UN TESORO IN VASI DI CRETA…

COME LO CUSTODIAMO?

2 LETTERA AI CORINTI

 

    PRETI COSI…. IN ASCOLTO DI PAPA FRANCESCO

  • PENSARE AL NOSTRO CONGEDO  Cosa significhi “dire addio” per un cristiano. Gesù si congeda, Paolo si congeda e questo ci aiuterà a riflettere sui nostri congedi”. Nella nostra vita, ci sono tanti congedi”, piccoli e grandi e c’è “anche tanta sofferenza, tante lacrime in alcuni di loro”: Ci sono piccoli e grandi congedi nella vita, come il “congedo della mamma, che saluta, dà l’ultimo abbraccio al figlio che va in guerra; e tutti i giorni si alza col timore” che venga qualcuno a dirle: ‘ringraziamo tanto la generosità di suo figlio che ha dato la vita per la patria’”. E c’è anche “l’ultimo congedo che tutti noi dobbiamo fare, quando il Signore ci chiama all’altra riva. Io penso a questo”. Questi grandi congedi della vita, “anche l’ultimo non sono i congedi di ‘a presto’, ‘a dopo’, ‘arrivederci’,  sono congedi che non si sa quando e come tornerò”. Penso io al grande congedo, al mio grande congedo, non quando devo dire ‘a dopo’,  ‘arrivederci’, ma ‘addio’? Questi due testi dicono la parola ‘addio’. Paolo affida a Dio i suoi e Gesù affida al Padre i suoi discepoli, che rimangono nel mondo. Affidare al Padre, affidare a Dio: questa è l’origine della parola ‘addio’. Noi diciamo ‘addio’ soltanto nei grandi congedi, siano quelli della vita, sia l’ultimo”.
  • CI FARÀ BENE PENSARE AL NOSTRO CONGEDO da questo mondo Credo che con queste due icone – quella di Paolo, che piange, in ginocchio sulla spiaggia, tutti lì, e Gesù, triste, perché andava alla Passione, con i suoi discepoli, piangendo nel suo cuore – possiamo pensare al nostro. Ci farà bene. Chi sarà la persona che chiuderà i miei occhi?”: “Cosa lascio? Sia Paolo che Gesù, tutti e due, in questi brani fanno una sorta di esame di coscienza: ‘Io ho fatto questo, questo, questo…’ Io cosa ho fatto? Ma mi fa bene immaginarmi in quel momento. Quando sarà, non si sa, ma ci sarà il momento nel quale ‘a dopo’, ‘a presto’, ‘a domani’, ‘arrivederci’ diventerà ‘addio’.  Io sono preparato per affidare a Dio tutti i miei?    Per affidare me stesso a Dio? Per dire quella parola che è la parola dell’affidamento del figlio al Padre?”. “pensare che un giorno” anche noi dovremo dire quella parola, “addio”: “A Dio affido la mia anima; a Dio affido la mia storia; a Dio affido i miei; a Dio affido tutto”. “Che Gesù morto e risorto ci invii lo Spirito Santo, perché noi impariamo quella parola, impariamo a dirla, ma esistenzialmente, con tutta la forza: l’ultima parola, addio”.

PRETI COL CUORE DI MARIA

  • CUORE IN RICERCA Lc. 1,34 Allora Maria disse al1’ange1o: “Come è possibi1e? Non conosco uomo”. Lc. 2, 48 Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”. 
  • CUORE IN ASCOLTO Lc. 2,49s Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”. Ma essi non compresero le sue parole.                    
  • CUORE DISPONIBILE Lc. 1,38 Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”. E l’angelo partì da lei .                         
  •  CUORE CONTEMPLATIVO Lc. 2,19.51s  Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. Parti con loro e tornò a Nazareth e stava loro sottomesso
  •  CUORE GRATO  Lc. 1,46ss Allora Maria disse: ” L’anima mia magnifica il Signore  e il mio Spirito esulta in Dio, mio salvatore,  perché ha guardato l’umiltà della sua serva. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente, Santo e il suo nome:                                                 
  • CUORE OBBEDIENTE  Lc. 2,22 Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mose, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore                                                          
  • CUORE SOLLECITO Lc. 1,39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, saluto Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussulto nel grembo.
  •   CUORE FEDELE AI PIEDI DELLA CROCE Lc. 2,34s  Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “ Ecco,   egli    è qui per la  caduta e la risurrezione di molti in  Israele e come segno di contraddizione e anche  a te una spada  trafiggerà l’anima”.   
  •  CUORE DI MADRE VERSO TUTTI Gv. 19,26s     Gesù allora, vedendo la madre e Iì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco il tuo figlio!”. Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”. E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.                
  •    CUORE PIENO DI SPIRITO SANTO Atti 1,14; 2,4 Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera,insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù…Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo    donalesiani@gmail.comwww.donvincenzoalesiani.it

PRETI CONSAPEVOLI DEL MINISTERO LORO AFFIDATO:  san Gregorio Magno, papa  cosa dice il Signore nell’inviare i predicatori: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Ecco, il mondo è pieno di sacerdoti, e tuttavia si trova di rado chi lavora nella messe del Signore; ci siamo assunti l’ufficio sacerdotale, ma non compiamo le opere che l’ufficio comporta. Riflettete attentamente, fratelli carissimi, su quello che è scritto: «Pregate il padrone della messe, perché mandi operai per la sua messe». Pregate voi per noi, affinché siamo in grado di operare per voi come si conviene, PERCHÉ LA LINGUA NON RESTI INCEPPATA NELL’ESORTARE… spesso infatti la lingua dei predicatori perde la sua scioltezza a causa delle loro colpe; ci siamo ingolfati in affari terreni, e altro è ciò che abbiamo assunto con l’ufficio sacerdotale, altro ciò che mostriamo con i fatti. Coloro che ci sono stati affidati abbandonano Dio e noi stiamo zitti. giacciono nei loro peccati e noi non tendiamo loro la mano per correggerli. …come sarà possibile che noi emendiamo la vita degli altri, se trascuriamo la nostra? Posti a custodi delle vigne, non custodiamo affatto la vigna, perché, implicati in azioni estranee, trascuriamo il ministero.

  • S. CARLO BORROMEO: VIVERE LA PROPRIA VOCAZIONE Tutti siamo certamente deboli, lo ammetto, ma il Signore Dio mette a nostra disposizione mezzi tali che, se lo vogliamo, possiamo far molto. Rimani raccolto con Dio, evita le chiacchiere inutili. Hai il mandato di predicare e di insegnare? Studia e applicati a quelle cose che sono necessarie per compiere bene questo incarico. Dà sempre buon esempio e cerca di essere il primo in ogni cosa.   Predica prima di tutto con la vita e la santità, perché non succeda che essendo la tua condotta in contraddizione con la tua predica tu perda ogni credibilità. Eserciti la cura d’anime? Non trascurare per questo la cura di te stesso, e non darti agli altri fino al punto che non rimanga nulla di te a te stesso. Se amministri i sacramenti, o fratello, medita ciò che fai. Se celebri la Messa, medita ciò che offri. Se reciti i salmi in coro, medita a chi e di che cosa parli.    Se guidi le anime, medita da quale sangue siano state lavate; e «tutto si faccia tra voi nella carità» (1 Cor 16, 14). Se così faremo avremo la forza per generare Cristo in noi e negli altri.

CHIEDIAMO AL SIGNORE PRETI …COSI’

  • SIGNORE, RICORDATI DEI PRETI!  (P. GASPARINO)
  • Signore, donaci dei preti nuovi, plasmati su di Te!   Preti adatti al mondo d’oggi Che resistono a tutti gli sbandamenti e  a tutte le mode! Preti pieni di Spirito santo, innamorati di Te, dell’Eucarestia, della Parola. Preti spezzati alla preghiera. Preti che non guardano l’orologio quando stanno davanti a Te, preti capaci di pregare di giorno e di notte  come Gesù, di passare anche le notti in preghiera. Preti che insegnano a pregare. Preti appassionati dei giovani,  dei poveri, degli ultimi. Mandaci preti forti e umili, che non si scandalizzano di nessuna miseria umana  Mandaci preti che si sentano peccatori come noi. Signore, mandaci dei preti da battaglia, senza storie per la testa. Umili e fedeli  alla Chiesa, che insegnano ad amare la Chiesa, che correggono su se stessi i mali della Chiesa che si puntano il dito addosso  prima di puntarlo sulla Chiesa. Mandaci preti senza storie borghesi, allenati al sacrificio, che sanno parlare ai giovani di sacrificio che vivono la povertà evangelica, che sanno dividere tutto quello che hanno con il povero Mandaci preti aggiornati  con una teologia dagli scarponi ferrati che sa resistere alle  mode di pensiero e ai compromessi mondani. Maria, madre dei preti, madre della chiesa, aggiungi tu quello che manca a questa preghiera  e presentala a Cristo per noi. Amen!(P. Gasparino)
  • UN PRETE DEVE ESSERE grande e piccolo. Nobile di spirito come di stirpe reale, semplice e naturale come fosse di origine contadina. Un eroe della conquista di sé…Un uomo che si è battuto con Dio. Una fonte di santificazione. Un peccatore a cui Dio ha perdonato  Un padrone dei propri desideri. Un servitore per i timidi e per i deboli che non si abbassa davanti ai potenti, ma si curva sui poveri. Discepolo del suo Signore,  capo del suo gregge. Un guerriero sul campo di battaglia Una madre per curare i malati Con la saggezza dell’età, i piedi ben piantati per terra; fatto per la gioia,  conoscitore della sofferenza. Lontano da ogni invidia,  un amico della pace, un nemico dell’inerzia. Costante sempre. Così diverso da me! (Manoscritto prete di Salisburgo)
  • PRETI CON LA VOCAZIONE   DEL CUSTODIRE…  PAPA FRANCESCO

“Come vive Giuseppe la sua vocazione di custode?    Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà,  In lui cari amici, vediamo come si risponde alla vocazione di DioLa vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ IL CUSTODIRE L’INTERO CREATO, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi…è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamoE’ IL CUSTODIRE LA GENTE, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili.   E’ l’aver cura l’uno dell’altro NELLA FAMIGLIA:     E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. SIATE CUSTODI DEI DONI DI DIO! Ma per “custodire” dobbiamo  AVERE CURA DI NOI STESSI! Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita!  Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri SENTIMENTI, SUL NOSTRO CUORE, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono!  Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza! Nei Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte,  lavoratore, ma nel suo animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di vera apertura all’altro, capacità di amore. Non dobbiamo avere timore della bontà, della tenerezza! Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: CUSTODIAMO CON AMORE CIÒ CHE DIO CI HA DONATO!

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  A CONVIVERE BENE COI NOSTRI LIMITI

       QUANDO SONO DEBOLE…   ALLORA SONO FORTE

CAP. 11,1ss Se soltanto poteste sopportare un po’ di follia da parte mia! Io provo infatti per voi una specie di gelosia divina: vi ho promessi infatti a un unico sposo, per presentarvi a Cristo come vergine casta. 3……7O forse commisi una colpa abbassando me stesso per esaltare voi, quando vi ho annunciato gratuitamente il vangelo di Dio? 8Ho impoverito altre Chiese accettando il necessario per vivere, allo scopo di servire voi. 9E, trovandomi presso di voi e pur essendo nel bisogno, non sono stato di peso ad alcuno, perché alle mie necessità hanno provveduto i fratelli giunti dalla Macedonia. In ogni circostanza ho fatto il possibile per non esservi di aggravio e così farò in avvenire. 10Cristo mi è testimone: nessuno mi toglierà questo vanto in terra di Acaia! 11Perché? Forse perché non vi amo? Lo sa Dio! 16Lo dico di nuovo: nessuno mi consideri un pazzo. Se no, ritenetemi pure come un pazzo, perché anch’io possa vantarmi un poco. …Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. 22Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! 23Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. 24Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; 25tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. 26Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; 27disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. 28Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. 29Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema? 30Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. 31Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. 32A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni per catturarmi, 33ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii dalle sue mani.

CAPITOLO  12  1 Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò  alle visioni e alle rivelazioni del Signore. 2 Conosco un  uomo in Cristo che, quattordici anni fa – se con il corpo o  fuori del corpo non lo so, lo sa Dio – fu rapito fino al terzo cielo. 3 E  so che quest’uomo – se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa  Dio – 4 fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad  alcuno pronunziare. 5 Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi  vanterò fuorchè delle mie debolezze. 6 Certo, se volessi vantarmi, non  sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché  nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me. 7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana  incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A  causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che  l’allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la  mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi  vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in  me la potenza di Cristo.  10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità,  negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce  sofferte per Cristo: QUANDO SONO DEBOLE, È ALLORA CHE SONO FORTE.

NON CERCO I VOSTRI BENI, MA… VOI.

 11 Sono diventato pazzo; ma siete voi che mi ci avete costretto.  Infatti avrei dovuto essere raccomandato io da voi, perché non sono  per nulla inferiore a quei “superapostoli”, anche se sono un nulla.  12 Certo, in mezzo a voi si sono compiuti i segni del vero apostolo, in  una pazienza a tutta prova, con segni, prodigi e miracoli. 13 In che cosa  infatti siete stati inferiori alle altre Chiese, se non in questo, che io  non vi sono stato d’aggravio? Perdonatemi questa ingiustizia!  14 Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi.  Per conto  mio mi prodigherò volentieri, anzi consumerò me stesso per le vostre  anime. Se io vi amo più intensamente, dovrei essere riamato di  meno?

