INIZIATIVE BIBLICHE E CULTURALI A VILLA S. BIAGIO:
Cari amici, ieri sera abbiamo iniziato un CORSO DI ESERCIZI SPIRITUALI dal titolo: “QUANDO MOSE’ ALZAVA LE BRACCIA…GIOIE E FATICHE DELL’APOSTOLATO OGGI” – Ripercorreremo le pagine più significative del libro dell’ESODO PER RISCOPRIRE LA FIGURA DI MOSE’, GUIDA, MAESTRINTERCESSORE PER IL SUO POPOLO.
Ti voglio dare un consiglio C. 18 INCONTRO DI IETRO E DI MOSÈ
1 Ietro, sacerdote di Madian, suocero di Mosè, venne a sapere quanto Dio aveva operato per Mosè e per Israele, suo popolo, come il Signore aveva fatto uscire Israele dall’Egitto. 2 Allora Ietro suocero di Mosè, con i figli e la moglie di lui venne da Mosè nel deserto, dove era accampato, presso la montagna di Dio. 6 Egli fece dire a Mosè: “Sono io, Ietro, tuo suocero, che vengo da te con tua moglie e i suoi due figli!”. 7 Mosè andò incontro al suocero, si prostrò davanti a lui e lo baciò; poi si informarono l’uno della salute dell’altro ed entrarono sotto la tenda. 8 Mosè raccontò al suocero quanto il Signore aveva fatto al faraone e agli Egiziani per Israele, tutte le difficoltà loro capitate durante il viaggio, dalle quali il Signore li aveva liberati. 9 Ietro gioì di tutti i benefici che il Signore aveva fatti a Israele, quando lo aveva liberato dalla mano degli Egiziani. 10 Disse Ietro: “Benedetto sia il Signore, che vi ha liberati dalla mano degli Egiziani e dalla mano del faraone: egli ha strappato questo popolo dalla mano dell’Egitto! 11 Ora io so che il Signore è più grande di tutti gli dei, poiché egli ha operato contro gli Egiziani con quelle stesse cose di cui essi si vantavano”. 12 Poi Ietro, suocero di Mosè, offrì un olocausto e sacrifici a Dio. Vennero Aronne e tutti gli anziani d’Israele e fecero un banchetto con il suocero di Mosè davanti a Dio.
- “NON VA BENE QUELLO CHE FAI! 13 Il giorno dopo Mosè sedette a render giustizia al popolo e il popolo si trattenne presso Mosè dalla mattina fino alla sera. 14 Allora Ietro, visto quanto faceva per il popolo, gli disse: “Che cos’è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?”. 15 Mosè rispose al suocero: “Perché il popolo viene da me per consultare Dio. 16 Quando hanno qualche questione, vengono da me e io giudico le vertenze tra l’uno e l’altro e faccio conoscere i decreti di Dio e le sue leggi”. 17 Il suocero di Mosè gli disse: “Non va bene quello che fai! 18 Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il compito è troppo pesante per te; tu non puoi attendervi da solo. 19 Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te! Tu sta davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio. 20 A loro spiegherai i decreti e le leggi; indicherai loro la via per la quale devono camminare e le opere che devono compiere. 21 Invece sceglierai tra tutto il popolo uomini integri che temono Dio, uomini retti che odiano la venalità e li costituirai sopra di loro come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. 22 Essi dovranno giudicare il popolo in ogni circostanza; quando vi sarà una questione importante, la sottoporranno a te, mentre essi giudicheranno ogni affare minore. Così ti alleggerirai il peso ed essi lo porteranno con te. 23 Se tu fai questa cosa e se Dio te la comanda, potrai resistere e anche questo popolo arriverà in pace alla sua mèta”. 24 Mosè ascoltò la voce del suocero e fece quanto gli aveva suggerito. 25 Mosè dunque scelse uomini capaci in tutto Israele e li costituì alla testa del popolo come capi di migliaia, capi di centinaia, capi di cinquantine e capi di decine. 26 Essi giudicavano il popolo in ogni circostanza: quando avevano affari difficili li sottoponevano a Mosè, ma giudicavano essi stessi tutti gli affari minori. 27 Poi Mosè congedò il suocero, il quale tornò al suo paese.
10 Mosè udì il popolo che si lamentava in tutte le famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda; lo sdegno del Signore divampò e la cosa dispiacque anche a Mosè. 11 MOSÈ DISSE AL SIGNORE: “Perché hai trattato così male il tuo servo? Perché non ho trovato grazia ai tuoi occhi, tanto che tu mi hai messo addosso il carico di tutto questo popolo? 12 L’ho forse concepito io tutto questo popolo? O l’ho forse messo al mondo io perché tu mi dica: Pòrtatelo in grembo, come la balia porta il bambino lattante, fino al paese che tu hai promesso con giuramento ai suoi padri? 13 Da dove prenderei la carne da dare a tutto questo popolo? Perché si lamenta dietro a me, dicendo: Dacci da mangiare carne! 14 Io non posso da solo portare il peso di tutto questo popolo; è un peso troppo grave per me. 15 Se mi devi trattare così, fammi morire piuttosto, fammi morire, se ho trovato grazia ai tuoi occhi; io non veda più la mia sventura!”.
- LA RISPOSTA DEL SIGNORE 16 Il Signore disse a Mosè: “Radunami settanta uomini tra gli anziani d’Israele, conosciuti da te come anziani del popolo e come loro scribi; conducili alla tenda del convegno; vi si presentino con te. 17 Io scenderò e parlerò in quel luogo con te; prenderò lo spirito che è su di te per metterlo su di loro, perché portino con te il carico del popolo e tu non lo porti più da solo.
