Cari amici, Davanti allo spettacolo delle foglie che cadono dagli alberi… ci risuona nella mente e nel cuore la poesia di Ungaretti: Si sta – come d’autunno – sugli alberi – le foglie. Si, sono giorni questi che ci offrono l’opportunità di riflettere sulla fragilità umana e la speranza cristiana tutta fondata sulla ROCCIA di GESÙ RISORTO.
- LA STORIA UMANA: gente murata in fondo a un pozzo? “In una storia umana paragonabile a gente che murata nel fondo di un pozzo…in continuo girotondo in cui tasta disperatamente il muro cieco di una torre circolare, senz’altra gioia che di tenersi per mano ogni tanto, né altra speranza che quella di attendere di morire. Davanti a questa realistica immagine, resta solo la PROMESSA DI DIO: vengo a tirarvi fuori!!! Vengo ad aprire una breccia nel muro della storia. La risurrezione di Gesù, con la pietra ribaltata, è quell’apertura: vieni, usciamo di qui!”
- La fede cristiana prende per mano ogni uomo per condurlo verso quella uscita… Verso Gesù il Luogo dove il muro è stato abbattuto ed è dato di rivedere la luce. OGGI IN GESÙ LA SALVEZZA E’ ENTRATA IN QUESTA CASA! La casa della storia umana…!
SIAMO FOGLIE O… SEMI? 1. costatazione del salmista Sl.89 Gli anni della nostra vita sono 70, 80 per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo.
2. Non ci resta che piangere? O c’è Qualcuno che ci tiri fuori?Io piangevo molto perché non si trovava nessuno degno di aprire il libro e di leggerlo. (Ap. 5,1ss) E liberare quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. (Eb. 2,15)
3. UNICA RISPOSTA: GESÙ MORTO E RISORTO. CHE… VUOLE LA VITA PER NOI: – Ad una vedova che accompagna il figlio al cimitero, può dire: “Non piangere!”. E le restituisce il bambino vivo. (Lc 7,13ss)– A una ragazzina morta a 12 anni, comanda: “Fanciulla, io ti dico, alzati!” (Mc 5.41ss) – Alla tomba di Lazzaro, rassicura le sorelle affrante e tutti noi: “Io sono la risurrezione e la vita; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. (Gv. 11,1ss)
4. E DOPO MORTE CI VUOLE ACCANTO A SÉ PER SEMPRE: “Non sia turbato il vostro cuore. Io quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. Gv 14,1ss
5. S. PAOLO ci indica il fondamento della NOSTRA SPERANZA: Noi crediamo che Gesù è morto e poi è risuscitato. Allo stesso modo, crediamo che Dio riporterà alla vita, insieme con Gesù, quelli che sono morti credendo in lui. E da quel momento saremo sempre con il Signore. (1Ts 4,14s)
-SIAMO FOGLIE O SEMI? Se il seme di frumento non muore, non porta frutto. Se muore, porta molto frutto (Gv 12,24) E allora, in attesa delL’Incontro, con ritrovata fiducia, preghiamo: Donaci di aver parte alla vita eterna, dove Tu ci attendi.
-L’AMICO CHE POSSA CON NOI OLTREPASSARE LA SOGLIA… “Voglia il Signore concederci la grazia di non morire senza il Viatico, di entrare nel mistero della morte col solo Amico che possa con noi oltrepassare la soglia! Che Egli riceva l’ultimo respiro e così addormentati in Cristo, possiamo risvegliarci ai piedi di Cristo re, vincitore del mondo; e che Egli sia benedetto per l’immensa speranza nostra di non morire soli.”(F. Mauriac)
- SE MI AMI, NON PIANGERE ! Se conoscessi il mistero immenso del Cielo dove ora vivo, questa luce che tutto investe e penetra, non piangeresti se mi ami! Sono ormai assorbito nell’incanto di Dio, nella sua sconfinata bellezza. Le cose di un tempo sono così piccole al confronto! Mi è rimasto l’amore di te, una tenerezza dilatata che tu neppure immagini. Vivo in una gioia purissima. Nelle angustie del tempo pensa a questa casa dove un giorno saremo riuniti oltre la morte, dissetati alla fonte inestinguibile della gioia e dell’amore infinito. Non piangere se veramente mi ami! (S. Agostino)
- DON ORIONE DI FRONTE ALLA MORTE
- Consapevolezza e abbandono Tortona, il 1 marzo 1940 Grazie al Signore va meglio, ma non sarò più come prima. Fiat! Certo è stato un avvertimento e un grande atto di divina misericordia, perché mi metta a posto su parecchie cose, e mi tenga preparato. Lo so che la mia vita è minata ma sono nelle mani del Signore. Confido nelle tue sante orazioni, sì che possa rimediare e poi addormentarmi nel Signore, ai piedi e tra le braccia della santa Chiesa, nostra madre. Giovedì vado a Sanremo; nel desiderio di far piacere a tanti. Sac. Luigi Orione Scr. 49,74
