caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è, quanto eccede nelle sue componenti e quanto ne è mancante. La stessa cosa si può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci.
Allo stesso modo si comportano anche gli orecchi del cuore e gli occhi dell’anima in ordine alla vista di Dio. DIO, INFATTI, VIENE VISTO DA COLORO CHE LO POSSONO VEDERE, CIOÈ DA QUELLI CHE HANNO GLI OCCHI. MA ALCUNI LI HANNO ANNEBBIATI E NON VEDONO LA LUCE DEL SOLE. Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla. Giustamente perciò essi attribuiscono la loro oscurità a se stessi e ai loro occhi. TU HAI GLI OCCHI DELLA TUA ANIMA ANNEBBIATI PER I TUOI PECCATI E LE TUE CATTIVE AZIONI.
Come uno specchio risplendente, così deve essere pura l’anima dell’uomo. Quando invece lo specchio si deteriora, il viso dell’uomo non può più essere visto in esso. Allo stesso modo quando il peccato ha preso possesso dell’uomo, egli non può più vedere Dio.
MOSTRA DUNQUE TE STESSO. FA’ VEDERE SE PER CASO NON SEI OPERATORE DI COSE INDEGNE, LADRO, CALUNNIATORE, IRACONDO, INVIDIOSO, SUPERBO, AVARO, ARROGANTE CON I TUOI GENITORI. DIO NON SI MOSTRA A COLORO CHE OPERANO TALI COSE, SE PRIMA NON SI SIANO PURIFICATI DA OGNI MACCHIA. Queste cose ti ottenebrano, come se le tue pupille avessero un diaframma che impedisse loro di fissarsi sul sole.
MA SE VUOI, PUOI ESSERE GUARITO. AFFIDATI AL MEDICO ED EGLI OPERERÀ GLI OCCHI DELLA TUA ANIMA E DEL TUO CUORE. CHI È QUESTO MEDICO? È DIO, IL QUALE PER MEZZO DEL VERBO E DELLA SAPIENZA GUARISCE E DÀ LA VITA.
Se capisci queste cose, o uomo, e se vivi in purezza, santità e giustizia, puoi vedere Dio. Ma prima di tutto vadano innanzi nel tuo cuore la fede e il timore di Dio e allora comprenderai tutto questo. Quando avrai deposto la tua mortalità e ti sarai rivestito dell’immortalità, allora vedrai Dio secondo i tuoi meriti. EGLI INFATTI FA RISUSCITARE INSIEME CON L’ANIMA ANCHE LA TUA CARNE, RENDENDOLA IMMORTALE E ALLORA, SE ORA CREDI IN LUI, DIVENUTO IMMORTALE, VEDRAI L’IMMORTALE.
Caro fratello in Cristo
È da tanto tempo che desidero scriverti. … Da novembre lottiamo con il cancro di mia figlia. Una prova davvero estenuante, dover far fronte a tante urgenze non è semplice. Ora sta relativamente bene, siamo nelle mani di Dio. Nessuna paura, tutto è nelle mani del Signore e Lui solo è capace di far fiorire questi dolori. La grazia di Dio ci sostiene, siamo fortunati, ha circondato la mia famiglia con la Sua benevolenza. Nessun catastrofismo, fiduciosi che comunque vadano le cose ci darà la forza per guardare il domani con la speranza che solo Lui può dare. Questi tempi di corona virus sono per noi perciò una preoccupazione in più per la salute di nostra figlia. Siamo assediati da questa emergenza l’ altra nostra figlia vive vicino Milano, sigillati in casa come tutti. Speriamo che tutto questo ci riconduca più vicino al Signore. Questo tempo è un tempo di prova, la prova fortifica se siamo con Cristo. La prova ci schiaccia se siamo soli. Voglia il Signore che ci serva per cercarlo più seriamente. Un grande abbraccio il Signore la benedica
Preghi per noi.
LA PREGHIERA BUSSA, IL DIGIUNO OTTIENE, LA MISERICORDIA RICEVE
Dai «Discorsi» di san Pietro Crisologo, vescovo
Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: LA PREGHIERA, IL DIGIUNO, LA MISERICORDIA. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, PREGHIERA, DIGIUNO, MISERICORDIA, SONO UNA COSA SOLA E RICEVONO VITA L’UNA DALL’ALTRA. IL DIGIUNO È L’ANIMA DELLA PREGHIERA E LA MISERICORDIA LA VITA DEL DIGIUNO. NESSUNO LE DIVIDA, PERCHÉ NON RIESCONO A STARE SEPARATE. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. PERCIÒ CHI PREGA, DIGIUNI. CHI DIGIUNA ABBIA MISERICORDIA. CHI NEL DOMANDARE DESIDERA DI ESSERE ESAUDITO, ESAUDISCA CHI GLI RIVOLGE DOMANDA. CHI VUOL TROVARE APERTO VERSO DI SÉ IL CUORE DI DIO NON CHIUDA IL SUO A CHI LO SUPPLICA.
Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia compassione, chi spera compassione. Chi domanda pietà, la eserciti. Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. È un cattivo richiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sé.
O UOMO, SII TU STESSO PER TE LA REGOLA DELLA MISERICORDIA. IL MODO CON CUI VUOI CHE SI USI MISERICORDIA A TE, USALO TU CON GLI ALTRI. LA LARGHEZZA DI MISERICORDIA CHE VUOI PER TE, ABBILA PER GLI ALTRI. OFFRI AGLI ALTRI QUELLA STESSA PRONTA MISERICORDIA, CHE DESIDERI PER TE.
Perciò preghiera, digiuno, misericordia siano per noi un’unica forza mediatrice presso Dio, siano per noi un’unica difesa, un’unica preghiera sotto tre aspetti.
Quanto col disprezzo abbiamo perduto, conquistiamolo con il digiuno. Immoliamo le nostre anime col digiuno perché non c’è nulla di più gradito che possiamo offrire a Dio, come dimostra il profeta quando dice: «Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi» (Sal 50, 19).
O uomo, offri a Dio la tua anima ed offri l’oblazione del digiuno, perché sia pura l’ostia, santo il sacrificio, vivente la vittima, che a te rimanga e a Dio sia data. Chi non dà questo a Dio non sarà scusato, perché non può non avere se stesso da offrire. Ma perché tutto ciò sia accetto, sia accompagnato dalla misericordia. IL DIGIUNO NON GERMOGLIA SE NON È INNAFFIATO DALLA MISERICORDIA. IL DIGIUNO INARIDISCE, SE INARIDISCE LA MISERICORDIA. CIÒ CHE È LA PIOGGIA PER LA TERRA, È LA MISERICORDIA PER IL DIGIUNO. QUANTUNQUE INGENTILISCA IL CUORE, PURIFICHI LA CARNE, SRÀDICHI I VIZI, SEMINI LE VIRTÙ, IL DIGIUNATORE NON COGLIE FRUTTI SE NON FARÀ SCORRERE FIUMI DI MISERICORDIA.
O TU CHE DIGIUNI, SAPPI CHE IL TUO CAMPO RESTERÀ DIGIUNO SE RESTERÀ DIGIUNA LA MISERICORDIA. QUELLO INVECE CHE TU AVRAI DONATO NELLA MISERICORDIA, RITORNERÀ ABBONDANTEMENTE NEL TUO GRANAIO. PERTANTO, O UOMO, PERCHÉ TU NON ABBIA A PERDERE COL VOLER TENERE PER TE, ELARGISCI AGLI ALTRI E ALLORA RACCOGLIERAI. DA’ A TE STESSO, DANDO AL POVERO, PERCHÉ CIÒ CHE AVRAI LASCIATO IN EREDITÀ AD UN ALTRO, TU NON LO AVRAI.
san Basilio Magno, vescovo
CHI SI GLORIA SI GLORI NEL SIGNORE
Il sapiente non si glori della sua sapienza, né il forte della sua forza, né il ricco delle sue ricchezze (cfr. Ger 9, 22-23). Ma allora qual è la vera gloria, e in che cosa è grande l’uomo? La grandezza dell’uomo, la sua gloria e la sua maestà consistono nel conoscere ciò che è veramente grande, nell’attaccarsi ad esso e nel chiedere la gloria dal Signore della gloria. Dice infatti l’Apostolo: «CHI SI VANTA SI VANTI NEL SIGNORE» E LO DICE NEL SEGUENTE CONTESTO: CRISTO È STATO COSTITUITO DA DIO «PER NOI SAPIENZA, GIUSTIZIA, SANTIFICAZIONE E REDENZIONE, PERCHÉ COME STA SCRITTO: CHI SI VANTA SI VANTI NEL SIGNORE» (1 Cor 1, 31). Il perfetto e pieno gloriarsi in Dio, si verifica quando uno non si esalta per la sua giustizia, ma sa di essere destituito della vera giustizia e comprende di essere stato giustificato nella sola fede in Cristo. E proprio in questo si gloria Paolo, il quale disprezza la propria giustizia, e cerca quella che viene da Dio per mezzo di Gesù Cristo cioè la giustizia nella fede. Conosce lui e la potenza della sua risurrezione, partecipa alle sue sofferenze, è reso conforme alla morte di lui per arrivare in quanto possibile alla risurrezione dai morti.
CADE OGNI ALTERIGIA E OGNI SUPERBIA. NIENTE TI È RIMASTO SU CUI POTERTI GLORIARE, O UOMO, POICHÉ LA TUA GLORIA E LA TUA SPERANZA SONO SITUATE IN LUI, PERCHÉ SIA MORTIFICATO TUTTO QUELLO CHE È TUO E TU POSSA RICERCARE LA VITA FUTURA IN CRISTO. Abbiamo già le primizie di quella vita, ci troviamo già in essa e viviamo ormai del tutto nella grazia e nel dono di Dio. Dio è lui che suscita in noi il volere e l’operare secondo i suoi benevoli disegni (cfr. Fil 2, 13).