  • CHI CI SEPARERÀ DAL SUO AMORE,la tribolazione, forse la spada ?  Né morte o vita ci separerà dall’amore in Cristo Signore. Chi ci separerà dalla sua pace la persecuzione, forse il dolore ? Chi ci separerà dalla sua gioia chi potrà strapparci il suo perdono ? Nessuno al mondo ci allontanerà dalla vita in Cristo Signore.
  • LA SOFFERENZA DEI BUONI Un discepolo chiese al maestro: “Rabbì, perché i buoni soffrono più dei cattivi?”. Rispose il maestro: “Ascoltami.  Un contadino aveva due mucche, una robusta, l’altra debole.  A quale mette il giogo?”. “Certamente a quella forte”. Concluse il rabbino: “Così fa il Misericordioso, che benedetto sia! Per tirare avanti il mondo,          mette il giogo ai buoni”.
  • DON ORIONE, Cuore aperto a tutti:

Eccellenza Reverendissima,  Don Sterpi le avrà parlato che si è messo un piede nel centro del Chaco…Ho pensato che se V. E. fosse stato qui mi avrebbe dato la benedizione, e ho pensato a tutte quelle anime e a Gesù Cristo e che  mia madre mi diceva  che, in mancanza di cavalli, trottano gli asini, e noi siamo proprio gli asinelli della Divina Provvidenza, o, almeno, desideriamo esserlo. Se sapessi di star qui, le chiederei di andare io al Chaco, per morirci cioè per consumarmi e vivere da vero missionario, affidato al Signore. Eccellenza, mi permetta di pregarla di lasciarmi qui più che può, e, se Dio la ispirasse,  di lasciarmi qui per sempre…  mi lasci qui sempre, o mi interni e mi getti dove meglio crederà in Domino, ché sarò sempre felicissimo in Domino. Voglio amare i poveri, gli orfani,  la classe povera, gli operai, i comunisti: vorrei morire per questi miei fratelli, e vorrei essere dimenticato da tutti, vivere e morire dimenticato da tutti, sotto i piedi di tutti, e solo amare Gesù, la santa Chiesa e tutti.  E perdermi nel Signore  io, indegnissimo che ho tanto peccato, che sono stato tanto cattivo col Signore e con la Madonna, e non ho tesoreggiato i doni del Signore! Mi aiuti, caro Padre visitatore, mi aiuti! Mi faccia amare il Signore, mi faccia riparare”

  1. EVANGELIZZATORI CON SPIRITO (EG nn.259 – 274)
  • Bel titolo ma…che significa? Vuol dire evangelizzatori che si aprono senza paura all’azione dello Spirito Santo che infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con audacia. Come vorrei trovare le parole per incoraggiare una stagione evangelizzatrice più fervorosa e piena d’amore!
  • Non basta pregare? Evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che pregano e lavorano. La Chiesa non può fare a meno del polmone della preghiera… Senza momenti prolungati di adorazione, di dialogo sincero con il Signore, ci indeboliamo e il fervore si spegne. Nello stesso tempo si deve respingere la tentazione di una spiritualità intimistica. C’è il rischio che alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di donare la vita nella missione. Impariamo dai santi che ci hanno preceduto.
  • QUALI MOTIVAZIONI CI SOSTENGONO?
  • L‘incontro personale con Gesù. La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù, l’esperienza di essere salvati da Lui. Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo!  Però, che amore è quello che non sente la necessità di parlare della persona amata, di farla conoscere?   2. Di che cosa ha bisogno la gente?  E’ urgente riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza. Il Vangelo risponde alle necessità più profonde delle persone: l’amicizia con Gesù e l’amore fraterno. La nostra tristezza infinita si cura con un infinito amore.
  • Con Gesù o senza Gesù: è la stessa cosa? Non è la stessa cosa poterlo contemplare, riposare in Lui, o non poterlo fare.  Il vero missionario sa che Gesù cammina con lui, parla con lui, lavora con lui. Se uno non lo scopre presente nel cuore stesso dell’impresa missionaria, presto perde l’entusiasmo e smette di essere sicuro di ciò che trasmette. E una persona che non è convinta, innamorata, non convince nessuno.
  • Gesù come si avvicinava alla gente? Se parlava con qualcuno, guardava i suoi occhi con una profonda attenzione piena d’amore: «Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò» (Mc 10, 21). Affascinati da tale modello, condividiamo la vita con tutti, ci rallegriamo con coloro che sono nella gioia, piangiamo con quelli che piangono.
  • E con chi sbaglia? È vero che, nel nostro rapporto con il mondo, siamo invitati a dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che puntano il dito e condannano.“Sia fatto con dolcezza e rispetto » (1 Pt 3,16)
  • Questa è una Sua opinione personale? Questa non è l’opinione di un Papa; sono indicazioni della Parola di Dio così chiare che non hanno bisogno di interpretazioni. Viviamole “sine glossa”, senza commenti.
  • Apriamo il cuore o siamo condannati al …suicidio? Questa apertura del cuore è fonte di felicità, perché « si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35). Non si vive meglio fuggendo dagli altri… Ciò non è altro che un lento suicidio.
  • La vita: un mestiere o una missione? Io sono una missione su questa terra, per questo mi trovo in questo mondo. Bisogna riconoscere sé stessi come marcati a fuoco da tale missione di illuminare, guarire, liberare. Lì si rivela l’infermiera nell’animo, il maestro nell’animo, il politico nell’animo, quelli che hanno deciso nel profondo di essere con gli altri e per gli altri
  • Ma la gente merita così tanto? Per donarci generosamente, abbiamo bisogno di riconoscere che ogni persona è degna della nostra dedizione perché è opera di Dio, sua creatura…oggetto dell’infinita tenerezza del Signore. Gesù Cristo ha donato il suo sangue prezioso sulla croce per quella persona. Ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita.
  • Perché impegnarsi tanto se non cambia nulla? Gesù Cristo vive veramente. “Il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola» (Mc 16,20). Questo accade anche oggi. La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Questa è la forza della risurrezione… perché Gesù non è risuscitato invano.
  • Dopo tutti i nostri sforzi, cosa resta? A volte ci sembra di non aver ottenuto alcun risultato, ma la missione non è un progetto aziendale. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre. Ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi.
  • Bisogna fidarsi e basta… Qual è la sua esperienza? Questa fiducia nell’invisibile è come immergersi in un mare dove non sappiamo che cosa incontreremo. Io stesso l’ho sperimentato tante volte. Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi ortare dallo Spirito, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, dove Lui desidera.

IL GRANDE SEGRETO DI PAOLO E D. ORIONE                                                               RAPPORTO VITALE CON CRISTO

“Sono stato crocifisso con  Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita  nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me (Gal 2,20) “Le mie regole non le conoscete, ma voi conoscete la mia vita …Un cuore senza confini perché dilatato dalla carità del mio Dio Gesù crocifisso.” (Scr.102,32)

ESPERIENZA D’AMORE

“Una notte in visione il Signore disse a Paolo:  “Non aver paura,  ma continua a parlare e non tacere,  perché io sono con te, nessuno  cercherà di farti del male”(At 18,9s). Era una sera, quando sono entrato nella chiesuola del mio paese e posi la testa ai piedi di quel Crocifisso, che è là, entrando, quando: Gesù è con te!  mormorò vicino al mio cuore il Signore: sono qui ad amarti per tutti.!  Scr.69,211)

ZELO APOSTOLICO

Pur essendo libero da tutti, mi sono fatto servo di tutti…  Mi sono  fatto debole con i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto  a tutti, per salvare ad ogni costo qualcuno. Tutto io faccio per il  vangelo (1Cor.9,22s) “ Nel nome della Divina Provvidenza, ho aperto le braccia e il cuore a sani e ad ammalati, di ogni età, di ogni religione, di ogni nazionalità: a tutti avrei voluto dare, col pane del corpo, il divino balsamo della fede. (Let.II,463)

 

 
  • SACERDOTI SIETE GRANDI. SIATE SANTI!  Sacerdoti, io non sono prete…. Come fate a vivere, dopo aver celebrato la Messa? Ogni giorno avete il Figlio di Dio tra le mani. Siete grandi.  Sacerdoti,  ve ne scongiuriamo  siate  santi. Se siete santi voi, noi siamo salvi. Se non siete santi voi, noi siamo perduti… noi vi vogliamo ai piedi dell’altare. A costruire opere, lavoro, a correre di qua e di là…siamo capaci  noi .. Ma a pregare siete capaci voi! State accanto all’altare!  Andate a tenere  compagnia al Signore. Preghiera e tabernacolo. Tabernacolo e preghiera. Abbiamo bisogno di quello.  ( Enrico Medi)
  • Preti così: dopo 25 anni – Don Mazzolari Qui, davanti all’altare, Viviamo la nostra Messa: non la commemoriamo.  NOI SIAMO IL DRAMMA,  SIAMO LA MESSA…               La Messa è più che qualche cosa della nostra anima: è la nostra anima. Non si cancella il carattere: non finisce la Messa. La nostra sacerdotalità  è eterna come quella di Cristo… Tu  es Sacerdos in aeternum. Anche oggi mi è più facile ringraziarti, Signore, più che per aver ricevuto , perché non ho dato.  Tu mi sopportasti lo stesso.      Tu non mi togliesti il tuo dono come all’infingardo. Tu lo aumentasti il tuo dono. TU HAI FIDUCIA ANCORA IN ME. Nonostante le mie  infedeltà, rimango nell’atto di offerta, il calice in mano, in alto.  Il Signore mi nasconde a me stesso: ogni mattina mi riveste come il prodigo…“Presto, portate qua la veste più bella e rivestitelo” Poi ricomincio la Messa. Una sola è la Messa.        LA MESSA È IL CALVARIO, la montagna più grande del mondo. Le prime messe ne sono le pendici: facili, invitanti. Poi man mano si sale, il monte si fa più brullo, sassoso, impervio, solo.    E SI VA SOLI Soli senza illusione.    Soli, tra tanta gente che ci preme sul cuore e ci divora.      Soli, tra tanta folla che oggi t’applaude e domani t’azzanna.        Soli, nella sconfinata paternità dell’abbraccio.          Soli, senza attese se non…reclinare il capo. Oggi, dopo 25 anni, incomincia la Messa: UN POVERO PRETE STANCO CHE OGNI MATTINA                         SI DISTENDE SULLA CROCE  FINO A QUANDO I SUOI POVERI PIEDI, LE SUE POVERE BRACCIA, IL SUO POVERO VOLTO,    IL SUO POVERO CUORE… SARANNO I PIEDI, LE BRACCIA, IL VOLTO  E IL CUORE DI CRISTO. LA MESSA DEL TEMPO FINISCE:       INCOMINCIA LA MESSA DELL’ETERNITÀ.  ITE, MISSA EST. DEO GRATIAS.
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  • L’AMORE DI CRISTO CI SPINGE… A CONDIVIDERE I BENI  2Cor. 8 
  • LA COLLETTA PER I POVERIC. 8: Invito alla generosità  1 Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle  Chiese della Macedonia: 2 nonostante la lunga prova della  tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si  sono tramutate nella ricchezza della loro generosità. 3 Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo i loro mezzi e anche al di là dei  loro mezzi, spontaneamente, 4 domandandoci con insistenza la grazia  di prendere parte a questo servizio a favore dei santi. 5 Superando  anzi le nostre stesse speranze, si sono offerti prima di tutto al Signore  e poi a noi, secondo la volontà di Dio; 6 cosicché abbiamo pregato  Tito di portare a compimento fra voi quest’opera generosa, dato che  lui stesso l’aveva incominciata.  Conoscete infatti la grazia  del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per  voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
  • Raccomandazione dei delegati 16 Siano pertanto rese grazie a Dio che infonde la medesima  sollecitudine per voi nel cuore di Tito! 17 Egli infatti ha accolto il mio  invito e ancor più pieno di zelo è partito spontaneamente per venire  da voi. 18 Con lui abbiamo inviato pure il fratello che ha lode in tutte le  Chiese a motivo del vangelo; 19 egli è stato designato dalle Chiese  come nostro compagno in quest’opera di carità, alla quale ci  dedichiamo per la gloria del Signore, e per dimostrare anche  l’impulso del nostro cuore. 20 Con ciò intendiamo evitare che qualcuno possa biasimarci per questa abbondanza che viene da noi  amministrata.21  Ci preoccupiamo  infatti  di comportarci bene  non  soltanto  davanti al Signore , ma  anche  davanti  agli uomini . 
  •  9. BENEFICI CHE RISULTERANNO DALLA COLLETTA  Ho quindi ritenuto  necessario invitare i fratelli a recarsi da voi prima di me, per  organizzare la vostra offerta gia promessa, perché essa sia pronta  come una vera offerta e non come una spilorceria6 Tenete a mente che chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. 7 Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né  per forza, perché  Dio  ama  chi dona con gioia . Così sarete ricchi per ogni  generosità, la quale poi farà salire a Dio l’inno di ringraziamento per  mezzo nostro.

    SANTI IN ADORAZIONE DAVANTI ALL’OSTIA SANTA

  • IL SANTO CURATO D’ARS: TI AMO, MIO DIO, e il mio desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita.  Ti amo, o Dio, infinitamente amabile e preferisco morire amandoti,  piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. TI AMO, SIGNORE, e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. TI AMO, MIO DIO, e desidero il Cielo per avere la felicità di amarti perfettamente.  Mio Dio, se la mia lingua non può dire ogni istante: “Ti amo” voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro. TI AMO, MIO DIVINO SALVATORE, perché sei stato crocifisso per me e mi tieni quaggiù crocifisso con te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo
  •  DON ORIONE PREGAVA COSI Ti amo, Gesù, ti amo e ti amo! Apro un libro di pensieri serafici ma il libro mi si chiude tra le mani, né so più leggere fino a che non abbia gettato tutto il mio povero cuore nel Tuo: Signore Gesù, Non sciolgo inni di lode, né prego quasi, penso; penso a Te, che mi sei così vicino: al Tuo cuore che non mi sarà mai straniero né freddo: al Tuo amore, che è sempre uguale a se stesso! Oggi ero molto afflitto, o mio Dio, e mi pareva proprio di non potere più tirare avanti, – adesso invece i dolori non mi turbano più, e sono contento di patire. O Signore, amore soavissimo e vita mia, fa che da ogni ferita di spina, che mi trafigge l’anima, esca la gran voce del mio amore: Ti amo, o Gesù mio, Ti amo e Ti amo !  A Te, che vegli, apro il mio cuore: a Te espongo pensieri ed affetti; ascolto la voce Tua, studio il Tuo volere, mentre Ti guardo e Ti amo,Ti amo e Ti amo ! E anche Tu mi ami; oh se mi ami ! Dimmi una parola, o Signore, che mi additi il sentiero nel quale Tu vuoi che io cammini; illuminami, o Signore, con un raggio di Tua luce divina, che le tenebre si addensano intorno a me: ed io Ti risponderò che Ti amo, Ti amo e Ti amo !
  • ADORNA IL TEMPIO, MA NON TRASCURARE I POVERI (San Giovanni Crisostomo)   Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra cioè nei poveri, privi di panni per coprirsi. Non onorarlo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre per il freddo e la nudità. Colui che ha detto: «Questo è il mio corpo», ha detto anche: Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare (cfr. Mt 25, 42),  Il corpo di Cristo che sta sull’altare non ha bisogno di mantelli, ma di anime pure; mentre quello che sta fuori ha bisogno di molta cura.
  • DON  ORIONE:  tante soluzioni vengono dall’altare Caro sig.r prevosto don Cordiglia   … Ora vengo da dir Messa, ed è la prima lettera che scrivo in questo caro mese di Maria SS. Ho portato sull’altare il desiderio che sua Eminenza le ha espresso. Caro sig.r prevosto, tante soluzioni vengono dall’altare, tante decisioni dall’altare. Quante e quante volte non sapevo come fare, come uscire da certi imbarazzi, come camminare! e, durante la santa Messa, ecco che, in un momento, quando si è lì a tu a tu con n. Signore, tutto si chiarisce, tutte le difficoltà, che parevano così ardue e impossibili a superarsi, diventano la cosa più semplice: – noi siamo tenebra, ma Gesù è la luce e la soluzione di tutto. Che gran cosa è mai la santa Messa!   ….veda bene quell’appezzamento di terreno che è in basso, verso corso Sardegna… È tutta seminata ad orto e difesa; Se le pare che possa servire per oratorio, lo misuri in lungo e in largo, ci dica su un Pater Noster e una buona Ave Maria, e tutto si farà, anzi, per me, tutto è fatto.  Faccio togliere i cavoli e l’insalata, e ci piantiamo dei ragazzi.   ¨V044P245
  • risonanze personali                                                                                                                      —————————————————————————————————
  •  4:  UN TESORO IN VASI DI TERRA   1 Perciò, investiti di questo ministero per la misericordia che ci è  stata usata, non ci perdiamo d’animo; 2 al contrario, – rifiutando le  dissimulazioni vergognose, – senza comportarci con astuzia né  falsificando la parola di Dio, – ma annunziando apertamente la verità, – ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio. 5 Noi infatti non predichiamo noi stessi,  ma Cristo Gesù Signore; quanto a noi, siamo i vostri servitori per amore di Gesù. 6 E Dio che disse:  Rifulga la luce dalle tenebre , rifulse  nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina  che rifulge sul volto di Cristo.

