29 AGOSTO 2019
MARTIRIO DI S. GIOVANNI BATTISTA
“Voce di uno che grida…” Libera rielaborazione della figura di Giovanni il Battista
Mi sono svegliato presto questa mattina. Con qualche presentimento in più sulla mia fine imminente. Da qualche mese mi trovo in questa orribile prigione. Mi ci ha rinchiuso il re Erode per avergli rimproverato la sua condotta immorale. Non ti è lecito tenere la moglie di tuo fratello Sono cresciuto in fretta. Forte nel corpo e nello spirito. Un carattere piuttosto asciutto e rigido. Con me stesso e con gli altri. Il fanciullo cresceva e si fortificava nello spirito. Ben presto mi resi conto che la gente si era allontanata dalla fede genuina. Tutti sospiravano la venuta del Messia, ma pochi erano disposti a vivere coerentemente. Cominciavo a capire che il Signore aveva un progetto su di me: preparargli la strada nel cuore degli uomini. Mi ritirai nel deserto. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. Molto sobriamente: Giovanni era vestito di peli di cammello, si cibava di locuste e miele selvatico Non c’è bisogno di molte cose quando si ha Dio nel cuore e un grande sogno da realizzare. Com’era successo ai Profeti prima di me, mi sentii anch’io come investito da una forza dall’alto: Sotto i sommi sacerdoti Anna e Caifa, la parola di Dio scese su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto. Senza perdere tempo, mi recai vicino al fiume Giordano e cominciai a gridare a quanti passavano: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri! Riconosco che le mie parole non erano molto delicate. Ma efficaci a scuotere coscienze addormentate: Razza di vipere, chi vi ha insegnato a sfuggire all’ira imminente? All’inizio, molti mi presero per pazzo. Poi, poco alla volta, cominciavano a farsi pensosi e mi chiedevano: Che cosa dobbiamo fare?Raccomandavo quanto mi ispirava il Signore, secondo la situazione concreta di ciascuno. Ai pubblicani che raccoglievano le tasse: Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato A quanti avevano beni di questo mondo li scongiuravo: Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare, faccia altrettanto Purtroppo cominciarono a scambiarmi per il Messia atteso. Con chiarezza risposi: io non son degno di sciogliere neppure il legaccio dei suoi sandali Un giorno notai tra la folla, una delegazione ufficiale inviata da Gerusalemme per chiedermi: Chi sei? Che cosa dici di te stesso? Non avevo dubbi sulla mia identità: Io sono voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore E un giorno venne anche Lui. Facendosi peccatore con i peccatori. Si mise in fila. Come gli altri. Lo riconobbi tra mille. Mi rifiutai di battezzarlo, dicendo: Io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? Ma Egli, con sorriso buono di fratello, mi pregò: Lascia fare per ora, poiché conviene che così adempiamo ogni giustizia. Dovetti acconsentire. Lo battezzai, tremando per la vicinanza del Santo di Dio. Lo seguii con lo sguardo mentre si allontanava verso il deserto. Qualche giorno dopo, seppi che si era messo a battezzare anche Lui in una località non lontana. Qualcuno dei miei discepoli, preoccupati per la possibile concorrenza, vennero a dirmi ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui. Li rassicurai. Felice che la mia missione raggiungesse il suo scopo. Egli deve crescere e io invece diminuire. Da quel giorno le cose per me precipitarono. A corte erano venuti a conoscenza delle mie posizioni critiche nei loro confronti. I potenti non perdonano chi osa rimproverarli. E cosi mi hanno rinchiuso in questa fortezza, pensando di chiudermi la bocca per sempre. Ma le idee e le coscienze non si incatenano. Con la forza che mi viene dall’alto, sento che né le loro lusinghe né le sofferenze del carcere, varranno a intaccare la mia volontà di conservarmi integro sino alla fine. Mi giungono notizie di Gesù e del suo operato. Ne sono felice, anche se a volte penso che sia troppo buono con la gente. Mi raccontano di come avvicina le persone. Soprattutto i peccatori. Mi dicono che addirittura mangia con loro. Rimango perplesso. Tempo fa ho mandato alcuni amici a chiedergli Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?. Al ritorno mi hanno riferito cose meravigliose: i ciechi riacquistano la vista, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunziata la buona novella E una frase che mi è suonata come benevolo rimprovero: Beato è chiunque non sarà scandalizzato di me! A suo giudizio sarei troppo rigido. E forse ha ragione. A pensarci bene, Dio si è servito di me per scuotere i peccatori. Ora si serve di Lui, il Figlio, per mostrare loro tutta la tenerezza di Padre. Anche qui, Lui deve crescere e io diminuire. Mi conforta però il suo apprezzamento: Tra i nati di donna non c’è nessuno più grande di Giovanni.Possa io essere la sua voce fino alla fine. Ho saputo che oggi è festa grande a corte. Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea. Conosco gli ingredienti di feste come queste. Non mancheranno certo musiche e danze di belle fanciulle :Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. E le folli promesse di uomini accecati dalla passione: Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno E deliranti consigli di perfide madri: “Che cosa devo chiedere? …La testa di Giovanni il Battista”. “Voglio che tu mi dia subito su un vassoio la testa di Giovanni il Battista”. E infine i soliti compromessi di coscienza . Il re divenne triste; ma a motivo del giuramento e dei commensali, non volle opporle un rifiuto. Subito mandò una guardia con l’ordine che gli fosse portata la testa … Sento rumori di passi. All’improvviso la cella si rischiara di luce sinistra . Una guardia entra con una torcia in mano. Intravvedo il luccichio di una spada sguainata. Ho capito. Oggi sarà festa anche per me. Nella corte del mio Signore. Lo Sposo viene. L’amico dello sposo esulta di gioia: Ora questa mia gioia è compiuta. Egli deve crescere e io invece diminuire. Giovanni il Battista, l’amico dello Sposo
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27 – 28 AGOSTO 2019: SANTA MONICA E S. AGOSTINO
Era ormai vicino il giorno in cui ella sarebbe uscita da questa vita… Per tua disposizione misteriosa e provvidenziale, avvenne una volta che io e lei ce ne stessimo soli, appoggiati al davanzale di una finestra che dava sul giardino interno della casa che ci ospitava, là presso Ostia, dove noi, lontani dal frastuono della gente, dopo la fatica del lungo viaggio, ci stavamo preparando ad imbarcarci. Parlavamo soli con grande dolcezza e, dimentichi del passato, ci protendevamo verso il futuro, cercando di conoscere la condizione eterna dei santi, quella vita cioè che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore d’uomo (cfr. 1 Cor 2, 9). Ce ne stavamo con la bocca anelante verso l’acqua che emana dalla tua sorgente, da quella sorgente di vita che si trova presso di te. Tuttavia, Signore, tu sai che in quel giorno, mentre così parlavamo e, tra una parola e l’altra, questo mondo con tutti i suoi piaceri perdeva ai nostri occhi ogni suo richiamo, mia madre mi disse: «Figlio, quanto a me non trovo ormai più alcuna attrattiva per questa vita. Non so che cosa io stia a fare ancora quaggiù e perché mi trovi qui. Questo mondo non è più oggetto di desideri per me. C’era un solo motivo per cui desideravo rimanere ancora un poco in questa vita: vederti cristiano cattolico, prima di morire. Dio mi ha esaudito oltre ogni mia aspettativa, mi ha concesso di vederti al suo servizio e affrancato dalle aspirazioni di felicità terrene. Che sto a fare qui?». Non ricordo bene che cosa io le abbia risposto in proposito. Intanto nel giro di cinque giorni o poco più si mise a letto con la febbre. … vedendoci sconvolti per il dolore, disse: «Seppellire qui vostra madre». Io tacevo con un nodo alla gola e cercavo di trattenere le lacrime. Mio fratello, invece, disse qualche parola per esprimere che desiderava vederla chiudere gli occhi in patria e non in terra straniera. ..Quindi rivolgendosi a me disse: «Senti che cosa dice?». E poco dopo a tutti e due: «Seppellirete questo corpo, disse, dove meglio vi piacerà; non voglio che ve ne diate pena. Soltanto di questo vi prego, che dovunque vi troverete, vi ricordiate di me all’altare del Signore». Quando ebbe espresso, come poté, questo desiderio, tacque. Intanto il male si aggrava ed essa continuava a soffrire. In capo a nove giorni della sua malattia, l’anno cinquantaseiesimo della sua vita, e trentatreesimo della mia, quell’anima benedetta e santa se ne partì da questa terra.
- TU SEI IL MEDICO, IO IL MALATO; TU SEI MISERICORDIOSO, IO MISERO. … E allora ogni mia speranza è posta nella tua grande misericordia. NON TI NASCONDO LE MIE FERITE Quando mi sarò unito a Te con tutto il mio essere, non sentirò più dolore o pena; la mia sarà vera vita, tutta piena di Te. Tu sollevi in alto colui che riempi di Te. Io, invece, non sono ancora pieno di Te, sono di peso a me stesso. Gioie di cui dovrei piangere contrastano in me con pene di cui dovrei gioire; non so da che parte stia la vittoria; false tristezze contrastano in me con gioie vere, e non so da che parte stia la vittoria. Abbi pietà di me, Signore! Non ti nascondo le mie ferite. Tu sei il medico, io sono il malato; Tu sei il Signore, io il povero.
- ACCOGLI TUO FIGLIO ( I Soliloqui I, 5) Ora sei tu solo che io amo, te solo che seguo, te solo che cerco, te solo che mi sento pronto a servire. Ti prego, ordina tutto ciò che vuoi, ma guarisci e apri le mie orecchie perché io possa udire la tua voce. Guarisci e apri i miei occhi perché io possa vedere la tua volontà. Dimmi dove devo volgere il mio sguardo per poterti vedere, e avrò la speranza di fare ciò che tu vuoi. Ti prego, accogli il figlio tuo che è fuggito, o Dio amorevole più di ogni padre. Sento che solo da te io devo ritornare. Ispirami e guidami, traccia una strada davanti a me.
- LA VERA PREGHIERA (S. AGOSTINO) LA VERA PREGHIERA NON È NELLA VOCE, MA NEL CUORE. non sono le nostre parole, ma i nostri desideri a dar forza alle nostre suppliche. se invochiamo con la bocca la vita eterna, senza desiderarla dal profondo del cuore, il nostro grido è un silenzio. se senza parlare, noi la desideriamo dal profondo del cuore, IL NOSTRO SILENZIO È UN GRIDO.
- TARDI TI HO AMATO… Dalle «Confessioni» di sant’Agostino STIMOLATO A RIENTRARE IN ME STESSO, sotto la tua guida, entrai nell’intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29, 11). Entrai e vidi con l’occhio dell’anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. O ETERNA VERITÀ E VERA CARITÀ E CARA ETERNITÀ! Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. HAI ABBAGLIATO LA DEBOLEZZA DELLA MIA VISTA, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi parve di udire la tua voce: «IO SONO IL CIBO DEI FORTI, CRESCI E MI AVRAI. TU NON TRASFORMERAI ME IN TE, COME IL CIBO DEL CORPO, MA SARAI TU AD ESSERE TRASFORMATO IN ME». CERCAVO IL MODO DI PROCURARMI LA FORZA SUFFICIENTE per godere di te, e non la trovavo, finché non ebbi abbracciato il «Mediatore fra Dio e gli uomini, l’Uomo Cristo Gesù» (1 Tm 2, 5), «che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli» (Rm 9, 5). Egli mi chiamò e disse: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6); e unì quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché «il Verbo si fece carne» (Gv1,14). Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini. TARDI TI HO AMATO, BELLEZZA TANTO ANTICA E TANTO NUOVA, TARDI TI HO AMATO. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero.
- MI HAI CHIAMATO, HAI GRIDATO, HAI INFRANTO LA MIA SORDITÀ.
- MI HAI ABBAGLIATO, MI HAI FOLGORATO, E HAI GUARITO LA MIA CECITÀ.
- HAI ALITATO SU ME IL TUO PROFUMO, HO RESPIRATO, ORA ANELO A TE.
- TI HO GUSTATO E ORA HO FAME E SETE DI TE…
- MI HAI TOCCATO E ORA ARDO DAL DESIDERIO DI CONSEGUIRE LA TUA PACE.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++++ 24 AGOSTO 2019:
S. BARTOLOMEO APOSTOLO
Cari amici, voglio farvi un “regalo” grande… una pagina immortale di S. PAOLO (…che mi ha segnato la vita…) E UN COMMENTO del grande S. GIOVANNI CRISOSTOMO. DUE PAGINE DAVVERO PREZIOSE PER LA “RAGIONEVOLEZZA” DELLA NOSTRA FEDE FONDATA SU SOLIDE BASI...BUONA LETTURA…
- FACCIAMOCI IMITATORI DELL’APOSTOLO COME EGLI LO È DI CRISTO 1CORINZI 4,1-16
Fratelli, ognuno ci consideri come ministri di Cristo e amministratori dei misteri di Dio. ORA, QUANTO SI RICHIEDE NEGLI AMMINISTRATORI È CHE OGNUNO RISULTI FEDELE. A ME, PERÒ, POCO IMPORTA DI VENIR GIUDICATO DA VOI O DA UN CONSESSO UMANO; ANZI, IO NEPPURE GIUDICO ME STESSO, PERCHÉ ANCHE SE NON SONO CONSAPEVOLE DI COLPA ALCUNA NON PER QUESTO SONO GIUSTIFICATO. IL MIO GIUDICE È IL SIGNORE! Non vogliate perciò giudicare nulla prima del tempo, finché venga il Signore. EGLI METTERÀ IN LUCE I SEGRETI DELLE TENEBRE E MANIFESTERÀ LE INTENZIONI DEI CUORI; ALLORA CIASCUNO AVRÀ LA SUA LODE DA DIO. Che cosa mai possiedi che tu non abbia ricevuto? RITENGO INFATTI CHE DIO ABBIA MESSO NOI, GLI APOSTOLI, ALL’ULTIMO POSTO, COME CONDANNATI A MORTE, POICHÉ SIAMO DIVENTATI SPETTACOLO AL MONDO, AGLI ANGELI E AGLI UOMINI. NOI STOLTI A CAUSA DI CRISTO, VOI SAPIENTI IN CRISTO; NOI DEBOLI, VOI FORTI; VOI ONORATI, NOI DISPREZZATI. SOFFRIAMO LA FAME, LA SETE, LA NUDITÀ, VENIAMO SCHIAFFEGGIATI, ANDIAMO VAGANDO DI LUOGO IN LUOGO, CI AFFATICHIAMO LAVORANDO CON LE NOSTRE MANI. INSULTATI, BENEDICIAMO; PERSEGUITATI, SOPPORTIAMO; CALUNNIATI, CONFORTIAMO; SIAMO DIVENTATI COME LA SPAZZATURA DEL MONDO, IL RIFIUTO DI TUTTI, FINO AD OGGI. NON PER FARVI VERGOGNARE VI SCRIVO QUESTE COSE, MA PER AMMONIRVI, COME FIGLI MIEI CARISSIMI. POTRESTE INFATTI AVERE ANCHE DIECIMILA PEDAGOGHI IN CRISTO, MA NON CERTO MOLTI PADRI, PERCHÉ SONO IO CHE VI HO GENERATO IN CRISTO GESÙ MEDIANTE IL VANGELO. VI ESORTO DUNQUE, FATEVI MIEI IMITATORI!
LA DEBOLEZZA DI DIO È PIÙ FORTE DELLA FORTEZZA DEGLI UOMINI
Il discorso della croce non è fatto di parole vuote, ma di Dio, della vera religione. Fu questa dottrina che cambiò gli illetterati in dotti. LA STOLTEZZA DI DIO più saggia della sapienza degli uomini, e la sua debolezza sia più forte della fortezza umana. LA CROCE, nonostante gli uomini, SI È AFFERMATA SU TUTTO L’UNIVERSO E HA ATTIRATO A SÉ TUTTI GLI UOMINI. MOLTI HANNO TENTATO DI SOPPRIMERE IL NOME DEL CROCIFISSO, MA HANNO OTTENUTO L’EFFETTO CONTRARIO. QUESTO NOME RIFIORÌ SEMPRE DI PIÙ. I NEMICI invece sono caduti in rovina. ERANO VIVI CHE FACEVANO GUERRA A UN MORTO, e non l’hanno potuto vincere. Perciò quando un pagano dice a un cristiano che è fuori della vita, dice una stoltezza. Quando mi dice che sono stolto per la mia fede, mi rende persuaso che sono mille volte più saggio di lui che si ritiene sapiente. E quando mi pensa debole non si accorge che il debole è lui. I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo, che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio. Pensando a questo fatto, Paolo esclamava: «Ciò che è debolezza di Dio è più forte degli uomini» (1 Cor 1, 25). Questa frase è chiaramente divina. COME POTEVA VENIRE IN MENTE A DODICI POVERI UOMINI, e per di più ignoranti, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera? ESSI FORSE MAI ERANO ENTRATI IN UNA CITTÀ o in una piazza. e allora come potevano pensare di affrontare tutta la terra? che fossero paurosi e pusillanimi l’afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza nascondere i loro difetti, ciò che costituisce la miglior garanzia di veridicità di quanto asserisce. Costui racconta che quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli compiuti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò. Come si spiega che tutti costoro, quando il Cristo era ancora in vita, non avevano saputo resistere a pochi Giudei, mentre poi, giacendo lui morto e sepolto e, secondo gli increduli, non risorto, e quindi non in grado di parlare, avrebbero ricevuto da lui tanto coraggio da schierarsi vittoriosamente contro il mondo intero? Non avrebbero piuttosto dovuto dire: E adesso? Non ha potuto salvare se stesso, come potrà difendere noi? In vita non è riuscito a conquistare una sola nazione, e noi, col solo suo nome, dovremmo conquistare il mondo? Non sarebbe da folli non solo mettersi in simile impresa, ma perfino solo pensarla? È evidente perciò che, se non lo avessero visto risuscitato, non si sarebbero esposti a tanto rischio. (S. G. CRISOSTOMO)
CHE VE NE PARE?———————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————————–
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RITIRO PER GIOVANI E FAMIGLIE IL CANTICO DEI CANTICI : Imparare ad AMARE per imparare a… VIVERE!
ORARIO DI MASSIMA – 08.00: Celebrazione di Lodi –9.15: Meditazione -Lectio Divina – 11.45: Adorazione – ora media – Pranzo – riposo – 16.00: Meditazione – preghiera personale 18.30 Vespro e Eucaristia – 19.30: Cena – momento Mariano -Risonanze spirituali
SULLA STRADA DEI NOSTRI INTERROGATIVI, delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre cocenti delusioni, il divino Viandante continua a farsi nostro compagno per introdurci, con l’interpretazione delle Scritture, alla comprensione dei misteri di Dio. Quando l’incontro diventa pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal «Pane di vita», con cui Cristo adempie in modo sommo la sua promessa di «stare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (cfr Mt 28,20). (MND N. 2.)
- COME CI TROVIAMO? NMI: DUC IN ALTUM! “Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro:« Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre!»
- IL CANTICO DEI CANTICI BISOGNO DI LUCE:
- CHIEDIAMOLA ALLO SPIRITO SANTO
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori .Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò ch’è sviato.Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. AMEN
- MADRE IO VORREI Io vorrei tanto sapere da te se quand’era bambino tu gli hai spiegato che cosa sarebbe successo di Lui e quante volte anche tu, di nascosto, piangevi, Madre, quando sentivi che presto l’avrebbero ucciso, per noi.Ave Io ti ringrazio per questo silenzio che resta tra noi io benedico il coraggio di vivere sola con Lui ora capisco che fin da quei giorni pensavi a noi per ogni Figlio dell’uomo che muore ti prego così. Ave
- – I BELIEVE One day I’ll hear The laugh of children In a world where war has been banned. One day I’ll see Men of all colours Sharing words of love and devotion. Stand up and feel The Holy Spirit Find the power of your faith. Open your heart To those who need you In the name of love and devotion. Yes, I believe. I believe in the people Of all nations To join and to care For love. I believe in a world Where light will guide us And giving our love We’ll make heaven on earth.
- – BOCELLI: LA VOCE DEL SILENZIO Volevo stare un pò da solo per pensare e tu lo sai ed ho sentito nel silenzio una voce dentro me e tornan vive troppe cose che credevo morte ormai e chi ho tanto amato dal mare del silenzio ritorna come un’onda nei miei occhi e quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più. Ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce ed improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai, che non avevi perso mai, che non avevi perso mai. E quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più, ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce e improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai
– PREGHIERA Celine Dion e A. Bocelli I pray you’ll be our eyes And watch us where we go And help us to be wise In times when we don’t know Let this be our prayer When we lose our way Lead us to the place Guide us with your grace To a place where we’ll be safe La luce che tu dai – nel cuore resterà A ricordarci che – L’eterna stella sei Sogniamo un mondo Senza più violenza un mondo di giustizia e di speranza Ognuno dia la mano al suo vicino simbolo di pace di fraternità La forza che ci dai – E’ il desiderio che ognuno trovi amor intorno e dentro sé. E la fede che hai acceso in noi sento che ci salverà
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- CANTICO DEI CANTICI: PREMESSE: Una breve composizione di 117 versi. Si celebra l’amore in tutte le sue forme: coniugale, amicale, parentale, sofferente, spezzato dalla vedovanza, tradito, ritrovato, consacrato…E’ un inno primaverile. CDC= canticissimo
- LE INTERPRETAZIONI: Due serie : una naturalistica e l’altra mistica. Oggi si tende a non separarle ma a leggere una dentro l’altra. 90 Dc. a Jamnia Ebrei si radunano per riprendere speranza dopo distruzione di Gerusalemme, la prima cosa che fanno è stabilire il canone della Bibbia da cui trarre forza. Nessuno mette in discussione che il CDC debba essere ammesso Rabbi Akiba:“Tutti gli scritti sono santi ma il CDC è il santo dei santi”
- IL CDC ALL’INTERNO DELLA BIBBIA: Torà – Profeti – Scritti
- Pentateuco della legge: 5 parti (Gen. Es. Numeri- Levitico – Deut.)
- Il Pentateuco della preghiera ( i salmi cfr . Amen)
- Il Pentateuco dell’amore: CDC in 5 parti
Chouraqui: parla di 3 parti: Genesi dell’amore (Cfr. Esodo…) Crisi dell’amore (cfr. Esilio) – Ritrovamento dell’amore( Ritorno esilio)
COMPOSIZIONE: postesilica dopo il 538 A. C. )
- OSSERVAZIONI: Tre attori: L’uomo, la donna, il coro.
- Canto della fisicità, visione serena del corpo umano: Dalla Genesi: Dio vide che tutto era buono. tutto molto buono.
- Coinvolge tutto l’essere: aspetti fisici, psicologici, spirituali, cosmici. Una persona innamorata: vede tutto in una certa luce
- Forse non bisogna chiedersi se è un poema di amore umano o di dell’amore di Dio: in ogni autentico amore umano c’è una scintilla dell’amore di Dio. Nel CDC non c’è mai il nome di Dio: si parla di lui proprio parlando di amore, perché … “DIO E’ AMORE” (1GV 4)
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DUE SERATE CON PENSIERI E MUSICHE DI…CIELO GUARDANDO A MARIA LA MADRE DI CIASCUNO DI NOI TUTTI …ASCOLTIAMOLA…CI ASPETTA. DV
14 AGOSTO VEGLIA MARIANA PER LA FESTA DELL’ASSUNTA
ORE 21 AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA
- AVE, O MARIA PIENA DI GRAZIA: ricolma della grazia e benevolenza di Dio fin dal primo istante del suo essere.
- Lettore – L’Angelo, entrando da Lei, disse: Ti saluto; o piena di grazia, il Signore è con Te… TUTTI: Ci rallegriamo con Te, o Maria, perchè il Signore, il nostro Salvatore, è con Te… MARIA: Rallegratevi anche voi, figli miei, perchè il Signore è anche con voi, è venuto per voi!
- IL SIGNORE E’ CON TE... Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio. Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo… MARIA. Com’è possibile? Non conosco uomo… 2 lett. Lo Spirito Santo scenderà su di te… colui che nascerà sarà dunque santo e sarà chiamato Figlio di Dio… TUTTI:: O Vergine, affrettati a rispondere… dilla quella parola che attendono il cielo e la terra… L’attende il Signore stesso! MARIA. Eccomi, sono la serva del Signore… avvenga di me quello che hai detto! TUTTI: AVE, O MARIA, PIENA DI GRAZIA.IL SIGNORE È CON TE. Maria. II Signore è anche con voi, figli miei… Egli ha bisogno anche di voi: aspetta il vostro “sì”.
- TU SEI BENEDETTA FRA LE DONNE
- – Maria con Gesù in grembo corre da Elisabetta… Il “SI” a Dio, si fa subito “SI” ai fratelli…Ed è gioia per tutti.
1.L.- Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta . fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: Benedetta Tu fra le donne e benedetto il frutto del Tuo seno…
MARIA. L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore… Il Signore ha guardato l’umiltà della sua serva. Tutte le generazioni la chiameranno beata…
- BENEDETTO IL FRUTTO DEL SENO TUO GESU’
- Al centro dell’Ave Maria c’è…GESU’! Maria conduce a Lui. 1.L. -Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato CRISTO…
- – IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI…
MARIA. Questo Dio è il mio bambino. Questa carne divina è la mia carne.Egli è fatto di me. Egli è Dio e mi assomiglia
TUTTI: Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo; sulle tue labbra è diffusa la grazia, ti ha benedetto Dio per sempre!
- SANTA MARIA, MADRE DI DIO
- SANTA E’ MARIA: perché ha creduto, perché ha ascoltato e messo in pratica la Parola di Dio. 2.L.Maria conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
TUTTI: Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio…
- PREGA PER NOI PECCATORI, ADESSO…
- HA PREGATO PER NOI, fin dalle nozze di Cara: Maria: Non hanno più vino… fate tutto quello che Egli vi dirà!
- P. HA PREGATO PER NOI, nel cenacolo per ottenere sugli Apostoli e la Chiesa nascente il dono dello Spirito Santo
- L. Tutti erano assidui e concordi nella preghiera assieme con Maria la Madre di Gesù. E furono tutti ripieni di Spirito Santo!
TUTTI: Sotto la tua protezione ci rifugiamo, o Santa Madre di Dio. Ascolta le preghiere che Ti rivolgiamo nelle nostre necessità e liberaci sempre da ogni male, o Vergine gloriosa e benedetto!
…E NELL’ORA DELLA NOSTRA MORTE AMEN!
- SAPIENTE PREGHIERA, l’Ave Maria per questo richiamo all’essenziale verità della nostra ultima ora…
- L. – Vegliate e pregate perchè non sapete in quale ora il Figlio dell’uomo verrà…
- CONFORTANTE PREGHIERA, l’Ave Maria, per la fede che la sorte di Gesù, risorto già condivisa da Maria assunta in cielo, sarà anche la nostra sorte per l’eternità beata.
TUTTI: Non abbandonerai la nostra vita nel sepolcro, né lascerai che noi, tuoi santi, vediamo la corruzione. Ci indicherai il sentiero della vita, gioia piena alla tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra…
VORREI MORIRE AL SUO POSTO Le ore passano lente come secoli, sotto un sole di piena estate che di ora, in ora si fa più spietato per quegli uomini distrutti dalla fame, dalla sete e dalla fatica. Qualcuno comincia a stramazzare al suolo svenuto. Se non si rianima sotto il grandinare delle percosse, è trascinato via, per i piedi e gettato in un angolo del “piazzale”. Testa di mastino, si pianta davanti alle sue vittime, sul campo un silenzio di tomba. “L’EVASO NON È STATO RITROVATO… DIECI DI VOI MORIRANNO NEL BUNKER DELLA FAME. LA PROSSIMA VOLTA TOCCHERÀ A VENTI.” Il capo inizia la sua scelta fissando nello sguardo, uno ad uno i prigionieri e di ciascuno assaporando il terrore. “QUESTO QUI” Testa di mastino puntava a caso il suo indice sul numero cucito sulla giacca del prigioniero. Il drappello dei martiri è completo. “ARRIVEDERCI AMICI, CI RIVEDREMO LASSÙ, DOVE C’È VERA GIUSTIZIA“, “VIVA LA POLONIA! E’ PER ESSA CHE IO DO LA MIA VITA”. Francesco G. n° 5659, piange disperato ricordando la moglie e i figli. Tra le file dei risparmiati lo sbigottimento lascia il posto ad un senso di sollievo: vivere ancora, sfuggendo alla morte atroce del bunker della fame. Un uomo esce dalle fila – numero 16.670 – e con passo deciso si presenta a Testa di Mastino. “COSA VUOLE DA ME QUESTO SPORCO POLACCO?”
“VORREI MORIRE AL POSTO DI UNO DI QUELLI”
“PERCHÉ?” “Sono vecchio, ormai (aveva 47 anni!) – La mia vita non può più servire gran che.” “E PER CHI VUOI MORIRE?” “Per lui, ha moglie e bambini” “MA TU CHI SEI?” “UN PRETE CATTOLICO” P. MASSIMILIANO KOLBE – N° 16.670 ERA MASSIMILIANO MARIA KOLBE, MORTO AD AUSCHWITZ IL 14 AGOSTO 1941 E PROCLAMATO SANTO NEL 1982 DA GIOVANNI PAOLO II.
ALLELUJA- HAENDEL Alleluia! Alleluia! Alleluia! Per il Signore Dio onnipotente che regna. Alleluia! Per il Signore Dio onnipotente che regna. Alleluia! Il regno di questo mondo È diventato il regno di nostro Signore, E del Suo Cristo, Ed Egli regnerà nei secoli dei secoli, Re dei re e Signore dei signori, Re dei re e Signore dei signor Alleluia! Alleluia!
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PAPA FRANCESCO: CHRISTUS VIVIT (248-277) OGNI VITA È VOCAZIONE ?!
- I GIOVANI SONO CAPACI DI GUSTARE IL SILENZIO ? Molti giovani sono capaci di imparare a gustare il silenzio e l’intimità con Dio. Sono aumentati anche i gruppi che si riuniscono per adorare il Santissimo Sacramento e per pregare con la Parola di Dio. Occorre trovare gli stili e le modalità appropriati per aiutarli a introdursi in questa esperienza di così alto valore.
