VENERDI 29 MARZO 2019
ESPERIENZA QUARESIMALE: CENA DI POVERI con pane, acqua e … SALMI SAPIENZIALI
IN SILENZIO e… A LUME DI CANDELA
- A P E R I C E N A: Ascolto canti gregoriani (Solesmes)
- M E N Ù: salutare per l’anima e… il corpo!
- PANE E ACQUA – RISO IN BIANCO – UN FRUTTO…
- Presi con GRATITUDINE –
- In meditativo SILENZIO
- CON SALMI E CANTICI SPIRITUALI
- P E R C O N C L U D E R E I N… BELLEZZA:
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BREVE ADORAZIONE In Cappella – CONDIVISIONE FRATERNA di risonanze spirituali – MOMENTO MARIANO – SALVE REGINA … e le campane dell’AVE MARIA
Cari amici,
Ecco un pò di materiale per la “CENA ALTERNATIVA” a S. BIAGIO: VENERDI’ 29 MARZO 2019
IL TEMA: “La santità della… porta accanto” secondo Papa Francesco e D. Orione “GAUDETE ET EXSULTATEˮ “LA CHIAMATA ALLA SANTITÀ, OGGI”
- PREGHIERA E SERVIZIO: Come conciliare l’intimità con Dio con gli impegni della vita? PAPA FRANCESCO – “Il mio umile obiettivo è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità. Perché il Signore ha scelto ciascuno di noi «per essere santi e immacolati di fronte a Lui nella carità» (Ef 1,4). «Non è sano amare il silenzio ed evitare l’incontro con l’altro… ricercare la preghiera e sottovalutare il servizio… Questo però non implica disprezzare i momenti di quiete, solitudine e silenzio davanti a Dio. “Come non riconoscere che abbiamo bisogno di fermare questa corsa febbrile per recuperare uno spazio personale Ci occorre uno spirito di santità che impregni tanto la solitudine quanto il servizio, tanto l’intimità quanto l’impegno evangelizzatore.
- S. LUIGI ORIONE
- Bisogno di santi: Roma, 3 marzo 1914 “I nostri primi Missionari scrivono che essi sono pochi, che non bastano, e di mandarne altri. Dondero è solo …Mi scrive che accetterebbe volentieri anche qualche Chierichetto; basta avere un po’ di aiuto. La missione promette, assai bene; ma ho bisogno di santi! Quante volte, nei passati giorni, io ho pensato a voi, o cari i miei figli! E vi ho fatti passare uno ad uno, per vedere chi poter mandare! ma ho bisogno di santi! Poco mi importerebbe che siate piccoli:anzi, così imparereste subito la lingua … ma ho bisogno che, chi va, porti là la santità. Chi si sente di voi? Cari miei piccoli fratelli, cerchiamo la santità, ma subito: non aspettiamo più: non tardiamo! La santità! Il desiderio della santità! Tutto verrà dietro a questo…
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-La congregazione ha un forte spirito di iniziativa e di attività, …Tuttavia, parlandovi con cuore alla mano, vi confesso che non posso difendermi dal doloroso pensiero e dal timore che questa vantata attività dei figli della divina Provvidenza, abbia a venir meno ove non siano fecondati e santificati da una vera e soda pietà. Non diamoci pace finché non avremo ottenuto da Dio la grazia di pregare e di pregare bene. Far pregare e pregare bene. Ogni casa sia “Domus orationis” (casa di preghiera) (Da discorso del 22.07.1924)
VERA E FALSA RELIGIOSITÀ
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PAPA FRANCESCO Quali sono atteggiamenti di falsa religiosità? «l’ossessione per la legge, l’ostentazione nella cura della liturgia, della dottrina e del prestigio della Chiesa. Molte volte, «contro l’impulso dello Spirito, la vita della Chiesa si trasforma in un pezzo da museo o in un possesso di pochi. Questo accade quando alcuni gruppi cristiani danno eccessiva importanza all’osservanza di determinate norme proprie» (57-58).
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COSA PASSA E COSA RESTA? Gesù non ci consegna due formule. Ci consegna due volti, o meglio, uno solo, quello di Dio che si riflette in molti. Perché in ogni fratello, nel più piccolo, fragile, indifeso e bisognoso, è presente l’immagine stessa di Dio. Con gli scarti di questa umanità vulnerabile il Signore plasmerà la sua ultima opera d’arte. Poiché «che cosa resta, che cosa ha valore nella vita, quali ricchezze non svaniscono? Sicuramente due: il Signore e il prossimo. Queste due ricchezze non svaniscono!» (65)
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SPIRITO DI POVERTÀ E SOBRIETÀ DI VITA
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PAPA FRANCESCO «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» «Le ricchezze non ti assicurano nulla… Anzi, quando il cuore si sente ricco, è talmente soddisfatto di sé stesso che non ha spazio per la Parola di Dio, per amare i fratelli» (68).
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Cosa ci chiederà il Signore? «Quando incontro una persona che dorme alle intemperie, in una notte fredda, posso sentire che questo fagotto è un imprevisto che mi intralcia, un delinquente ozioso… un problema che devono risolvere i politici… Oppure posso reagire a partire dalla fede e dalla carità e riconoscere in lui un essere umano con la mia stessa dignità. Un fratello redento da Cristo. Questo è essere cristiani!» (98).
- S. LUIGI ORIONE -La Grazia d’esser nato povero Fra le grazie che il Signor mi ha fatto, ho avuto quella di essere nato povero. I miei hanno sempre lavorato per poter mangiare. Non ci mancò mai il pane: ma si faceva, una volta al giorno, la polenta; e, nelle invernate, c’era la polenta nel latte.( discorso del 21-I 1938)
- – Tempi eroici Quei tempi erano veramente eroici, tempi di fame e di estrema miseria; tanto che i ragazzi dell’Oratorio portavano qualche tozzo di pane per sfamare quel povero chierico. Allora era fiamma la vita del cuore, ed erano giorni grandi, giorni di fame, giorni di fede, e la fede era fiamma di carità e di amore a Dio. (discorso 14 – X – 1939).
- – Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle tre di notte e via a lavorare, e pareva sempre un fuso che andasse, e sempre faceva e s’industriava: faceva da donna e, con i suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare sul Monferrato: batteva il falcetto per fare l’erba, e lo affilava essa, senza portarlo all’arrotino; faceva la tela con canapa filata da essa; e i miei fratelli si divisero tante lenzuola, tanta bella biancheria, povera mia madre! Teneva da conto fin i coltelli rotti…. Non correva a comperare, se proprio non poteva farne a meno; e, quando è morta, le abbiamo ancora messo il suo vestito da sposa, dopo cinquantun anni che si era sposata: se l’era fatto tingere in nero, e faceva ancora la sua bella figura, ed era ancora il suo vestito più bello!