- C 12 MARIA E ARONNE CONTRO MOSÈ 1 Maria e Aronne parlarono contro Mosè a causa della donna etiope che aveva sposata; Dissero: “Il Signore ha forse parlato soltanto per mezzo di Mosè? Non ha parlato anche per mezzo nostro?”. Il Signore udì. ORA MOSÈ ERA PIÙ MANSUETO di ogni uomo che è sulla terra. 4 Il Signore disse subito a Mosè, ad Aronne e a Maria: “Uscite tutti e tre e andate alla tenda del convegno”. Uscirono tutti e tre. 5 Il Signore allora scese in una colonna di nube, si fermò all’ingresso della tenda e chiamò Aronne e Maria. I due si fecero avanti. 6 Il Signore disse:“Ascoltate le mie parole! Se ci sarà un vostro profeta, io, il Signore, in visione a lui mi rivelerò, in sogno parlerò con lui. 7 Non così per il mio servo Mosè: egli è l’uomo di fiducia in tutta la mia casa. 8 Bocca a bocca parlo con lui, in visione e non con enigmi ed egli guarda l’immagine del Signore. Perchè non avete temuto di parlare contro il mio servo Mosè?”. 9 L’ira del Signore si accese contro di loro ed Egli se ne andò; 10 la nuvola si ritirò di sopra alla tenda ed ecco Maria era lebbrosa, bianca come neve; Aronne guardò Maria ed ecco era lebbrosa.
- INTERCESSIONE DI ARONNE E DI MOSÈ Aronne disse a Mosè: “Signor mio, non addossarci la pena del peccato che abbiamo stoltamente commesso, essa non sia come il bambino nato morto, la cui carne è gia mezzo consumata quando esce dal seno della madre”. MOSÈ GRIDÒ AL SIGNORE: “GUARISCILA, DIO!”.
- PER RIFLETTERE : Cosa ti suggerisce la figura di Ietro? Coraggio e umiltà nel fare la correzione fraterna. Correzione fraterna: attiva e passiva: quale più difficile? Corriamo il pericolo di voler strafare? Quali compiti delegabili e quali no? Attenti alle priorità: COSE URGENTI E COSE IMPORTANTI!!! Qual è la nostra “tenda del convegno”? Quale la causa più frequente dei nostri dissapori? Ci sforziamo di perdonarci? Di riconoscere i nostri torti…chiedere scusa e/o perdonare e pregare per chi ci ha offeso? Come vorresti gli anziani? E tu li valorizzi per quello che sono stati – sono e possono ANCORA dare?
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- 1 Il popolo, vedendo che Mosè tardava a scendere dalla montagna, si affollò intorno ad Aronne e gli disse: “Facci un dio che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che cosa sia accaduto”. 2 Aronne rispose loro: “Togliete i pendenti d’oro che hanno agli orecchi le vostre mogli e le vostre figlie e portateli a me”. 3 Tutto il popolo tolse i pendenti che ciascuno aveva agli orecchi e li portò ad Aronne.4 Egli li ricevette dalle loro mani e li fece fondere in una forma e ne ottenne un vitello di metallo fuso. Allora dissero: “Ecco il tuo Dio, o Israele, colui che ti ha fatto uscire dal paese d’Egitto!”. 5 Ciò vedendo, Aronne costruì un altare davanti al vitello e proclamò: “Domani sarà festa in onore del Signore”. 6 Il giorno dopo si alzarono presto, offrirono olocausti e presentarono sacrifici di comunione. Il popolo sedette per mangiare e bere, poi si alzò per darsi al divertimento.Mat. C.32 IL VITELLO D’ORO
- IL SIGNORE AVVERTE MOSÈ 7 Allora il Signore disse a Mosè: “Và, scendi, PERCHÉ IL TUO POPOLO, CHE TU HAI FATTO USCIRE DAL PAESE D’EGITTO, SI È PERVERTITO. 8 Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso, poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto”. Ho osservato questo popolo e ho visto che è un popolo dalla dura cervice. 10 Ora lascia che la mia ira si accenda contro di loro e li distrugga. Di te invece farò una grande nazione”.
- PREGHIERA DI MOSÈ Mosè allora supplicò il Signore, suo Dio, e disse: “Perché, Signore, divamperà la tua ira contro IL TUO POPOLO, CHE TU HAI FATTO USCIRE dal paese d’Egitto con grande forza e con mano potente? Perché dovranno dire gli Egiziani: Con malizia li ha fatti uscire, per farli perire tra le montagne e farli sparire dalla terra? Desisti dall’ardore della tua ira e abbandona il proposito di fare del male al tuo popolo. RICÒRDATI DI ABRAMO, DI ISACCO, DI ISRAELE, tuoi servi, ai quali hai giurato per te stesso e hai detto: Renderò la vostra posterità numerosa come le stelle del cielo e tutto questo paese, , lo darò ai tuoi discendenti, che lo possederanno per sempre”. Il Signore abbandonò il proposito di nuocere al suo popolo.
- Mosè spezza le tavole della legge Mosè ritornò e scese dalla montagna con in mano le due tavole della Testimonianza. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole. Giosuè sentì il rumore del popolo che urlava e disse a Mosè: “C’è rumore di battaglia nell’accampamento”. Ma rispose Mosè: “Non è il grido di chi canta: Vittoria! Non è il grido di chi canta: Disfatta! Il grido di chi canta a due cori io sento”. Quando si fu avvicinato all’accampamento, vide il vitello e le danze. ALLORA SI ACCESE L’IRA DI MOSÈ: egli scagliò dalle mani le tavole e le spezzò ai piedi della montagna. Poi afferrò il vitello che quelli avevano fatto, lo bruciò nel fuoco, lo frantumò fino a ridurlo in polvere, ne sparse la polvere nell’acqua e la fece trangugiare agli Israeliti. 21 Mosè disse ad Aronne: “Che ti ha fatto questo popolo, perché tu l’abbia gravato di un peccato così grande?”. Aronne rispose: “Non si accenda l’ira del mio signore; tu stesso sai che questo popolo è inclinato al male. 23 Mi dissero: Facci un dio, che cammini alla nostra testa, perché a quel Mosè, l’uomo che ci ha fatti uscire dal paese d’Egitto, non sappiamo che cosa sia capitato. Allora io dissi: Chi ha dell’oro? Essi se lo sono tolto, me lo hanno dato; io l’ho gettato nel fuoco e ne è uscito questo vitello”.