 PERÒ NOI ABBIAMO QUESTO TESORO IN VASI DI CRETA, perché appaia  che questa potenza straordinaria viene da Dio e non da noi. Siamo  infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma  non disperati; 9 perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non  uccisi, 10 portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di  Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo.   Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo esposti alla morte a  causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù sia manifesta nella nostra  carne mortale.  Di modo che in noi opera la morte, ma in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato , anche noi crediamo e perciò parliamo,  convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà  anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto  infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondante ad opera di  un maggior numero, moltiplichi l’inno di lode alla gloria di Dio.   PER  QUESTO NON CI SCORAGGIAMO, MA SE ANCHE IL NOSTRO UOMO ESTERIORE SI VA  DISFACENDO, QUELLO INTERIORE SI RINNOVA DI GIORNO IN GIORNO.   Infatti il  momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione, ci procura una  quantità smisurata ed eterna di gloria, 18 perché noi non fissiamo lo  sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili. Le cose visibili sono  d’un momento, quelle invisibili sono eterne.

C. 5: SOSPIRIAMO COME  SOTTO UN PESO 1 Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo,  nostra abitazione sulla terra, riceveremo un’abitazione da Dio,  una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli.  2 Perciò sospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del  nostro corpo celeste: 3 a condizione però di esser trovati gia vestiti,  non nudi. 4 In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo come  sotto un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti, perché  ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. 5 E` Dio che ci ha fatti per  questo e ci ha dato la caparra dello Spirito. 6 Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendo che finché  abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore,  camminiamo  nella fede e non ancora in visione. Siamo pieni di fiducia e  preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore.   Perciò ci sforziamo, sia dimorando nel corpo sia esulando da esso, di  essere a lui graditi. 10 Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al  tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere  compiute finché era nel corpo, sia in bene che in male.

 C. 5,14ss L’amore del Cristo infatti ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro. Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così.   …Se uno è in  Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne  sono nate di nuove.  Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé  mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione.   E` stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non  imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della  riconciliazione.  Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo,  come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di  Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.  Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi  potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.

6 1 E poiché siamo suoi collaboratori, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio. 2 Egli dice infatti: Al momento favorevole ti ho esaudito   e nel giorno della salvezza ti ho soccorso Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! 3 Da parte nostra non diamo motivo di scandalo a nessuno, perché  non venga biasimato il nostro ministero; 4 ma in ogni cosa ci presentiamo  come ministri di Dio, con molta fermezza nelle tribolazioni, nelle necessità, nelle angosce, 5 nelle percosse, nelle prigioni, nei tumulti, nelle  fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; 7 con parole di verità, con la  potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra; 8 nella  gloria e nel disonore, nella cattiva e nella buona fama. Siamo ritenuti  impostori, eppure siamo veritieri; 9 sconosciuti, eppure siamo notissimi;  moribondi, ed ecco viviamo; puniti, ma non messi a morte; 10 afflitti, ma  sempre lieti; poveri, ma facciamo ricchi molti; gente che non ha nulla e  invece possediamo tutto!  11La nostra bocca vi ha parlato francamente, Corinzi; il nostro cuore si è tutto aperto per voi. 12In noi certo non siete allo stretto; è nei vostri cuori che siete allo stretto. 13Io parlo come a figli: rendeteci il contraccambio, apritevi anche voi! Infatti, da quando siamo giunti in Macedonia, il nostro corpo non ha avuto sollievo alcuno, ma da ogni parte siamo tribolati: battaglie all’esterno, timori all’interno. 6Ma Dio, che consola gli afflitti, ci ha consolati con la venuta di Tito; 7non solo con la sua venuta, ma con la consolazione che ha ricevuto da voi. Egli ci ha annunciato il vostro desiderio, il vostro dolore, il vostro affetto per me, cosicché la mia gioia si è ancora accresciuta. 8Se anche vi ho rattristati con la mia lettera, non me ne dispiace. E se mi è dispiaciuto …ora ne godo; non per la vostra tristezza, ma perché questa tristezza vi ha portato a pentirvi. Infatti vi siete rattristati secondo Dio e così non avete ricevuto alcun danno da parte nostra; 10perché la tristezza secondo Dio produce un pentimento irrevocabile che porta alla salvezza, mentre la tristezza del mondo produce la morte. Mi rallegro perché posso contare totalmente su di voi.

Ø       CON I VOTI SIAMO  MEMORIA VIVENTE DI GESU’

|P22 Egli è l’obbediente per eccellenza“, facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di Croce» (Fil 2, 7-8). E’  in tale atteggiamento di docilità al Padre che,  Cristo assume la forma di vita verginale e rivela così “il pregio sublime e la misteriosa fecondità spirituale della verginità”. La sua piena adesione al disegno del Padre si manifesta anche nel distacco dai beni terreni:  «Da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà» (2 Cor 8, 9). Veramente la vita consacrata costituisce “memoria vivente del modo di esistere e di agire di Gesù come Verbo incarnato di fronte al Padre e di fronte ai fratelli. Essa è vivente tradizione della vita e del messaggio del Salvatore.

  • DATEGLI TUTTO! |P109 . Il mondo e la Chiesa cercano autentici testimoni di Cristo.  la vita consacrata è un dono che Dio offre perché sia posto davanti agli occhi di tutti 1’«unico necessario» (cfr Lc 10,42). Voi sapete a Chi avete creduto (cfr 2 Tm 1,12): DATEGLI TUTTO!

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  • A) – PAOLO NEL PIENO DEL MINISTERO… GRANDI PROVE:
  1. delusione apostolica: Si sente respinto dalla maggioranza dei suoi fratelli ebrei…Con essi ha fallito ed è rimasto deluso…cfr fatiche per la chiesa di essere accettata  nella cultura odierna
  2. delusione comunitaria: Pl sognava una comunità unita. Si ritrova una comunità ricca ma divisa in partiti, malintesi.
  3. difficoltà esteriori e interiori: “Battaglie all’esterno, timori  di dentro”(2Cor 7,5)

B)- PAOLO VA AVANTI SORRETTO DA CERTEZZE DI FONDO

  1. La certezza della vocazione, del carisma ricevuto, dal dono di Dio, può essere tribolato a non finire ma la roccia del suo rapporto con XTO che Lo ha chiamato non crolla.
  2. l’amore di Paolo per questa sua comunità: è un amore a tutta prova…li sente figli(1Cor. 4)  
  3. E’ una lettera per religiosi e apostoli in difficoltà: può capitare di tutto ma va conservato AMORE a  Cristo e  alla gente!
  • 2COR CAP. 1  1 Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello  Timòteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi  dell’intera Acaia:  grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal  Signore Gesù Cristo.  Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre  misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni  nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si  trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui  siamo consolati noi stessi da Dio.  Infatti, come abbondano le  sofferenze di Cristo in noi, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche  la nostra consolazione. Quando siamo tribolati, è per la vostra  consolazione e salvezza; quando siamo confortati, è per la vostra  consolazione, la quale si dimostra nel sopportare con forza le  medesime sofferenze che anche noi sopportiamo.  La nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda, convinti che come siete partecipi delle sofferenze così lo siete anche della consolazione.  Non vogliamo infatti che ignorate, fratelli, come la tribolazione che ci è capitata in Asia ci ha colpiti oltre misura, al di là delle nostre forze, sì da dubitare anche della vita. Abbiamo addirittura ricevuto su di noi la sentenza di morte per imparare a non riporre fiducia in noi stessi, ma nel Dio che risuscita i morti.  ….  Con questa convinzione avevo deciso in un primo tempo di venire da voi, perchè riceveste una seconda grazia, e da voi passare in Macedonia, per ritornare nuovamente dalla Macedonia in mezzo a voi ed avere da voi il commiato per la Giudea. Forse in questo progetto mi sono comportato in leggerezza? O quello che decido lo decido secondo la carne, in maniera da dire allo stesso tempo “ Sì, sì “ e “ No, no “? Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è “ sì “ e “ no “.   Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu “ sì “ e “ no “,  MA IN LUI C’È STATO IL “ SÌ “.  E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute “ sì “. Per questo sempre attraverso LUI SALE A DIO IL NOSTRO AMEN PER LA SUA GLORIA. E’ Dio stesso che ci conferma, insieme a voi, in Cristo, e ci ha conferito l’unzione,  ci ha impresso il sigillo e ci ha dato la caparra dello Spirito nei nostri cuori.   Io chiamo Dio a testimone sulla mia vita, che solo per risparmiarvi non sono più venuto a Corinto. 
  • Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi.……4 Vi ho scritto  in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, tra molte  lacrime, però non per rattristarvi, ma per farvi conoscere l’affetto  immenso che ho per voi. 5 Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma  in parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi. 6 Per quel tale però è  gia sufficiente il castigo che gli è venuto dai più, 7 cosicché voi  dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non  soccomba sotto un dolore troppo forte. 8 Vi esorto quindi a far  prevalere nei suoi riguardi la carità; 9 e anche per questo vi ho scritto,  per vedere alla prova se siete effettivamente obbedienti in tutto. 10 A  chi voi perdonate, perdono anch’io; perché quello che io ho  perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l’ho fatto per voi,  davanti a Cristo, 11 per non cadere in balìa di satana, di cui non  ignoriamo le macchinazioni.  Giunto pertanto a Troade per annunziare il vangelo di Cristo,  sebbene la porta mi fosse aperta nel Signore,  non ebbi pace nello  spirito perché non vi trovai Tito, mio fratello; perciò, congedatomi  da loro, partii per la Macedonia.  Siano rese grazie a Dio, il quale ci fa partecipare al suo trionfo in  Cristo e diffonde per mezzo nostro il profumo della sua conoscenza  nel mondo intero!
  •  Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di  Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono;  per gli uni  odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita.  E chi è mai all’altezza di questi compiti?  Noi non siamo come  quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come  mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo.
  • LA MESSA DI DON ORIONE: E vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; e vorrei vestire di Dio gli ignudi, dare la luce di Dio ai ciechi  e ai bramosi di maggiore luce, aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti; Amare sempre e dare la vita cantando l’Amore! Spogliarmi di tutto! diventare un uomo buono tra i miei fratelli; abbassare, stendere sempre le mani e il cuore e raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino le forze di Dio e grandezza di Dio. Gesù è morto con le braccia aperte. Avere una grande pietà per tutti!                                      
  • Risonanze Personali +++++++++++++++++++

LUNEDI 11 GIUGNO:

S. BARNABA APOSTOLO

(Libera rielaborazione )

Ci sono persone con le quali è davvero difficile andar d’accordo.  Altri invece, grazie a Dio, sanno trovare il lato buono in ogni situazione. Umili e operosi si rivelano sempre persone  di pace.. E l’ambiente ne risente in positivo. Nella comunità cristiana delle origini troviamo Barnaba, collaboratore di Paolo. Fu lui a  dargli fiducia quando tutti erano ancora diffidenti.