- DISCERNIMENTO DAVANTI AL TABERNACOLO
- PAPA FRANCESCO Qual è l’ambiente ideale per il discernimento?171. Anche se il Signore ci parla in modi assai diversi durante il nostro lavoro, attraverso gli altri e in ogni momento, non è possibile prescindere dal silenzio della preghiera prolungata per percepire meglio quel linguaggio, per interpretare il significato reale delle ispirazioni che pensiamo di aver ricevuto. Perché è importante il silenzio? Per ogni discepolo è indispensabile stare con il Maestro, ascoltarlo, imparare da Lui. Se non ascoltiamo, tutte le nostre parole saranno unicamente rumori che non servono a niente. Dunque mi permetto di chiederti: ci sono momenti in cui ti poni alla sua presenza in silenzio, rimani con Lui senza fretta, e ti lasci guardare da Lui? E se davanti al volto di Cristo ancora non riesci a lasciarti guarire e trasformare, allora penetra nelle viscere del Signore, entra nelle sue piaghe, perché lì ha sede la misericordia divina
- S. LUIGI ORIONE Ti amo, Gesù, ti amo e ti amo! Apro un libro di pensieri serafici ma il libro mi si chiude tra le mani, né so più leggere fino a che non abbia gettato tutto il mio povero cuore nel Tuo: Signore Gesù, Ti amo, Ti amo e Ti amo! penso a Te, che mi sei così vicino: al Tuo cuore che non mi sarà mai straniero né freddo: al Tuo amore, che è sempre uguale a se stesso! Oggi ero molto afflitto, o mio Dio, e mi pareva proprio di non potere più tirare avanti, – adesso invece i dolori non mi turbano più, e sono contento di patire. O Signore, amore soavissimo e vita mia, fa che da ogni ferita di spina, che mi trafigge l’anima, esca la gran voce del mio amore: Ti amo, o Gesù mio, Ti amo e Ti amo ! A Te, che vegli, apro il mio cuore: a Te espongo pensieri ed affetti; ascolto la voce Tua, studio il Tuo volere, mentre Ti guardo e Ti amo, Ti amo e Ti amo ! E anche Tu mi ami; oh se mi ami ! Dimmi una parola, o Signore, che mi additi il sentiero nel quale Tu vuoi che io cammini; illuminami, o Signore, con un raggio di Tua luce divina, che le tenebre si addensano intorno a me: ed io Ti risponderò che Ti amo, Ti amo e Ti amo !
- S. AGOSTINO: “ATTENDI UN POCHINO”. Dalle Confessioni,12 Così io ero sì persuaso della convenienza di concedermi al tuo amore, anziché cedere alla mia passione: ma se l’uno mi piaceva e vinceva, l’altro mi attraeva e avvinceva. Non sapevo cosa rispondere a queste tue parole: “Levati, tu che dormi, risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà”; non sapevo affatto cosa rispondere, se non, al più, qualche frase lenta e sonnolenta: “Fra breve”, “Ecco, fra breve”, “Attendi un pochino”. Però quei “breve” E uel “attendi un pochino” andava per le lunghe. Chi avrebbe potuto liberarmi, nella mia condizione miserevole, da questo corpo mortale, se non la tua grazia per mezzo di Gesù Cristo Signore Nostro?
- NON TI NASCONDO LE MIE FERITE Quando mi sarò unito a Te con tutto il mio essere, non sentirò più dolore o pena; la mia sarà vera vita, tutta piena di Te. Tu sollevi in alto colui che riempi di Te. Io, invece, non sono ancora pieno di Te, sono di peso a me stesso. Gioie di cui dovrei piangere contrastano in me con pene di cui dovrei gioire; non so da che parte stia la vittoria; Abbi pietà di me, Signore! NON TI NASCONDO LE MIE FERITE. TU SEI IL MEDICO, IO SONO IL MALATO; TU SEI IL SIGNORE, IO IL POVERO.
- ACCOGLI TUO FIGLIO ( I Soliloqui I, 5) ORA SEI TU SOLO CHE IO AMO, te solo che seguo, te solo che cerco. Ti prego, ordina tutto ciò che vuoi, ma guarisci e apri le mie orecchie perché io possa udire la tua voce. Ti prego, accogli il figlio tuo che è fuggito, o Dio amorevole più di ogni padre. SENTO CHE SOLO DA TE IO DEVO RITORNARE.
- TARDI TI HO AMATO, O BELLEZZA COSÌ ANTICA E COSÌ NUOVA, TARDI TI HO AMATO… Ecco che tu eri dentro e io fuori, e lì ti cercavo. Deforme come ero, mi gettavo su queste cose belle che hai creato. TU ERI CON ME, MA IO NON ERO CON TE. MI HAI CHIAMATO, HAI GRIDATO, E HAI VINTO LA MIA SORDITÀ. E ORA ANELO A TE. TI HO ASSAPORATO, E HO FAME E SETE. MI HAI TOCCATO, E ASPIRO ARDENTEMENTE ALLA TUA PACE.
“ È VERAMENTE RISORTO ”
PRIMAVERA DELLO SPIRITO A S. BIAGIO
PROPOSTE DI FORMAZIONE – APRILE 2019
- 14 APRILE : DOMENICA DELLE PALME – H. 10.30
PROCESSIONE DELLE PALME – S. MESSA
- LUNEDI – MARTEDI – MERCOLEDÌ SANTO: 10-12; 16 -18: TEMPO PER LE CONFESSIONI …
GIOVEDI – VENERDI – SABATO SANTO
M A T T I N O: H. 9: LODI E MEDITAZIONE
- “HA AMATO FINO ALLA FINE” (GV.13)
- “HA PORTATO I NOSTRI PECCATI”
- “LA VERGINE DEL SILENZIO…”
S E R A Partecipiamo alle celebrazioni nella Parrocchia del Carmine
DOMENICA 21:
MESSA SOLENNE ORE 10.30
22 – 25 APRILE 2019:
“DONNA, PERCHÉ PIANGI? CHI CERCHI?” Rispondono:
- RUT, la spigolatrice straniera…
- LA SPOSA del Cantico dei Cantici…
- MARIA DI MAGDALA: “Ho visto il Signore”
ORARIO DI MASSIMA
- 08.00: Celebrazione di Lodi – 09.00: Meditazione – Lectio
- 11.45: Adorazione – ora media – Pranzo – riposo
- 16.00: Meditazione – preghiera personale
- 18.30: Celebrazione di Vespro e Eucaristia
- 19.30: Cena – momento Mariano nel parco -Risonanze
Info – Prenotazioni: 333.8890.862 donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it
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“AMÒ SINO ALLA FINE”Il Servo del Signore in linea… (Isaia 40 – 53)
PER SEMPRE O… FINCHÉ DURA? I Love You Forever: è una simpatica frase che i giovani innamorati scrivono sui muri. Nella realtà il “per sempre” fa paura. L’impegno totale e definitivo, ci sembra un carcere. Ci stanchiamo di tutto e di tutti. Preferiamo vivere all’insegna del…”Proviamo”! Lasciandoci sempre un’ uscita di sicurezza. Chiediamoci: si può continuare a fare ”prove” per tutta la vita? Vivere “alla giornata”, aiuta a maturare come persone? O ci lascia tutti, giovani e adulti, in balia della nostra instabilità emotiva? Ci può illuminare la figura del “Servo del Signore” di cui ci parla Isaia. In mezzo a mille difficoltà, Egli ha perseverato fino alla fine nella sua missione… Come Gesù che “AVENDO AMATO I SUOI LI AMÒ SINO ALLA FINE” (Gv. 13,1ss) Un esempio per noi. E un augurio perché la Pasqua che celebreremo nei riti diventi IMPEGNO E NOVITÀ DI VITA.
- Sei vissuto in esilio tra gente disperata. che potevi fare?
«Confortate, confortate il mio popolo! Fate coraggio agli abitanti di Gerusalemme, e annunziate loro: La vostra schiavitù è finita, la vostra colpa perdonata (40,1)
- Se soffriamo significa che Dio ci ha abbandonati?
Come un pastore conduce il suo gregge: prende in braccio gli agnellini, li porta sul petto e ha cura delle pecore che partoriscono, così Dio provvede per il suo popolo». (40,9ss)
- Siamo vermiciattoli ma… amati da Lui!