- NUOVA PREGHIERA DI MOSÈ Il giorno dopo Mosè disse al popolo: “Voi avete commesso un grande peccato; ora salirò verso il Signore: forse otterrò il perdono della vostra colpa”. 31 Mosè ritornò dal Signore e disse: “Questo popolo ha commesso un grande peccato: si sono fatti un dio d’oro. 32 Ma ora, se tu perdonassi il loro peccato… E se no, cancellami dal tuo libro che hai scritto!”. Il Signore disse a Mosè: “Io cancellerò dal mio libro colui che ha peccato contro di me. 34 Ora và, conduci il popolo là dove io ti ho detto. Ecco il mio angelo ti precederà; ma nel giorno della mia visita li punirò per il loro peccato”.
- ESODO 33: LA TENDA DEL CONVEGNO ( appuntamento con Dio!) Mosè a ogni tappa prendeva la tenda e la piantava fuori dell’accampamento, l’aveva chiamata tenda del convegno; appunto a questa tenda del convegno, posta fuori dell’accampamento, si recava chiunque volesse consultare il Signore. 8 Quando Mosè usciva per recarsi alla tenda, tutto il popolo si alzava in piedi, stando ciascuno all’ingresso della sua tenda: guardavano passare Mosè, finché fosse entrato nella tenda. Quando Mosè entrava nella tenda, scendeva la colonna di nube e restava all’ingresso della tenda. Allora il Signore parlava con Mosè. 10 Tutto il popolo vedeva la colonna di nube, che stava all’ingresso della tenda e tutti si alzavano e si prostravano ciascuno all’ingresso della propria tenda. 11 COSÌ IL SIGNORE PARLAVA CON MOSÈ FACCIA A FACCIA, COME UN UOMO PARLA CON UN ALTRO.
- MOSTRAMI LA TUA GLORIA… Gli disse: “Mostrami la tuaGloria!”. 19 Rispose: “Farò passare davanti a te tutto il mio splendore e proclamerò il mio nome: Signore, davanti a te. Farò grazia a chi vorrò far grazia e avrò misericordia di chi vorrò aver misericordia”. Soggiunse: “Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo”. 21 Aggiunse il Signore: “Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: quando passerà la mia Gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano finché sarò passato. 23 Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non lo si può vedere”.
- MOSÈ RIDISCENDE DAL MONTE Quando Mosè scese dal monte Sinai …non sapeva che la pelle del suo viso era diventata raggiante, poiché aveva conversato con lui. Quando entrava davanti al Signore per parlare con Lui, MOSÈ SI TOGLIEVA IL VELO, fin quando fosse uscito. Una volta uscito, riferiva agli Israeliti ciò che gli era stato ordinato. Gli Israeliti, guardando in faccia Mosè, vedevano che la pelle del suo viso era raggiante.
- 33: ANNUNZIO DELLA MORTE DI MOSÈ IL Signore disse a Mosè: “Sali su questo monte degli Abarim, sul monte Nebo, che è nel paese di Moab, di fronte a Gerico, e mira il paese di Canaan, che io dò in possesso agli Israeliti. Tu morirai sul monte sul quale stai per salire e sarai riunito ai tuoi antenati, come Aronne tuo fratello è morto ed è stato riunito ai suoi antenati
- DEUT 34, 4ss- MORTE DI MOSÈ Il Signore gli disse: “Questo è il paese per il quale io ho giurato ad Abramo, a Isacco e a Giacobbe: Io lo darò alla tua discendenza. Te l’ho fatto vedere con i tuoi occhi, ma tu non vi entrerai!” .Mosè, servo del Signore, morì in quel luogo, nel paese di Moab, secondo l’ordine del Signore. Fu sepolto nella valle, nel paese di Moab, di fronte a Bet-Peor; nessuno fino ad oggi ha saputo dove sia la sua tomba. Mosè aveva centoventi anni quando morì; gli occhi non gli si erano spenti e il vigore non gli era venuto meno. Gli Israeliti lo piansero nelle steppe di Moab per trenta giorni; Non è più sorto in Israele un profeta come Mosè lui con il quale il Signore parlava faccia a faccia
S- AGOSTINO Mi accorgo che i vostri affetti si levano con me verso l’alto; Ecco che io sto per deporre questo libro e voi per tornarvene ciascuno a casa sua. Ci siamo trovati assai bene sotto questa luce comune, ne abbiamo davvero gioito, ne abbiamo davvero esultato: ma, mentre ci separiamo gli uni dagli altri, badiamo bene a non allontanarci da lui.
PER LA NOSTRA RIFLESSIONE E PREGHIERA.
- Le alterne vicende della alleanza… Il tempo che passa, la mancanza di stimoli – la compiacente debolezza dei capi: Aronne abbassa l’asticella, la purezza degli ideali – a livello teologico: si vuole un dio toccabile e visibile – atteggiamenti irresponsabili: debole, i tempi sono cambiati…
- ALLORA SI ACCESE L’IRA DI MOSÈ ma supplica il Signore… si fa intercessore, ricattando Dio…
- cfr S. Paolo -Vorrei essere io anatema – Don Orione: ponimi, Signore, sulla bocca dell’inferno : a volte ci si può, (ci si deve?) “arrabbiare”? O bene e male, è …tutto uguale?
- SE TU PERDONASSI IL LORO PECCATO…Come vediamo il nostro ruolo di educatori alla fede, ai comportamenti, e come intercessori?
- LA MADRE di UNGARETTI (1930) E il cuore quando d’un ultimo battito Avrà fatto cadere il muro d’ombra Per condurmi, Madre, sino al Signore, Come una volta mi darai la mano. In ginocchio, decisa, Sarai una statua davanti all’Eterno, Come già ti vedeva Quando eri ancora in vita. Alzerai tremante le vecchie braccia, Come quando spirasti Dicendo: Mio Dio, eccomi. E solo quando m’avrà perdonato, Ti verrà desiderio di guardarmi Ricorderai d’avermi atteso tanto, e avrai negli occhi un rapido sospiro.
donalesiani@gmail.com – www.donvincenzoalesiani.it
- L’USCITA DALL’EGITTO – Partenza di Israele C. 12 Gli Israeliti partirono da Ramses alla volta di Succot… Fecero cuocere la pasta che avevano portata dall’Egitto in forma di focacce azzime, perché non era lievitata. Il tempo durante il quale gli Israeliti abitarono in Egitto fu di quattrocentotrent’anni. Al termine dei quattrocentotrent’anni, proprio in quel giorno, tutte le schiere del Signore uscirono dal paese d’Egitto. 42 Notte di veglia fu questa per il Signore per farli uscire dal paese d’Egitto. Questa sarà una notte di veglia in onore del Signore per tutti gli Israeliti, di generazione in generazione.