DIO CI DÀ LA FORZA E IL VIGORE NELLE FATICHE. «HO FATICATO PIÙ DI TUTTI LORO» DICE PAOLO: «NON IO PERÒ, MA LA GRAZIA DI DIO CHE È CON ME» (1 COR 15, 10).
DIO SCAMPA DAI PERICOLI AL DI LÀ DI OGNI SPERANZA UMANA. SOGGIUNGE INFATTI L’APOSTOLO: «ABBIAMO ADDIRITTURA RICEVUTO SU DI NOI LA SENTENZA DI MORTE PER IMPARARE A NON RIPORRE FIDUCIA IN NOI STESSI, MA NEL DIO CHE RISUSCITA I MORTI. DA QUELLA MORTE PERÒ EGLI CI HA LIBERATO E CI LIBERERÀ PER LA SPERANZA CHE ABBIAMO RIPOSTO IN LUI, CHE CI LIBERERÀ ANCORA» (2 COR 1, 10).
La storia delle Quattro Candele (fu divulgata da Fabrizio Frizzi)
‘In una stanza quattro candele, bruciando, si consumavano lentamente. Il luogo era talmente silenzioso che si poteva ascoltare la loro conversazione.
-La prima diceva: ‘Io sono la pace ma gli uomini non riescono a mantenermi. Penso proprio che non mi resti altro da fare che spegnermi’. E a poco a poco la candela si lasciò spegnere’.
-‘La seconda candela disse ‘Io sono la fede ma purtroppo non servo a nulla. Gli uomini non ne vogliono sapere di me e per questo motivo non ha senso che resti accesa’. Appena ebbe terminato di parlare, una leggera brezza soffiò su di lei e la spense’.
-‘Triste triste, la terza candela a sua volta disse ‘Io sono l’amore e non ho la forza per continuare a rimanere accesa. Gli uomini non mi considerano e non comprendono la mia importanza’. E senza attendere oltre la candela si lasciò spegnere’. E infine:
‘In quel momento un bambino entrò nella stanza, vide le tre candele spente e, impaurito per la semioscurità, disse ‘Ma cosa fate? Voi dovete rimanere accese. Io ho paura del buio’. E così dicendo scoppiò in lacrime.
-Allora la quarta candela, impietosita, disse: ‘Non piangere. Finché io sarò accesa, potremo sempre riaccendere le altre tre candele. Io sono la SPERAMZA’.
Con gli occhi lucidi di lacrime, il bimbo prese la candela della speranza e accese tutte la altre’
…la reazione avuta dopo aver letto il commento della Samaritana: Bello. Tutto ciò che sa di DIO mi commuove fortemente. Anche perchè mi ci ritrovo in pieno in certi passi del Vangelo; ieri nel racconto della Parabola del figlio Prodigo ho cercato di fare un forte confronto; mi son sentita chiamata in causa nel figlio andato via, poi pentitosi ha fatto ritorno a casa; le ha provate tutte, l’unica possibilità rimasta, ritornare da suo padre,con la certezza nel cuore, che l’avrebbe perdonato. L’Amore infinito di Dio ci accoglie sempre tra le sue braccia, ma nell’anima rimane comunque un neo che difficilmente riesci a cancellare. Lo trovo anche giusto, dobbiamo sentire il disagio, Dio è immensamente buono, noi non ne dobbiamo approfittare. L’umiltà ci rende capaci di entrare sempre più in rapporto con LUI. La Samaritana, da peccatrice, l’incontro con Gesù la sconvolge, dimentica perfino la ” brocca “, certo deve avvenire così quando si fanno incontri che ti cambiano la vita. L’acqua offerta da Gesù produce un effetto straordinario, bevendola, non si estingue la sete, ma ne desideri ancora e ancora. L’acqua che ci offre GESU’ non ne saremo mai sazi. Quale grande dono la fede!!! essa ti aiuta a ritrovare la strada di casa!
GESÙ E LA SAMARITANA
Sant’Agostino Vescovo
GESÙ, DUNQUE, STANCO PER IL VIAGGIO, STAVA COSÌ A SEDERE SUL POZZO. ERA CIRCA L’ORA SESTA (Gv 4, 6). Arriva una donna. Arriva senza sapere nulla e trova Gesù, il quale attacca discorso con lei. Arriva una donna samaritana ad attingere acqua (Gv 4, 7). Gesù le dice: Dammi da bere. La donna samaritana, dunque, gli dice: Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana? MA, IN REALTÀ, COLUI CHE CHIEDEVA DA BERE, AVEVA SETE DELLA FEDE DI QUELLA DONNA. ASCOLTA, ADESSO, CHI È COLUI CHE CHIEDE DA BERE. GESÙ RISPOSE: SE CONOSCESSI IL DONO DI DIO E CHI È CHE TI DICE “DAMMI DA BERE”, L’AVRESTI PREGATO TU, ED EGLI TI AVREBBE DATO UN’ACQUA VIVA (Gv 4, 10). Chiede da bere e promette da bere. E’ bisognoso come uno che aspetta di ricevere, ed è nell’abbondanza come uno che è in grado di saziare. Se conoscessi – dice – il dono di Dio. Il dono di Dio è lo Spirito Santo. Ma il Signore parla alla donna in maniera ancora velata, solo a poco a poco penetra nel cuore di lei. Intanto la istruisce. Che c’è di più soave e di più amabile di questa esortazione: SE TU CONOSCESSI IL DONO DI DIO E CHI È COLUI CHE TI DICE “DAMMI DA BERE”, L’AVRESTI PREGATO TU ED EGLI TI AVREBBE DATO UN’ACQUA VIVA? Tuttavia, interdetta, la donna esclamò: Signore, tu non hai nulla per attingere e il pozzo è profondo (Gv 4, 11). Come vedete, acqua viva per lei è l’acqua del pozzo. Tu mi vuoi dare acqua viva, ma io possiedo la brocca con cui attingere, mentre tu no. QUI C’È L’ACQUA VIVA, MA TU COME FAI A DARMELA? PUR INTENDENDO UN’ALTRA COSA E RAGIONANDO SECONDO LA CARNE, TUTTAVIA BUSSAVA ALLA PORTA, IN ATTESA CHE IL MAESTRO APRISSE CIÒ CH’ERA CHIUSO. BUSSAVA PIÙ PER CURIOSITÀ CHE PER AMORE DELLA VERITÀ. ERA ANCORA DA COMPIANGERE, NON ANCORA IN CONDIZIONE D’ESSERE ILLUMINATA.
La samaritana continua ad intendere il linguaggio di Gesù in senso materiale. E’ allettata dalla prospettiva di non dover più patire la sete e crede di poter intendere in questo senso materiale la promessa del Signore. Il Signore prometteva abbondanza e pienezza di Spirito Santo e quella ancora non capiva; e siccome non capiva, che cosa rispondeva? Gli dice la donna: Signore, dammi codesta acqua affinché non abbia più sete e non venga fin qui ad attingere (Gv 4, 15). Il bisogno la costringeva alla fatica, che la sua debolezza mal sopportava. Oh, se avesse sentito l’invito: Venite a me, quanti siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò (Mt 11, 28)! Infatti Gesù le diceva queste cose, perché non si affaticasse più. Ma lei ancora non capiva.
LEGGI RIGUARDO AL FORESTIERO E AL POVERO
(Esodo 22, 20 – 23, 9 Codice dell’alleanza)
COSÌ DICE IL SIGNORE: «NON MOLESTERAI IL FORESTIERO, NÉ LO OPPRIMERAI, PERCHÉ VOI SIETE STATI FORESTIERI NEL PAESE D’EGITTO.
NON MALTRATTERAI LA VEDOVA O L’ORFANO. Se tu lo maltratti, quando invocherà da me l’aiuto, io ascolterò il suo grido, la mia collera si accenderà e vi farò morire di spada: le vostre mogli saranno vedove e i vostri figli orfani.
SE TU PRESTI DENARO A QUALCUNO DEL MIO POPOLO, ALL’INDIGENTE CHE STA CON TE, NON TI COMPORTERAI CON LUI DA USURAIO: voi non dovete imporgli alcun interesse.
SE PRENDI IN PEGNO IL MANTELLO DEL TUO PROSSIMO, GLIELO RENDERAI AL TRAMONTO DEL SOLE, PERCHÉ È LA SUA SOLA COPERTA, È IL MANTELLO PER LA SUA PELLE; COME POTREBBE COPRIRSI DORMENDO? ALTRIMENTI, QUANDO INVOCHERÀ DA ME L’AIUTO, IO ASCOLTERÒ IL SUO GRIDO, PERCHÉ IO SONO PIETOSO. Non bestemmierai Dio e non maledirai il principe del tuo popolo. Non ritarderai l’offerta di ciò che riempie il tuo granaio e di ciò che stilla dal tuo frantoio.
NON SPARGERAI FALSE DICERIE; NON PRESTERAI MANO AL COLPEVOLE PER ESSERE TESTIMONE IN FAVORE DI UN’INGIUSTIZIA. NON SEGUIRAI LA MAGGIORANZA PER AGIRE MALE E NON DEPORRAI IN PROCESSO PER DEVIARE VERSO LA MAGGIORANZA, PER FALSARE LA GIUSTIZIA.
Non favorirai nemmeno il debole nel suo processo.