  • Sono nato nell’isola di Cipro. I miei genitori,  alla loro morte,  mi lasciarono fertili terre che ho coltivato con passione,  per lunghi anni. Il lavoro dei campi  mi ha confermato in una innata tendenza  alla mitezza. Mi piace essere conciliante e positivo con le persone, valorizzandone i doni e incoraggiando sempre.  Forse per questo gli Apostoli, dopo un poco che stavo con loro, mi cambiarono nome:  
  • Giuseppe, soprannominato dagli apostoli Barnaba, che  significa “figlio dell’esortazione”, un levita originario di Cipro,  che  era padrone di un campo, lo vendette e ne consegnò l’importo  deponendolo ai piedi degli apostoli.                 Venuto a conoscenza dell’insegnamento di Gesù, me  ne innamorai a tal punto che  volli prendere alla lettera il suo invito al giovane ricco:
  •  “Va vendi quello che hai, dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”   Feci proprio così. E, recatomi a Gerusalemme per la Pasqua, vi restai per sempre. Fu una  liberazione per la mia vita. Potevo dedicarmi totalmente,   alla nuova fede e ai poveri  che, numerosi, ogni giorno venivano a chiedere aiuto materiale e una parola di conforto. Un giorno notai  nella comunità un nuovo arrivato, Saulo di Tarso. Un personaggio famoso. Prima per aver perseguitato a morte la nostra fede. E poi per la sua  conversione, improvvisa e radicale. Era sulla bocca di tutti. In realtà  si respirava aria di  diffidenza nei suoi confronti.
  •  Venuto a Gerusalemme, Saulo cercava di unirsi con i discepoli, ma  tutti avevano paura di lui, non credendo ancora che fosse un  discepolo.Per parte mia,  cercai di avvicinarlo. Mi resi conto che la sua conversione era sincera e non c’era più nulla da temere. Anzi c’era molto da imparare. Mi sembrò giusto dargli una mano: 
  • Allora Barnaba lo prese con sé, lo presentò agli apostoli  e raccontò loro come durante il viaggio aveva visto il Signore che gli  aveva parlato.
  •  Qualche giorno dopo vidi Saulo,  felice di essere accolto nella comunità  e di poter cominciare a rendersi utile. Così egli poté stare con loro e andava e veniva a Gerusalemme,  parlando apertamente nel nome del Signore.Cominciammo a frequentarci, condividendo  pensieri  e progetti apostolici. Una profonda sintonia spirituale si andò instaurando tra noi.  Eravamo molto diversi di temperamento, ma ci completavamo a vicenda nel servizio del Vangelo. Intanto era sorta una nuova  comunità ad Antiochia di Siria: gli Apostoli decisero di mandare me per assicurare  la necessaria comunione. 
  •  La notizia  giunse agli orecchi della Chiesa di Gerusalemme, la quale mandò Barnaba ad Antiochia. 
  • Sentivo  tutta la responsabilità di  un incarico così delicato in ambiente tanto diverso dal nostro. Invocai il Signore che mi desse sapienza nel cogliere il  bene che già esisteva:  
  • Quando questi giunse e vide la grazia del  Signore, si rallegrò e,  da uomo virtuoso qual  era e pieno di Spirito  Santo e di fede, esortava tutti a perseverare con cuore risoluto nel  Signore.
  •  Tutto questo era confortante,  ma  onestamente, mi rendevo conto che, per un’azione missionaria più organica, era necessaria  una persona  più preparata di me..  Mi ricordai del mio amico Saulo:
  •  Barnaba   partì alla volta di Tarso per cercare Saulo e trovatolo lo condusse  ad Antiochia.          Lo presentai alla comunità, evidenziando le sue capacità e il fatto che  aveva visto il Signore: la sua carta vincente per  rendersi  credibile. Concordammo di rimanere tutti e due in città  e  lavorare  insieme, almeno per un anno. Non ci sfiorava minimamente l’idea di possibili gelosie o rivalità fra noi. La causa del Vangelo era troppo importante per perderci in simili meschinità . Ci buttammo a corpo morto nella predicazione:
  •  Rimasero insieme un anno intero in quella comunità  e istruirono molta gente 
  • Ci conoscevamo tutti in comunità e ci capivamo. La gente rispondeva . …ad Antiochia per la prima volta i discepoli  furono chiamati Cristiani. 
  • Ma  qualcuno cominciava a chiedersi se non era  troppo facile starcene tranquilli in quell’oasi di pace. Un giorno, mentre stavamo in preghiera, ci sembrò  di udire la voce dello Spirito: 
  • Riservate per me Barnaba e  Saulo per l’opera alla quale li ho chiamati”. Dopo aver   digiunato e pregato, i fratelli imposero le mani su di noi e ci accomiatarono. 
  • Ci sembrò saggio cominciare proprio da Cipro, dove potevamo contare su qualche persona buona di mia conoscenza.  
  • Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di  qui salparono verso Cipro. 
  • Eravamo contenti.  Sentivamo la presenza del Signore Gesù. Allietati  anche  dall’entusiasmo giovanile di Giovanni Marco, mio cugino. Mi aveva chiesto di accompagnarci e  volentieri l’avevamo portato con noi.  I primi giorni, era fuori di sé dalla gioia.  Ma dopo qualche tempo, la fatica  del viaggio ebbe il sopravvento. Sentì di non farcela:  
  • Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme.  
  •  Fu una grossa delusione per me  e per Paolo. Anche se servì a  farci capire che, nell’opera missionaria, bisognava  fare  i conti con le umane debolezze,  gli abbandoni,  le difficoltà di ogni genere. Tornati ad Antiochia,  radunammo la  comunità per riferire  le meraviglie che Dio aveva compiuto per mezzo nostro. 
  • E si fermarono per non poco  tempo insieme ai discepoli. 
  • Una pausa di vita comunitaria. Utile al nostro ristoro  e a preparare un secondo, più impegnativo  viaggio. Ma quando si trattò di decidere  se portare nuovamente  con noi Marco, non riuscimmo a metterci d’accordo. Io ero per dargli una possibilità di riscatto. Paolo  fu irremovibile:  riteneva  che non si dovesse prendere uno che si era allontanato da loro  e non aveva voluto partecipare alla loro opera.  Che pena! Eravamo d’accordo sulle cose sostanziali. Ci ardeva in petto lo stesso fuoco missionario. Eppure su questo particolare, non ci capivamo. Stimavo tantissimo Paolo, ma lo sentivo troppo radicale. Non ammetteva mezzi termini. E lui mi diceva che io ero troppo accondiscendente. Forse aveva ragione. Ma ho sempre pensato che bisognava avere pazienza con la gente, soprattutto con i giovani.    Non ci fu nulla da fare. 
  •  Il dissenso  fu tale che si separarono l’uno dall’altro. Barnaba, prendendo con sé  Marco, s’imbarcò per Cipro.  Paolo invece scelse Sila e partì.
  •  E’ stata la più grande sofferenza della mia  vita. Anche da lontano, sentivo parlare delle  imprese che Paolo compiva. Ne ero felice, per Lui e per il Vangelo. Continuavo a pregare e a parlare bene di Lui. Con una speranza nel cuore:  col tempo forse avremmo potuto  ricucire lo strappo. Intanto gli anni passavano. Vedevo  che Marco andava maturando. Stava facendo un prezioso lavoro nella comunità cristiana. Era diventato un fedele interprete   di  Pietro. Chissà, pensavo, col passare del tempo, si cambia,  si diventa più flessibili. Forse anche Paolo… Un giorno, Marco, mi riferì  della cordiale accoglienza ricevuta a Colossi proprio grazie  alle “raccomandazioni”  di Paolo!  Aveva scritto loro:
  •  Vi salutano Aristarco e Marco, il  cugino di Barnaba, riguardo al quale avete ricevuto istruzioni; se  verrà da voi, fategli buona accoglienza.  
  • Più tardi  seppi  che Paolo era stato fatto prigioniero.  E che nella solitudine del carcere, poteva contare solo su  pochi discepoli rimastigli fedeli. Fra questi c’era  Marco. Si erano dunque riconciliati. Non solo. Mio cugino si era messo a sua completa disposizione 
  •  Prendi Marco e portalo con te, perché mi sarà utile per il ministero
  •   I miracoli della carità: Provai un grande sollievo. E anche se fisicamente distanti, sentivo d’aver come ritrovato il mio amico e  compagno di viaggi. E quella nostra sintonia profonda  sulle cose che contano. Sulla carità.  Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma  non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona, non sono nulla,  niente mi giova!       Barnaba, il Figlio dell’esortazione

DAVANTI ALLO SPECCHIO:

  • Cosa ti colpisce di Barnaba? Secondo te, chi aveva “ragione” tra Paolo e Barnaba? A chi assomigli  di più? 
  • E noi tendiamo  a parlare bene della gente, sottolineandone gli aspetti positivi? O troviamo gusto nello  spargere pettegolezzi?   
  • Quando c’è stata un’incomprensione cerchiamo di ricucire lo strappo?

 Bisogna che tu sappia conquistarti sempre di più 

  il cuore della popolazione. Cosa vuoi?     

Bisogna avere pazienza, pazienza, pazienza!   

(Don Orione)

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 SABATO 9 GIUGNO : FESTA DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 INNO – DANTE ALIGHIERI

    «VERGINE MADRE, FIGLIA DEL TUO FIGLIO,
UMILE E ALTA PIÙ CHE CREATURA,
TERMINE FISSO D’ETERNO CONSIGLIO,

    TU SE’ COLEI CHE L’UMANA NATURA
NOBILITASTI SÌ, CHE ‘L SUO FATTORE
NON DISDEGNÒ DI FARSI SUA FATTURA.

    NEL VENTRE TUO SI RACCESE L’AMORE
PER LO CUI CALDO NE L’ETERNA PACE
COSÌ È GERMINATO QUESTO FIORE.

    QUI SE’ A NOI MERIDÏANA FACE
DI CARITATE, E GIUSO, INTRA I MORTALI,
SE’ DI SPERANZA FONTANA VIVACE.

    DONNA, SE’ TANTO GRANDE E TANTO VALI,
CHE QUAL VUOL GRAZIA ED A TE NON RICORRE,
SUA DISÏANZA VUOL VOLAR SANZ’ALI.

    LA TUA BENIGNITÀ NON PUR SOCCORRE
A CHI DOMANDA, MA MOLTE FÏATE
LIBERAMENTE AL DIMANDAR PRECORRE.

    IN TE MISERICORDIA, IN TE PIETATE,
IN TE MANIFICIENZA, IN TE S’ADUNA
QUANTUNQUE IN CREATURA È DI BONTATE».

  • San Lorenzo Giustiniani

MARIA SERBAVA TUTTE QUESTE COSE MEDITANDOLE NEL SUO CUORE

Maria meditava nel suo cuore tutto ciò che assimilava con la lettura, la vista, l’udito…    Schiudeva verso di sé la porta dei misteri celesti e si colmava di gioia, si arricchiva copiosamente del dono dello Spirito, orientandosi verso Dio, e nel medesimo tempo si conservava nella sua profonda umiltà.
    Beato il cuore della Vergine Maria che, avendo in sé lo Spirito e godendo del suo insegnamento, rimaneva docile alla volontà del Verbo di Dio!
    Maria non era mossa da un suo sentimento o da proprie voglie, ma seguiva esternamente le vie della fede che la sapienza le suggeriva interiormente. E veramente si addiceva a quella Sapienza divina, che si costruisce a propria abitazione la casa della Chiesa, di servirsi di Maria santissima per inculcare l’osservanza della legge, la norma dell’unità e l’esigenza dell’offerta spirituale.
    O anima fedele, imita la Vergine Maria. Entra nel tempio del tuo cuore per essere spiritualmente rinnovata ed ottenere il perdono dei tuoi peccati. Ricordati che Dio ricerca piuttosto l’intenzione, con la quale compiamo le nostre azioni, che l’opera medesima che noi facciamo. Perciò sia che ci rivolgiamo con l’anima a Dio mediante la contemplazione e ci dedichiamo a lui, sia che attendiamo al progresso delle virtù e ci occupiamo assiduamente in opere buone a servizio del prossimo, tutto facciamo in modo da sentirci sempre spinti dalla carità. Ripetiamo, infatti, che l’offerta spirituale che purifica noi e sale gradita a Dio, non è tanto l’opera delle nostre mani in se stessa, quanto il sacrificio spirituale che si immola nel tempio del cuore, ravvivato dalla presenza e dal compiacimento di Cristo Signor nostro.

VENERDI 8 GIUGNO   

FESTA DEL SACRO CUORE DI GESU’… 

DALLA LETTERA AI ROMANI   DI SAN PAOLO   8, 28-39

 L’AMORE DI DIO SI È MANIFESTATO IN CRISTO

 FRATELLI, NOI SAPPIAMO CHE TUTTO CONCORRE AL BENE DI COLORO CHE AMANO DIO, CHE SONO STATI CHIAMATI SECONDO IL SUO DISEGNO. POICHÉ QUELLI CHE EGLI DA SEMPRE HA RICONOSCIUTO LI HA ANCHE PREDESTINATI AD ESSERE CONFORMI ALL’IMMAGINE DEL FIGLIO SUO, PERCHÉ EGLI SIA IL PRIMOGENITO TRA MOLTI FRATELLI; QUELLI CHE HA CHIAMATI LI HA ANCHE GIUSTIFICATI; QUELLI CHE HA GIUSTIFICATI LI HA ANCHE GLORIFICATI.     CHE DIREMO DUNQUE IN PROPOSITO? SE DIO È PER NOI, CHI SARÀ CONTRO DI NOI? EGLI CHE NON HA RISPARMIATO IL PROPRIO FIGLIO, MA LO HA DATO PER TUTTI NOI, COME NON CI DONERÀ OGNI COSA INSIEME CON LUI? CHI ACCUSERÀ GLI ELETTI DI DIO? DIO GIUSTIFICA. CHI CONDANNERÀ? CRISTO GESÙ, CHE È MORTO, ANZI, CHE È RISUSCITATO, STA ALLA DESTRA DI DIO E INTERCEDE PER NOI?
    CHI CI SEPARERÀ DUNQUE DALL’AMORE DI CRISTO? FORSE LA TRIBOLAZIONE, L’ANGOSCIA, LA PERSECUZIONE, LA FAME, LA NUDITÀ, IL PERICOLO, LA SPADA? PROPRIO COME STA SCRITTO: PER CAUSA TUA SIAMO MESSI A MORTE TUTTO IL GIORNO, SIAMO TRATTATI COME PECORE DA MACELLO (SAL 43, 22).
    MA IN TUTTE QUESTE COSE NOI SIAMO PIÙ CHE VINCITORI PER VIRTÙ DI COLUI CHE CI HA AMATI. IO SONO INFATTI PERSUASO CHE NÉ MORTE NÉ VITA, NÉ ANGELI NÉ PRINCIPATI, NÉ PRESENTE NÉ AVVENIRE, NÉ POTENZE, NÉ ALTEZZA NÉ PROFONDITÀ, NÉ ALCUN’ALTRA CREATURA POTRÀ MAI SEPARARCI DALL’AMORE DI DIO, IN CRISTO GESÙ, NOSTRO SIGNORE.

