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Stimolato a rientrare in me stesso, sotto la tua guida, entrai nell’intimità del mio cuore, e lo potei fare perché tu ti sei fatto mio aiuto (cfr. Sal 29, 11). Entrai e vidi con l’occhio dell’anima mia, qualunque esso potesse essere, una luce inalterabile sopra il mio stesso sguardo interiore e sopra la mia intelligenza. O eterna verità e vera carità e cara eternità!
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Tu sei il mio Dio, a te sospiro giorno e notte. Appena ti conobbi mi hai sollevato in alto perché vedessi quanto era da vedere e ciò che da solo non sarei mai stato in grado di vedere. Hai abbagliato la debolezza della mia vista, splendendo potentemente dentro di me. Tremai di amore e di terrore. Mi ritrovai lontano come in una terra straniera, dove mi parve di udire la tua voce: «Io sono il cibo dei forti, cresci e mi avrai. Tu non trasformerai me in te, come il cibo del corpo, ma sarai tu ad essere trasformato in me».
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Cercavo il modo di procurarmi la forza sufficiente per godere di te, e non la trovavo, finché non ebbi abbracciato il «Mediatore fra Dio e gli uomini, l’Uomo Cristo Gesù» (1 Tm 2, 5), «che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli» (Rm 9, 5). Egli mi chiamò e disse: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6); e unì quel cibo, che io non ero capace di prendere, al mio essere, poiché «il Verbo si fece carne» (Gv1,14). Così la tua Sapienza, per mezzo della quale hai creato ogni cosa, si rendeva alimento della nostra debolezza da bambini.
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Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me ed io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature, che, se non fossero in te, neppure esisterebbero.
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1. Mi hai chiamato, hai gridato, hai infranto la mia sordità.
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2. Mi hai abbagliato, mi hai folgorato, e hai guarito la mia cecità.
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3. Hai alitato su me il tuo profumo, ho respirato, ora anelo a te.
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4. Ti ho gustato e ora ho fame e sete di te…
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5. Mi hai toccato e ora ardo dal desiderio di conseguire la tua pace.
CERCARTI…
Signore mio Dio unica mia speranza,
fa’ che stanco non smetta di cercarti, ma cerchi il tuo volto sempre con ardore. Dammi la forza di cercare, tu che ti sei fatto incontrare, e mi hai dato la speranza di sempre più incontrarTi. Davanti a Te sta la mia forza e la mia debolezza: conserva quella, guarisci questa. Fa’ che mi ricordi di Te, che intenda Te, che ami Te. Amen!
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Era ormai vicino il giorno in cui ella sarebbe uscita da questa vita… Per tua disposizione misteriosa e provvidenziale, avvenne una volta che io e lei ce ne stessimo soli, appoggiati al davanzale di una finestra che dava sul giardino interno della casa che ci ospitava, là presso Ostia, dove noi, lontani dal frastuono della gente, dopo la fatica del lungo viaggio, ci stavamo preparando ad imbarcarci.
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Parlavamo soli con grande dolcezza e, dimentichi del passato, ci protendevamo verso il futuro, cercando di conoscere alla luce della Verità presente, che sei tu, la condizione eterna dei santi, quella vita cioè che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrò in cuore d’uomo (cfr. 1 Cor 2, 9). Ce ne stavamo con la bocca anelante verso l’acqua che emana dalla tua sorgente, da quella sorgente di vita che si trova presso di te. Dicevo cose del genere, anche se non proprio in tal modo e con queste precise parole.
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Tuttavia, Signore, tu sai che in quel giorno, mentre così parlavamo e, tra una parola e l’altra, questo mondo con tutti i suoi piaceri perdeva ai nostri occhi ogni suo richiamo, mia madre mi disse: «Figlio, quanto a me non trovo ormai più alcuna attrattiva per questa vita. Non so che cosa io stia a fare ancora quaggiù e perché mi trovi qui. Questo mondo non è più oggetto di desideri per me. C’era un solo motivo per cui desideravo rimanere ancora un poco in questa vita: vederti cristiano cattolico, prima di morire. Dio mi ha esaudito oltre ogni mia aspettativa, mi ha concesso di vederti al suo servizio e affrancato dalle aspirazioni di felicità terrene. Che sto a fare qui?».
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Non ricordo bene che cosa io le abbia risposto in proposito. Intanto nel giro di cinque giorni o poco più si mise a letto con la febbre. … vedendoci sconvolti per il dolore, disse: «Seppellire qui vostra madre». Io tacevo con un nodo alla gola e cercavo di trattenere le lacrime. Mio fratello, invece, disse qualche parola per esprimere che desiderava vederla chiudere gli occhi in patria e non in terra straniera. Quindi rivolgendosi a me disse: «Senti che cosa dice?». E poco dopo a tutti e due: «Seppellirete questo corpo, disse, dove meglio vi piacerà; non voglio che ve ne diate pena. Soltanto di questo vi prego, che dovunque vi troverete, vi ricordiate di me all’altare del Signore». Quando ebbe espresso, come poté, questo desiderio, tacque. Intanto il male si aggrava ed essa continuava a soffrire. In capo a nove giorni della sua malattia, l’anno 56° della sua vita, e 33° della mia, quell’anima benedetta e santa se ne partì da questa terra.
LA DEBOLEZZA DI DIO È PIÙ FORTE
DELLA FORTEZZA DEGLI UOMINI
di san Giovanni Crisostomo, vescovo
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La croce ha esercitato la sua forza di attrazione su tutta la terra e lo ha fatto servendosi non di mezzi umanamente imponenti, ma dell’apporto di uomini poco dotati. Il discorso della croce non è fatto di parole vuote, ma di Dio, della vera religione, dell’ideale evangelico nella sua genuinità. Fu questa dottrina che cambiò gli illetterati in dotti. Dai mezzi usati da Dio si vede come la stoltezza di Dio sia più saggia della sapienza degli uomini, e come la sua debolezza sia più forte della fortezza umana. In che senso più forte? MOLTI HANNO TENTATO DI SOPPRIMERE IL NOME DEL CROCIFISSO, MA HANNO OTTENUTO L’EFFETTO CONTRARIO.
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Questo nome rifiorì sempre di più e si sviluppò con progresso crescente. Erano vivi che facevano guerra a un morto, e ciononostante non l’hanno potuto vincere. PERCIÒ QUANDO UN PAGANO DICE A UN CRISTIANO CHE È FUORI DELLA VITA, DICE UNA STOLTEZZA. Quando mi dice che sono stolto per la mia fede, mi rende persuaso che sono mille volte più saggio di lui che si ritiene sapiente. E quando mi pensa debole non si accorge che il debole è lui. I filosofi, i re e, per così dire, tutto il mondo, che si perde in mille faccende, non possono nemmeno immaginare ciò che dei pubblicani e dei pescatori poterono fare con la grazia di Dio. Pensando a questo fatto, Paolo esclamava: «CIÒ CHE È DEBOLEZZA DI DIO È PIÙ FORTE DEGLI UOMINI» (1 Cor 1, 25). QUESTA FRASE È CHIARAMENTE DIVINA. Infatti non poteva venire in mente a dodici poveri uomini, per di più ignoranti, che avevano passato la loro vita sui laghi e sui fiumi, di intraprendere una simile opera? Essi forse mai erano entrati in una città o in una piazza.
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E allora come potevano pensare di affrontare tutta la terra? CHE FOSSERO PAUROSI E PUSILLANIMI l’afferma chiaramente chi scrisse la loro vita senza dissimulare nulla e senza nascondere i loro difetti, ciò che costituisce la miglior garanzia di veridicità di quanto asserisce. Costui, dunque, racconta che quando Cristo fu arrestato dopo tanti miracoli compiuti, tutti gli apostoli fuggirono e il loro capo lo rinnegò. Come si spiega allora che tutti costoro, quando il Cristo era ancora in vita, non avevano saputo resistere a pochi Giudei, mentre poi, GIACENDO LUI MORTO E SEPOLTO E, SECONDO GLI INCREDULI, NON RISORTO, E QUINDI NON IN GRADO DI PARLARE, AVREBBERO RICEVUTO DA LUI TANTO CORAGGIO DA SCHIERARSI VITTORIOSAMENTE CONTRO IL MONDO INTERO?
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Non avrebbero piuttosto dovuto dire: E adesso? Non ha potuto salvare se stesso, come potrà difendere noi? Non è stato capace di proteggere se stesso, come potrà tenderci la mano da morto? In vita non è riuscito a conquistare una sola nazione, e noi, col solo suo nome, dovremmo conquistare il mondo? Non sarebbe da folli non solo mettersi in simile impresa, ma perfino solo pensarla?
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E’ EVIDENTE PERCIÒ CHE, SE NON LO AVESSERO VISTO RISUSCITATO E NON AVESSERO AVUTO UNA PROVA INCONFUTABILE DELLA SUA POTENZA, NON SI SAREBBERO ESPOSTI A TANTO RISCHIO.
17 – 20 agosto 2015
LA TUA VITA: UN TESORO…
Ci giochi o… te la giochi?
PROGRAMMA DI MASSIMA
- MERCOLEDI 19 7.00: Tutti al mare… lodi sugli scogli – 9.30: III RIFLESSIONE: Dio ama chi dona con gioia… sei generoso o tirchio? Quale rapporto hai col denaro? – Preghiera personale… 11.30: risonanze spirituali – preghiera di lode 15.00: IV RIFLESSIONE: con la vita ci giochi o te la giochi?Per cosa? 17.00 – deserto – tempo per confessioni e/o – dialogo 18.30: Vespro –CELEBRAZIONE EUCARISTICA 19.45: Cena – Serata di fraternità 21.30: Il tuo cuore batte bene? Chiedilo a Maria… momento mariano
- GIOVEDI 20 7.45: lodi nel parco –9.30: Verifica: vado via con…11.30: S. MESSA – pranzo – saluti…scambio cell.e mail: 3338890862 – donalesiani@gmail.com
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2 COR. CAPITOLO 12 …. Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: QUANDO SONO DEBOLE, È ALLORA CHE SONO FORTE.
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NON CERCO I VOSTRI BENI… MA VOI. Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi, e non vi sarò di peso, perché non cerco i vostri beni, ma voi. Per conto mio mi prodigherò volentieri, anzi consumerò me stesso per le vostre anime. Se io vi amo più intensamente, dovrei essere riamato di meno?
- LA SOFFERENZA DEI BUONI Un discepolo chiese al maestro: “Rabbì, perché i buoni soffrono più dei cattivi?”. Rispose il maestro: “Ascoltami. Un contadino aveva due mucche, una robusta, l’altra debole. A quale mette il giogo?”. “Certamente a quella forte”. Concluse il rabbino: “Così fa il Misericordioso, che benedetto sia! Per tirare avanti il mondo, mette il giogo ai buoni”.
LA MISS CHE HA RINUNCIATO ALLA FAMA
PER LAVORARE
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Un sogno che inizia da bambine. Indossare un diadema rilucente sul capo, per sentirsi più vicine alle principesse delle fiabe è la speranza di quante partecipano a Miss Italia, … Infatti sono molte le ragazze che, durante la manifestazione, vengono notate e poi scelte come modelle o come attrici. Ma c’è anche chi non segue la moda del momento, o i pensieri della massa e preferisce ragionare con la sua testa.
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La storia di Federica Boscolo ne è un esempio e la sua decisione di ritirarsi per avere un impiego in un negozio in breve tempo ha fatto il giro del web…Tutto è iniziato a Sant’Anna di Chioggia (Venezia) la cittadina dove questa bellissima 19enne vive insieme ai suoi genitori. L’idea di partecipare a Miss Italia è nata per caso, grazie al consiglio di alcuni amici e conoscenti.
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“Tutte le persone che incontro mi hanno sempre detto perché non partecipi a qualche concorso di bellezza?. – racconta – Un po’ per insicurezza, un po’ perché non mi interessava, non l’avevo mai fatto prima”. La tentazione di sfondare nel mondo dello spettacolo però è forte e, dopo qualche giorno di riflessione, Federica decide di tentare. Il percorso sembra subito in discesa: si presenta a “Miss Rocchetta Bellezza” e ottiene la fascia che le consente di accedere alle selezioni provinciali della kermesse più amata, nelle quali arriva seconda. Il più è fatto: ora Federica può sognare davvero.
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Poi arriva la telefonata. La giovane risponde e dall’altra parte della cornetta il suo interlocutore le offre un posto da commessa. Avete capito bene: non un contratto milionario, non una parte in uno spot pubblicitario, né il ruolo da protagonista in una fiction televisiva. Un impiego normale in un piccolo esercizio commerciale. E’ in quel momento che Federica cresce davvero. Capendo che, a volte, la vita ti pone avanti a un bivio. Per lei, in quell’istante, la scelta è tra la ricerca della fama e la più semplice e potente delle aspirazioni umane: il lavoro. In molte avrebbero riattaccato ma non Federica che comprende il valore e l’importanza di un’occupazione, ancorché umile, in un momento socialmente ed economicamente complesso. Consapevole di tutto ciò coglie la palla al balzo e accetta…Uno schiaffo ai profeti di un mondo di plastica, in cui l’apparire conta più dell’essere. Una scelta controcorrente quella di Federica. In tanti, infatti, partecipano a talent show, programmi canori e concorsi di bellezza con la speranza di arrivare al gradino più alto della competizione. Il mondo dello spettacolo viene sempre più frequentemente visto come un’opzione, una reale e concreta opportunità di vita, meglio ancora se costellata di successi facili, divertimento e notorietà.
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Ma ci sono giovani, come la protagonista di questa storia, che preferiscono non inseguire il mito dei concorsi di bellezza e del mondo dello spettacolo, ma invece capiscono l’importanza di un posto di lavoro, in un periodo di crisi, che colpisce soprattutto i ragazzi.TU CHE NE PENSI? E…COSA AVRESTI FATTO?
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- MERCOLEDI 19 7.00: Tutti al mare… lodi sugli scogli 9.30: III RIFLESSIONE: Dio ama chi dona con gioia… sei generoso o tirchio? Quale rapporto hai col denaro? … 11.30: risonanze spirituali – preghiera di lode 15.00: IV RIFLESSIONE: con la vita ci giochi o te la giochi?Per cosa? 17.00 – deserto – tempo per confessioni e/o – dialogo 18.30: Vespro – CELEBRAZIONE EUCARISTICA 21.30: Il tuo cuore batte bene? Chiedilo a Maria… momento mariano
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C. 8: Invito alla generosità 1 Vogliamo poi farvi nota, fratelli, la grazia di Dio concessa alle Chiese della Macedonia: 2 nonostante la lunga prova della tribolazione, la loro grande gioia e la loro estrema povertà si sono tramutate nella ricchezza della loro generosità. 3 Posso testimoniare infatti che hanno dato secondo i loro mezzi e anche al di là dei loro mezzi, spontaneamente, 4 domandandoci con insistenza la grazia di prendere parte a questo servizio a favore dei santi.