- E SONO SENSIBILI AL SERVIZIO VERSO CHI HA BISOGNO? Un’opportunità privilegiata per la crescita è il servizio: molti giovani si sentono attratti dalla possibilità di aiutare gli altri, specialmente i bambini e i poveri. Spesso questo servizio rappresenta il primo passo per scoprire la vita cristiana ed ecclesiale. Molti giovani si stancano dei nostri programmi di formazione dottrinale e spirituale, e rivendicano la possibilità di essere protagonisti in attività che facciano qualcosa per la gente.
- DA QUALI REALTÀ SONO PIU ATTRATTI? «Del tutto peculiare è L’IMPORTANZA DELLA MUSICA, che rappresenta L’ ambiente in cui i giovani sono immersi… Il canto può essere un grande stimolo per il percorso dei giovani. Diceva SANT’AGOSTINO: «CANTA, MA CAMMINA; allevia con il canto il tuo lavoro, canta e cammina; però avanza nel bene, nella retta fede, nelle buone opere: CANTA E CAMMINA».
- «MOLTO SIGNIFICATIVO È IL RILIEVO DATO ALLO SPORT Alla base dell’esperienza sportiva c’è «la gioia: la gioia di muoversi, la gioia di stare insieme, la gioia per la vita e per i doni che il Creatore ci fa ogni giorno»
- In molti adolescenti e giovani suscita speciale attrazione il CONTATTO CON IL CREATO E SONO SENSIBILI ALLA SALVAGUARDIA DELL’AMBIENTE… NELLO SPIRITO DI SAN FRANCESCO, QUESTE SONO ESPERIENZE CHE POSSONO TRACCIARE UN CAMMINO PER INTRODURSI ALLA SCUOLA DELLA FRATERNITÀ UNIVERSALE E ALLA PREGHIERA CONTEMPLATIVA.
- L’AMORE E LA FAMIGLIA: È LA MIA VOCAZIONE?
I giovani sentono fortemente la chiamata all’amore e sognano di incontrare la persona giusta con cui formare una famiglia e costruire una vita insieme. Senza dubbio è una vocazione che Dio stesso propone …Mi piace pensare che «due cristiani che si sposano hanno riconosciuto nella loro storia di amore LA CHIAMATA DEL SIGNORE, la vocazione a formare di due, maschio e femmina, una sola carne, una sola vita. E IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO AVVOLGE QUESTO AMORE CON LA GRAZIA DI DIO, LO RADICA IN DIO STESSO. Con la certezza di questa chiamata, si può partire sicuri, non si ha paura di nulla, si può affrontare tutto, insieme!». Dio ci ha creati sessuati. Egli stesso «HA CREATO LA SESSUALITÀ, CHE È UN REGALO MERAVIGLIOSO PER LE SUE CREATURE». «LA SESSUALITÀ, IL SESSO, È UN DONO DI DIO. NIENTE TABÙ. È UN DONO DI DIO, UN DONO CHE IL SIGNORE CI DÀ. Ha due scopi: AMARSI E GENERARE VITA. L’amore fra un uomo e una donna, quando è appassionato, ti porta a dare la vita per SEMPRE. E A DARLA CON IL CORPO E L’ANIMA».
- MA VALE LA PENA OGGI SCOMMETTERE SULLA FAMIGLIA? … l’aumento di separazioni, divorzi, seconde unioni può causare nei giovani grandi sofferenze e crisi d’identità. QUESTE DIFFICOLTÀ INCONTRATE NELLA FAMIGLIA DI ORIGINE PORTANO CERTAMENTE MOLTI GIOVANI A CHIEDERSI SE VALE LA PENA FORMARE UNA NUOVA FAMIGLIA, ESSERE FEDELI, ESSERE GENEROSI. Voglio dirvi di sì, che VALE LA PENA SCOMMETTERE SULLA FAMIGLIA e che in essa troverete gli stimoli migliori per maturare e le gioie più belle da condividere. Non lasciate che vi rubino la possibilità di amare sul serio. Oggi regna una cultura del provvisorio che è un’illusione. Molte volte «c’è chi dice che oggi il matrimonio è “fuori moda”. […] Nella cultura del provvisorio, molti predicano che l’importante è “godere” il momento, che non vale la pena di impegnarsi per tutta la vita, di fare scelte definitive. Io, invece, vi chiedo di ESSERE RIVOLUZIONARI, DI ANDARE CONTROCORRENTE; di ribellarvi a questa cultura del provvisorio, che crede che voi non siate in grado di assumervi responsabilità … di amare veramente». IO INVECE HO FIDUCIA IN VOI, PER QUESTO VI INCORAGGIO A SCEGLIERE IL MATRIMONIO.
- DON ORIONE: Non si semina mai invano Gesù nel cuore dei giovani Buenos Aires, il 7 settembre 1935. Ai carissimi indimenticabili Antichi Alunni. Non potete immaginarvi quanto io pensi a voi, con tutto l’antico e immutato affetto! Da questa lontana terra… mando i saluti di decine di vostri antichi compagni, i quali, anche in questa ospitale Argentina, sanno tenere alto e onorato il nome italiano, come si gloriano d’essere stati educati nei nostri Istituti. Fin dal mio arrivo, essi mi circondarono di tanto amore, di tanta riconoscenza, che più d’una volta mi son sentito commosso fino alle lacrime. Parecchi poi sono venuti sin dal centro dell’Argentina e mi portarono a benedire i loro figli e al rivedermi non poterono frenarsi dal piangere di gioia, come se avessero riveduto il loro padre o la loro madre. Pensate che alcuni di questi erano quarant’anni che non li avevo più visti, …Dopo decine e decine di anni, che non ci eravamo mai più veduti, non avrei mai creduto d’essere ancora ricordato e tanto amato! AH! MI CONVINCO SEMPRE PIÙ CHE NON SI SEMINA, CHE NON SI ARA MAI INVANO GESÙ CRISTO NEL CUORE DELLA FANCIULLEZZA E DELLA GIOVENTÙ. Che se, in un certo periodo della vita può talvolta sembrare che Cristo sia un sepolto, Egli è tal Morto, che sempre, presto o tardi, ma sempre, risuscita. Ogni tanto me ne capitano qui tre o quattro, e alcuni anche dell’Oratorio Festivo, nel giardino del Vescovo. Ora son uomini fatti e già dai capelli più che grigi. Si danno la parola e vengono a trovarmi, come se andassero a casa loro, a casa del vecchio padre. E mi aprono il cuore, e mi fanno le loro confidenze, mi dicono i loro fastidi, le loro gioie e anche – devo dirvelo? – anche i loro peccati! E così FACCIO LORO DA AMICO, DA PADRE E DA CONFESSORE! E poi se ne vanno contenti, lasciandomi nel cuore una soddisfazione sì grande, “che intender non la può chi non la prova”. (Lett. II, p. 287ss)
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TI AIUTERÒ COME SE FOSSI TUA MADRE 22 giugno 1917 Caro Baldassarre, Leggo la tua lettera. Non ho nessuna difficoltà di prenderti qui e di farti preparare per la 3ª Ginnasiale. Che i tuoi cerchino che tu non vada a casa, è veramente doloroso…Però tu, venendo qui, mi devi fare una promessa. Senti, caro Baldassarre, per venire qui tu devi cambiare condotta… IO NON VOGLIO FARE DI TE, NÉ UN PRETE NÉ UN FRATE, POICHÉ NON HO VISTO IN TE QUESTA VOCAZIONE; ma un bravo giovane, onesto, virtuoso. Ogni miglior avvenire ti sarà serbato, se tu, lascerai che, come ti ho accolto e riparato un giorno dai geli e dalle nevi nelle prime baracche di piazza Torlonia, così ti guidi e di difenda ora da altri venti e da altre tempeste, o caro mio Baldassarre! Tu hai tanti e forti nemici, fuori di te e anche in te stesso. . Sentirai tu la voce di un amico che ti ha dato prove non dubbie di volere il tuo vero bene, e di pensare in modo serio e con amore di padre al tuo avvenire? Guardati attorno, o caro Baldassarre: non vedi che non hai più nessuno? MA LA DIVINA PROVVIDENZA E DON ORIONE CI SONO ANCORA PER TE, e ci saranno sempre, se tu lo vuoi. Tu dovrai lottare per diventare buono, ma io TI AIUTERÒ COME SE FOSSI TUA MADRE, e Dio ti aiuterà… molto volentieri ti accoglierò qui. Ma aspetto una tua parola che venga dal cuore. Ti benedico Tuo aff.mo come padre Don . L. Orione 42,138 ++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++
E QUANDO ARRIVA LA TEMPESTA? A volte ho visto alberi giovani, belli, che alzavano i loro rami verso il cielo e sembravano un canto di speranza. Successivamente, dopo una tempesta, li ho trovati caduti, senza vita. Poiché avevano poche radici, avevano disteso i loro rami senza mettere radici profonde e così hanno ceduto agli assalti della natura.
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- SAI RICONOSCERE I MANIPOLATORI DI GIOVANI? Pensate a questo: se una persona vi fa una proposta e vi dice di ignorare la storia, di non fare tesoro dell’esperienza degli anziani, non è forse questo un modo facile di attirarvi con la sua proposta per farvi fare solo quello che lui vi dice? Quella persona ha bisogno che siate vuoti, sradicati… Allo stesso tempo, i manipolatori usano un’altra risorsa: un’adorazione della giovinezza. IL CORPO GIOVANE diventa il simbolo di questo nuovo culto, quindi tutto ciò che ha a che fare con quel corpo è idolatrato e desiderato senza limiti, e ciò che non è giovane è guardato con disprezzo. Cari giovani, non permettete che usino la vostra giovinezza per favorire una vita superficiale, CHE CONFONDE LA BELLEZZA CON L’APPARENZA.
- QUALE BELLEZZA ? Cari giovani, non permettete che usino la vostra giovinezza per favorire una vita superficiale, che confonde LA BELLEZZA CON L’APPARENZA Sappiate invece scoprire che
- – C’È UNA BELLEZZA NEL LAVORATORE che torna a casa sporco , ma con la gioia di aver guadagnato il pane per i suoi figli.
- – C’È UNA BELLEZZA straordinaria nella comunione della famiglia riunita intorno alla tavola e nel pane condiviso con generosità, anche se la mensa è molto povera.
- – C’È UNA BELLEZZA NELLA MOGLIE SPETTINATA e un po’ anziana che continua a prendersi cura del marito malato al di là delle proprie forze e della propria salute.
- – C’È UNA BELLEZZA NELLA FEDELTÀ delle coppie che si amano nell’autunno della vita e in quei vecchietti che camminano tenendosi per mano.
- C’È UNA BELLEZZA CHE VA AL DI LÀ DELL’APPARENZA in ogni uomo e ogni donna che vivono con amore la loro vocazione personale, nel servizio … Mettere in risalto questa bellezza, che ricorda quella di Cristo sulla croce, significa mettere le basi della solidarietà sociale e la cultura dell’incontro
- QUALE SPIRITUALITA’ ? oggi si promuove una spiritualità senza Dio, un’affettività senza impegno, una paura dei poveri visti come soggetti pericolosi. Con tutto il mio affetto voglio mettervi in guardia da questa ideologia che non vi renderà più giovani ma vi trasformerà in schiavi. VI PROPONGO UN’ALTRA STRADA, fatta di libertà, di orizzonti nuovi, ma coltivando le radici che alimentano e sostengono.
- GIOVANI “OMOGENEIZZATI” e FATTI IN SERIE Oggi assistiamo a una tendenza ad “omogeneizzare” i giovani, a dissolvere le differenze proprie del loro luogo di origine, a trasformarli in soggetti MANIPOLABILI FATTI IN SERIE. Così si produce una distruzione culturale, che è tanto grave quanto l’estinzione delle specie animali e vegetali. Per questo, in un messaggio ai giovani indigeni riuniti a Panama, li ho esortati a «farsi carico delle radici, perché dalle radici viene la forza che vi farà crescere, fiorire e fruttificare».
- COME E’ IL TUO RAPPORTO CON GLI ANZIANI? Al Sinodo è stato affermato: «i giovani talora tendono a dare poca attenzione alla memoria del passato, dei tanti doni trasmessi dai genitori, dai nonni, dal bagaglio culturale della società in cui vivono. Aiutare i giovani a scoprire la ricchezza viva del passato, facendone memoria e servendosene per le proprie scelte è un vero atto di amore nei loro confronti in vista della loro crescita e delle scelte che sono chiamati a compiere».
- CHE DICE IN PROPOSITO LA PAROLA DI DIO? … raccomanda di non perdere il contatto con gli anziani, per raccogliere la loro esperienza: «Frequenta le riunioni degli anziani. Se vedi una persona saggia, và di buon mattino da lei, i tuoi piedi logorino i gradini della sua porta» (Sir6,34) In ogni caso, i lunghi anni che essi hanno vissuto e tutto ciò che è loro capitato nella vita devono portarci a guardarli con rispetto: «Alzati davanti a chi ha i capelli bianchi» (Lv 19,32) La Bibbia ci chiede: «Ascolta tuo padre che ti ha generato, non disprezzare tua madre quando è vecchia» (Pr23,22). Il comandamento di onorare il padre e la madre «è il primo comandamento che è accompagnato da una promessa perché tu sia felice e goda di una lunga vita sulla terra» (Ef 6,2S)
- DON ORIONE: IN ASCOLTO DI UN GIOVANE INQUIETO Ignazio Silone con Don Orione (Incontro con uno strano prete
- Benché Don Orione fosse allora già inoltrato nella quarantina ed io un ragazzo di sedici anni, a un certo momento mi avvidi di un fatto straordinario: era scomparsa fra noi ogni differenza di età Sentivo un piacere infinito a udirlo parlare; provavo una pace e una serenità nuove” Don Orione lo invita a riposare: “Non sei stanco? Non vuoi cercare di dormire? “Vorrei che questo viaggio non finisse mai”, risponde il giovane conquistato ormai dalla sua “pacata tenerezza dello sguardo” “Ricordati di questo” mi disse a un certo momento, “DIO NON È SOLO IN CHIESA. Nell’avvenire non ti mancheranno momenti di disperazione. Anche se ti crederai solo e abbandonato, non lo sarai. Non dimenticarlo”
- UNA LETTERA DI 12 PAGINE … Arrivati a Genova Don Orione chiede al giovane di aiutarlo a imbucare ben trecento cartoline di auguri natalizi per i suoi ex-alunni:”Sono tutti figli di operai e per alcuni di essi sarà forse l’unica cartolina di Natale” Il ragazzo corre a imbucare le cartoline ma …ne conserva una per sé “In questo modo”, mi scusai, “anch’io avrò i suoi auguri di Natale” Giungono finalmente a Remo. Quando Don Orione sta per ripartire, manda a cercare il giovane per salutarlo “Ma io mi nascosi. Non volli ch’egli mi vedesse piangere.. “Pochi giorni dopo, la mattina di Natale, ricevetti la prima lettera di Don Orione, una lunga, affettuosa , straordinaria lettera di dodici pagine”
Edith Stein nacque nel 1891 a Breslavia (Wroclaw-Polonia). Era l’ultima di sette figli di una famiglia ebrea religiosa e attaccata alle tradizioni. Nacque il 12 ottobre, giorno del Kippur, dell’Espiazione. Intelligente, nel 1910 Edith è iscritta all’università di Breslavia, unica donna a seguire i corsi di filosofia. Disse una volta: “Lo studio della filosofia è un continuo camminare sull’orlo dell’abisso”, ma lei, seppe farne una via privilegiata di incontro con la verità. … a contatto con il pensiero di Edmund Husserl, Fu presa da entusiasmo per l’autore, “il filosofo” del suo tempo. Conobbe Max Scheler: In lei, che si dichiarava atea, Scheler riuscì a risvegliare il bisogno religioso. Da poco tempo Sheler era tornato alla fede cattolica ed esponeva il suo credo in modo affascinante. Ascoltando Scheler, cadevano le barriere dei pregiudizi razionalistici: ”Il mondo della fede mi si apriva dinanzi”. Allo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914, fu crocerossina volontaria in un ospedale militare .Tornò poi alla filosofia con atteggiamento nuovo: “Non la scienza, ma la dedizione della vita ha l’ultima parola!”. Fu nell’estate del 1921, Edith lesse – in una sola notte – la Vita di S.TERESA D’AVILA, SCRITTA DA LEI STESSA. Nel chiudere il libro, alle prime luci del mattino, dovette confessare a se stessa: “QUESTA È LA VERITÀ!”.Ricevette il battesimo il 1° gennaio 1922. Si recò quindi in famiglia, dall’anziana madre Augusta, per rivelarle quanto era avvenuto. Si mise in ginocchio e le disse: “MAMMA, SONO CATTOLICA!”. La madre, forte custode della fede d’lsraele, pianse. E pianse anche Edith. Entrambe sentivano che pur continuando ad amarsi intensamente, le loro vite si separavano per sempre. Ciascuna delle due trovò a modo suo, nella propria fede, il coraggio di offrire a Dio il sacrificio richiesto. A Friburgo Edith Avverti i primi richiami interiori della vocazione alla consacrazione totale al Dio di Gesù Cristo. Il 30 aprile 1933, durante l’adorazione del SS. Sacramento, sentì con chiarezza quella vocazione alla vita religiosa monastica del Carmelo. Per la madre fu un altro schianto! ”Anche restando ebrei si può essere religiosi”, le aveva detto per dissuaderla. ”Certo – aveva risposto Edith – se non si è conosciuto altro”. Dio la chiamava per condurla nel deserto, parlare al suo cuore, Liberamente e lietamente lasciava un mondo pieno di amici e di ammiratori, per entrare nel silenzio di una vita spoglia e silenziosa, attratta solo dall’amore di Gesù. Il 15 ottobre 1933 dello stesso anno, Edith entrava nel Carmelo di Colonia. Aveva 42 anni. … Ma il 31 dicembre 1938 Per sfuggire alle leggi razziali contro gli ebrei, Si rifugiò in Olanda, nel Carmelo di Echt. Il momento era tragico, per tutta l’Europa . Il 23 marzo si offrì a Dio come vittima di espiazione. stese il testamento spirituale… Nel 1941, incominciò: SCIENTIA CRUCIS. L’opera rimase incompiuta, perché Le squadre delle SS la deportarono nel campo di concentramento di Auschwitz. “Andiamo! – aveva detto alla sorella Rose,a morire per i nostri fratelli . Era passata dalla cattedra di docente al Carmelo. Ed ora, dalla pace del chiostro, passava agli orrori di un lager nazista.. Edith Stein, Suor Teresa Benedetta della Croce, morì nelle camere a gas di Auschwitz il 9 agosto 1942. Beatificata da Giovanni Paolo II il 1° maggio 1987. E’ stata proclamata Santa 11 ottobre 1998.
- NULLA POTRÀ MAI SEPARARMI DAL TUO AMORE (« Heilige Nacht » ) Mio Signore e mio Dio, mi hai guidata su un cammino lungo, sassoso, oscuro e faticoso. Sovente sembrava che le mie forze volessero abbandonarmi, non speravo più di vedere un giorno la luce. Il mio cuore stava pietrificandosi quando il chiarore di una dolce stella sorse ai miei occhi. Fedele, mi guidò ed io la seguii con passo prima timido, poi più sicuro. Giunsi alfine alla porta della Chiesa. Si aprì. Chiesi di entrare. La tua benedizione mi accoglie attraverso le parole del tuo sacerdote. Il mistero che dovevo tenere nascosto nell’intimo del mio cuore, posso ormai annunciarlo ad alta voce: Credo, confesso la mia fede! Il sacerdote mi conduce ai gradini dell’altare, chino la fronte, l’acqua santa scorre sul mio capo. Signore, come si può rinascere quando si è giunti alla metà della propria vita (Gv 3,4)? Tu l’ hai detto, e questo è divenuto per me realtà. Il peso della colpe e delle pene della mia lunga vita mi ha abbandonato. In piedi, ho ricevuto il vestito bianco posto sulle mie spalle, simbolo luminoso di purezza! Ho portato in mano il cero la cui fiamma annuncia che la tua vita santa arde in me. Il mio cuore è ormai il presepio che attende la tua presenza. Per poco tempo! Maria, tua madre che è anche mia, mi ha dato il suo nome. Oh! Nessun cuore umano può concepire ciò che prepari per coloro che ti amano (1 Cor 2,9). Ormai sei mio e non ti lascerò mai più. Dovunque vada la strada della mia vita, sei accanto a me. Nulla potrà mai separarmi dal tuo amore (Rm 8,39).
- EDITH STEIN PREGAVA COSÌ… Signore, dove saremo portati su questa terra noi non sappiamo. Sappiamo che per coloro che ti amano, tutte le cose volgono al bene. Signore, dammi tutto ciò che mi conduce a Te, prendi tutto ciò che mi distoglie da Te, Signore, strappa me da me stessa e dammi tutta a Te.
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GIOVENTÙ : – TEMPO DI SOGNI O… DI SCELTE?
- – TEMPO DI SOGNI O… DI SCELTE? «ESSERE GIOVANI È UNA GRAZIA. È UN DONO che possiamo sprecare inutilmente, o viverlo in pienezza. È una gioia, un canto di speranza. «La giovinezza è marcata da sogni che vanno prendendo corpo, da scelte che costruiscono un progetto di vita. I giovani sono chiamati a proiettarsi in avanti senza tagliare le radici».
- LA FEDE IMPEDIMENTO O STIMOLO A CRESCERE? il rapporto con Cristo vivo non ci impedisce di sognare. Anzi ci sprona, ci stimola, ci proietta verso una vita migliore. SAN PAOLO VI: «proprio nell’insoddisfazione che vi tormenta c’è un elemento di luce». L’inquietudine spinge a prendere la propria vita tra le mani e diventare responsabili di una missione.S. AGOSTINO «Signore, ci hai fatti per TE. il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te».
- PAPA FRANCESCO DAVANTI A UN GIOVANE…COSA VEDE? La mia risposta: «Vedo un ragazzo o una ragazza che cerca la propria strada, che vuole VOLARE CON I PIEDI. Hanno tanta forza i giovani,. Un giovane è una promessa di vita.
- GIOVINEZZA: TEMPO DI “PARALISI “ O DI DECISIONI? Alcuni giovani … desiderano « il rimando delle decisioni; la paura del definitivo genera una sorta di paralisi decisionale. La giovinezza è l’età delle scelte in ambito professionale. Anche per quanto riguarda l’amore, la scelta del partner. LA STRADA È GESÙ: farlo salire sulla nostra “barca” e prendere il largo con Lui! Giovani, non osservate la vita dal BALCONE. Non confondete la felicità con UN DIVANO e non passate tutta la vita davanti a uno SCHERMO. RISCHIATE… fatevi sentire! non andate in pensione prima del tempo.
- LA VOGLIA DI VIVERE …E’ MALE? IL VERO DIO CHE TI AMA, TI VUOLE FELICE: «Godi, o giovane, si rallegri il tuo cuore nei giorni della tua gioventù. (Qo11) Si tratta di vivere con gratitudine ogni dono della vita.
- INSOMMA FA BENE ALLORA DARSI… ALLA BELLA VITA?! Questo non significa lanciarsi in una dissolutezza che ci lascia vuoti e insoddisfatti, bensì vivere il presente, apprezzando ogni piccola gioia della vita come un dono di Dio. Vorrei ricordare che FRANCESCO VAN THUÂN, quando fu in un campo di concentramento, scelse di «vivere il momento presente riempiendolo d’amore»: Perché QUESTO GIORNO DELLA TUA GIOVINEZZA PUÒ ESSERE L’ULTIMO, VALE LA PENA VIVERLO CON PROFONDITÀ…
- E QUANDO CI SEMBRA CHE DIO CI ABBIA ABBANDONATI? Questo vale anche per i momenti difficili: «Egli è lì dove pensavamo che ci avesse abbandonato. la sofferenza, le tenebre, sono diventate per molti luoghi di incontro con Dio». Il desiderio di vivere e di fare esperienze nuove riguarda specialmente molti giovani in condizione di disabilità fisica, psichica e sensoriale. Essi, anche se non possono fare le stesse esperienze dei coetanei, hanno risorse sorprendenti, che talvolta superano quelle comuni…
- 7. È IMPORTANTE PER TE L’AMICIZIA CON CRISTO? Per quanto tu possa vivere e fare esperienze, non conoscerai la vera pienezza dell’essere giovane, se non incontri ogni giorno IL GRANDE AMICO, se non vivi in amicizia con Gesù. Avere amici ci insegna ad aprirci, a prenderci cura degli altri. L’amicizia è così importante che GESÙ STESSO si presenta come amico: «NON VI CHIAMO PIÙ SERVI, MA VI HO CHIAMATO AMICI» (Gv 15,15). Egli non ci abbandona mai, anche se a volte sembra stare in silenzio. Quando abbiamo bisogno di Lui, si lascia trovare da noi. A noi chiede di non abbandonarlo: «Rimanete in me e io in voi» (Gv 15,4 Cerca di scoprirlo e vivrai la bella esperienza di saperti È quello che hanno vissuto i discepoli di Emmaus: GESÙ «CAMMINAVA CON LORO» (Lc 24,15). Il cristianesimo non è un insieme di verità da credere, di leggi da osservare. IL CRISTIANESIMO è una persona che mi ha amato tanto da reclamare il mio amore. IL CRISTIANESIMO È CRISTO».
- E QUALI SONO I SOGNI DEI GIOVANI, OGGI? Molti giovani si preoccupano del proprio corpo, di sviluppare la forza fisica o l’aspetto. Altri si danno da fare per potenziare le loro capacità e conoscenze. Alcuni puntano più in alto, e cercano uno sviluppo spirituale. San Giovanni: «Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti, e la Parola di Dio rimane in voi» (1 Gv 2,14). Cercare il Signore, custodire la sua Parola, crescere nelle virtù. Per questo occorre la “CONNESSIONE” CON GESÙ, ESSERE “IN LINEA” CON LUI, come ti preoccupi di non perdere la connessione a INTERNET, assicurati che sia attiva la tua CONNESSIONE CON IL SIGNORE, ascoltarlo, quando non hai le idee chiare domandagli: «GESÙ, COSA FARESTI TU AL MIO posto?». Quando ho iniziato il mio ministero come Papa, IL SIGNORE ha allargato i miei orizzonti e mi ha dato una rinnovata giovinezza
- MA COSA COMPORTA CRESCERE VERAMENTE? Crescere vuol dire alimentare le cose più preziose che ti regala la giovinezza, purificare ciò che non è buono. Lasciati amare da Dio, che ti ama così come sei, ma ti offre anche sempre di più: più amicizia con Lui, più fervore nella preghiera, più sete della sua Parola, più desiderio di ricevere Cristo nell’Eucaristia, più voglia di vivere il suo Vangelo, più forza interiore, più pace e gioia
- DOBBIAMO COPIARE GLI ALTRI O ESSERE NOI STESSI? «Ci sono testimonianze che sono utili per stimolarci, ma non perché cerchiamo di copiarle… Tu devi scoprire chi sei e sviluppare il tuo modo personale di ESSERE SANTO. Diventare santo vuol dire diventare più te stesso, quello che Dio ha voluto creare, non una fotocopia. La tua vita dev’essere QUELL’IMPRONTA UNICA che solo tu potrai lasciare ciò che nessun altro potrà offrire al tuo posto.
11. ALLORA DOBBIAMO TUTTI ANDARE IN … E-STASI?
- La tua crescita spirituale si esprime soprattutto nell’amore fraterno, generoso, misericordioso. Lo diceva San Paolo: «Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti» (1 Ts 3,12). Che tu possa vivere sempre più quella “E – STASI” che consiste nell’uscire da te stesso per cercare il bene degli altri. Quando un incontro con Dio si CHIAMA “ESTASI”, è perché ci tira fuori da noi stessi e ci eleva… Per questo è sempre meglio vivere la fede insieme, condividendo con altri giovani il nostro affetto, il nostro tempo, e le nostre inquietudini. La Chiesa offre molti e diversi spazi per vivere la fede in comunità: INSIEME TUTTO È PIÙ FACILE. Le ferite ricevute possono condurti alla tentazione dell’isolamento, a ripiegarti su te stesso, ad accumulare rancori, ma non smettere mai di ascoltare la chiamata di Dio al perdono. In quest’ottica, è vitale distinguere il peccatore dal suo peccato e dalla sua offesa, per arrivare all’autentica riconciliazione. Questo significa che odi il male che l’altro ti infligge, ma continui ad amarlo perché riconosci la sua debolezza e vedi l’immagine di Dio in lui».
- VECCHI PRIMA DEL TEMPO? A volte i sogni della giovinezza si affievoliscono per la tentazione di chiuderci in noi stessi, nei nostri problemi. Non lasciare che questo ti accada, perché diventerai vecchio prima del tempo. Dio ama la gioia dei giovani. Li invita a quell’allegria che si vive nella comunione fraterna, perché «c’è più gioia nel dare che nel ricevere» (At 20,35) L’amore fraterno ci rende capaci di godere del bene degli altri: «Rallegratevi con quelli che sono nella gioia» (Rm 12,15 Un proverbio africano dice: «SE VUOI ANDARE VELOCE, CAMMINA DA SOLO. SE VUOI ARRIVARE LONTANO, CAMMINA CON GLI ALTRI». NON LASCIAMOCI RUBARE LA FRATERNITÀ.
- CONCRETAMENTE IN QUALI CAMPI IMPEGNARSI? …di fronte ad una realtà così piena di violenza e di egoismo, i giovani possono correre il rischio di chiudersi in piccoli gruppi. Questo si aggrava se la vocazione del laico è concepita solo COME UN SERVIZIO ALL’INTERNO DELLA CHIESA (lettori, accoliti, catechisti,…), dimenticando che la vocazione laicale è prima di tutto la carità nella famiglia e la carità sociale o politica: è vivere in mezzo al mondo e alla società … Siate capaci di creare l’amicizia sociale». METTERE DA PARTE LE DIFFERENZE PER LOTTARE INSIEME per uno scopo comune. Se riusciamo a trovare punti di coincidenza in mezzo a tante divergenze, in questo impegno di gettare ponti, questo è il miracolo della cultura dell’incontro che i giovani possono vivere. L’impegno sociale, il contatto con i poveri sono una occasione di discernimento della propria vocazione.