PRESSO DI TE È LA SORGENTE DELLA VITA  san Bonaventura, vescovo   

CONSIDERA ANCHE TU, O UOMO REDENTO, CHI, QUANTO GRANDE E DI QUAL NATURA SIA COLUI CHE PENDE PER TE DALLA CROCE. La sua morte dà la vita ai morti, al suo trapasso piangono cielo e terra, le dure pietre si spaccano.   Inoltre, perché dal fianco di Cristo morto in croce fosse formata la Chiesa e si adempisse la Scrittura che dice: «VOLGERANNO LO SGUARDO A COLUI CHE HANNO TRAFITTO» (Gv 19, 37), per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza. Lo sgorgare da una simile sorgente, cioè dal segreto del cuore, dà ai sacramenti della Chiesa la capacità di conferire la vita eterna ed è, per coloro che già vivono in Cristo, bevanda di fonte viva «che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 14).
   SORGI, DUNQUE, O ANIMA AMICA DI CRISTO. SII COME COLOMBA «CHE PONE IL SUO NIDO NELLE PARETI DI UNA GOLA PROFONDA» (GER 48, 28). COME «IL PASSERO CHE HA TROVATO LA SUA DIMORA» (SAL 83, 4), NON CESSARE DI VEGLIARE IN QUESTO SANTUARIO. “IN TE È LA SORGENTE DELLA VITA E ALLA TUA LUCE VEDIAMO LA LUCE” (Sal 35, 10)».

LEGGI TUTTO IN COMMENTI….

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DOMENICA 3 GIUGNO 2018:

FESTA DEL CORPUS DOMINI

  •  Iniziamo una serie di 8 brevi catechesi per comprendere e vivere meglio il grande MISTERO DELL’EUCARISTIA:  “Non possiamo vivere senza la cena del Signore”   (Martiri di Abitine)
  • PAOLO E L’EUCARISTIA 1COR 11 (ANNI 50 DC)   – ABUSI NELLA CELEBRAZIONE DELLA CENA DEL SIGNORE  Mentre vi do queste istruzioni non posso certo lodarvi: le vostre assemblee vi fanno più male che bene. Anzitutto mi dicono che nella vostra comunità, quando vi riunite, si formano gruppi rivali. Credo che in parte sia vero… quando vi riunite, la vostra cena non è di certo la Cena del Signore! Infatti, quando siete a tavola, ognuno si affretta a mangiare il proprio cibo. E così accade che mentre alcuni hanno ancora fame, altri sono già ubriachi.  Ma non potreste mangiare e bere a casa vostra? Perché disprezzate la Chiesa di Dio e umiliate i poveri?   Che devo dirvi? Dovrei forse lodarvi? Per questo vostro atteggiamento non posso proprio lodarvi.
  • L’ISTITUZIONE DELLA CENA DEL SIGNORE: IO HO RICEVUTO DAL SIGNORE QUEL CHE A MIA VOLTA VI HO TRASMESSO: NELLA NOTTE IN CUI FU TRADITO, IL SIGNORE GESÙ PRESE IL PANE, FECE LA PREGHIERA DI RINGRAZIAMENTO, SPEZZÒ IL PANE E DISSE: «QUESTO È IL MIO CORPO CHE È DATO PER VOI. FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME». POI, DOPO AVER CENATO, FECE LO STESSO COL CALICE. LO PRESE E DISSE: «QUESTO CALICE È LA NUOVA ALLEANZA CHE DIO STABILISCE PER MEZZO DEL MIO SANGUE. TUTTE LE VOLTE CHE NE BERRETE, FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME».                                                                     
  •  – COME MANGIARE LA CENA DEL SIGNORE?  Perciò, chi mangia il pane del Signore o beve il suo calice in modo indegno, si rende colpevole verso il corpo e il sangue del Signore.  Ciascuno perciò prima esamini se stesso, e poi mangi di quel pane e beva da quel calice.  Perché, chi mangia del pane e beve dal calice senza discernere il corpo del Signore, mangia e beve la sua propria condanna.  Così, fratelli, quando vi riunite per la Cena in comune, aspettatevi gli uni gli altri.  Se qualcuno ha fame, mangi a casa sua,,,  Le altre questioni le metterò in ordine quando verrò. RISCOPRIAMO IL “TESORO” DELLA MESSA – MEDICINA DEL MONDO
  •    TENDENZA                                          LA MESSA                                PROPOSTA
    – individualismo ASSEMBLEA persone di comunione
    – autonomia morale ASCOLTO  DELLA  PAROLA uditori della Parola
    – uso “facile del denaro” OFFERTA  dei DONI uso sociale dei beni
    – vivere per se stessi CONSACRAZIONE           Vivere per amare …
    – ricerca piaceri sensi COMUNIONE Ricerca gioie spirituali
    – fare propri interessi – disimpegno… BENEDIZIONE E MISSIONE Impegnarsi nella società          e nella chiesa

    DOCUMENTI FONDAMENTALI SU  L`EUCARISTIA     

    A- DALLA «DOTTRINA DEI DODICI APOSTOLI» CAP. 9, 1                

  • Così rendete grazie: Ti ringraziamo, o Padre nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per mezzo di Gesù, tuo Servo;     GLORIA A TE NEI SECOLI.  Come questo pane spezzato era disperso sopra i monti e, raccolto, è diventato una cosa sola, così sia radunata la tua chiesa dai confini della terra nel tuo regno;   tua è  la gloria e la potenza per Gesù Cristo nei secoli   Nessuno mangi e beva della vostra Eucaristia, se non coloro che sono stati battezzati nel nome del Signore..  Una volta saziati , così ringraziate:  Ti rendiamo grazie, o Padre santo, per la conoscenza e l`immortalità che ci hai manifestato per mezzo di Gesù tuo Servo.  GLORIA A TE NEI SECOLI. 
  • CI INTIEPIDIAMO…  MA TU CI RIACCENDI        Rimango attonito e considero che i cieli non sono puri ai tuoi occhi. Caddero le stelle dal cielo e io, polvere, cosa presumo?  Nessuna fortezza vale, se tu cessi di sostenere. Se siamo abbandonati, affondiamo. Se invece siamo visitati, c’innalziamo e viviamo. Siamo instabili, ma da te siamo fatti saldi. Ci intiepidiamo, ma tu ci riaccendi. «Imitazione di Cristo»  (Lib. 3, 14)donalesiani@gmail.com  – www.donvincenzoalesiani.it

PROPOSTE  FORMATIVE  DI VILLA S. BIAGIO – ESTATE 2018   Cari amici,  Siamo ormai a Giugno mese eucaristico per eccellenza, con la festa del Corpus Domini. Bella opportunità per approfondire  il valore della Messa e  della Domenica.  Veri TESORI  della nostra vita da riscoprire per  non essere sopraffatti dalle fatiche del vivere… E  anche da difendere come valori di rilevanza sociale. La Domenica in particolare: che ne pensi ? Può aiutarci una breve sintesi di “Dies Domini”  – IL GIORNO DEL SIGNORE, la lettera apostolica di S. G. Paolo II  Fraternamente Dv

 

 

“D I E S… D O M I N I” –IL GIORNO DEL SIGNORE                                                                 SINTESI DELLA LETTERA APOSTOLICA  DI S. G. PAOLO II    

1°-  LA DOMENICA, CELEBRA L’OPERA DEL CREATORE    La sosta di Dio di fronte all’opera uscita dalle sue mani:  Il riposo divino del settimo giorno esprime la sosta di Dio di fronte all’opera molto buona uscita dalle sue mani per volgere ad essa uno sguardo colmo di gioioso compiacimento: una sguardo contemplativo, che mira a godere la bellezza di quanto è stato compiuto.                                               

  1. TUTTO È DI DIO! “Il rapporto dell’uomo con Dio ha bisogno di momenti di esplicita preghiera, in cui il rapporto si fa dialogo intenso…Il giorno del Signore è per eccellenza il giorno di questo rapporto in cui l’uomo eleva a Dio il suo canto, facendosi voce dell’intera creazione… Proprio per questo è anche il giorno del riposoTutto è di Dio!
  2. RIPOSARE NEL SIGNORE “…il fedele è invitato a riposare non solo come Dio ha riposato ma a riposare nel Signore, Riportando a lui tutta la creazione, nella lode , nel rendimento di grazie nell’intimità filiale e nell’amicizia sponsale
  3. DAL SABATO ALLA DOMENICA Alla luce di questo mistero, il senso del precetto sul giorno del Signore viene recuperato, integrato e pienamente svelato nella gloria che rifulge sul volto di Cristo. Dal sabato si passa al primo giorno dopo il Sabato, dal settimo giorno al primo giorno: il dies Domini diventa il dies Christi! (n. 18)
  1. IL GIORNO DEL SIGNORE  “…E’ la Pasqua della settimana in cui si celebra la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte. E’ invito a rivivere l’esperienza dei due discepoli  di Emmaus che sentirono ardere il cuore mentre il Signore si affiancava a loro lungo il cammino
  2. IL “GIORNO DEL SIGNORE” È… “IL SIGNORE DEI GIORNI” Commemorando ogni Domenica il giorno della risurrezione di Cristo la Chiesa intende additare ad ogni generazione l’asse portante della storia.Il “giorno del Signore” è “il signore dei giorni”
  3. DOMENICA O “FINE SETTIMANA”?  “Ma oggi…si è affermata largamente la pratica del “Week-end”, inteso come tempo settimanale di sollievo…Quando la Domenica perde il significato originario e si riduce a puro “fine settimana” può capitare che l’uomo  rimanga chiuso in un orizzonte tanto ristretto che non gli consente più di vedere il “cielo”. Allora per quanto vestito a festa, diventa intimamente incapace di “far festa”
  4. TEMPO PERDUTO O GUADAGNATO?  “Vorrei oggi invitare tutti con forza a riscoprire la Domenica: non abbiate paura di dare il vostro tempo a Cristo. “Il tempo donato a Cristo non è mai tempo perduto, ma piuttosto tempo guadagnato per l’umanizzazione profonda dei nostri rapporti e della nostra vita”.
  • EDITH STEIN:  “C’è stato qualcosa che mi ha impressionato vivamente. Siamo entrati per qualche minuto nella cattedrale e mentre eravamo raccolti in un rispettoso silenzio, ecco entrare una donna con la borsa della spesa e inginocchiarsi per una breve preghiera. Per me si trattava di un fatto del tutto nuovo: nella sinagoga o nei templi protestanti che avevo visitati si andava soltanto per l’ufficio divino; ma ecco che qui qualcuno se ne arrivava nel bel mezzo dei suoi impegni quotidiani, in una chiesa vuota, per una SPECIE DI CONVERSAZIONE INTIMA…”
  • SAN TOMMASO D’AQUINO:  O prezioso e meraviglioso convito…  Che cosa mai vi può essere di più prezioso? Non ci vengono imbandite le carni dei vitelli e dei capri, come nella legge antica, ma ci viene dato in cibo Cristo, vero Dio. Che cosa di più sublime di questo sacramento?   Nessuno infine può esprimere la soavità di questo sacramento. Per mezzo di esso si gusta la dolcezza spirituale nella sua stessa fonte e si fa memoria di quella altissima carità, che Cristo ha dimostrato nella sua passione.   Egli istituì l’Eucaristia nell’ultima cena, quando, celebrata la Pasqua con i suoi discepoli, stava per passare dal mondo al Padre.   L’Eucaristia è il memoriale della passione, la più grande di tutte le meraviglie operate dal Cristo, il mirabile documento del suo amore immenso per gli uomini.
  • S. AGOSTINO:    Per non disgregarvi, mangiate il vincolo della vostra unità;  per non svilirvi, bevete il prezzo pagato per voi»   Siamo “preziosi” a causa del “prezzo”  che Cristo ha pagato per noi
  • CATERINA DA SIENA: “Annegatevi nel sangue di Cristo crocifisso, e inebriatevi del sangue. E se foste divenuto infedele,  ribattezzatevi nel sangue; nel caldo del sangue dissolvete la tiepidezza

L A   C A N D E L A  A C C E S A… 

Signore, oggi ho vissuto un’esperienza nuova. Visto che la grande chiesa, sulla piazza, era aperta, sono entrato. Dentro non c’era nessuno. Io vado sempre in chiesa, Signore, ma alla domenica. C’è la gente, ci sono i canti, ci sono le luci accese. Oggi invece non c’era nessuno, soltanto un raggio di luce che cadeva dall’alto. Con un po’ di tremore ho attraversato la navata e sono andato sul fondo, dietro l’altare. Accanto al tabernacolo, una candela accesa. Non l’avevo mai notato ma oggi, in quella penombra, mi è sembrata un faro. Signore, so che tu sei dovunque, in cielo, in terra, in ogni luogo. Ma, oggi, ho sentito un qualcosa…come se tu, davvero, abitassi la dentro. Mi sono messo seduto e ho pensato che deve essere triste per te quando nessuno ti viene a trovare. Signore, so che quella candela arde sempre e io le ho chiesto di farti compagnia al posto mio, anche quando non mi ricordo di te. E’ bello, Signore, pensare che dovunque mi trovi, qualsiasi cosa faccia, quella fiammella che arde mi fa rimanere vicino a te   (Tonino Lasconi)

DAL LIBRO DELLA «IMITAZIONE DI CRISTO» (Lib. 3, 14) Rimango attonito e considero che i cieli non sono puri ai tuoi occhi. Se hai trovato difetti negli angeli (cfr. Gb 15, 15; 4, 18) e non li hai risparmiati, che cosa avverrà di me? Caddero le stelle dal cielo (cfr. Ap 6, 13), e io, polvere, che cosa presumo? Alcuni uomini che sembravano seguire una condotta sublime, caddero nel più basso; e chi mangiava il pane degli angeli, l’ho poi visto compiacersi delle ghiande dei porci. Non c’è , dunque, nessuna santità, se tu, Signore, sottrai la tua mano. Nessuna sapienza giova, se tu smetti di governare. Nessuna fortezza vale, se tu cessi di sostenere. Se siamo abbandonati, affondiamo e periamo. Se invece siamo visitati, c’innalziamo e viviamo. Siamo instabili, ma da te siamo fatti saldi. CI INTEPIDIAMO, MA TU CI RIACCENDI.