- Tra le palme o tra i poveri? Sanremo, 11 Marzo 1940 Mi trovo a Sanremo da tre giorni per un po’ di convalescenza… ma, grazie a Dio, spero di poter riprendere presto il mio modesto lavoro per la fanciullezza bisognosa di fede e di un’arte che dia pane, e per i nostri cari poveri. Non è tra le palme di Sanremo, ma tra i poveri che devo vivere e morire. Don Orione. Scr. 44,183
- Riposare sul cuore di Dio e tra le braccia della Chiesa San Remo, 12 marzo 1940 Nobile Signora, sono qui da tre giorni e va meglio. Grazie delle preghiere per la mia salute. Ella voglia dare ascolto a questo povero Sacerdote, che Le scrive: confidi grandemente nella bontà del Signore… elevi ogni tanto il suo spirito a Dio, e dica a Lui: Signore voglio oggi e sempre riposare sul Tuo paterno cuore, tra le braccia della Santa Chiesa Madre dei Santi e anche della mia fede e della mia anima. Il Signore ci vuole sereni! Che predicone, Signora Contessa, che predicone! Meno male che siamo in Quaresima! Valga per tutte le volte che non Le ho risposto. Don Orione.
- Quando moriva un confratello Tortona, 19 Feb. 1920 Che dolorosa notizia vengo mai a darvi, o miei figliuoli nel Signore! Don Gandini è morto! E morto in questa Casa, stamattina, all’improvviso. Ieri era sano pieno di robustezza, di serena bonarietà, di vita: oggi è morto! Non par vero, è morto! Caro mio figliuolo, mi aspettavi tu, dunque, per esalarmi l’anima tra le mani? Riposa, adunque, nella pace di Cristo, o dolce e benedetto mio figliolo, che da questa misera vita te ne sei andato a vita beata. E, giunto sul Cuore di Gesù Crocifisso, prega per noi ! Noi tutti verremo presto con Te; questa vita è un’ombra che fugge! Addio, o benedetto mio figliolo, dormi in Cristo: domani saremo ancora insieme.
- Vicino ai ragazzi orfani: VI FARÒ DA PADRE Roma, l’11 Genn. 1916 Giovedì, dopo domani, è l’anniversario della morte dei vostri amati genitori, l’anniversario del grande dolore della vostra vita e della vostra terra…Io andrò stasera ad Avezzano, come si va ad un pellegrinaggio di mestizia immensa e alla casa del dolore, e il 13 mattino all’ora del disastro, dirò la S. Messa per tutti i vostri morti. Cari orfani del terremoto, che siete i miei più cari orfani e i più cari miei figlioli nel Signore, vi prometto che, fin che Dio mi darà vita e fin che potrò con la grazia del Signore, prometto che vi aiuterò sempre e vi farò da padre in Gesù Cristo. Fatevi coraggio! il Signore non vi abbandonerà, se vivrete fedeli a lui. Vi abbraccio e vi benedico tutti e con tutto l’affetto e ad uno ad uno vi benedico ancora nel nome del Padre e del Figliolo e dello Spirito Santo. Amen! Vostro aff.mo come padre in G. C.Don L. Orione V052P102
- E LUI, SI SFOGAVA CON LA MADONNA COSÌ: A Te, mia cara Madonna. Sono tanti anni e in questo santo giorno, venivo ai tuoi piedi col primo figlio della divina Provvidenza, e tutti gli anni venivamo qui ai tuoi piedi benedetti, o Vergine Benedetta. Quest’anno quel povero e caro figliolo è morto e sono qua solo. Sono solo, davanti a Te. Ascoltami, o Tu che vedi e sai compatire il cuore che piange. Il mio figliuolo è morto! Io vengo ancora a rinnovarti la consacrazione di me e la mia offerta, ma sono solo. O Maria, cara Madonna mia, ascoltami; guarda le lacrime del mio povero cuore. Vedi quest’anno non so più parlare: perdonami, sono solo. Il mio povero figliuolo è morto! Io piango e mi consolo, pensando che tu sei tanto buona e mi sai compatire. Ma io so che sarà qui anche lui. E’ da anni che questo giorno lo passavamo insieme; eravamo in tre: Tu, cara Madonna, lui ed io. Anche tu hai pianto tanto, anche tu, o cara Madonna. Lasciami piangere; sono solo. Il mio povero figliuolo è morto!” Scr.61,205
- PARLIAMONE TRA NOI:
- Quali sentimenti suscita in noi il ricordo dei defunti ?Come ti poni di fronte ai grandi interrogativi della vita ? Parlarne fa bene o è meglio non pensarci?