- … così distinguetevi anche in quest’opera generosa. Non dico questo per farvene un comando, ma solo per mettere alla prova la sincerità del vostro amore con la premura verso gli altri. 9 Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
- CAP. 11,1ss Se soltanto poteste sopportare un po’ di follia da parte mia! Io provo infatti per voi una specie di gelosia Tuttavia, in quello in cui qualcuno osa vantarsi – lo dico da stolto – oso vantarmi anch’io. 22Sono Ebrei? Anch’io! Sono Israeliti? Anch’io! Sono stirpe di Abramo? Anch’io! 23Sono ministri di Cristo? Sto per dire una pazzia, io lo sono più di loro: molto di più nelle fatiche, molto di più nelle prigionie, infinitamente di più nelle percosse, spesso in pericolo di morte. 24Cinque volte dai Giudei ho ricevuto i quaranta colpi meno uno; 25tre volte sono stato battuto con le verghe, una volta sono stato lapidato, tre volte ho fatto naufragio, ho trascorso un giorno e una notte in balìa delle onde. 26Viaggi innumerevoli, pericoli di fiumi, pericoli di briganti, pericoli dai miei connazionali, pericoli dai pagani, pericoli nella città, pericoli nel deserto, pericoli sul mare, pericoli da parte di falsi fratelli; 27disagi e fatiche, veglie senza numero, fame e sete, frequenti digiuni, freddo e nudità. 28Oltre a tutto questo, il mio assillo quotidiano, la preoccupazione per tutte le Chiese. 29Chi è debole, che anch’io non lo sia? Chi riceve scandalo, che io non ne frema?
- Se è necessario vantarsi, mi vanterò della mia debolezza. 31Dio e Padre del Signore Gesù, lui che è benedetto nei secoli, sa che non mentisco. 32A Damasco, il governatore del re Areta aveva posto delle guardie nella città dei Damasceni per catturarmi, 33ma da una finestra fui calato giù in una cesta, lungo il muro, e sfuggii dalle sue mani.
- . 7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. 8 A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. 9 Ed egli mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. 10 Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: QUANDO SONO DEBOLE, È ALLORA CHE SONO FORTE.
Ecco, è la terza volta che sto per venire da voi,
e non vi sarò di peso, perché
non cerco i vostri beni, ma voi.
Per conto mio mi prodigherò volentieri,
anzi consumerò me stesso per le vostre anime.
Se io vi amo più intensamente,
dovrei essere riamato di meno?
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2. IL VANGELO DELLA NOSTRA VITA…Sulla strada dei nostri interrogativi e delle nostre inquietudini, talvolta delle nostre cocenti delusioni, il divino Viandante continua a farsi nostro compagno per introdurci, con l’interpretazione delle Scritture, alla comprensione dei misteri di Dio. Quando l’incontro diventa pieno, alla luce della Parola subentra quella che scaturisce dal «Pane di vita», con cui Cristo adempie in modo sommo la sua promessa di «stare con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo» (cfr Mt 28,20). (MND N. 2.)
3. DUC IN ALTUM – TRA PASSATO, PRESENTE, FUTURO: Un giorno Gesù, invitò l’Apostolo a « prendere il largo » per la pesca: « Duc in altum » (Lc 5,4). Questa parola risuona oggi per noi, e ci invita a fare memoria grata del passato, a vivere con passione il presente, ad aprirci con fiducia al futuro: « Gesù Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre! » (Eb 13,8).
4. La samaritana al pozzo…Dio non viene mai quando lo vogliamo, ma è sempre in orario. (T. Williams)
5. Il silenzio schiude le sorgenti dell’anima, il silenzio fa lavorare in noi il nostro spirito, più che anni di lettura Il silenzio lavora. Bisogna, farlo lavorare. (S. L. Orione)
- 2COR CAP. 1 1 Paolo, apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Timòteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto e a tutti i santi dell’intera Acaia: 2 grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo. 3 Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.
- Forse in questo progetto mi sono comportato in leggerezza? O quello che decido lo decido secondo la carne, in maniera da dire allo stesso tempo “ Sì, sì “ e “ No, no “? Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è “ sì “ e “ no “. Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu “ sì “ e “ no “, MA IN LUI C’È STATO IL “ SÌ “. E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono divenute “ sì “. Per questo sempreATTRAVERSO LUI SALE A DIO IL NOSTRO AMEN PER LA SUA GLORIA.
- Noi non intendiamo far da padroni sulla vostra fede; siamo invece i collaboratori della vostra gioia, perché nella fede voi siete già saldi.……
- Vi ho scritto in un momento di grande afflizione e col cuore angosciato, TRA MOLTE LACRIME, però non per rattristarvi, ma per farvi conoscere l’affetto immenso che ho per voi. 5 Se qualcuno mi ha rattristato, non ha rattristato me soltanto, ma in parte almeno, senza voler esagerare, tutti voi. 6 Per quel tale però è gia sufficiente il castigo che gli è venuto dai più, 7 cosicché voi dovreste piuttosto usargli benevolenza e confortarlo, perché egli non soccomba sotto un dolore troppo forte. 8 Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi riguardi la carità; 9 e anche per questo vi ho scritto, per vedere alla prova se siete effettivamente obbedienti in tutto. 10 A chi voi perdonate, perdono anch’io; perché quello che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l’ho fatto per voi, davanti a Cristo
- Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono; 16 per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita. E chi è mai all’altezza di questi compiti? 17 Noi non siamo infatti come quei molti che mercanteggiano la parola di Dio, ma con sincerità e come mossi da Dio, sotto il suo sguardo, noi parliamo in Cristo.
… E vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli Che hanno fame e sete di verità e di Dio; e vorrei vestire di Dio gli ignudi, dare la luce di Dio ai ciechi e ai bramosi di maggiore luce, aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti; Amare sempre e dare la vita cantando l’Amore! Spogliarmi di tutto! diventare un uomo buono tra i miei fratelli; abbassare, stendere sempre le mani e il cuore e raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino le forze di Dio e grandezza di Dio. Gesù è morto con le braccia aperte. Avere una grande pietà per tutti! La carità ha fame d’azione: La carità non può essere oziosa. Noi moriamo in Dio e viviamo in Dio.
PREGHIAMO … L’ AVE MARIA
– Giovane donna, attesa dell’umanità; un desiderio d’amore e pura libertà. Il Dio lontano, è qui vicino a te. voce e silenzio annuncio di novità. RIT. Ave, Maria, ave, Maria. – Ecco l’ancella/che vive della tua parola,/ libero il cuore/perché l’amore trovi casa./ . Ora l’attesa/è densa di preghiera,/ e l’uomo nuovo/è qui in mezzo a noi. /
AVE MARIA, PIENA DI GRAZIA
P.- AVE, O MARIA: ti saluto – rallegrati, o Maria grande Signora – amato da Dio
– PIENA DI GRAZIA: ricolma della grazia e benevolenza di Dio fin dal primo istante del suo essere. Dio l’ha chiamata; l’ha voluta così. Ed Ella si è lasciata lavorare da Dio diventando la dimostrazione di ciò che Dio fa quando trova una anima disponibile
1. Lettore – L’Angelo, entrando da Lei, disse: Ti saluto; o piena di Grazia, il Signore è con Te… 2. Lettore – Prima di formarti nel seno materno, ti conoscevo, prima che tu uscissi alla luce ti avevo consacrato…
TUTTI: Ci rallegriamo con Te, o Maria, perchè il Signore, il nostro Salvatore, è con Te…
Maria la Madre: Rallegratevi anche voi, figli miei, perchè il Signore è anche con voi, è venuto per voi!
Preghiamo: T. RIEMPICI DELLA TUA GRAZIA, O SIGNORE!
(intenzioni spontanee)
- IL SIGNORE E’ CON TE…
Pres. – E’ l’assicurazione ‘che Dio sempre dona a coloro che chiama ad unagrande missione…– Abitualmente sono i re, i profeti a ricevere una tale promesso. Questa volta è una umile fanciulla di un paesino della Galilea. MARIA!
1.L. – Ma l’Angelo le disse: 2.L. – Non temere, Maria, perchè hai trovato grazia presso Dio. Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo…
MARIA. Com’è possibile? Non conosco uomo…
2.L. – Lo Spirito Santo scenderà su di te… colui che nascerà sarà dunque santo e sarà chiamato Figlio di Dio…
TUTTI: O Vergine, affrettati a rispondere… O Sovrana, dilla quella parola che attendono il cielo e la terra… L’attende il Signore stesso!
MARIA. Eccomi, sono la serva del Signore… avvenga di me quello che hai detto!
TUTTI: Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con Te.
MARIA. II Signore è anche con voi, figli miei… Egli ha bisogno anche di voi: aspetta il vostro “sì” non lasciatevi intimidire dalla vostra povertà … Gesù ha promesso di essere con voi sino alla fine del mondo.
(intenzioni spontanee)
SANTA MARIA, MADRE DI DIO
Pres. SANTA E’ MARIA: perché ha creduto, perché ha ascoltato e messo in pratica la Parola di Dio.
1.L. – Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la custodiscono…
2.L.Maria conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.
Pres. SANTA E’ MARIA: perchè Madre di Gesù uomo-Dio, suo vero Figlio é suo Dio…
TUTTI: Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio, umile e alta più che creatura, termine fisso d’eterno consiglio…
Pres. SANTA E’ MARIA: perchè Madre della Chiesa Santa di Dio.
1.L. – Vedendo la Madre e lì accanto a Lei il discepolo che Egli amava, disse alla madre
G. Donna, ecco tuo Figlio!
1.L. – Poi disse al discepolo: Ecco tua Madre…
PER INTERCESSIONE DI MARIA, SANTIFICACI, O SIGNORE!
(intenzioni spontanee)
SI, PER UN RIPOSO “INTEGRALE”…
VILLA S. BIAGIO È L’ IDEALE!
- GRAZIE ALLE SUE 4 B: BED & BREAKFAST – BEACH & BIBLE!
1. BED: Villa in collina, tanto verde, RIPOSO ASSICURATO e parcheggio… gratuito
2. BREAKFAST: ai pasti cibo abbondante e sano come in famiglia
3. BEACH: durante il giorno la spiaggia a 900 metri.
4. BIBLE: la sera, per chi vuole, incontri biblici e musicali
MARTEDI 11 AGOSTO: SERATA BIBLICA E MUSICALE
In ascolto dei Salmi e di Papa Francesco
SALMI SAPIENZIALI
SALMO 73 LA ROCCIA DEL MIO CUORE È DIO
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Quanto è buono Dio con i giusti, con gli uomini dal cuore puro! Per poco non inciampavano i miei piedi, perché ho invidiato i prepotenti, vedendo la prosperità dei malvagi.
- Invano dunque ho conservato puro il mio cuore e ho lavato nell’innocenza le mie mani, poiché sono colpito tutto il giorno, e la mia pena si rinnova ogni mattina. Se avessi detto: “Parlerò come loro”, avrei tradito la generazione dei tuoi figli. Riflettevo per comprendere: ma fu arduo agli occhi miei, finché non entrai nel santuario di Dio e compresi qual è la loro fine.
- Quando si agitava il mio cuore e nell’intimo mi tormentavo, io ero stolto e non capivo, davanti a te stavo come una bestia. Ma io sono con te sempre: tu mi hai preso per la mano destra. Mi guiderai con il tuo consiglio e poi mi accoglierai nella tua gloria. Chi altri avrò per me in cielo? Fuori di te nulla bramo sulla terra. Vengono meno la mia carne e il mio cuore; ma la roccia del mio cuore è Dio, è Dio la mia sorte per sempre.
- Il mio bene è stare vicino a Dio: nel Signore Dio ho posto il mio rifugio, per narrare tutte le tue opere presso le porte della città di Sion.
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SALMO 89: INSEGNACI A CONTARE I NOSTRI GIORNI E GIUNGEREMO ALLA SAPIENZA DEL CUORE
- Signore, tu sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione. Prima che nascessero i monti e la terra e il mondo fossero generati, da sempre e per sempre tu sei, Dio Tu fai ritornare l’uomo in polvere e dici: “Ritornate, figli dell’uomo”. Ai tuoi occhi, mille anni sono come il giorno di ieri che è passato, come un turno di veglia nella notte.
- Li annienti: li sommergi nel sonno; sono come l’erba che germoglia al mattino: 6 al mattino fiorisce, germoglia, alla sera è falciata e dissecca Perché siamo distrutti dalla tua ira, siamo atterriti dal tuo furore. 8 Davanti a te poni le nostre colpe, i nostri peccati occulti alla luce del tuo volto. Tutti i nostri giorni svaniscono per la tua ira, finiamo i nostri anni come un soffio. Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, ma quasi tutti sono fatica, dolore; passano presto e noi ci dileguiamo. Insegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuore.
- Sia su di noi la bontà del Signore, nostro Dio: rafforza per noi l’opera delle nostre mani, l’opera delle nostre mani rafforza.
- Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu sai quando seggo e quando mi alzo. Penetri da lontano i miei pensieri, mi scruti quando cammino e quando riposo. Ti sono note tutte le mie vie; la mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, gia la conosci tutta.
- Dove andare lontano dal tuo spirito, dove fuggire dalla tua presenza? Se salgo in cielo, là tu sei, se scendo negli inferi, eccoti. Se prendo le ali dell’aurora per abitare all’estremità del mare, anche là mi guida la tua mano e mi afferra la tua destra.
- Sei tu che hai creato le mie viscere e mi hai tessuto nel seno di mia madre. Ti lodo, perché mi hai fatto come un prodigio; sono stupende le tue opere, tu mi conosci fino in fondo.
- SCRUTAMI, DIO, E CONOSCI IL MIO CUORE, PROVAMI E CONOSCI I MIEI PENSIERI: VEDI SE PERCORRO UNA VIA DI MENZOGNA E GUIDAMI SULLA VIA DELLA VITA.
PAPA FRANCESCO: LAUDATO SI’ –
C. 3° – IL MISTERO DELL’UNIVERSO
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v Natura o creazione? Per la tradizione giudeo-cristiana, dire “creazione” è più che dire natura, perché ha a che vedere con un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato. …come un dono che scaturisce dalla mano aperta del Padre di tutti, come una realtà illuminata dall’amore che ci convoca ad una comunione universale.« Dalla parola del Signore furono fatti i cieli» (Sl 33,6).