QUANDO INCONTRERAI IL BUE DEL TUO NEMICO O IL SUO ASINO DISPERSI, GLIELI DOVRAI RICONDURRE. QUANDO VEDRAI L’ASINO DEL TUO NEMICO ACCASCIARSI SOTTO IL CARICO, NON ABBANDONARLO A SE STESSO: METTITI CON LUI AD AIUTARLO. Non farai deviare il giudizio del povero, che si rivolge a te nel suo processo. Ti terrai lontano da parola menzognera. Non far morire l’innocente e il giusto, perché io non assolvo il colpevole.
NON ACCETTERAI DONI, PERCHÉ IL DONO ACCECA CHI HA GLI OCCHI APERTI E PERVERTE ANCHE LE PAROLE DEI GIUSTI.
NON OPPRIMERAI IL FORESTIERO: ANCHE VOI CONOSCETE LA VITA DEL FORESTIERO, PERCHÉ SIETE STATI FORESTIERI NEL PAESE D’EGITTO».
In questo periodo di costrizione forzata , “IO STO A CASA” non desidero rimanere inerte, ma cogliere qualsiasi occasione per migliorarmi spiritualmente. Abbiamo bisogno sempre della vicinanza di DIO , maggiormente in questo momento di grande calamità. Approfitto volentieri nel farmi aiutare dai bei suggerimenti che ci vengono proposti dal sito wwws.biagiofano.it . Tutto è grazia e molto utile per chiunque , specie nei momenti di grande prova.. Aspetto con grande ansia il mattino per leggere gli episodi toccanti della vita di Don L. ORIONE, arrivano dritti diritti al cuore , con un grande sapore di umanità. GRAZIE… Don L. Orione , dì una parolina a GESU’ ne abbiamo veramente bisogno. tutti.
ADERIAMO A DIO, UNICO VERO BENE
(S. Ambrogio)
Dov’è il cuore dell’uomo ivi è anche il suo tesoro. Pertanto, poiché il Signore è buono e lo è soprattutto per quelli che lo aspettano pazientemente, ADERIAMO A LUI, STIAMO CON LUI CON TUTTA LA NOSTRA ANIMA, CON TUTTO IL CUORE, CON TUTTA LA FORZA, PER RESTARE NELLA SUA LUCE, VEDERE LA SUA GLORIA E GODERE DELLA GRAZIA DELLA FELICITÀ SUPREMA. Eleviamo dunque l’anima a quel Bene, restiamo in esso, aderiamo ad esso; a quel Bene, che è al di sopra di ogni nostro pensiero e di ogni considerazione e CHE ELARGISCE PACE E TRANQUILLITÀ SENZA FINE, UNA PACE CHE SUPERA OGNI NOSTRA COMPRENSIONE E SENTIMENTO. Nessuno è buono se non Dio solo: perciò tutto quello che è buono è divino e tutto quello che è divino è buono, per cui è detto: «Tu apri la mano, si saziano di beni» (Sal 103, 28); Siamo morti con Cristo; …Dunque, ormai non viviamo più la nostra vita, ma LA VITA DI CRISTO, VITA DI CASTITÀ, DI SEMPLICITÀ E DI TUTTE LE VIRTÙ. SIAMO RISORTI CON CRISTO, VIVIAMO DUNQUE IN LUI, ASCENDIAMO IN LUI PERCHÉ IL SERPENTE NON POSSA TROVARE SULLA TERRA IL NOSTRO CALCAGNO DA MORDERE.
FUGGIAMO DI QUI. Anche se sei trattenuto dal corpo, puoi fuggire con l’anima, puoi essere qui e rimanere presso il Signore se la tua anima aderisce a lui, se cammini dietro a lui con i tuoi pensieri, se segui le sue vie nella fede, non nella visione, se ti rifugi in lui; In te mi sono rifugiato e non mi sono ingannato (cfr. Sal 76, 3 volgata).
Pertanto, siccome Dio è rifugio, e Dio è in cielo e sopra i cieli, allora dobbiamo fuggire di qui verso lassù dove regna la pace, il riposo dalle fatiche, dove festeggeremo il grande sabato…Infatti riposare in Dio e vedere le sue delizie è come sedere a mensa ed essere pieni di felicità e di tranquillità.
FUGGIAMO DUNQUE COME CERVI ALLE FONTI D’ACQUA, ANCHE LA NOSTRA ANIMA ABBIA SETE DI QUELLO DI CUI ERA ASSETATO DAVIDE. QUAL È QUELLA SORGENTE? ASCOLTA COLUI CHE DICE: «È IN TE LA SORGENTE DELLA VITA» (SAL 35, 10): DICE LA MIA ANIMA A QUESTA FONTE: QUANDO VERRÒ E VEDRÒ IL TUO VOLTO? (CFR. SAL 41, 3). LA SORGENTE INFATTI È DIO.
Leggo , col cuore , le parole di d. Orione . Diventano PREGHIERA e gratitudine per un uomo , e un santo così .
Tra tanto , mi fermo anche su questo :
” Non ho bisogno di sciupare le mie ultime energie nel tirarvi avanti con la forza di quattro buoi .
Io non voglio delle statue ma dei VIVI CHE CAMMININO AVANTI …”
Quanta consapevolezza e determinazione , fatica del cuore e
perseveranza.. !
Quanto DONA e quanto CHIEDE un uomo e un santo così ….anche a noi ….anche ” OGGI “
Sto a casa , CON Gesù ..s. Paolo…d. Orione ( ! )
E CON queste pagine di sito ..
Grazie ..
E penso che , a volte , anche un ” CON ” faccia la differenza :
” dopo” , alla fine , quando tutto questo difficile periodo sarà passato …RESTERÀ il ” CON cosa” e ” CON chi ” avremo vissuto questa GRANDE PROVA
….Con il solo internet o televisione , Con la sola Paura e NON Equilibri ( si respira davvero di tutto in questi giorni ) , Con lo sguardo solo verso noi stessi …
oppure ….CON il Silenzio , la profondità del senso della vita e degli altri…con il nostro bisogno di ” amare ”
CON la lacrima offerta , gridata e pregata ,
e , magari , in qualche momento , RI-COR-DANDO parole e righe di un salmo ( magari il …62 )
Bg
Che PAGINE MERAVIGLIOSE quelle “IN CASA con
…GESU’, S. PAOLO,D. ORIONE!!!
Ce n’è di materiale da RUMINARE in quei TESTAMENTI che
non sanno di “minaccia di morte” ma
di VITA più che mai… di questi tempi inaspettatamente dolorosi!
Quella di questi lunghi giorni è davvero vera quaresima!
E queste pagine in sito sono come MANNA che nutre e rafforza la speranza!
GRAZIE!!!!!
Sant’Ilario, vescovo
IL VERO TIMORE DEL SIGNORE
Vediamo da ciò per quanti gradi si arriva al timore di Dio.
Anzitutto, chiesto il dono della sapienza si deve affidare tutto il compito dell’approfondimento al dono dell’intelletto, con il quale ricercare e investigare la sapienza. Solo allora si potrà comprendere il timore del Signore. CERTAMENTE IL MODO COMUNE DI RAGIONARE DEGLI UOMINI NON PROCEDE COSÌ CIRCA IL TIMORE.
INFATTI IL TIMORE È CONSIDERATO COME LA PAURA CHE HA L’UMANA DEBOLEZZA QUANDO TEME DI SOFFRIRE CIÒ CHE NON VORREBBE GLI ACCADESSE. TALE GENERE DI TIMORE SI DESTA IN NOI CON IL RIMORSO DELLA COLPA, DI FRONTE AL DIRITTO DEL PIÙ POTENTE, O ALL’ATTACCO DEL PIÙ FORTE, A CAUSA DI UNA MALATTIA, PER L’INCONTRO CON UNA BESTIA FEROCE O, INFINE, PER LA SOFFERENZA DI QUALSIASI MALE. NON È QUESTO IL TIMORE CHE QUI SI INSEGNA, PERCHÉ ESSO DERIVA DALLA DEBOLEZZA NATURALE.
Del timore del Signore invece così sta scritto: «VENITE, FIGLI, ASCOLTATEMI; V’INSEGNERÒ IL TIMORE DEL SIGNORE» (Sal 33, 12). Dunque si impara il timore del Signore, perché viene insegnato. QUESTO GENERE DI TIMORE NON STA NELLO SPAVENTO NATURALE E SPONTANEO, MA IN UNA REALTÀ CHE VIENE COMUNICATA COME UNA DOTTRINA. NON PROMANA DALLA TREPIDAZIONE DELLA NATURA, MA LO SI COMINCIA AD APPRENDERE CON L’OSSERVANZA DEI COMANDAMENTI, CON LE OPERE DI UNA VITA INNOCENTE, E CON LA CONOSCENZA DELLA VERITÀ.
PER CONTO NOSTRO IL TIMORE DI DIO È TUTTO NELL’AMORE, E L’AMORE PERFETTO PERFEZIONA QUESTO TIMORE.
Il compito proprio del nostro amore verso Dio è di ascoltarne gli ammonimenti, obbedire ai suoi comandamenti, fidarsi delle sue promesse.
Ascoltiamo dunque la Scrittura che dice: «ORA, ISRAELE, CHE COSA TI CHIEDE IL SIGNORE TUO DIO, SE NON CHE TU TEMA IL SIGNORE TUO DIO, CHE TU CAMMINI PER TUTTE LE SUE VIE, CHE TU L’AMI E SERVA IL SIGNORE TUO DIO CON TUTTO IL CUORE E CON TUTTA L’ANIMA, CHE TU OSSERVI I COMANDI DEL SIGNORE E LE SUE LEGGI, CHE OGGI TI DO PER IL TUO BENE?» (DT 10, 12).