- Il pensiero della morte ci spaventa o ci… guida nelle scelte della vita? Impieghiamo bene o sciupiamo in sciocchezze e noia il tempo ( poco e prezioso…) che ci è dato?
- donalesiani@gmail.com . www.donvincenzoalesiani.it
OGGI LA LITURGIA CI INCORAGGIA A FARE ” SPAZIO ” NELLA NOSTRA VITA PERCHE’ LE NOSTRE RELAZIONI, DIVENTINO LUOGHI DI INCONTRO CON DIO. OGNI CUORE, LE COMUNITA’ LA CHIESA INTERA,SIAMO TUTTI CHIAMATI A DIVENTARE LO ” SPAZIO” IN CUI FARE ESPERIENZA DELL’AMORE DI DIO, DEL SUO PERDONO, DELLA LODE E DELLA CONDIVISIONE. ANZI, OGNUNO E’ CHIAMATO A DIVENTARE “CASA DEL PADRE” (Gv. 2,16) PERCHE’ IN NOI GESU’ VUOLE PRENDERE DIMORA CON IL PADRE, MEDIANTE LO SPIRITO CHE CI E’ STATO DONATO. TUTTA LA NOSTRA VITA E’ CHIAMATA A RENDERE TRASPARENTE LA GLORIA DI DIO, A ESSERE UN CANTO DI LODE ALLA SUA GRANDEZZA. Signore, aiutaci a liberare il nostro cuore per poterlo riempire di TE !!!
( Dalla Festa della Dedicazione della Basilica di S. GIOVANNI in Laterano.)
un cristiano non dovrebbe mai avere paura della morte, questa paura contraddice questa affermazione. Un cristiano non teme né il dolore né la morte perché tutto questo lo ha vinto il Signore. Morire non è sparire ma trasformarsi, si andrà davanti a Colui che amiamo e se lo amiamo non c’è paura ma speranza. La cosa più grave che ci possa accadere è il peccato, questo è morire, perché ci separa dal presunto amato, ma neppure questa morte può farci paura perché Cristo ci ha donato la confessione, versando il Suo Sangue ci ha lavato e ci lava ogni volta che lo invochiamo nella confessione. Cosa abbiamo allora da temere? Nulla in verità poiché tutto ci ha donato donandoci la Sua Vita, la morte è stata ingoiata dalla Risurrezione, non lasciamoci ingannare, non lasciamoci rubare la speranza, noi siamo fatti per l’Eternità.
…Cari amici, vorrei tanto che queste parole di 50 anni fa ma così ATTUALI… FOSSERO LETTE DA QUALCHE POLITICO DEI NOSTRI GIORNI… ma fa bene comunque e ne abbiamo bisogno tutti noi…
«Gaudium et spes»
BISOGNA FORMARE LE MENTI A NUOVI SENTIMENTI DI PACE
Coloro che governano i popoli, quelli cioè che hanno la responsabilità non solo del bene delle loro nazioni, ma anche di quello della comunità umana universale, si sentono fortemente condizionati dall’opinione pubblica e dalla mentalità generale degli uomini. Perciò a nulla gioverebbe loro l’adoperarsi generosamente a costruire la pace, FINCHÉ SENTIMENTI DI OSTILITÀ, DI DISPREZZO E DI DIFFIDENZA, ODI RAZZIALI E OSTINATE IDEOLOGIE DIVIDONO GLI UOMINI E LI OPPONGONO GLI UNI AGLI ALTRI. DA QUI L’ESTREMA NECESSITÀ DI UNA RINNOVATA EDUCAZIONE DEGLI ANIMI E DI UN NUOVO ORIENTAMENTO NELLA PUBBLICA OPINIONE. QUANTI SI CONSACRANO ALL’ATTIVITÀ DELL’EDUCAZIONE, SPECIALMENTE DELLA GIOVENTÙ, O CONTRIBUISCONO A FORMARE LA PUBBLICA OPINIONE, DEVONO CONSIDERARE GRAVISSIMO LORO DOVERE LA PREMURA DI INCULCARE NEGLI ANIMI DI TUTTI NUOVI SENTIMENTI DI PACE. ED INVERO CIASCUNO DI NOI DEVE CAMBIARE IL SUO CUORE, AVENDO DI MIRA IL MONDO INTERO E QUEI COMPITI CHE NOI TUTTI, INSIEME, POSSIAMO SVOLGERE PERCHÉ L’UMANITÀ SI INCAMMINI VERSO MIGLIORI DESTINI.