- SI RICEVE PIU’ DI QUANTO DIAMO? Oggi, i gruppi giovanili hanno l’abitudine di andare a fare compagnia agli anziani e agli ammalati, o visitare quartieri poveri …riconoscono che in queste attività quello che ricevono è più di quello che danno, perché si impara molto quando si ha il coraggio di entrare in contatto con la sofferenza degli altri. Tutto questo a partire dalla SORGENTE VIVA DELL’EUCARISTIA. Voglio incoraggiarti ad assumere questo impegno, perché so che «il tuo cuore, vuole costruire un mondo migliore. Seguo le notizie del mondo e vedo che tanti giovani in tante parti del mondo sono usciti per le strade per esprimere il desiderio di una civiltà più giusta e fraterna. I giovani nelle strade. Voi siete quelli che hanno il futuro! offrendo una risposta cristiana alle inquietudini sociali e politiche, Vi chiedo di essere costruttori del mondo, di un mondo migliore. Cari giovani, per favore, non guardate la vita “DAL BALCONE”, entrate in essa come ha fatto Gesù».[92] … lottate per il bene comune, siate servitori dei poveri, siate protagonisti della rivoluzione della carità e del servizio.
- DOVE E COME PORTARE GESU’? … Innamorati di Cristo, i giovani sono chiamati a testimoniare il Vangelo con la propria vita.. Giovani, Siate capaci di andare controcorrente e di condividere Gesù, comunicate la fede che Lui vi ha donato. Vi auguro di sentire nel cuore lo stesso impulso irresistibile che muoveva San Paolo: «GUAI A ME SE NON ANNUNCIO IL VANGELO!» (1 Cor9,16). «Dove ci invia Gesù? Non ci sono confini, non ci sono limiti: ci invia a tutti. Il Vangelo è per tutti e non per alcuni. Non è solo per quelli che ci sembrano più vicini, più accoglienti. È per tutti. Non abbiate paura di andare e portare Cristo in ogni ambiente, anche a chi sembra più lontano, più indifferente. Il Signore cerca tutti, vuole che tutti sentano il calore del suo amore». il Signore si avvicina a tutti. E vuole voi, giovani, come suoi strumenti per irradiare luce e speranza, perché vuole contare sul vostro coraggio. Amici, non aspettate fino a domani per collaborare alla trasformazione del mondo con la vostra audacia e la vostra creatività.
- LA VOSTRA VITA NON È UN “NEL FRATTEMPO”. VOI SIETE L’ADESSO DI DIO, CHE VI VUOLE FECONDI. PERCHÉ «È DANDO CHE SI RICEVE» IL MODO MIGLIORE DI PREPARARE UN BUON FUTURO È VIVERE BENE IL PRESENTE CON DEDIZIONE E GENEROSITÀ.
- SALMO 127 – L’ABBANDONO ALLA PROVVIDENZA
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Se il Signore non costruisce la casa, INVANO vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, INVANO veglia il custode.2 INVANO vi alzate di buon mattino, tardi andate a riposare e mangiate pane di sudore: il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno. ECCO, DONO DEL SIGNORE SONO I FIGLI, è sua grazia il frutto del grembo. Come frecce in mano a un eroe sono i figli della giovinezza. Beato l’uomo che ne ha piena la faretra: non resterà confuso quando verrà a trattare alla porta con i propri nemici.
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- CHE SIA BENEDETTA (Fiorella Mannoia)
Ho sbagliato tante volte nella vita – chissà quante volte ancora sbaglierò – in questa piccola parentesi infinita quante volte ho chiesto scusa e quante no. E’ una corsa che decide la sua meta -quanti ricordi che si lasciano per strada. Quante volte ho rovesciato la clessidra questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa che passa. Che sia benedetta – per quanto assurda e complessa ci sembri – la vita è perfetta. Per quanto sembri incoerente e testarda, se cadi ti aspetta. Siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta – tenersela stretta.
Siamo eterno – siamo passi – siamo storie siamo figli della nostra verità. E se è vero che c’è un Dio e non ci abbandona – che sia fatta adesso la Sua volontà. In questo traffico di sguardi senza meta – in quei sorrisi spenti per la strada. Quante volte condanniamo questa vita illudendoci d’averla già capita non basta – non basta. Rit./ A chi trova se stesso nel proprio coraggio – a chi nasce ogni giorno e comincia il suo viaggio. A chi lotta da sempre e sopporta il dolore. Qui nessuno è diverso – nessuno è migliore. A chi ha perso tutto e riparte da zero perché niente finisce quando vivi davvero. A chi resta da solo abbracciato al silenzio – a chi dona l’amore che ha dentro. Che sia benedetta – per quanto assurda e complessa ci sembri, la vita è perfetta. Per quanto sembri incoerente e testarda – se cadi ti aspetta. E siamo noi che dovremmo imparare a tenercela stretta – a tenersela stretta.
CHE SIA BENEDETTA.CONSONANZE ORIONINE Viaggiare in aeroplano e… stare in ginocchio! Anime e Anime ! 21 abril del 1936 Caro Paolino, … come vai di salute? E di anima? E un po’ di meditazione la fai? E hai un confessore fisso? E alla scuola ti prepari? E tieni la disciplina? Se non sapessi di far peccato a toglierti da tutto il bene che fai, già ti avrei preso con me, perché sento che avrei bisogno d’un buon segretario, e di persona fidata che, ad un tempo, porti un po’ di testa sulle spalle. E che sappia almeno, parlare l’inglese e il francese. - DON ORIONE – VIAGGIARE IN AEROPLANO E IN GINOCCHIO… Ma bisognerà che ti abitui a viaggiare in aeroplano… Ma, sopra tutto, addestriamoci ad ascendere verso Gesù, a Gesù, E si ascenderà alle più elevate altezze, quanto più ci getteremo dal profondo della umiltà. IN GINOCCHIO… ai piedi di Gesù Cristo, in ginocchio ai piedi del Papa, in ginocchio ai piedi dei Vescovi In ginocchio, voglio che ci facciamo santi stando in ginocchio: apriremo nuovi solchi d’amore a Gesù e alla S. Chiesa d’in ginocchio… aff.mo D. Orione . Scr. 31,253 Devi dare parola d’onore! … un altro professore; ma, se anche lo trovassimo, i cambiamenti, a metà anno, sono sempre metà disastri per i giovani. …tu, se hai data la laurea da 26 e poi hai dato l’esame di stato a Napoli, tu puoi avere diritto ad insegnare. Metterti ad insegnare al Dante di Tortona non posso, c’è però Novi, e sarebbe continuare le lezioni che già hai cominciato tu, sarebbe la cosa più ovvia e naturale. Ma devi dare parola d’onore che ti impegni per tutto l’anno scolastico 930-31, se no, no! Attendo risposta telegrafica, e non voglio né tergiversazioni né risposte Condizionate. Deve essere un sì o un no:. Terrò nulla qualunque altra risposta, Vedi, caro Paolino, di pregare, di riflettere e di decidere da uomo, ché hai 30 anni ormai. Mi hai già fatto fare qualche brutta figura, compromettendo anche un poco il nome dell’Istituto: ora basta, se è sì, sia poi sì, se è no, allora resta. Calmati, fa il tuo anno tranquillo: studia la scienza di Dio, In qualunque modo deciderai, io resto sempre per te Don Orione, il padre dell’anima tua, e tu mi sei e sarai sempre figliolo carissimo, e metà del mio cuore e metà della mia anima. Tuo D. Orione Scr. 31,241
GESÙ CRISTO NON FU “ SÌ “ E “ NO “, MA IN LUI C’È STATO IL “ SÌ (2Cor 2,19)
16 – 19 AGOSTO: RITIRO SPIRITUALE PER TUTTI:
IL CANTICO DEI CANTICI
Imparare ad AMARE per imparare a… VIVERE!
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- CHE SIA BENEDETTA (Fiorella Mannoia)
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vengo a ricordarvi le prossime proposte formative di VILLA S. BIAGIO PER UNA ESTATE VERAMENTE …ALTERNATIVA.-
- – DIO È AMORE… TERZA SERATA: VENERDI’ 2 AGOSTO H. 21CAP. QUARTO ( nn. 111 – 133) QUALE ANNUNCIO PER I GIOVANI ? TRE GRANDI VERITÀ CHE ABBIAMO BISOGNO DI ASCOLTARE SEMPRE.
Anzitutto voglio dire ad ognuno la prima verità: “DIO TI AMA”. Se l’hai già sentito, non importa, voglio ricordartelo: DIO TI AMA. Non dubitarne mai, qualunque cosa ti accada nella vita… sei infinitamente amato. Forse l’esperienza di paternità che hai vissuto non è stata la migliore, il tuo padre terreno forse è stato lontano e assente o, al contrario, dominante e possessivo; Non lo so. Però quello che posso dirti con certezza è che puoi gettarti nelle braccia del tuo PADRE DIVINO, che ti ha dato la vita e che te la dà in ogni momento. Nella sua Parola troviamo espressioni del suo amore.
- 1. A volte si presenta come quei GENITORI AFFETTUOSI che giocano con i loro figli: «Io li traevo con legami di bontà, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia» (Os11,4).
- A volte appare colmo dell’amore di QUELLE MADRI che amano i loro figli, con un amore incapace di dimenticare: «Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio delle sue viscere? Anche se costoro si dimenticassero, io invece non ti dimenticherò mai» (Is49,15).
- Si mostra persino come UN INNAMORATO che arriva al punto di TATUARSI LA PERSONA AMATA sul palmo della mano per avere il suo viso vicino: «Ecco, sulle palme delle mie mani ti ho disegnato» (Is49,16). Prima ancora di esistere, eravamo un progetto del suo amore: «Ti ho amato di amore eterno, per questo continuo a esserti fedele» (Ger 31,3).
- Egli sa vedere la nostra bellezza, «Tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo» (Is 43,4).
- RIMANI UN MOMENTO IN SILENZIO LASCIANDOTI AMARE DA LUI Cerca di mettere a tacere tutte le voci… rimani un momento NEL SUO ABBRACCIO D’AMORE. …È l’amore del Signore, amore discreto e rispettoso, che guarisce ed eleva. È l’amore del Signore, che sa più di risalite che di cadute, di riconciliazione che di proibizione, di futuro che di passato».
- B) – CRISTO TI SALVA La seconda verità è che Cristo, ha dato sé stesso per salvartI LE SUE BRACCIA APERTE SULLA CROCE sono il segno più prezioso di un amico capace di arrivare fino all’estremo: «Avendo amato i suoi…li amò fino alla fine» (Gv 13,1). San Paolo: «Questa vita, la vivo nella fede del Figlio di Dio, CHE MI HA AMATO E HA DATO SÉ STESSO PER ME» (Gal 2,20) Guarda la sua Croce, aggrappati a Lui, E se pecchi, Non dimenticare che «Egli perdona settanta volte sette. L’amore del Signore è più grande di tutte le nostre fragilità. HA abbracciato Pietro dopo i suoi rinnegamenti e ci abbraccia sempre, dopo le nostre cadute aiutandoci ad alzarci. EGLI CI PERDONA GRATUITAMENTE. GIOVANI AMATI DAL SIGNORE, QUANTO VALETE voi se siete stati redenti dal SANGUE PREZIOSO DI CRISTO! Cari giovani, voi «non avete prezzo! Non siete pezzi da vendere all’asta! Per favore, non lasciatevi comprare, non lasciatevi sedurre…VOI NON AVETE PREZZO: dovete ripetervelo: non sono all’asta, non ho prezzo. Sono libero! INNAMORATEVI DI QUESTA LIBERTÀ, CHE È QUELLA CHE OFFRE GESÙ». E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. CONTEMPLA IL SUO SANGUE VERSATO ..E LASCIATI PURIFICARE. COSÌ POTRAI RINASCERE DI NUOVO.
- C) – CRISTO VIVE! Occorre ricordarlo spesso, perché corriamo il rischio di prendere Gesù Cristo come un buon esempio del passato, come qualcuno che ci ha salvato 2000 anni fa. Colui che ci colma della sua grazia, Colui che ci libera, Colui che ci trasforma, Colui che ci guarisce e ci conforta è QUALCUNO CHE VIVE. È Cristo risorto. Per questo San Paolo affermava: «SE CRISTO NON È RISORTO, VANA È LA VOSTRA FEDE» (1 Cor 15,17). Se Egli vive, allora davvero potrà essere presente nella tua vita. Così non ci saranno più solitudine e abbandono. Anche se tutti se ne andassero, Egli sarà lì: «Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (Mt 28,20). GIOISCI CON IL TUO AMICO CHE HA TRIONFATO. IL TUO SALVATORE VIVE. Se Egli vive, questo è una garanzia che il bene può farsi strada e che le nostre fatiche serviranno a qualcosa. Se ti lasci amare e salvare da Lui; se entri in amicizia con Lui e cominci a conversare con Cristo vivo sulle cose concrete della tua vita, questa sarà L’ESPERIENZA FONDAMENTALE che sosterrà la tua vita cristiana. Questa è anche l’esperienza che potrai comunicare ad altri giovani.
D ) – LO SPIRITO DÀ VITA In queste 3 verità – Dio ti ama, Cristo è il tuo salvatore, Egli vive – compare DIO PADRE e compare GESÙ. E LO SPIRITO SANTO. È Lui che prepara e apre i cuori perché accolgano questo annuncio, è Lui che mantiene viva questa esperienza di salvezza, è Lui che ti aiuterà a crescere in questa gioia. Invoca ogni giorno lo Spirito Santo perché rinnovi in te l’esperienza del grande annuncio.. HAI BISOGNO DI AMORE? Non lo troverai nella sfrenatezza, usando gli altri, possedendoli. Lo troverai in un modo che ti renderà felice. CERCHI INTENSITÀ? Non la vivrai accumulando oggetti, correndo dietro le cose di questo mondo. Arriverà in una maniera molto più bella se ti lascerai guidare dallo Spirito Santo. CERCHI PASSIONE? INNAMORATI! perché «niente può essere più importante che incontrare Dio. Innamorarsi di Lui in una maniera definitiva. Ciò di cui tu ti innamori cattura la tua immaginazione. SARÀ QUELLO CHE TI FARÀ ALZARE DAL LETTO LA MATTINA, cosa farai nei tuoi tramonti, come trascorrerai i tuoi fine settimana, quello che leggi, quello che sai, quello che ti spezza il cuore e quello che ti travolge di gioia e gratitudine. RIMANI NELL’AMORE! Questo amore di Dio, che prende tutta la vita, è possibile grazie allo Spirito Santo, perché «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato» (Rm 5,5). Egli è la sorgente della migliore gioventù. Perché chi confida nel Signore «è come un albero piantato lungo un corso d’acqua, non teme quando viene il caldo, (Ger 17,8). « I giovani faticano e si stancano» coloro che ripongono la fiducia nel Signore «riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi» (Is 40,31).
- SALMO 63 – INTIMITÀ CON DIO
O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta arida, senz’acqua. Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode. Così ti benedirò finché io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani. Mi sazierò come a lauto convito, e con voci di gioia ti loderà la mia bocca. Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, ESULTO DI GIOIA ALL’OMBRA DELLE TUE ALI. A TE SI STRINGE L’ANIMA MIA E LA FORZA DELLA TUA DESTRA MI SOSTIENE.
CONSONANZE ORIONINE
- TI AMO, GESÙ, TI AMO E TI AMO! Apro un libro di pensieri serafici ma il libro mi si chiude tra le mani, né so più leggere fino a che non abbia gettato tutto il mio povero cuore nel Tuo: Signore Gesù, Ti amo, Ti amo e Ti amo! Non sciolgo inni di lode, né prego quasi, penso; penso a Te, che mi sei così vicino: al Tuo cuore che non mi sarà mai straniero né freddo: al Tuo amore, che è sempre uguale a se stesso! Oggi ero molto afflitto, o mio Dio, e mi pareva proprio di non potere più tirare avanti, – adesso invece i dolori non mi turbano più, e sono contento di patire. O Signore, amore soavissimo e vita mia, fa che da ogni ferita di spina, che mi trafigge l’anima, esca la gran voce del mio amore: Ti amo, o Gesù mio, Ti amo e Ti amo ! A Te, che vegli, apro il mio cuore: a Te espongo pensieri ed affetti; ascolto la voce Tua, studio il Tuo volere, mentre Ti guardo e Ti amo, Ti amo e Ti amo ! E anche Tu mi ami; oh se mi ami ! Dimmi una parola, o Signore, che mi additi il sentiero nel quale Tu vuoi che io cammini; illuminami, o Signore, con un raggio di Tua luce divina, che le tenebre si addensano intorno a me: ed io Ti risponderò che Ti amo, Ti amo e Ti amo !
- LAVORARE CERCANDO DIO SOLO! eri mi trovavo nella camera di un buon prete e là mi cadde lo sguardo su queste parole: Dio solo! Il mio sguardo in quel momento era pieno di stanchezza e di dolore, e la mente ripensava a tante giornate piene di affanno come quelle di ieri, e sopra il turbinio di tante angosce, e sopra il suono confuso di tanti sospiri, mi pareva fosse la voce affabile e buona del mio angelo: Dio solo!, anima sconsolata, Dio solo! E mi pareva che l’anima si rialzasse, e che una voce di pace e di conforto scendesse da quel cuore trafitto, e mi invitasse a salire in alto, a confidare a Dio i miei dolori e a pregare. Che silenzio dolce e pieno di pace…! e nel silenzio Dio solo! andavo ripetendo tra me Dio solo! E mi pareva sentire come un’atmosfera benefica e calma attorno alla mia anima!… E allora vidi dietro di me la ragione delle pene presenti: VIDI CHE INVECE DI CERCARE NEL MIO LAVORO DI PIACERE A DIO SOLO, ERA DA ANNI CHE ANDAVO MENDICANDO LA LODE DEGLI UOMINI, E CONCHIUSI TRA ME: BISOGNA COMINCIARE VITA NUOVA ANCHE QUI: LAVORARE CERCANDO DIO SOLO! 004PG
GIANNA MOLLA
v Dall’omelia di S. Giovanni Paolo II Sull’esempio di Cristo, che “avendo amato i suoi… li amò sino alla fine” (Gv 13,1), questa santa madre di famiglia si mantenne fedele all’impegno assunto il giorno del matrimonio. Possa la nostra epoca riscoprire, attraverso l’esempio di Gianna Beretta Molla, la bellezza pura e feconda dell’amore coniugale, vissuto come risposta alla chiamata divina!
- FIDANZATA COSÌ
“Quando penso al nostro grande amore reciproco, non faccio che ringraziare il Signore. E noi ci vorremo sempre bene, Pietro.… mancano pochi giorni e mi sento tanto commossa ad accostarmi a ricevere il sacramento dell’Amore. Diventiamo collaboratori di Dio nella creazione, possiamo così dare a Lui dei figli che lo amino e lo servano. Pietro, sarò capace di essere la sposa e la mamma che tu hai desiderato? Lo voglio proprio, perché tu lo meriti e ti voglio tanto bene.
SPOSA COSÌ: “Ti amo tanto , Pietro e mi sei sempre presente cominciando dal mattino quando, durante la Messa all’offertorio, offro con il mio il tuo lavoro, le tue gioie, le tue sofferenze… vivendo così, Pietro, giorno dopo giorno noi raggiungiamo quella santità coniugale che Dio si aspetta da noi… voglio formare con te una famiglia ricca di figli come le nostre belle famiglie nelle quali siamo nati e cresciuti”
FIBROMA ALL’UTERO: Al dottore che le dice: “Se vogliamo mettere al sicuro la tua vita, dobbiamo interrompere la gravidanza” risponde: “Non lo permetterò mai…anche se devo rischiare io voglio che il mio bambino viva… Professore, operi in modo che la gravidanza possa continuare…Al marito: Pietro se dovrete decidere se salvare la mia vita o quella del bambino, io esigo, SALVATE IL BAMBINO!” Entra nel reparto il venerdi santo 1962 dice: “Sono qui a fare il mio dovere di mamma. Sono pronta a tutto pur di salvare la mia creatura
IL FRATELLO PRETE COMMENTA: sono parole davanti alle quali io mi inginocchio. Non ha pensato mai di fare un atto eroico, ma solo il suo dovere di mamma!!! Il giorno dopo sabato santo nasce con taglio cesareo Gianna Emanuela… ma per lei comincia l’agonia… chiede di essere portata a casa per morire nel suo letto di sposa… sente i bambini che si svegliano… due lacrime rigano il suo volto “GESÙ TI AMO, GESÙ TI AMO!” E SPIRA…
SILENZIO CONTEMPLATIVO…RISONANZE… MOMENTO MARIANO….MUSICA E CANTI:
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1 – 6 LUGLIO 2019: ESERCIZI SPIRITUALI PER TUTTI
- “VIAGGIO NELLA VITA… ANDATA E RITORNO” CON IL LIBRO DI TOBIA
- COME CUSTODIRSI GLI UNI GLI ALTRI…(Papa Francesco)
- L U G L I O – A G O S T O 2019
- PER UN RIPOSO INTEGRALE… VILLA S. BIAGIO È… L’IDEALE! PER LE SUE 4 B: BED & BREAKFAST – BEACH & BIBLE
- E LE SERATE BIBLICO–MUSICALI
- QUANDO? 26. 30 LUGLIO – 2.6.9.13.14 AGOSTO – H. 21
- CHE COSA? TEMA… I NOSTRI GIOVANI: SOLE O… TEMPESTA?
ESERCIZI SPIRITUALI – ORARIO DI MASSIMA
- – 08.00: Celebrazione di Lodi – 09.15: Meditazione – Lectio Divina – 11.45: Adorazione – ora media – Pranzo – riposo – 16.00: Meditazione – preghiera personale – 18.30: Celebrazione di Vespro e Eucaristia – 19.30: Cena – momento Mariano -Risonanze spirituali
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AFFERRA IL PESCE… TOBIA C. 6 1 Il giovane partì insieme con l’angelo e anche il cane li seguì e s’avviò con loro. Camminarono insieme finché li sorprese la prima sera; allora si fermarono a passare la notte sul fiume Tigri. 2 Il giovane scese nel fiume per lavarsi i piedi, quand’ecco un grosso pesce balzò dall’acqua e tentò di divorare il piede del ragazzo, che si mise a gridare. 3 Ma l’angelo gli disse: “Afferra il pesce e non lasciarlo fuggire”. Il ragazzo riuscì ad afferrare il pesce e a tirarlo a riva. 4 Gli disse allora l’angelo: “Aprilo e togline il fiele, il cuore e il fegato; mettili in disparte e getta via invece gli intestini. Il fiele, il cuore e il fegato possono essere utili medicamenti”. 5 Il ragazzo squartò il pesce, ne tolse il fiele, il cuore e il fegato; arrostì una porzione del pesce e la mangiò; l’altra parte la mise in serbo dopo averla salata. 6 Poi tutti e due insieme ripresero il viaggio, finché non furono vicini alla Media. 7 Allora il ragazzo rivolse all’angelo questa domanda: “Azaria, fratello, che rimedio può esserci nel cuore, nel fegato e nel fiele del pesce?”. 8 Gli rispose: “Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare suffumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demonio o da uno spirito cattivo e cesserà in essa ogni vessazione e non ne resterà più traccia alcuna. 9 Il fiele invece serve per spalmarlo sugli occhi di uno affetto da albugine; si soffia su quelle macchie e gli occhi guariscono”. 10 Erano entrati nella Media e gia erano vicini a Ecbàtana, 11 quando Raffaele disse al ragazzo: “Fratello Tobia!”. Gli rispose: “Eccomi”. Riprese: “Questa notte dobbiamo alloggiare presso Raguele, che è tuo parente. Egli ha una figlia chiamata Sara 12 e all’infuori di Sara nessun altro figlio o figlia. Tu, come il parente più stretto, hai diritto di sposarla più di qualunque altro uomo e di avere in eredità i beni di suo padre. E` una ragazza seria, coraggiosa, molto graziosa e suo padre è una brava persona”. 13 E aggiunse: “Tu hai il diritto di sposarla. Ascoltami, fratello; io parlerò della fanciulla al padre questa sera, perché la serbi come tua fidanzata. Questa sera parleremo della fanciulla e ne domanderemo la mano. Al nostro ritorno da Rage la prenderemo e la condurremo con noi a casa tua”. Allora Tobia rispose a Raffaele: “Fratello Azaria, ho sentito dire che essa è gia stata data in moglie a sette uomini ed essi sono morti nella stanza nuziale la notte stessa in cui dovevano unirsi a lei. Ho sentito inoltre dire che un demonio le uccide i mariti. 15 Per questo ho paura: il demonio è geloso di lei, a lei non fa del male, ma se qualcuno le si vuole accostare, egli lo uccide. Io sono l’unico figlio di mio padre. Ho paura di morire e di condurre così alla tomba la vita di mio padre e di mia madre per l’angoscia della mia perdita. Non hanno un altro figlio che li possa seppellire”. Ma quello gli disse: “Hai forse dimenticato i moniti di tuo padre, che ti ha raccomandato di prendere in moglie una donna del tuo casato? Ascoltami, o fratello: non preoccuparti di questo demonio e sposala. Sono certo che questa sera ti verrà data in moglie. Quando però entri nella camera nuziale, prendi il cuore e il fegato del pesce e mettine un poco sulla brace degli incensi. L’odore si spanderà, il demonio lo dovrà annusare e fuggirà e non comparirà più intorno a lei. Poi, prima di unirti con essa, alzatevi tutti e due a pregare. Non temere: essa ti è stata destinata fin dall’eternità. Sarai tu a salvarla. Ti seguirà e penso che da lei avrai figli che saranno per te come fratelli. Non stare in pensiero”. Quando Tobia sentì le parole di Raffaele e seppe che Sara era sua consanguinea della stirpe della famiglia di suo padre, l’amò al punto da non saper più distogliere il cuore da lei.
AMORIS LAETITIA
Esortazione di Papa Francesco sull’amore nella famiglia
- TUTTO SCUSA … la diffamazione può essere un grande peccato, quando colpisce la buona fama degli altri procurando loro dei danni molto difficili da riparare. Gli sposi che si amano parlano bene l’uno dell’altro. L’altro non è soltanto quello che a me dà fastidio. È molto più di questo. Mi ama come è…con i suoi limiti. L’amore sa stare in silenzio davanti ai limiti della persona amata.
- TUTTO CREDE… HA FIDUCIA. Non c’è bisogno di controllare l’altro, di seguire minuziosamente i suoi passi, per evitare che sfugga dalle nostre braccia. L’amore ha fiducia, rinuncia a controllare tutto, a possedere, a dominare.
- TUTTO SPERA: Indica la speranza che l’altro può
cambiare. Implica accettare che forse Dio scriva diritto sulle righe storte di quella persona … Quella persona, con tutte le sue debolezze, è chiamata alla pienezza del Cielo. Là, non esisteranno più le sue fragilità, le sue oscurità né le sue patologie.
TUTTO SOPPORTA: Questo mi ricorda le parole di Luther King: «La persona che ti odia di più, ha qualcosa di buono dentro di sé…. Odio per odio intensifica solo l’esistenza dell’odio e del male nell’universo. Da qualche parte, qualcuno deve avere un po’ di buon senso, e quella è la persona forte… che è capace di spezzare la catena dell’odio ».
- AMORE MALGRADO TUTTO. Nella vita familiare c’è bisogno di coltivare questa forza dell’amore. L’amore non si lascia dominare dal rancore, dal desiderio di ferire o di far pagare qualcosa. L’ideale cristiano, è amore malgrado tutto. A volte ammiro l’atteggiamento di persone che hanno dovuto separarsi dal coniuge per proteggersi dalla violenza fisica, e tuttavia, sono stati capaci di agire per il suo bene, benché attraverso altri, in momenti di malattia o di difficoltà. Anche questo è amore malgrado tutto.
- PER SEMPRE O … FINCHÉ DURA? Promettere un amore che sia per sempre è possibile quando si scopre un disegno più grande dei propri progetti…Perché tale amore possa mantenersi fedele si richiede il dono della grazia che lo fortifichi e lo elevi.
- MA SI PUÒ CHIEDERE QUESTO A DUE POVERI SPOSI?
Gli sposi, «in forza del Sacramento, vengono investiti di una missione; rendere visibile, l’amore con cui Cristo ama la Chiesa».
- genitori si amino, ma anche che rimangano sempre uniti. L’unione matrimoniale, Si radica nelle inclinazioni spontanee della persona umana; e, per i credenti, è un’alleanza davanti a Dio che esige fedeltà: «Il Signore è testimone fra te e la donna della tua giovinezza, che hai tradito, mentre era la tua compagna, la donna legata a te da un patto: nessuno tradisca la donna della sua giovinezza. Perché io detesto il ripudio» (Ml 2,14s) PARLIAMONE TRA NOI:
- Quali sono le difficoltà che temiamo di più? (fisiche – discordie spirituali?) Come le viviamo? E le ricicliamo? fonte di Ringraziamento –umiltà –prudenza -sapienza nel consigliare?
- E` una ragazza seria, coraggiosa, molto graziosa e suo padre è una brava persona. quali di queste doti apprezzi e ricerchi di più? In te e nell’altro/a?
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SANTITÀ, SPLENDORE E GLORIA: IL CORPO DELLA VERGINE! Pio XII, papa
I santi padri e i grandi dottori nelle omelie e nei discorsi, rivolti al popolo in occasione della festa odierna, parlavano dell’Assunzione della Madre di Dio come di una dottrina già viva nella coscienza dei fedeli e da essi già professata; ne spiegavano ampiamente il significato, ne precisavano e ne apprendevano il contenuto, ne mostravano le grandi ragioni teologiche. Essi mettevano particolarmente in evidenza che oggetto della festa non era unicamente il fatto che le spoglie mortali della beata Vergine Maria fossero state preservate dalla corruzione, ma anche il suo trionfo sulla morte e la sua celeste glorificazione, perché la Madre ricopiasse il modello, imitasse cioè il suo Figlio unico, Cristo Gesù. San Giovanni Damasceno, che si distingue fra tutti come teste esimio di questa tradizione, considerando l’Assunzione corporea della grande Madre di Dio nella luce degli altri suoi privilegi, esclama con vigorosa eloquenza: «COLEI CHE NEL PARTO AVEVA CONSERVATO ILLESA LA SUA VERGINITÀ DOVEVA ANCHE CONSERVARE SENZA ALCUNA CORRUZIONE IL SUO CORPO DOPO LA MORTE. COLEI CHE AVEVA PORTATO NEL SUO SENO IL CREATORE, FATTO BAMBINO, DOVEVA ABITARE NEI TABERNACOLI DIVINI. COLEI, CHE FU DATA IN SPOSA DAL PADRE, NON POTEVA CHE TROVAR DIMORA NELLE SEDI CELESTI. DOVEVA CONTEMPLARE IL SUO FIGLIO NELLA GLORIA ALLA DESTRA DEL PADRE, LEI CHE LO AVEVA VISTO SULLA CROCE, LEI CHE, PRESERVATA DAL DOLORE, QUANDO LO DIEDE ALLA LUCE, FU TRAPASSATA DALLA SPADA DEL DOLORE QUANDO LO VIDE MORIRE. ERA GIUSTO CHE LA MADRE DI DIO POSSEDESSE CIÒ CHE APPARTIENE AL FIGLIO, E CHE FOSSE ONORATA DA TUTTE LE CREATURE COME MADRE ED ANCELLA DI DIO».