LA PASSIONE DI TUTTO IL CORPO DI CRISTO SANT’AGOSTINO, VESCOVO
SIGNORE, A TE HO GRIDATO, ACCORRI IN MIO AIUTO (Sal 140, 1). Questo lo possiamo dire tutti. Non lo dico io, bensì il Cristo totale. Ma fu detto da Cristo più specialmente in persona del corpo, perché mentre era quaggiù, pregò portando la nostra umanità, pregò il Padre in persona del corpo. MENTRE INFATTI PREGAVA, DA TUTTO IL SUO CORPO STILLAVANO GOCCE DI SANGUE, SECONDO QUANTO TROVIAMO NEL VANGELO: «GESÙ PREGÒ PIÙ INTENSAMENTE, E SUDÒ SANGUE» (Lc 22, 44). CHE COSA SIGNIFICA QUESTA EFFUSIONE DI SANGUE DA TUTTO IL CORPO, SE NON LA PASSIONE CHE TUTTA LA CHIESA CONTINUA A SOPPORTARE NEI SUOI MARTIRI?
Signore, a te ho gridato, accorri in mio aiuto; ascolta la mia voce quando ti invoco (cfr. Sal 140, 1). Credevi che fosse già terminata la pena del gridare, quando dicevi: «Ho gridato a te». HAI GRIDATO, SÌ, MA NON CREDERTI ORMAI AL SICURO. SE FOSSE PASSATA DEFINITIVAMENTE LA TRIBOLAZIONE, NON OCCORREREBBE PIÙ GRIDARE; MA, SE LA TRIBOLAZIONE DELLA CHIESA, CIOÈ DEL CORPO DI CRISTO, CONTINUA SINO ALLA FINE DEL MONDO, NON DIRE SOLTANTO: «HO GRIDATO A TE, ACCORRI IN MIO AIUTO», MA AGGIUNGI: «ASCOLTA LA MIA VOCE, QUANDO TI INVOCO». «Come incenso salga a te la mia preghiera, le mie mani alzate come sacrificio della sera» (Sal 140, 2).
Ogni cristiano sa che questa espressione viene attribuita al capo stesso. Infatti sul finire della sera il Signore esalò in croce il suo spirito, che poi di nuovo avrebbe ripreso. Non lo esalò infatti contro la sua volontà. Però siamo stati raffigurati anche in questo caso.
Qual parte di lui, infatti, pendeva dalla croce, se non ciò che aveva assunto da noi? Ed allora, come potrebbe avvenire che in un dato momento il Padre lasci e abbandoni l’unico suo Figlio, che è con lui un solo Dio? Tuttavia Cristo, crocifiggendo la nostra debolezza sulla croce, in cui, come dice l’Apostolo: «Il nostro uomo vecchio è stato crocifisso con Lui» (Rm 6, 6), gridò con la voce della nostra stessa umanità: «DIO MIO, DIO MIO, PERCHÉ MI HAI ABBANDONATO?» (Sal 21, 1). Questo, dunque, è il sacrificio vespertino: la passione del Signore, la croce del Signore, l’offerta della vittima di salvezza, l’olocausto gradito a Dio. E NELLA SUA RISURREZIONE CAMBIÒ QUEL SACRIFICIO VESPERTINO IN OFFERTA MATTUTINA. LA PREGHIERA, DUNQUE, CHE SI ELEVA INCONTAMINATA DA UN CUORE FEDELE, SALE COME INCENSO DAL SANTO ALTARE. NIENTE È PIÙ GRADITO DEL PROFUMO DEL SIGNORE. DI QUESTO SOAVE PROFUMO OLEZZINO TUTTI I CREDENTI.
«IL NOSTRO UOMO VECCHIO, SONO PAROLE DELL’APOSTOLO, È STATO CROCIFISSO CON LUI, PERCHÉ FOSSE DISTRUTTO IL CORPO DEL PECCATO, E NOI NON FOSSIMO PIÙ SCHIAVI DEL PECCATO» (RM 6, 6).
LA DONNA… questa creatura spesso bistrattata e anche umiliata. Chi per primo, ha rivendicato la delicatezza della donna? è stato proprio GESU’, il Vangelo ce ne parla molto espressamente. L’animo della donna sa penetrare anche nel cuore dell’uomo rimanendone spesso delusa. Siamo fatte così, capaci di soffrire anche in silenzio, portare pesi sopra le nostre forze, mettendo a disposizione tutta la forza del cuore.
CRISOSTOMO, VESCOVO
MOSÈ E CRISTO
I GIUDEI VIDERO DEI MIRACOLI. ANCHE TU NE VEDRAI DI MAGGIORI E DI PIÙ FAMOSI DI QUELLI che essi videro all’uscita dall’Egitto. Tu non hai visto il faraone sommerso con il suo esercito, ma hai visto il diavolo affondare con le sue schiere. I Giudei attraversarono il mare, tu hai sorpassato la morte. Essi furono liberati dagli Egiziani, tu dai demoni. ESSI LASCIARONO UNA SCHIAVITÙ BARBARA, TU LA SCHIAVITÙ MOLTO PIÙ TRISTE DEL PECCATO.
Osserva come tu sei stato favorito con doni più grandi. I Giudei non poterono allora contemplare il volto splendente di Mosè, benché fosse ebreo e schiavo come loro. TU INVECE HAI VISTO IL VOLTO DI CRISTO NELLA SUA GLORIA. ANCHE PAOLO ESCLAMA: NOI A VISO APERTO CONTEMPLIAMO LA GLORIA DEL SIGNORE (CFR. 2 COR 3, 18). I Giudei dopo l’Egitto trovarono il deserto, MENTRE TU DOPO LA MORTE TROVERAI IL CIELO. ESSI AVEVANO COME GUIDA E CAPO MOSÈ, NOI INVECE UN ALTRO MOSÈ, LO STESSO DIO CHE CI GUIDA E COMANDA.
Quale fu la caratteristica del primo Mosè? MOSÈ, DICE LA SCRITTURA, ERA L’UOMO PIÙ MITE DELLA TERRA (CFR. NM 12, 3). QUESTA CARATTERISTICA POSSIAMO SENZ’ALTRO ATTRIBUIRLA AL NOSTRO MOSÈ, CHE ERA ASSISTITO DAL DOLCISSIMO E A LUI CONSUSTANZIALE SPIRITO. Mosè levava le mani al cielo facendone scendere la manna, pane degli angeli. IL NOSTRO MOSÈ LEVA LE MANI AL CIELO E CI PROCURA UN CIBO ETERNO. IL PRIMO PERCOSSE LA PIETRA, FACENDONE SCATURIRE TORRENTI D’ACQUA. QUESTI TOCCA LA MENSA, PERCUOTE LA MISTICA TAVOLA E FA SGORGARE LE FONTI DELLO SPIRITO. Possedendo pertanto una simile sorgente, una tale fontana di vita, una mensa così carica di beni e così ridondante di favori spirituali, ACCOSTIAMOCI CON CUORE SINCERO E COSCIENZA PURA PER OTTENERE GRAZIA E PERDONO NEL TEMPO OPPORTUNO.
PER LA GRAZIA E LA MISERICORDIA DEL FIGLIO UNIGENITO DI DIO, IL SIGNORE E SALVATORE NOSTRO GESÙ CRISTO, PER MEZZO DEL QUALE AL PADRE E ALLO SPIRITO SANTO SIA GLORIA, ONORE, POTERE ORA E SEMPRE, E NEI SECOLI DEI SECOLI. AMEN.
«QUESTI È IL FIGLIO MIO PREDILETTO, ASCOLTATELO»
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa
IL SIGNORE MANIFESTA LA SUA GLORIA ALLA PRESENZA DI MOLTI TESTIMONI E FA RISPLENDERE QUEL CORPO, CHE GLI È COMUNE CON TUTTI GLI UOMINI, DI TANTO SPLENDORE, CHE LA SUA FACCIA DIVENTA SIMILE AL FULGORE DEL SOLE E LE SUE VESTI UGUAGLIANO IL CANDORE DELLA NEVE.
Questa trasfigurazione, senza dubbio, mirava soprattutto A RIMUOVERE DALL’ANIMO DEI DISCEPOLI LO SCANDALO DELLA CROCE, perché l’umiliazione della Passione, volontariamente accettata, non scuotesse la loro fede, dal momento che era stata rivelata loro la grandezza sublime della dignità nascosta del Cristo.
Ma, secondo un disegno non meno previdente, egli dava UN FONDAMENTO SOLIDO ALLA SPERANZA DELLA SANTA CHIESA, perché tutto il Corpo di Cristo prendesse coscienza di quale trasformazione sarebbe stato oggetto, e perché ANCHE LE MEMBRA SI RIPROMETTESSERO LA PARTECIPAZIONE A QUELLA GLORIA, CHE ERA BRILLATA NEL CAPO.
Di questa gloria lo stesso Signore, parlando della maestà della sua seconda venuta, aveva detto: «ALLORA I GIUSTI SPLENDERANNO COME IL SOLE NEL REGNO DEL PADRE LORO» (Mt 13, 43). La stessa cosa affermava anche l’apostolo Paolo dicendo: «IO RITENGO CHE LE SOFFERENZE DEL MOMENTO PRESENTE NON SONO PARAGONABILI ALLA GLORIA FUTURA CHE DOVRÀ ESSERE RIVELATA IN NOI» (Rm 8, 18). In un altro passo dice ancora: « QUANDO SI MANIFESTERÀ CRISTO, LA VOSTRA VITA, ALLORA ANCHE VOI SARETE MANIFESTATI CON LUI NELLA GLORIA» (Col 3, 3. 4).