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v Potenza arbitraria o progetto di amore? L’universo non è sorto come risultato di un’onnipotenza arbitraria La creazione appartiene all’ordine dell’amore. L’amore di Dio è la ragione fondamentale di tutto il creato: « Tu infatti ami tutte le cose che esistono e non provi disgusto per nessuna delle cose che hai creato » (Sap 11,24). Così, ogni creatura è oggetto della tenerezza del Padre, che le assegna un posto nel mondo. Perfino l’effimera vita dell’essere più insignificante è oggetto del suo amore, e in quei pochi secondi di esistenza, Egli lo circonda con il suo affetto. Dante Alighieri parlava de « l’amor che move il sole e l’altre stelle ».
- v Ogni creatura ha qualcosa da dirci?… ogni creatura ha una funzione e nessuna è superflua. Tutto l’universo materiale è un linguaggio dell’amore di Dio, del suo affetto smisurato per noi. Suolo, acqua, montagne, tutto è carezza di Dio. Chi è cresciuto tra i monti, o chi da bambino sedeva accanto al ruscello per bere, o chi giocava in una piazza del suo quartiere, quando ritorna in quei luoghi si sente chiamato a recuperare la propria identità.
- Dio è anche…scrittore? Dio ha scritto un libro stupendo, « le cui lettere sono la moltitudine di creature presenti nell’universo ».« Dai più ampi panorami alle più esili forme di vita, la natura è una continua sorgente di meraviglia e di reverenza. Essa è, inoltre, una rivelazione continua del divino ». « …per il credente contemplare il creato è anche ascoltare un messaggio, udire una voce paradossale e silenziosa ».
- Þ FRATELLO SOLE E SORELLA LUNA 1. Dolce sentire come nel mio cuore, ora umilmente sta nascendo Amore dolce capire che non son più solo, ma che son parte di un’immensa vita che generosa risplende intorno a me, dono di Lui, del suo immenso amor.
- 2. Ci ha dato i cieli e le chiare stelle, Fratello Sole e Sorella Luna,la madre terra, coi frutti, prati e fiori, il fuoco, il vento, l’aria e l’acqua pura, fonte di vita per le sue creature, dono di lui, del suo immenso amor, dono di lui, del suo immenso amor.
- BOCELLI I BELIEVE One day I’ll hear The laugh of children In a world where war has been banned.One day I’ll see Men of all colours Sharing words of love and devotion. Stand up and feel The Holy Spirit Find the power of your faith. Open your heart To those who need you In the name of love and devotion. Yes, I believe. I believe in the people Of all nations To join and to care For love. I believe in a world Where light will guide us And giving our love We’ll make heaven on earth. I BELIEVE!
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donalesiani@gmail.com www.donvincenzoalesiani.it
10 AGOSTO 2015
FESTA DI S. LORENZO
SAN LORENZO ERA DIACONO DELLA CHIESA DI ROMA.
IVI ERA MINISTRO DEL SANGUE DI CRISTO E
LÀ, PER IL NOME DI CRISTO, VERSÒ IL SUO SANGUE.
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Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo Oggi la chiesa di Roma celebra il giorno del trionfo di Lorenzo…Il beato apostolo Giovanni espose chiaramente il mistero della morte del Signore, dicendo: «Come Cristo ha dato la sua vita per noi, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli» (1 Gv 3, 16). Lorenzo, fratelli, ha compreso tutto questo. L’ha compreso è messo in pratica. E davvero contraccambiò quanto aveva ricevuto in tale mensa. AMÒ CRISTO NELLA SUA VITA, LO IMITÒ NELLA SUA MORTE.
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Anche noi, fratelli, se davvero amiamo, imitiamo. Non potremmo, infatti, dare in cambio un frutto più squisito del nostro amore di quello consistente nell’imitazione di Cristo, che «patì per noi, lasciandoci un esempio, perchè ne seguiamo le orme» (1 Pt 2, 21). IL BEL GIARDINO DEL SIGNORE, O FRATELLI, POSSIEDE NON SOLO LE ROSE DEI MARTIRI, MA ANCHE I GIGLI DELLE VERGINI, L’EDERA DI QUELLI CHE VIVONO NEL MATRIMONIO, LE VIOLE DELLE VEDOVE.
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Nessuna persona deve dubitare della propria chiamata: Cristo ha sofferto per tutti. Con tutta verità fu scritto di lui: «Egli vuole che tutti gli uomini siano salvati, e arrivino alla conoscenza della verità» (1 Tm 2, 4).
XIX DOMENICA 9 AGOSTO
IO SONO IL PANE DI VITA ETERNA
In verità, in verità io vi dico: chi crede ha la vita eterna.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo.
Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno
e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
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Signore mio, volgi l’occhio della tua misericordia sopra il popolo tuo e sopra il corpo mistico della santa Chiesa. Che avverrebbe di me se vedessi me viva, e morto il tuo popolo? Che avverrebbe se, per i miei peccati e quelli delle altre creature, dovessi vedere nelle tenebre la Chiesa, tua Sposa diletta, che è nata per essere luce?
-
Quale fu la ragione che tu ponessi l’uomo in tanta dignità? Certo l’amore inestimabile col quale hai guardato in te medesimo la tua creatura e ti sei innamorato di lei. Tu, mosso da quel medesimo fuoco col quale ci hai creati, hai voluto offrire al genere umano il mezzo per riconciliarsi con te. Per questo ci hai dato il Verbo, tuo unico Figlio. Egli fu il mediatore tra te e noi. Egli fu nostra giustizia, che punì sopra di sé le nostre ingiustizie.
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O abisso di carità! Qual cuore non si sentirà gonfio di commozione al vedere tanta altezza discesa a tanta bassezza, cioè alla condizione della nostra umanità? Noi siamo immagine tua, e tu immagine nostra per l’unione che hai stabilito fra te e l’uomo, velando la divinità eterna con la povera nube dell’umanità corrotta di Adamo.
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Quale motivo? Certo l’amore. Per questo amore ineffabile ti prego e ti sollecito a usare misericordia alle tue creature.
VENERDI 7 AGOSTO
QUARTO INCONTRO BIBLICO-MUSICALE
SALMI DI FIDUCIA E INGRAZIAMENTO
MOTIVI DI FIDUCIA:
- DIO ROCCIA su cui appoggiarmi (17, 94)
- Sei il MIO PASTORE (22): non ho più paura.
- Sei la MIA EREDITÀ:(15) sono contento.
- Come MADRE CHE allatta un bambino(130):sto tranquillo
- Tu sei ROCCA DI RIFUGIO (70): nessuno mi farà del male
- Tu come I MONTI CHE CIRCONDANO Gerusalemme (124)
- Tu sei il MIO PADRE nelle cui mani io mi affido (30,6)
SALMO 63 – INTIMITÀ CON DIO
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O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua. Così nel santuario ti ho cercato, per contemplare la tua potenza e la tua gloria.
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Poiché la tua grazia vale più della vita, le mie labbra diranno la tua lode. Così ti benedirò finché io viva, nel tuo nome alzerò le mie mani. Mi sazierò come a lauto convito, e con voci di gioia ti loderà la mia bocca. Quando nel mio giaciglio di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all’ombra delle tue ali.
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A te si stringe l’anima mia E la forza della tua destra mi sostiene.
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Io andai e la nascosi presso l’Eufrate, …. “Alzati, và all’Eufrate e prendi di là la cintura che ti avevo comandato di nascondervi”. Io andai verso l’Eufrate, presi la cintura ed ecco, la cintura era marcita, non era più buona a nulla. ….
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Poiché, come questa cintura aderisce ai fianchi di un uomo, così io volli che aderisse a me tutta la casa di Israele e tutta la casa di Giuda – parola del Signore – perché fossero mio popolo, mia fama, mia lode e mia gloria, ma non mi ascoltarono
A M O
Piangendo Francesco disse un giorno a Gesù:
“Amo il sole, amo le stelle, amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini, amo tutte le cose belle.
O Signore, mi devi perdonare,
perché te solo io vorrei amare”.
Sorridendo il Signore gli rispose così:
“Amo il sole, amo le stelle, amo Chiara e le sorelle;
amo il cuore degli uomini, amo tutte le cose belle.
O Francesco, non devi pianger più,
perché io amo ciò che ami tu”.
(Antonio Pagano)
- JESUS IS MY LIFE: Madre Teresa – Musica Marco Frisina Jesus is the word to be spoken, Jesus is the truth to be told, Jesus is the way to be walked, the light to be lit, the life to be lived. Jesus is the love to be loved, Jesus is the joy to be shared, is the sacrifice to be offered,the Peace to be given, the Bread of life.
- Jesus is the hungry to be fed, is the thirsty to be satiated, Jesus is the naked to be clothed, is the homeless to be take in.
- Jesus is my God and my Spouse Jesus is my life and my only love Jesus is my all in all Is my everything, Jesus to me.
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- Che rapporto c’è tra l’essere umano e il mondo? Nel primo racconto dell’opera creatrice nel libro della Genesi, il piano di Dio include la creazione dell’umanità. Dopo la creazione dell’uomo e della donna, si dice che « Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona » (Gen 1,31). La Bibbia insegna che ogni essere umano è creato per amore, fatto ad immagine e somiglianza di Dio (cfr Gen 1,26). Questa affermazione ci mostra l’immensa dignità di ogni persona umana…
- Nati per caso o concepiti nel cuore di Dio? Che meravigliosa certezza è sapere che la vita di ogni persona non si perde in un disperante caos, in un mondo governato dalla pura casualità! Il Creatore può dire a ciascuno di noi: « Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto » (Ger 1,5). Siamo stati concepiti nel cuore di Dio e quindi « ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario ».
O Dio, tu sei il mio Dio,
all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia,
a te anela la mia carne,
COME TERRA DESERTA
ARIDA, SENZ’ACQUA…
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6 AGOSTO 2015: LA TRASFIGURAZIONE DI GESU’
E’ BELLO RESTARE CON CRISTO!
Anastasio sinaita, vescovo
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Per penetrare il contenuto intimo di questi ineffabili e sacri misteri insieme con i discepoli scelti e illuminati da Cristo, ASCOLTIAMO DIO CHE CON LA SUA MISTERIOSA VOCE CI CHIAMA E SÉ INSISTENTEMENTE DALL’ALTO.
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COME PIETRO LASCIAMOCI PRENDERE TOTALMENTE DALLA VISIONE DELLA GLORIA DIVINA. LASCIAMOCI TRASFIGURARE DA QUESTA GLORIOSA TRASFIGURAZIONE, CONDURRE VIA DALLA TERRA E TRASPORTARE FUORI DAL MONDO. Abbandoniamo la carne, abbandoniamo il mondo creato e rivolgiamoci al Creatore, al quale Pietro in estasi e fuori di sé disse: «SIGNORE, È BELLO PER NOI RESTARE QUI» (Mt 17, 4).
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REALMENTE, O PIETRO, È DAVVERO «BELLO STARE QUI» CON GESÙ E QUI RIMANERVI PER TUTTI I SECOLI. CHE COSA VI È DI PIÙ FELICE, DI PIÙ PREZIOSO, DI PIÙ SANTO CHE STARE CON DIO, CONFORMARSI CON LUI, TROVARSI NELLA SUA LUCE?
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4 AGOSTO 2015
3° INCONTRO BIBLICO – MUSICALE – SALMI DI SUPPLICA
Sfondo Musicale Rubor Sanguinis… Getsemani… Schindler List
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PROTAGONISTI SONO SEMPRE TRE
- IL NEMICO: una distruzione – una malattia, il proprio peccato…
- DIO STESSO: oggetto di accusa e di supplica: Perché?
- L’ORANTE che si dibatte tra passato felice, presente infelice
- Salmo 39 L’uomo è come un soffio- Ho detto: “Veglierò sulla mia condotta per non peccare con la mia lingua; porrò un freno alla mia bocca mentre l’empio mi sta dinanzi” Sono rimasto quieto in silenzio: tacevo privo di bene, la sua fortuna ha esasperato il mio dolore. “Rivelami, Signore, la mia fine; quale sia la misura dei miei giorni e saprò quanto è breve la mia vita”. Vedi, in pochi palmi hai misurato i miei giorni e la mia esistenza davanti a te è un nulla. Solo un soffio è ogni uomo che vive, come ombra è l’uomo che passa; solo un soffio che si agita, accumula ricchezze e non sa chi le raccolga. Ora, che attendo, Signore? In te la mia speranza. Liberami da tutte le mie colpe… Ogni uomo non è che un soffio. Ascolta la mia preghiera, Signore, non essere sordo alle mie lacrime, poiché io sono un forestiero, uno straniero come tutti i miei padri. 1Distogli il tuo sguardo, che io respiri, prima che me ne vada e più non sia.
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SALMO 50: MISERERE Quando venne da lui il profeta Natan dopo che aveva peccato. Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia; nella tua grande bontà cancella il mio peccato. 4 Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Riconosco la mia colpa, il mio peccato mi sta sempre dinanzi. 6 Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l’ho fatto; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. 7 Ecco, nella colpa sono stato generato, nel peccato mi ha concepito mia madre. Ma tu vuoi la sincerità del cuore e nell’intimo m’insegni la sapienza. 9 Purificami con issopo e sarò mondo; lavami e sarò più bianco della neve. Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato. Distogli lo sguardo dai miei peccati, cancella tutte le mie colpe Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. Insegnerò agli erranti le tue vie e i peccatori a te ritorneranno. Signore, apri le mie labbra e la mia bocca proclami la tua lode; poiché non gradisci il sacrificio e, se offro olocausti, non li accetti. Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, Dio, tu non disprezzi.
Cfr. Allegri – miserere
UN FIORE CRESCIUTO SUL MARCIUME DI AUSCHWITZ…
Etty Hillesum
- Pagine dal Diario 1941-1943
- Io non chiamo in causa la tua responsabilità… Esistono persone che si preoccupano di mettere in salvo aspirapolveri, forchette e cucchiai d’argento, invece di salvare te, mio Dio. Mio Dio è un periodo troppo duro per persone fragili come me. Le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno. M’innalzo intorno la preghiera come un muro oscuro che offre riparo, mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento, ne esco fuori più “raccolta”, concentrata e forte. Questo ritirarmi nella chiusa cella della preghiera, diventa per me una realtà sempre più grande. Dappertutto c’erano cartelli che ci vietavano le strada per la campagna: Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci nulla, non possono veramente farci niente. Possono renderci la vita un po’ spiacevole, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori col nostro atteggiamento sbagliato: Dobbiamo pregare di tutto cuore che succeda qualcosa di buono. Infatti, se il nostro odio ci fa degenerare in bestie come lo sono loro, non servirà a nulla. L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. Io non chiamo in causa la tua responsabilità… tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi.