- LA STRADA PIÙ LUNGA MA… 13 17 Quando il faraone lasciò partire il popolo, Dio non lo condusse per la strada del paese dei Filistei, benché fosse più corta, perché Dio pensava: “Altrimenti il popolo, vedendo imminente la guerra, potrebbe pentirsi e tornare in Egitto”. Dio guidò il popolo per la strada del deserto verso il Mare Rosso. Gli Israeliti, ben armati uscivano dal paese d’Egitto. 19 MOSÈ PRESE CON SÉ LE OSSA DI GIUSEPPE, perché questi aveva fatto giurare solennemente gli Israeliti: “Dio, certo, verrà a visitarvi; voi allora vi porterete via le mie ossa”. 20 Partirono da Succot e si accamparono a Etam, sul limite del deserto. 21 Il Signore marciava alla loro testa DI GIORNO CON UNA COLONNA DI NUBE, per guidarli sulla via da percorrere, E DI NOTTE CON UNA COLONNA DI FUOCO per far loro luce, così che potessero viaggiare giorno e notte. Di giorno la colonna di nube non si ritirava mai dalla vista del popolo, né la colonna di fuoco durante la notte.
- 14 GLI EGIZIANI INSEGUONO ISRAELE 5 Quando fu riferito al re d’Egitto che il popolo era fuggito, il cuore del faraone e dei suoi ministri si rivolse contro il popolo. Dissero: “Che abbiamo fatto, lasciando partire Israele, così che più non ci serva!”. 6 Attaccò allora il cocchio e prese con sé i suoi soldati. 7 Prese poi seicento carri scelti e tutti i carri di Egitto con i combattenti sopra ciascuno di essi. Gli Egiziani li inseguirono e li raggiunsero, mentre essi stavano accampati presso il mare: 10 Quando il faraone fu vicino, gli Israeliti alzarono gli occhi: ecco, gli Egiziani muovevano il campo dietro di loro!
- LA NOTTE DELLA GRANDE PAURA Allora gli Israeliti ebbero grande paura e gridarono al Signore. Poi dissero a Mosè: “Forse perché non c’erano sepolcri in Egitto ci hai portati a morire nel deserto? Che hai fatto, portandoci fuori dall’Egitto? Non ti dicevamo in Egitto: Lasciaci stare e serviremo gli Egiziani, perché è meglio per noi servire l’Egitto che morire nel deserto?”. Mosè rispose: “Non abbiate paura! Siate forti e vedrete la salvezza che il Signore oggi opera per voi; perché gli Egiziani che voi oggi vedete, non li rivedrete mai più! Il Signore combatterà per voi, e voi starete tranquilli”. Il Signore disse a Mosè: “PERCHÉ GRIDI VERSO DI ME? Ordina agli Israeliti di riprendere il cammino. Gli Egiziani sapranno che io sono il Signore, quando dimostrerò la mia gloria contro il faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri”. L’angelo di Dio, che precedeva l’accampamento d’Israele, cambiò posto e passò indietro. ANCHE LA COLONNA DI NUBE SI MOSSE E DAL DAVANTI PASSÒ INDIETRO. 20 Venne così a trovarsi tra l’accampamento degli Egiziani e quello d’Israele. Ora la nube era tenebrosa per gli uni, mentre per gli altri illuminava la notte; così gli uni non poterono avvicinarsi agli altri durante tutta la notte. 21 Allora Mosè stese la mano sul mare. E il Signore durante tutta la notte, risospinse il mare con un forte vento d’oriente, rendendolo asciutto; le acque si divisero. 22 Gli Israeliti entrarono nel mare asciutto, mentre le acque erano per loro una muraglia a destra e a sinistra. 23 Gli Egiziani li inseguirono con tutti i cavalli del faraone, i suoi carri e i suoi cavalieri, entrando dietro di loro in mezzo al mare. 30 In quel giorno il Signore salvò Israele dalla mano degli Egiziani e Israele vide gli Egiziani morti sulla riva del mare; 31 Israele vide la mano potente con la quale il Signore aveva agito contro l’Egitto e il popolo temette il Signore e credette in lui e nel suo servo Mosè.
- CAPITOLO 15 – CANTO DI VITTORIA 1 Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: “Voglio cantare in onore del Signore: perché ha mirabilmente trionfato, ha gettato in mare cavallo e cavaliere. 2 Mia forza e mio canto è il Signore, egli mi ha salvato. E` il mio Dio e lo voglio lodare, è il Dio di mio padre e lo voglio esaltare! 13 Guidasti con il tuo favore questo popolo che hai riscattato, lo conducesti con forza alla tua santa dimora. 17 Lo fai entrare e lo pianti sul monte della tua eredità, luogo che per tua sede, Signore, hai preparato, santuario che le tue mani, Signore, hanno fondato. 18 Il Signore regna in eterno e per sempre!”.
- PER LA NOSTRA RIFLESSIONE Notte di veglia per Dio… 12,42 celebrare gli eventi salvifici… compito della liturgia e della nostra vita spirituale
- Alla prima difficoltà la grande paura 14,13: Mosè infonde coraggio agli altri e Lui… grida a Dio 14,15
- La preghiera, sospiro interiore cfr Gv 12 12-15
- Dio si espone per noi. Li sollevò sulle sue ali Dt. 32,11 culmine sulla croce… Contemplare i fatti della vita e …vedere la mano del Signore… Certezza che Lui ci difende
- Una scaramuccia di frontiera favorevole agli ebrei, si è trasformata in Epopea da celebrare nel tempio: si è liberi per SERVIRE E celebrare Dio
PARLIAMONE…
- Le nostre celebrazioni le viviamo come…doveri religiosi o come memoriale – lode e ringraziamento di esperienze degli interventi di Dio nella nostra vita?