Tutte queste considerazioni e motivazioni dei santi padri, come pure quelle dei teologi sul medesimo tema, HANNO COME ULTIMO FONDAMENTO LA SACRA SCRITTURA. EFFETTIVAMENTE LA BIBBIA CI PRESENTA LA SANTA MADRE DI DIO STRETTAMENTE UNITA AL SUO FIGLIO DIVINO E SEMPRE A LUI SOLIDALE, E COMPARTECIPE DELLA SUA CONDIZIONE.
PER QUANTO RIGUARDA LA TRADIZIONE, POI, NON VA DIMENTICATO CHE FIN DAL SECONDO SECOLO LA VERGINE MARIA VENE PRESENTATA DAI SANTI PADRI COME LA NOVELLA EVA, INTIMAMENTE UNITA AL NUOVO ADAMO, SEBBENE A LUI SOGGETTA. MADRE E FIGLIO APPAIONO SEMPRE ASSOCIATI NELLA LOTTA CONTRO IL NEMICO INFERNALE; lotta che, come era stato preannunziato nel protovangelo (cfr. Gn 3, 15), si sarebbe conclusa con la pienissima vittoria sul peccato e sulla morte, su quei nemici, cioè, che l’Apostolo delle genti presenta sempre congiunti (cfr. Rm capp. 5 e 6; 1 Cor 15, 21-26; 54-57). Come dunque la gloriosa risurrezione di Cristo fu parte essenziale e il segno finale di questa vittoria, così anche per Maria la comune lotta si doveva concludere con la glorificazione del suo corpo verginale, secondo le affermazioni dell’Apostolo: «Quando questo corpo corruttibile si sarà vestito di incorruttibilità e questo corpo mortale di immortalità, si compirà la parola della Scrittura: La morte è stata ingoiata per la vittoria» (1 Cor 15; 54; cfr. Os 13, 14).
IN TAL MODO L’AUGUSTA MADRE DI DIO, ARCANAMENTE UNITA A GESÙ CRISTO FIN DA TUTTA L’ETERNITÀ «CON UNO STESSO DECRETO» DI PREDESTINAZIONE, IMMACOLATA NELLA SUA CONCEZIONE, VERGINE ILLIBATA NELLA SUA DIVINA MATERNITÀ, GENEROSA COMPAGNA DEL DIVINO REDENTORE, VITTORIOSO SUL PECCATO E SULLA MORTE, ALLA FINE OTTENNE DI CORONARE LE SUE GRANDEZZE, SUPERANDO LA CORRUZIONE DEL SEPOLCRO. VINSE LA MORTE, COME GIÀ IL SUO FIGLIO, E FU INNALZATA IN ANIMA E CORPO ALLA GLORIA DEL CIELO, DOVE RISPLENDE REGINA ALLA DESTRA DEL FIGLIO SUO, RE IMMORTALE DEI SECOLI.
San Massimiliano Maria Kolbe
Zelo apostolico per la salvezza delle anime
Sono pieno di gioia, fratello carissimo, per l’ardente zelo che ti spinge a promuovere la gloria di Dio. Nei nostri tempi, constatiamo, non senza tristezza, il propagarsi dell’«indifferentismo». Una malattia quasi epidemica che si va diffondendo in varie forme non solo nella generalità dei fedeli, ma anche tra i membri degli istituti religiosi. DIO È DEGNO DI GLORIA INFINITA. LA NOSTRA PRIMA E PRINCIPALE PREOCCUPAZIONE DEVE ESSERE QUELLA DI DARGLI LODE NELLA MISURA DELLE NOSTRE DEBOLI FORZE, CONSAPEVOLI DI NON POTERLO GLORIFICARE QUANTO EGLI MERITA.
LA GLORIA DI DIO RISPLENDE SOPRATTUTTO NELLA SALVEZZA DELLE ANIME CHE CRISTO HA REDENTO CON IL SUO SANGUE. NE DERIVA CHE L’IMPEGNO PRIMARIO DELLA NOSTRA MISSIONE APOSTOLICA SARÀ QUELLO DI PROCURARE LA SALVEZZA E LA SANTIFICAZIONE DEL MAGGIOR NUMERO DI ANIME. Ed ecco in poche parole i mezzi più adatti per procurare la gloria di Dio nella santificazione delle anime. Dio, scienza e sapienza infinita, che conosce perfettamente quello che dobbiamo fare per aumentare la sua gloria, manifesta normalmente la sua volontà mediante i suoi rappresentanti sulla terra. Considera, fratello, quanto è grande, per la misericordia di Dio, la dignità della nostra condizione. Attraverso la via dell’obbedienza noi superiamo i limiti della nostra piccolezza, e ci conformiamo alla volontà divina che ci guida ad agire rettamente con la sua infinita sapienza e prudenza. Aderendo a questa divina volontà a cui nessuna creatura può resistere, diventiamo più forti di tutti.
Questo è il sentiero della sapienza e della prudenza, l’unica via nella quale possiamo rendere a Dio la massima gloria. Se esistesse una via diversa e più adatta, il Cristo l’avrebbe certamente manifestata con la parola e con l’esempio. Il lungo periodo della vita nascosta di Nazareth è compendiato dalla Scrittura con queste parole: «e stava loro sottomesso» (Lc 2, 51). Tutto il resto della sua vita è posto sotto il segno dell’obbedienza, mostrando frequentemente che il Figlio di Dio è disceso sulla terra per compiere la volontà del Padre.
AMIAMO DUNQUE, FRATELLI, CON TUTTE LE FORZE IL PADRE CELESTE PIENO DI AMORE PER NOI; E LA PROVA DELLA NOSTRA PERFETTA CARITÀ SIA L’OBBEDIENZA, DA ESERCITARE SOPRATTUTTO QUANDO CI CHIEDE DI SACRIFICARE LA NOSTRA VOLONTÀ. INFATTI NON CONOSCIAMO ALTRO LIBRO PIÙ SUBLIME CHE GESÙ CRISTO CROCIFISSO, PER PROGREDIRE NELL’AMORE DI DIO.
TUTTE QUESTE COSE LE OTTERREMO PIÙ FACILMENTE PER L’INTERCESSIONE DELLA VERGINE IMMACOLATA CHE DIO, NELLA SUA BONTÀ, HA FATTO DISPENSATRICE DELLA SUA MISERICORDIA. NESSUN DUBBIO CHE LA VOLONTÀ DI MARIA È LA STESSA VOLONTÀ DI DIO. CONSACRANDOCI A LEI, DIVENTIAMO NELLE SUE MANI STRUMENTI DELLA DIVINA MISERICORDIA, COME LEI LO È STATO NELLE MANI DI DIO.
LASCIAMOCI DUNQUE GUIDARE DA LEI, LASCIAMOCI CONDURRE PER MANO, TRANQUILLI E SICURI SOTTO LA SUA GUIDA. MARIA PENSERÀ A TUTTO PER NOI, PROVVEDERÀ A TUTTO E ALLONTANANDO OGNI ANGUSTIA E DIFFICOLTÀ VERRÀ PRONTAMENTE IN SOCCORSO ALLE NOSTRE NECESSITÀ CORPORALI E SPIRITUALI.
Teodoreto, vescovo di Ciro
DALLE PIAGHE DEL SIGNORE LA NOSTRA GUARIGIONE
Le sofferenze del nostro Salvatore sono le nostre medicine. Il profeta volle insegnarci questo quando disse: «EGLI SI È CARICATO DELLE NOSTRE SOFFERENZE, SI È ADDOSSATO I NOSTRI DOLORI E NOI LO GIUDICAVAMO CASTIGATO, PERCOSSO DA DIO E UMILIATO. EGLI È STATO TRAFITTO PER I NOSTRI DELITTI, SCHIACCIATO PER LE NOSTRE INIQUITÀ. IL CASTIGO CHE CI DÀ SALVEZZA SI È ABBATTUTO SU DI LUI; PER LE SUE PIAGHE NOI SIAMO STATI GUARITI. NOI TUTTI ERAVAMO SPERDUTI COME UN GREGGE … ERA COME AGNELLO CONDOTTO AL MACELLO, COME PECORA MUTA DI FRONTE AI SUOI TOSATORI» (Is 53, 4-7).
Il pastore che vede le pecore disperse ne prende una in braccio, la conduce a un pascolo tranquillo e, con l’esempio di questa, attrae a sé le rimanenti. Così il Verbo di Dio, avendo visto errante la stirpe degli uomini, assunse la natura di servo, la unì strettamente a sé e, per mezzo di essa, attirò l’intero genere umano, e condusse ai pascoli divini coloro che erano mal nutriti ed esposti ai lupi.
PER QUESTO DUNQUE IL SALVATORE NOSTRO ASSUNSE LA NOSTRA NATURA, PER QUESTO CRISTO SIGNORE SOSTENNE LA PASSIONE, E LA FECE CAUSA DI SALVEZZA, PER QUESTO FU DATO IN BALÌA ALLA MORTE, CONSEGNATO AL SEPOLCRO, E COSÌ ABBATTÉ L’ANTICA TIRANNIDE E PROMISE L’INCORRUTTIBILITÀ A QUELLI CHE ERANO INCATENATI DALLA CORRUZIONE.
Riedificando il tempio distrutto e risorgendo da morte, egli manifestò anche ai morti e a quanti attendevano la sua risurrezione le vere e indefettibili promesse.
In verità, disse, la natura che io ho preso da voi ebbe la risurrezione per la divinità che abitava in lei e le era unita. Per la divinità si liberò dalla corruttibilità e dalla passibilità e conseguì l’incorruttibilità e l’immortalità. Così anche voi sarete liberati dalla dura schiavitù della morte, ed eliminata la corruzione assieme alle passioni, sarete rivestiti dell’immortalità.
EGLI PER MEZZO DEGLI APOSTOLI DIEDE IL DONO DEL BATTESIMO A TUTTI GLI UOMINI: «ANDATE DUNQUE, DISSE, E AMMAESTRATE TUTTE LE NAZIONI, BATTEZZANDOLE NEL NOME DEL PADRE E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO» (MT 28, 19). IL BATTESIMO È UNA IMMAGINE E UNA FIGURA DELLA MORTE DEL SIGNORE. «SE INFATTI», COME DICE L’APOSTOLO PAOLO, «SIAMO COMPLETAMENTE UNITI A LUI CON UNA MORTE SIMILE ALLA SUA, LO SAREMO ANCHE CON LA SUA RISURREZIONE» (RM 6, 5).
Teodoreto, vescovo di Ciro
LI LIBERERÒ DAI LORO AFFANNI
Gesù corre spontaneamente incontro a quelle sofferenze che erano state predette a suo riguardo; egli le aveva spesso preannunziate ai suoi discepoli, anzi aveva anche rimproverato Pietro che non ne accoglieva volentieri l’annunzio, e dimostrato che la salvezza del mondo si doveva realizzare per mezzo di esse. Per questo offrì se stesso a coloro che venivano a prenderlo: Sono io colui che cercate (cfr. Gv 18, 5).
EGLI, ACCUSATO, NON RISPOSE E, POTENDO NASCONDERSI, NON VOLLE FARLO, BENCHÉ PIÙ VOLTE, IN ALTRE CIRCOSTANZE, SI FOSSE ALLONTANATO QUANDO GLI TENDEVANO AGGUATI. INOLTRE PIANSE SU GERUSALEMME, CHE CON LA SUA INCREDULITÀ GLI PROCURAVA LA MORTE, E CONDANNÒ ALLA TOTALE DISTRUZIONE IL TEMPIO, PUR COSÌ CELEBRE. SOPPORTÒ DI ESSERE PERCOSSO SUL CAPO DA UN UOMO DOPPIAMENTE SERVILE. FU SCHIAFFEGGIATO, SPUTACCHIATO, VITUPERATO, TORTURATO, FLAGELLATO, ED INFINE MESSO IN CROCE. ACCETTÒ COME COMPAGNI DI SUPPLIZIO DEI LADRONI DALL’UNO E DALL’ALTRO LATO, E FU CONSIDERATO ALLA PARI DEGLI OMICIDI E DEGLI SCELLERATI. Ricevette l’aceto e il fiele da una vite maligna, e venne coronato di spine invece che di tralci di vite e di grappoli d’uva. Rivestito con un drappo di porpora, divenne re da burla, e fu percosso con una canna. Il suo costato fu perforato dalla lancia. Infine fu messo nel sepolcro.
TUTTO QUESTO VOLLE PATIRE PER LA NOSTRA SALVEZZA.
POICHÉ COLORO CHE SI ERANO LASCIATI DOMINARE DAL PECCATO ERANO STATI ASSOGGETTATI ALLE PENE DEL PECCATO, EGLI, IMMUNE PER SE STESSO DA OGNI PECCATO, DOPO AVER PERCORSO TUTTO IL CAMMINO DELLA GIUSTIZIA, SI SOTTOPOSE AL SUPPLIZIO DEI PECCATORI, DISTRUGGENDO CON LA SUA CROCE IL DECRETO DELL’ANTICA MALEDIZIONE. «CRISTO», DICE PAOLO, «CI HA RISCATTATI DALLA MALEDIZIONE DELLA LEGGE, DIVENTANDO LUI STESSO MALEDIZIONE PER NOI COME STA SCRITTO: MALEDETTO CHI PENDE DAL LEGNO» (Gal 3, 13; cfr. Dt 21, 23), Col fiele egli raccolse in se stesso l’amarezza e le pene della vita mortale e le sofferenze degli uomini. Dal costato aperto però non ebbe origine, come già da quello di Adamo, la donna che col suo peccato generò la morte, ma scaturì la fonte della vita che vivifica il mondo con due ruscelli. L’uno ci rinnova nel battistero e ci dà una vita immortale. L’altro serve a nutrirci dopo la nostra nascita, e proprio alla mensa divina, come fa il latte che sostenta e fa crescere i bambini
SANTA CATERINA DA SIENA,
DIO, ABISSO DI CARITÀ
Signore mio, volgi l’occhio della tua misericordia sopra il popolo tuo e sopra il corpo mistico della santa Chiesa. TU SARAI GLORIFICATO ASSAI PIÙ PERDONANDO E DANDO LA LUCE DELL’INTELLETTO A MOLTI, CHE NON RICEVENDO L’OMAGGIO DA UNA SOLA CREATURA MISERABILE, QUALE SONO IO, CHE TANTO T’HO OFFESO E SONO STATA CAUSA E STRUMENTO DI TANTI MALI.
Che avverrebbe di me se vedessi me viva, e morto il tuo popolo? Che avverrebbe se, per i miei peccati e quelli delle altre creature, DOVESSI VEDERE NELLE TENEBRE LA CHIESA, TUA SPOSA DILETTA, CHE È NATA PER ESSERE LUCE?
Ti chiedo, dunque, misericordia per il tuo popolo in nome della carità increata che mosse te medesimo a creare l’uomo a tua immagine e somiglianza.
QUALE FU LA RAGIONE CHE TU PONESSI L’UOMO IN TANTA DIGNITÀ? CERTO L’AMORE INESTIMABILE COL QUALE HAI GUARDATO IN TE MEDESIMO LA TUA CREATURA E TI SEI INNAMORATO DI LEI. Ma poi per il peccato commesso perdette quella sublimità alla quale l’avevi elevata.
Tu, mosso da quel medesimo fuoco col quale ci hai creati, hai voluto offrire al genere umano il mezzo per riconciliarsi con te. PER QUESTO CI HAI DATO IL VERBO, TUO UNICO FIGLIO. EGLI FU IL MEDIATORE TRA TE E NOI. EGLI FU NOSTRA GIUSTIZIA, CHE PUNÌ SOPRA DI SÉ LE NOSTRE INGIUSTIZIE. UBBIDÌ AL COMANDO CHE TU, ETERNO PADRE, GLI DESTI QUANDO LO RIVESTISTI DELLA NOSTRA UMANITÀ. O ABISSO DI CARITÀ! QUAL CUORE NON SI SENTIRÀ GONFIO DI COMMOZIONE AL VEDERE TANTA ALTEZZA DISCESA A TANTA BASSEZZA, CIOÈ ALLA CONDIZIONE DELLA NOSTRA UMANITÀ?
Noi siamo immagine tua, e tu immagine nostra per l’unione che hai stabilito fra te e l’uomo, velando la divinità eterna con la povera nube dell’umanità corrotta di Adamo. QUALE IL MOTIVO? CERTO L’AMORE.
PER QUESTO AMORE INEFFABILE TI PREGO E TI SOLLECITO A USARE MISERICORDIA ALLE TUE CREATURE.
MA IO SONO QUI DI PASSAGGIO !…
UN GIORNO UN TURISTA fece visita ad un famoso rabbino. Rimase stupito nel vedere che gli unici mobili erano un tavolo e una panca. “Rabbi, dove sono i tuoi mobili?”, chiese il turista. “E i tuoi, dove sono?”, disse il rabbino. “I MIEI? MA IO SONO QUI DI PASSAGGIO, replicò il turista. “ANCH’IO!…”, disse il rabbino.
“IL FILOSOFO DIOGENE non solo era contrario ad ogni lusso, ma evitava di utilizzare e di possedere tutto ciò che non era strettamente necessario. Fedele ai suoi principi, egli viveva in una botte ed unico suo utensile era una ciotola di legno con la quale prendeva l’acqua per bere. Un giorno, mentre passeggiava per la città, vide un bambino che, per bere, prendeva acqua da una fontana utilizzando solo le mani. Così, ritenendola un inutile lusso, Diogene gettò via la sua ciotola”.
CITTADINI DEL MONDO…
Il tuo Cristo è ebreo,
la tua democrazia è greca,
la tua scrittura è latina,
i tuoi numeri sono arabi,
la tua auto è giapponese,
il tuo caffè brasiliano,
Il tuo orologio è svizzero,
La tua pizza è italiana,
Le tue vacanze sono, tunisine o marocchine.
CITTADINO DEL MONDO
NON RIMPROVERARE IL TUO VICINO
DI ESSERE STRANIERO…
(graffito su muro di Berlino)
LE RICCHEZZE DELLA CHIESA…
S. LORENZO, DIACONO E MARTIRE
***
Oggi la chiesa di Roma celebra il giorno del trionfo di Lorenzo,
giorno in cui egli rigettò il mondo del male. Lo calpestò quando incrudeliva rabbiosamente contro di lui e lo disprezzò quando lo allettava con le sue lusinghe. San Lorenzo era diacono della chiesa di Roma. Ivi era ministro del sangue di Cristo e là, per il nome di Cristo, versò il suo sangue. Il beato apostolo Giovanni espose chiaramente il mistero della Cena del Signore, dicendo: «Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3, 16). Lorenzo, fratelli, ha compreso tutto questo. L’ha compreso e messo in pratica.
E davvero contraccambiò quanto aveva ricevuto in tale mensa.
Amò Cristo nella sua vita, lo imitò nella sua morte. Anche noi, fratelli, se davvero amiamo, imitiamo. I santi martiri lo hanno seguito fino all’effusione del sangue, fino a rassomigliargli nella passione. Lo hanno seguito i martiri, ma non essi soli. Infatti, dopo che essi passarono, non fu interrotto il ponte; né si è inaridita la sorgente, dopo che essi hanno bevuto.
IL BEL GIARDINO DEL SIGNORE, O FRATELLI, POSSIEDE NON SOLO LE ROSE DEI MARTIRI, MA ANCHE I GIGLI DEI VERGINI, L’EDERA DI QUELLI CHE VIVONO NEL MATRIMONIO, LE VIOLE DELLE VEDOVE. NESSUNA CATEGORIA DI PERSONE DEVE DUBITARE DELLA PROPRIA CHIAMATA: CRISTO HA SOFFERTO PER TUTTI ….SAN LORENZO FU ARCIDIACONO. I PERSECUTORI GLI RICHIEDEVANO LE RICCHEZZE DELLA CHIESA; ebbe per questo a soffrire tanti travagli che, all’ascolto, c’è da inorridire. POSTO SU UNA GRATICOLA, FU ARSO SULLE FIAMME… superando tuttavia le sofferenze del corpo, con grande forza di carità, per l’aiuto di colui che tale lo rese “siamo infatti opera sua, creati in cristo gesù per le opere buone” (Ef 2,10). Ma ad inasprire la collera del persecutore Lorenzo disse: “VENGANO AVANTI CON ME DEI VEICOLI PER CARICARVI LE RICCHEZZE DELLA CHIESA”. Vennero mandati dei carri e li riempì di poveri e comandò che tornassero indietro, affermando: “QUESTE SONO LE RICCHEZZE DELLA CHIESA”.Ed è vero, fratelli, che le necessità dei bisognosi sono le grandi ricchezze dei cristiani, se riusciamo a comprendere dove dobbiamo mettere in serbo quanto possediamo. Se affideremo loro i nostri tesori, non li perderemo. Sant’Agostino
8 AGOSTO: S. DOMENICO
O PARLAVA CON DIO O PARLAVA DI DIO
DOMENICO ERA DOTATO DI GRANDE SANTITÀ ed era sostenuto sempre da un intenso impeto di fervore divino. Bastava vederlo per rendersi conto di essere di fronte a un privilegiato dalla grazia. V’era in lui un’ammirabile inalterabilità di carattere, che si turbava solo per solidarietà col dolore altrui. E POICHÈ IL CUORE GIOIOSO RENDE SERENO IL VOLTO, TRADIVA LA PLACIDA COMPOSTEZZA DELL’UOMO INTERIORE CON LA BONTÀ ESTERNA E LA GIOVIALITÀ DELL’ASPETTO. Si dimostrava dappertutto uomo secondo il Vangelo, nelle parole e nelle opere. Durante il giorno nessuno era più socievole, nessuno più affabile con i fratelli e con gli altri. DI NOTTE NESSUNO ERA PIÙ ASSIDUO E PIÙ IMPEGNATO NEL VEGLIARE E NEL PREGARE.
ERA ASSAI PARCO DI PAROLE E, SE APRIVA LA BOCCA, ERA O PER PARLARE CON DIO NELLA PREGHIERA O PER PARLARE DI DIO. QUESTA ERA LA NORMA CHE SEGUIVA E QUESTA PURE RACCOMANDAVA AI FRATELLI. La grazia che più insistentemente chiedeva a Dio era quella di una carità ardente, che lo spingesse a operare efficacemente alla salvezza degli uomini.
Esortava spesso i fratelli, a voce e per lettera, a studiare sempre l’Antico e il Nuovo Testamento. Portava sempre con sé il vangelo di Matteo e LE LETTERE DI SAN PAOLO, E MEDITAVA COSÌ LUNGAMENTE QUESTE ULTIME DA ARRIVARE A SAPERLE QUASI A MEMORIA.
Due o tre volte fu eletto vescovo; ma egli sempre rifiutò, volendo piuttosto vivere con i suoi fratelli in povertà. Conservò illibato sino alla fine lo splendore della sua verginità.
Desiderava di essere flagellato, fatto a pezzi e morire per la fede di Cristo. Gregorio IX ebbe a dire di lui: «Conosco un uomo, che seguì in tutto e per tutto il modo di vivere degli apostoli; non v’è dubbio, che egli in cielo sia associato alla loro gloria».
«Lettera», di Barnaba
LA VIA DELLA LUCE
C’È UNA VIA CHE È QUELLA DELLA LUCE. SE QUALCUNO DESIDERA PERCORRERLA E ARRIVARE FINO ALLA META LO FACCIA, OPERANDO ATTIVAMENTE.
LE INDICAZIONI PER TROVARLA E SEGUIRE QUESTA VIA SONO LE SEGUENTI. AMERAI COLUI CHE TI HA CREATO E TEMERAI COLUI CHE TI HA PLASMATO. GLORIFICHERAI COLUI CHE TI HA REDENTO DALLA MORTE. SARAI SEMPLICE DI CUORE, MA RICCO NELLO SPIRITo. Non ti unirai a quelli che camminano nella via della morte. Odierai qualunque cosa dispiaccia a Dio. Disprezzerai ogni ipocrisia. Non abbandonerai i comandamenti del Signore.
NON ESALTERAI TE STESSO, MA SARAI UMILE IN TUTTE LE COSE. NON TI ATTRIBUIRAI GLORIA. NON TRAMERAI CONTRO IL TUO PROSSIMO. NON AMMETTERAI SENTIMENTI DI ORGOGLIO NEL TUO CUORE.
AMERAI IL TUO PROSSIMO PIÙ DELLA TUA VITA. NON PROCURERAI ABORTO E NON UCCIDERAI IL BIMBO DOPO LA SUA NASCITA.
Non ti disinteresserai di tuo figlio e di tua figlia, ma insegnerai loro il timore di Dio fin dalla fanciullezza. Non bramerai i beni del tuo prossimo, né sarai avaro. Non ti unirai ai superbi, ma frequenterai le persone umili e giuste.
Qualunque cosa ti accada, la prenderai in bene, sapendo che nulla avviene che Dio non voglia. Non sarai volubile nel pensare né userai duplicità nel parlare; la lingua doppia infatti è un laccio di morte.
METTERAI IN COMUNE CON IL TUO PROSSIMO TUTTO QUELLO CHE HAI E NULLA CHIAMERAI TUA PROPRIETÀ; INFATTI SE SIETE COMPARTECIPI DEI BENI INCORRUTTIBILI, QUANTO PIÙ DOVETE ESSERLO IN CIÒ CHE SI CORROMPE? Non sarai precipitoso nel parlare; la lingua infatti è un laccio di morte. Usa il massimo impegno per mantenerti casto. Lo esige il bene della tua anima. Non stendere la tua mano per prendere e non ritirarla invece nel dare. AMERAI COME LA PUPILLA DEI TUOI OCCHI CHIUNQUE TI DIRÀ LA PAROLA DEL SIGNORE.
Giorno e notte richiamerai alla tua memoria il giudizio finale e ricercherai ogni giorno la compagnia dei santi, sia quando ti affanni a parlare e ti accingi a esortare e mediti come possa salvare un’anima per mezzo della parola, sia quando lavori con le tue mani per espiare i tuoi peccati.
NON ESITERAI NEL DARE, NÉ DARAI IL TUO DONO IN MODO OFFENSIVO. SAI BENE CHI È CHE RETRIBUISCE LA GIUSTA MERCEDE. CUSTODIRAI INTATTO IL DEPOSITO, CHE TI È STATO AFFIDATO, SENZA SOTTRAZIONI O MANIPOLAZIONI DI SORTA.
ODIERAI SEMPRE IL MALE. GIUDICHERAI CON GIUSTIZIA. NON FARAI NASCERE DISSIDI, MA PIUTTOSTO RICONDURRAI LA PACE, METTENDO D’ACCORDO I CONTENDENTI.
CONFESSERAI I TUOI PECCATI. NON TI ACCINGERAI ALLA PREGHIERA CON UNA COSCIENZA CATTIVA.
ECCO IN CHE COSA CONSISTE LA VIA DELLA LUCE.
S. Anastasio sinaita, vescovo
È BELLO RESTARE CON CRISTO!
IL MISTERO DELLA SUA TRASFIGURAZIONE GESÙ LO MANIFESTÒ AI SUOI DISCEPOLI SUL MONTE TABOR. EGLI AVEVA PARLATO LORO DEL REGNO DI DIO E DELLA SUA SECONDA VENUTA NELLA GLORIA. Ma ciò forse non aveva avuto per loro una sufficiente forza di persuasione. E ALLORA IL SIGNORE, PER RENDERE LA LORO FEDE FERMA E PROFONDA E PERCHÉ, ATTRAVERSO I FATTI PRESENTI, ARRIVASSERO ALLA CERTEZZA DEGLI EVENTI FUTURI, VOLLE MOSTRARE IL FULGORE DELLA SUA DIVINITÀ E COSÌ OFFRIRE LORO UN’IMMAGINE PREFIGURATIVA DEL REGNO DEI CIELI. L’evangelista, per parte sua, allo scopo di provare che Cristo poteva tutto ciò che voleva, aggiunse: «SEI GIORNI DOPO, GESÙ PRESE CON SÉ PIETRO, GIACOMO E GIOVANNI SUO FRATELLO E LI CONDUSSE IN DISPARTE, SU UN ALTO MONTE. E LÀ FU TRASFIGURATO DAVANTI A LORO; IL SUO VOLTO BRILLÒ COME IL SOLE E LE SUE VESTI DIVENNERO CANDIDE COME LA LUCE. ED ECCO APPARVERO LORO MOSÈ ED ELIA, CHE CONVERSAVANO CON LUI» (Mt 17, 1-3).
ECCO LE REALTÀ MERAVIGLIOSE DELLA SOLENNITÀ PRESENTE, ECCO IL MISTERO DI SALVEZZA CHE TROVA COMPIMENTO PER NOI OGGI SUL MONTE, ECCO CIÒ CHE ORA CI RIUNISCE: LA MORTE E INSIEME LA GLORIA DEL CRISTO.
Per penetrare il contenuto intimo di questi ineffabili e sacri misteri insieme con i discepoli scelti e illuminati da Cristo, ascoltiamo Dio che con la sua misteriosa voce ci chiama a sé insistentemente dall’alto. Portiamoci là sollecitamente. Anzi, oserei dire, andiamoci come Gesù, che ora dal cielo si fa nostra guida e battistrada. Con lui saremo circondati di quella luce che solo l’occhio della fede può vedere. LA NOSTRA FISIONOMIA SPIRITUALE SI TRASFORMERÀ E SI MODELLERÀ SULLA SUA. COME LUI ENTREREMO IN UNA CONDIZIONE STABILE DI TRASFIGURAZIONE, PERCHÉ SAREMO PARTECIPI DELLA DIVINA NATURA E VERREMO PREPARATI ALLA VITA BEATA.