All’annunzio del vangelo si rinvigorisca dunque la fede di voi tutti, E NESSUNO SI VERGOGNI DELLA CROCE DI CRISTO, PER MEZZO DELLA QUALE È STATO REDENTO IL MONDO. Nessuno esiti a soffrire per la giustizia, NESSUNO DUBITI DI RICEVERE LA RICOMPENSA PROMESSA, PERCHÉ ATTRAVERSO LA FATICA SI PASSA AL RIPOSO E ATTRAVERSO LA MORTE SI GIUNGE ALLA VITA. AVENDO EGLI ASSUNTO LE DEBOLEZZE DELLA NOSTRA CONDIZIONE, ANCHE NOI, SE PERSEVEREREMO NELLA CONFESSIONE E NELL’AMORE DI LUI, RIPORTEREMO LA SUA STESSA VITTORIA E CONSEGUIREMO IL PREMIO PROMESSO.
Quindi, sia per osservare i comandamenti, sia per sopportare le contrarietà, risuoni sempre alle nostre orecchie la voce del Padre, che dice: «QUESTI È IL FIGLIO MIO PREDILETTO, NEL QUALE MI SONO COMPIACIUTO. ASCOLTATELO» (Mt 17, 5).
QUARESIMA
Il mio cuore resiste alla conversione, e la mia fede è debole.
Sono povero e fragile, incapace di scalare le vette più alte, quelle che sogno. Non ci riesco.
Penso alle ceneri che il Mercoledì delle Ceneri mi hanno messo sulla fronte…
Non mi abbelliscono, mi segnano con un segno di morte, di vita. È il bacio dell’amore di Dio in questo cammino che inizio.
Prima c’è stato il fuoco, ora restano le ceneri. Quando me ne andrò resteranno le ceneri a indicare il cielo, segno di vita eterna. Le ceneri sono il tizzone di un abbraccio di Dio.
Bacia la mia piccolezza, la mia condizione, la mia vocazione, il mio cammino. Mi bacia e mi dice che mi ama, che crede in me. Per questo mi piace abbellirmi con le ceneri per non dimenticare da dove vengo e dove vado.
Per non dimenticare la mia condizione di figlio, di bambino povero, di vagabondo in cerca di verità. Per non dimenticare che sono fragile e non possiedo niente che sia mio.
Per non dimenticare l’amore di Dio che si abbassa sulla mia vita per dirmi che mi ama alla follia.
Quel cammino nel deserto della Quaresima inizia con un bacio sotto forma di cenere, un bacio di Gesù sulla mia fronte. E mi dice che mi ama.
Il bacio di Gesù è il bacio dell’amore più grande, dell’amore che non dimentica. Questo mi dà gioia e speranza all’inizio di questi giorni felici, giorni di luce.
Questo bacio mi parla di vita eterna. E mi dice di non temere. Che non mi succederà niente di male, anche se sto passando per il peggio che avrei potuto immaginare.
PREGHIERA, ELEMOSINA E DIGIUNO:
Gesù mi ricorda che ho bisogno di sostenermi su tre pilastri per non perdere la forza, per tornare all’essenziale e lasciare che il mio cuore si converta.
Mi chiede di condurre un’intensa vita di preghiera. La mia vita spirituale è così superficiale…
Vivo fermandomi alla superficie delle cose. Mi manca profondità, non riesco a ottenere il silenzio.
Desidero una vita intensa con il Signore, con Maria. Una vita di riposo in Dio quando sento che il mondo con la sua forza mi porta da una parte all’altra.
GLI INTERROGATIVI PIÙ PROFONDI DELL’UOMO
«Gaudium et spes» – Concilio ecumenico Vaticano II
Il mondo si presenta oggi potente a un tempo e debole, capace di operare il meglio e il peggio, mentre GLI SI APRE DINANZI LA STRADA DELLA LIBERTÀ O DELLA SCHIAVITÙ, DEL PROGRESSO O DEL REGRESSO, DELLA FRATERNITÀ O DELL’ODIO. Inoltre l’uomo si rende conto che dipende da lui orientare bene le forze da lui stesso suscitate e che possono SCHIACCIARLO O SERVIRGLI. PER QUESTO SI PONE DEGLI INTERROGATIVI. In verità gli squilibri di cui soffre il mondo contemporaneo si collegano con quel più profondo squilibrio che è radicato nel cuore dell’uomo. È proprio all’interno dell’uomo che molti elementi si contrastano a vicenda. Da una parte, infatti, COME CREATURA, ESPERIMENTA IN MILLE MODI I SUOI LIMITI; DALL’ALTRA PARTE SI ACCORGE DI ESSERE SENZA CONFINI NELLE SUE ASPIRAZIONI E CHIAMATO A UNA VITA SUPERIORE. Sollecitato da molte attrattive, è costretto sempre a sceglierne qualcuna e a rinunziare alle altre. Inoltre, DEBOLE E PECCATORE, NON DI RADO FA QUELLO CHE NON VORREBBE E NON FA QUELLO CHE VORREBBE (cfr. Rm 7, 14 segg.). PER CUI SOFFRE IN SE STESSO UNA DIVISIONE, DALLA QUALE PROVENGONO ANCHE TANTE E COSÌ GRAVI DISCORDIE NELLA SOCIETÀ. Con tutto ciò, di fronte all’evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza GLI INTERROGATIVI CAPITALI: COS’È L’UOMO? QUAL È IL SIGNIFICATO DEL DOLORE, DEL MALE, DELLA MORTE CHE MALGRADO OGNI PROGRESSO CONTINUANO A SUSSISTERE? COSA VALGONO QUESTE CONQUISTE A COSÌ CARO PREZZO RAGGIUNTE? CHE RECA L’UOMO ALLA SOCIETÀ, E COSA PUÒ ATTENDERSI DA ESSA? COSA CI SARÀ DOPO QUESTA VITA? Ecco, la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà all’uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza perché l’uomo possa rispondere alla suprema sua vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini in cui possano salvarsi (cfr. At 4, 12). CREDE UGUALMENTE DI TROVARE NEL SUO SIGNORE E MAESTRO LA CHIAVE, IL CENTRO E IL FINE DI TUTTA LA STORIA UMANA. INOLTRE LA CHIESA AFFERMA CHE AL DI SOPRA DI TUTTI I MUTAMENTI CI SONO MOLTE COSE CHE NON CAMBIANO; ESSE TROVANO IL LORO ULTIMO FONDAMENTO IN CRISTO, CHE È SEMPRE LO STESSO: IERI, OGGI E NEI SECOLI (EB 13, 8).
“Nasciamo per essere felici, non perfetti.
I giorni buoni ti danno FELICITA’,
I giorni cattivi ti danno ESPERIENZA,
I tentativi ti mantengono FORTE,
Le prove ti mantengono UMANO,
Le cadute ti mantengono UMILE,
ma SOLO DIO TI MANTIENE IN PIEDI.”
(Q.N.)
LA CARITÀ FRATERNA GUARDANDO AL CROCIFISSO
«Specchio della carità» di Sant’Aelredo
Non c’è niente che ci spinga ad amare i nemici, cosa in cui consiste la perfezione dell’amore fraterno, quanto la dolce considerazione di quella ammirabile pazienza per cui egli, «il più bello tra i figli dell’uomo» (Sal 44, 3), offrì il suo bel viso agli sputi dei malvagi. Lasciò velare dai malfattori quegli occhi, al cui cenno ogni cosa ubbidisce. Espose i suoi fianchi ai flagelli. Sottopose il capo alle punte acuminate delle spine. Sopportò pazientemente la croce, i chiodi, la lancia, il fiele e l’aceto, LUI IN TUTTO DOLCE, MITE E CLEMENTE. Alla fine fu condotto via come una pecora al macello, e come un agnello se ne stette silenzioso davanti al tosatore e non aprì bocca (cfr. Is 53, 7). Chi, al sentire quella voce piena di dolcezza, piena di carità, piena di inalterabile pacatezza: «PADRE, PERDONALI», NON ABBRACCEREBBE SUBITO I SUOI NEMICI CON TUTTO L’AFFETTO? «PADRE», DICE, «PERDONALI» (Lc 23, 34). Che cosa si poteva aggiungere di dolcezza, di carità ad una siffatta preghiera? Tuttavia egli aggiunse qualcosa. GLI SEMBRÒ POCO PREGARE, VOLLE ANCHE SCUSARE. «PADRE, DISSE, PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO». E invero sono grandi peccatori, ma poveri conoscitori. Perciò: «Padre, perdonali». LO CROCIFIGGONO, ma non sanno CHI crocifiggono, perché se l’avessero conosciuto, NON AVREBBERO CROCIFISSO IL SIGNORE DELLA GLORIA (1 Cor 2, 8); perciò: «PADRE, PERDONALI». Lo ritengono un trasgressore della legge, lo stimano un seduttore del popolo. «Ma io ho nascosto da loro il mio volto, non riconobbero la mia maestà». Perciò: «PADRE, PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO» (Lc 23, 34). Se l’uomo vuole amare se stesso di amore autentico, non si lasci corrompere da nessun piacere della carne. Per non soccombere alla concupiscenza della carne, rivolga ogni suo affetto alla dolcezza del PANE EUCARISTICO. Inoltre per riposare più perfettamente e soavemente nella gioia della carità fraterna, ABBRACCI DI VERO AMORE ANCHE I NEMICI. PERCHÉ QUESTO FUOCO DIVINO NON INTIEPIDISCA DI FRONTE ALLE INGIUSTIZIE, GUARDI SEMPRE CON GLI OCCHI DELLA MENTE LA PAZIENZA E LA PACATEZZA DEL SUO AMATO SIGNORE E SALVATORE.