- 2. Mi hai resa così ricca, mio Dio, lasciami anche dispensare agli altri a piene mani. La mia vita è diventata un colloquio ininterrotto con te, Mio Dio, un unico grande colloquio. A volte, quando me ne sto in un angolino del campo, i miei piedi piantati sulla tua terra, i miei occhi rivolti al cielo, le lacrime mi scorrono sulla faccia, lacrime che sgorgano da una profonda emozione e riconoscenza. Anche di sera, quando sono coricata nel mio letto e riposo in te…lacrime di riconoscenza mi scorrono sulla faccia e questa è la mia preghiera… a volte vorrei incidere delle piccole massime e storie appassionate ma mi ritrovo prontamente con una parola sola: DIO e questa parola contiene tutto e allora non ho più bisogno di dire quelle altre cose. Etty Hillesum, Diario 1941-1943
- 3. Ieri, per un momento, ho pensato che non avrei potuto continuare a vivere, che avevo bisogno di aiuto. La vita e il dolore avevano perso il loro significato, avevo la sensazione di “sfasciarmi” sotto un peso enorme, ma anche questa volta ho combattuto una battaglia che poi all’improvviso mi ha permesso di andare avanti con maggiore forza. Ho provato a guardare in faccia il “dolore dell’umanità”.
LAUDATO SI’… V. INEQUITÀ PLANETARIA
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Chi ascolta il grido della terra e dei poveri? Ma oggi non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente, per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri …
- Perché tanto spreco? Sappiamo che si spreca un terzo degli alimenti che si producono, e « il cibo che si butta via è come se lo si rubasse dalla mensa del povero ».
- C’è un “debito ecologico” tra nord e sud? ”L’inequità non colpisce solo gli individui, ma Paesi interi, e obbliga a pensare ad un’etica delle relazioni internazionali. C’è infatti un vero “debito ecologico”, soprattutto tra il Nord e il Sud… Le esportazioni di alcune materie prime per soddisfare i mercati nel Nord hanno prodotto danni locali, come l’inquinamento da mercurio nelle miniere d’oro.
- Sorella terra e i fratelli poveri: uniti in un unico gemito? Queste situazioni provocano i gemiti di sorella terra, che si uniscono ai gemiti degli abbandonati del mondo, con un lamento che reclama da noi un’altra rotta. Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli. Siamo invece chiamati a diventare gli strumenti di Dio Padre perché il nostro pianeta sia quello che Egli ha sognato nel crearlo e risponda al suo progetto di pace, bellezza e pienezza.
- C’è ancora una speranza ? La speranza ci invita a riconoscere che c’è sempre una via di uscita, che possiamo sempre cambiare rotta, che possiamo sempre fare qualcosa per risolvere i problemi. Tuttavia, sembra di riscontrare sintomi di un punto di rottura, a causa della grande velocità dei cambiamenti e del degrado, che si manifestano tanto in catastrofi naturali regionali quanto in crisi sociali o anche finanziarie.
- Abbiamo deluso le attese divine? Ci sono regioni che sono già particolarmente a rischio ed è certo che l’attuale sistema mondiale è insostenibile da diversi punti di vista, perché abbiamo smesso di pensare ai fini dell’agire umano: « Se lo sguardo percorre le regioni del nostro pianeta, ci si accorge subito che l’umanità ha deluso l’attesa
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31 LUGLIO 2015
SECONDA SERATA BIBLICA E MUSICALE
In ascolto dei Salmi e di Papa Francesco
II° – SALMI STORICI: LA STORIA RIVELA IL DIO FEDELE
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La fede di Israele è fede storica. Grandi tappe della storia della salvezza: CREAZIONE – ESODO – CONQUISTA DELLA TERRA – RITORNO DALL’ESILIO Dio e l’uomo: collaboratori nella storia della salvezza: Saper leggere il vangelo di Dio nella nostra vita
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Salmo 103: NON DIMENTICARE: è Il grande comandamento
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Benedici il Signore, anima mia, quanto è in me benedica il suo santo nome. Benedici il Signore, anima mia, non dimenticare tutti i suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, guarisce tutte le tue infermità, ti circonda di bontà e misericordia, sazia di beni la tua vecchiaia, si rinnova come aquila la tua giovinezza.
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. Misericordioso e pietoso è il Signore, lento all’ira e grande nell’amore. Non ci tratta secondo i nostri peccati e non ci ripaga secondo le nostre colpe. Perché quanto il cielo è alto sulla terra, così la sua misericordia è potente su quelli che lo temono; quanto dista l’oriente dall’occidente, così egli allontana da noi le nostre colpe.
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Come è tenero un padre verso i figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono, perché egli sa bene di che siamo plasmati, ricorda che noi siamo polvere. L’uomo: come l’erba sono i suoi giorni! Come un fiore di campo, così egli fiorisce. Se un vento lo investe, non è più, né più lo riconosce la sua dimora.
-
Ma l’amore del Signore è da sempre, per sempre su quelli che lo temono, e la sua giustizia per i figli dei figli, per quelli che custodiscono la sua alleanza e ricordano i suoi precetti per osservarli. Benedite il Signore, angeli suoi,potenti esecutori dei suoi comandi, attenti alla voce della sua parola.
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Benedite il Signore, voi tutte opere sue, in tutti i luoghi del suo dominio. Benedici il Signore, anima mia.
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Salmo 136: Sui fiumi di Babilonia, là sedevamo piangendo al ricordo di Sion. Ai salici di quella terra appendemmo le nostre cetre. Là ci chiedevano parole di canto coloro che ci avevano deportato, canzoni di gioia, i nostri oppressori: «Cantateci i canti di Sion!». Come cantare i canti del Signore in terra straniera?
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Se ti dimentico, Gerusalemme, si paralizzi la mia destra; mi si attacchi la lingua al palato, se lascio cadere il tuo ricordo, se non metto Gerusalemme al di sopra di ogni mia gioia.
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CHI CI SEPARERÀ DAL SUO AMORE, (Frisina) la tribolazione, forse la spada ? Né morte o vita ci separerà dall’amore in Cristo Signore. Chi ci separerà dalla sua pace la persecuzione, forse il dolore ? Nessun potere ci separerà da Colui che è morto per noi. Chi ci separerà dalla sua gioia chi potrà strapparci il suo perdono ? Nessuno al mondo ci allontanerà dalla vita in Cristo Signore.
- G. VERDI: VA PENSIERO… Va, pensiero, sull’ali dorate; Va, ti posa sui clivi, sui colli, ove olezzano tepide e molli L’aure dolci del suolo natal! Del Giordano le rive saluta, Di Sïonne le torri atterrate… Oh mia patria sì bella e perduta! Oh membranza sì cara e fatal!
- ARPA D’OR DEI FATIDICI VATI, PERCHÉ MUTA DAL SALICE PENDI? LE MEMORIE NEL PETTO RACCENDI, CI FAVELLA DEL TEMPO CHE FU! SIMILE DI SOLIMA AI FATI TRAGGI UN SUONO DI CRUDO LAMENTO, O T’ISPIRI IL SIGNORE UN CONCENTO CHE NE INFONDA AL PATIRE VIRTÙ!
- L’acqua potabile, tema di primaria importanza: perché?
…perché è indispensabile per la vita umana. La disponibilità di acqua è rimasta relativamente costante per lungo tempo, ma ora in molti luoghi la domanda supera l’offerta sostenibile, con gravi conseguenze. La povertà di acqua pubblica si ha specialmente in Africa, dove grandi settori della popolazione non accedono all’acqua potabile sicura. Un problema particolarmente serio è quello della qualità dell’acqua disponibile per i poveri, che provoca molte morti ogni giorno. Fra i poveri sono frequenti le malattie legate all’acqua. La dissenteria e il colera, dovuti a servizi igienici e riserve di acqua inadeguati, sono un fattore di mortalità infantile.
- Abbiamo un debito verso i poveri? Questo mondo ha un grave
debito sociale verso i poveri che non hanno accesso all’acqua potabile, perché ciò significa negare ad essi il diritto alla vita radicato nella loro inalienabile dignità. Questo debito si salda in parte con maggiori contributi economici per fornire acqua pulita tra le popolazioni più povere.
- Educarci a non sprecare l’acqua! Si riscontra uno spreco di
acqua non solo nei Paesi sviluppati, ma anche in quelli in via di sviluppo che possiedono grandi riserve. Ciò evidenzia che il problema dell’acqua è in parte una questione educativa e culturale, perché non vi è consapevolezza della gravità di tali comportamenti. Alcuni studi hanno segnalato il rischio di subire un’acuta scarsità di acqua entro pochi decenni.
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28 LUGLIO 2015:
INIZIAMO QUESTA SERA alle ORE 21
SERATE BIBLICHE E MUSICALI
LA LETTERA DI PAPA FRANCESCO:
- Salmo 65: DIO CUSTODISCE LA CREAZIONE
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A te si deve lode, o Dio, in Sion; a te si sciolga il voto in Gerusalemme. A te, che ascolti la preghiera, viene ogni mortale. Pesano su di noi le nostre colpe, ma tu perdoni i nostri peccati. Beato chi hai scelto e chiamato vicino, abiterà nei tuoi atrii. Ci sazieremo dei beni della tua casa, della santità del tuo tempio.
-
Tu rendi saldi i monti con la tua forza, cinto di potenza. Tu fai tacere il fragore del mare, il fragore dei suoi flutti, tu plachi il tumulto dei popoli. Gli abitanti degli estremi confini stupiscono davanti ai tuoi prodigi: di gioia fai gridare la terra, le soglie dell’oriente e dell’occidente.
-
Tu visiti la terra e la disseti: la ricolmi delle sue ricchezze. tu fai crescere il frumento per gli uomini. Così prepari la terra: Ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle, la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli. Coroni l’anno con i tuoi benefici, al tuo passaggio stilla l’abbondanza.
-
Stillano i pascoli del deserto e le colline si cingono di esultanza. I prati si coprono di greggi, le valli si ammantano di grano, tutto canta e grida di gioia.
FRATELLO SOLE E SORELLA LUNA
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Dolce sentire come nel mio cuore, ora umilmente sta nascendo Amore dolce capire che non son più solo, ma che son parte di un’immensa vita che generosa risplende intorno a me, dono di Lui, del suo immenso amor.
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Ci ha dato i cieli e le chiare stelle, Fratello Sole e Sorella Luna,la madre terra, coi frutti, prati e fiori, il fuoco, il vento, l’aria e l’acqua pura, fonte di vita per le sue creature, dono di lui, del suo immenso amor, dono di lui, del suo immenso amor.
DA “LAUDATO SI’…”
– La terra un deposito di immondizia? La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia. In molti luoghi del pianeta, gli anziani ricordano con nostalgia i paesaggi d’altri tempi, che ora appaiono sommersi da spazzatura.
– La cultura dello scarto: in che consiste? Questi problemi sono intimamente legati alla cultura dello scarto, che colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura. Rendiamoci conto, per esempio, che la maggior parte della carta che si produce viene gettata e non riciclata.
– Qual è la prima cosa da fare? L’umanità è chiamata a prendere coscienza della necessità di cambiamenti di stili di vita, di produzione e di consumo, per combattere questo riscaldamento o, almeno, le cause umane che lo producono o lo accentuano. Ha inciso anche l’aumento della pratica del cambiamento d’uso del suolo, principalmente la deforestazione per finalità agricola.
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La terra, casa comune, sorella nostra ma…
Una sorella che protesta…
perché?
Protesta per il male che le provochiamo,
a causa dell’uso irresponsabile e
dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei.
Siamo cresciuti pensando che eravamo
suoi proprietari e dominatori,
autorizzati a saccheggiarla.
La violenza che c’è nel cuore umano
si manifesta anche nei sintomi di malattia
che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria.
Fra i poveri più abbandonati e maltrattati,
c’è la nostra oppressa e devastata terra,
che « geme e soffre le doglie del parto »
(Rm 8,22).
Quando? – LUGLIO: Mart. 28 – Ven. 31–
AGOSTO: Mart. 4 –Ven. 7 –Mart.11 –Ven. 14
Vi aspettiamocaramente dvtel. 0721.823.175————————————————————-
DOMENICA 26 LUGLIO 2015
SS. GIOACHINO E ANNA
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Dai «Discorsi» di san Giovanni Damasceno, vescovo
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O FELICE COPPIA, GIOACCHINO ED ANNA! A voi é debitrice ogni creatura, perché per voi la creatura ha offerto al Creatore il dono più gradito, ossia quella casta madre, che sola era degna del creatore. RALLÉGRATI ANNA, «sterile che non hai partorito, prorompi in grida di giubilo e di gioia, tu che non hai provato i dolori» (Is 54, 1). ESULTA, O GIOACCHINO, poiché dalla tua figlia é nato per noi un bimbo, ci é stato dato un figlio, e il suo nome sarà Angelo di grande consiglio, di salvezza per tutto il mondo, Dio forte (cfr. Is 9, 6). QUESTO BAMBINO É DIO.
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O GIOACCHINO ED ANNA, COPPIA BEATA, veramente senza macchia! Dal frutto del vostro seno voi siete conosciuti, come una volta disse il Signore: «Li conoscerete dai loro frutti» (Mt 7, 16). Voi informaste la condotta della vostra vita in modo gradito a Dio e degno di colei che da voi nacque. Infatti nella vostra casta e santa convivenza avete dato la vita a quella perla di verginità che fu vergine prima del parto, nel parto e dopo il parto.
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O GIOACCHINO ED ANNA, COPPIA CASTISSIMA! Voi, conservando la castità prescritta dalla legge naturale, avete conseguito, per divina virtù, ciò che supera la natura: avete donato al mondo la madre di Dio che non conobbe uomo. Voi, conducendo una vita pia e santa nella condizione umana, AVETE DATO ALLA LUCE UNA FIGLIA PIÙ GRANDE DEGLI ANGELI ED ORA REGINA DEGLI ANGELI STESSI.
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O vergine bellissima e dolcissima! O figlia di Adamo e Madre di Dio. Beato il seno, che ti ha dato la vita! Beate le braccia che ti strinsero e le labbra che ti impressero casti baci, quelle dei tuoi soli genitori, cosicché tu conservassi in tutto la verginità! «Acclami al Signore tutta le terra, gridate, esultate con canti di gioia» (Sal 97, 4). Alzate la vostra voce, gridate, non temete.