E non ci inganni una falsa speranza. Se per l’avvenire non si deporranno le inimicizie e gli odi, e non si concluderanno stabili e onorevoli trattati di pace universale, L’UMANITÀ CHE, PUR AVENDO COMPIUTO MIRABILI CONQUISTE SCIENTIFICHE, GIÀ VERSA IN GRAVI PERICOLI, SARÀ FORSE PORTATA AL GIORNO FUNESTO IN CUI NON SPERIMENTERÀ NESSUN’ALTRA PACE SE NON QUELLA TERRIBILE DELLA MORTE.
Tuttavia la Chiesa di Cristo posta in mezzo alle angosce del tempo presente, mentre ricorda queste cose, non cessa di nutrire la più ferma speranza. Agli uomini di oggi intende proporre con insistenza, l’accolgano o no, il messaggio dell’Apostolo: ECCO, ORA È IL MOMENTO FAVOREVOLE PER LA TRASFORMAZIONE DEI CUORI, ECCO ADESSO I GIORNI DELLA SALVEZZA (CFR. 2 COR 6, 2).
PER COSTRUIRE LA PACE SI RICHIEDE ANZITUTTO CHE VENGANO SRADICATE LE CAUSE DI DISCORDIA TRA GLI UOMINI E IN MODO SPECIALE LE INGIUSTIZIE. SONO ESSE CHE FOMENTANO LE GUERRE. MOLTE DI QUESTE CAUSE PROVENGONO DALLE TROPPO STRIDENTI DISUGUAGLIANZE SUL PIANO ECONOMICO, COME PURE DAL RITARDO DEI RIMEDI NECESSARI. ALTRE INVECE NASCONO DALLO SPIRITO DI DOMINIO, DAL DISPREZZO DELLE PERSONE E, SE GUARDIAMO ALLE RADICI PIÙ RECONDITE, DALL’INVIDIA UMANA, DALLA DIFFIDENZA, DALLA SUPERBIA E DA ALTRE PASSIONI EGOISTICHE.
«Le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno.
M’innalzo intorno LA PREGHIERA come un muro oscuro che offra riparo, mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento, ne esco fuori più “raccolta”, concentrata e forte.
Questo ritirarmi nella chiusa cella della preghiera diventa per me una realtà sempre più grande.
«Dappertutto ci sono cartelli che ci vietano le strade per la campagna.
Ma sopra quell’unico pezzo di strada C’E’ PUR SEMPRE IL CIELO, TUTTO QUANTO»
ETTY HILLESUM
TONINO LASCONI
“Amo i cimiteri. Ci vado spesso. Non solo in quelli dove riposano i miei cari ma anche in quelli che incontro viaggiando. Sono un luogo dove mi piace riflettere, meditare, pregare. Questo perché amo la vita.
Il pensiero dei defunti mi ricorda, senza ombra di dubbio, che la vita è un passaggio, spesso, purtroppo, breve.
Per questo va vissuta senza sprecarne un solo istante con la noia, con la banalità, con la volgarità, con ciò che può rattristarla, impoverirla, metterla in pericolo.
Quando sono lì, penso: «Se ci ricordassimo sempre che non vivremo cinquemila anni, saremmo più saggi. Adopereremmo meglio le nostre capacità, i nostri sentimenti, il nostro tempo, i nostri soldi, i nostri giorni».
E noi camminiamo tutti insieme verso di lui, aiutandoci l’un l’altro. Volete che una madre non cammini ancora accanto ai suoi figli rimasti quaggiù? Che un amico non ti rimanga accanto? Nemmeno a pensarci!
Quando esco dal cimitero, mi sento ricaricato, stimolato a vivere con più grinta e intensità.