« Non temere, io sono con te. Non preoccuparti, io sono il tuo Dio. Non temere, sono qui ad aiutarti. Sei piccolo e debole come un verme, ma non temere: io ti aiuterò. Io, il Santo d’Israele, sono colui che ti salva. (41,10ss)
- Con Lui vicino, il deserto si cambia in sorgente d’acqua?
«Il mio popolo è come povera gente assetata, dalla gola riarsa: cerca acqua ma non ne trova. Io, il Signore, esaudirò la loro preghiera. Non li abbandonerò mai. Trasformerò il deserto in un lago e la terra arida in sorgenti d’acqua. (41,17s)
- All’inizio di tutto c’è stata una particolare chiamata di Dio?
Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. (42,1)
- Che metodo usavi per farti ascoltare? Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta. (42,2)
- Ma sapevi essere anche forte e perseverante?
Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole. (42,4ss)
- Quale missione speciale ti ha affidato il Signore?
Io, il Signore, ti ho chiamato e ti ho preso per mano; ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre. (42,6ss)
- Quale certezza di fondo ti sosteneva?
«Non temere! Se tu attraverserai fiumi profondi, io sarò con te: le acque non ti sommergeranno. Se passerai attraverso il fuoco, tu non brucerai. Io sono il Signore, il tuo Dio, il Santo d’Israele che ti salva. Per me sei molto prezioso, io ti stimo e ti amo, Non temere, io sono con te! (43,1ss)
- E Nei momenti di scoraggiamento, dove trovavi la forza?
Io ho pensato: inutilmente mi sono affaticato, ho consumato tutte le mie forze, senza risultato. Ma il Signore garantisce il mio diritto, Dio ricompensa il mio sforzo. Egli mi ha chiamato fin dalla nascita, per essere il suo servo, per ricondurre a lui il popolo d’Israele. (49,4ss)
- A un certo punto la tua missione si è ampliata?
Mi ha detto: «Tu sei mio servo, non solo per radunare le tribù di Giacobbe, e ricondurre a me i superstiti d’Israele. Faccio di te la luce delle nazioni, per portare la mia salvezza in tutto il mondo». (49,6)
- Ti rendevi conto che questo comportava maggior sofferenza?
Dio, ogni mattina mi insegna ad ascoltarlo e io non mi tiro indietro. Ho offerto la schiena a chi mi batteva, la faccia a chi mi strappava la barba. Non ho sottratto il mio volto agli sputi e agli insulti. (50,4s)
- Dove trovavi la forza per non abbatterti? Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto confuso, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare deluso. Il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole? (50,7s)
- Quale era la segreta speranza che ti sorreggeva?
Ecco, il mio servo avrà successo, sarà onorato, esaltato e molto innalzato. I re davanti a lui si chiuderanno la bocca, poiché vedranno un fatto mai ad essi raccontato e comprenderanno ciò che mai avevano udito. (52,13s)
- Bellezza e successo sono importanti: tu potevi contarci?
Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi. Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima. (53,2s)
- Ognuno tende a dare la colpa agli altri. Tu cosa hai fatto?
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori. Noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato. Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità. (53,4s)
- Guariti per… le tue piaghe: che senso ha?
Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada; il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti. (53,5s)
- Oggi ha ragione chi grida più forte. E TU hai scelto di tacere?
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, non aprì la sua bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di mezzo. (53,7s)
- Avresti potuto salvarti. Perché ti sei offerto spontaneamente?
Quando offrirà se stesso in espiazione, vedrà una discendenza, vivrà a lungo, si compirà per mezzo suo la volontà del Signore. (53,10s)
- Dunque la sofferenza innocente, che tanto ci scandalizza, sarebbe salvezza per il mondo?
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza; il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà la loro iniquità. (53,11)
- Per essere efficaci bastano le parole, o occorre ben altro…?
Perciò io gli darò in premio le moltitudini, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti e intercedeva per i peccatori. (53,12)
- 12 MARZO S. LUIGI ORIONE Pensieri dalla sua ultima “Buona Notte“
- CONSAPEVOLEZZA...« Sono venuto a darvi la buona notte… Sono venuto anche a salutarvi, perché piacendo a Dio domani mi assenterò per qualche tempo, per poco o per molto, o anche per sempre, come piacerà al Signore. Nessuno più di me sa e sente che la mia vita, è attaccata ad un filo e che tutti i momenti possono essere gli ultimi.
- POVERTÀ: uno stile per vivere e morire... Desiderano che vada a San Remo, mi vogliono mandare a S. Remo, perchè pensano quel clima, quel sole, possono portare qualche giovamento a quel poco di vita che può essere in me. Però non è tra le palme che io voglio vivere e morire. Se potessi esprimere un desiderio: non è tra le palme che voglio vivere e morire, ma tra i poveri che sono Gesù Cristo.
- SENSIBILITÀ E DELICATEZZA DI PADRE... Dunque partire di qui senza dirvi nulla sarebbe stata cosa che ripugna al mio cuore, e forse avrebbe fatto male anche a voi. …
- PIANGERE CON CHI PIANGE...Vogliate bene a quelli che piangono, che soffrono. Dice la Scrittura: “Andrai più volentieri nella casa del dolore e del pianto che a quella del tripudio “. 5. VIVIAMO UMILI E PICCOLI AI PIEDI DELLA CHIESA … Anche voi vogliate vivere sempre alla presenza del Signore. Cari figliuoli, Viviamo umili e piccoli ai piedi della Chiesa, come bambini, con pieno abbandono ai piedi dei Vescovi, del Papa che è il Vescovo dei Vescovi, il dolce Cristo in terra. 6. LE TRE GRANDI MADRI… La prima grande Madre è Maria SS.ma, la seconda madre è la santa Chiesa, la terza, piccola ma pur grande, madre è la nostra Congregazione 7.EVITARE IL PECCATO…CONFESSIAMOCI BENE… evitate ad ogni costo, a costo di qualunque sacrificio il peccato, tutti i peccati. La morte, ma non peccati, diceva Savio Domenico. Se qualche volta ci sentiamo deboli raccomandiamoci al Signore e a Maria SS.ma, confessiamoci bene, non per abitudine. 8 . UMANITÀ …Dunque addio, o cari figliuoli (si ferma un istante, china il capo appoggiandosi alla balaustra, commosso piange). Pregherete per me e io vi porterò tutti i giorni sull’altare e pregherò per voi. Buona notte ».
Io non sento
che una infinita,
divina sinfonia
di spiriti, palpitanti
attorno alla Croce,
e la Croce stilla per noi goccia a goccia,
attraverso i secoli, il sangue divino sparso
per ciascuna anima umana. Dalla Croce
Cristo grida “Sitio”. Terribile grido di arsura,
che non è della carne, ma è grido di sete di anime.
Scriverò la mia vita con le lacrime e col sangue.
Lume e pace di cuore.
Salirò il mio Calvario
come agnello mansueto.
Apostolato e martirio
Martirio e apostolato.
Soffrire, tacere, pregare
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amare, crocifiggersi
adorare. Lume e
pace di cuore.
(S. L. Orione)
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- 19 MARZO 2019 FESTA DI S. GIUSEPPECari Amici, il clima quaresimale oggi viene piacevolmente interrotto dalla festa di S. GIUSEPPE e dal ricordo dei NOSTRI PAPA’ vivi o defunti… Mentre contempliamo questa bella icona della santa famiglia, preghiamo così: Santa e dolce dimora, dove Gesù fanciullo nasconde la sua gloria! Giuseppe addestra all’umile arte del falegname il Figlio dell’Altissimo. Accanto a lui Maria fa lieta la sua casa di una limpida gioia. La mano del Signore li guida e li protegge nei giorni della prova. O famiglia di Nazareth, esperta del soffrire, dona al mondo la pace.