- Questo Dio che va avanti, poi si sposta indietro dove c’è il pericolo… cosa ci fa pensare? Abbiamo avuto qualche esperienza in cui davvero il Signore lo abbiamo sentito vicino e nostro difensore?
- La pazienza di Dio e …il cammino più lungo per non scoraggiare, è anche il nostro metodo con gli altri e…con noi stessi, pur senza indulgenze alla pigrizia! o vogliamo tutto e subito?
- Ci è mai capitato di dover far coraggio agli altri mentre ci sentivamo a terra noi stessi? Come ce la siamo cavata? Ricorrendo a chi?
- Sappiamo rileggere la nostra storia ogni tanto e …metterci a “cantare”: Mia forza e mio canto è il Signore?
PREGHIAMO: SAL. 27 CON DIO NESSUN TIMORE Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura? Il Signore è difesa della mia vita, di chi avrò timore? Se contro di me si accampa un esercito, il mio cuore non teme; se contro di me divampa la battaglia, anche allora ho fiducia. Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario. Ascolta, Signore, la mia voce. Io grido: abbi pietà di me! Rispondimi. Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il suo volto”; il tuo volto, Signore, io cerco. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza. Mio padre e mia madre mi hanno abbandonato, ma il Signore mi ha raccolto. Mostrami, Signore, la tua via, guidami sul retto cammino, a causa dei miei nemici. Sono certo di contemplare la bontà del Signore nella terra dei viventi. Spera nel Signore, sii forte, si rinfranchi il tuo cuore e spera nel Signore.
Salmo 124 Se il Signore non fosse stato con noi, lo dica Israele se il Signore non fosse stato con noi, quando uomini ci assalirono, ci avrebbero inghiottiti vivi, nel furore della loro ira. Le acque ci avrebbero travolti; un torrente ci avrebbe sommersi, ci avrebbero travolti acque impetuose.Sia benedetto il Signore, che non ci ha lasciati, in preda ai loro denti. Noi siamo stati liberati come un uccello dal laccio dei cacciatori: il laccio si è spezzato e noi siamo scampati. Il nostro aiuto è nel nome del Signore che ha fatto cielo e terra.
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- ESODO: PREMESSE – E’ IL VANGELO DEL VT. Come nel NT tutto si rifà a GESÙ DEL VANGELO… così nell’AT tutto dipende dall’ ESODO. Nulla si spiegherebbe senza questo EVENTO … LE FESTE di Pasqua e capanne – Le narrazioni varie fonti… Tutto il profetismo, la legislazione -I canti e le preghiere… tutto si rifà all’Esodo per ricordarlo, celebrarlo, rinnovarlo.
- 4 GRANDI TEMI: 1. ELEZIONE DEL POPOLO 2. LIBERAZIONE DALLA SCHIAVITÙ3. CAMMINO NEL DESERTO 4. ALLEANZA AL SINAI
- ESODO 1: OPPRESSIONE DEGLI EBREI …. Sorse sull’Egitto un nuovo re, che non aveva conosciuto Giuseppe. 9 E disse al suo popolo: “Ecco che il popolo dei figli d’Israele è più numeroso e più forte di noi. Prendiamo provvedimenti nei suoi riguardi per impedire che aumenti, altrimenti, in caso di guerra, si unirà ai nostri avversari, combatterà contro di noi e poi partirà dal paese”. Allora vennero imposti loro dei sovrintendenti ai lavori forzati per opprimerli …
- 2 NASCITA DI MOSÈ Un uomo della famiglia di Levi andò a prendere in moglie una figlia di Levi. La donna concepì e partorì un figlio; vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi mise dentro il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo. 4 La sorella del bambino si pose ad osservare da lontano che cosa gli sarebbe accaduto. 5 Ora la figlia del faraone scese al Nilo per fare il bagno, mentre le sue ancelle passeggiavano lungo la sponda del Nilo. Essa vide il cestello fra i giunchi e mandò la sua schiava a prenderlo. 6 L’aprì e vide il bambino: ecco, era un fanciullino che piangeva. Ne ebbe compassione e disse: “E` un bambino degli Ebrei”. La sorella del bambino disse allora alla figlia del faraone: “Devo andarti a chiamare una nutrice tra le donne ebree, perché allatti per te il bambino?”. “Và”, le disse la figlia del faraone. La fanciulla andò a chiamare la madre del bambino. La figlia del faraone le disse: “Porta con te questo bambino e allattalo per me; io ti darò un salario”. La donna prese il bambino e lo allattò. Quando il bambino fu cresciuto, lo condusse alla figlia del faraone. Egli divenne un figlio per lei ed ella lo chiamò Mosè, dicendo: “Io l’ho salvato dalle acque!”.
- FUGA DI MOSÈ In quei giorni, Mosè, cresciuto in età, si recò dai suoi fratelli e notò i lavori pesanti da cui erano oppressi. Vide un Egiziano che colpiva un Ebreo, uno dei suoi fratelli. 12 Voltatosi attorno e visto che non c’era nessuno, colpì a morte l’Egiziano e lo seppellì nella sabbia. 13 Il giorno dopo, uscì di nuovo e, vedendo due Ebrei che stavano rissando, disse a quello che aveva torto: “Perché percuoti il tuo fratello?”. 14 Quegli rispose: “Chi ti ha costituito capo e giudice su di noi? Pensi forse di uccidermi, come hai ucciso l’Egiziano?”. Allora Mosè ebbe paura e pensò: “Certamente la cosa si è risaputa”. 15 Poi il faraone sentì parlare di questo fatto e cercò di mettere a morte Mosè. Allora Mosè si allontanò dal faraone e si stabilì nel paese di Madian e sedette presso un pozzo. 16 Ora il sacerdote di Madian aveva sette figlie. Esse vennero ad attingere acqua per riempire gli abbeveratoi e far bere il gregge del padre. 17 Ma arrivarono alcuni pastori e le scacciarono. Allora Mosè si levò a difenderle e fece bere il loro bestiame. 18 Tornate dal loro padre Reuel, questi disse loro: “Perché oggi avete fatto ritorno così in fretta?”. 19 Risposero: “Un Egiziano ci ha liberate dalle mani dei pastori; è stato lui che ha attinto per noi e ha dato da bere al gregge”. 20 Quegli disse alle figlie: “Dov’è? Perché avete lasciato là quell’uomo? Chiamatelo a mangiare il nostro cibo!”. 21 Così Mosè accettò di abitare con quell’uomo, che gli diede in moglie la propria figlia Zippora. 22 Ella gli partorì un figlio ed egli lo chiamò Gherson, perché diceva: “Sono un emigrato in terra straniera!”.