queste figure di donna nei vangeli, sono un’affresco della donna cristiana, della donna che ha la dignità che il suo ruolo le compete davanti all’uomo. purtroppo la donna nel rincorrere la sua uguaglianza con l’uomo ha perso molte qualità propriamente femminili. questa rincorsa le ha fatto dimenticare il suo ruolo accanto all’uomo che, non è un ruolo contrapposto, quasi che l’essere donna sia un di meno. Gesù ridona alla donna il ruolo fondamentale, le ridona luce e splendore, non contrapposta all’uomo, ma con l’uomo, com’era in Principio. l’incontrare Gesù è riappropriarsi dell’essere donna, moglie, madre senza sentirsi menomate, senza sentirsi inferiori. Gesù mette in luce la dignità della donna, dignità che purtroppo il mondo ignora, che la medesima donna si lascia depredare in nome di un apparire falso, di un successo a cui ci si sottomette pur di ottenere visibilità, in un tempo in cui essere visibili è fondamentale, è indispensabile per affermare che si vale qualcosa. san Pietro nel raccomandare alla donna cristiana di essere sottomessa al marito pare dica devi essere inferiore, quasi che solo il marito abbia la facoltà di decidere, di agire. questa sottomissione è prettamente cristiana, infatti è come Cristo e la Chiesa. Ci sono tante cose e tante virtù di cui ci lasciamo depredare come donne proprio perché sleghiamo il servire con l’amore. Nell’amore non può esserci chi comanda e chi serve, ma ognuno comanda e serve, essere sottomesse all’uomo è un sentimento di grazia femminile. Non pari all’uomo in senso di sfida, ma un passo indietro nel senso dell’amore. Tutto questo è difficile? tutto questo è un tornare indietro? ma io penso; magari tornassimo indietro e riscoprissimo cos’è essere donna nel progetto di Dio. tante donne dietro Gesù? si perché senza Gesù il mondo ne fà scempio.
L’ESEMPIO DEL BUON PASTORE Sant’Astèrio di Amasea
…SIETE CRISTIANI, e col vostro stesso nome dichiarate la vostra dignità umana, perciò siate imitatori dell’amore di CRISTO CHE SI FECE UOMO. Considerate le ricchezze della sua bontà. Quando venne egli stesso, proclamò di persona e con la propria bocca: «venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò» (Mt 11, 28). Perciò, a coloro che ascoltarono la sua parola, concesse un pronto perdono dei peccati e li liberò da quanto li angustiava. Lo Spirito li rese saldi, l’uomo vecchio fu sepolto nell’acqua, e fu generato l’uomo nuovo, che fiorì nella grazia. Colui che era stato nemico diventò amico, l’estraneo diventò figlio, l’empio diventò santo e pio. Imitiamo l’esempio che ci ha dato il Signore, il buon Pastore. CONTEMPLIAMO I VANGELI…. NELLE PARABOLE E NELLE SIMILITUDINI VEDO UN PASTORE CHE HA CENTO PECORE. Essendosi una di esse allontanata dal gregge e vagando sperduta, egli non rimane con quelle che pascolavano in ordine, ma messosi ALLA RICERCA DELL’ALTRA, SUPERA VALLI E FORESTE, SCALA MONTI GRANDI E SCOSCESI, E, camminando per lunghi deserti con grande fatica, cerca e ricerca fino a che non trova la pecora smarrita. DOPO AVERLA TROVATA, NON LA BASTONA, ma, PRESALA SULLE SPALLE, E TRATTATALA CON DOLCEZZA, LA RIPORTA AL GREGGE, provando una gioia maggiore per quella ritrovata, che per la moltitudine delle altre. …Quella pecora non è affatto una pecora, né quel pastore un pastore, ma sono figure che contengono grandi realtà sacre.
Ci ammoniscono che non è giusto considerare gli uomini come dannati e senza speranza, e che non dobbiamo trascurare coloro che si trovano nei pericoli, ma che è nostro dovere ricondurre sulla retta via coloro che si sono allontanati e si sono smarriti. Dobbiamo rallegrarci del loro ritorno e ricongiungerli a quanti vivono bene e nella pietà.
“Beato chi decide di perdere:
come chicco di frumento sotto terra darà abbondanti frutti.
-Beato chi porge l’altra guancia: spezzerà la catena della violenza.
-Beato chi NON RICORRE A METODI SLEALI: sarà ricompensato dalla sua virtù
-Beato chi sposa la povertà: genererà figli innamorati della vita.
(Savoldi)
“Il cristiano preferirà sempre essere incudine piuttosto che martello, derubato che ladro, ucciso che uccisore, martire che tiranno.”
(S. Francesco di Sales)
“Come la cera si scioglie accanto al fuoco,
così l’anima si svuota se cerca le lodi.”
(S. Sincletica, eremita del IV secolo)
Avanzo sulla mia strada
(San Patrizio)
Avanzo sulla mia strada
con la forza di Dio come unico appoggio
con la potenza di Dio per proteggermi
con la saggezza di Dio per orientarmi,
l’occhio di Dio per guidarmi,
l’orecchio di Dio, testimone del mio parlare.
Cristo davanti a me, dietro a me,
Cristo in me e ai miei fianchi, Cristo attorno e dappertutto,
Cristo alla mia sinistra e Cristo alla mia destra,
Cristo con me al mattino e con me alla sera,
Cristo in ogni cuore che penserà a me,
Cristo in ogni sguardo che si poserà su di me,
Cristo in ogni orecchio che mi ascolterà.
Mi hai chiamato, Dio dei miei padri,
ad uscire dalla palude del peccato
perché volevi che io provassi la gioia luminosa di una prateria,
ove è possibile giacere, saltare, correre e cantare.
Mi hai strappato dalla schiavitù antica
per farmi vivere nella libertà.
Ed io, o Signore, sono un uomo inquieto
perché la libertà è una gioia, ma anche un tormento.
Ad ogni passo sono costretto a scegliere fra il bene e il male,
fra il peccato e la grazia, fra la tua parola e quella del maligno,
fra la polvere delle stelle e il fango della terra.
Quanta fatica, o Signore,
hai messo nelle mie mani con la libertà!
Tu intanto stai in silenzio a guardare la mia libertà.
Stai a guardare le scelte che compio e i passi che faccio.
Se cado, per una scelta sbagliata,
con dolcezza mi rialzi e continui a guardarmi.
Se resto in piedi per una scelta giusta
sorridi e continui a guardarmi.
Sei un Dio fuori di ogni immaginazione!
Vuoi che cammini da me
perché non sei né un dittatore o un plagiatore
e nemmeno un carceriere che impedisce ogni mio passo,
ma un Dio che ama solo e sempre chi è uomo libero
e si fa perciò responsabile di sè e degli altri.
In Paradiso ci arriverò perché voglio
e perché faccio quello che è necessario
e non perché ci sono costretto da te.
La mia libertà di scelta
è anche la grazia più bella che mi hai offerto
perché mi fa uguale a te, Dio,
appassionato amante della libertà. Amen
Nel suo deserto incontri la verità
P. Severino Consolaro
Non è un luogo il deserto: è il silenzio delle tue labbra chiuse che custodisce il tuo cuore che parla
Non è un luogo il deserto: è il tuo ascolto nelle profondità del mistero che ti avvolge e ti penetra tutto.
Non è un luogo il deserto:è l’immagine del Dio che ti ha plasmato, riflessa nello specchio, reso puro, della tua anima.
Non è un luogo il deserto: è il fuoco che brucia sotto le ceneri della tua umanità e ti chiede di soffiare per alimentarlo.
Non è un luogo il deserto: è la tua vita che incessantemente rinasce e si rinnova nel silenzio adorante.
Non è un luogo il deserto: è l’estasi di Dio che si contempla in te stesso
Non è un luogo il deserto: è la chiave che apre il tuo cuore perché vi entri il suo regno.
Non è un luogo il deserto: è riposare alla sua presenza “come bimbo svezza to in braccio a sua madre” (sal. 130)
Non è un luogo il deserto: è partecipare al silenzio di Dio, sorgente dell’armonia del cosmo.
Non è un luogo il deserto: è la sua pace che scende in te quando gli presenti il vuoto del tuo nulla.