Non antepongano a Cristo assolutamente nulla
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Prima di ogni altra cosa devi chiedere a Dio con insistenti preghiere che egli voglia condurre a termine le opere di bene da te incominciate, perché non debba rattristarsi delle nostre cattive azioni dopo che si è degnato di chiamarci ad essere suoi figli. Destiamoci, dunque, una buona volta al richiamo della Scrittura che dice: È tempo ormai di levarci dal sonno (cfr. Rm 13, 11).
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Apriamo gli occhi alla luce divina, ascoltiamo attentamente la voce ammonitrice che Dio ci rivolge ogni giorno: «Oggi se udite la sua voce non indurite i vostri cuori» (Sal 94, 8). E ancora: «Chi ha orecchi ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese» (Ap 2, 7).
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E che cosa dice? Venite, figli, ascoltate, vi insegnerò il timore del Signore. Camminate mentre avete la luce della vita, perché non vi sorprendano le tenebre della morte (cfr. Gv 12, 35). Che cosa vi è di più dolce, carissimi fratelli, di questa voce del Signore che ci invita? Ecco, poiché ci ama, ci mostra il cammino della vita.
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Come vi è uno zelo cattivo e amaro che allontana da Dio e conduce all’inferno, così c’è uno zelo buono che allontana dai vizi e conduce a Dio e alla vita eterna. In questo zelo i monaci devono esercitarsi con amore vivissimo; e perciò si prevengano l’un l’altro nel rendersi onore, sopportino con somma pazienza le infermità fisiche e morali degli altri, si prestino a gara obbedienza reciproca.
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Nessuno cerchi il proprio utile, ma piuttosto quello degli altri, amino i fratelli con puro affetto, temano Dio, vogliano bene al proprio abate con sincera e umile carità. Nulla assolutamente anteponiamo a Cristo e così egli, in compenso, ci condurrà tutti alla vita eterna.
- Vogliamo approfittare del periodo di vacanze per LEGGERE INSIEME LA LETTERA DI PAPA FRANCESCO SUL RISPETTO DEL CREATO… ECCO QUALCHE PENSIERO DELL’INTRODUZIONE:
- La terra, casa comune, sorella e madre nostra? « Laudato si’, mi’ Signore », cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia: « Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra, la quale ne sustenta et governa, et produce diversi fructi con coloriti flori et herba».
- Una sorella che protesta… Perchè? Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi. Per questo, fra i poveri più abbandonati e maltrattati, c’è la nostra oppressa e devastata terra, che « geme e soffre le doglie del parto » (Rm 8,22).
- Con questa lettera vuole rivolgersi solo ai cattolici? … di fronte al deterioramento globale dell’ambiente, voglio rivolgermi a ogni persona che abita questo pianeta. Nella mia Esortazione Evangelii gaudium, ho scritto ai membri della Chiesa. In questa Enciclica, mi propongo di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune.
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COSA STA ACCADENDO ALLA NOSTRA CASA COMUNE?
Þ I cambiamenti attuali sono un bene o una preoccupazione?
Propongo di soffermarci brevemente a considerare quello che sta accadendo alla nostra casa comune. La continua accelerazione dei cambiamenti dell’umanità e del pianeta si unisce oggi all’intensificazione dei ritmi di vita e di lavoro. Benché il cambiamento faccia parte della dinamica dei sistemi complessi, la velocità che le azioni umane gli impongono oggi contrasta con la naturale lentezza dell’evoluzione biologica.
Þ Ma non dobbiamo avere fiducia nel progresso?
Dopo un tempo di fiducia irrazionale nel progresso e nelle capacità umane, una parte della società sta entrando in una fase di maggiore consapevolezza. Si avverte una crescente sensibilità riguardo all’ambiente e alla cura della natura, e matura una sincera e dolorosa preoccupazione per ciò che sta accadendo al nostro pianeta. Facciamo un percorso, attraverso quelle questioni che oggi ci provocano inquietudine e che ormai non possiamo più nascondere sotto il tappeto.
Þ Quali problemi sono particolarmente preoccupanti?
I. INQUINAMENTO E CAMBIAMENTI CLIMATICI
– Quali le principali forme di inquinamento?
L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature. Ci si ammala a causa di inalazioni di elevate quantità di fumo prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare o per riscaldarsi. A questo si aggiunge l’inquinamento che colpisce tutti, causato dal trasporto, dai fumi dell’industria, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale. La tecnologia che pretende di essere l’unica soluzione dei problemi, di fatto non è in grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose, e per questo a volte risolve un problema creandone altri.
– C’è da considerare anche l’inquinamento prodotto dai rifiuti… Si producono centinaia di milioni di tonnellate di rifiuti l’anno, molti dei quali non biodegradabili: rifiuti domestici e commerciali, rifiuti clinici, elettronici o industriali, rifiuti altamente tossici e radioattivi.
– La terra un deposito di immondizia?
La terra, nostra casa, sembra trasformarsi sempre più in un immenso deposito di immondizia. In molti luoghi del pianeta, gli anziani ricordano con nostalgia i paesaggi d’altri tempi, che ora appaiono sommersi da spazzatura. Molte volte si prendono misure solo quando si sono prodotti effetti irreversibili per la salute delle persone.
LEGGI TUTTO… 01. LAUDATO SI 4pg
BEATA LA FAMIGLIA
Beata la famiglia il cui Dio è il Signore,
e che cammina alla sua presenza.
Beata la famiglia fondata sull’amore
e da esso fa scaturire parole, gesti, decisioni.
Beata la famiglia aperta alla vita,
che accoglie i figli come un dono,
valorizza gli anziani, aiuta i poveri e i sofferenti.
Beata la famiglia che prega insieme
per lodare il Signore, per affidargli la propria vita.
Beata la famiglia che trova il tempo per
dialogare e fare festa insieme.
LEGGI TUTTO: Beata la famiglia
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SANT’AGOSTINO nel giorno della sua festa ci aiuta a capire come il Signore può fare irruzione nella vita degli uomini;la travolge, la porta a far parte della Sua intimità,facendole gustare tutta la sua infinita bontà. L’anima che si lascia plasmare da LUI rispondendo con generosità al Suo amore, ridiventa nuova,perchè toccata dalla Sua grazia. Beata quell’anima che accoglie Dio nel suo cuore fidandosi ciecamente di LUI. DIO sei la pace del cuore di chi ti ama. Sei rifugio per chi si fida e con grande fede ricorre a TE. Sei fonte inesauribile per gli assetati di TE. Dacci ogni giorno il TUO PANE e LA TUA ACQUA e il desiderio di chiedertela ancora. COSI’ SIA.
GRANDE S. GIOVANNI CRISOSTOMO…NON PER NIENTE IL SUO NOME SIGNIFICA: BOCCA D’ORO.
Volete che parli delle vie della RICONCILIAZIONE CON DIO? Sono molte e svariate, però tutte conducono al cielo.
LA PRIMA è quella della condanna dei propri peccati. Confessa per primo il tuo peccato e sarai giustificato (cfr. Is 43, 25-26). Perciò anche il profeta diceva: «Dissi: Confesserò al Signore le mie colpe, e tu hai rimesso la malizia del mio peccato» (Sal 31, 5).Condanna dunque anche tu le tue colpe. Questo è sufficiente al Signore per la tua liberazione. E poi se condanni le tue colpe, sarai più cauto nel ricadervi. Eccita la tua coscienza a divenire la tua diretta accusatrice, perchè non lo sia poi dinanzi al tribunale del Signore.
Questa è dunque una via di remissione, e ottima; ma ve n’è un’altra per nulla inferiore: NON RICORDARE LE COLPE DEI NEMICI, dominare l’ira, perdonare i fratelli che ci hanno offeso. Anche così avremo il perdono delle offese da noi fatte al Signore. E questo è un secondo modo di espiare i peccati. «Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche voi» (Mt 6, 14).
Vuoi imparare ancora UNA TERZA VIA di purificazione? E’ quella della preghiera fervorosa e ben fatta che proviene dall’intimo del cuore.
Se poi ne vuoi conoscere anche una QUARTA DIRO’ CHE E’ L’ELEMOSINA. Questa ha un valore molto grande. Aggiungiamo poi questo: Se uno si comporta con TEMPERANZA E UMILTA’ distruggerà alla radice i suoi peccati con non minore efficacia dei mezzi ricordati sopra. Ne è testimone il pubblicano che non era in grado di ricordare opere buone, ma al loro posto offrì l’umile riconoscimento delle sue colpe e così si liberò dal grave fardello che aveva sulla coscienza.
Abbiamo indicato cinque vie di riconciliazione con Dio. La prima è la condanna dei propri peccati. La seconda è il perdono delle offese. La terza consiste nella preghiera, la quarta nell’elemosina e la quinta nell’umiltà.
Non stare dunque senza far nulla, anzi ogni giorna cerca di avanzare per tutte queste vie, perchè sono facili, né puoi addurre la tua povertà per esimertene. Ma quand’anche ti trovassi a vivere in miseria piuttosto grave, potrai sempre deporre l’ira, praticare l’umiltà, pregare continuamente e riprovare i peccati, e la povertà non ti sarà mai d’intralcio. Ma che dico? Neppure in quella via di perdono in cui è richiesta la distribuzione del denaro cioè l’elemosina, la povertà è d’impedimento. No. Lo dimostra la vedova che offrì due spiccioli.
Avendo dunque imparato il modo di guarire le nostre ferite, adoperiamo questi rimedi. Riacquistata poi la vera sanità, godremo con fiducia della sacra mensa e con grande goria andremo incontro a Cristo, re della gloria, e CONQUISTEREMO PER SEMPRE I BENI ETERNI PER LA GRAZIA, LA MISERICORDIA E LA BONTA’ DEL SIGNORE NOSTRO GESU CRISTO.
…a me ha fatto riflettere… tu cosa avresti fatto?
LA MISS CHE HA RINUNCIATO ALLA FAMA PER LAVORARE
Un sogno che inizia da bambine. Indossare un diadema rilucente sul capo, per sentirsi più vicine alle principesse delle fiabe è la speranza di quante partecipano a Miss Italia, … Infatti sono molte le ragazze che, durante la manifestazione, vengono notate e poi scelte come modelle o come attrici. Ma c’è anche chi non segue la moda del momento, o i pensieri della massa e preferisce ragionare con la sua testa. La storia di Federica Boscolo ne è un esempio e la sua decisione di ritirarsi per avere un impiego in un negozio in breve tempo ha fatto il giro del web…Tutto è iniziato a Sant’Anna di Chioggia (Venezia) la cittadina dove questa bellissima 19enne vive insieme ai suoi genitori. L’idea di partecipare a Miss Italia è nata per caso, grazie al consiglio di alcuni amici e conoscenti. “Tutte le persone che incontro mi hanno sempre detto perché non partecipi a qualche concorso di bellezza?. – racconta – Un po’ per insicurezza, un po’ perché non mi interessava, non l’avevo mai fatto prima”. La tentazione di sfondare nel mondo dello spettacolo però è forte e, dopo qualche giorno di riflessione, Federica decide di tentare. Il percorso sembra subito in discesa: si presenta a “Miss Rocchetta Bellezza” e ottiene la fascia che le consente di accedere alle selezioni provinciali della kermesse più amata, nelle quali arriva seconda. Il più è fatto: ora Federica può sognare davvero. Poi arriva la telefonata. La giovane risponde e dall’altra parte della cornetta il suo interlocutore le offre un posto da commessa. Avete capito bene: non un contratto milionario, non una parte in uno spot pubblicitario, né il ruolo da protagonista in una fiction televisiva. Un impiego normale in un piccolo esercizio commerciale. E’ in quel momento che Federica cresce davvero. Capendo che, a volte, la vita ti pone avanti a un bivio. Per lei, in quell’istante, la scelta è tra la ricerca della fama e la più semplice e potente delle aspirazioni umane: il lavoro. In molte avrebbero riattaccato ma non Federica che comprende il valore e l’importanza di un’occupazione, ancorché umile, in un momento socialmente ed economicamente complesso. Consapevole di tutto ciò coglie la palla al balzo e accetta…Uno schiaffo ai profeti di un mondo di plastica, in cui l’apparire conta più dell’essere. Una scelta controcorrente quella di Federica. In tanti, infatti, partecipano a talent show, programmi canori e concorsi di bellezza con la speranza di arrivare al gradino più alto della competizione. Il mondo dello spettacolo viene sempre più frequentemente visto come un’opzione, una reale e concreta opportunità di vita, meglio ancora se costellata di successi facili, divertimento e notorietà. Ma ci sono giovani, come la protagonista di questa storia, che preferiscono non inseguire il mito dei concorsi di bellezza e del mondo dello spettacolo, ma invece capiscono l’importanza di un posto di lavoro, in un periodo di crisi, che colpisce soprattutto i ragazzi.
“C’è una FORZA MOTRICE più forte del vapore, dell’elettricità e dell’energia atomica:
la VOLONTA’.”
(Albert Einstein)
” …con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio ”
Quanto abbiamo BISOGNO di ..consolazione ! E LUI lo sà .
Quanto c’è , da dare e da ricevere , in questa parola .
Noi siamo la consolazione che cerchiamo :
se noi non ci lasciamo ingannare da quelle ” consolazioni truccate ” ..quelle che durano un solo momento ..quelle che ci regalano solo illusioni ..
Se abbiamo sete della Consolazione Vera , quella che Dio ci propone , quella che va oltre il visibile.. in lei troviamo anche la forza e l’arma per vincere la tentazione , in lei la direzione , in lei la spinta per andare avanti .
Noi che abbiamo sperimentato sulla pelle la Sua Consolazione in una Pace trovata in quel certo momento… o davanti ad un’ostia esposta .. in una natura che è Parola Sua per noi .. in un sano abbraccio fraterno … potremo anche continuare a restare piegati sotto certi pesi…restiamo piegati..ma non spezzati !
GRAZIE Signore perchè sei il ” Dio che consola” : aiutaci , nei momenti di pericolo e forte tristezza , a mai chiudere gli occhi su questo .
Oggi,19-agosto Memoria di San GIOVANNI EUDES, La Liturgia delle ore ci ha regalato una bellissima pagina dal titolo:”FONTE DELLA SALVEZZA E DELLA VERA VITA”.