- VOCAZIONE DI MOSE’: 23 Nel lungo corso di quegli anni, il re d’Egitto morì. Gli Israeliti gemettero per la loro schiavitù, alzarono grida di lamento e il loro grido dalla schiavitù salì a Dio. Allora Dio ASCOLTÒ il loro lamento, SI RICORDÒ della sua alleanza con Abramo e Giacobbe. Dio GUARDÒ la condizione degli Israeliti e SE NE PRESE PENSIERO.
- IL ROVETO ARDENTE C. 3 1 Ora Mosè stava pascolando il gregge di Ietro, suo suocero, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte di Dio, l’Oreb. 2 L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto. Egli guardò ed ecco: il roveto ardeva nel fuoco, ma quel roveto non si consumava. 3 Mosè pensò: “Voglio avvicinarmi a vedere questo grande spettacolo: perché il roveto non brucia?”. Il Signore vide che si era avvicinato per vedere e Dio lo chiamò dal roveto e disse: “Mosè, Mosè!”. Rispose: “Eccomi!”. 5 Riprese: “Non avvicinarti! Togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sul quale tu stai è una terra santa!”. 6 E disse: “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe”. Mosè allora si velò il viso, perché aveva paura di guardare verso Dio.7 Il Signore disse: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti; conosco infatti le sue sofferenze. 8 Sono sceso per liberarlo dalla mano dell’Egitto e per farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso, verso un paese dove scorre latte e miele, 10 Ora và! Io ti mando dal faraone. Fà uscire dall’Egitto il mio popolo, gli Israeliti!”. 11 Mosè disse a Dio: “CHI SONO IO PER ANDARE DAL FARAONE e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?”. 12 Rispose: “IO SARÒ CON TE. Eccoti il segno che io ti ho mandato: quando tu avrai fatto uscire il popolo dall’Egitto, servirete Dio su questo monte”.
- C.4 10 MOSÈ DISSE AL SIGNORE: “MIO SIGNORE, IO NON SONO UN BUON PARLATORE; non lo sono mai stato prima e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua”. 11 Il Signore gli disse: Ora và! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire”.13 Mosè disse: “Perdonami, Signore mio, manda chi vuoi mandare!”. 14 Allora la collera del Signore si accese contro Mosè e gli disse: “Non vi è forse il tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui sa parlar bene. Anzi sta venendoti incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. 15 Tu gli parlerai e metterai sulla sua bocca le parole da dire e io sarò con te e con lui mentre parlate e vi suggerirò quello che dovrete fare.
- OSSERVAZIONI:
- VITA DI MOSE’: 3 fasi 40 ANNI: a corte -diventa povero – missione VOCAZIONE DI MOSE’ all’interno dell’OPERA DI DIO (4 verbi) è un…dipendente! Genitori – educatori, abbiamo atteggiamenti da dipendenti dal “Capo” o lavoriamo in proprio?
- Mosé diventa povero: pastore di un gregge non suo… in paese straniero – Dio sceglie i poveri: cfr 1Cor. 1-3. La povertà è la nostra PRIMA vera preghiera e preparazione:
- Educato nella sapienza egiziana: Mosè liberatore ingenuo e violento: finché non c’è la chiamata di Dio le doti umane non bastano…
- La sua opera vera comincia con la paura, la fuga, l’esperienza in terra straniera …Quando purificato, Dio lo invierà , lui non ci trova più gusto e…non vuole andare: Chi sono io per andare?
- L’esperienza del roveto: Mosè ha 80 anni ed è ancora capace di stupore…Rivelazione del NOME JHWH: sono colui che sono.
- La chiamata di Dio: sua è l’iniziativa- suscita timore – le obiezioni: non ho le qualità – disimpegno: manda un altro! Dio si…arrabbia! E “violenta” cfr Amos – Geremia. Il profeta ha sempre una vita lacerata. …
- Servirete Dio su questo monte: dalla schiavitù al servizio! ESSERE LIBERI PER…SERVIRE. ??!!
PARLIAMONE…
- Esperienze di vita (positive e negative…)
- educati da chi? dalla vita –dalla gente …i ns “figli”- da Dio?
- In questo momento, qual è la nostra meta, il nostro obiettivo? O ci siamo arresi e ci sentiamo … vecchi anche se abbiamo 40 anni? (Per Mosè tutto cominciò a…80 anni!)
- Le sconfitte: disgrazie o grazie? quando ci sentiamo inadeguati…forse siamo pronti per essere strumenti nelle mani dell’Unico Educatore??!! donalesiani@gmail.com
Dalla «Lettera ai Corinzi» di san Clemente I, papa
CIASCUNO RICERCHI CIÒ CHE È UTILE A TUTTI E NON IL PROPRIO TORNACONTO
Sta scritto: Unitevi ai santi, perché quelli che li seguono saranno santificati. E ancora in un altro passo: Con l’uomo innocente sarai innocente, con l’eletto sarai eletto, ma con il perverso ti pervertirai (cfr. Sal 17, 26). Perciò stiamo uniti agli innocenti e ai giusti, perché essi sono gli eletti di Dio.
PERCHÉ LITI, COLLERE, DISCORDIE, SCISMI E GUERRE TRA VOI? NON ABBIAMO FORSE UN UNICO DIO, UN UNICO CRISTO, UN UNICO SPIRITO DI GRAZIA DIFFUSO SU DI NOI, UN’UNICA VOCAZIONE IN CRISTO? PERCHÉ STRAZIARE E LACERARE LE MEMBRA DI CRISTO, PERCHÉ RIBELLARSI CONTRO IL PROPRIO CORPO E ARRIVARE A TAL PUNTO DI DELIRIO DA DIMENTICARE DI ESSERE GLI UNI MEMBRA DEGLI ALTRI?