Non però negli ultimi giorni di ottobre e nei primi di novembre. In questi giorni non vado più al cimitero, perché l’ultima volta che l’ho fatto ho creduto di trovarmi in una fiera: chiacchiericcio, confusione, risate, paragoni sciocchi tra le tombe e i fiori più belli, curiosità stupide, telefonini che squillano dappertutto, commento sul costo dei fiori… Uno spettacolo triste! Sapete cosa farei? Chiuderei i cimiteri dal 25 ottobre all’8 di novembre. Perché quelli che ci vanno per amore dei defunti e di se stessi ci andrebbero comunque durante l’anno, ogni volta che possono. Quelli «della fiera» se ne starebbero a casa loro. Meglio così! Tanto, andare in un cimitero per non pensare, per non pregare, per non meditare non serve né ai defunti né tanto meno ai vivi.”
D. ORESTE BENZI
“Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra, la gente che sarà vicino dirà: è morto.
In realtà è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma in realtà LA MORTE NON ESISTE PERCHE’ APPENA CHIUDO GLI OCCHI A QUESTA TERRA MI APRO ALL’INFINITO DI DIO.
Noi lo vedremo, come ci dice Paolo, faccia a faccia, così come Egli è (1Cor 13,12). E si attuerà quella parola che la sapienza dice al capitolo 3: Dio ha creato l’uomo IMMORTALE, PER L’IMMORTALITA’, SECONDO LA SUA NATURA L’HA CREATO.
Dentro di noi, quindi, c’è già l’immortalità, per cui la morte non è altro che LO SBOCCIARE DELLA MIA IDENTITA’, del mio essere con Dio.
LA MORTE E’ IL MOMENTO DELL’ABBRACCIO COL PADRE, ATTESO INTENSAMENTE NEL CUORE DI OGNI UOMO, nel cuore di ogni creatura.”
LA COMUNIONE DEI SANTI
Suor Maria dell’Eucaristia voleva accendere le candele per una processione; poiché non aveva fiammiferi, vedendo la piccola lampada che ardeva davanti alle reliquie, gli si avvicina. Ahimè, la trova mezza spenta; non resta che una flebile luce sul lucignolo carbonizzato. Ella riesce tuttavia ad accendere la sua candela e, con essa, tutte le candele della comunità furono accese. E’ DUNQUE QUELLA PICCOLA LAMPADA MEZZA SPENTA CHE HA GENERATO LE BELLE FIAMME CHE, A LORO VOLTA, POSSONO GENERARNE INFINITE ALTRE ED INCENDIARE PERSINO L’UNIVERSO. MA SARÀ SEMPRE ALLA PICCOLA LAMPADA CHE SI DOVRÀ LA PRIMA CAUSA DELL’INCENDIO. E COME, SAPENDO QUESTA COSA, LE BELLE FIAMME POTREBBERO GLORIARSI DI AVER SCATENATO UN SIMILE INCENDIO, DAL MOMENTO CHE SONO STATE ACCESE CON LA PICCOLA SCINTILLA?…
E’ così anche nella comunione dei santi. Spesso, senza saperlo, LE GRAZIE E LE ILLUMINAZIONI CHE RICEVIAMO SONO DOVUTE AD UN’ANIMA NASCOSTA, PERCHÉ IL BUON DIO VUOLE CHE I SANTI SI COMUNICHINO GLI UNI GLI ALTRI LA GRAZIA CON LA PREGHIERA, AFFINCHÉ IN CIELO SI AMINO DI UN GRANDE AMORE, DI UN AMORE PIÙ GRANDE DI QUELLO DELLA FAMIGLIA, ANCHE LA FAMIGLIA PIÙ IDEALE SULLA TERRA. QUANTE VOLTE HO PENSATO CHE POTEVO ATTRIBUIRE TUTTE LE GRAZIE RICEVUTE ALLE PREGHIERE DI UN’ANIMA CHE AVREBBE RICHIESTO LA MIA SANTITÀ AL BUON DIO E CHE CONOSCERÒ SOLO IN CIELO. SÌ, UNA PICCOLA SCINTILLA POTRÀ FAR NASCERE GRANDI LUCI IN TUTTA LA CHIESA, COME DOTTORI E MARTIRI CHE SARANNO SENZA DUBBIO MOLTO PIÙ SU DI LEI IN CIELO; MA COME SI POTRÀ PENSARE CHE LA LORO GLORIA NON DIVENTI LA SUA? IN CIELO NON CI SARANNO SGUARDI INDIFFERENTI, PERCHÉ TUTTI GLI ELETTI RICONOSCERANNO CHE DEVONO GLI UNI AGLI ALTRI LE GRAZIE CHE HANNO LORO MERITATO LA CORONA.