Immergersi in questa stupenda lettura ne esci con il cuore dilatato e gonfio di “GIOIA”, quella che proviene da quel “CUORE” che ha “AMATO” tutti noi fino alla”FINE”. Veniamo invitati a diventare una cosa sola con LUI, a vivere di LUI e per LUI,offrendo tutta la nostra esistenza,ed essere LUI solo l’unico motivo del nostro vivere;senza la “SUA” presenza,la nostra vita non avrebbe scopo di esistere.Doniamo generosamente tutto quello che possediamo,prima di tutto le nostre miserie, perchè le impreziosisca con il “SUO” AMORE misericordioso.Poi tutto il nostro amore esclusivo,totale, generoso.
“GESU’ VITA VERA, DONO INFINITO DEL PADRE PER L’UMANITA’,
AIUTAMI A COMPRENDERE CHE TU SEI IL MIO TUTTO, VIVI IN ME,AGISCI IN ME, FACENDOTI DONO NELLA SANTA EUCARESTIA”
PANE CHE SAZIA IL DESIDERIO DI TE”.
“Quanto è grande il sacerdote! Se egli comprendesse, morirebbe. Dio gli obbedisce! Dice due parole e nostro Signore scende dal cielo”.
“Se avessimo fede, vedremmo Dio nascosto nel sacerdote come una luce dietro il vetro, come il vino mescolato nell’acqua”.
“Quando il sacerdote è all’altare o sul pulpito, DOBBIAMO GUARDARLO COME SE FOSSE DIO STESSO”
(Curato d’Ars)
“Se esiste un uomo non violento, perché non può esistere una famiglia non violenta?
E perché non un villaggio?
Una città, un paese, un mondo non violento?”
(Mahatma Gandhi)
PREGARE L’AVE MARIA con il commento mi ha rinfrancato l’anima. Quanto è necessario alla nostra spiritualità accogliere pensieri che ci avvicinano sempre di più a LUI! E’la VERGINE MARIA che ci conduce a suo FIGLIO prendendoci amorevolmente per mano, intercedendo per la nostra umana fragilità. Ti ringraziamo Vergine Santa, con il Tuo “SI” generoso hai contribuito alla nostra redenzione, ci hai fatto il grande dono di diventare la Madre di GESU’. Lui ti ha lasciato a noi come Madre, e noi siamo stati affidati a te come figli. Sei la piena di GRAZIA, sei la REGINA del cielo e della terra. Colui che si rivolge a Te con fede non resta deluso, perchè Tu sei la MADRE di ogni vivente,la più grande di tutte le madri. MARIA PORTACI DA GESU’ E SAREMO ETERNAMENTE FELICI. AMEN
Placa, o Madre purissima, la selvaggia tempesta dell’anima mia,
che sola ti sei mostrata sulla terra porto di quanti navigano nei mali della vita.
Tu che hai generato la Luce, illumina, o Pura, gli occhi del mio cuore.
Sei stata data a noi, sulla terra, come protezione, baluardo e vanto; ci sei stata data come torre e sicura salvezza, per questo non temiamo più i nemici noi che piamente ti magnifichiamo.
(san Giuseppe Studita)
” Mi rivolgo a Te, come figlio a Madre….
Stendimi la mano, dammi il tuo aiuto:
per poter come Te
STARE IN PIEDI NELLA PROVA ,
e SAPER SEMPRE GUARDARE PIU’ IN LA’ ,
AL DIO CHE CONOSCE
ed è vivo nei secoli dei secoli.
Amen “
…Ho letto il tuo sms sull’Assunta…
Già la Festa dell’Assunta… Questi TEMPI…..sono davvero crudeli…eppure sono i nostri tempi e dobbiamo affrontare tutto ciò che contengono… Devi sapere, che da un po’ di tempo…mi faccio, alla fine delle mie strapienissime giornate…la stessa domanda, e cioè: “Ma cosa sto facendo…dove sto andando a finire.. se non riesco neanche + a tenere gli occhi aperti x qualche preghiera… QUANTO DISPIACERE STO FACENDO A GESU’…? Allora, invece di pregare di corsa… e male…ho iniziato in quei brevi momenti e fare tante piccole riflessioni…provando a dare 1 risposta a me stessa e al mio Signore: Caro Gesù il ns appuntamento non è rimandato…dimenticato…sostituito…; Io ti PENSO SEMPRE….io ti PREGO SEMPRE…in tutte le cose che faccio durante le mie giornate, quando lavoro…quando discuto…quando penso…quando agisco…quando vado da L.…quando rientro a casa alla sera e ricomincio a lavorare a discutere a parlare etc etc…Ecco, cosa posso offrire DI VERO di me…a Gesù . tutti i miei affanni…una vita fatta di tante cose ..forse troppe.. ma di 1 cosa sono davvero convinta: sono tutte cose di VITA VERA.. e la vita vera è fatta di tremende corse…tanti sacrifici e tribolazioni… ma è pur sempre 1 vita di FEDE VISSUTA CON LUI.
Tutto questo …mi serve come RICARICA QUOTIDIANA…
però TU DEVI AIUTARMI a ritrovare anche l’altra parte del mio dialogo con Gesù…devo ristabilire con LUI le “confidenze”…i “segreti pensieri”…..il dialogo d’Amore padre-figlia…e voglio ritornare anche a PREGARE…
“INNO per la FESTA della TRASFIGURAZIONE del SIGNORE”
Ancora e sempre
sul monte di luce
Cristo ci guidi
perchè comprendiamo
il suo mistero di Dio e di uomo,
umanità che si apre al divino.
In lui soltanto l’umana natura
trasfigurata è presenza divina,
in lui già ora
son giunti a pienezza
giorni e millenni,e legge e profeti.
Andiamo dunque al monte di
luce,
liberi andiamo da ogni possesso:
solo dal monte
possiamo diffondere
luce e speranza
per ogni fratello.
(TUROLDO)
4 AGOSTO: FESTA DEL SANTO CURATO D’ARS. PASTORE SANTO E MAESTRO DI PREGHIERA
REGALIAMOCI UNA PERLA DEL SUO “CATECHISMO”…
L’OPERA PIÙ BELLA DELL’UOMO
È QUELLA DI PREGARE E AMARE
S. Giovanni Maria Vianney, sacerdote
Fate bene attenzione, miei figliuoli: il tesoro del cristiano non è sulla terra, ma in cielo. Il nostro pensiero perciò deve volgersi dov’è il nostro tesoro. QUESTO È IL BEL COMPITO DELL’UOMO: PREGARE ED AMARE. SE VOI PREGATE ED AMATE, ECCO, QUESTA È LA FELICITÀ DELL’UOMO SULLA TERRA.
La preghiera nient’altro è che l’unione con Dio. Quando qualcuno ha il cuore puro e unito a Dio, è preso da una certa soavità e dolcezza che inebria, è purificato da una luce che si diffonde attorno a lui misteriosamente. In questa unione intima, Dio el’anima sono come due pezzi di cera fusi insieme, che nessuno può più separare.
COME È BELLA QUESTA UNIONE DI DIO CON LA SUA PICCOLA CREATURA! È una felicità questa che non si può comprendere. Noi eravamo diventati indegni di pregare. Dio però, nella sua bontà, ci ha permesso di parlare con lui. La nostra preghiera è incenso a lui quanto mai gradito.
Figliuoli miei, il vostro cuore è piccolo, ma la preghiera lo dilata e lo rende capace di amare Dio. La preghiera ci fa pregustare il cielo, come qualcosa che discende a noi dal paradiso. Non ci lascia mai senza dolcezza. Infatti è miele che stilla nell’anima e fa che tutto sia dolce.
NELLA PREGHIERA BEN FATTA I DOLORI SI SCIOLGONO COME NEVE AL SOLE. Anche questo ci dà la preghiera: che il tempo scorra con tanta velocità e tanta felicità dell’uomo che non si avverte più la sua lunghezza. Ascoltate: quando ero parroco di Bresse, dovendo per un certo tempo sostituire i miei confratelli, quasi tutti malati, mi trovavo spesso a percorrere lunghi tratti di strada; ALLORA PREGAVO IL BUON DIO, E IL TEMPO, SIATENE CERTI, NON MI PAREVA MAI LUNGO.
Ci sono alcune persone che si sprofondano completamente nella preghiera come un pesce nell’onda, perché sono tutte dedite al buon Dio. Non c’è divisione alcuna nel loro cuore. O quanto amo queste anime generose! San Francesco d’Assisi e santa Coletta vedevano nostro Signore e parlavano con lui a quel modo che noi ci parliamo gli uni agli altri.
Noi invece quante volte veniamo in chiesa senza sapere cosa dobbiamo fare o domandare! Tuttavia, ogni qual volta ci rechiamo da qualcuno, sappiamo bene perché ci andiamo. Anzi vi sono alcuni che sembrano dire così al buon Dio: «Ho soltanto due parole da dirti, così mi sbrigherò presto e me ne andrò via da te». Io penso sempre che, quando veniamo ad adorare il Signore, otterremmo tutto quello che domandiamo, se pregassimo con fede proprio viva e con cuore totalmente puro.
L’AMORE DI CRISTO
S. Alfonso Maria de’ Liguori, vescovo
Tutta la santità e la perfezione di un’anima consiste nell’amar Gesù Cristo nostro Dio, nostro sommo bene e nostro Salvatore. Forse Iddio non si merita tutto il nostro amore? Egli ci ha amati sin dall’eternità. «Uomo, dice il Signore, considera ch’io sono stato il primo ad amarti. Tu non eri ancora al mondo, il mondo neppur v’era ed io già t’amavo. DA CHE SONO DIO, IO T’AMO». Vedendo Iddio che gli uomini si fan tirare da’ benefici, volle per mezzo de’ suoi doni cattivarli al suo amore. Disse pertanto: «VOGLIO TIRARE GLI UOMINI AD AMARMI CON QUEI LACCI CON CUI GLI UOMINI SI FANNO TIRARE, CIOÈ COI LEGAMI DELL’AMORE». Tali appunto sono stati i doni fatti da Dio all’uomo. Egli dopo di averlo dotato di anima colle potenze a sua immagine, di memoria, intelletto e volontà, e di corpo fornito dei sensi, HA CREATO PER LUI IL CIELO E LA TERRA E TANTE ALTRE COSE TUTTE PER AMOR DELL’UOMO; acciocché servano all’uomo, e l’uomo l’ami per gratitudine di tanti doni.
Ma Iddio non è stato contento di donarci tutte queste belle creature. Egli per cattivarsi tutto il nostro amore è giunto a donarci tutto se stesso. L’Eterno Padre è giunto a darci il suo medesimo ed unico Figlio. Vedendo che noi eravamo tutti morti e privi della sua grazia per causa del peccato, che fece? Per l’amor immenso, anzi, come scrive l’Apostolo, pel troppo amore che ci portava, mandò il Figlio diletto a soddisfare per noi, e così renderci quella vita che il peccato ci aveva tolta.
E DANDOCI IL FIGLIO (NON PERDONANDO AL FIGLIO PER PERDONARE A NOI), INSIEME COL FIGLIO CI HA DONATO OGNI BENE: LA SUA GRAZIA, IL SUO AMORE E IL PARADISO; POICHÉ TUTTI QUESTI BENI SONO CERTAMENTE MINORI DEL FIGLIO: «EGLI CHE NON HA RISPARMIATO IL PROPRIO FIGLIO, MA LO HA DATO PER TUTTI NOI, COME NON CI DONERÀ OGNI COSA INSIEME CON LUI?» (Rm 8, 32).
31 LUGLIO: S. IGNAZIO DI LOYOLA: UNA GRANDE PAGINA CHE FA PENSARE
PROVATE GLI SPIRITI SE SONO DA DIO
Dagli «Atti» raccolti da Ludovico Consalvo dalla bocca
di sant’Ignazio
APPASSIONATO DIVORATORE DI ROMANZI E D’ALTRI LIBRI FANTASIOSI sulle imprese mirabolanti di celebri personaggi, … Ma nella casa dove era ricoverato non si trovò alcun libro di quel genere, per cui gliene furono dati due intitolati «VITA DI CRISTO» E «FLORILEGIO DI SANTI», AMBEDUE NELLA LINGUA MATERNA.
Si mise a leggerli e rileggerli, e man mano che assimilava il loro contenuto, sentiva nascere in sé un certo interesse ai temi ivi trattati. Ma spesso la sua mente ritornava a tutto quel mondo immaginoso descritto dalle letture precedenti. IN QUESTO COMPLESSO GIOCO DI SOLLECITAZIONI SI INSERÌ L’AZIONE DI DIO MISERICORDIOSO.
Infatti, mentre leggeva la vita di Cristo nostro Signore e dei santi, pensava dentro di sé e così si interrogava: «E SE FACESSI ANCH’IO QUELLO CHE HA FATTO SAN FRANCESCO; E SE IMITASSI L’ESEMPIO DI SAN DOMENICO? ». Queste considerazioni duravano anche abbastanza a lungo avvicendandosi con quelle di carattere mondano. Un tale susseguirsi di stati d’animo lo occupò per molto tempo. Ma tra le prime e le seconde vi era una differenza. QUANDO PENSAVA ALLE COSE DEL MONDO, ERA PRESO DA GRANDE PIACERE; POI SUBITO DOPO QUANDO, STANCO, LE ABBANDONAVA, SI RITROVAVA TRISTE E INARIDITO. INVECE QUANDO IMMAGINAVA DI DOVER CONDIVIDERE LE AUSTERITÀ CHE AVEVA VISTO METTERE IN PRATICA DAI SANTI, ALLORA NON SOLO PROVAVA PIACERE MENTRE VI PENSAVA, MA LA GIOIA CONTINUAVA ANCHE DOPO.
Tuttavia egli non avvertiva né dava peso a questa differenza fino a che, APERTI UN GIORNO GLI OCCHI DELLA MENTE, incominciò a riflettere attentamente sulle esperienze interiori che gli causavano tristezza e sulle altre che gli portavano gioia.
Fu la prima meditazione intorno alle cose spirituali. In seguito, ADDENTRATOSI ORMAI NEGLI ESERCIZI SPIRITUALI, COSTATÒ CHE PROPRIO DA QUI AVEVA COMINCIATO A COMPRENDERE QUELLO CHE INSEGNÒ AI SUOI SULLA DIVERSITÀ DEGLI SPIRITI.
“ARRENDIAMOCI ALL’AMORE”
Tu, Dio Padre,
sei straordinaria intensità
di un Amore che
non mi resta lontano,
ma si avvicina a me,
fino a farsi me,
e penetra le mie profondità,
mi avvolge e mi trasforma,
mi raggiunge e spalanca per me
sentieri di una felicità
possibile e nuova.