PAPA FRANCESCO: LA VOCAZIONE DEL CUSTODIRE:
Abbiamo ascoltato nel Vangelo che «GIUSEPPE FECE COME GLI AVEVA ORDINATO L’ANGELO DEL SIGNORE E PRESE CON SÉ LA SUA SPOSA» (Mt 1,24). In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custos, custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa… COME ESERCITA GIUSEPPE QUESTA CUSTODIA? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all’episodio di Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e tutto l’amore ogni momento. E’ ACCANTO A MARIA SUA SPOSA NEI MOMENTI SERENI E IN QUELLI DIFFICILI DELLA VITA, NEL VIAGGIO A BETLEMME PER IL CENSIMENTO E NELLE ORE TREPIDANTI E GIOIOSE DEL PARTO; NEL MOMENTO DRAMMATICO DELLA FUGA IN EGITTO E NELLA RICERCA AFFANNOSA DEL FIGLIO AL TEMPIO; E POI NELLA QUOTIDIANITÀ DELLA CASA DI NAZARET, NEL LABORATORIO DOVE HA INSEGNATO IL MESTIERE A GESÙ.
COME VIVE GIUSEPPE LA SUA VOCAZIONE DI CUSTODE DI MARIA, DI GESÙ, DELLA CHIESA? Nella costante attenzione a Dio, aperto ai suoi segni, disponibile al suo progetto, non tanto al proprio; E Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate. In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza, ma vediamo anche qual è il centro della vocazione cristiana: CRISTO! CUSTODIAMO CRISTO NELLA NOSTRA VITA, PER CUSTODIRE GLI ALTRI, PER CUSTODIRE IL CREATO!
LA VOCAZIONE DEL CUSTODIRE, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ IL CUSTODIRE L’INTERO CREATO, LA BELLEZZA DEL CREATO, COME CI VIENE DETTO NEL LIBRO DELLA GENESI E COME CI HA MOSTRATO SAN FRANCESCO D’ASSISI: È L’AVERE RISPETTO PER OGNI CREATURA DI DIO E PER L’AMBIENTE IN CUI VIVIAMO. E’ IL CUSTODIRE LA GENTE, L’AVER CURA DI TUTTI, DI OGNI PERSONA, CON AMORE, SPECIALMENTE DEI BAMBINI, DEI VECCHI, DI COLORO CHE SONO PIÙ FRAGILI E CHE SPESSO SONO NELLA PERIFERIA DEL NOSTRO CUORE. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio! E quando l’uomo viene meno a questa responsabilità di custodire, quando non ci prendiamo cura del creato e dei fratelli, allora trova spazio la distruzione e il cuore inaridisce. Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: SIAMO “CUSTODI” DELLA CREAZIONE, DEL DISEGNO DI DIO ISCRITTO NELLA NATURA, CUSTODI DELL’ALTRO, DELL’AMBIENTE; non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo! Ma per “custodire” dobbiamo anche avere cura di noi stessi! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! NON DOBBIAMO AVERE PAURA DELLA BONTÀ, ANZI NEANCHE DELLA TENEREZZA! il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. NON DOBBIAMO AVERE TIMORE DELLA BONTÀ, DELLA TENEREZZA! Piazza San Pietro, Martedì, 19 marzo 2013, Solennità di San Giuseppe
S. PAOLO VI A NAZARET
La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazareth! Quanto ardentemente desidereremmo di ricominciare, vicino a Maria, ad apprendere la vera scienza della vita e la superiore sapienza delle verità divine! In primo luogo essa ci insegna il silenzio. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazareth, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto. Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazareth ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore.
Beato il papà
Beato il papà che chiama alla vita e sa donare la vita per i figli.
Beato il papà che non teme di essere tenero e affettuoso.
Beato il papà che sa giocare con i figli e perdere tempo con loro.
Beato il papà per il quale i figli contano più degli hobby
Beato il papà che sa ascoltare e dialogare anche quando è stanco
Beato il papà che dà sicurezza con la sua presenza e il suo amore.
Beato il papà che sa pregare con i figli
Beato il papà convinto che un sorriso vale più di un rimprovero, uno scherzo più di una critica, un abbraccio più di una predica.
Beato il papà che cresce con i figli e li aiuta a essere se stessi
Beato il papà che sa capire e perdonare gli sbagli dei figli .
Beato il papà che non sommerge i figli di cose, ma li educa alla sobrietà e alla condivisione.
Beato il papà che non si ritiene perfetto e sa ironizzare sui suoi limiti
Beato il papà che cammina con i figli verso orizzonti sconfinati aperti all’uomo, al mondo, all’eternità - ++++++++++++++++++++++++++++
DONNE COSÌ… Donne vere. Fatte di grazia e di fragilità. Storie di umiliazione e riscatto. Tanto diverse ma tutte segnate da un Evento che ha cambiato la loro vita. Incontrata la Luce, l’hanno accolta con gioia. E si sono messe al servizio di Gesù e del Vangelo. Ieri come oggi. DONNE MADRI. DONNE SORELLE. DONNE CAPACI DI AMARE… SI, PENSO A MIA MADRE. Ma anche a tutte quelle donne che sanno amare sul serio. Fino al sacrificio totale di sé. Con un’ abnegazione e fedeltà a tutta prova. Per questo sono perennemente attuali. NE ABBIAMO BISOGNO COME DEL PANE. Ne ha bisogno il mondo. A volte ci afferra come un intimo timore di rimanere senza donne così. Perché, con l’aria che tira, potrebbero correre il rischio di…estinzione. Dio non voglia!
- Oltre ai Dodici, Gesù aveva scelto anche voi. A quel tempo?C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. (cfr Lc 8,2-3).
- Gli Evangelisti vi dedicano pagine sublimi. «In verità vi dico, dovunque sarà predicato questo vangelo sarà detto anche ciò che costei ha fatto, » (Mt 26,13 La Samaritana Gv 4,1; la donna siro-fenicia Mc 7,24ss; la peccatrice perdonata Lc 7,36.Marta e Maria Gv 11)
- Commuove il candore della donna, tremante, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. (Mc 5,21ss)
- Sorprende la fede semplice e audace della donna Cananea Signore, anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni…“Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”. ( Mt15,25)
- E la “dichiarazione d’amore” di Gesù per Marta e Maria? All’udire questo, Gesù disse: “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato”. Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Gv 11,4s
- I Dodici fuggirono, voi donne siete rimaste fedeli fino alla croce C’erano anche là molte donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo.
- Che santa invidia per la Maddalena chiamata per nome da LUI? Gesù le disse: “Maria!”. Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: “Rabbunì!”, che significa: Maestro! Gv 20,18ss
- E a lei affidò la missione di andare dagli Apostoli Gesù le disse: “Non mi trattenere, ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Maria di Màgdala andò ad annunziare ai discepoli: “Ho visto il Signore” e anche ciò che le aveva detto.Gv 20,11-18).