S.  LUIGI ORIONE   VORREI FARMI CIBO SPIRITUALE  per i miei fratelli  che hanno fame e sete di verità e di Dio; vorrei dare la luce di Dio ai ciechi,  aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti.  Amare sempre e dare la vita cantando l’Amore! Seminare la carità lungo ogni  sentiero; seminare Dio in tutti i modi, in tutti i solchi. Stendere sempre le mani e il cuore a raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino le forze di Dio e grandezza di Dio. (037PG)

  • I DUE BOSCAIOLI.     Due boscaioli lavoravano nella stessa foresta ad abbattere alberi. I tronchi erano imponenti, solidi e tenaci. I due boscaioli usavano le loro asce con identica bravura, ma con una diversa tecnica: il primo colpiva il suo albero con incredibile costanza, un colpo dietro l’altro, senza fermarsi se non per riprendere fiato rari secondi. Il secondo boscaiolo faceva una discreta sosta ogni ora di lavoro. Al tramonto, il primo boscaiolo era a metà del suo albero. Aveva sudato sangue e lacrime e non avrebbe resistito cinque minuti di più. Il secondo era incredibilmente al termine del suo tronco. Avevano cominciato insieme e i due alberi erano uguali! Il primo boscaiolo non credeva ai suoi occhi. “Non capisco niente! Come hai fatto ad andare così veloce se ti fermavi tutte le ore?”. L’altro sorrise: “Hai visto che mi fermavo ogni ora. Ma quello che non hai visto è che approfittavo della sosta per affilare la mia ascia”.       Lo spirito è come l’ascia. Ogni giorno affilalo un po’…
  • Don Tonino Bello –LO STUPORE DELLA VITA La vita non spenga mai  dentro di voi la poesia della tenerezza, lo stupore delle cose grandi …Possiate essere capaci di stupirvi di tutto: di una tempesta, del cielo, della natura. Che la vostra vita sia un’eucaristia, un rendimento di grazie continuo. Possiate essere capaci di dire grazie sempre, grazie al Signore, grazie alla vita, grazie a tutto, nonostante tutto.   

Ad amare si impara…  davanti all’Eucaristia 

  1. Amore che perdona: nella notte in cui fu tradito prese il pane…
  2. Amore che benedice e ringrazia: rese grazie con la preghiera di benedizione
  3. Amore che si offre: Offrendosi liberamente alla sua Passione
  4. Amore totale: questo è il mio corpo…questo è il mio sangue
  5. Amore sacrificato:spezzò il pane… il mio corpo offerto in sacrificio
  6. Amore personale e universale: il calice del mio sangue versato per voi e per tutti
  7. Amore che nutre i fratelli: prendete e mangiatene…prendete e bevetene tutti
  8. Amore che fa comunione: grani macinati e impastati per fare un’ostia
  9. Amore purissimo che libera dal male: sangue della alleanza…per la remissione dei peccati
  10. Amore silenzioso e fedele: ricambiato o no, continua ad ESSERCI
  • LUIGI ORIONE Amare sempre e dare la vita cantando l’Amore! Seminare la carità lungo ogni  sentiero; seminare Dio in tutti i modi, in tutti i solchi. Stendere le mani e il cuore a raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino le forze di Dio e grandezza di Dio. (037PG)
  •      QUANTA SETE NEL MIO CUORE: solo in Dio si spegnerà. Quanta attesa di salvezza: solo in Dio si sazierà. L’acqua viva ch’Egli dà sempre fresca sgorgherà . Il Signore è la mia vita, il Signore è la mia gioia.
  • SO CHE SEI QUI in questo istanteso che sei qui dentro di me abiti qui in questo niente ed io lo so che vivi in me. Che mai dirò al mio Signore? che mai diro’? tutto tu sai! ti ascoltero’ nel mio silenzio e aspetterò che parli tu. e mi dirai cose mai udite mi parlerai del padre. mi colmerai d’amore e scopriro’ chi sei.  Io sento in me la tua pace la gioia che tu solo dai. attorno a me io sento il cielo, un mondo di felicita’. mio Dio sei qui! quale mistero. VERBO DI DIO E UMANITA’. Non conta più lo spazio e il tempo è scesa qui l’eternita’. Cosa sara’ il paradiso? Cosa sara’ la vita? Sarai con noi per sempre, sempre tu tutto in noi, noi in te.”

 PROPOSTE  FORMATIVE  DI VILLA S. BIAGIO

– ESTATE 2018                    

  • C O R S   B I B L I C I                                      
  •  11 – 16 GIUGNO 2018: “Abbiamo un  tesoro in vasi di creta… come lo custodiamo?” (2 Corinti)                                            
  • 2 – 7  LUGLIO 2018:  “Quando Mosè alzava le mani…”   – Gioie e fatiche dell’apostolato, oggi. (Esodo) 
  • 16 – 19 AGOSTO  2018  “Amore io voglio” (Osea)                  Imparare ad AMARE per imparare a… VIVERE

LUGLIO – AGOSTO:                                  FAMIGLIE IN VACANZA                                        Per  un riposo  “integrale” Villa s. Biagio è  l’ideale    

PER LE SUE 4 B: BED & BREAKFAST BEACH & BIBLE 

E LE SERATE BIBLICO   MUSICALI                                      

  • Immersa nel verde del parco, recentemente ristrutturata, VILLA S. BIAGIO ti/vi accoglie con gioia per un periodo di riposo…integrale    Info e prenotazioni: 823.175 – 3338890862       donalesiani@gmail.com  –  www.donvincenzoalesiani.it

18 comments

  1. ….Dinanzi al TABERNACOLO s’impara a saper condividere e…… amare il fratelli..
    Non posso immaginare un giorno senza L’ ADORAZIONE e senza la CELEBRAZIONE EUCARISTICA
    Nella propria vita ci può essere stato un momento di sbandamento, di assenza del Divino. Ritornata in me, “GRAZIE AL MIO SIGNORE” non riesco più a fare a meno di LUI. La mia giornata è scandita da queste due” GRANDI POTENZE. “ADORAZIONE- CELEBRAZIONE EUCARISTICA”, Due pilastri fondamentali ; mi aiutano fortemente nella fraternità e nella condivisione. Tutto scaturisce da questo incontro di fede con LUI.
    Sperimentare la gioia che questo AMORE RECA ALL’ANIMA DIFFICILMENTE CI SI ACCONTENTA, IL DESIDERIO DIVENTA SEMPRE PIU’ BRAMOSO DI PIACERE A LUI TRA LE VARIE OCCUPAZIONI DELLA GIORNATA.
    GRAZIE MIO SIGNORE! “TI AMO, TI AMO E TI AMO” (S. L. ORIONE)

  2. San Gregorio Magno (ca 540-604), papa,

    “COME POSSO AMARE QUALCUNO CHE NON CONOSCO?”… Se non possiamo vedere Dio, abbiamo tuttavia altri mezzi per alzare gli occhi dello spirito fino a lui. Se non è possibile vederlo per se stesso, POSSIAMO VEDERLO FIN DA ORA NEI SUOI SERVI. CONSIDERANDO CHE COMPIONO MERAVIGLIE SIAMO CERTI CHE È DIO CHE ABITA IN LORO… Nessuno di noi può guardare il sole in modo diretto e fissarlo quando sorge in tutto il suo splendore, dato che gli occhi fissi sui suoi raggi ne sono abbagliati. Ma guardiamo le montagne illuminate dal sole e capiamo da ciò che è sorto il sole. Così, poiché non possiamo vedere per se stesso il Sole di giustizia (Mal 3,20), GUARDIAMO LE MONTAGNE ILLUMINATE DALLA SUA LUCE, CIOÈ I SANTI APOSTOLI, CHE BRILLANO PER LA LORO VIRTÙ E RISPLENDONO PER I LORO MIRACOLI… INFATTI LA POTENZA DI DIO IN SE STESSA È IL SOLE NEL CIELO; LA POTENZA DI DIO DIFFUSA FRA GLI UOMINI, È IL SOLE SULLA TERRA…

    Ma condizione per non inciampare nel cammino sulla terra è amare Dio e il prossimo con tutto il cuore (Mt 22,37ss)… Perciò lo Spirito è stato dato ai discepoli in due volte: prima dal Signore sulla terra, poi dal Signore in cielo (Gv 20,22; At 2,2). Ci è dato sulla terra per amare il prossimo, dal cielo per amare Dio…; così capiamo la parola di Giovanni: “CHI INFATTI NON AMA IL PROPRIO FRATELLO CHE VEDE, NON PUÒ AMARE DIO CHE NON VEDE” (1GV 4,20). ALLORA, FRATELLI, AMIAMO IL NOSTRO PROSSIMO, AMIAMO CHI STA ACCANTO A NOI, PER ESSERE CAPACI DI AMARE COLUI CHE È AL DI SOPRA DI NOI… E PER MERITARE DI RALLEGRARCI IN DIO CON LA GIOIA PERFETTA INSIEME AL NOSTRO PROSSIMO.

  3. NON VOGLIO PIACERE AGLI UOMINI, MA A DIO
    Dalla «Lettera ai Romani» di sant’Ignazio di Antiochia, vescovo e martire
    Ignazio, detto anche Teoforo, ALLA CHIESA CHE HA LA PRESIDENZA NELLA REGIONE DEI ROMANI; ALLA CHIESA GRADITA A DIO, MERITEVOLE DI ONORE E DI CONSENSI, DEGNA DI ESSERE PROCLAMATA BEATA; alla chiesa alla quale spetta un destino di grandezza; alla chiesa venerabile per la purezza della sua fede; ALLA CHIESA CHE PRESIEDE ALLA COMUNIONE DELLA CARITÀ. Essa possiede la legge di Cristo e porta il nome del Padre. Io la saluto nel nome di Gesù Cristo, Figlio del Padre.
    A QUANTI SONO UNITI TRA LORO COME LO SONO IL CORPO E L’ANIMA, FUSI NELL’OBBEDIENZA AD OGNI COMANDO DI DIO, RIPIENI DELLA SUA GRAZIA, COMPATTI FRA LORO E ALIENI DA OGNI CONTAMINAZIONE ESTRANEA, A TUTTI AUGURO SANTAMENTE OGNI BENE IN GESÙ CRISTO NOSTRO DIO.
    Con le mie preghiere ho ottenuto da Dio di vedere il vostro venerabile volto, e l’avevo chiesto con insistenza. Ora, incatenato in Gesù Cristo, spero di salutarvi, se è volontà di Dio che io sia ritenuto degno di giungere fino alla fine. L’inizio è ben posto, mi resta da ottenere la grazia di raggiungere senza ostacolo la sorte che mi aspetta.
    Temo che mi sia di danno l’affetto che mi portate. Per voi sarebbe facile ottenere ciò che volete: ma per me sarà difficile raggiungere Dio, se non avete pietà di me.
    NON VOGLIO CHE VI COMPORTIATE IN MODO DA PIACERE AGLI UOMINI, MA A DIO, COME DEL RESTO FATE. IO NON POTRÒ MAI TROVARE UN’OCCASIONE PIÙ PROPIZIA PER GIUNGERE AL POSSESSO DI DIO, NÉ VOI POTRETE ASSOCIARE IL VOSTRO NOME A UN’OPERA PIÙ BELLA, SE RIMARRETE IN SILENZIO. SE NON PARLERETE IN MIO FAVORE, IO DIVENTERÒ PAROLA DI DIO. SE INVECE AMERETE QUESTA MIA VITA NELLA CARNE, RIMARRÒ UNA VOCE QUALSIASI.
    NON VOGLIATE OFFRIRMI DI MEGLIO DEL DONO D’ESSERE IMMOLATO A DIO, ORA CHE L’ALTARE È PRONTO. ALLORA, RIUNITI IN CORO NELLA CARITÀ, POTRETE CANTARE INNI AL PADRE IN GESÙ CRISTO, PERCHÉ DIO HA CONCESSO AL VESCOVO DI SIRIA LA GRAZIA DI ESSERE TROVATO IN LUI, FACENDOLO VENIRE DALL’ORIENTE IN OCCIDENTE. È BELLO TRAMONTARE AL MONDO PER RISORGERE NELL’AURORA DI DIO.

  4. FESTA DEL S. CUORE DI GESU’
    – L’AMORE DI DIO FATTO PERSONA IN CRISTO GESU’ …. CELEBRATO DA DUE SANTI COME SAN PAOLO E S. BONAVENTURA 8, 28-39
    L’AMORE DI DIO SI È MANIFESTATO IN CRISTO

    RM 8, 28-39 FRATELLI, NOI SAPPIAMO CHE TUTTO CONCORRE AL BENE DI COLORO CHE AMANO DIO, CHE SONO STATI CHIAMATI SECONDO IL SUO DISEGNO. POICHÉ QUELLI CHE EGLI DA SEMPRE HA RICONOSCIUTO LI HA ANCHE PREDESTINATI AD ESSERE CONFORMI ALL’IMMAGINE DEL FIGLIO SUO, PERCHÉ EGLI SIA IL PRIMOGENITO TRA MOLTI FRATELLI; QUELLI CHE HA CHIAMATI LI HA ANCHE GIUSTIFICATI; QUELLI CHE HA GIUSTIFICATI LI HA ANCHE GLORIFICATI.
    CHE DIREMO DUNQUE IN PROPOSITO? SE DIO È PER NOI, CHI SARÀ CONTRO DI NOI? EGLI CHE NON HA RISPARMIATO IL PROPRIO FIGLIO, MA LO HA DATO PER TUTTI NOI, COME NON CI DONERÀ OGNI COSA INSIEME CON LUI? CHI ACCUSERÀ GLI ELETTI DI DIO? DIO GIUSTIFICA. CHI CONDANNERÀ? CRISTO GESÙ, CHE È MORTO, ANZI, CHE È RISUSCITATO, STA ALLA DESTRA DI DIO E INTERCEDE PER NOI?
    CHI CI SEPARERÀ DUNQUE DALL’AMORE DI CRISTO? FORSE LA TRIBOLAZIONE, L’ANGOSCIA, LA PERSECUZIONE, LA FAME, LA NUDITÀ, IL PERICOLO, LA SPADA? PROPRIO COME STA SCRITTO: PER CAUSA TUA SIAMO MESSI A MORTE TUTTO IL GIORNO, SIAMO TRATTATI COME PECORE DA MACELLO (SAL 43, 22). MA IN TUTTE QUESTE COSE NOI SIAMO PIÙ CHE VINCITORI PER VIRTÙ DI COLUI CHE CI HA AMATI. IO SONO INFATTI PERSUASO CHE NÉ MORTE NÉ VITA, NÉ ANGELI NÉ PRINCIPATI, NÉ PRESENTE NÉ AVVENIRE, NÉ POTENZE, NÉ ALTEZZA NÉ PROFONDITÀ, NÉ ALCUN’ALTRA CREATURA POTRÀ MAI SEPARARCI DALL’AMORE DI DIO, IN CRISTO GESÙ, NOSTRO SIGNORE.