Ricordate le parole di Gesù nostro Signore. Egli ha detto: Guai a quell’uomo! Sarebbe stato meglio se non fosse mai nato, piuttosto che recare scandalo a uno dei miei eletti; sarebbe meglio che gli fosse messa al collo una pietra da mulino e fosse sommerso nel mare, piuttosto che trarre al male uno dei miei eletti (cfr. Lc 17, 1-2). La vostra scissione ha sviato molti, ha gettato molti nello scoraggiamento, molti nel dubbio, tutti noi nel dolore; e il vostro dissidio perdura tuttora.
PRENDETE IN MANO LA LETTERA DI SAN PAOLO APOSTOLO. QUAL È LA COSA CHE VI HA SCRITTO PER PRIMA ALL’INIZIO DEL SUO MESSAGGIO? CERTO È SOTTO UN’ISPIRAZIONE DIVINA CHE EGLI VI HA SCRITTO UNA LETTERA SU SE STESSO, SU CEFA, SU APOLLO, PERCHÉ FIN DA ALLORA VI ERA TRA VOI LA TENDENZA ALLE FAZIONI. MA QUEL PARTEGGIARE VI HA CAUSATO ALLORA UN PECCATO MINORE, PERCHÉ LE VOSTRE PREFERENZE ANDAVANO VERSO APOSTOLI FAMOSI PER CHIARA REPUTAZIONE E VERSO UN UOMO APPROVATO DA LORO. ORA INVECE DATE ASCOLTO A GENTE DA NULLA, A PERSONE CHE VI PERVERTONO E GETTANO IL DISCREDITO SU QUELLA VOSTRA COESIONE FRATERNA, CHE VI HA RESI MERITATAMENTE CELEBRI. È UN DISONORE CHE DOBBIAMO ELIMINARE AL PIÙ PRESTO. BUTTIAMOCI AI PIEDI DEL SIGNORE E SUPPLICHIAMOLO CON LACRIME PERCHÉ, FATTOSI PROPIZIO, CI RESTITUISCA LA SUA AMICIZIA E CI RISTABILISCA IN UNA MAGNIFICA E CASTA FRATERNITÀ D’AMORE.
VI È QUALCUNO FEDELE, CAPACE NELL’ESPORRE LA DOTTRINA, SAPIENTE NEL DISCERNIMENTO DEI DISCORSI, CASTO NELL’AGIRE? EGLI DEVE ESSERE TANTO PIÙ UMILE QUANTO PIÙ È RITENUTO GRANDE, E DEVE CERCARE CIÒ CHE È UTILE A TUTTI, NON IL PROPRIO TORNACONTO.
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
UNO SPIRITO CONTRITO È SACRIFICIO A DIO
DAVIDE HA CONFESSATO: «RICONOSCO LA MIA COLPA» (Sal 50, 5). Se io riconosco, tu dunque perdona. Non presumiamo affatto di essere perfetti e che la nostra vita sia senza peccato. Gli uomini privi di speranza, QUANTO MENO BADANO AI PROPRI PECCATI, TANTO PIÙ SI OCCUPANO DI QUELLI ALTRUI. INFATTI CERCANO NON CHE COSA CORREGGERE, MA CHE COSA BIASIMARE. E SICCOME NON POSSONO SCUSARE SE STESSI, SONO PRONTI AD ACCUSARE GLI ALTRI. NON È QUESTA LA MANIERA DI PREGARE E DI IMPLORARE PERDONO DA DIO, INSEGNATACI DAL SALMISTA, QUANDO HA ESCLAMATO: «RICONOSCO LA MIA COLPA, IL MIO PECCATO MI STA SEMPRE DINANZI» (Sal 50, 5). Egli non stava a badare ai peccati altrui. Citava se stesso, non dimostrava tenerezza con se stesso, ma scavava e penetrava sempre più profondamente in se stesso. NON INDULGEVA VERSO SE STESSO, E QUINDI PREGAVA SÌ CHE GLI SI PERDONASSE, MA SENZA PRESUNZIONE.
Vuoi riconciliarti con Dio? Comprendi ciò che fai con te stesso, perché Dio si riconcili con te. Poni attenzione a quello che si legge nello stesso salmo: «Non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti» (Sal 50, 18). Dunque resterai senza sacrificio? NON AVRAI NULLA DA OFFRIRE? CON NESSUNA OFFERTA POTRAI PLACARE DIO? CHE COSA HAI DETTO? «NON GRADISCI IL SACRIFICIO E, SE OFFRO OLOCAUSTI, NON LI ACCETTI» (SAL 50, 18). PROSEGUI, ASCOLTA E PREGA: «UNO SPIRITO CONTRITO È SACRIFICIO A DIO, UN CUORE AFFRANTO E UMILIATO, DIO, TU NON DISPREZZI» (SAL 50, 19). DOPO AVER RIGETTATO CIÒ CHE OFFRIVI, HAI TROVATO CHE COSA OFFRIRE. INFATTI PRESSO GLI ANTICHI OFFRIVI VITTIME DEL GREGGE E VENIVANO DENOMINATE SACRIFICI. «NON GRADISCI IL SACRIFICIO»: NON ACCETTI PIÙ QUEI SACRIFICI PASSATI, PERÒ CERCHI UN SACRIFICIO.
Dice il salmista: «Se offro olocausti, non li accetti». Perciò dal momento che non gradisci gli olocausti, rimarrai senza sacrificio? Non sia mai. «Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi» (Sal 50, 19). Hai la materia per sacrificare. Non andare in cerca del gregge, non preparare imbarcazioni per recarti nelle più lontane regioni da dove portare profumi. Cerca nel tuo cuore ciò che è gradito a Dio. BISOGNA SPEZZARE MINUTAMENTE IL CUORE. TEMI CHE PERISCA PERCHÉ FRANTUMATO? SULLA BOCCA DEL SALMISTA TU TROVI QUESTA ESPRESSIONE: «CREA IN ME, O DIO, UN CUORE PURO» (SAL 50, 12). QUINDI DEVE ESSERE DISTRUTTO IL CUORE IMPURO, PERCHÉ SIA CREATO QUELLO PURO.