S. PAOLO E LE DONNE: INSIEME A SERVIZIO DEL VANGELO
- Lidia: una donna-manager, ospita Paolo e compagni Restammo a Filippi alcuni giorni; il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera, e sedutici rivolgevamo la parola alle donne colà riunite. C’era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò: “Se avete giudicato ch’io sia fedele al Signore, venite ad abitare nella mia casa”. E ci costrinse ad accettare. (At. 16,14ss)
- Dietro un buon ragazzo, c’è una madre e una nonna di fede Ringrazio Dio; mi tornano alla mente le tue lacrime e sento la nostalgia di rivederti per essere pieno di gioia. Mi ricordo infatti della tua fede schietta, fede che fu prima nella tua nonna Lòide, poi in tua madre Eunìce e ora, ne sono certo, anche in te. (2Tm 1)
- Sei stato tanto tempo in casa di due sposi, Priscilla e Aquila. Paolo si recò da loro e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio. Paolo s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. (Atti 18,1ss)
- Sei rimasto grato a loro per tutta la vita. Se lo meritavano? Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili (RM 16, 3)
- Avevi un’ “agenda” piena di nomi di donne… Vi raccomando Febe, nostra sorella, diaconessa della Chiesa di Cencre: ricevetela nel Signore. Salutate Maria, che ha faticato molto per voi. Salutate Trifèna e Trifòsa che hanno lavorato per il Signore. Salutate Rufo e la madre sua che è anche mia. Salutatevi gli uni gli altri con il bacio santo. Vi salutano tutte le chiese di Cristo. (Rm 16,6.12a.12b.15)
- GRAZIE A TE, DONNA: IL GRAZIE DELLA CHIESA “Grazie a te, donna-madre che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica. Grazie a te, donna-sposa che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella che porti nel nucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità
- GRAZIE A TE DONNA-LAVORATRICE, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, alla edificazione di strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
- Grazie a te, donna-consacrata che sull’esempio della più grande delle donne, la madre di Cristo, ti apri all’amore di Dio…
- Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! (Giovanni Paolo II, lettera alle donne)
Mia madre “Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle 3 di notte e via a lavorare, e faceva da donna e, con i suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare sul Monferrato: batteva il falcetto per fare l’erba, e lo affilava essa, senza portarlo all’arrotino; faceva la tela con canapa filata da essa; e i miei fratelli si divisero tante lenzuola, tanta bella biancheria, povera mia madre! Teneva da conto fin i coltelli rotti… Non correva a comperare, se proprio non poteva farne a meno; e, quando è morta, le abbiamo messo il suo vestito da sposa, dopo 51 anni che si era sposata: se l’era fatto tingere in nero e faceva ancora la sua più bella figura ed era il suo vestito più bello! “ (Let. 36)
Quann’ero ragazzino, mamma mia, me diceva: ricordate fijolo, quanno te senti veramente solo tu prova a recità n’ave Maria. L’anima tua da sola spicca er volo E se solleva, come pe’ maggìa. Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato. Da un pezzo s’è addormita la vecchietta Ma quer consijo non l’ho mai scordato. Come me sento veramente solo Io prego la Madonna benedetta E l’anima da sola pija er volo! (Trilussa)
Bocelli: la voce del silenzio
Volevo stare un pò da solo per pensare e tu lo sai ed ho sentito nel silenzio una voce dentro me tornan vive troppe cose che credevo morte ormai e chi ho tanto amato dal mare del silenzio ritorna come un’onda nei miei occhi e quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più. Ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce ed improvvisamente ti accorgi che il silenzioha il volto delle cose che hai perduto ed io ti sento amore,ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai, che non avevi perso mai,che non avevi perso mai. E quello che mi manca nel mare del silenzio mi manca sai, molto di più, ci sono cose in un silenzio che non m’aspettavo mai, vorrei una voce e improvvisamente ti accorgi che il silenzio ha il volto delle cose che hai perdutoed io ti sento amore, ti sento nel mio cuore stai riprendendo il posto che tu non avevi perso mai non avevi perso mai
- Info e prenotazioni: Entro le ore 20 del Giovedì precedente
- – E’ gradita una piccola offerta spontanea per i poveri
- Tel. 0721.823175 – 333.88.90.862
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IL PADRE GLI CORSE INCONTRO… LO ABBRACCIÒ E LO BACIÒ (Lc. 15)
PULIZIE DI PASQUA Passato l’inverno, si spalancano le finestre. Le nostre case hanno bisogno di aria nuova. Ma basterà una pulizia radicale di stanze e suppellettili? Non bisognerà pensare anche alle persone che vi abitano? Dove si annida lo “sporco” più resistente? Negli angoli delle stanze o nei nostri cuori? Cominciando le pulizie di Pasqua, forse ci esce spontaneo: “Qui c’è da mettersi le mani nei capelli”… E allora come possiamo affermare con serafica innocenza: ma io che peccati ho? Basterebbe aprire le finestre dell’anima al sole della Parola: Se diciamo: «Non abbiamo mai commesso peccato», facciamo di Dio un bugiardo, e la sua parola non è in noi.(1Gv 1,8) Se invece fosse il timore del giudizio di Dio a tarparci le ali, possiamo contare su un avvocato difensore. Se uno cade in peccato, possiamo contare su Gesù Cristo, il Giusto. Egli è il nostro difensore accanto al Padre. Sarà bene per Pasqua, fare un pò di pulizie…Delle stanze e…del cuore. Da dove cominciare?
- DALLA NOSTRA CAMERA, ovviamente Luogo di intimità e riposo. Ci verrà spontaneo pensare alla nostra interiorità da proteggere. Al nostro cuore da tenere pulito. Perché possa essere degna abitazione di Dio. E luogo privilegiato dell’incontro con Lui nella preghiera: «Quando vuoi pregare, entra in camera tua e chiudi la porta. Poi, prega Dio, presente anche in quel luogo nascosto. E Dio tuo Padre, che vede anche ciò che è nascosto, ti darà la ricompensa.” (Mt 6, 6)
- E POI PASSIAMO AL SALOTTO. Abbiamo fatto tanti sacrifici per arredarlo con gusto. Non succeda che, mentre vi riceviamo amici e parenti, lo “sporchiamo” con parole e giudizi taglienti. S. Paolo ci previene: Nessuna parola cattiva deve mai uscire dalla vostra bocca; Fate sparire dalla vostra vita l’amarezza, lo sdegno, la collera. Evitate le urla, la maldicenza e le cattiverie di ogni genere. (Ef. 4-5) Si direbbe che conosca bene certe nostre abitudini… Sarà necessario il perdono reciproco: Perdonatevi a vicenda, come Dio ha perdonato a voi, per mezzo di Cristo. Senza rimandare troppo. Meglio sarebbe farlo, ogni giorno. E prima di sera. Altrimenti… La vostra ira sia spenta prima del tramonto del sole, altrimenti darete occasione al diavolo. (Ef. 4,26) La carità è virtù esigente. Che richiede di condividere gioie e dolori: Siate felici con chi è nella gioia. Piangete con chi piange. Non rendete a nessuno male per male.(Rm 12)
- ENTRIAMO ORA NELLA CAMERA DEI RAGAZZI. Abbiamo così l’opportunità di soffermarci sul rapporto genitori-figli. Coi tempi che corrono, non fa male sentirci ricordare che i genitori sono sempre genitori. Vanno amati e rispettati. Anche quando cominciassero a perdere qualche colpo: Figli, davanti al Signore avete il dovere di ubbidire ai vostri genitori. Onora il padre e la madre perché tu sia felice e possa godere lunga vita sulla terra. (Ef 6,1ss) Se poi siamo genitori a nostra volta, chiediamoci come stiamo educando i nostri figli. Troppo indulgenti? O, all’opposto, li stiamo esasperando? E voi, genitori, non esasperate i vostri figli, ma date loro un’educazione e una disciplina degna del Signore.