DIMOSTRIAMOCI VICENDEVOLMENTE L’AMORE DI DIO
S. Gregorio Nazianzeno, vescovo
RICONOSCI L’ORIGINE DELLA TUA ESISTENZA, DEL RESPIRO, DELL’INTELLIGENZA, DELLA SAPIENZA E, CIÒ CHE PIÙ CONTA, DELLA CONOSCENZA DI DIO, DELLA SPERANZA DEL REGNO DEI CIELI, … Donde e da chi vengono a te tante e tali prerogative? Se poi vogliamo parlare di doni più umili e comuni, CHI TI PERMETTE DI VEDERE LA BELLEZZA DEL CIELO, IL CORSO DEL SOLE, I CICLI DELLA LUCE, LE MIRIADI DI STELLE E QUELL’ARMONIA ED ORDINE CHE SEMPRE SI RINNOVANO MERAVIGLIOSAMENTE NEL COSMO, RENDENDO FESTOSO IL CREATO COME IL SUONO DI UNA CETRA? CHI TI CONCEDE LA PIOGGIA, LA FERTILITÀ DEI CAMPI, IL CIBO, LA GIOIA DELL’ARTE LA VITA DI OGNI GIORNO, L’AMICIZIA E IL PIACERE DELLA TUA PARENTELA? Chi ti ha posto signore e re di tutto ciò che è sulla terra? E, per soffermarci solo sulle cose più importanti, chiedo ancora: CHI TI FECE DONO DI QUELLE CARATTERISTICHE TUTTE TUE CHE TI ASSICURANO LA PIENA SOVRANITÀ SU QUALSIASI ESSERE VIVENTE? FU DIO. EBBENE, EGLI IN CAMBIO DI TUTTO CIÒ CHE COSA TI CHIEDE? L’AMORE. RICHIEDE DA TE CONTINUAMENTE INNANZITUTTO E SOPRATTUTTO L’AMORE A LUI E AL PROSSIMO. L’amore verso gli altri egli lo esige al pari del primo. Saremo restii a offrire a Dio questo dono dopo i numerosi benefici da lui elargiti e quelli da lui promessi? Oseremo essere così impudenti? EGLI, CHE È DIO E SIGNORE, SI FA CHIAMARE NOSTRO PADRE, E NOI VORREMMO RINNEGARE I NOSTRI FRATELLI?
Guardiamoci, dal diventare cattivi amministratori di quanto ci è stato dato in dono. NON AFFATICHIAMOCI AD ACCUMULARE RICCHEZZE, MENTRE ALTRI SOFFRONO LA FAME, Operiamo secondo quella suprema legge di DIO che fa scendere la pioggia tanto sui giusti che sui peccatori, fa sorgere il sole ugualmente per tutti, offre a tutti gli animali della terra l’aperta campagna, le fontane, i fiumi, le foreste; dona aria agli uccelli e acqua agli animali acquatici; Egli non fece discriminazioni, non si mostrò avaro con nessuno. PROPORZIONÒ SAPIENTEMENTE IL SUO DONO AL FABBISOGNO DI CIASCUN ESSERE E MANIFESTÒ A TUTTI IL SUO AMORE.
Con il desiderio di condividere questa 1`domenica di Quaresima da una delle regioni ( la Liguria ) in cui ancora per oggi , RESTA SOSPESA la celebrazione della MESSA .
Stamattina , sono ugualmente andata in Chiesa ( GRAZIE GESU’ PER QUEL BISOGNO DI TE , CHE METTI IN NOI )
Inaspettatamente , vi ho trovato l’ Adorazione .
Mi e’ mancato il ricevere l’ Eucarestia , ma ho vissuto del tempo davanti all’ OSTIA .
Ho ringraziato per la gente che entrava e si fermava e che ho sentito ” chiesa ” , per la presenza del sacerdote nelle prime panche , perché ho letto che la celebrazione delle Ceneri non e’ stata annullata ma ” solo” rinviata a domani ( primo giorno di rientro alla ” normalità ” )
Sono stata in ” quel SILENZIO che PARLA ” davanti a quel grande crocifisso .
Ho messo davanti a LUI il mio ” oggi ” : lacrime e pace , solitudini e doni .
A volte noi incaselliamo tanto , tutto ….MA I SUOI tempi non sono i nostri , le SUE strade non combaciano con le nostre aspettative…
EPPURE LUI trova sempre il modo PER PARLARCI , SE NOI siamo disposti all’ ascolto .
..PER farsi nostro COMPAGNO DI VIAGGIO , SE NOI Glielo permettiamo .
GRAZIE, GESÙ ..NON ABBANDONARCI MAI NELLA TENTAZIONE .
Aiutaci a SENTIRTI VIVO , PRESENTE , …PASTORE
GRAZIE per quando scopriamo che Quaresima e’ una modalità di vita .
Buon cammino….a tutti
Nel Deserto ” TU ” Sei Con Me
Il deserto, SIGNORE…
luogo di solitudine e aridità:
spazio per pensieri che mi allontanano
da me stesso e da TE;
luogo di scelte che aprono o escludono.
Eppure non c’è deserto
in cui TU non sia presenza,
non c’è luogo che possa tenerti lontano da me.
Non c’è tentazione che impedisca
alle mie mani di stringere le TUE.
SIGNORE del tempo,
insegnami ad ascoltarti
anche nel deserto;
insegnami ad aprirmi
alla TUA presenza;
insegnami a convertire il cuore;
insegnami a non cercare altro
se non il TUO volto e la TUA parola.
COSI’ SARA’ RISURREZIONE.
AMEN ( v v p p )
• PRIMA DOMENICA DI QUARESIMA: LE TENTAZIONI DI GESU’
S. AGOSTINO:
Leggevamo ora nel vangelo che il Signore Gesù era tentato dal diavolo nel deserto. Precisamente Cristo fu tentato dal diavolo, MA IN CRISTO ERI TENTATO ANCHE TU. Perché Cristo prese da te la sua carne, ma da sé la tua salvezza, da te la morte, da sé la tua vita, da te l’umiliazione, da sé la tua gloria, DUNQUE PRESE DA TE LA SUA TENTAZIONE, DA SÉ LA TUA VITTORIA. SE SIAMO STATI TENTATI IN LUI, SARÀ PROPRIO IN LUI CHE VINCEREMO IL DIAVOLO. Tu fermi la tua attenzione al fatto che Cristo fu tentato; PERCHÉ NON CONSIDERI CHE EGLI HA ANCHE VINTO? FOSTI TU AD ESSERE TENTATO IN LUI, MA RICONOSCI ANCHE CHE IN LUI TU SEI VINCITORE. EGLI AVREBBE POTUTO TENER LONTANO DA SÉ IL DIAVOLO; MA, SE NON SI FOSSE LASCIATO TENTARE, NON TI AVREBBE INSEGNATO A VINCERE, QUANDO SEI TENTATO.
L’AMICIZIA DI DIO
Sant’Ireneo, vescovo
Nostro Signore, Verbo di Dio, prima condusse gli uomini a servire Dio, POI DA SERVI LI RESE SUOI AMICI, COME DISSE EGLI STESSO AI DISCEPOLI: «NON VI CHIAMO PIÙ SERVI, PERCHÉ IL SERVO NON SA QUELLO CHE FA IL SUO PADRONE; MA IO VI HO CHIAMATI AMICI, PERCHÉ TUTTO CIÒ CHE HO UDITO DAL PADRE L’HO FATTO CONOSCERE A VOI» (Gv 15, 15). L’AMICIZIA DI DIO CONCEDE L’IMMORTALITÀ A QUANTI VI SI DISPONGONO DEBITAMENTE.
In principio Dio plasmò Adamo non perché avesse bisogno dell’uomo, ma per avere qualcuno su cui effondere i suoi benefici. In effetti il Verbo glorificava il Padre, sempre rimanendo in lui, non solamente prima di Adamo, ma anche prima di ogni creazione. Lo ha dichiarato lui medesimo: «Padre, glorificami davanti a te, con quella gloria, che avevo presso di te prima che il mondo fosse» (Gv 17, 5).
Egli ci comandò di seguirlo non perché avesse bisogno del nostro servizio, ma per dare a noi stessi la salvezza. Seguire il Salvatore, infatti, è partecipare della salvezza, come seguire la luce significa essere circonfusi di chiarore.
CHI È NELLA LUCE NON È CERTO LUI AD ILLUMINARE LA LUCE E A FARLA RISPLENDERE, MA È LA LUCE CHE RISCHIARA LUI E LO RENDE LUMINOSO. Egli non dà nulla alla luce, ma è da essa che riceve il beneficio dello splendore e tutti gli altri vantaggi.
Così è anche del servizio verso Dio: non apporta nulla a Dio, e d’altra parte Dio non ha bisogno del servizio degli uomini; ma a quelli che lo servono e lo seguono egli dà la vita, l’incorruttibilità e la gloria eterna. Accorda i suoi benefici a coloro che lo servono per il fatto che lo servono, e a coloro che lo seguono per il fatto che lo seguono, ma non ne trae alcuna utilità. DIO RICERCA IL SERVIZIO DEGLI UOMINI PER AVERE LA POSSIBILITÀ, LUI CHE È BUONO E MISERICORDIOSO, DI RIVERSARE I SUOI BENEFICI SU QUELLI CHE PERSEVERANO NEL SUO SERVIZIO. MENTRE DIO NON HA BISOGNO DI NULLA, L’UOMO HA BISOGNO DELLA COMUNIONE CON DIO.
La gloria dell’uomo consiste nel perseverare al servizio di Dio. E per questo il Signore diceva ai suoi discepoli: «NON VOI AVETE SCELTO ME, MA IO HO SCELTO VOI» (GV 15, 16), MOSTRANDO COSÌ CHE NON ERANO LORO A GLORIFICARLO, SEGUENDOLO, MA CHE, PER IL FATTO CHE SEGUIVANO IL FIGLIO DI DIO, ERANO GLORIFICATI DA LUI. E ANCORA: «VOGLIO CHE ANCHE QUELLI CHE MI HAI DATO SIANO CON ME DOVE SONO IO, PERCHÉ CONTEMPLINO LA MIA GLORIA» (Gv 17, 24).