Corriamo fiduciosi e lieti là dove ci chiama, entriamo nella nube, diventiamo come Mosè ed Elia come Giacomo e Giovanni.
COME PIETRO LASCIAMOCI PRENDERE TOTALMENTE DALLA VISIONE DELLA GLORIA DIVINA. LASCIAMOCI TRASFIGURARE DA QUESTA GLORIOSA TRASFIGURAZIONE, CONDURRE VIA DALLA TERRA E TRASPORTARE FUORI DEL MONDO. ABBANDONIAMO LA CARNE, ABBANDONIAMO IL MONDO CREATO E RIVOLGIAMOCI AL CREATORE, AL QUALE PIETRO IN ESTASI E FUORI DI SÉ DISSE: «SIGNORE, È BELLO PER NOI RESTARE QUI» (Mt 17, 4).
Realmente, o Pietro, è davvero «bello stare qui» con Gesù e qui rimanervi per tutti i secoli. Che cosa vi è di più felice, di più prezioso, di più santo che stare con Dio, conformarsi a lui, trovarsi nella sua luce?
Certo ciascuno di noi sente di avere con sé Dio e di essere trasfigurato nella sua immagine. Allora esclami pure con gioia: «È BELLO PER NOI RESTARE QUI», DOVE TUTTE LE COSE SONO SPLENDORE, GIOIA, BEATITUDINE E GIUBILO. RESTARE QUI DOVE L’ANIMA RIMANE IMMERSA NELLA PACE, NELLA SERENITÀ E NELLE DELIZIE; QUI DOVE CRISTO MOSTRA IL SUO VOLTO, QUI DOVE EGLI ABITA COL PADRE. ECCO CHE EGLI ENTRA NEL LUOGO DOVE CI TROVIAMO E DICE: «OGGI LA SALVEZZA È ENTRATA IN QUESTA CASA» (LC 19, 9). QUI SI TROVANO AMMASSATI TUTTI I TESORI ETERNI. QUI SI VEDONO RAFFIGURATE COME IN UNO SPECCHIO LE IMMAGINI DELLE PRIMIZIE E DELLA REALTÀ DEI SECOLI FUTURI.
«Lettera» di Barnaba
LA NUOVA LEGGE DI NOSTRO SIGNORE
Dio ha abrogato i vecchi sacrifici perché la nuova legge del Signore Nostro Gesù Cristo, libera dal giogo della costrizione, Dice infatti: QUANDO I VOSTRI PADRI USCIRONO DALL’EGITTO HO FORSE PRESCRITTO LORO DI OFFRIRMI OLOCAUSTI E SACRIFICI? DIEDI INVECE QUESTO COMANDO: NESSUNO DI VOI SERBI RANCORE IN CUOR SUO CONTRO IL PROSSIMO, E NON AMATE IL FALSO GIURAMENTO (cfr. Ger 7, 22-23).
Se dunque non siamo insensati, dobbiamo comprendere il sentimento di bontà del Padre nostro; egli infatti ci parla perché vuole che noi nel cercare di accostarci a lui non sbagliamo a somiglianza degli antichi Ebrei. A noi dunque dice così: SACRIFICIO PER IL SIGNORE È UN CUORE CONTRITO, ODORE SOAVE PER IL SIGNORE È LO SPIRITO CHE GLORIFICA COLUI CHE LO HA CREATO (cfr. Sal 50, 19).
Perciò, o fratelli, dobbiamo attendere con grande cura alla nostra salvezza, perché il Maligno non si insinui in noi per sedurci e farci perdere il bene della vita.
Il Signore disse anche queste parole: «NON DIGIUNATE PIÙ COME FATE OGGI, COSÌ DA FARE UDIRE IN ALTO IL VOSTRO CHIASSO. È FORSE COME QUESTO IL DIGIUNO CHE BRAMO, IL GIORNO IN CUI L’UOMO SI MORTIFICA?» (Is 58, 4-5). Dio mostra chiaramente qual è la sua volontà dicendo: Ecco il digiuno che io desidero: SCIOGLI OGNI CATENA DI INGIUSTIZIA, SPEZZA I LEGAMI DEI CONTRATTI OTTENUTI CON LA VIOLENZA, LASCIA LIBERI GLI OPPRESSI E RIMETTI LORO OGNI DEBITO, ANNULLA OGNI OBBLIGAZIONE INGIUSTA. DIVIDI IL TUO PANE CON GLI AFFAMATI, E QUANDO VEDI QUALCUNO CHE È NUDO, RIVESTILO, E ACCOGLI IN CASA TUA COLORO CHE SONO SENZA TETTO (CFR. IS 58, 6-10).
Fuggiamo dunque la vanità e detestiamo assolutamente ogni male e ogni condotta cattiva. Non isolatevi, rinchiudendovi in voi stessi, come se già foste giustificati, ma riunitevi insieme e cercate quello che è di vantaggio per tutti. Diveniamo spirituali, rendiamoci tempio consacrato a Dio. Per quanto sta in noi meditiamo sul timore di Dio, e sforziamoci di osservare i suoi comandamenti, per trovare gioia nella sua legge.
Il Signore giudicherà il mondo senza preferenze di persone (cfr. 1 Pt 1, 17). CIASCUNO RICEVERÀ SECONDO QUELLO CHE HA FATTO: SE SARÀ STATO BUONO, LA SUA GIUSTIZIA CAMMINERÀ DAVANTI A LUI; SE SARÀ STATO CATTIVO, SI TROVERÀ DAVANTI LA RICOMPENSA DELLA SUA MALVAGITÀ. NON AVVENGA CHE RESTIAMO INATTIVI QUANDO SIAMO CHIAMATI E CI ADDORMENTIAMO NEI NOSTRI PECCATI, E COSÌ IL PRINCIPE DEL MALE ACQUISTI POTERE SU DI NOI E CI STRAPPI DAL REGNO DI DIO.
SIAMO RICCHI DI CIÒ CHE… DONIAMO
Nel Vangelo le regole sono due soltanto: 1. NON ACCUMULARE; 2. QUELLO CHE HAI CE L’HAI PER CONDIVIDERLO. Sono le stesse della parabola: l’uomo ricco ragionava tra sé: come faccio con questa fortuna? Ecco, demolirò i miei magazzini e ne ricostruirò di più grandi. In questo modo potrò accumulare, controllare, contare le mie ricchezze. Scrive san BASILIO MAGNO: «E se poi riempirai anche i nuovi granai con un nuovo raccolto, che cosa farai? Demolirai ancora e ancora ricostruirai? Cosa c’è di più insensato? Se vuoi, hai dei granai: SONO LE CASE DEI POVERI». Invece L’UOMO RICCO È SOLO al centro del suo deserto di relazioni, avvolto dall’aggettivo «MIO» (i miei beni, i miei raccolti, i miei magazzini, me stesso, anima mia) avviluppato da due vocali «IO» (demolirò, costruirò, raccoglierò…). Esattamente l’opposto della visione che Gesù propone nel PADRE NOSTRO, DOVE MAI SI DICE «IO», MAI SI USA IL POSSESSIVO «MIO», MA SEMPRE «TU E TUO; NOI E NOSTRO», RADICE DEL MONDO NUOVO. L’uomo ricco della parabola non ha un nome proprio, perché il denaro ha mangiato la sua anima, si è impossessato di lui Uomo senza aperture e senza abbracci. Nessuno in casa, nessun povero Lazzaro alla porta. Ma questa non è vita. Infatti: stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta indietro la tua vita. Quell’uomo È già morto agli altri, e gli altri per lui. La morte ha già fatto il nido nella sua casa. PERCHÉ LA TUA VITA NON DIPENDE DA CIÒ CHE UNO HA, MA DA CIÒ CHE UNO DÀ. Noi siamo ricchi di ciò che abbiamo dato via. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio. Chi accumula «per sé», lentamente muore. Invece Dio regala gioia a chi produce amore; e chi si prende cura della felicità di qualcuno, aiuterà Dio a prendersi cura della sua felicità. Ermes Ronchi
– IL PANE CHE VI SOPRAVANZA È IL PANE DELL’AFFAMATO
– LA TUNICA appesa al vostro armadio è la tunica di colui che è nudo;
– LE SCARPE che voi non portate sono le scarpe di chi è scalzo;
– IL DENARO che voi tenete nascosto è il denaro del povero;
– LE OPERE DI CARITÀ che voi non compite sono altrettante ingiustizie che voi compite. (San Basilio Magno)
DOBBIAMO SOSTENERE OGNI COSA PER DIO,
PERCHÉ ANCH’EGLI A SUA VOLTA CI SOSTENGA
Dalla «Lettera a Policarpo» di sant’Ignazio di Antiochia,
IGNAZIO, DETTO ANCHE TEOFORO, AUGURA OGNI BENE A POLICARPO, CHE È VESCOVO DELLA CHIESA DI SMIRNE, o piuttosto ha egli stesso per vescovo Dio Padre e il Signore Gesù Cristo. Rendo omaggio alla tua pietà solidamente stabilita come su una roccia incrollabile e lodo e ringrazio il Signore che mi ha concesso di vedere il tuo volto di bontà. Possa io averne giovamento in Dio. TI SCONGIURO DI CONTINUARE IL TUO CAMMINO E DI ESORTARE TUTTI PERCHÉ SI SALVINO. ABBI CURA DI MANTENERE L’UNITÀ, PERCHÉ NULLA VI È DI PIÙ PREZIOSO. PORTA IL PESO DI TUTTI I FEDELI, COME IL SIGNORE PORTA A TE. Abbi pazienza e carità con tutti, come già fai. Attendi di continuo alla preghiera. Chiedi una sapienza ancora maggiore di quella che già hai. Vigila con spirito insonne. PARLA A CIASCUNO SINGOLARMENTE, SEGUENDO IL MODO DI AGIRE DI DIO. porta le infermità di tutti, come un valido atleta. dove è maggiore la fatica, più grande sarà anche il premio. Se ami solo i buoni discepoli, non ne avrai alcun merito. CERCA PIUTTOSTO DI CATTIVARTI, CON LA DOLCEZZA, I PIÙ RIOTTOSI. NON OGNI FERITA VA CURATA CON LO STESSO MEDICAMENTO. IN OGNI OCCASIONE SII PRUDENTE COME IL SERPENTE E SEMPLICE COME LA COLOMBA (cfr. Mt 10, 16). Essendo composto d’anima e di corpo, disponi di esperienze nel settore materiale e spirituale. Esercita dunque la tua saggezza nelle cose che cadono sotto gli occhi e chiedi di conoscere quelle invisibili, perché nulla ti manchi e ti sia concesso in abbondanza ogni dono spirituale. COME IL NOCCHIERO DOMANDA VENTI PROPIZI, E CHI È SBATTUTO DALLA TEMPESTA DESIDERA IL PORTO, COSÌ IL MOMENTO PRESENTE FA appello alla tua opera perché tu possa giungere con i tuoi a Dio. Sii sobrio come un atleta del Signore: il premio è l’immortalità e la vita eterna, come sai benissimo. Per te io offro in sacrificio la mia vita e queste catene che tu hai venerato.
Sta’ saldo come l’incudine sotto il martello. È proprio di un valoroso atleta essere bersagliato di colpi e vincere. Dobbiamo sopportare ogni cosa per Dio, perché anch’egli a sua volta sopporta noi.
Cresca sempre più il tuo zelo. NON SIANO TRASCURATE LE VEDOVE. Dopo il Signore, sii tu il loro sostegno. NIENTE SI FACCIA SENZA IL TUO CONSENSO, E NON FAR NULLA SENZA DIO COME SO CHE GIÀ NON FAI NULLA SENZA DI LUI. SII COSTANTE INVITA CIASCUNO PERSONALMENTE.
L’AMORE DI CRISTO
sant’Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo
Tutta la santità e la perfezione di un’anima consiste nell’amar Gesù Cristo nostro Dio, nostro sommo bene e nostro Salvatore. La carità è quella che unisce e conserva tutte le virtù che rendono l’uomo perfetto.
FORSE IDDIO NON SI MERITA TUTTO IL NOSTRO AMORE? Egli ci ha amati sin dall’eternità. «UOMO, DICE IL SIGNORE, CONSIDERA CH’IO SONO STATO IL PRIMO AD AMARTI. TU NON ERI ANCORA AL MONDO, IL MONDO NEPPUR V’ERA ED IO GIÀ T’AMAVO. DA CHE SONO DIO, IO T’AMO». VEDENDO IDDIO CHE GLI UOMINI SI FAN TIRARE DA’ BENEFICI, VOLLE PER MEZZO DE’ SUOI DONI CATTIVARLI AL SUO AMORE. DISSE PERTANTO: «VOGLIO TIRARE GLI UOMINI AD AMARMI CON QUEI LACCI CON CUI GLI UOMINI SI FANNO TIRARE, CIOÈ COI LEGAMI DELL’AMORE». Tali appunto sono stati i doni fatti da Dio all’uomo. Egli dopo di averlo dotato di anima colle potenze a sua immagine, di memoria, intelletto e volontà, e di corpo fornito dei sensi, HA CREATO PER LUI IL CIELO E LA TERRA E TANTE ALTRE COSE TUTTE PER AMOR DELL’UOMO; ACCIOCCHÉ SERVANO ALL’UOMO, E L’UOMO L’AMI PER GRATITUDINE DI TANTI DONI.
Ma Iddio non è stato contento di donarci tutte queste belle creature. EGLI PER CATTIVARSI TUTTO IL NOSTRO AMORE È GIUNTO A DONARCI TUTTO SE STESSO. L’ETERNO PADRE È GIUNTO A DARCI IL SUO MEDESIMO ED UNICO FIGLIO. VEDENDO CHE NOI ERAVAMO TUTTI MORTI E PRIVI DELLA SUA GRAZIA PER CAUSA DEL PECCATO, CHE FECE? PER L’AMOR IMMENSO, ANZI, COME SCRIVE L’APOSTOLO, PEL TROPPO AMORE CHE CI PORTAVA MANDÒ IL FIGLIO DILETTO A SODDISFARE PER NOI, E COSÌ RENDERCI QUELLA VITA CHE IL PECCATO CI AVEVA TOLTA.
E dandoci il Figlio (non perdonando al Figlio per perdonare a noi), insieme col Figlio ci ha donato ogni bene: la sua grazia, il suo amore e il paradiso; poiché tutti questi beni sono certamente minori del Figlio: «EGLI CHE NON HA RISPARMIATO IL PROPRIO FIGLIO, MA LO HA DATO PER TUTTI NOI, COME NON CI DONERÀ OGNI COSA INSIEME CON LUI?» (Rm 8, 32).
LA SOFFERENZA DEI BUONI
***
Un discepolo chiese al maestro:
“Rabbì, perché i buoni soffrono più dei cattivi?”.
Rispose il maestro:
“Ascoltami. Un contadino aveva due mucche,
una robusta, l’altra debole. A quale mette il giogo?”.
“Certamente a quella forte”.
Concluse il rabbino:
“Così fa il Misericordioso, che benedetto sia!
Per tirare avanti il mondo,
mette il giogo ai buoni”.
sant’Ignazio
PROVATE GLI SPIRITI SE SONO DA DIO
Essendo stato appassionato divoratore di romanzi e d’altri libri fantasiosi sulle imprese mirabolanti di celebri personaggi, quando cominciò a sentirsi in via di guarigione, IGNAZIO DOMANDÒ CHE GLIENE FOSSERO DATI ALCUNI TANTO PER INGANNARE IL TEMPO. MA NELLA CASA, DOVE ERA RICOVERATO, NON SI TROVÒ ALCUN LIBRO DI QUEL GENERE, PER CUI GLIENE FURONO DATI DUE INTITOLATI «VITA DI CRISTO» E «FLORILEGIO DI SANTI», AMBEDUE NELLA LINGUA MATERNA.
Si mise a leggerli e rileggerli, e man mano che assimilava il loro contenuto, sentiva nascere in sé un certo interesse ai temi ivi trattati. Ma spesso la sua mente ritornava a tutto quel mondo immaginoso descritto dalle letture precedenti. In questo complesso gioco di sollecitazioni si inserì l’azione di Dio misericordioso.
Infatti, mentre leggeva la vita di Cristo nostro Signore e dei santi, pensava dentro di sé e così si interrogava: «E se facessi anch’io quello che ha fatto san Francesco; e se imitassi l’esempio di san Domenico?». Queste considerazioni duravano anche abbastanza a lungo avvicendandosi con quelle di carattere mondano. Un tale susseguirsi di stati d’animo lo occupò per molto tempo. MA TRA LE PRIME E LE SECONDE VI ERA UNA DIFFERENZA. QUANDO PENSAVA ALLE COSE DEL MONDO ERA PRESO DA GRANDE PIACERE; POI SUBITO DOPO QUANDO, STANCO, LE ABBANDONAVA, SI RITROVAVA TRISTE E INARIDITO. INVECE QUANDO IMMAGINAVA DI DOVER CONDIVIDERE LE AUSTERITÀ CHE AVEVA VISTO METTERE IN PRATICA DAI SANTI, ALLORA NON SOLO PROVAVA PIACERE MENTRE VI PENSAVA, MA LA GIOIA CONTINUAVA ANCHE DOPO.
TUTTAVIA EGLI NON AVVERTIVA NÉ DAVA PESO A QUESTA DIFFERENZA FINO A CHE, APERTI UN GIORNO GLI OCCHI DELLA MENTE, INCOMINCIÒ A RIFLETTERE ATTENTAMENTE SULLE ESPERIENZE INTERIORI CHE GLI CAUSAVANO TRISTEZZA E SULLE ALTRE CHE GLI PORTAVANO GIOIA.
FU LA PRIMA MEDITAZIONE INTORNO ALLE COSE SPIRITUALI. IN SEGUITO, ADDENTRATOSI ORMAI NEGLI ESERCIZI SPIRITUALI, COSTATÒ CHE PROPRIO DA QUI AVEVA COMINCIATO A COMPRENDERE QUELLO CHE INSEGNÒ AI SUOI SULLA DIVERSITÀ DEGLI SPIRITI.
SEI RICCO O POVERO DI AMORE…!?
Dalle «Omelie» di san Basilio Magno, vescovo
IMITA LA TERRA, O UOMO, produci anche tu i tuoi frutti per non essere inferiore alle cose materiali. La terra produce frutti, però non può goderseli e li produce a tuo beneficio. Tu invece puoi raccogliere a tuo vantaggio tutto ciò che vai producendo. Infatti la ricompensa e il premio delle buone opere vanno a coloro che le hanno compiute. SE HAI DATO ALL’AFFAMATO, DIVENTA TUO TUTTO CIÒ CHE GLI HAI DONATO, ANZI RITORNA A TE ACCRESCIUTO. COME INFATTI IL FRUMENTO, CHE CADE IN TERRA, VA A VANTAGGIO DI COLUI CHE LO HA SEMINATO, COSÌ IL PANE DATO ALL’AFFAMATO RIPORTA MOLTI BENEFICI.
Verrà il momento nel quale dovrai abbandonare le ricchezze, anche tuo malgrado, mentre porterai al Signore la gloria acquistata con le opere buone. SII ATTIVO NEL BENE. TI APPROVERÀ ALLORA DIO, TI LODERANNO GLI ANGELI, TI PROCLAMERANNO BEATO TUTTI GLI UOMINI CHE SONO ESISTITI DALLA CREAZIONE DEL MONDO IN POI, RICEVERAI LA GLORIA ETERNA, LA CORONA DI GIUSTIZIA, IL REGNO DEI CIELI COME PREMIO DEL RETTO USO DELLE COSE TERRENE E CADUCHE. Ma, a quanto pare, di tutti i grandi e incorruttibili beni, oggetto della beata speranza, non ti curi affatto, avido come sei solo di beni terrestri. No, non fare così. LARGHEGGIA CON CIÒ CHE POSSIEDI, SII GENEROSO NELL’AFFRONTARE SPESE A BENEFICIO DEI BISOGNOSI. SI DICA ANCHE DI TE: «EGLI DONA LARGAMENTE AI POVERI: LA SUA GIUSTIZIA RIMANE PER SEMPRE» (Sal 111, 9). Quanto dovresti essere grato al donatore benefico per quell’onore che ti viene fatto! Quanto dovresti essere contento di non dover tu battere alla porta altrui, ma gli altri alle tue! E INVECE SEI INTRATTABILE E INABBORDABILE. EVITI DI INCONTRARTI CON CHI TI POTREBBE CHIEDERE QUALCHE SPICCIOLO. TU NON CONOSCI CHE UNA FRASE: «NON HO NULLA E NON POSSO DAR NULLA, PERCHÉ SONO NULLATENENTE». IN EFFETTI TU SEI VERAMENTE POVERO, ANZI PRIVO DI OGNI VERO BENE. SEI POVERO DI AMORE, POVERO DI UMANITÀ, POVERO DI FEDE IN DIO, POVERO DI SPERANZA NELLE REALTÀ ETERNE.
FELICI COLORO CHE HANNO MERITATO DI RICEVERE
IL SIGNORE NELLA PROPRIA CASA
Sant’Agostino, vescovo
LE PAROLE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO CI VOGLIONO RICORDARE CHE ESISTE UN UNICO TRAGUARDO AL QUALE TENDIAMO, QUANDO CI AFFATICHIAMO NELLE SVARIATE OCCUPAZIONI DI QUESTO MONDO. VI TENDIAMO MENTRE SIAMO PELLEGRINI E NON ANCORA STABILI; in cammino e non ancora nella patria; nel desiderio e non ancora nell’appagamento. Ma dobbiamo tendervi senza svogliatezza e senza intermissione, per poter giungere finalmente un giorno alla meta. MARTA E MARIA ERANO DUE SORELLE, non solo sul piano della natura, ma anche in quello della religione; TUTTE E DUE ONORAVANO DIO, TUTTE E DUE SERVIVANO IL SIGNORE presente nella carne in perfetta armonia di sentimenti. MARTA LO ACCOLSE COME SI SOGLIONO ACCOGLIERE I PELLEGRINI, E TUTTAVIA ACCOLSE IL SIGNORE COME SERVA, IL SALVATORE COME INFERMA, IL CREATORE COME CREATURA; LO ACCOLSE PER NUTRIRLO NEL SUO CORPO MENTRE LEI DOVEVA NUTRIRSI CON LO SPIRITO. Così il Signore fu accolto come ospite, …A QUANTI PERÒ L’HANNO ACCOLTO, HA DATO POTERE DI DIVENTARE FIGLI DI DIO» (Gv 1, 11-12). ha adottato dei servi e li ha resi FRATELLI, ha riscattato dei prigionieri e li ha costituiti coeredi. …Nessuno di voi osi esclamare: «FELICI COLORO CHE HANNO MERITATO DI RICEVERE CRISTO IN CASA PROPRIA!». Non rammaricarti perché sei nato in un tempo in cui non puoi vedere il Signore nella carne. Egli non ti ha privato di questo onore, perché ha assicurato: «ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (mt 25, 40). Del resto tu, Marta ora sei immersa in molteplici faccende, vuoi ristorare dei corpi mortali, sia pure di persone sante. ma dimmi: quando sarai giunta a quella patria, troverai il pellegrino da accogliere come ospite? troverai l’affamato cui spezzare il pane? l’assetato al quale porgere da bere? l’ammalato da visitare? il litigioso da ricondurre alla pace? il morto da seppellire? LASSÙ NON VI SARÀ POSTO PER TUTTO QUESTO. E ALLORA CHE COSA VI SARÀ? CIÒ CHE HA SCELTO MARIA: là saremo nutriti, non nutriremo. perciò sarà completo e perfetto ciò che qui Maria ha scelto: da quella ricca mensa raccoglieva le briciole della parola del Signore. e volete proprio sapere quello che vi sarà lassù? Il Signore Stesso Afferma: «In Verità Vi Dico, LI FARÀ METTERE A TAVOLA E PASSERÀ A SERVIRLI» (LC 12, 37).
San Giovanni Crisostomo, vescovo
SOVRABBONDO DI GIOIA IN OGNI TRIBOLAZIONE
PAOLO RIPRENDE IL DISCORSO SULLA CARITÀ, MODERANDO L’ASPREZZA DEL RIMPROVERO. DOPO AVERE INFATTI BIASIMATO E RIMPROVERATO I CORINZI PER IL FATTO CHE, PUR AMATI, NON AVEVANO CORRISPOSTO ALL’AMORE, ANZI ERANO STATI INGRATI E AVEVANO DATO ASCOLTO A GENTE MALVAGIA, MITIGA IL RIMPROVERO DICENDO: «FATECI POSTO NEI VOSTRI CUORI» (2 COR 7, 2), CIOÈ AMATECI. CHIEDE UN FAVORE ASSAI POCO GRAVOSO, ANZI PIÙ UTILE A LORO CHE A LUI. NON DICE «AMATE», MA CON SQUISITA DELICATEZZA: «FATECI POSTO NEI VOSTRI CUORI». Chi ci ha scacciati, sembra chiedere, dai vostri cuori? Chi ci ha espulsi? Per quale motivo siamo stati banditi dal vostro spirito? Dato che prima aveva affermato: «È nei vostri cuori invece che siete allo stretto» (2 Cor 6, 12), qui esprime lo stesso sentimento dicendo: «FATECI POSTO NEI VOSTRI CUORI». COSÌ LI ATTIRA DI NUOVO A SÉ. NIENTE SPINGE TANTO ALL’AMORE CHI È AMATO QUANTO IL SAPERE CHE L’AMANTE DESIDERA ARDENTEMENTE DI ESSERE CORRISPOSTO.
«Vi ho già detto poco fa, continua, che siete nel nostro cuore per morire insieme e insieme vivere» (2 Cor 7, 3). Espressione massima dell’amore di Paolo: benché disprezzato, desidera vivere e morire con loro. Siete nel nostro cuore non superficialmente, in modo qualsiasi, ma come vi ho detto. Può capitare che uno ami, ma fugga al momento del pericolo: non è così per me.
«SONO PIENO DI CONSOLAZIONE» (2 COR 7, 4). DI QUALE CONSOLAZIONE? DI QUELLA CHE MI VIENE DA VOI: RITORNATI SULLA BUONA STRADA MI AVETE CONSOLATO CON LE VOSTRE OPERE. È PROPRIO DI CHI AMA PRIMA LAMENTARSI DEL FATTO CHE NON È AMATO, POI TEMERE DI RECARE AFFLIZIONE PER ECCESSIVA INSISTENZA NELLA LAMENTELA. PER QUESTO MOTIVO AGGIUNGE: «SONO PIENO DI CONSOLAZIONE, PERVASO DI GIOIA».
IN ALTRE PAROLE: SONO STATO COLPITO DA GRANDE DISPIACERE A CAUSA VOSTRA, MA MI AVETE ABBONDANTEMENTE COMPENSATO E RECATO GRAN SOLLIEVO; NON AVETE SOLO RIMOSSO LA CAUSA DEL DISPIACERE, MA MI AVETE COLMATO DI PIÙ ABBONDANTE GIOIA.
PAOLO MANIFESTA LA SUA GRANDEZZA D’ANIMO NON FERMANDOSI A DIRE SEMPLICEMENTE «SOVRABBONDO DI GIOIA», MA AGGIUNGENDO ANCHE «IN OGNI MIA TRIBOLAZIONE». È COSÌ GRANDE IL PIACERE CHE MI AVETE ARRECATO CHE NEPPURE LA PIÙ GRANDE TRIBOLAZIONE PUÒ OSCURARLO, ANZI È TALE DA FARMI DIMENTICARE CON L’ESUBERANZA DELLA SUA RICCHEZZA, TUTTI GLI AFFANNI CHE MI ERANO PIOMBATI ADDOSSO E HA IMPEDITO CHE IO NE RIMANESSI SCHIACCIATO.
SAN GIOVANNI CRISOSTOMO, VESCOVO
IL NOSTRO CUORE SI È APERTO PER VOI
«IL NOSTRO CUORE SI È TUTTO APERTO PER VOI» (2 COR 6, 11). COME IL CALORE, COSÌ LA CARITÀ HA LA PREROGATIVA DI DILATARE: È, INFATTI, UNA VIRTÙ ARDENTE E IMPETUOSA. ESSA APRIVA LA BOCCA E DILATAVA IL CUORE DI PAOLO. E NON VI ERA NESSUN CUORE PIÙ GRANDE DEL CUORE DI PAOLO. EGLI, COME OGNI PERSONA CHE AMA, ABBRACCIAVA CON AMORE TANTO PROFONDO TUTTI I FEDELI CHE NESSUNO NE ERA ESCLUSO O MESSO DA PARTE. E NON CI MERAVIGLI QUESTO SUO AMORE VERSO I CREDENTI, DAL MOMENTO CHE IL SUO AMORE SI ESTENDEVA ANCHE AI NON CREDENTI. NON DISSE INFATTI: «AMO SOLTANTO CON LA BOCCA, MA ANCHE IL CUORE CANTA ALL’UNISONO NELL’AMORE CON LA BOCCA, PERCIÒ PARLO CON FIDUCIA, CON TUTTO IL CUORE E CON TUTTA LA MENTE». NON DICE: «VI AMO», MA USA UN’ESPRESSIONE ASSAI PIÙ SIGNIFICATIVA: «LA NOSTRA BOCCA SI È APERTA E IL NOSTRO CUORE SI È DILATATO» CIOÈ VI PORTO TUTTI NELL’INTIMO DEL CUORE, IN UN ABBRACCIO UNIVERSALE. CHI È AMATO, INFATTI, SI MUOVE A SUO PIACIMENTO NELL’INTIMO DEL CUORE CHE LO AMA. PER QUESTO L’APOSTOLO AFFERMA: «NON SIETE DAVVERO ALLO STRETTO IN NOI; È NEI VOSTRI CUORI INVECE CHE SIETE ALLO STRETTO. IO PARLO COME A FIGLI: RENDETECI IL CONTRACCAMBIO, APRITE ANCHE VOI IL VOSTRO CUORE!» (2 COR 6, 12-13). NOTA IL RIMPROVERO, ADDOLCITO DALL’AMORE, CARATTERISTICA DELLE PERSONE CHE AMANO. NON DICE LORO CHE NON LO AMANO, MA FA CAPIRE CHE NON GLI VOGLIONO BENE COME LUI A LORO. NON VUOLE RIMPROVERARLI, SE NON DOLCEMENTE.