Quando pecchiamo dobbiamo provare dispiacere di noi stessi, perché i peccati dispiacciono a Dio. E poiché constatiamo che non siamo senza peccato, almeno in questo cerchiamo di essere simili a Dio: NEL DISPIACERCI DI CIÒ CHE DISPIACE A DIO. IN CERTO QUAL MODO SEI UNITO ALLA VOLONTÀ DI DIO, POICHÉ DISPIACE A TE CIÒ CHE IL TUO CREATORE ODIA.
per un momento di ilarità…………………….” VIAGGIO AI CARAIBI ” GIOIE E DOLORI DI…INTERNET
Una coppia decide di passare le ferie in una spiaggia dei Caraibi, nello stesso hotel dove passarono la luna di miele 20 anni prima. Però, per problemi di lavoro, la moglie non può accompagnare subito il marito, l’avrebbe raggiunto alcuni giorni dopo. Quando l’uomo arriva, entra nella camera dell ‘hotel e vede che c’è un computer con l’accesso a internet. Decide allora di inviare una e-mail a sua moglie, ma sbaglia una lettera dell’indirizzo e, senza accorgersi, la manda ad un altro indirizzo…
La e-mail viene ricevuta da una vedova che stava rientrando dal funerale di suo marito e che decide di vedere i messaggi ricevuti. Suo figlio, entrando in casa , vede sua madre svenuta davanti al computer e sul video vede la e-mail che lei stava leggendo: ” Cara sposa, sono arrivato, tutto bene. Probabilmente ti sorprenderai di ricevere mie notizie per e-mail, ma adesso anche qui hanno il computer ed è possibile inviare messaggi alle persone care. Appena arrivato mi sono assicurato che fosse tutto a posto anche per te quando arriverai venerdì prossimo… Ho molto desiderio di rivederti e spero che il tuo viaggio sia tranquillo come lo è stato il mio. NB: Non portare molti vestiti, perchè qui fa un caldo infernale…
Che ne pensi?
IL BUON USO DELLE TENTAZION
(GIOVANNI MARIA VIANNEY)
Come il buon soldato non ha paura di combattere, così il buon cristiano non deve aver paura della tentazione. Tutti i soldati sono bravi quando sono all’interno della loro guarnigione: è sul campo di battaglia che si nota la differenza tra i coraggiosi e i vili.
La più grande delle tentazioni è di non averne alcuna. Si potrebbe arrivare a dire che bisogna essere contenti di avere delle tentazioni: è il momento del raccolto spirituale, durante il quale facciamo provviste per il cielo. E’ come nel tempo della mietitura: ci si leva di buon mattino, ci si dà un gran daffare, ma non ci si lamenta, perché si raccoglie molto.
Il demonio tenta solamente le anime che vogliono uscire da una situazione di peccato e quelle che sono in stato di grazia. Le altre gli appartengono già: non ha alcun bisogno di tentarle.
Se fossimo profondamente compresi della santa presenza di Dio, sarebbe molto facile per noi resistere al nemico. Sarebbe sufficiente il pensiero “Dio ti vede!” per non peccare mai.
C’era una santa che, dopo esser stata tentata, si lamentava con il Signore dicendogli: «Dov’eri dunque, amatissimo Gesù, durante quella tremenda tempesta?». E il Signore: «Ero al centro del tuo cuore e mi rallegravo di vederti combattere».
Dalle «Omelie sui vangeli» di san Gregorio Magno, papa
Signore mio e Dio mio
«Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù» (Gv 20, 24). Questo solo discepolo era assente. Quando ritornò udì il racconto dei fatti accaduti, ma rifiutò di credere a quello che aveva sentito. Venne ancora il Signore e al discepolo incredulo offrì il costato da toccare, mostrò le mani e, indicando la cicatrice delle sue ferite, guarì quella della sua incredulità.
Che cosa, fratelli, intravvedete in tutto questo? Attribuite forse a un puro caso che quel discepolo scelto dal Signore sia stato assente, e venendo poi abbia udito il fatto, e udendo abbia dubitato, e dubitando abbia toccato, e toccando abbia creduto?
No, questo non avvenne a caso, ma per divina disposizione. La clemenza del Signore ha agito in modo meraviglioso, poiché quel discepolo, con i suoi dubbi, mentre nel suo maestro toccava le ferite del corpo, guariva in noi le ferite dell’incredulità. L’incredulità di Tommaso ha giovato a noi molto più, riguardo alla fede, che non la fede degli altri discepoli. Mentre infatti quello viene ricondotto alla fede col toccare, la nostra mente viene consolidata nella fede con il superamento di ogni dubbio. Così il discepolo, che ha dubitato e toccato, è divenuto testimone della verità della risurrezione.
Toccò ed esclamò: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto» (Gv 20, 28-29). Siccome l’apostolo Paolo dice: «La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono», è chiaro che la fede è prova di quelle cose che non si possono vedere. Le cose che si vedono non richiedono più la fede, ma sono oggetto di conoscenza. Ma se Tommaso vide e toccò, come mai gli vien detto: «Perché mi hai veduto, hai creduto»? Altro però fu ciò che vide e altro ciò in cui credette. La divinità infatti non può essere vista da uomo mortale. Vide dunque un uomo e riconobbe Dio, dicendo: «Mio Signore e mio Dio!». Credette pertanto vedendo. Vide un vero uomo e disse che era quel Dio che non poteva vedere.
Ci reca grande gioia quello che segue: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (Gv 20, 28). Con queste parole senza dubbio veniamo indicati specialmente noi, che crediamo in colui che non abbiamo veduto con i nostri sensi. Siamo stati designati noi, se però alla nostra fede facciamo seguire le opere. Crede infatti davvero colui che mette in pratica con la vita la verità in cui crede. Dice invece san Paolo di coloro che hanno la fede soltanto a parole: «Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti» (Tt 1, 16). E Giacomo scrive: «La fede senza le opere è morta» (Gc 2, 26).