    PRESSO DI TE È LA SORGENTE DELLA VITA
    san Bonaventura, vescovo

    CONSIDERA ANCHE TU, O UOMO REDENTO, CHI, QUANTO GRANDE E DI QUAL NATURA SIA COLUI CHE PENDE PER TE DALLA CROCE. La sua morte dà la vita ai morti, al suo trapasso piangono cielo e terra, le dure pietre si spaccano. Inoltre, perché dal fianco di Cristo morto in croce fosse formata la Chiesa e si adempisse la Scrittura che dice: «VOLGERANNO LO SGUARDO A COLUI CHE HANNO TRAFITTO» (Gv 19, 37), per divina disposizione è stato permesso che un soldato trafiggesse e aprisse quel sacro costato. Ne uscì sangue ed acqua, prezzo della nostra salvezza. Lo sgorgare da una simile sorgente, cioè dal segreto del cuore, dà ai sacramenti della Chiesa la capacità di conferire la vita eterna ed è, per coloro che già vivono in Cristo, bevanda di fonte viva «che zampilla per la vita eterna» (Gv 4, 14).
    SORGI, DUNQUE, O ANIMA AMICA DI CRISTO. SII COME COLOMBA «CHE PONE IL SUO NIDO NELLE PARETI DI UNA GOLA PROFONDA» (GER 48, 28). COME «IL PASSERO CHE HA TROVATO LA SUA DIMORA» (SAL 83, 4), NON CESSARE DI VEGLIARE IN QUESTO SANTUARIO. Ivi, come tortora, nascondi i tuoi piccoli, nati da un casto amore. Ivi accosta la bocca per attingere le acque dalle sorgenti del Salvatore (cfr. Is 12, 3). Da qui infatti scaturisce la sorgente che scende dal centro del paradiso, la quale, divisa in quattro fiumi (cfr. Gn 2, 10) e, infine, diffusa nei cuori che ardono di amore, feconda ed irriga tutta la terra.
    CORRI A QUESTA FONTE DI VITA E DI LUCE CON VIVO DESIDERIO, CHIUNQUE TU SIA, O ANIMA CONSACRATA A DIO, e con l’intima forza del cuore grida a lui: «O ineffabile bellezza del Dio eccelso, o splendore purissimo di luce eterna! Tu sei vita che vivifica ogni vita, luce che illumina ogni luce e che conserva nell’eterno splendore i multiformi luminari che brillano davanti al trono della tua divinità fin dalla prima aurora.
    O eterno e inaccessibile, splendido e dolce fluire di fonte nascosta agli occhi di tutti i mortali! La tua profondità è senza fine, la tua altezza senza termine, la tua ampiezza è infinita, la tua purezza imperturbabile! Da te scaturisce il fiume “che rallegra la città di Dio” (Sal 45, 5), perché “in mezzo ai canti di una moltitudine in festa” (Sal 41, 5) possiamo cantare cantici di lode, dimostrando, con la testimonianza dell’esperienza, che “IN TE È LA SORGENTE DELLA VITA E ALLA TUA LUCE VEDIAMO LA LUCE” (Sal 35, 10)».

  5. IL TEMPO NON SI TRATTIENE;
    la vita è un compito da fare e che ci portiamo a casa.
    Quando uno guarda e… sono già le sei del pomeriggio.
    Quando uno guarda ed è già venerdì.
    Quando uno guarda ed è finito già il mese.
    Quando uno guarda ed è già finito un anno.
    Quando uno guarda e già sono passati 50 o 60 anni.
    Quando uno guarda e si accorge di aver perso un amico.
    Quando uno guarda l’amore della propria vita andarsene e accorgersi che è tardi per tornare indietro…
    NON SMETTERE DI FARE QUALCOSA CHE TI PIACE PER MANCANZA DI TEMPO, NON SMETTERE DI AVERE QUALCUNO ACCANTO A TE O DI GODERTI LA SOLITUDINE. PERCHÉ I TUOI FIGLI SUBITO NON SARANNO PIÚ TUOI E DOVRAI FARE QUALCOSA CON QUESTO TEMPO CHE RESTA.
    PROVA AD ELIMINARE IL “DOPO”…
    dopo ti chiamo…
    dopo lo faccio…
    dopo lo dico…
    dopo io cambio…
    ci penso dopo….Lasciamo tutto per dopo come se il dopo fosse il meglio, perché non capiamo che:
    dopo, il caffè si raffredda…
    dopo, la priorità cambia…
    dopo, l’incanto si perde…
    dopo, il presto si trasforma in tardi…
    dopo, la malinconia passa…
    dopo, le cose cambiano…
    dopo, i figli crescono…
    dopo, la gente invecchia…
    dopo, le promesse si dimenticano…
    dopo, il giorno é notte…
    dopo, la vita finisce……
    Non lasciare niente per dopo perché nell’attesa del dopo puoi perdere i migliori momenti, le migliori esperienze, i migliori amici, i migliori amori…..
    RICORDATI CHE IL DOPO PUÒ ESSERE TARDI.
    IL GIORNO È OGGI,
    NON SIAMO PIÙ NELL’ETÀ IN CUI CI È PERMESSO DI POSTICIPARE.
    MAGARI AVRAI TEMPO PER LEGGERE E DOPO CONDIVIDERE QUESTO MESSAGGIO O ALTRIMENTI LASCIALO PER…. “DOPO”
    Sempre uniti: sempre insieme…
    sempre fratelli… sempre amici…

  6. ….EUCARESTIA VISSUTA: ESPERIENZA DI AMORE….
    VIVERE L’EUCARESTIA ” è, nella sua verità più profonda, vivere l’offerta sacrificale di Cristo al Padre, facendo della propria vita un “DONO”, una “OFFERTA” a Dio e agli uomini: non però un dono qualsiasi, ma un dono che sia una “OFFERTA SACRIFICALE”, che comporti il sacrificio di se stessi fino, al limite, al dono della vita per Dio e per i fratelli. Sta qui il nucleo fondamentale di una spiritualità Eucaristica: Cristo nell’Eucarestia è offerta sacrificale al Padre per la salvezza del mondo, cosi il cristiano che Cristo associa a sè nel suo dono a Dio e agli uomini, dovrà dare alla sua vita di ogni giorno il carattere di offerta e di dono” (G. De Rosa), ad esempio di Cristo; “Egli ha dato
    la sua vita per noi: quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1Gv3,16). Scrive S. Agostino: “Il Signore
    ci dia la forza di amarvi a tal punto da poter morire per voi, o di fatto o col cuore”.
    S, Giovanni Crisostomo dice che: ” il sacramento dell’altare” deve estendersi ” per strada… al sacramento del fratello”. in questo modo le nostre giornate saranno “veramente eucaristiche”,”(EdE31″, cioè giornate vissute nella carità in tutte le sue espressioni.. L’Eucarestia è il sacramento che fa circolare nelle nostre vene l’Amore di Dio che trabocca poi nell’amore verso i fratelli:
    TRATTENERSI IN INTIMA UNIONE CON CRISTO, LODARE, RINGRAZIARE E INTERCEDERE PER SE E PER TUTTI GLI UOMINI, RIPARA LE TRASCURATEZZE E PERFINO GLI OLTRAGGI. ( dal: dialogo d’amore di G. Fossati)

  7. k. HEMMERLE
    “Un pezzo di pane in cui tu, Gesù,
    ti trasformi per saziare la fame di tutti i cuori:
    questa è la tua biografia, o Gesù,
    ridotta all’osso.
    E la nostra: la via piccola del tuo amore,
    Amore forte nella debolezza”.

  8. “Vuoi onorare il corpo di Cristo? Non permettere che sia oggetto di disprezzo nelle sue membra, cioè nei poveri. Non onorare Cristo qui in chiesa con stoffe di seta, mentre fuori lo trascuri quando soffre. Colui che ha detto: “Questo è il mio Corpo”, ha detto anche: “Mi avete visto affamato e non mi avete dato da mangiare”.
    (S. GIOVANNI CRISOSTOMO)

    “Se non sai riconoscere Cristo nei poveri, non saprai riconoscerlo neppure nell’Eucaristia, perché un’unica fede illumina i due misteri”.
    (MADRE TERESA)

  9. L’ Eucarestia.. .” …lì puoi SPERIMENTARE CHE LA SUA MORTE E RESURREZIONE SONO PER TE ”
    ( Papa Francesco domenica scorsa a Ostia)

    …lì allora ” puoi sperimentare ” il Suo Perdono ….
    …sperimentare il Suo Amore…il coraggio del perseverare…la spinta per andare avanti…per offrire …e affidare…
    lì allora puoi sperimentare il Riposo , la Speranza..la Pace.
    perché in essa puoi trovare la risposta a quello che vivi e a quello che ” sei ” .

    Signore aiutaci ad avere FAME di questo Pane , a ” vivere meglio il grande mistero dell’Eucarestia ” , a ” mangiare la Cena del Signore ” in modo degno .
    Signore , …G R A Z I E …anche perché un mistero e dono così grande passa per la semplicità di un pezzo di PANE ….noi siamo ” piccoli ” , e Tu sai bene anche questo .

  10. K. GIBRAN

    “Conoscere il segreto della morte significa cercare nel cuore della vita, svelare il mistero della luce.
    Significa spalancare le porte del cuore sui cieli dell’universo,
    poiché LA VITA E LA MORTE SONO UNITE E INDIVISIBILI,
    proprio come lo sono il FIUME e il MARE
    la TERRA e il CIELO, l’ALBA e il TRAMONTO
    ed è nel profondo delle speranze
    e dei desideri
    che giace silenziosa
    la conoscenza dell’aldilà.
    E così come semi sognanti sotto la neve
    ogni cuore sogna la primavera.
    Così nei sogni
    è nascosto il cancello dell’eternità.
    E così morire
    è bere dal fiume del silenzio
    è scalare la cima del monte
    Significa LIBERARE IL RESPIRO
    perché possa ELEVARSI
    e CERCARE DIO”.

  11. Meditassimo e scrivessimo le cose più sublimi sull’Eucaristia non avremmo fatto che un piccolo passo verso questo Dono sublime. In cielo tutti si nutrono di Dio, Gesù ha voluto che anche in terra avessimo il medesimo cibo: il Pane degli angeli, dei santi, dei beati, dei servi e delle serve di Dio. Come possiamo nutrire l’anima e farla progredire nel bene se non nutrendola del solo bene e cioè di Cristo? Tutto compiuto! dice Gesù dalla croce, tutto donato, tutto versato, tutto spezzato, il corpo del peccato, tutto salvato.Risorto, Effuso, profuso, non possiamo cercare altro che ci sazi, che ci nutra, che ci abbeveri; Cristo e solo Cristo è il Pane, l’acqua, la sorgente e la meta. Nella domenica ci viene apparecchiata una mensa di cibo prelibato, di cibo bastante a ogni fame, CRISTO

  12. “Il filosofo Diogene non solo era contrario ad ogni lusso, ma evitava di utilizzare e di possedere tutto ciò che non era strettamente necessario.
    Egli viveva in una botte ed unico suo utensile era una ciotola di legno con la quale prendeva l’acqua per bere.
    Un giorno, mentre passeggiava per la città, vide un bambino che, per bere, prendeva acqua da una fontana utilizzando solo le mani.
    Così, ritenendola un inutile lusso, Diogene gettò via la sua ciotola.”
    (Anonimo)

  13. CARI AMICI,
    sento il bisogno di condividere con voi la SUBLIME BELLEZZA DELLA LITURGIA DI OGGI 31 MAGGIO FESTA DELLA VISITAZIONE DI MARIA…
    A COMINCIARE DAL “divino” poeta DANTE:
    «VERGINE MADRE, FIGLIA DEL TUO FIGLIO, UMILE E ALTA PIÙ CHE CREATURA, TERMINE FISSO D’ETERNO CONSIGLIO,
    TU SE’ COLEI CHE L’UMANA NATURA NOBILITASTI SÌ, CHE ‘L SUO FATTORE
    NON DISDEGNÒ DI FARSI SUA FATTURA.
    NEL VENTRE TUO SI RACCESE L’AMORE PER LO CUI CALDO NE L’ETERNA PACE COSÌ È GERMINATO QUESTO FIORE.
    QUI SE’ A NOI MERIDÏANA FACE DI CARITATE, E GIUSO, INTRA I MORTALI,
    SE’ DI SPERANZA FONTANA VIVACE.
    DONNA, SE’ TANTO GRANDE E TANTO VALI, CHE QUAL VUOL GRAZIA ED A TE NON RICORRE, SUA DISÏANZA VUOL VOLAR SANZ’ALI.
    LA TUA BENIGNITÀ NON PUR SOCCORRE A CHI DOMANDA, MA MOLTE FÏATE LIBERAMENTE AL DIMANDAR PRECORRE.
    IN TE MISERICORDIA, IN TE PIETATE, IN TE MANIFICIENZA, IN TE S’ADUNA
    QUANTUNQUE IN CREATURA È DI BONTATE».