SI SCORGE DAPPERTUTTO, NELLE SINGOLE LETTERE, LA PRESENZA DI QUESTO SUO VIVISSIMO AMORE PER I FEDELI. SCRIVE AI ROMANI: BRAMO VEDERVI E SPESSO MI SON PROPOSTO DI VENIRE DA VOI. SPERO DI POTER IN QUALCHE MODO VENIR A TROVARVI (CFR. RM 1, 10-11). AI GALATI MANDA A DIRE: «FIGLIOLI MIEI, CHE IO DI NUOVO PARTORISCO NEL DOLORE» (GAL 4, 19). AGLI EFESINI: «PER QUESTO MOTIVO, PIEGO LE GINOCCHIA DAVANTI AL PADRE PER VOI» (EF 3, 14). AI TESSALONICESI AGGIUNGE: QUAL È LA MIA SPERANZA O LA MIA GIOIA O LA MIA CORONA DI GLORIA? NON SIETE FORSE VOI? (CFR. 1 TS 2, 19). ASSERISCE COSÌ DI PORTARLI IN CUORE ANCHE SE INCATENATO.
SCRIVE INOLTRE AI COLOSSESI: VOGLIO CHE SAPPIATE QUALE LOTTA IO SOSTENGO PER VOI, ANCHE PER COLORO CHE NON MI CONOSCONO DI VISTA, PERCHÉ TROVINO CONSOLAZIONE I VOSTRI CUORI (CFR. COL 2, 1), E AI TESSALONICESI: COME UNA NUTRICE, CHE CURA I SUOI BAMBINI, COSÌ AVREMMO VOLUTO, PER IL GRANDE AFFETTO PER VOI, DARVI NON SOLO IL VANGELO, MA ANCHE LA VITA (CFR. 1 TS 2, 7-8). NON VUOLE CHE SI ANGUSTINO PER LUI. PERÒ NON DESIDERA ESSERE SOLO LUI AD AMARE, MA ANCHE ESSERE RIAMATO DA LORO, PER ATTIRARE MAGGIORMENTE I LORO ANIMI. E GIOISCE DI QUESTO LORO ATTEGGIAMENTO. ASSICURA INFATTI: È VENUTO TITO E CI HA FATTO CONOSCERE IL VOSTRO DESIDERIO, IL VOSTRO PIANTO, IL VOSTRO AMORE PER ME (CFR. 2 COR 7, 7).
San Giovanni Damasceno, vescovo
Li conoscerete dai loro frutti
O felice coppia, Gioacchino ed Anna! A voi è debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del creatore.
RALLÉGRATI ANNA, «STERILE CHE NON HAI PARTORITO, PROROMPI IN GRIDA DI GIUBILO E DI GIOIA, TU CHE NON HAI PROVATO I DOLORI» (IS 54, 1). ESULTA, O GIOACCHINO, POICHÉ DALLA TUA FIGLIA È NATO PER NOI UN BIMBO, CI È STATO DATO UN FIGLIO, E IL SUO NOME SARÀ ANGELO DI GRANDE CONSIGLIO, DI SALVEZZA PER TUTTO IL MONDO, DIO FORTE (CFR. IS 9, 6). QUESTO BAMBINO È DIO.
O Gioacchino ed Anna, coppia beata, veramente senza macchia! Dal frutto del vostro seno voi siete conosciuti, come una volta disse il Signore: «Li conoscerete dai loro frutti» (Mt 7, 16). Voi informaste la condotta della vostra vita in modo gradito a Dio e degno di colei che da voi nacque. Infatti nella vostra casta e santa convivenza avete dato la vita a quella perla di verginità che fu vergine prima del parto, nel parto e dopo il parto. Quella, dico, che sola doveva conservare sempre la verginità e della mente e dell’anima e del corpo.
O GIOACCHINO ED ANNA, COPPIA CASTISSIMA! VOI, CONSERVANDO LA CASTITÀ PRESCRITTA DALLA LEGGE NATURALE, AVETE CONSEGUITO, PER DIVINA VIRTÙ, CIÒ CHE SUPERA LA NATURA: AVETE DONATO AL MONDO LA MADRE DI DIO CHE NON CONOBBE UOMO. Voi, conducendo una vita pia e santa nella condizione umana, avete dato alla luce una figlia più grande degli angeli ed ora regina degli angeli stessi.
O vergine bellissima e dolcissima! O figlia di Adamo e Madre di Dio. Beato il seno, che ti ha dato la vita! Beate le braccia che ti strinsero e le labbra che ti impressero casti baci, quelle dei tuoi soli genitori, cosicché tu conservassi in tutto la verginità! «ACCLAMI AL SIGNORE TUTTA LA TERRA, GRIDATE, ESULTATE CON CANTI DI GIOIA» (SAL 97, 4). ALZATE LA VOSTRA VOCE, GRIDATE, NON TEMETE.
Il grido di Dio Monaci Benedettini Silvestrini
«Ho conosciuto una volta un uomo che era in psicanalisi. Lo studio del suo medico era di fronte ad un vecchio ospedale psichiatrico in mattoni rossi, situato nella parte più vecchia della città. Un giorno, come faceva regolarmente da alcuni anni, il mio amico scese lungo la strada per raggiungere la macchina posteggiata davanti all’ospedale. All’improvviso udì provenire dall’ultimo piano un grido che gli fece raggelare il sangue, un grido che sembrava esprimere il dolore più profondo che possa provare una persona. Questo suono gli si impresse nell’anima. Il giorno dopo, di nuovo sul divano, raccontò al medico di quel grido. Il terapeuta, con stupore del mio amico, si meravigliò che egli ne parlasse. “Vuol dire che l’ha sentito solo ora?” chiese il dottore. “Dopo tutti questi anni? Tutti quelli che gridano è lì che li mettono, all’ultimo piano, dall’altra parte della strada”. E il mio amico mi disse che da quel giorno era riuscito quasi sempre a sentire quelle grida. “Le grid a sono tutt’intorno a noi” rifletté più tardi “e aspettano le nostre orecchie, i nostri occhi e le nostre mani”». Questo racconto di Kushner, tratto da “In quel luogo c’era Dio e io non lo sapevo”, è un ottimo commento ad ambedue le letture. Dio parla e la sua voce può incutere tremore (Esodo) oppure può rimanere del tutto inascoltata (Vangelo). Il passo di Matteo dice che occorre compiere uno sforzo perché ciò che si ode penetri nell’intelligenza e nel cuore. La passività o meglio l’indolenza nei confronti della parola di Dio sono delle colpe che si pagano con l’indurimento del cuore, vale a dire con il rimanere in una dimensione superficiale in rapporto alle persone e agli avvenimenti. Bisogna allenarsi quindi all’ascolto e all’approfondimento. Il Signore per manifestarsi richiede che dentro di noi si compia un esodo verso il deserto e lì “parlerà al nostro cuore”.
San Giovanni Crisostomo
PARTECIPI ALLA PASSIONE DI CRISTO
I FIGLI DI ZEBEDEO CHIEDONO AL CRISTO: «CONCEDICI DI SEDERE NELLA TUA GLORIA UNO ALLA TUA DESTRA E UNO ALLA TUA SINISTRA» (Mc 10, 37). Cosa risponde il Signore? Per far loro comprendere che nella domanda avanzata non vi è nulla di spirituale e che, se sapessero ciò che chiedono, non lo domanderebbero, risponde: «Non sapete ciò che domandate», cioè non ne conoscete il valore, la grandezza e la dignità, superiori alle stesse potenze celesti. E aggiunge: «Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?» (Mc 10, 38). VOI, SEMBRA DIR LORO, MI PARLATE DI ONORI E DI DIGNITÀ; IO VI PARLO, INVECE, DI LOTTE E DI SUDORI. NON È QUESTO IL TEMPO DEI PREMI, NÉ LA MIA GLORIA SI MANIFESTA ORA. IL PRESENTE È TEMPO DI MORTE VIOLENTA, DI GUERRE E DI PERICOLI.
OSSERVATE QUINDI COME, RISPONDENDO LORO CON UN’ALTRA DOMANDA, LI ESORTI E LI ATTRAGGA. NON CHIEDE SE SONO CAPACI DI MORIRE, DI VERSARE IL LORO SANGUE, MA DOMANDa: «Potete voi bere il calice» e per animarli aggiunge «che io devo bere?», in modo da renderli, con la partecipazione alle sue sofferenze, più coraggiosi. Chiama la sua passione «battesimo» per far capire che tutto il mondo ne avrebbe ricevuto una grande purificazione. I DUE DISCEPOLI RISPONDONO: «POSSIAMO!». PROMETTONO IMMEDIATAMENTE, SENZA SAPERE CIÒ CHE CHIEDONO, CON LA SPERANZA CHE LA LORO RICHIESTA SIA SODDISFATTA. E GESÙ RISPONDE: «IL CALICE CHE IO BEVO ANCHE VOI LO BERRETE, E IL BATTESIMO CHE IO RICEVO ANCHE VOI LO RICEVERETE» (Mc 10, 39). Preannunzia loro grandi beni: Voi, cioè, sarete degni di subire il martirio e soffrirete con me; finirete la vita con una morte eroica e parteciperete a questi miei dolori. «Ma sedere però alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato» (Mc 10, 40).
Dopo aver preparato l’animo dei due discepoli e dopo averli fortificati contro il dolore, allora corregge la loro richiesta.
«GLI ALTRI DIECI SI SDEGNARONO CON I DUE FRATELLI» (MT 20, 24). NOTATE COME TUTTI GLI APOSTOLI SIANO ANCORA IMPERFETTI, SIA I DUE CHE VOGLIONO INNALZARSI SOPRA I DIECI, SIA GLI ALTRI CHE HANNO INVIDIA DI LORO. MA, COME HO GIÀ DETTO, OSSERVATELI PIÙ TARDI, E LI VEDRETE ESENTI DA TUTTE QUESTE MISERIE. GIOVANNI STESSO, CHE ORA SI FA AVANTI ANCHE LUI PER AMBIZIONE, CEDERÀ IN OGNI CIRCOSTANZA IL PRIMATO A PIETRO, SIA NELLA PREDICAZIONE, SIA NEL COMPIERE MIRACOLI, COME APPARE DAGLI ATTI DEGLI APOSTOLI. GIACOMO, INVECE, NON VISSE MOLTO TEMPO DOPO QUESTI AVVENIMENTI. DOPO LA PENTECOSTE INFATTI SARÀ TALE IL SUO FERVORE CHE, LASCIATO DA PARTE OGNI INTERESSE TERRENO, PERVERRÀ AD UNA VIRTÙ COSÌ ELEVATA DA ESSERE RITENUTO MATURO DI RICEVERE SUBITO IL MARTIRIO.
IMITAZIONE DI CRISTO
Il regno di Dio è pace e gioia nello Spirito Santo
CONVÈRTITI DI TUTTO CUORE AL SIGNORE, ABBANDONA QUESTO MISERO MONDO, E L’ANIMA TUA RIPOSERÀ, PERCHÉ IL REGNO DI DIO È PACE E GIOIA NELLO SPIRITO SANTO. VERRÀ A TE CRISTO E TI MOSTRERÀ LA SUA CONSOLAZIONE, SE PERÒ TU GLI AVRAI PREPARATO NELL’INTIMO UNA DEGNA DIMORA. TUTTA LA SUA GLORIA E OGNI SUO SPLENDORE VIENE DALL’INTERNO (CFR. SAL 44, 14) E QUIVI SI COMPIACE. FREQUENTE È LA SUA VISITA ALL’UOMO INTERIORE, DOLCE IL SUO DISCORRERE, GRADITA LA SUA CONSOLAZIONE, MOLTA LA SUA PACE, E LA FAMILIARITÀ STUPENDA ASSAI. SU, ANIMA FEDELE, APRI A QUESTO SPOSO IL TUO CUORE, COSÌ CHE ABBIA A DEGNARSI DI VENIRE A TE E ABITARE IN TE. DICE INFATTI COSÌ: «SE UNO MI AMA, OSSERVA LA MIA PAROLA, E NOI VERREMO A LUI E PRENDEREMO DIMORA PRESSO DI LUI» (GV 14, 23). DA’ LUOGO A CRISTO, DUNQUE.
QUANDO HAI CRISTO, SEI RICCO E TI BASTA. SARÀ LUI IL TUO PROVVEDITORE E IL TUO PROCURATORE IN TUTTO, TANTO CHE NON OCCORRERÀ PIÙ SPERARE NEGLI UOMINI.
PONI TUTTA LA TUA FIDUCIA IN DIO, E SIA LUI IL TUO TIMORE E IL TUO AMORE. RISPONDERÀ LUI PER TE, E FARÀ BENE, FARÀ QUEL CHE SARÀ MEGLIO. NON HAI QUI LA TUA «CITTÀ STABILE» (EB 13, 14); E DOVUNQUE TU SIA, TU SEI UN ESTRANEO E UN PELLEGRINO, NÉ AVRAI MAI RIPOSO FINTANTOCHÉ NON TI SARAI INTIMAMENTE UNITO A CRISTO.
IL TUO PENSIERO STIA SEMPRE PRESSO L’ALTISSIMO E LA TUA SUPPLICA S’INNALZI A CRISTO SENZA INTERRUZIONE. SE NON RIESCI A SPECULARE NELLE COSE ALTE E CELESTI, RIPOSATI NELLA PASSIONE DI CRISTO, E FA’ VOLENTIERI DIMORA NELLE SACRE FERITE DI LUI.
SOPPORTA TE STESSO CON CRISTO E PER CRISTO SE VUOI REGNARE CON CRISTO. SE ENTRASSI UNA VOLTA PERFETTAMENTE NELLA INTIMITÀ DI GESÙ E SENTISSI, SIA PURE IN PICCOLA MISURA, IL SAPORE DEL SUO AMORE ARDENTE, ALLORA NON TI CURERESTI PIÙ PER NULLA DEL TUO COMODO O INCOMODO, MA PIUTTOSTO GIOIRESTI DEGLI OBBROBRI A TE FATTI, PERCHÉ L’AMORE DI GESÙ FA CHE UNO DISPREZZI SE STESSO.
Dalle «Orazioni» attribuite a santa Brigida
ELEVAZIONE DELLA MENTE A CRISTO SALVATORE
SII BENEDETTO, SIGNOR MIO GESÙ CRISTO, PER AVER PREDETTO PRIMA DEL TEMPO LA TUA MORTE, per aver trasformato in modo mirabile, durante l’ultima Cena, DEL PANE MATERIALE NEL TUO CORPO GLORIOSO, per averlo distribuito amorevolmente agli apostoli in memoria della tua degnissima passione, per aver lavato loro i piedi con le tue mani sante e preziose, dimostrando così l’immensa grandezza della tua umiltà.
ONORE A TE, SIGNOR MIO GESÙ CRISTO, PER AVER SUDATO SANGUE DAL TUO CORPO INNOCENTE NEL TIMORE DELLA PASSIONE E DELLA MORTE, operando tuttavia la nostra redenzione che desideravi portare a compimento, mostrando così chiaramente il tuo amore per il genere umano.
Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per essere stato condotto da Caifa e per aver permesso nella tua umiltà, tu che sei giudice di tutti, di essere sottoposto al giudizio di Pilato.
GLORIA A TE, SIGNOR MIO GESÙ CRISTO, PER ESSERE STATO DERISO QUANDO, RIVESTITO DI PORPORA, SEI STATO CORONATO DI SPINE ACUTISSIME, E PER AVER SOPPORTATO CON INFINITA PAZIENZA CHE IL TUO VOLTO GLORIOSO FOSSE COPERTO DI SPUTI, CHE I TUOI OCCHI FOSSERO VELATI, che la tua faccia fosse percossa pesantemente dalle mani sacrileghe di uomini iniqui.
Lode a te, Signor mio Gesù Cristo, per aver permesso con tanta pazienza di essere legato alla colonna, di essere flagellato in modo disumano, di essere condotto coperto di sangue al giudizio di Pilato, di esserti mostrato come un agnello innocente condotto all’immolazione.
ONORE A TE, SIGNOR MIO GESÙ CRISTO, PER ESSERTI LASCIATO CONDANNARE NEL TUO SANTO CORPO, ORMAI TUTTO INONDATO DI SANGUE, ALLA MORTE DI CROCE; per aver portato con dolore la croce sulle tue sacre spalle, e per aver voluto essere inchiodato al legno del patibolo dopo essere stato trascinato crudelmente al luogo della passione e spogliato delle tue vesti.
ONORE A TE, SIGNORE GESÙ CRISTO, PER AVER RIVOLTO UMILMENTE, IN MEZZO A TALI TORMENTI, I TUOI OCCHI COLMI DI AMORE E DI BONTÀ ALLA TUA DEGNISSIMA MADRE, che mai conobbe il peccato, né mai consentì alla più piccola colpa, e per averla consolata affidandola alla protezione fedele del tuo discepolo.
BENEDIZIONE ETERNA A TE, SIGNOR MIO GESÙ CRISTO, PER AVER DATO, DURANTE LA TUA MORTALE AGONIA, LA SPERANZA DEL PERDONO A TUTTI I PECCATORI, QUANDO HAI PROMESSO MISERICORDIOSAMENTE LA GLORIA DEL PARADISO AL LADRONE CHE SI ERA RIVOLTO A TE.
Lode eterna a te, Signor mio Gesù Cristo, per ogni ora in cui hai sopportato per noi peccatori sulla croce le più grandi amarezze e sofferenze; infatti i dolori acutissimi delle tue ferite penetravano orribilmente nella tua anima beata e trapassavano crudelmente il tuo cuore sacratissimo, FINCHÉ, VENUTO MENO IL CUORE, ESALASTI FELICEMENTE LO SPIRITO E, INCLINATO IL CAPO, LO CONSEGNASTI IN TUTTA UMILTÀ NELLE MANI DI DIO PADRE, RIMANENDO POI, MORTO, TUTTO FREDDO NEL CORPO.
Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per aver redento le anime col tuo sangue prezioso e con la tua santissima morte, e per averle misericordiosamente ricondotte dall’esilio alla vita eterna. Sii benedetto, Signor mio Gesù Cristo, per aver lasciato che la lancia ti perforasse, per la nostra salvezza, il fianco e il cuore, e per il sangue prezioso e l’acqua che da quel fianco sono sgorgati per la nostra redenzione.
GLORIA A TE, SIGNOR MIO GESÙ CRISTO, PER AVER VOLUTO CHE IL TUO CORPO BENEDETTO FOSSE DEPOSTO DALLA CROCE AD OPERA DEI TUOI AMICI, FOSSE CONSEGNATO NELLE BRACCIA DELLA TUA ADDOLORATA MADRE E DA LEI AVVOLTO IN PANNI, E CHE FOSSE RINCHIUSO NEL SEPOLCRO E CUSTODITO DAI SOLDATI.
Onore eterno a te, Signor mio Gesù Cristo, per essere risuscitato dai morti il terzo giorno e per esserti incontrato vivo con chi hai prescelto; per essere salito, dopo quaranta giorni, al cielo, alla vista di molti, e per aver collocato lassù, tra gli onori, i tuoi amici che avevi liberati dagli inferi.
Giubilo e lode eterna a te, Signore Gesù Cristo, per aver mandato nel cuore dei discepoli lo Spirito Santo e per aver comunicato al loro spirito un immenso e divino amore.
SII BENEDETTO, LODATO E GLORIFICATO NEI SECOLI, MIO SIGNORE GESÙ, CHE SIEDI SUL TRONO NEL TUO REGNO DEI CIELI, NELLA GLORIA DELLA TUA MAESTÀ, CORPORALMENTE VIVO CON TUTTE LE TUE SANTISSIME MEMBRA, CHE PRENDESTI DALLA CARNE DELLA VERGINE. E COSÌ VERRAI NEL GIORNO DEL GIUDIZIO PER GIUDICARE LE ANIME DI TUTTI I VIVI e di tutti i morti: tu che vivi e regni col Padre e con lo Spirito Santo nei secoli dei secoli. Amen.
ARDEVA DEL DESIDERIO DI CRISTO
Gregorio Magno, papa
Maria Maddalena, venuta al sepolcro, e non trovandovi il corpo del Signore, pensò che fosse stato portato via e riferì la cosa ai discepoli…. «I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa»; poi si soggiunge: «MARIA INVECE STAVA ALL’ESTERNO, VICINO AL SEPOLCRO, E PIANGEVA» (Gv 20.11). In questo fatto dobbiamo considerare quanta forza d’amore aveva invaso l’anima di questa donna, che non si staccava dal sepolcro del Signore, anche dopo che i discepoli se ne erano allontanati. CERCAVA COLUI CHE NON AVEVA TROVATO, PIANGEVA IN QUESTA RICERCA E, ACCESA DI VIVO AMORE PER LUI…ACCADDE PERCIÒ CHE POTÉ VEDERLO ESSA SOLA CHE ERA RIMASTA PER CERCARLO; PERCHÉ LA FORZA DELL’OPERA BUONA STA NELLA PERSEVERANZA: «CHI PERSEVERERÀ SINO ALLA FINE, SARÀ SALVATO» (Mt 10, 22). Cercò una prima volta, ma non trovò, perseverò nel cercare, e le fu dato di trovare. Avvenne così che i desideri col protrarsi crescessero, e crescendo raggiungessero l’oggetto delle ricerche. I santi desideri crescono col protrarsi. Così Davide che dice: «L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente, quando verrò e vedrò il volto di Dio?» (Sal 41, 3). E la Chiesa dice ancora nel Cantico de Cantici: IO SONO FERITA D’AMORE (cfr. Ct 4, 9). E di nuovo dice: L’anima mia è venuta meno (cfr. Ct 5, 6). «Donna perché piangi? Chi cerchi?» (Gv 20, 15). Le viene chiesta la causa del dolore, perché il desiderio cresca, e chiamando per nome colui che cerca, s’infiammi di più nell’amore di lui. «GESÙ LE DISSE: MARIA!» (Gv 20, 16). DOPO CHE L’HA CHIAMATA CON L’APPELLATIVO GENERICO DEL SESSO SENZA ESSERE RICONOSCIUTO, LA CHIAMA PER NOME COME SE VOLESSE DIRE: RICONOSCI COLUI DAL QUALE SEI RICONOSCIUTA. IO TI CONOSCO NON COME SI CONOSCE UNA PERSONA QUALUNQUE, MA IN MODO DEL TUTTO SPECIALE. MARIA DUNQUE, CHIAMATA PER NOME, RICONOSCE IL CREATORE E SUBITO GRIDA: «RABBUNÌ», CIOÈ «MAESTRO»: ERA LUI CHE ELLA CERCAVA ALL’ESTERNO, ED ERA ANCORA LUI CHE LA GUIDAVA INTERIORMENTE NELLA RICERCA.
S. Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
NON BASTA ESSERE CHIAMATI CRISTIANI,
MA BISOGNA ESSERLO DAVVERO
Ignazio, detto anche Teoforo, alla chiesa benedetta dalla grazia di Dio Padre, in Cristo Gesù nostro Salvatore: in lui saluto questa chiesa che è a Magnesia sul Meandro e le auguro di godere ogni bene in Dio Padre e in Gesù Cristo.
HO APPRESO CHE LA VOSTRA CARITÀ È PERFETTAMENTE ORDINATA SECONDO DIO. NE HO PROVATO GRANDE GIOIA E HO DECISO DI RIVOLGERE A VOI LA PAROLA NELLA FEDE DI GESÙ CRISTO. INSIGNITO DI UN’ALTISSIMA ONORIFICENZA, CIOÈ DELLE CATENE CHE PORTO OVUNQUE CON ME, CANTO LE LODI DELLE CHIESE E AUGURO LORO L’UNIONE CON LA CARNE E LO SPIRITO DI GESÙ CRISTO, NOSTRA VITA ETERNA, NELLA FEDE E NELLA CARITÀ, PIÙ DESIDERABILE E PREZIOSA D’OGNI BENE. Auspico per loro soprattutto l’unione con Gesù e il Padre. In lui resisteremo a ogni assalto del principe di questo mondo, sfuggiremo dalle sue mani e giungeremo a Dio.
Ho avuto la grazia di vedervi nella persona del vostro vescovo Damas, uomo veramente degno di Dio, dei santi presbiteri Basso e Apollonio e del diacono Sozione, mio compagno nel servizio del Signore. Possa io trarre profitto dalla presenza di Sozione, perché è sottomesso al vescovo come alla grazia di Dio e al collegio dei presbiteri come alla legge di Gesù Cristo.
Non dovete approfittare della giovane età del vescovo, ma avere per lui ogni rispetto, considerando l’autorità che gli è stata conferita da Dio Padre. So che fanno così anche i venerandi presbiteri, che non abusano della sua evidente età giovanile, ma, da uomini prudenti in Dio, gli stanno soggetti vedendo in lui non la sua persona, ma il Padre di Gesù Cristo, vescovo di tutti. Ad onore di colui che ci ama conviene ubbidire senza ombra di finzione perché altrimenti non si inganna questo vescovo visibile, ma si cerca di ingannare quello invisibile. Qui non si tratta di cose che riguardano la carne, ma Dio, che conosce i segreti dei cuori.
NON BASTA ESSERE CHIAMATI CRISTIANI, MA BISOGNA ESSERLO DAVVERO. CI SONO ALCUNI CHE HANNO SÌ IL NOME DEL VESCOVO SULLE LABBRA, MA POI FANNO TUTTO SENZA DI LUI. MI PARE CHE COSTORO NON AGISCANO CON RETTA COSCIENZA, PERCHÉ LE LORO RIUNIONI NON SONO LEGITTIME, SECONDO IL COMANDO DEL SIGNORE.
TUTTE LE COSE HANNO FINE, E DUE TERMINI CI STANNO DAVANTI, LA VITA E LA MORTE. CIASCUNO ANDRÀ AL POSTO CHE GLI SPETTA. VI SONO, PER COSÌ DIRE, DUE MONETE, QUELLA DI DIO E QUELLA DEL MONDO, E CIASCUNA PORTA IMPRESSO IL PROPRIO CONTRASSEGNO. I NON CREDENTI HANNO L’IMPRONTA DI QUESTO MONDO, MA I FEDELI CHE SONO NELLA CARITÀ PORTANO IMPRESSA L’IMMAGINE DI DIO PADRE PER MEZZO DI GESÙ CRISTO. SE NOI, CON LA GRAZIA SUA, NON SIAMO PRONTI A MORIRE PER PARTECIPARE ALLA SUA PASSIONE, LA SUA VITA NON È IN NOI.
Sant’Ambrogio, vescovo
Questo sacramento che ricevi si compie con la parola di Cristo
NOI COSTATIAMO CHE LA GRAZIA HA MAGGIORE EFFICACIA DELLA NATURA. SE POI LA PAROLA DEL PROFETA, CIOÈ DI UN UOMO, HA AVUTO TANTA FORZA DA CAMBIARE LA NATURA, CHE DIRE DELLA BENEDIZIONE FATTA DA DIO STESSO DOVE AGISCONO LE PAROLE MEDESIME DEL SIGNORE E SALVATORE? GIACCHÉ QUESTO SACRAMENTO CHE TU RICEVI SI COMPIE CON LA PAROLA DI CRISTO. CHE SE LA PAROLA DI ELIA EBBE TANTA POTENZA DA FAR SCENDERE IL FUOCO DAL CIELO, LA PAROLA DI CRISTO NON SARÀ CAPACE DI CAMBIARE LA NATURA DEGLI ELEMENTI? A PROPOSITO DELLE CREATURE DI TUTTO L’UNIVERSO TU HAI DETTO: «EGLI PARLA E TUTTO È FATTO, COMANDA E TUTTO ESISTE» (SAL 32, 9). LA PAROLA DI CRISTO, DUNQUE, CHE HA POTUTO CREARE DAL NULLA QUELLO CHE NON ESISTEVA, NON PUÒ CAMBIARE LE COSE CHE SONO IN CIÒ CHE ESSE NON ERANO? INFATTI NON È MENO DIFFICILE DARE ALLE COSE UN’ESISTENZA CHE CAMBIARLE IN ALTRE.
Ma perché servirci di argomentazioni? Serviamoci dei suoi esempi e proviamo la verità del mistero con il mistero stesso della incarnazione. Forse che fu seguito il corso ordinario della natura quando Gesù Signore nacque da Maria? SE CERCHIAMO L’ORDINE DELLA NATURA, LA DONNA SUOLE GENERARE DALL’UNIONE CON L’UOMO. È CHIARO DUNQUE CHE LA VERGINE HA GENERATO AL DI FUORI DELL’ORDINE DELLA NATURA. EBBENE, QUELLO CHE NOI RIPRESENTIAMO È IL CORPO NATO DALLA VERGINE. PERCHÉ CERCHI QUI IL CORSO DELLA NATURA NEL CORPO DI CRISTO, MENTRE LO STESSO SIGNORE GESÙ CRISTO È STATO GENERATO DALLA VERGINE ALL’INFUORI DEL CORSO DELLA NATURA? È LA VERA CARNE DI CRISTO CHE FU CROCIFISSA, CHE FU SEPOLTA. È DUNQUE VERAMENTE IL SACRAMENTO DELLA SUA CARNE.
LO STESSO SIGNORE GESÙ PROCLAMA: «QUESTO È IL MIO CORPO». Prima della benedizione delle parole celesti la parola indica un particolare elemento. Dopo la consacrazione ormai designa il corpo e il sangue di Cristo. Egli stesso lo chiama suo sangue. Prima della consacrazione lo si chiama con altro nome. Dopo la consacrazione è detto sangue. E tu dici: «Amen», cioè, «È così». Ciò che pronunzia la bocca, lo affermi lo spirito. Ciò che enunzia la parola, lo senta il cuore.