Tu sei l’Amore che,per me dona
Amen. (M. Fsp)
” LA VITA NON E’ ASPETTARE CHE PASSI LA TEMPESTA , MA IMPARARE A BALLARE SOTTO LA PIOGGIA ”
(Mahatma Gandhi)
Insegnaci ad ASCOLTARE la natura , questo ” splendido libro nel quale TU CI PARLI ” …ad ascoltarla anche quando la natura è TEMPESTA , è dura roccia , è la fatica del sole che si fa spazio tra le nuvole , è l’instancabile lavoro di invisibili radici….
Insegnaci ad ASCOLTARE LE TUE TANTE PAROLE che , in svariati modi , dissemini nelle nostre giornate ma che noi , troppo distratti , riusciamo a cogliere solo in piccola piccola parte …
Aiutaci ad essere tra chi si ” stupisce davanti ai tuoi prodigi “. Aiutaci a restare bambini , a fidarci , ad affidarci .
Alle sorelle che si chiamano MARTA e a tutti noi una bella pagina di S. Agostino
FELICI COLORO CHE HANNO MERITATO DI RICEVERE
IL SIGNORE NELLA PROPRIA CASA
Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo
Marta e Maria erano due sorelle, tutte e due servivano il Signore presente nella carne in perfetta armonia di sentimenti. Marta lo accolse come si sogliono accogliere i pellegrini, e tuttavia accolse il Signore come serva, il Salvatore come inferma, il Creatore come creatura; lo accolse per nutrirlo nel suo corpo mentre lei doveva nutrirsi con lo Spirito. Così dunque il Signore fu accolto come ospite, egli che «venne fra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto. A quanti però l’hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio» (Gv 1, 11-12). Ha adottato dei servi e li ha resi fratelli, ha riscattato dei prigionieri e li ha costituiti coeredi. Tuttavia nessuno di voi osi esclamare: «Felici coloro che hanno meritato di ricevere Cristo in casa propria!». NON RAMMARICARTI, NON RECRIMINARE PERCHÉ SEI NATO IN UN TEMPO IN CUI NON PUOI VEDERE IL SIGNORE NELLA CARNE. EGLI NON TI HA PRIVATO DI QUESTO ONORE, PERCHÉ HA ASSICURATO: «OGNI VOLTA CHE AVETE FATTO QUESTE COSE A UNO SOLO DI QUESTI MIEI FRATELLI PIÙ PICCOLI, L’AVETE FATTO A ME» (MT 25, 40).
Del resto tu, Marta, sia detto con tua buona pace, tu, già benedetta per il tuo encomiabile servizio, come ricompensa domandi il riposo. Ora sei immersa in molteplici faccende, vuoi ristorare dei corpi mortali, sia pure di persone sante. Ma dimmi: Quando sarai giunta a quella patria, troverai il pellegrino da accogliere come ospite? Troverai l’affamato cui spezzare il pane? L’assetato al quale porgere da bere? L’ammalato da visitare? Il litigioso da ricondurre alla pace? Il morto da seppellire?
Lassù non vi sarà posto per tutto questo. E allora che cosa vi sarà? Ciò che ha scelto Maria: là saremo nutriti, non nutriremo. Perciò sarà completo e perfetto ciò che qui Maria ha scelto: da quella ricca mensa raccoglieva le briciole della parola del Signore. E VOLETE PROPRIO SAPERE QUELLO CHE VI SARÀ LASSÙ? IL SIGNORE STESSO AFFERMA DEI SUOI SERVI: «IN VERITÀ VI DICO, LI FARÀ METTERE A TAVOLA E PASSERÀ A SERVIRLI» (Lc 12, 37).
SEI POVERO DI AMORE…!?
Dalle «Omelie» di san Basilio Magno, vescovo
IMITA LA TERRA, O UOMO, produci anche tu i tuoi frutti per non essere inferiore alle cose materiali. La terra produce frutti, però non può goderseli e li produce a tuo beneficio. Tu invece puoi raccogliere a tuo vantaggio tutto ciò che vai producendo. Infatti la ricompensa e il premio delle buone opere vanno a coloro che le hanno compiute. SE HAI DATO ALL’AFFAMATO, DIVENTA TUO TUTTO CIÒ CHE GLI HAI DONATO, ANZI RITORNA A TE ACCRESCIUTO. COME INFATTI IL FRUMENTO, CHE CADE IN TERRA, VA A VANTAGGIO DI COLUI CHE LO HA SEMINATO, COSÌ IL PANE DATO ALL’AFFAMATO RIPORTA MOLTI BENEFICI.
Verrà il momento nel quale dovrai abbandonare le ricchezze, anche tuo malgrado, mentre porterai al Signore la gloria acquistata con le opere buone. SII ATTIVO NEL BENE. Ti approverà allora Dio, ti loderanno gli angeli, ti proclameranno beato tutti gli uomini che sono esistiti dalla creazione del mondo in poi, riceverai la gloria eterna, la corona di giustizia, il regno dei cieli come premio del retto uso delle cose terrene e caduche.
Ma, a quanto pare, di tutti i grandi e incorruttibili beni, oggetto della beata speranza, non ti curi affatto, avido come sei solo di beni terrestri. No, non fare così. LARGHEGGIA CON CIÒ CHE POSSIEDI, SII GENEROSO, ANZI MUNIFICO, NELL’AFFRONTARE SPESE A BENEFICIO DEI BISOGNOSI. SI DICA ANCHE DI TE: «EGLI DONA LARGAMENTE AI POVERI: LA SUA GIUSTIZIA RIMANE PER SEMPRE» (Sal 111, 9).
Quanto dovresti essere grato al donatore benefico per quell’onore che ti viene fatto! Quanto dovresti essere contento di non dover tu battere alla porta altrui, ma gli altri alle tue! E INVECE SEI INTRATTABILE E INABBORDABILE. EVITI DI INCONTRARTI CON CHI TI POTREBBE CHIEDERE QUALCHE SPICCIOLO. TU NON CONOSCI CHE UNA FRASE: «NON HO NULLA E NON POSSO DAR NULLA, PERCHÉ SONO NULLATENENTE». IN EFFETTI TU SEI VERAMENTE POVERO, ANZI PRIVO DI OGNI VERO BENE. SEI POVERO DI AMORE, POVERO DI UMANITÀ, POVERO DI FEDE IN DIO, POVERO DI SPERANZA NELLE REALTÀ ETERNE.
LA TUA CROCE
La sapienza eterna di Dio ha previsto fin da principio la CROCE che Egli ti invia dal profondo del suo cuore come un dono prezioso.
PRIMA DI INVIARTELA EGLI L’HA CONTEMPLATA CON I SUOI OCCHI ONNISCENTI, l’ha meditata col Suo divino intelletto, l’ha esaminata al lume delle Sua sapiente giustizia.
E LE HA DATO CALORE STRINGENDOLA TRA LE SUE BRACCIA AMOROSE, L’HA SOPPESATA CON AMBO LE MANI SE MAI NON FOSSE DI UN MILLIMETRO TROPPO GRANDE O DI UN MILLIMETRO TROPPO GREVE.
POI L’HA BENEDETTA nel Suo nome santissimo, l’ha cosparsa col balsamo della Sua Grazia e col profumo del Suo conforto.
POI HA GUARDATO ANCORA TE, AL TUO CORAGGIO.
PERCIÒ LA CROCE VIENE A TE DAL CIELO, COME UN SALUTO DEL SIGNORE, COME UNA ELEMOSINA DEL SUO MISERICORDIOSO AMORE.
(s. Francesco di Sales)
PENSANDO ALL’ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA…
MISERICORDIA DIVINA E UMANA
S. Cesario di Arles, vescovo
«Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia » (Mt 5, 7); dolcissima è questa parola «misericordia», fratelli carissimi, ma se è già dolce il nome, quanto più la realtà stessa. Sebbene tutti vogliano che nei loro confronti si usi misericordia, non tutti si comportano in modo da meritarla. MENTRE TUTTI VOGLIONO CHE SIA USATA MISERICORDIA VERSO DI LORO, SONO POCHI QUELLI CHE LA USANO VERSO GLI ALTRI.
O uomo, con quale coraggio osi chiedere ciò che ti rifiuti di concedere agli altri? Chi desidera di ottenere misericordia in cielo deve concederla su questa terra. Poiché dunque tutti noi, fratelli carissimi, desideriamo che ci sia fatta misericordia, cerchiamo di rendercela protettrice in questo mondo, perché sia nostra liberatrice nell’altro. C’è infatti in cielo una misericordia, a cui si arriva mediante le misericordie esercitate qui in terra. Esiste dunque una misericordia terrena e una celeste, una misericordia umana e una divina. QUALE È LA MISERICORDIA UMANA? QUELLA CHE SI VOLGE A GUARDARE LE MISERIE DEI POVERI. QUALE È INVECE LA MISERICORDIA DIVINA? QUELLA, SENZA DUBBIO, CHE TI CONCEDE IL PERDONO DEI PECCATI.
Tutto ciò che la misericordia umana dà durante il nostro pellegrinaggio, la misericordia divina lo restituisce in patria. Dio infatti su questa terra ha fame e sete nella persona di tutti i poveri, come ha detto egli stesso: «Ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a me» (Mt 25, 40). QUEL DIO CHE SI DEGNA DI RICOMPENSARE IN CIELO VUOLE RICEVERE QUI IN TERRA.
E chi siamo noi che quando Dio dona vogliamo ricevere e quando chiede non vogliamo dare? Quando un povero ha fame, è Cristo che ha fame, come egli stesso ha detto: «Ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare» (Mt 25, 42). Non disprezzare dunque la miseria dei poveri, se vuoi sperare con sicurezza il perdono dei peccati. Cristo, fratelli, ha fame; egli si degna di aver fame e sete in tutti i poveri; quello che riceve sulla terra lo restituisce in cielo.
Che cosa volete, fratelli, e che cosa chiedete quando venite in chiesa? Certamente non altro che la misericordia di Dio. Date dunque quella terrena ed otterrete quella celeste. Il povero chiede a te; anche tu chiedi a Dio; ti chiede un pezzo di pane; tu chiedi la vita eterna. Da’ al povero per meritare di ricevere da Cristo. ASCOLTA LE SUE PAROLE: «DATE E VI SARÀ DATO» (Lc 6, 38). Non so con quale coraggio pretendi di ricevere quello che non vuoi dare. QUANDO PERCIÒ VENITE IN CHIESA, NON NEGATE AI POVERI UN’ELEMOSINA, ANCHE SE PICCOLA, SECONDO LE VOSTRE POSSIBILITÀ.
FESTA DI S. GIACOMO: AUGURI A TUTTI GLI AMICI CHE OGGI FESTEGGIANO IL LORO ONOMASTICO CON QUESTA BELLA PAGINA S. GIOVANNI CRISOSTOMO
I figli di Zebedeo chiedono al Cristo: «Concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra» (Mc 10, 37). Cosa risponde il Signore? Per far loro comprendere che nella domanda avanzata non vi è nulla di spirituale e che, se sapessero ciò che chiedono, non lo domanderebbero, risponde: «Non sapete ciò che domandate», cioè non ne conoscete il valore, la grandezza e la dignità, superiori alle stesse potenze celesti. E aggiunge: «Potete bere il calice che io bevo, o ricevere il battesimo con cui io sono battezzato?» (Mc 10, 38). Voi, sembra dir loro, mi parlate di onori e di dignità; io vi parlo, invece, di lotte e di sudori. Non è questo il tempo dei premi, né la mia gloria si manifesta ora. Il presente è tempo di morte violenta, di guerre e di pericoli.
Osservate quindi come, rispondendo loro con un’altra domanda, li esorti e li attragga. Non chiede se sono capaci di morire, di versare il loro sangue, ma domanda: «Potete voi bere il calice» e per animarli aggiunge «che io devo bere?», in modo da renderli, con la partecipazione alle sue sofferenze, più coraggiosi. Chiama la sua passione «battesimo» per far capire che tutto il mondo ne avrebbe ricevuto una grande purificazione. I due discepoli rispondono: «Possiamo!». Promettono immediatamente, senza sapere ciò che chiedono, con la speranza che la loro richiesta sia soddisfatta. E Gesù risponde: «Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e il battesimo che io ricevo anche voi lo riceverete» (Mc 10, 39). Preannunzia loro grandi beni: Voi, cioè, sarete degni di subire il martirio e soffrirete con me; finirete la vita con una morte eroica e parteciperete a questi miei dolori. «Ma sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato» (Mc 10, 40).
Dopo aver preparato l’animo dei due discepoli e dopo averli fortificati contro il dolore, allora corregge la loro richiesta.
«Gli altri dieci si sdegnarono con i due fratelli» (Mt 20, 24). Notate come tutti gli apostoli siano ancora imperfetti, sia i due che vogliono innalzarsi sopra i dieci, sia gli altri che hanno invidia di loro. Ma, come ho già detto, osservateli più tardi, e li vedrete esenti da tutte queste miserie. Giovanni stesso, che ora si fa avanti anche lui per ambizione, cederà in ogni circostanza il primato a Pietro, sia nella predicazione, sia nel compiere miracoli, come appare dagli Atti degli Apostoli. Giacomo, invece, non visse molto tempo dopo questi avvenimenti. Dopo la Pentecoste infatti sarà tale il suo fervore che, lasciato da parte ogni interesse terreno, perverrà ad una virtù così elevata da essere ritenuto maturo di ricevere subito il martirio.
DALLA «LETTERA AI CRISTIANI DI MAGNESIA» DI SANT’IGNAZIO
DI ANTIOCHIA, VESCOVO E MARTIRE
Ho una raccomandazione da farvi: procurate di compiere ogni azione nella concordia di Dio, sotto la guida del vescovo che tiene il posto di Dio, dei presbiteri che rappresentano il collegio apostolico e dei diaconi a me tanto cari, ai quali è stato affidato il ministero di Gesù Cristo che era prima dei secoli presso il Padre e si è manifestato alla fine dei tempi. Poiché partecipate agli stessi sentimenti di Dio, ABBIATE UN GRANDE RISPETTO RECIPROCO. NESSUNO GIUDICHI IL PROSSIMO CON VISTE PURAMENTE UMANE, MA AMATEVI SEMPRE GLI UNI GLI ALTRI IN GESÙ CRISTO. Non vi sia in noi alcun motivo di divisione. Tenetevi uniti al vescovo e a quelli che presiedono, in modo da fornire a tutti un’immagine e una prova della vita immortale nel cielo.