    PRIMA LETTURA Dal Cantico dei cantici 2, 8-14; 8, 6-7
    La visita del Diletto
    Una voce! Il mio diletto! Eccolo, viene saltando per i monti, balzando per le colline. Somiglia, il mio diletto, a un capriolo o ad un cerbiatto.
    Eccolo, egli sta dietro il nostro muro; guarda dalla finestra,
    spia attraverso le inferriate. Ora parla, il mio diletto, e mi dice: «Alzati, amica mia, mia tutta bella, e vieni! Perché, ecco, l’inverno è passato, è cessata la pioggia, se n’è andata; i fiori sono apparsi nei campi, il tempo del canto è tornato e la voce della tortora si fa sentire nella nostra campagna.
    Il fico ha messo fuori i primi frutti e le viti fiorite spandono fragranza.
    Alzati, amica mia, mia tutta bella, e vieni! O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia, nei nascondigli dei dirupi, mostrami il tuo viso,
    fammi sentire la tua voce, perché la tua voce è soave, il tuo viso è leggiadro.
    Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come sigillo sul tuo braccio;
    perché forte come la morte è l’amore, tenace come gli inferi è la gelosia:
    le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore!
    Le grandi acque non possono spegnere l’amore né i fiumi travolgerlo.
    Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa in cambio dell’amore, non ne avrebbe che dispregio».
    VANGELO secondo Luca 1, 26-38
    TI SALUTO, O PIENA DI GRAZIA, IL SIGNORE È CON TE
    IN QUEL TEMPO, L’ANGELO GABRIELE FU MANDATO DA DIO IN UNA CITTÀ DELLA GALILEA, CHIAMATA NAZARET, A UNA VERGINE, SPOSA DI UN UOMO DELLA CASA DI DAVIDE, CHIAMATO GIUSEPPE. LA VERGINE SI CHIAMAVA MARIA. ENTRANDO DA LEI, DISSE: «TI SALUTO, O PIENA DI GRAZIA, IL SIGNORE È CON TE». A QUESTE PAROLE ELLA RIMASE TURBATA E SI DOMANDAVA CHE SENSO AVESSE UN TALE SALUTO. L’ANGELO LE DISSE: «NON TEMERE, MARIA, PERCHÉ HAI TROVATO GRAZIA PRESSO DIO. ECCO CONCEPIRAI UN FIGLIO, LO DARAI ALLA LUCE E LO CHIAMERAI GESÙ. SARÀ GRANDE E CHIAMATO FIGLIO DELL’ALTISSIMO; IL SIGNORE DIO GLI DARÀ IL TRONO DI DAVIDE SUO PADRE E REGNERÀ PER SEMPRE SULLA CASA DI GIACOBBE E IL SUO REGNO NON AVRÀ FINE. ALLORA MARIA DISSE ALL’ANGELO: «COME È POSSIBILE? NON CONOSCO UOMO». LE RISPOSE L’ANGELO: «LO SPIRITO SANTO SCENDERÀ SU DI TE, SU TE STENDERÀ LA SUA OMBRA LA POTENZA DELL’ALTISSIMO. COLUI CHE NASCERÀ SARÀ DUNQUE SANTO E CHIAMATO FIGLIO DI DIO. VEDI: ANCHE ELISABETTA, TUA PARENTE, NELLA SUA VECCHIAIA, HA CONCEPITO UN FIGLIO E QUESTO È IL SESTO MESE PER LEI, CHE TUTTI DICEVANO STERILE: NULLA È IMPOSSIBILE A DIO».
    ALLORA MARIA DISSE: «ECCOMI, SONO LA SERVA DEL SIGNORE, AVVENGA DI ME QUELLO CHE HAI DETTO». E L’ANGELO PARTÌ DA LEI.

    MARIA MAGNIFICA IL SIGNORE CHE OPERA IN LEI
    Dalle «Omelie» di san Beda il Venerabile, sacerdote
    «L’ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE ED IL MIO SPIRITO ESULTA IN DIO MIO SALVATORE» (Lc 1, 46). Con queste parole Maria per prima cosa proclama i doni speciali a lei concessi, poi enumera i benefici universali con i quali Dio non cessò di provvedere al genere umano per l’eternità.
    MAGNIFICA IL SIGNORE L’ANIMA DI COLUI CHE VOLGE A LODE E GLORIA DEL SIGNORE TUTTO CIÒ CHE PASSA NEL SUO MONDO INTERIORE, DI COLUI CHE, OSSERVANDO I PRECETTI DI DIO, DIMOSTRA DI PENSARE SEMPRE ALLA POTENZA DELLA SUA MAESTÀ. Esulta in Dio suo salvatore, lo spirito di colui che solo si diletta nel ricordo del suo creatore dal quale spera la salvezza eterna. Queste parole, che stanno bene sulle labbra di tutte le anime perfette, ERANO ADATTE SOPRATTUTTO ALLA BEATA MADRE DI DIO. PER UN PRIVILEGIO UNICO ESSA ARDEVA D’AMORE SPIRITUALE PER COLUI DELLA CUI CONCEZIONE CORPORALE ELLA SI RALLEGRAVA. A BUON DIRITTO ELLA POTÉ ESULTARE PIÙ DI TUTTI GLI ALTRI SANTI DI GIOIA STRAORDINARIA IN GESÙ SUO SALVATORE. SAPEVA INFATTI CHE L’AUTORE ETERNO DELLA SALVEZZA, SAREBBE NATO DALLA SUA CARNE, CON UNA NASCITA TEMPORALE E IN QUANTO UNICA E MEDESIMA PERSONA, SAREBBE STATO NELLO STESSO TEMPO SUO FIGLIO E SUO SIGNORE.
    «COSE GRANDI HA FATTO A ME L’ONNIPOTENTE E SANTO È IL SUO NOME».
    Niente dunque viene dai suoi meriti, dal momento che ella riferisce tutta la sua grandezza al dono di lui, il quale essendo essenzialmente potente e grande, è solito rendere forti e grandi i suoi fedeli da piccoli e deboli quali sono. Bene poi aggiunse: «E SANTO È IL SUO NOME», PER AVVERTIRE GLI ASCOLTATORI, ANZI PER INSEGNARE A TUTTI COLORO AI QUALI SAREBBERO ARRIVATE LE SUE PAROLE AD AVER FIDUCIA NEL SUO NOME E A INVOCARLO. COSÌ ESSI PURE AVREBBERO POTUTO GODERE DELLA SANTITÀ ETERNA E DELLA VERA SALVEZZA, SECONDO IL DETTO PROFETICO: «CHIUNQUE INVOCHERÀ IL NOME DEL SIGNORE SARÀ SALVATO» (GL 3, 5).
    Perciò nella santa Chiesa è invalsa la consuetudine bellissima ed utilissima di cantare l’inno di Maria ogni giorno nella salmodia vespertina. Così la memoria abituale dell’incarnazione del Signore accende di amore i fedeli, e la meditazione frequente degli esempi di sua Madre, li conferma saldamente nella virtù. ED È PARSO BENE CHE CIÒ AVVENISSE DI SERA, PERCHÉ LA NOSTRA MENTE STANCA E DISTRATTA IN TANTE COSE, CON IL SOPRAGGIUNGERE DEL TEMPO DEL RIPOSO SI CONCENTRASSE TUTTA IN SE MEDESIMA.

    PREGHIAMO INSIEME IL SALMO 62, 2-9 L’anima assetata del Signore
    La chiesa ha sete del suo Salvatore, bramando di dissetarsi alla fonte dell’acqua viva che zampilla per la vita eterna (cfr Cassiodoro).
    O DIO, TU SEI IL MIO DIO, ALL’AURORA TI CERCO, * DI TE HA SETE L’ANIMA MIA, A TE ANELA LA MIA CARNE, * COME TERRA DESERTA, ARIDA, SENZ’ACQUA.
    COSÌ NEL SANTUARIO TI HO CERCATO, * PER CONTEMPLARE LA TUA POTENZA E LA TUA GLORIA. POICHÉ LA TUA GRAZIA VALE PIÙ DELLA VITA, *
    LE MIE LABBRA DIRANNO LA TUA LODE.
    COSÌ TI BENEDIRÒ FINCHÉ IO VIVA, * NEL TUO NOME ALZERÒ LE MIE MANI.
    MI SAZIERÒ COME A LAUTO CONVITO, * E CON VOCI DI GIOIA TI LODERÀ LA MIA BOCCA. NEL MIO GIACIGLIO DI TE MI RICORDO * PENSO A TE NELLE VEGLIE NOTTURNE, TU SEI STATO IL MIO AIUTO, * ESULTO DI GIOIA ALL’OMBRA DELLE TUE ALI.

    A TE SI STRINGE * L’ANIMA MIA.
    LA FORZA DELLA TUA DESTRA * MI SOSTIENE.

  14. Condivido questa MERAVIGLIOSA CONSIDERAZIONE di S. AGOSTINO sul TEMPO

    “IL TEMPO ESCE DAL LUOGO NASCOSTO quando DA FUTURO DIVIENE PRESENTE,
    e RITORNA IN UN LUOGO NASCOSTO, quando DA PRESENTE DIVIENE PASSATO?
    Un fatto è ora limpido e chiaro: né futuro né passato esistono.
    È inesatto dire che i tempi sono tre: passato, presente e futuro.
    Forse sarebbe esatto dire che i tempi sono tre:
    presente del passato,
    presente del presente,
    presente del futuro.
    Queste tre specie di tempi esistono in qualche modo nell’animo e non le vedo altrove:
    il presente del passato è la memoria,
    il presente del presente la visione,
    il presente del futuro l’attesa.”

    (S. AGOSTINO)

  15. QUALE CAPACITA’ DI INTROSPEZIONE… GRANDE AGOSTINO!!!

    TARDI TI HO AMATO, O BELLEZZA COSÌ ANTICA E COSÌ NUOVA, tardi ti ho amato! Ed ecco che tu eri dentro e io fuori, e lì ti cercavo. Deforme come ero, mi gettavo su queste cose belle che hai creato. TU ERI CON ME, MA IO NON ERO CON TE. Mi tenevano lontano da te le tue creature, che non esisterebbero se non fossero in te. MI HAI CHIAMATO, HAI GRIDATO, E HAI VINTO LA MIA SORDITÀ. HAI MANDATO BAGLIORI, HAI BRILLATO, E HAI DISSIPATO LA MIA CECITÀ. HAI DIFFUSO LA TUA FRAGRANZA, IO L’HO RESPIRATA, E ORA ANELO A TE. TI HO ASSAPORATO, E HO FAME E SETE. MI HAI TOCCATO, E ASPIRO ARDENTEMENTE ALLA TUA PACE.
    Quando aderirò a te con tutto me stesso, non vi sarà più posto per il dolore e la fatica, e la mia vita sarà viva, tutta piena di te. È un fatto che tu sollevi chi riempi; e poiché io non sono ancora pieno di te, sono di peso a me stesso. In me le mie deprecabili gioie contrastano con le mie tristezze di cui dovrei rallegrarmi, e non so da quale parte stia la vittoria. Ahimè! Abbi pietà di me, Signore. Abbi pietà di me, Signore! Ahimè! Ecco, io non nascondo le mie ferite: TU SEI IL MEDICO, IO IL MALATO; TU SEI MISERICORDIOSO, IO MISERO. … E allora ogni mia speranza è posta nella tua grande misericordia.

  16. GODIAMOCI QUESTA MIRABILE PAGINA DI S. AGOSTINO …

    Dalle «Confessioni» di sant’Agostino, vescovo
    A TE, O SIGNORE, CHIUNQUE IO SIA, SONO MANIFESTO

    Conoscerò te, o mio conoscitore, ti conoscerò come anch’io sono conosciuto (cfr. 1 Cor 13, 12). Questa è la mia speranza, per questo oso parlare e in questa speranza gioisco…Tutto il resto in questa vita tanto meno richiede di essere rimpianto, quanto più si rimpiange, e tanto più merita di essere rimpianto, quanto meno si rimpiange.
    DAVANTI A TE, O SIGNORE, È SCOPERTO L’ABISSO DELL’UMANA COSCIENZA: PUÒ ESSERTI NASCOSTO QUALCOSA IN ME, ANCHE SE M’IMPEGNASSI DI NON CONFESSARTELO? Dunque, o Signore, tu mi conosci veramente come sono. Ho già espresso il motivo per cui mi manifesto a te. NON FACCIO QUESTO CON PAROLE E VOCI DELLA CARNE, MA CON PAROLE DELL’ANIMA E GRIDA DELLA MENTE, CHE IL TUO ORECCHIO BEN CONOSCE. Perciò, o mio Dio, la mia confessione dinanzi a te avviene in forma tacita e non tacita: avviene nel silenzio, ma è forte il grido dell’affetto.
    Tu solo, Signore, mi giudichi; infatti «chi conosce i segreti dell’uomo se non lo spirito dell’uomo che è in lui?» (1 Cor 2, 11). «Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia» (1 Cor 13, 12), e perciò, fino a quando sono pellegrino lontano da te, sono più vicino a me stesso che a te, e tuttavia so che tu sei inviolabile in modo assoluto. MA IO NON SO A QUALI TENTAZIONI POSSA RESISTERE E A QUALI NO. IO HO SPERANZA, PERCHÉ TU SEI FEDELE E NON PERMETTI CHE SIAMO TENTATI OLTRE LE NOSTRE FORZE, MA CON LA TENTAZIONE TU CI DARAI ANCHE LA VIA D’USCITA E LA FORZA PER SOPPORTARLA (cfr. 1 Cor 10, 13).
    Confesserò, dunque, quello che so e quello che non so di me; perché anche quanto so di me, lo conosco per tua illuminazione; e quanto non so di me, LO IGNORERÒ FINO A QUANDO LA MIA TENEBRA NON DIVENTERÀ COME IL MERIGGIO ALLA LUCE DEL TUO VOLTO (cfr. Is 58, 10).

  17. ….” AD AMARE SI IMPARA…DAVANTI ALL’EUCARESTIA”. Ho riletto su queste poche parole e, posso affermare ,che non c’è altra possibilità per un anima che vuole fare una bella esprìerienza di DIO nella propria vita.
    Mettersi dinanzi a Lui con grande umiltà e consapevolezza di essere una creatura piena di innumerevoli difetti e infinite fragilità, nel dare solo a Lui il Primato della guarigione. L’anima che riesce a respirare l’alito di DIO nella sua tormentata vita , penso che faccia degli enormi sforzi per percepirlo, anche perchè non si accontenta di stare con LUI solo qualche istante, no, rimane impietrita nonostante tutto in attesa. Dopo un lungo e silensioso incontro ecco che subentra la “GRANDE PACE”. Quella pace che il mondo non potrà mai dare, perchè viene dall’alto, ed è unica. Quante volte il Signore si è fatto sentire!!! sicuramente sono state le mie ripetute insistenze, ne è valsa la pena farlo! che ne dici? Lo ringrazio con tutta la mia vita, sto cercando di non farmi sfuggire nessuna occasione per dimostrargli il mio amore. Mi auguro di essere sulla buona strada. …

  18. Signore, vuoi le mie mani?
    (Madre Teresa di Calcutta)
    Signore, vuoi le mie mani
    per passare questa giornata
    aiutando i poveri e i malati che ne hanno bisogno?
    SIGNORE, OGGI TI DO LE MIE MANI.
    Signore, vuoi i miei piedi
    per passare questa giornata
    visitando coloro che hanno bisogno di un amico?
    SIGNORE, OGGI TI DO I MIEI PIEDI.
    Signore, vuoi la mia voce
    per passare questa giornata
    parlando con quelli che hanno bisogno di parole d’amore?
    SIGNORE, OGGI TI DO LA MIA VOCE.
    Signore, vuoi il mio cuore
    per passare questa giornata
    amando ogni uomo solo perché è uomo?
    SIGNORE, OGGI TI DO IL MIO CUORE.

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