Anche la Chiesa vedendo una grazia così grande, esorta i suoi figli, esorta i suoi intimi ad accorrere ai sacramenti dicendo: «Mangiate, amici, bevete; inebriatevi, o cari» (Ct 5, 1). Quello poi che mangiamo, quello che beviamo, lo Spirito Santo te lo ha specificato altrove per mezzo del Profeta dicendo: «Gustate e vedete quanto è buono il Signore; beato l’uomo che in lui si rifugia» (Sal 33, 9). In quel sacramento c’è Cristo, perché è il corpo di Cristo. NON È DUNQUE UN CIBO CORPORALE, MA UN NUTRIMENTO SPIRITUALE. ONDE ANCHE L’APOSTOLO DELLA SUA FIGURA DICE: «I NOSTRI PADRI TUTTI MANGIARONO LO STESSO CIBO SPIRITUALE» (1 COR 10, 3). INFATTI IL CORPO DI DIO È UN CORPO SPIRITUALE, IL CORPO DI CRISTO È IL CORPO DELLO SPIRITO DIVINO, PERCHÉ CRISTO È SPIRITO, COME LEGGIAMO: CRISTO SIGNORE È SPIRITO DAVANTI AL NOSTRO VOLTO. Questo nutrimento rinsalda il nostro cuore e questa bevanda «allieta il cuore dell’uomo» (Sal 103, 15) come ha ricordato il profeta.
S. AMBROGIO
MIGLIORE E’ IL CORPO DEL CREATORE DELLA MANNA DEL CIELO.
COSÌ LAVATA E RICCA DI TALE ABBIGLIAMENTO, LA SCHIERA DEI NEOFITI AVANZA VERSO GLI ALTARI DI CRISTO DICENDO: «VERRÒ ALL’ALTARE DI DIO, AL DIO DELLA MIA GIOIA, DEL MIO GIUBILO» (Sal 42, 4). Infatti, deposte le spoglie dell’antico errore, e rinnovata nella giovinezza dell’aquila (cfr. Sal 102, 5), s’affretta ad accorrere a quel banchetto celeste. Viene dunque, e vedendo il sacro altare tutto adorno, esclama: «Davanti a me tu prepari una mensa» (Sal 22, 5). Davide così fa parlare ciascuna delle nuove reclute: «IL SIGNORE È IL MIO PASTORE: NON MANCO DI NULLA; SU PASCOLI ERBOSI MI FA RIPOSARE, AD ACQUE TRANQUILLE MI CONDUCE». E PIÙ AVANTI: «SE DOVESSI CAMMINARE IN UNA VALLE OSCURA, NON TEMEREI ALCUN MALE, PERCHÉ TU SEI CON ME. IL TUO BASTONE E IL TUO VINCASTRO MI DANNO SICUREZZA. DAVANTI A ME TU PREPARI UNA MENSA SOTTO GLI OCCHI DEI MIEI NEMICI; COSPARGI DI OLIO IL MIO CAPO. IL MIO CALICE TRABOCCA» (SAL 22, 1-5).
È mirabile che Dio abbia fatto piovere la manna per i padri e che si nutrissero con un alimento quotidiano disceso dal cielo. Per cui fu detto: «L’uomo mangiò il pane degli angeli» (Sal 77, 25). Ma quelli che mangiarono quel pane «morirono tutti» nel deserto; INVECE QUESTO ALIMENTO CHE TU RICEVI, QUESTO «PANE VIVO DISCESO DAL CIELO» (GV 6, 51) SOMMINISTRA IL SOSTENTAMENTO DELLA VITA ETERNA, E CHIUNQUE NE AVRÀ MANGIATO «NON MORIRÀ IN ETERNO» (GV 11, 26) PERCHÉ È IL CORPO DI CRISTO.
ORA FA’ ATTENZIONE SE SIA PIÙ ECCELLENTE IL PANE DEGLI ANGELI MANGIATO DAGLI EBREI NEL DESERTO O LA CARNE DI CRISTO LA QUALE È INDUBBIAMENTE UN CORPO CHE DÀ LA VITA. QUELLA MANNA VENIVA DAL CIELO, QUESTO CORPO È AL DI SOPRA DEL CIELO. QUELLA ERA DEL CIELO, QUESTO DEL SIGNORE DEI CIELI. QUELLA, SE SI CONSERVAVA PER IL GIORNO SEGUENTE, SI GUASTAVA. QUESTO È ALIENO DA OGNI CORRUZIONE. CHIUNQUE LO GUSTA CON SACRA RIVERENZA NON POTRÀ SOGGIACERE ALLA CORRUZIONE. PER GLI EBREI SCATURÌ ACQUA DALLA RUPE, PER TE SANGUE DAL CRISTO. L’ACQUA DISSETÒ LORO PER UN MOMENTO, TE, INVECE, IL SANGUE LAVA PER SEMPRE. IL GIUDEO BEVE E HA SETE, TU QUANDO AVRAI BEVUTO NON POTRAI AVER MAI PIÙ SETE. QUELL’EVENTO ERA FIGURA, QUESTO È VERITÀ.
SE QUELLO CHE TU AMMIRI È OMBRA, QUANTO GRANDE È LA REALTÀ PRESENTE DI CUI TU AMMIRI L’OMBRA! SENTI COME È OMBRA QUELLO CHE SI VERIFICÒ PRESSO I PADRI: «BEVEVANO», DICE, «DA UNA ROCCIA CHE LI ACCOMPAGNAVA, E QUELLA ROCCIA ERA IL CRISTO. MA DELLA MAGGIOR PARTE DI LORO DIO NON SI COMPIACQUE E PERCIÒ FURONO ABBATTUTI NEL DESERTO. ORA CIÒ AVVENNE COME ESEMPIO, PER NOI» (1 COR 10, 4-6). HAI CONOSCIUTO CIÒ CHE VALE DI PIÙ: È MIGLIORE LA LUCE DELL’OMBRA, MIGLIORE LA VERITÀ DELLA FIGURA, MIGLIORE IL CORPO DEL CREATORE DELLA MANNA DEL CIELO.
sant’Ambrogio, vescovo
Catechesi Battesimale
USCITO DAL FONTE BATTESIMALE TU SEI SALITO DAL SACERDOTE. Pensa a ciò che è avvenuto dopo. Non forse ciò che dice Davide: «È come olio profumato sul capo, che scende sulla barba, sulla barba di Aronne»? (Sal 132, 2). In seguito HAI RICEVUTO LE VESTI BIANCHE COME SEGNO CHE TI SEI SPOGLIATO DELL’INVOLUCRO DEI PECCATI E TI SEI RIVESTITO DELLE CASTE VESTI DELL’INNOCENZA DELLE QUALI IL PROFETA DICE: «PURIFICAMI CON ISSÒPO E SARÒ MONDO; LÀVAMI E SARÒ PIÙ BIANCO DELLA NEVE» (Sal 50, 9). La Chiesa, con queste vesti che ha indossato «mediante un lavacro di rigenerazione» (Tt 3, 5) dice con le parole del Cantico: NERA SONO, MA BELLA, O FIGLIE DI GERUSALEMME (cfr. Ct 1, 5). NERA A CAGIONE DELLA FRAGILITÀ DELL’UMANA CONDIZIONE, BELLA PER LA GRAZIA. NERA PERCHÉ FORMATA DA PECCATORI, BELLA PER IL SACRAMENTO DELLA FEDE. SCORGENDO QUESTE VESTI, LE FIGLIE DI GERUSALEMME ESCLAMERANNO STUPEFATTE: CHI È COSTEI CHE SALE TUTTA VESTITA DI BIANCO? ERA NERA, COME MAI D’UN TRATTO È DIVENUTA BIANCA?
Cristo, vedendo in vesti candide la sua Chiesa – per la quale egli, come leggi nel libro del profeta Zaccaria, aveva indossato le sue vesti immonde (cfr. Zc 3, 3) -, OSSIA VEDENDO L’ANIMA MONDA E LAVATA NEL LAVACRO DELLA RIGENERAZIONE, DICE: «COME SEI BELLA, AMICA MIA, COME SEI BELLA! GLI OCCHI TUOI SONO COLOMBE» (CT 4, 1). E NELLA FIGURA DELLA COLOMBA LO SPIRITO SANTO È DISCESO DAL CIELO.
RICORDATI COSÌ CHE HAI RICEVUTO IL SIGILLO SPIRITUALE «SPIRITO DI SAPIENZA E DI INTELLIGENZA, SPIRITO DI CONSIGLIO E DI FORTEZZA, SPIRITO DI CONOSCENZA E DI PIETÀ, SPIRITO DI TIMORE DEL SIGNORE» (IS 11, 2), E CONSERVA QUELLO CHE HAI RICEVUTO. DIO PADRE TI HA MARCATO DI UN SEGNO, CRISTO SIGNORE TI HA CONFERMATO E, COME HAI APPRESO DALLA LETTURA DELL’APOSTOLO, HA IMPRESSO NEL TUO CUORE, COME SIGILLO, LO SPIRITO (CFR. 2 COR 1, 22).
….S. Bonaventura nella Seconda Lettura Dell’Ufficio ci fa una grande esortazione, dalla quale nessuno dovrebbe esimersi. Il cuore umano per trovare il giusto equilibrio, continua la sua lotta nella ricerca,immergendo la mente in tante possibili , ma vane e lusinghiere attività. Queste non sono affatto sufficienti a placare la sete di DIO.
E’ qui che interviene S Bonaventura sollecitando il cuore assetato di Amore Puro, Vero, Indistruttibile. Egli dice: Per possedere tale Amore…. .” E’ NECESSARIO CHE SOSPESA L’ATTIVITA’ INTELLETTUALE, OGNI AFFETTO DEL CUORE SIA INTEGRALMENTE TRASFORMATO E TRASFERITO IN DIO….” In che modo può avvenire tutto questo nel nostro cuore impastato di umano, di tanto orgoglio, di tanta fragilità ? Ricorrere continuamente e con grande sforzo alla GRAZIA , allo SPIRITO e alla INCESSANTE PREGHIERA. La PREGHIERA ! Quanta forza e quanta pace ti regala la Preghiera!. Il Buon Ladrone ha guadagnato il Paradiso con la …PREGHIERA. SOLO LA PREGHIERA SALVA IL MONDO.
… ho riflettuto molto sul verbo chiave della parabola di oggi: “GLI SI FECE VICINO” (Lc 10,34) chi? non è stato capace nè quel “sacerdote”, nè il “levita” che scendevano “per quella medesima strada”; decidono di proseguire con indifferenza il loro cammino, sapendo che la legge mosaica andava intesa in modo da non sentirsi responsabili della vita dell’altro. La domanda del Maestro contiene una scintilla di perenne rivelazione. ” Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?” Per il signore non è sufficiente un semplice atto di amore per l’altro, desidera un passo in più. Dio desidera che diventiamo capaci di avvicinarci così tanto all’altro da riconoscerci la sua immagine. Come sarebbe bello imparare, ansi desiderare, ad essere capaci di farsi prossimo l’uno dell’altro, solo così possiamo imparare nel viaggio della nostra vita un vero e proprio sacramento di compassione, a tal punto di trasformare i nostri giorni in una condivisione di salvezza, lasciandoci toccare e sensibilizzare da ogni ferita e da ogni dolore, come se fossero nostri. consapevoli che tutti siamo un solo ” corpo” amato e redento da Cristo Gesù.
san Bonaventura, vescovo
MA LA ROCCIA DEL MIO CUORE È DIO, È DIO LA MIA SORTE PER SEMPRE»
CRISTO È LA VIA E LA PORTA. CRISTO È LA SCALA E IL VEICOLO. È IL PROPIZIATORIO COLLOCATO SOPRA L’ARCA DI DIO (cfr. Es 26, 34). È «il mistero nascosto da secoli» (Ef 3, ). Chi si rivolge a questo propiziatorio con dedizione assoluta, e fissa lo sguardo sul crocifisso Signore mediante la fede, la speranza, la carità, la devozione, l’ammirazione, l’esultanza, la stima, la lode e il giubilo del cuore, fa con lui la Pasqua, cioè il passaggio; attraversa con la verga della croce il Mare Rosso, uscendo dall’Egitto per inoltrarsi nel deserto. Qui gusta la manna nascosta, riposa con Cristo nella tomba come morto esteriormente, ma sente, tuttavia, per quanto lo consenta la condizione di viatori, ciò che in croce fu detto al buon ladrone, tanto vicino a Cristo con l’amore: «Oggi sarai con me nel paradiso!» (Lc 23, 43).
MA PERCHÉ QUESTO PASSAGGIO SIA PERFETTO, È NECESSARIO CHE, SOSPESA L’ATTIVITÀ INTELLETTUALE, OGNI AFFETTO DEL CUORE SIA INTEGRALMENTE TRASFORMATO E TRASFERITO IN DIO.
È QUESTO UN FATTO MISTICO E STRAORDINARIO CHE NESSUNO CONOSCE SE NON CHI LO RICEVE. LO RICEVE SOLO CHI LO DESIDERA, NON LO DESIDERA SE NON COLUI CHE VIENE INFIAMMATO DAL FUOCO DELLO SPIRITO SANTO, CHE CRISTO HA PORTATO IN TERRA. ECCO PERCHÉ L’APOSTOLO AFFERMA CHE QUESTA MISTICA SAPIENZA È RIVELATA DALLO SPIRITO SANTO.
SE POI VUOI SAPERE COME AVVENGA TUTTO CIÒ, INTERROGA LA GRAZIA, NON LA SCIENZA, IL DESIDERIO NON L’INTELLETTO, IL SOSPIRO DELLA PREGHIERA NON LA BRAMA DEL LEGGERE, LO SPOSO NON IL MAESTRO, DIO NON L’UOMO, LA CALIGINE NON LA CHIAREZZA, NON LA LUCE MA IL FUOCO CHE INFIAMMA TUTTO L’ESSERE E LO INABISSA IN DIO CON LA SUA SOAVISSIMA UNZIONE E CON GLI AFFETTI PIÙ ARDENTI.
ORA QUESTO FUOCO È DIO E QUESTA FORNACE SI TROVA NELLA SANTA GERUSALEMME; ED È CRISTO CHE LI ACCENDE COL CALORE DELLA SUA ARDENTISSIMA PASSIONE. LO PUÒ PERCEPIRE SOLO COLUI CHE DICE: L’ANIMA MIA HA PREFERITO ESSERE SOSPESA IN CROCE E LE MIE OSSA HANNO PRESCELTO LA MORTE! (CFR. GB 7, 15).
Chi ama tale morte, può vedere Dio, perché rimane pur vero che: «Nessun uomo può vedermi e restar vivo» (Es 33, 20). MORIAMO DUNQUE ED ENTRIAMO IN QUESTA CALIGINE; FACCIAMO TACERE LE SOLLECITUDINI, LE CONCUPISCENZE E LE FANTASIE. PASSIAMO CON CRISTO CROCIFISSO, «DA QUESTO MONDO AL PADRE», PERCHÉ, DOPO AVERLO VISTO, POSSIAMO DIRE CON FILIPPO: «QUESTO CI BASTA» (GV 14, 8); ASCOLTIAMO CON PAOLO: «TI BASTA LA MIA GRAZIA» (2 COR 12, 9); RALLEGRIAMOCI CON DAVIDE, DICENDO: «VENGONO MENO LA MIA CARNE E IL MIO CUORE; MA LA ROCCIA DEL MIO CUORE È DIO, È DIO LA MIA SORTE PER SEMPRE» (SAL 72, 26). «BENEDETTO IL SIGNORE, DIO D’ISRAELE, DA SEMPRE, PER SEMPRE. TUTTO IL POPOLO DICA: AMEN» (SAL 105, 48).
sant’Ambrogio, vescovo
Catechesi
Ogni giorno abbiamo tenuto un discorso su temi morali mentre si leggevano o le gesta dei patriarchi o gli insegnamenti dei Proverbi, perché, modellati e ammaestrati da essi, vi abituaste a entrare nelle vie degli antichi, a percorrere la loro strada e a obbedire agli oracoli divini, cosicché rinnovati dal battesimo teneste quella condotta che si addice ai battezzati.
Ora è venuto il tempo di parlare dei misteri e di spiegare la natura dei sacramenti. Se lo avessi fatto prima del battesimo ai non iniziati, avrei piuttosto tradito che spiegato questa dottrina. C’è anche da aggiungere che la luce dei misteri riesce più penetrante se colpisce di sorpresa anziché arrivare dopo le prime avvisaglie di qualche sommaria trattazione previa.
Aprite dunque gli orecchi e gustate le armonie della vita eterna infuse in voi dal dono dei sacramenti. Ve lo abbiamo significato, quando celebrando il mistero dell’apertura degli orecchi vi dicevamo: «Effatà, cioè: Apriti!» (Mc 7, 34), perché ciascuno di voi, che stava per accostarsi alla grazia, capisse su che cosa sarebbe stato interrogato e si ricordasse che cosa dovesse rispondere. Cristo, nel vangelo, come leggiamo, ha celebrato questo mistero quando ha curato il sordomuto.
Successivamente ti è stato spalancato il Santo dei Santi, sei entrato nel sacrario della rigenerazione. Ricorda ciò che ti è stato domandato, rifletti su ciò che hai risposto. Hai rinunziato al diavolo e alle sue opere, al mondo, alla sua dissolutezza e ai suoi piaceri. La tua parola è custodita non in una tomba di morti, bensì nel libro dei viventi. Presso il fonte tu hai visto il levita, hai visto il sacerdote, hai visto il sommo sacerdote. Non badare all’esterno della persona, ma al carisma del ministero sacro. È alla presenza di angeli che tu hai parlato, com’è scritto: Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l’istruzione, perché egli è l’angelo del Signore degli eserciti (cfr. Ml 2, 7). Non si può sbagliare, non si può negare. È un angelo colui che annunzia il regno di Cristo, colui che annunzia la vita eterna. Devi giudicarlo non dall’apparenza, ma dalla funzione. Rifletti a ciò che ti ha dato, pondera l’importanza del suo compito, riconosci che cosa egli fa.
Entrato dunque per vedere il tuo avversario, al quale si suppone che tu abbia rinunziato con la bocca, ti volgi verso l’oriente: perché chi rinunzia al diavolo si rivolge verso Cristo, lo guarda diritto in faccia.
san Clemente I, papa
BEATI NOI SE PRATICHEREMO I COMANDAMENTI
DEL SIGNORE NELLA CONCORDIA DELLA CARITÀ
VEDETE, O CARISSIMI, QUANTO È GRANDE E MERAVIGLIOSA LA CARITÀ, E COME NON SI POSSA ESPRIMERE ADEGUATAMENTE LA SUA PERFEZIONE. CHI È MERITEVOLE DI TROVARSI IN ESSA, SE NON COLORO CHE DIO HA VOLUTO RENDERE DEGNI? PREGHIAMO DUNQUE E CHIEDIAMO ALLA SUA MISERICORDIA DI ESSERE TROVATI NELLA CARITÀ, LIBERI DA OGNI SPIRITO DI PARTE, IRREPRENSIBILI.
Tutte le generazioni da Adamo fino al presente sono passate; coloro invece che per grazia di Dio sono trovati perfetti nella carità, restano, ottengono la dimora riservata ai buoni e saranno manifestati al sopraggiungere del regno di Cristo. Sta scritto infatti: ENTRATE NELLE VOSTRE STANZE; PER UN MOMENTO ANCHE BREVISSIMO FINO A CHE NON SIA PASSATA LA MIA IRA E IL MIO FURORE. ALLORA MI RICORDERÒ DEL GIORNO FAVOREVOLE E VI FARÒ SORGERE DAI VOSTRI SEPOLCRI (CFR. IS 26, 20; EZ 37, 12).
BEATI NOI, O CARISSIMI, SE PRATICHEREMO I COMANDAMENTI DEL SIGNORE NELLA CONCORDIA DELLA CARITÀ, PERCHÉ PER MEZZO DELLA CARITÀ CI SIANO RIMESSI I NOSTRI PECCATI. È SCRITTO INFATTI: BEATI COLORO AI QUALI SONO STATE RIMESSE LE COLPE E PERDONATA OGNI INIQUITÀ. BEATO L’UOMO A CUI DIO NON IMPUTA ALCUN MALE E SULLA CUI BOCCA NON C’È INGANNO (CFR. SAL 31, 1).
Questa proclamazione di beatitudine riguarda coloro che Dio ha eletto per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore. A lui la gloria nei secoli dei secoli. Amen.
Imploriamo il perdono di tutto ciò che abbiamo commesso di male a causa dell’insidia del nemico. COLORO CHE FURONO ISTIGATORI DI SOLLEVAZIONE E DI DISSENSO, DEVONO CONSIDERARE BENE QUELLO CHE CI ACCOMUNA NELLA SPERANZA. COLORO INFATTI CHE TRASCORRONO LA LORO VITA NEL TIMORE E NELLA CARITÀ PREFERISCONO INCORRERE ESSI STESSI NEI TORMENTI, PIUTTOSTO CHE VEDERVI CADERE IL LORO PROSSIMO. DESIDERANO ASSAI PIÙ SUBIRE LORO STESSI IL BIASIMO, CHE COMPROMETTERE QUELLA CONCORDIA COSÌ BELLA E SANTA PROPRIA DELLA NOSTRA TRADIZIONE. È MEGLIO PER L’UOMO CONFESSARE I SUOI PECCATI, CHE INDURIRE IL SUO CUORE. CHI DUNQUE TRA VOI È NOBILE DI CUORE, MISERICORDIOSO, PIENO DI CARITÀ? DICA ALLORA: SE PER CAUSA MIA SONO SORTE ANIMOSITÀ, RIBELLIONI, DISCORDIE E DIVISIONI, PARTO, ME NE VADO DOVUNQUE VORRETE E FARÒ QUELLO CHE LA COMUNITÀ MI INGIUNGERÀ, PURCHÉ IL GREGGE DI CRISTO VIVA IN PACE CON I PRESBITERI LEGITTIMAMENTE STABILITI.
Chi farà questo si guadagnerà grande gloria in Cristo e ogni uomo lo accoglierà. «Del Signore infatti è la terra e quanto essa contiene» (Sal 24, 1). QUESTO FANNO E FARANNO QUELLI CHE CONDUCONO UNA VITA DIVINA, DI CUI MAI AVRANNO A PENTIRSI.
FORZA DEI DEBOLI
(AELREDO DI RIEVAULX)
SIGNORE GESÙ, IO SONO POVERO E ANCHE TU LO SEI;
SONO DEBOLE E ANCHE TU LO SEI;
SONO UOMO E ANCHE TU LO SEI.
OGNI MIA GRANDEZZA
VIENE DALLA TUA PICCOLEZZA;
OGNI MIA FORZA VIENE DALLA TUA DEBOLEZZA;
OGNI MIA SAPIENZA VIENE DALLA TUA FOLLIA!
CORRERÒ VERSO DI TE SIGNORE,
CHE GUARISCI GLI INFERMI,
FORTIFICHI I DEBOLI,
E RIDONI GIOIA AI CUORI IMMERSI NELLA TRISTEZZA.
IO TI SEGUIRÒ, SIGNORE GESÙ.
S. BENEDETTO E S. SCOLASTICA
LA SUA SORELLA DI NOME SCOLASTICA, CONSACRATA AL SIGNORE ONNIPOTENTE FIN DALLA PIÙ TENERA ETÀ, SOLEVA FARGLI VISITA UNA VOLTA ALL’ANNO. L’uomo di Dio scendeva ad incontrarla in una dipendenza del monastero. Un giorno, come di consueto ella venne, e il suo venerabile fratello, accompagnato da alcuni discepoli, scese da lei. Trascorsero l’intera giornata nella lode divina e in colloqui spirituali, e quando ormai stava per calare la notte, presero cibo insieme. Sedevano ancora a mensa conversando di cose sante, e ormai s’era fatto tardi, quando la monaca sua sorella lo supplicò dicendo: «TI PREGO, NON LASCIARMI QUESTA NOTTE; RIMANIAMO FINO AL MATTINO A PARLARE DELLE GIOIE DELLA VITA CELESTE». Ma egli le rispose: «Che dici mai, sorella? Non posso assolutamente trattenermi fuori dal monastero». Il cielo era di uno splendido sereno: non vi si scorgeva neppure una nuvola. Udito il rifiuto del fratello, la monaca pose sulla mensa le mani e reclinò il capo su di esse per invocare il Signore onnipotente. Quando rialzò la testa, si scatenarono tuoni e lampi cosi violenti che né il venerabile Benedetto, né i fratelli che erano con lui poterono metter piede fuori della casa in cui si trovavano. E la pioggia torrenziale non seguì di qualche tempo la sua preghiera, ma fu ad essa simultanea; tutto avvenne nel medesimo istante; col sollevare del capo la pioggia incominciò a scrosciare. L’UOMO DI DIO, VEDENDO CHE IN MEZZO A TALI LAMPI, TUONI E TANTA INONDAZIONE D’ACQUA NON POTEVA AFFATTO RITORNARE AL MONASTERO, COMINCIÒ A RAMMARICARSENE E, RATTRISTATO, LE DISSE: «DIO ONNIPOTENTE TI PERDONI, SORELLA. CHE HAI FATTO?». MA ELLA RISPOSE: «VEDI, IO TI HO PREGATO, E TU NON HAI VOLUTO ASCOLTARMI. HO PREGATO IL MIO SIGNORE, ED EGLI MI HA ESAUDITA. ORA ESCI, SE PUOI; LASCIAMI PURE E TORNA AL MONASTERO». Ma egli, non potendo uscire dal coperto, fu costretto a rimanere suo malgrado là dove non aveva voluto fermarsi di sua spontanea volontà. E non c’è da meravigliarsi se in quell’occasione poté di più la sorella, che desiderava trattenersi più a lungo con lui. Secondo la parola di Giovanni, infatti, DIO È AMORE; PER GIUSTISSIMO GIUDIZIO, DUNQUE, POTÉ DI PIÙ COLEI CHE AMÒ DI PIÙ (San Gregorio Magno).
” ESSERE DONO”
Insegnaci SIGNORE, a credere nel poco,
ed accettare la sfida della debolezza,
a puntare non sull’efficienza,
ma sulla comunione,
non sulla forza, ma sulla fragilità.
TU PANE SPEZZATO PER LA NOSTRA VITA,
insegnaci a divenire, in TE,
PANE SPEZZATO PER LA VITA DEL MONDO
AMEN.
V. V. P. P.
«Dottrina dei Dodici Apostoli»
L’EUCARISTIA
COSÌ RENDETE GRAZIE: DAPPRIMA RIGUARDO AL CALICE: Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la santa vite di Davide, tuo servo, che ci hai fatto conoscere per mezzo di Gesù, tuo Servo; gloria a te nei secoli.
POI RIGUARDO AL PANE SPEZZATO: TI RINGRAZIAMO, O PADRE NOSTRO, PER LA VITA E LA CONOSCENZA CHE CI HAI RIVELATO PER MEZZO DI GESÙ, TUO SERVO; GLORIA A TE NEI SECOLI. COME QUESTO PANE SPEZZATO ERA DISPERSO SOPRA I MONTI E, RACCOLTO, È DIVENTATO UNA COSA SOLA, COSÌ SIA RADUNATA LA TUA CHIESA DAI CONFINI DELLA TERRA NEL TUO REGNO; PERCHÉ TUA È LA GLORIA E LA POTENZA PER GESÙ CRISTO NEI SECOLI.
Nessuno mangi e beva della vostra Eucaristia, se non coloro che sono stati battezzati nel nome del Signore. A questo proposito il Signore ha detto: «Non date le cose sante ai cani» (Mt 7, 6).
UNA VOLTA SAZIATI POI, COSÌ RINGRAZIATE: TI RENDIAMO GRAZIE, O PADRE SANTO, PER IL TUO SANTO NOME, CHE HAI FATTO ABITARE NEI NOSTRI CUORI, E PER LA CONOSCENZA, LA FEDE E L’IMMORTALITÀ CHE CI HAI MANIFESTATO PER MEZZO DI GESÙ TUO SERVO. GLORIA A TE NEI SECOLI.
Tu, Signore onnipotente, hai creato tutto a gloria del tuo nome; hai dato a gustare agli uomini cibo e bevanda perché ti ringraziassero, mentre a noi hai donato un cibo e una bevanda spirituale e la vita eterna per mezzo del tuo Servo. Soprattutto noi ti ringraziamo perché sei potente. Gloria a te nei secoli.
RICORDATI, O SIGNORE, DELLA TUA CHIESA, PRESERVALA DA OGNI MALE E RENDILA PERFETTA NELLA TUA CARITÀ. RADUNALA DAI QUATTRO VENTI, SANTIFICALA NEL TUO REGNO, CHE PER LEI HAI PREPARATO. PERCHÉ TUA È LA POTENZA E LA GLORIA NEI SECOLI.
VENGA LA TUA GRAZIA E PASSI QUESTO MONDO. OSANNA AL DIO DI DAVIDE! SE QUALCUNO È SANTO, SI ACCOSTI; SE NO FACCIA PENITENZA. MARANATHA: VIENI SIGNORE GESÙ! AMEN.
NEL GIORNO DEL SIGNORE, RIUNITEVI, SPEZZATE IL PANE E RENDETE GRAZIE, DOPO AVER CONFESSATO I VOSTRI PECCATI, PERCHÉ IL VOSTRO SACRIFICIO SIA PURO.
CHIUNQUE INVECE HA QUALCHE DISCORDIA CON IL SUO COMPAGNO, NON SI RADUNI CON VOI PRIMA CHE SI SIANO RICONCILIATI, PERCHÉ NON SIA PROFANATO IL VOSTRO SACRIFICIO. IL SIGNORE INFATTI HA DETTO: IN OGNI LUOGO E IN OGNI TEMPO MI SI OFFRA UN SACRIFICIO PERFETTO, PERCHÉ UN GRANDE RE SONO IO, DICE IL SIGNORE, E MIRABILE È IL MIO NOME FRA LE GENTI (cfr. Ml 1, 11. 14).
SANT’AGOSTINO, VESCOVO
COLORO CHE SI TROVANO AL DI FUORI, LO VOGLIANO O NO, SONO NOSTRI FRATELLI
Fratelli, vi esortiamo ardentemente a questa carità, non soltanto verso i vostri compagni di fede, ma anche verso quelli che si trovano al di fuori, siano essi pagani che ancora non credono in Cristo, oppure siano divisi da noi, perché, mentre riconoscono con noi lo stesso capo, sono però separati dal corpo. FRATELLI, PROVIAMO DOLORE PER ESSI, COME PER NOSTRI FRATELLI. CESSERANNO DI ESSERE NOSTRI FRATELLI, QUANDO NON DIRANNO PIÙ «PADRE NOSTRO» (MT 6, 9).