QUANDO PENSO AI SANTI …
Dai «Discorsi» di san Bernardo, abate
QUANDO PENSO AI SANTI, mi sento ardere da grandi desideri.
Il primo desiderio è quello di godere della loro tanto dolce compagnia e di meritare di essere concittadini e familiari degli spiriti beati, di trovarci insieme all’assemblea dei patriarchi, alle schiere dei profeti, agli apostoli, ai martiri, ai cori delle vergini, di essere insomma riuniti e felici nella comunione di tutti i santi.
Ci attende la primitiva comunità dei cristiani, e noi ce ne disinteresseremo? I santi desiderano di averci con loro e noi ce ne mostreremo indifferenti? No, fratelli, destiamoci dalla nostra deplorevole apatia. Risorgiamo con Cristo, ricerchiamo le cose di lassù, quelle gustiamo. Sentiamo il desiderio di coloro che ci desiderano, affrettiamoci verso coloro che ci aspettano.…
Vi è un secondo desiderio ed è quello che Cristo, nostra vita, si mostri anche a noi come a loro, e noi pure facciamo con lui la nostra apparizione nella gloria. Giungerà il momento della venuta di Cristo. Allora Cristo apparirà come capo glorioso e con lui brilleranno le membra glorificate. Allora trasformerà il nostro corpo umiliato, rendendolo simile alla gloria del capo, che è lui stesso. Nutriamo dunque liberamente la brama della gloria. Ne abbiamo ogni diritto. Ma perché la speranza di una felicità così incomparabile abbia a diventare realtà, ci è necessario il soccorso dei santi. Sollecitiamolo premurosamente.
Così, per loro intercessione, arriveremo là dove da soli non potremmo mai pensare di giungere.
S. BERNARDETTE SOUBIROUS
“Vorrei che si scrivessero i difetti dei santi e quanto essi hanno fatto per correggersi; ciò ci servirebbe assai più dei loro miracoli e delle loro estasi.”
PADRI DEL DESERTO
“Un monaco egiziano disse a un anacoreta siriano, tutto eccitato, che voleva andare in città a vedere un santo che operava miracoli e che, con la sua preghiera, risuscitava i morti.
L’altro monaco, sorridendo disse: “Che strane abitudini avete da queste parti: chiamate santo chi piega Dio a fare la propria volontà. Da noi invece, chiamiamo santo chi piega la propria volontà a quella di Dio”.
L’ECO DELLA VITA
Padre e figlio stanno passeggiando nella foresta. A un certo punto, il bambino inciampa e cade. Il forte dolore lo fa gridare: “AHHHHH!”. Con sua massima sorpresa, ode una voce tornare dalla montagna: “AHHHHH!”. Pieno di curiosità, grida: “CHI SEI?” ma l’unica risposta che riceve è: “CHI SEI?”. Questo lo fa arrabbiare, così grida: “SEI SOLO UN CODARDO!” e la voce risponde: “SEI SOLO UN CODARDO!”. Perplesso, guarda suo padre e gli chiede cosa stesse succedendo.
E il padre gli risponde: “stà a vedere!”, e poi urla: “TI VOGLIO BENE!” -e la voce gli risponde: “TI VOGLIO BENE!” Poi urla “SEI FANTASTICO!” E la voce: “SEI FANTASTICO”
Il bambino era sorpreso, ma ancora non riusciva a capire cosa stesse succedendo.
COSÌ SUO PADRE GLI SPIEGÒ: “La gente lo chiama ECO, ma in verità si tratta della vita stessa. LA VITA TI RIDÀ SEMPRE CIÒ CHE TU LE DAI: È uno specchio delle tue proprie azioni. Vuoi amore? DALLE AMORE! Vuoi più gentilezza? DALLE PIÙ GENTILEZZA. Vuoi Comprensione e rispetto? OFFRILI TU STESSO. Se desideri che la gente sia paziente e rispettosa nei tuoi confronti, SII TU PER PRIMO PAZIENTE E RISPETTOSO. RICORDA, FIGLIO MIO: QUESTA LEGGE DI NATURA SI APPLICA A OGNI ASPETTO DELLE NOSTRE VITE”. NEL bene e nel male, si riceve sempre ciò che si dà: ciò che ci accade non sono buona o cattiva sorte, bensì lo specchio delle nostre azioni.