- PASSANDO DAVANTI ALLO SPECCHIO, una pulita più accurata del solito, non guasta. Perché specchiandoci, riusciamo a vedere non solo le rughe del viso e le impurità della pelle (che tanto ci preoccupano…), ma ben più profonde impurità del cuore. “fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dal di dentro e contaminano l’uomo” (Mc 7,21)
- E UN PÒ D’ORDINE NEGLI ARMADI E NEI CASSETTI? Quanta roba! Forse troppa. Ci può fare bene, riascoltare, come in sottofondo, la voce severa di S. Basilio: E’ dell’affamato, il pane che possiedi in avanzo. E’ del nudo, il panno che hai negli armadi. Sono dello scalzo, le scarpe che ammuffiscono in casa tua. Parole forti. Che ci dovrebbero far riflettere prima di andare a comperare… altri vestiti.
- DETERSIVO PER IL CUORE E così, insieme alle pulizie pasquali, quasi senza accorgercene, stiamo dando una buona “ripassata” alla nostra vita spirituale: la preghiera, il comportamento in famiglia e sul lavoro, la purezza di pensieri e azioni. E l’uso dei beni, senza cedere al consumismo. E adesso? Dove trovare un “detersivo” efficace per le macchie del cuore? Nel sangue di Cristo. “Questo è il calice del mio sangue versato per voi e per tutti in remissione dei peccati” I santi vi hanno fatto frequente ricorso. E le loro vesti risplendono di celestiale candore: Essi sono coloro che hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell’Agnello. (Ap. 7)
- IO MI CONFESSO CON DIO…!? Certamente, solo Lui può rimettere i peccati. Tenersi il peccato dentro, fa male. Anche alla salute. Confessarlo è una liberazione. E si sta meglio. Parola del salmista. Tacevo e si logoravano le mie ossa, mentre gemevo tutto il giorno. Ti ho manifestato il mio peccato, non ho tenuto nascosto il mio errore. Ho detto: “Confesserò al Signore le mie colpe” e tu hai rimesso la malizia del mio peccato. (Sl 32) Facciamo bene allora a supplicarlo: Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia, nel tuo grande amore cancella il mio peccato” (Sl 51,1)
- MA SE SIAMO CRISTIANI… non dimentichiamo che, nella pienezza dei tempi, Dio Padre ci ha inviato Gesù. A condividere la nostra condizione umana. E a perdonarci. Quando incontrava un peccatore era solito rassicurarlo così: «Ti sono rimessi i tuoi peccati!» (Mc 2,5) E dopo la sua risurrezione, ha affidato alla Chiesa il compito di perdonare in suo nome: “ A chi rimetterete i peccati saranno rimessi” (Gv 20,21) E allora, avvicinandosi la Pasqua, cominciamo a pensare a una buona confessione. Con un fratello sacerdote Che sappia comprendere l’umana debolezza. E non ci condanni. Ma che abbia anche la forza di dirci la verità. Per il nostro bene. Come fece Gesù con l’adultera: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?” “Nessuno, Signore!” Neanche io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più.” (Gv 8,1)
- Il nostro cuore continua a rimproverarci? Non ascoltiamolo. Fidiamoci piuttosto di S. Giovanni che ci assicura: SE IL TUO CUORE TI RIMPROVERA … DIO È PIÙ GRANDE DEL NOSTRO CUORE E CONOSCE OGNI COSA. (1GV 3,20)
Buon cammino quaresimale… verso la Pasqua di Resurrezione…
Fraternamente Dv
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CRISTO È VIA ALLA LUCE, ALLA VERITÀ, ALLA VITA
Dai «Trattati su Giovanni» di sant’Agostino,
Il Signore in maniera concisa ha detto: «IO SONO LA LUCE DEL MONDO; CHI SEGUE ME, NON CAMMINERÀ NELLE TENEBRE, MA AVRÀ LA LUCE DELLA VITA» (Gv 8, 12), e con queste parole comanda una cosa e ne promette un’altra. Cerchiamo, dunque, di eseguire ciò che comanda, perché altrimenti saremmo impudenti e sfacciati nell’esigere quanto ha promesso, senza dire che, nel giudizio, ci sentiremmo rinfacciare: HAI FATTO CIÒ CHE TI HO COMANDATO, PER POTER ORA CHIEDERE CIÒ CHE TI HO PROMESSO? CHE COSA, DUNQUE, HAI COMANDATO, O SIGNORE NOSTRO DIO? TI RISPONDERÀ: CHE TU MI SEGUA.
Hai domandato un consiglio di vita. Di quale vita, se non di quella di cui è stato detto: «E’ in te la sorgente della vita»? (Sal 35, 10).
DUNQUE METTIAMOCI SUBITO ALL’OPERA, SEGUIAMO IL SIGNORE: SPEZZIAMO LE CATENE CHE CI IMPEDISCONO DI SEGUIRLO. MA CHI POTRÀ SPEZZARE TALI CATENE, SE NON CI AIUTA COLUI AL QUALE FU DETTO: «HAI SPEZZATO LE MIE CATENE»? (Sal 115, 16). Di lui un altro salmo dice: «Il Signore libera i prigionieri, il Signore rialza chi è caduto»(Sal 145, 7. 8).
Che cosa seguono quelli che sono stati liberati e rialzati, se non la luce dalla quale si sentono dire: «Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre»? (Gv 8, 12). SI, PERCHÉ IL SIGNORE ILLUMINA I CIECHI. O FRATELLI, ORA I NOSTRI OCCHI SONO CURATI CON IL COLLIRIO DELLA FEDE. Prima, infatti, mescolò la sua saliva con la terra, per ungere colui che era nato cieco. Anche noi siamo nati ciechi da Adamo e abbiamo bisogno di essere illuminati da lui. EGLI MESCOLÒ LA SALIVA CON LA TERRA: «IL VERBO SI FECE CARNE E VENNE AD ABITARE IN MEZZO A NOI» (Gv 1, 14). Mescolò la saliva con la terra, perché era già stato predetto: «La verità germoglierà dalla terra» Sal 84, 12) ed egli dice: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6).
GODREMO DELLA VERITÀ, QUANDO LA VEDREMO FACCIA A FACCIA, PERCHÉ ANCHE QUESTO CI VIENE PROMESSO. CHI OSEREBBE, infatti, sperare ciò che Dio non si fosse degnato o di promettere o di dare?
Vedremo faccia a faccia. L’Apostolo dice: Ora conosciamo in modo imperfetto; ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; MA ALLORA VEDREMO FACCIA A FACCIA (cfr. 1 Core 13, 12). E l’apostolo Giovanni nella sua lettera aggiunge: «CARISSIMI, NOI FIN D’ORA SIAMO FIGLI DI DIO, MA CIÒ CHE SAREMO NON È STATO ANCORA RIVELATO. SAPPIAMO PERÒ CHE, QUANDO EGLI SI SARÀ MANIFESTATO, NOI SAREMO SIMILI A LUI, PERCHÉ LO VEDREMO COSÌ COME EGLI È» (1 Gv 3, 2). Questa è la grande promessa.
Se lo ami, seguilo. Tu dici: Lo amo, ma per quale via devo seguirlo? Se il Signore tuo Dio ti avesse detto: Io sono la verità e la vita, tu, desiderando la verità e bramando la vita, cercheresti di sicuro la via per arrivare all’una e all’altra. Diresti a te stesso: gran cosa è la verità, gran bene è la vita: oh! se fosse possibile all’anima mia trovare il mezzo per arrivarci!