Il Profeta ha detto ad alcuni: «A coloro che vi dicono: NON SIETE NOSTRI FRATELLI, RISPONDETE: SIETE NOSTRI FRATELLI» (Is 66, 5 secondo i LXX). Riflettete di chi abbia potuto usare questa espressione: forse dei pagani? No, perché secondo il linguaggio scritturistico ed ecclesiastico non li chiamiamo fratelli. Forse dei giudei che non hanno creduto in Cristo?
Leggete l’Apostolo e noterete che quando egli dice «fratelli» senza alcuna aggiunta, vuoi intendere i cristiani: «Ma tu, perché giudichi il tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi il tuo fratello?» (Rm 14, 10). E in un altro passo scrive: «Siete voi che commettete ingiustizia e rubate, e questo ai fratelli!» (1 Cor 6, 8).
Perciò costoro, che dicono: «NON SIETE NOSTRI FRATELLI», ci chiamano pagani. Ecco perché ci vogliono ribattezzare, affermando che noi non possediamo ciò che essi danno. Ne viene di conseguenza il loro errore, di negare cioè che noi siamo loro fratelli. Ma per qual motivo il profeta ci ha detto: «VOI DITE LORO: SIETE NOSTRI FRATELLI», se non perché riconosciamo in essi ciò che da loro non viene riconosciuto in noi? Essi quindi, non riconoscendo il nostro battesimo, dicono che noi non siamo loro fratelli; noi invece, non esigendo di nuovo in loro il battesimo, ma riconoscendolo nostro, diciamo loro: «Siete nostri fratelli».
DICANO PURE ESSI: «PERCHÉ CI CERCATE, PERCHÉ CI VOLETE?». NOI RISPONDEREMO: «SIETE NOSTRI FRATELLI». CI DICANO: «ANDATEVENE DA NOI, NON ABBIAMO NIENTE A CHE FARE CON VOI». EBBENE, NOI INVECE ABBIAMO ASSOLUTAMENTE PARTE CON VOI: CONFESSIAMO L’UNICO CRISTO, DOBBIAMO ESSERE IN UN SOLO CORPO, SOTTO UN UNICO CAPO.
Perciò vi scongiuriamo, fratelli, per le stesse viscere della carità, dal cui latte siamo nutriti, dal cui pane ci fortifichiamo, per Cristo nostro Signore, per la sua mansuetudine vi scongiuriamo. È TEMPO CHE USIAMO UNA GRANDE CARITÀ VERSO DI LORO, UNA INFINITA MISERICORDIA nel supplicare Dio per loro perché conceda finalmente ad essi idee e sentimenti di saggezza per ravvedersi e capire che non hanno assolutamente nessun argomento da opporre alla verità. AD ESSI È RIMASTA SOLO LA DEBOLEZZA DELL’ANIMOSITÀ, LA QUALE TANTO PIÙ È INFERMA QUANTO PIÙ CREDE DI ABBONDARE IN FORZE. VI SCONGIURIAMO, DICEVO, PER I DEBOLI, PER I SAPIENTI SECONDO LA CARNE, PER GLI UOMINI ROZZI E MATERIALI, PER I NOSTRI FRATELLI CHE CELEBRANO GLI STESSI SACRAMENTI ANCHE SE NON CON NOI, MA TUTTAVIA GLI STESSI; PER I NOSTRI FRATELLI CHE RISPONDONO UN UNICO AMEN COME NOI, ANCHE SE NON CON NOI. ESPRIMETE A DIO LA VOSTRA PROFONDA CARITÀ PER LORO.
San Clemente I, papa
CIASCUNO RICERCHI CIÒ CHE È UTILE A TUTTI E NON IL PROPRIO TORNACONTO
STA SCRITTO: UNITEVI AI SANTI, PERCHÉ QUELLI CHE LI SEGUONO SARANNO SANTIFICATI. PERCHÉ LITI, COLLERE, DISCORDIE, SCISMI E GUERRE TRA VOI? NON ABBIAMO FORSE UN UNICO DIO, UN UNICO CRISTO, UN UNICO SPIRITO DI GRAZIA DIFFUSO SU DI NOI, UN’UNICA VOCAZIONE IN CRISTO? PERCHÉ STRAZIARE E LACERARE LE MEMBRA DI CRISTO, PERCHÉ RIBELLARSI CONTRO IL PROPRIO CORPO E ARRIVARE A TAL PUNTO DI DELIRIO DA DIMENTICARE DI ESSERE GLI UNI MEMBRA DEGLI ALTRI?
Ricordate le parole di Gesù nostro Signore. Egli ha detto: GUAI A QUELL’UOMO! SAREBBE STATO MEGLIO SE NON FOSSE MAI NATO, PIUTTOSTO CHE RECARE SCANDALO A UNO DEI MIEI ELETTI; SAREBBE MEGLIO CHE GLI FOSSE MESSA AL COLLO UNA PIETRA DA MULINO E FOSSE SOMMERSO NEL MARE, PIUTTOSTO CHE TRARRE AL MALE UNO DEI MIEI ELETTI (cfr. Lc 17, 1-2). LA VOSTRA SCISSIONE HA SVIATO MOLTI, HA GETTATO MOLTI NELLO SCORAGGIAMENTO, MOLTI NEL DUBBIO, TUTTI NOI NEL DOLORE; E IL VOSTRO DISSIDIO PERDURA TUTTORA.
PRENDETE IN MANO LA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO. QUAL È LA COSA CHE VI HA SCRITTO PER PRIMA ALL’INIZIO DEL SUO MESSAGGIO? CERTO È SOTTO UN’ISPIRAZIONE DIVINA CHE EGLI VI HA SCRITTO UNA LETTERA SU SE STESSO, SU CEFA, SU APOLLO, PERCHÉ FIN DA ALLORA VI ERA TRA VOI LA TENDENZA ALLE FAZIONI. MA QUEL PARTEGGIARE VI HA CAUSATO ALLORA UN PECCATO MINORE, PERCHÉ LE VOSTRE PREFERENZE ANDAVANO VERSO APOSTOLI FAMOSI PER CHIARA REPUTAZIONE E VERSO UN UOMO APPROVATO DA LORO. ORA INVECE DATE ASCOLTO A GENTE DA NULLA, A PERSONE CHE VI PERVERTONO E GETTANO IL DISCREDITO SU QUELLA VOSTRA COESIONE FRATERNA, CHE VI HA RESI MERITATAMENTE CELEBRI. È un disonore che dobbiamo eliminare al più presto. BUTTIAMOCI AI PIEDI DEL SIGNORE E SUPPLICHIAMOLO CON LACRIME PERCHÉ, FATTOSI PROPIZIO, CI RESTITUISCA LA SUA AMICIZIA E CI RISTABILISCA IN UNA MAGNIFICA E CASTA FRATERNITÀ D’AMORE.
Questa infatti è la porta della giustizia aperta alla vita, come sta scritto: «Apritemi le porte della giustizia: entrerò a rendere grazie al Signore. È questa la porta del Signore, per essa entrano i giusti» (Sal 117, 19). Sono molte, è vero, le porte aperte, ma la porta della giustizia è precisamente quella di Cristo: BEATI TUTTI QUELLI CHE SONO ENTRATI PER ESSA E HANNO DIRETTO I LORO PASSI NELLA SANTITÀ E NELLA GIUSTIZIA, COMPIENDO TUTTO NELLA CARITÀ E NELLA PACE.
VI È QUALCUNO FEDELE, CAPACE NELL’ESPORRE LA DOTTRINA, SAPIENTE NEL DISCERNIMENTO DEI DISCORSI, CASTO NELL’AGIRE? EGLI DEVE ESSERE TANTO PIÙ UMILE QUANTO PIÙ È RITENUTO GRANDE, E DEVE CERCARE CIÒ CHE È UTILE A TUTTI, NON IL PROPRIO TORNACONTO.
Sant’Agostino
UNO SPIRITO CONTRITO È SACRIFICIO A DIO
Davide ha confessato: «RICONOSCO LA MIA COLPA» (SAL 50, 5). SE IO RICONOSCO, TU DUNQUE PERDONA. NON PRESUMIAMO AFFATTO DI ESSERE PERFETTI E CHE LA NOSTRA VITA SIA SENZA PECCATO. SIA DATA ALLA CONDOTTA QUELLA LODE CHE NON DIMENTICHI LA NECESSITÀ DEL PERDONO. GLI UOMINI PRIVI DI SPERANZA, QUANTO MENO BADANO AI PROPRI PECCATI, TANTO PIÙ SI OCCUPANO DI QUELLI ALTRUI. Infatti cercano non che cosa correggere, ma che cosa biasimare. E siccome non possono scusare se stessi, sono pronti ad accusare gli altri. Non è questa la maniera di pregare e di implorare perdono da Dio, insegnataci dal salmista, quando ha esclamato: «RICONOSCO LA MIA COLPA, IL MIO PECCATO MI STA SEMPRE DINANZI» (Sal 50, 5). Egli non stava a badare ai peccati altrui. Citava se stesso, non dimostrava tenerezza con se stesso, ma scavava e penetrava sempre più profondamente in se stesso. Non indulgeva verso se stesso, e quindi pregava sì che gli si perdonasse, ma senza presunzione.
Vuoi riconciliarti con Dio? Comprendi ciò che fai con te stesso, perché Dio si riconcili con te. Poni attenzione a quello che si legge nello stesso salmo: «Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti» (Sal 50, 18). Dunque resterai senza sacrificio? Non avrai nulla da offrire? Con nessuna offerta potrai placare Dio? Che cosa hai detto? «Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti» (Sal 50, 18). Prosegui, ascolta e prega: «Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi» (Sal 50, 19). Dopo aver rigettato ciò che offrivi, hai trovato che cosa offrire. Infatti presso gli antichi offrivi vittime del gregge e venivano denominate sacrifici. «Non gradisci il sacrificio»: non accetti più quei sacrifici passati, però cerchi un sacrificio.
Dice il salmista: «SE OFFRO OLOCAUSTI, NON LI ACCETTI». PERCIÒ DAL MOMENTO CHE NON GRADISCI GLI OLOCAUSTI, RIMARRAI SENZA SACRIFICIO? NON SIA MAI. «UNO SPIRITO CONTRITO È SACRIFICIO A DIO, UN CUORE AFFRANTO E UMILIATO, DIO, TU NON DISPREZZI» (SAL 50, 19). HAI LA MATERIA PER SACRIFICARE. NON ANDARE IN CERCA DEL GREGGE, NON PREPARARE IMBARCAZIONI PER RECARTI NELLE PIÙ LONTANE REGIONI DA DOVE PORTARE PROFUMI. CERCA NEL TUO CUORE CIÒ CHE È GRADITO A DIO. BISOGNA SPEZZARE MINUTAMENTE IL CUORE. TEMI CHE PERISCA PERCHÉ FRANTUMATO? SULLA BOCCA DEL SALMISTA TU TROVI QUESTA ESPRESSIONE: «CREA IN ME, O DIO, UN CUORE PURO» (SAL 50, 12). QUINDI DEVE ESSERE DISTRUTTO IL CUORE IMPURO, PERCHÉ SIA CREATO QUELLO PURO.
QUANDO PECCHIAMO DOBBIAMO PROVARE DISPIACERE DI NOI STESSI, PERCHÉ I PECCATI DISPIACCIONO A DIO. E POICHÉ CONSTATIAMO CHE NON SIAMO SENZA PECCATO, ALMENO IN QUESTO CERCHIAMO DI ESSERE SIMILI A DIO: NEL DISPIACERCI DI CIÒ CHE DISPIACE A DIO. IN CERTO QUAL MODO SEI UNITO ALLA VOLONTÀ DI DIO, POICHÉ DISPIACE A TE CIÒ CHE IL TUO CREATORE ODIA.
PRENDI IL LARGO (DOM HELDER CAMARA)
QUANDO IL TUO BATTELLO
ANCORATO DA TEMPO NEL PORTO TI LASCERÀ L’IMPRESSIONE INGANNATRICE DI ESSERE UNA CASA,
QUANDO IL TUO BATTELLO
COMINCERÀ A METTERE RADICI
NELL’IMMOBILITÀ DEL MOLO,
PRENDI IL LARGO.
E’ NECESSARIO SALVARE A QUALUNQUE PREZZO L’ANIMA VIAGGIATRICE DEL TUO BATTELLO E LA TUA ANIMA DI PELLEGRINO.
san Gregorio Magno, papa
Signore mio e Dio mio
«Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù» (Gv 20, 24). Questo solo discepolo era assente. Quando ritornò udì il racconto dei fatti accaduti, ma rifiutò di credere a quello che aveva sentito. Venne ancora il Signore e al discepolo incredulo offrì il costato da toccare, mostrò le mani e, indicando la cicatrice delle sue ferite, guarì quella della sua incredulità.
Che cosa, fratelli, intravvedete in tutto questo? Attribuite forse a un puro caso che quel discepolo scelto dal Signore sia stato assente, e venendo poi abbia udito il fatto, e udendo abbia dubitato, e dubitando abbia toccato, e toccando abbia creduto?
No, questo non avvenne a caso, ma per divina disposizione. La clemenza del Signore ha agito in modo meraviglioso, poiché quel discepolo, con i suoi dubbi, mentre nel suo maestro toccava le ferite del corpo, guariva in noi le ferite dell’incredulità. L’incredulità di Tommaso ha giovato a noi molto più, riguardo alla fede, che non la fede degli altri discepoli. Mentre infatti quello viene ricondotto alla fede col toccare, la nostra mente viene consolidata nella fede con il superamento di ogni dubbio. Così il discepolo, che ha dubitato e toccato, è divenuto testimone della verità della risurrezione.
Toccò ed esclamò: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto» (Gv 20, 28-29). Siccome l’apostolo Paolo dice: «La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono», è chiaro che la fede è prova di quelle cose che non si possono vedere. Le cose che si vedono non richiedono più la fede, ma sono oggetto di conoscenza. Ma se Tommaso vide e toccò, come mai gli vien detto: «Perché mi hai veduto, hai creduto»? Altro però fu ciò che vide e altro ciò in cui credette. La divinità infatti non può essere vista da uomo mortale. Vide dunque un uomo e riconobbe Dio, dicendo: «Mio Signore e mio Dio!». Credette pertanto vedendo. Vide un vero uomo e disse che era quel Dio che non poteva vedere.
Ci reca grande gioia quello che segue: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (Gv 20, 28). Con queste parole senza dubbio veniamo indicati specialmente noi, che crediamo in colui che non abbiamo veduto con i nostri sensi. Siamo stati designati noi, se però alla nostra fede facciamo seguire le opere. Crede infatti davvero colui che mette in pratica con la vita la verità in cui crede. Dice invece san Paolo di coloro che hanno la fede soltanto a parole: «Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti» (Tt 1, 16). E Giacomo scrive: «La fede senza le opere è morta» (Gc 2, 26).
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
SE IO PIACESSI AGLI UOMINI, NON SAREI PIÙ SERVITORE DI CRISTO
Questo è il nostro vanto: la testimonianza della coscienza (cfr. 2 Cor 1, 12). Vi sono uomini avventati, detrattori, delatori, mormoratori, che cercano di congetturare quello che non vedono e si adoperano perfino a diffondere quello che neppure sono in grado di sospettare. CONTRO COSTORO CHE COSA RESTA, SE NON LA TESTIMONIANZA DELLA NOSTRA COSCIENZA? INFATTI, FRATELLI, NEPPURE IN QUELLI AI QUALI VOGLIAMO PIACERE, NOI PASTORI DI ANIME, CERCHIAMO O DOBBIAMO CERCARE LA NOSTRA GLORIA, BENSÌ MIRARE ALLA LORO SALVEZZA, IN MODO CHE, SE CI COMPORTIAMO RETTAMENTE, ESSI NON ABBIANO AD ANDARE FUORI STRADA NEL TENTATIVO DI SEGUIRCI. SIANO NOSTRI IMITATORI, SOLO SE ALMENO NOI SIAMO IMITATORI DI CRISTO. SE INVECE NON SIAMO IMITATORI DI CRISTO, LO SIANO ALMENO ESSI. EGLI INFATTI PASCE IL SUO GREGGE E, CON TUTTI QUELLI CHE PASCOLANO COME SI DEVE IL LORO GREGGE, VI È EGLI SOLO, PERCHÉ TUTTI SONO IN LUI.
NON CERCHIAMO DUNQUE IL NOSTRO INTERESSE QUANDO VOGLIAMO PIACERE AGLI UOMINI, MA VOGLIAMO RALLEGRARCI CON GLI UOMINI, E SIAMO LIETI CHE A LORO PIACCIA IL BENE, PER LA LORO UTILITÀ NON PER LA NOSTRA GLORIA. Contro chi l’Apostolo abbia detto: SE ANCORA IO PIACESSI AGLI UOMINI, NON SAREI PIÙ SERVITORE DI CRISTO! (CFR. GAL 1, 10), È EVIDENTE. E PER CHI ABBIA DETTO: CERCATE DI PIACERE A TUTTI IN TUTTO, COME ANCH’IO CERCO DI PIACERE A TUTTI ATTRAVERSO TUTTE LE COSE (CFR. 1 COR 10, 33), È ALTRETTANTO EVIDENTE. TUTTE E DUE LE COSE SONO LAMPANTI, TUTTE E DUE PACIFICHE, TUTTE E DUE SEMPLICI, TUTTE E DUE CHIARE. TU PERÒ MANGIA E BEVI SOLAMENTE, NON CALPESTARE E NON INTORBIDARE QUELLO CHE MANGI E QUELLO CHE BEVI.
Certamente hai ascoltato anche il Signore stesso Gesù Cristo, maestro degli apostoli: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5, 16), cioè colui che vi ha resi tali. Noi siamo infatti il popolo del suo pascolo, il gregge che egli conduce (cfr. Sal 94, 7). Sia lodato perciò chi ti ha reso buono se sei buono. Non sei tu, perché, per te stesso, non avresti potuto essere se non cattivo. Perché poi vorresti stravolgere la verità pretendendo lodi quando fai bene, e rigettando sul Signore la vergogna quando operi male?
Certamente chi disse: «Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini» (Mt 5, 16), ha ugualmente affermato nello stesso discorso: «Guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini» (Mt 6, 1). Ma come questi insegnamenti ti sembravano contraddittori nell’Apostolo, così avviene nel vangelo. Se però non intorbidisci l’acqua del tuo cuore, anche qui riconoscerai l’armonia delle Scritture e anche tu sarai in piena armonia con loro.
CERCHIAMO DUNQUE, FRATELLI, NON SOLTANTO DI VIVERE BENE, MA ANCHE DI COMPORTARCI BENE DAVANTI AGLI UOMINI. NON TENDIAMO SOLO AD AVERE UNA RETTA COSCIENZA, MA PER QUANTO LO COMPORTA LA NOSTRA DEBOLEZZA E LO CONSENTE LA FRAGILITÀ UMANA, SIA ANCHE NOSTRO FERMO IMPEGNO A NON COMPIERE NULLA CHE POSSA DESTARE UN CATTIVO SOSPETTO NEL FRATELLO DEBOLE. MENTRE MANGIAMO BUONE ERBE E BEVIAMO ACQUE LIMPIDE, NON CALPESTIAMO I PASCOLI DI DIO, PERCHÉ LE PECORE INFERME NON ABBIANO A MANGIARE CIÒ CHE È CALPESTATO, E BERE CIÒ CHE È STATO INTORBIDATO.
Paolo VI, papa (Manila, 29 novembre 1970)
Noi predichiamo Cristo a tutta la terra
«GUAI A ME SE NON PREDICASSI IL VANGELO!» (1 Cor 9, 16). Io sono mandato da lui, da Cristo stesso per questo. Io sono apostolo, io sono testimone. Quanto più è lontana la meta, quanto più difficile è la mia missione, tanto più urgente è l’amore che a ciò mi spinge. Io devo confessare il suo nome: Gesù è il Cristo, Figlio di Dio vivo (cfr. Mt 16, 16). Egli è il rivelatore di Dio invisibile, è il primogenito d’ogni creatura (cfr. Col 1, 15). È il fondamento d’ogni cosa (cfr. Col 1, 12). Egli è il Maestro dell’umanità, e il Redentore. Egli è nato, è morto, è risorto per noi. Egli è il centro della storia e del mondo. Egli è colui che ci conosce e che ci ama. Egli è il compagno e l’amico della nostra vita. Egli è l’uomo del dolore e della speranza. È colui che deve venire e che deve un giorno essere il nostro giudice e, come noi speriamo, la pienezza eterna della nostra esistenza, la nostra felicità. IO NON FINIREI PIÙ DI PARLARE DI LUI. Egli è la luce, è la verità, anzi egli è «la via, la verità, la vita» (Gv 14, 6). Egli è il pane, la fonte d’acqua viva per la nostra fame e per la nostra sete, egli è il pastore, la nostra guida, il nostro esempio, il nostro conforto, il nostro fratello. COME NOI, E PIÙ DI NOI, EGLI È STATO PICCOLO, POVERO, UMILIATO, LAVORATORE E PAZIENTE NELLA SOFFERENZA. Per noi egli ha parlato, ha compiuto miracoli, ha fondato un regno nuovo, dove i poveri sono beati, dove la pace è principio di convivenza, dove i puri di cuore e i piangenti sono esaltati e consolati, dove quelli che aspirano alla giustizia sono rivendicati, dove i peccatori possono essere perdonati, dove tutti sono fratelli. Gesù Cristo: voi ne avete sentito parlare, anzi voi, la maggior parte certamente, siete già suoi, siete cristiani. Ebbene, a voi cristiani io ripeto il suo nome, a tutti io lo annunzio: Gesù Cristo è il principio e la fine; l’alfa e l’omega. Egli è il re del nuovo mondo. Egli è il segreto della storia. Egli è la chiave dei nostri destini. Egli è il mediatore, il ponte fra la terra e il cielo; egli è per antonomasia il Figlio dell’uomo, perché egli è il Figlio di Dio, eterno, infinito; è il Figlio di Maria, la benedetta fra tutte le donne, sua madre nella carne, madre nostra nella partecipazione allo Spirito del Corpo mistico.
GESÙ CRISTO! RICORDATE: QUESTO È IL NOSTRO PERENNE ANNUNZIO, È LA VOCE CHE NOI FACCIAMO RISUONARE PER TUTTA LA TERRA, E PER TUTTI I SECOLI DEI SECOLI.
PRESSO DI TE È LA SORGENTE DELLA VITA
san Bonaventura, vescovo
CONSIDERA ANCHE TU, O UOMO REDENTO, CHI, QUANTO GRANDE E DI QUAL NATURA SIA COLUI CHE PENDE PER TE DALLA CROCE. La sua morte dà la vita ai morti, al suo trapasso piangono cielo e terra, le dure pietre si spaccano.
Inoltre, perché dal fianco di Cristo morto in croce fosse formata la Chiesa e si adempisse la Scrittura che dice: «VOLGERANNO LO SGUARDO A COLUI CHE HANNO TRAFITTO» (Gv 19, 37), per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza. Lo sgorgare da una simile sorgente, cioè dal segreto del cuore, dà ai sacramenti della Chiesa la capacità di conferire la vita eterna ed è, per coloro che già vivono in Cristo, bevanda di fonte viva «che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 14).
SORGI, DUNQUE, O ANIMA AMICA DI CRISTO. SII COME COLOMBA «CHE PONE IL SUO NIDO NELLE PARETI DI UNA GOLA PROFONDA» (GER 48, 28). COME «IL PASSERO CHE HA TROVATO LA SUA DIMORA» (SAL 83, 4), NON CESSARE DI VEGLIARE IN QUESTO SANTUARIO. Ivi, come tortora, nascondi i tuoi piccoli, nati da un casto amore. Ivi accosta la bocca per attingere le acque dalle sorgenti del Salvatore (cfr. Is 12, 3). Da qui infatti scaturisce la sorgente che scende dal centro del paradiso, la quale, divisa in quattro fiumi (cfr. Gn 2, 10) e, infine, diffusa nei cuori che ardono di amore, feconda ed irriga tutta la terra. CORRI A QUESTA FONTE DI VITA E DI LUCE CON VIVO DESIDERIO, CHIUNQUE TU SIA, O ANIMA CONSACRATA A DIO, e con l’intima forza del cuore grida a lui: «O ineffabile bellezza del Dio eccelso, o splendore purissimo di luce eterna! Tu sei vita che vivifica ogni vita, luce che illumina ogni luce e che conserva nell’eterno splendore i multiformi luminari che brillano davanti al trono della tua divinità fin dalla prima aurora. O eterno e inaccessibile, splendido e dolce fluire di fonte nascosta agli occhi di tutti i mortali! La tua profondità è senza fine, la tua altezza senza termine, la tua ampiezza è infinita, la tua purezza imperturbabile! Da te scaturisce il fiume “che rallegra la città di Dio” (Sal 45, 5), perché “in mezzo ai canti di una moltitudine in festa” (Sal 41, 5) possiamo cantare cantici di lode, dimostrando, con la testimonianza dell’esperienza, che “IN TE È LA SORGENTE DELLA VITA E ALLA TUA LUCE VEDIAMO LA LUCE” (Sal 35, 10)».
…” TU SARAI RE ED IO SARO’ SECONDO DOPO DI TE….” Che meraviglia! Chi può intuire l’immensa gioia di cuore provata da questo GIOVANE così deciso, noncurante delle beffe, degli insulti? Per lui esiste solo la ” GRANDE AMICIZIA” essa non si ferma all’apparenza umana, è appoggiata su basi di grande stima e umiltà, corroborate da una SPIRITUALITA’ MOLTO FORTE quindi indistruttibili.
SOLO IN QUESTO MODO LA VERA AMICIZIA AVRA’ IL SUO FUTURO CHE PER L’UOMO SARA’UN VERO TESORO.
LA VERA, PERFETTA ED ETERNA AMICIZIA
«L’amicizia spirituale» del beato Aelredo
Quel nobilissimo fra i giovani, Giònata, non badando al blasone regale, né alla successione del regno, strinse amicizia con Davide e, mettendo sullo stesso piano dell’amore il servo e il suo sovrano, preferì a se stesso lui, scacciato dal padre, latitante nel deserto, condannato a morte, destinato ad essere trucidato, a tal punto che, umiliando se stesso ed esaltando l’altro, gli disse: Tu sarai re ed io sarò secondo dopo di te (cfr. 1 Sam 23, 17).
O SPECCHIO GRANDE E SUBLIME DI VERA AMICIZIA! MIRABILE COSA! IL RE ERA FURIBONDO CONTRO IL SERVO E GLI ECCITAVA CONTRO, COME AD UN EMULO DEL REGNO, TUTTA LA NAZIONE. Accusando i sacerdoti di tradimento, li fa ammazzare per un solo sospetto. S’aggira per boschi, si inoltra in vallate, attraversa montagne e dirupi con bande armate. Tutti promettono di farsi vendicatori dell’indignazione del re. Solo Giònata, che unico avrebbe potuto, a maggior diritto, portargli invidia, ritenne di doversi opporre al re, di favorire l’amico, di dargli consiglio tra tante avversità e, preferendo l’amicizia al regno, dice: TU SARAI RE ED IO SARÒ SECONDO DOPO DI TE.
E osserva come il padre del giovanetto ne eccitasse la gelosia contro l’amico, insistendo con invettive, spaventandolo con le minacce di spogliarlo del regno, ricordandogli che sarebbe stato privato dell’onore.
Avendo infatti quegli pronunziato la sentenza di morte contro Davide, Giònata non abbandonò l’amico. Perché dovrà morire Davide? Cos’ha commesso, cos’ha fatto? Egli mise a repentaglio la sua vita ed abbatté il Filisteo e tu ne fosti felice. Perché dunque dovrebbe morire? (cfr. 1 Sam 20, 32; 19, 3). A queste parole il re, montato in furia, cercò di trafiggere Giònata alla parete con la lancia e, aggiungendo invettive e minacce, gli fece questo oltraggio: Figlio di una donna di malaffare. Io so che tu lo ami per disonore tuo e vergogna della tua madre svergognata (cfr. 1 Sam 20, 30). Poi vomitò tutto il suo veleno sul volto del giovane, ma non trascurò le parole d’incitamento alla sua ambizione, per fomentarne l’invidia e per suscitarne la gelosia e l’amarezza. Fino a quando vivrà il figlio di Iesse, disse, il tuo regno non avrà sicurezza (cfr. 1 Sam 20, 31). Chi non sarebbe rimasto scosso a queste parole, chi non si sarebbe acceso di odio? Non avrebbe forse ciò corroso, sminuito e cancellato qualsiasi amore, qualsiasi stima e amicizia?
INVECE QUEL GIOVANE AFFEZIONATISSIMO, MANTENENDO I PATTI DELL’AMICIZIA, FORTE DAVANTI ALLE MINACCE, PAZIENTE DI FRONTE ALLE INVETTIVE, SPREGIANDO IL REGNO PER LA FEDELTÀ ALL’AMICO, DIMENTICO DELLA GLORIA, MA MEMORE DELLA STIMA, DISSE: TU SARAI RE ED IO SARÒ SECONDO DOPO DI TE. QUESTA È LA VERA, PERFETTA, SALDA ED ETERNA AMICIZIA, CHE L’INVIDIA NON INTACCA, IL SOSPETTO NON SMINUISCE, L’AMBIZIONE NON RIESCE A ROMPERE. MESSA ALLA PROVA NON VACILLÒ, BERSAGLIATA NON CADDE, BATTUTA IN BRECCIA DA TANTI INSULTI RIMASE INFLESSIBILE, PROVOCATA DA TANTE INGIURIE RESTÒ INCROLLABILE. «VA’, DUNQUE, E FA’ ANCHE TU LO STESSO» (LC 10, 37).
R. Un amico fedele è una protezione potente.
* Chi lo trova, trova un tesoro.
V. Chi teme il Signore, avrà buone amicizie;
come uno è, così sarà il suo amico.
R. Chi lo trova, trova un tesoro.
Una buona medicina (Aelredo di Rievaulx)
Non c’è medicina più forte o più efficace per le nostre ferite in tutte le cose terrene che avere chi soffra con noi in ogni sventura e goda nei successi. L’amicizia rende dunque la prosperità più splendida e l’avversità più leggera dividendola un po’ ciascuno. In ogni azione, in ogni ricerca nella certezza, nel dubbio, in ogni evenienza, in ogni disavventura, in segreto e in pubblico, in ogni decisione, in casa e fuori, dovunque l’amicizia è gradita, l’amico è necessario e il suo favore utile.