LA PREGHIERA È LUCE PER L’ANIMA
S. GIOVANNI CRISOSTOMO
LA PREGHIERA, O DIALOGO CON DIO, È UN BENE SOMMO. E’, una comunione intima con Dio. Come gli occhi vedendo la luce ne sono rischiarati, così l’anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. Deve essere, però, una preghiera non fatta per abitudine, ma che proceda dal cuore. Non deve essere circoscritta a determinati tempi, ma fiorire continuamente, notte e giorno. Occorre che, anche quando siamo occupati in altre faccende, abbiamo il desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall’amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore dell’universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi per tutta la vita. La preghiera è luce dell’anima, mediatrice tra Dio e l’uomo. L’anima, elevata per mezzo suo in alto fino al cielo, ABBRACCIA IL SIGNORE CON AMPLESSI INEFFABILI. COME IL BAMBINO, che piangendo grida alla madre, l’anima cerca ardentemente il latte divino, brama che i propri desideri vengano esauditi e riceve doni superiori ad ogni essere visibile. La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio. Parlo, però, della preghiera autentica E NON DELLE SOLE PAROLE. Essa è un desiderare Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini, ma è prodotto dalla grazia divina. Di essa l’Apostolo dice: Non sappiamo pregare come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili ( Rm 8, 26). Se il Signore dà a qualcuno tale modo di pregare, È UNA RICCHEZZA da valorizzare, È UN CIBO CELESTE CHE SAZIA L’ANIMA; chi l’ha gustato si accende di desiderio celeste per il Signore, come di un fuoco ardentissimo che infiamma la sua anima. ABBELLISCI LA TUA CASA DI MODESTIA E UMILTÀ MEDIANTE LA PRATICA DELLA PREGHIERA. Orna le sue pareti CON LE OPERE BUONE. Al posto dei muri e delle pietre preziose colloca LA FEDE E LA MAGNANIMITÀ, ponendo LA PREGHIERA a decoro di tutto il complesso. COSÌ PREPARI PER IL SIGNORE UNA DEGNA DIMORA, così lo accogli in splendida reggia. Egli ti concederà di trasformare LA TUA ANIMA IN TEMPIO DELLA SUA PRESENZA.
San Leone Magno, papa
PURIFICHIAMOCI per mezzo del DIGIUNO E DELLA MISERICORDIA
Sempre, fratelli carissimi, della grazia del Signore è piena la terra (Sal 33, 5) e la stessa natura, che ci circonda, insegna a ciascun fedele a onorare Dio.
MA ORA CI VIENE CHIESTO UN COMPLETO RINNOVAMENTO DELLO SPIRITO: SONO I GIORNI DEI MISTERI DELLA REDENZIONE UMANA E CHE PRECEDONO PIÙ DA VICINO LE FESTE PASQUALI.
È caratteristica infatti della festa di Pasqua, che la Chiesa tutta goda e si rallegri per il perdono dei peccati: perdono che non si concede solo ai neofiti, ma anche a coloro che già da lungo tempo sono annoverati tra i figli adottivi.
CERTO È NEL LAVACRO DI RIGENERAZIONE CHE NASCONO GLI UOMINI NUOVI, MA TUTTI HANNO IL DOVERE DEL RINNOVAMENTO QUOTIDIANO: OCCORRE LIBERARSI DALLE INCROSTAZIONI PROPRIE ALLA NOSTRA CONDIZIONE MORTALE. E POICHÉ NEL CAMMINO DELLA PERFEZIONE NON C’È NESSUNO CHE NON DEBBA MIGLIORARE, DOBBIAMO TUTTI, SENZA ECCEZIONE, SFORZARCI PERCHÉ NESSUNO NEL GIORNO DELLA REDENZIONE SI TROVI ANCORA INVISCHIATO NEI VIZI DELL’UOMO VECCHIO.
Quanto ciascun cristiano è tenuto a fare in ogni tempo, deve ora praticarlo con maggior sollecitudine e devozione, perché si adempia la norma apostolica del digiuno quaresimale CONSISTENTE NELL’ASTINENZA NON SOLO DAI CIBI, MA ANCHE E SOPRATTUTTO DAI PECCATI.
A questi doverosi e santi digiuni, poi, nessuna opera si può associare più UTILMENTE DELL’ELEMOSINA, LA QUALE SOTTO IL NOME UNICO DI «MISERICORDIA» ABBRACCIA MOLTE OPERE BUONE. IN CIÒ I FEDELI POSSONO TROVARSI UGUALI, NONOSTANTE LE DISUGUAGLIANZE DEI BENI.
L’AMORE CHE DOBBIAMO UGUALMENTE A DIO E ALL’UOMO NON È MAI IMPEDITO AL PUNTO DA TOGLIERCI LA POSSIBILITÀ DEL BENE.
Immenso è il campo delle opere di misericordia. Non solo i ricchi e i facoltosi possono beneficare gli altri con l’elemosina, ma anche quelli di condizione modesta o povera. COSÌ DISUGUALI NEI BENI DI FORTUNA, TUTTI POSSONO ESSERE PARI NEI SENTIMENTI DI PIETÀ DELL’ANIMA.
MADRE TERESA DI CALCUTTA
“Il vero amore deve far sempre male.
Deve essere doloroso amare qualcuno.
Quando ci si sposa si rinuncia a ogni cosa per amarsi reciprocamente.
Solo allora si ama sinceramente.
La parola amore è così mal interpretata e abusata!”.
Grazie per i tanti preziosi spunti per questo inizio di cammino quaresimale
In particolare , mi colpiscono due cose di questo fitto intrecciarsi della morte con la resurrezione , dell” avere sete con la sorgente , della disperazione con la consolazione , della paura con il ” per sempre ” , di noi ” vermiciattoli ” con l ‘ Amore di Dio :
– l’ avvertire , nel “silenzio della lettura ” , la CRESCENTE CENTRALITA DI DIO ….PASTORE , Dio nostro , che ha per noi un Progetto , che ci chiama e prende per mano …che ci vuole SUOI … che NON delude …che e’ Roccia del cuore ..
– quel PERSEVERARE ” FINO ALLA FINE ” che passa – anche – attraverso il nostro abbracciare la croce .
Buon cammino ….
PAPA FRANCESCO
MESSAGGIO PER LA QUARESIMA 2020
«Vi supplichiamo in nome di Cristo:
lasciatevi riconciliare con Dio»
(2Cor 5,20)
Cari fratelli e sorelle! Anche quest’anno il Signore ci concede un tempo propizio per prepararci a celebrare con cuore rinnovato il grande Mistero della morte e risurrezione di Gesù, cardine della vita cristiana personale e comunitaria. A questo Mistero dobbiamo ritornare continuamente, con la mente e con il cuore. Infatti, esso non cessa di crescere in noi nella misura in cui ci lasciamo coinvolgere dal suo dinamismo spirituale e aderiamo ad esso con risposta libera e generosa.
1. LA GIOIA DEL CRISTIANO SCATURISCE DALL’ASCOLTO E DALL’ACCOGLIENZA DELLA BUONA NOTIZIA DELLA MORTE E RISURREZIONE DI GESÙ: il kerygma. Esso riassume il Mistero di un amore «così reale, così vero, così concreto, che ci offre una relazione piena di dialogo sincero e fecondo» (Esort. ap. Christus vivit, 117). Chi crede in questo annuncio respinge la menzogna secondo cui la nostra vita sarebbe originata da noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di Dio Padre, dalla sua volontà di dare la vita in abbondanza (cfr Gv 10,10). Se invece si presta ascolto alla voce suadente del “padre della menzogna” (cfr Gv 8,45) si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra, come testimoniano purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva. In questa Quaresima 2020 vorrei perciò estendere ad ogni cristiano quanto già ho scritto ai giovani nell’Esortazione apostolica Christus vivit: «Guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo» (n. 123). La Pasqua di Gesù non è un avvenimento del passato: per la potenza dello Spirito Santo è sempre attuale e ci permette di guardare e toccare con fede la carne di Cristo in tanti sofferenti.
2. URGENZA DELLA CONVERSIONE È salutare contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è stata donata la misericordia di Dio. L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un “faccia a faccia” col Signore crocifisso e risorto «che mi ha amato e ha consegnato se stesso per me» (Gal 2,20). UN DIALOGO CUORE A CUORE, DA AMICO AD AMICO. ECCO PERCHÉ LA PREGHIERA È TANTO IMPORTANTE NEL TEMPO QUARESIMALE. PRIMA CHE ESSERE UN DOVERE, ESSA ESPRIME L’ESIGENZA DI CORRISPONDERE ALL’AMORE DI DIO, CHE SEMPRE CI PRECEDE E CI SOSTIENE. IL CRISTIANO, infatti, prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato. LA PREGHIERA potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a lui e alla sua volontà. in questo tempo favorevole, lasciamoci perciò condurre come israele nel deserto (cfr os 2,16), così da poter finalmente ascoltare la voce del nostro sposo, lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e disponibilità. quanto più ci lasceremo coinvolgere dalla sua parola, tanto più riusciremo a sperimentare la sua misericordia gratuita per noi. non lasciamo perciò passare invano questo tempo di grazia, nella presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a lui.
3. L’appassionata volontà di Dio di dialogare con i suoi figli. malgrado la presenza del male nella nostra vita, come in quella della chiesa e del mondo, questo spazio offerto al cambiamento di rotta esprime la tenace VOLONTÀ DI DIO DI NON INTERROMPERE IL DIALOGO DI SALVEZZA CON NOI. IN GESÙ CROCIFISSO, CHE «DIO FECE PECCATO IN NOSTRO FAVORE» (2Cor 5,21), 4. UNA RICCHEZZA DA CONDIVIDERE, Mettere il Mistero pasquale al centro della vita significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria. Anche oggi è importante richiamare gli uomini e le donne di buona volontà alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo. In questo modo potremo diventare ciò che Cristo dice dei suoi discepoli: sale della terra e luce del mondo (cfr Mt 5,13-14). Francesco