TU CERCHI LA VIA? ASCOLTA IL SIGNORE CHE TI DICE IN PRIMO LUOGO: IO SONO LA VIA. PRIMA DI DIRTI DOVE DEVI ANDARE, HA PREMESSO PER DOVE DEVI PASSARE: «IO SONO», DISSE «LA VIA»! LA VIA PER ARRIVARE DOVE? ALLA VERITÀ E ALLA VITA. Prima ti indica la via da prendere, poi il termine dove vuoi arrivare. «Io sono la via, Io sono la verità, Io sono la vita». RIMANENDO PRESSO IL PADRE, ERA VERITÀ E VITA; RIVESTENDOSI DELLA NOSTRA CARNE, È DIVENTATO LA VIA. Non ti vien detto: devi affaticarti a cercare la via per arrivare alla verità e alla vita; non ti vien detto questo. PIGRO, ALZATI! LA VIA STESSA È VENUTA A TE E TI HA SVEGLIATO DAL SONNO, SE PURE TI HA SVEGLIATO. ALZATI E CAMMINA!
Forse tu cerchi di camminare, ma non puoi perché ti dolgono i piedi. Per qual motivo ti dolgono? Perché hanno dovuto percorrere i duri sentieri imposti dai tuoi tirannici egoismi? MA IL VERBO DI DIO HA GUARITO ANCHE GLI ZOPPI.
TU REPLICHI: SI, HO I PIEDI SANI, MA NON VEDO LA STRADA. EBBENE, SAPPI CHE EGLI HA ILLUMINATO PERFINO I CIECHI.
SERVIAMO CRISTO NEI POLVERI san Gregorio Nazianzeno, vescovo
Afferma la Scrittura: «BEATI I MISERICORDIOSI, PERCHÉ TROVERANNO MISERICORDIA» (Mt 5, 7). La misericordia non ha l’ultimo posto nelle beatitudini. Conquistiamoci la benedizione, facciamo in modo di essere chiamati comprensivi, cerchiamo di essere benevoli. NEPPURE LA NOTTE SOSPENDA I TUOI DOVERI DI MISERICORDIA. NON DIRE: «RITORNERÒ INDIETRO E DOMANI TI DARÒ AIUTO». Nessun intervallo si interponga fra il tuo proposito e l’opera di beneficenza. LA BENEFICENZA, INFATTI, NON CONSENTE INDUGI. SPEZZA IL TUO PANE ALL’AFFAMATO E INTRODUCI I POVERI E I SENZA TETTO IN CASA TUA (CFR. IS 58, 7) E QUESTO FALLO CON ANIMO LIETO E PREMUROSO. Infatti ciò che si dona con animo triste e per costrizione non riesce gradito e non ha nulla di simpatico.
Quando pratichiamo le opere di misericordia, dobbiamo essere lieti e non piangere: Perciò, o servi di Cristo, suoi fratelli e coeredi, se ritenete che la mia parola meriti qualche attenzione, ascoltatemi: FINCHÉ CI È DATO DI FARLO, VISITIAMO CRISTO, CURIAMO CRISTO, ALIMENTIAMO CRISTO, VESTIAMO CRISTO, OSPITIAMO CRISTO, ONORIAMO CRISTO NON SOLO CON LA NOSTRA TAVOLA, COME ALCUNI HANNO FATTO, NÉ SOLO CON GLI UNGUENTI, COME MARIA MADDALENA, NÉ SOLTANTO CON IL SEPOLCRO, COME GIUSEPPE D’ARIMATEA, NÉ CON LE COSE CHE SERVONO ALLA SEPOLTURA, COME NICODEMO, CHE AMAVA CRISTO SOLO PER METÀ, E NEPPURE INFINE CON L’ORO, L’INCENSO E LA MIRRA, COME FECERO, GIÀ PRIMA DI QUESTI NOMINATI, I MAGI. MA, POICHÉ IL SIGNORE DI TUTTI VUOLE LA MISERICORDIA E NON IL SACRIFICIO, E POICHÉ LA MISERICORDIA VALE PIÙ DI MIGLIAIA DI GRASSI AGNELLI, OFFRIAMOGLI APPUNTO QUESTA NEI POVERI E IN COLORO CHE OGGI SONO AVVILITI FINO A TERRA. COSÌ QUANDO CE NE ANDREMO DI QUI, VERREMO ACCOLTI NEGLI ETERNI TABERNACOLI, NELLA COMUNIONE CON CRISTO SIGNORE, AL QUALE SIA GLORIA NEI SECOLI. AMEN.
SAN GREGORIO MAGNO, PAPA
IL MISTERO DELLA NOSTRA NUOVA VITA
Cristo soffrì la passione e sopportò il tormento della croce per la nostra redenzione, sebbene non avesse commesso violenza con le sue mani, e neppure vi fosse inganno sulla sua bocca. Egli solo fra tutti levò pura la sua preghiera a Dio, perché anche nello stesso strazio della passione pregò per i persecutori, dicendo: «PADRE, PERDONALI, PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO» (Lc 23, 34). Di questo sangue (DI Cristo) ben a proposito si soggiunge: «O TERRA, NON COPRIRE IL MIO SANGUE E NON ABBIA SOSTA IL MIO GRIDO». LA TERRA NON COPRÌ IL SUO SANGUE, ANCHE PERCHÉ LA SANTA CHIESA HA PREDICATO ORMAI IL MISTERO DELLA SUA REDENZIONE IN TUTTE LE PARTI DEL MONDO.
È da notare, poi, quanto si soggiunge: «E non abbia sosta il mio grido». LO STESSO SANGUE DELLA REDENZIONE CHE VIENE ASSUNTO È IL GRIDO DEL NOSTRO REDENTORE. PERCIÒ ANCHE PAOLO PARLA DEL «SANGUE DELL’ASPERSIONE DALLA VOCE PIÙ ELOQUENTE DI QUELLO DI ABELE» (Eb 12, 24). Ora del sangue di Abele è stato detto: «La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo» (Gn 4, 10).
MA IL SANGUE DI GESÙ È PIÙ ELOQUENTE DI QUELLO DI ABELE, PERCHÉ IL SANGUE DI ABELE DOMANDAVA LA MORTE DEL FRATRICIDA, MENTRE IL SANGUE DEL SIGNORE IMPETRÒ LA VITA AI PERSECUTORI. Dobbiamo dunque imitare ciò che riceviamo e predicare agli altri ciò che veneriamo, perché il mistero della passione del Signore non sia vano per noi.
SE LA BOCCA NON PROCLAMA QUANTO IL CUORE CREDE, ANCHE IL SUO GRIDO RESTA SOFFOCATO. MA PERCHÉ IL SUO GRIDO NON VENGA COPERTO IN NOI, È NECESSARIO CHE CIASCUNO, SECONDO LE SUE POSSIBILITÀ, DIA TESTIMONIANZA AI FRATELLI DEL MISTERO DELLA SUA NUOVA VITA.
F. Mannoia
“…E ho capito che non esiste azione senza conseguenza…
…ci vorrebbe più rispetto, ci vorrebbe più attenzione
se si parla della vita, se parliamo di persone.
Siamo il SILENZIO che resta dopo le parole
siamo la voce che può arrivare dove vuole
siamo il confine della nostra libertà
siamo noi l’umanità
siamo in diritto di cambiare tutto e di ricominciare
ricominciare…
Ognuno ha in gioco la sua parte in questa grande scena
che ognuno ha i suoi diritti
ognuno ha la sua schiena
per sopportare il peso di ogni scelta
il peso di ogni passo, il peso del coraggio
il peso del coraggio
…..” VITA e FORTEZZA mia, da me sono debole
e nulla posso, ma con TE tutto posso, perciò FORTIFICA
la mia debolezza INFONDENDOMI la TUA
stessa FORTEZZA, e cosi potrò portare
il peso della TUA PERSONA “. (Luisa Piccarreta Vol. IV. 15 Dicembre 1902)
PREGA OGNI … CREATURA
«L’orazione» di Tertulliano, Sacerdote
L’orazione è un sacrificio spirituale, che ha cancellato gli antichi sacrifici. «Che m’importa», dice, «dei vostri sacrifici senza numero? Sono sazio degli olocausti di montoni e del grasso di giovenchi; il sangue di tori e di agnelli e di capri io non lo gradisco» (Is 1, 11). Chi richiede da voi queste cose? (cfr. Is 1, 12). Quello che richiede il Signore, l’insegna il vangelo: «È GIUNTO IL MOMENTO, ED È QUESTO, IN CUI I VERI ADORATORI ADORERANNO IL PADRE IN SPIRITO E VERITÀ; PERCHÉ IL PADRE CERCA TALI ADORATORI. DIO È SPIRITO E QUELLI CHE LO ADORANO DEVONO ADORARLO IN SPIRITO E VERITÀ» (Gv 4, 23-24). Noi siamo i veri adoratori e i veri sacerdoti che, pregando in spirito, in spirito offriamo il sacrificio della preghiera, ostia a Dio appropriata e gradita, ostia che egli richiese e si provvide. Che cosa infatti negherà Dio alla preghiera che procede dallo spirito e dalla verità, egli che così l’ha voluta? Quante prove della sua efficacia leggiamo, sentiamo e crediamo! Si sente raccontare che in antico la preghiera infliggeva colpi, sbaragliava eserciti nemici, impediva il beneficio della pioggia ai nemici. ORA INVECE SI SA CHE LA PREGHIERA ALLONTANA OGNI IRA DELLA GIUSTIZIA DIVINA, È SOLLECITA DEI NEMICI, SUPPLICA PER I PERSECUTORI. HA POTUTO STRAPPARE LE ACQUE AL CIELO, E IMPETRARE ANCHE IL FUOCO. SOLO LA PREGHIERA VINCE DIO. MA CRISTO NON VOLLE CHE FOSSE CAUSA DI MALE E LE CONFERÌ OGNI POTERE DI BENE.
Essa lava i peccati, respinge le tentazioni, spegne le persecuzioni, conforta i pusillanimi, incoraggia i generosi, guida i pellegrini, calma le tempeste, arresta i malfattori, sostenta i poveri, ammorbidisce il cuore dei ricchi, rialza i caduti, sostiene i deboli, sorregge i forti. PREGANO ANCHE GLI ANGELI, PREGA OGNI CREATURA. Gli animali domestici e feroci pregano e piegano le ginocchia e, uscendo dalle stalle o dalle tane, guardano il cielo non a fauci chiuse, ma facendo vibrare l’aria di grida nel modo che a loro è proprio. ANCHE GLI UCCELLI QUANDO SI DESTANO, SI LEVANO VERSO IL CIELO, E AL POSTO DELLE MANI APRONO LE ALI IN FORMA DI CROCE E CINGUETTANO QUALCOSA CHE PUÒ SEMBRARE UNA PREGHIERA. Ma c’è un fatto che dimostra più di ogni altro il dovere dell’orazione. Ecco, questo: CHE IL SIGNORE STESSO HA PREGATO. A lui sia onore e potenza nei secoli dei secoli. Amen.
S. TEOFILO DI ANTIOCHIA, VESCOVO
BEATI I PURI DI CUORE PERCHÉ VEDRANNO DIO
SE DICI: FAMMI VEDERE IL TUO DIO, IO TI DIRÒ: FAMMI VEDERE L’UOMO CHE È IN TE, E IO TI MOSTRERÒ IL MIO DIO. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e le orecchie del tuo cuore ascoltano. Infatti quelli che vedono con gli occhi del corpo, percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le cose differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello, l’armonioso e il caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è, quanto eccede nelle sue componenti e quanto ne è mancante. La stessa cosa si può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci.
Allo stesso modo si comportano anche gli orecchi del cuore e gli occhi dell’anima in ordine alla vista di Dio. DIO, INFATTI, VIENE VISTO DA COLORO CHE LO POSSONO VEDERE, CIOÈ DA QUELLI CHE HANNO GLI OCCHI. MA ALCUNI LI HANNO ANNEBBIATI E NON VEDONO LA LUCE DEL SOLE. Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla. Giustamente perciò essi attribuiscono la loro oscurità a se stessi e ai loro occhi. TU HAI GLI OCCHI DELLA TUA ANIMA ANNEBBIATI PER I TUOI PECCATI E LE TUE CATTIVE AZIONI.
Come uno specchio risplendente, così deve essere pura l’anima dell’uomo. Quando invece lo specchio si deteriora, il viso dell’uomo non può più essere visto in esso. Allo stesso modo quando il peccato ha preso possesso dell’uomo, egli non può più vedere Dio.
MOSTRA DUNQUE TE STESSO. FA’ VEDERE SE PER CASO NON SEI OPERATORE DI COSE INDEGNE, LADRO, CALUNNIATORE, IRACONDO, INVIDIOSO, SUPERBO, AVARO, ARROGANTE CON I TUOI GENITORI. DIO NON SI MOSTRA A COLORO CHE OPERANO TALI COSE, SE PRIMA NON SI SIANO PURIFICATI DA OGNI MACCHIA. Queste cose ti ottenebrano, come se le tue pupille avessero un diaframma che impedisse loro di fissarsi sul sole.
MA SE VUOI, PUOI ESSERE GUARITO. AFFIDATI AL MEDICO ED EGLI OPERERÀ GLI OCCHI DELLA TUA ANIMA E DEL TUO CUORE. CHI È QUESTO MEDICO? È DIO, IL QUALE PER MEZZO DEL VERBO E DELLA SAPIENZA GUARISCE E DÀ LA VITA.
Se capisci queste cose, o uomo, e se vivi in purezza, santità e giustizia, puoi vedere Dio. Ma prima di tutto vadano innanzi nel tuo cuore la fede e il timore di Dio e allora comprenderai tutto questo. Quando avrai deposto la tua mortalità e ti sarai rivestito dell’immortalità, allora vedrai Dio secondo i tuoi meriti. EGLI INFATTI FA RISUSCITARE INSIEME CON L’ANIMA ANCHE LA TUA CARNE, RENDENDOLA IMMORTALE E ALLORA, SE ORA CREDI IN LUI, DIVENUTO IMMORTALE, VEDRAI L’IMMORTALE.
…. ” UN GIORNO, QUANDO AVRETE FINITO DI
PERCORRERE LA MULATTIERA DEL CALVARIO
E AVRETE SPERIMENTATO COME CRISTO
L’AGONIA DEL PATIBOLO, SI SQUARCERANNO
DA CIMA A FONDO I VELI CHE AVVOLGONO
IL TEMPIO DELLA STORIA, E FINALMENTE
SAPRETE CHE LA VOSTRA VITA NON E’
STATA INUTILE. CHE IL VOSTRO DOLORE HA
ALIMENTATO L’ECONOMIA SOMMERSA
DELLA GRAZIA. CHE IL VOSTRO MARTIRIO
NON E’ STATO UN ASSURDO, MA HA
INGROSSATO IL FIUME DELLA REDENZIONE
RAGGIUNGENDO I PIU’ REMOTI ANGOLI DELLA TERRA”. ( Don Tonino Bello)