Il Signore Gesù, che è uno con il Padre, non ha fatto nulla senza il Padre, né da se stesso, né per mezzo degli apostoli. COSÌ ANCHE VOI NON FATE NULLA SENZA IL VESCOVO E I PRESBITERI. Non cercate di far passare per buono ciò che fate in privato e per conto vostro, ma PREFERITE LA FORMA COMUNITARIA. Una sola sia la preghiera, una l’invocazione, uno lo spirito, una la speranza nella carità, nella gioia santa, CHE È CRISTO, DI CUI NULLA C’È DI PIÙ PREZIOSO. CORRETE TUTTI, COME AD UN UNICO TEMPIO DI DIO, AD UN UNICO ALTARE, ALL’UNICO GESÙ CRISTO CHE È USCITO DALL’UNICO PADRE, RIMANENDO PRESSO DI LUI E A LUI FACENDO RITORNO. Se viviamo ancora alla maniera dei Giudei, conformandoci alla legge, dimostriamo di non aver ricevuto la grazia, MENTRE GIÀ I PROFETI, ISPIRATI DA DIO, VISSERO SECONDO GESÙ CRISTO. Quei santi uomini soffrirono anche persecuzioni, sostenuti dalla sua grazia, per convincere gli increduli che c’è un solo Dio e che egli si sarebbe manifestato per mezzo del Messia, cioè di Gesù Cristo, suo Figlio, CHE È IL SUO VERBO USCITO DAL SILENZIO. QUESTI PIACQUE IN OGNI COSA A COLUI CHE L’AVEVA MANDATO. Quelli che vissero nel vecchio ordine di cose hanno abbracciato la nuova speranza e non osservano più il sabato, ma celebrano il giorno del Signore, nel quale abbiamo cominciato a partecipare alla vita del Cristo e anche alla sua morte, mistero che alcuni negano, e che invece è sorgente della nostra fede e della pazienza con la quale noi soffriamo, per essere trovati discepoli di Gesù Cristo, unico nostro maestro. Se così fanno quelli del vecchio ordine, come potremmo vivere noi senza di lui, QUANDO ANCHE I PROFETI, SUOI DISCEPOLI IN ISPIRITO, LO ASPETTAVANO COME MAESTRO? PER QUESTO EGLI, DA ESSI SANTAMENTE ATTESO, VENUTO CHE FU, LI RISUSCITÒ DAI MORTI.
“INNO”
E’ QUESTA VITA UN DONO DI FEDE
e dalla fede è
la nostra speranza,
MA E’ L’AMORE
a colmare la grazia:
del CRISTO-DIO
cantiamo la gloria.
GIA’ NELLA NOTTE FU EGLI CONDOTTO
come agnello
ALLA SANTA PASSIONE:
sopra la croce
portava noi tutti,
PASTORE NUOVO
di un gregge redento.
PREGHIERE DUNQUE LEVIAMO
obbedienti a chi ci ha resi
ancor salvi e liberi:
perchè nessuno
più sia del mondo
COME DEL MONDO
LUI STESSO
NON ERA.
(Turoldo)
GODIAMOCI QUESTA MAGNIFICA PAGINA DI COMMENTO AL VANGELO DI OGGI DI San Romano il Melode
« Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita »
Come la donna che soffriva d’emorragia, io mi inchino davanti a te, Signore, perché tu mi liberi dalla sofferenza e mi conceda il perdono delle mie colpe, affinché con compunzione di cuore, io ti gridi: “Salvatore, salvami”… Lei veniva a te nascondendosi, Salvatore, perché ti considerava un semplice uomo, ma la sua guarigione le ha insegnato che sei Dio e uomo insieme. In segreto ti ha toccato il lembo, timorosa nell’anima…, dicendo dentro di sé: “Come potrei farmi vedere da colui che osserva tutto, io che porto la vergogna delle mie colpe? Se il Purissimo vedrà il flusso di sangue, si allontanerà da me che sono impura, e questo sarà più terribile della mia piaga, se mi volterà le spalle nonostante il mio grido: Salvatore, salvami. “Al vedermi, TUTTI MI GRIDANO: ‘DOVE VAI? DONNA, RENDITI CONTO DELLA TUA VERGOGNA, sappi chi sei e chi è colui a cui vorresti avvicinarti ora! Tu, l’impura, avvicinarti al Purissimo! Va’ prima a purificarti, e quando avrai pulito la macchia che porti, allora andrai verso di lui gridando: SALVATORE, SALVAMI.’ “Cercate di causarmi più pena del mio stesso male? So che lui è puro, e proprio per questo andrò da lui, per essere liberata dall’obbrobrio e dall’ignominia. Non impeditemi dunque… di gridare: Salvatore, salvami”.
“ LA FONTE SPARGE ACQUA PER TUTTI: CON QUALE DIRITTO VOI LA CHIUDETE?… Siete testimoni delle sue guarigioni… Ogni giorno ci incoraggia dicendo: ‘VENITE A ME, VOI TUTTI CHE SIETE OPPRESSI DA MOLTI MALI, ED IO VI RISTORERÒ’ (MT 11,28). Vuol fare il dono della salute a tutti. E voi, perché mi strapazzate, impedendomi di gridargli…: Salvatore, salvami”?… Colui che sa ogni cosa… voltatosi dice ai suoi discepoli: “Chi mi ha toccato il mantello? (Mc 5,30)… Perché mi dici, Pietro, che una gran folla mi si stringe attorno? Non toccano la mia divinità, invece QUESTA DONNA, TOCCANDO IL MIO MANTELLO VISIBILE, HA AFFERRATO LA MIA NATURA DIVINA, E HA ACQUISTATO LA SALUTE GRIDANDOMI: SALVATORE, SALVAMI… “FATTI CORAGGIO, ORA, DONNA… Sii dunque ormai in buona salute… Questa non è l’opera delle mie mani, bensì l’opera della tua fede. Infatti molti hanno toccato il mio lembo, senza però ottenere la forza, perché non avevano fede. Tu mi hai toccato con molta fede, hai ricevuto la salute, per questo ora ti ho condotta davanti a tutti, perché dicessi: Salvatore, salvami.”
RICEVO E CONDIVIDO UNA BELLA PREGHIERA: RENDICI TUOI TABERNACOLI.
O Cristo,avido di moltiplicare la tua presenza,
fa’ di noi dei tabernacoli
simili a quello che ti sei scelto di pietra o di metallo.
Riempici con la tua presenza eucaristica,
silenziosa e insieme straripante.
Impadronisciti del nostro cuore,
affinchè questa dimora di carne ti appartenga.
Chiuditi in noi come hai voluto chiuderti
sui nostri altari nella prigione del tuo amore,in una presenza ininterrotta.
Santifica tutto in noi,
affinchè possiamo offrirti un vero santuario
e rimanere degni di essere per sempre il tuo tabernacolo.
Rendici adatti a trasmettere agli altri,
attraverso l’opacità della nostra povera persona,
il tuo irraggiamento.
L’INCREDUTITA’ DI TOMMASO HA GIOVATO A NOI…?S. GREGORIO MAGNO papa
«Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù» (Gv 20, 24). Questo solo discepolo era assente. Quando ritornò udì il racconto dei fatti accaduti, ma rifiutò di credere a quello che aveva sentito. Venne ancora il Signore e al discepolo incredulo offrì il costato da toccare, mostrò le mani e, indicando la cicatrice delle sue ferite, guarì quella della sua incredulità.
Che cosa, fratelli, intravvedete in tutto questo? Attribuite forse a un puro caso che quel discepolo scelto dal Signore sia stato assente, e venendo poi abbia udito il fatto, e udendo abbia dubitato, e dubitando abbia toccato, e toccando abbia creduto?
No, questo non avvenne a caso, ma per divina disposizione. La clemenza del Signore ha agito in modo meraviglioso, poiché quel discepolo, con i suoi dubbi, mentre nel suo maestro toccava le ferite del corpo, guariva in noi le ferite dell’incredulità. L’incredulità di Tommaso ha giovato a noi molto più, riguardo alla fede, che non la fede degli altri discepoli. Mentre infatti quello viene ricondotto alla fede col toccare, la nostra mente viene consolidata nella fede con il superamento di ogni dubbio. Così il discepolo, che ha dubitato e toccato, è divenuto testimone della verità della risurrezione.
Toccò ed esclamò: «Mio Signore e mio Dio!».
Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto » (Gv 20, 28-29). Siccome l’apostolo Paolo dice: «La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono», è chiaro che la fede è prova di quelle cose che non si possono vedere. Le cose che si vedono non richiedono più la fede, ma sono oggetto di conoscenza. Ma se Tom maso vide e toccò, come mai gli vien detto: «Per ché mi hai veduto, hai creduto»? Altro però fu ciò che vide e altro ciò in cui credette. La divinità infatti non può essere vista da uomo mortale. Vide dunque un uomo e riconobbe Dio, dicendo: «Mio Signore e mio Dio!». Credette pertanto vedendo. Vide un vero uomo e disse che era quel Dio che non poteva vedere.
Ci reca grande gioia quello che segue: «Beati quelli che pur non avendo visto crederanno!» (Gv 20, 28). Con queste parole senza dubbio veniamo indicati specialmente noi, che crediamo in colui che non abbiamo veduto con i nostri sensi. Siamo stati designati noi, se però alla nostra fede facciamo seguire le opere. Crede infatti davvero colui che mette in pratica con la vita la verità in cui crede. Dice invece san Paolo di coloro che hanno la fede soltanto a parole: «Dichiarano di conoscere Dio, ma lo rinnegano con i fatti» (Tt 1, 16). E Giacomo scrive: «La fede senza le opere è morta» (Gc 2, 26).
LA GRANDE EMOZIONE PER IL GIOVANE PRETE MORTO DI TUMORE
Quel che ci dice la morte di don Salvatore
Matteo Liut
1 luglio 2015
Ma che cosa c’è dietro all’ondata di commozione per la morte prematura di don Salvatore Mellone? È davvero solo la pietà suscitata dal giovane di Barletta che ha coronato il suo sogno di diventare prete grazie all’ordinazione concessa anzitempo a causa di una grave malattia, o c’è qualcosa di più?
Perché un’infinità di persone si sono sentite parte di questa storia così triste e allo stesso tempo così piena di speranza?
PERCHÉ COSÌ TANTI HANNO VOLUTO DICHIARARE SUL WEB O ATTRAVERSO LETTERE LA LORO PARTECIPAZIONE?
Rispondere a queste domande significa gettare uno sguardo dentro al cuore del nostro tempo e scoprire che al di là della nostra indaffarata quotidianità siamo percorsi da una irrinunciabile sete di bene. E don Salvatore, nella semplicità di un sogno inseguito con tanta determinazione, ce lo ha ricordato.
Sì, perché lui avrebbe potuto tenere per sé questi ultimi mesi terreni, e invece, offrendo anche l’ultimo raggio di vita che gli restava, ha scelto di viverli nel ministero, nel servizio agli altri, nel dono totale di sé.
Scelta controcorrente? Non solo: è una scelta rivoluzionaria per il nostro tempo. È la rivoluzione della vera felicità, di una pienezza di vita che tutti inseguiamo disperatamente, con tutte le nostre forze, anche se alle volte ce ne dimentichiamo. Ed ecco allora che appena un testimone ce lo ricorda rimaniamo stupiti e affascinati. Oggi forse proviamo proprio ciò che i discepoli di Gesù sperimentarono davanti al sepolcro vuoto: IL BUIO DELLA PERDITA E DELLA MORTE ASSIEME ALLA LUCE DELLA PIENEZZA DI VITA. SIAMO NEL CENTRO DELLA CONTRADDIZIONE CHE FONDA L’ESISTENZA UMANA: RADICATI IN UNA DIMENSIONE LIMITATA MA DESTINATI AD ALTRO, ANZI, ALL’ALTRO.
La sete del bene, la sete della felicità, la sete di eternità: diventiamo subito grati a chi ci ricorda che sono queste le nostre aspirazioni più radicate. Ecco perché oggi siamo in tanti a voler dire grazie a don Salvatore per averci offerto l’esempio di un prete che ha vissuto fino all’ultimo respiro la propria vocazione sacerdotale, CIOÈ QUELL’AFFASCINANTE CHIAMATA AD APRIRE UN VARCO TRA CIELO E TERRA ROMPENDO GLI STECCATI ENTRO CUI CONSERVIAMO LE NOSTRE ORDINARIE SICUREZZE.
L’ADDIO COMMOSSO DI BARLETTA A DON SALVATORE
Sabina Leonetti 30 giugno 2015
…Forse noi vediamo l’accaduto e non capiamo. Ma la Parola di Dio è chiara: “Grazia e misericordia sono per i suoi eletti e protezione per i suoi santi”. Così l’arcivescovo di Trani- Barletta-Bisceglie, Giovan Battista Pichierri, ha introdotto l’omelia delle esequie di don Salvatore Mellone, ordinato presbitero il 16 aprile scorso e morto prematuramente a soli 38 anni nella Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.
74 giorni di sacerdozio vissuti alla sequela di Cristo, intimamente unito a Lui con la sua sofferenza e senza mai perdere il sorriso. La sua anima era gradita al Signore – continua Pichierri riprendendo il testo della Sapienza – perciò si affrettò ad uscire dalla malvagità.
Don Salvatore ha manifestato e testimoniato nella sua lancinante malattia una fede grande e profonda, radicata nella volontà di Dio. Avvertiva l’anelito di esercitare il ministero sacerdotale tra gli ammalati per portare consolazione e fiducia in quello che Dio soltanto sa fare per il sommo bene dei suoi figli.
Per questo, ci esorta l’apostolo Paolo annunziandolo ai cristiani di Corinto, non dobbiamo scoraggiarci, perché “se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno”. E aggiunge: “il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose invisibili, perché sono di un momento, mentre quelle invisibili sono eterne”.
E così è stato per don Salvatore, che inchiodato a letto, mentre vedeva giorno dopo giorno il suo corpo trasformarsi e “fare le bizze” come lui stesso diceva, sfiancato dal cancro, il suo spirito era invece alato in Dio, e il suo cuore aperto alla Chiesa, ai fratelli, ai suoi cari, all’umanità intera.
L’ultimo numero del giornale parrocchiale La stadera ha raccolto per lui tante testimonianze, lettere di ringraziamento e preghiere, richieste di benedizione: da Padova durante la Maratona Antonio corre per lui; i giovani della parrocchia SS. Crocifisso hanno scritto un canto a lui dedicato, Dono d’amore sei tu, che ha accompagnato il feretro e il lungo corteo al termine della liturgia esequiale, con oltre 60 sacerdoti, 20 diaconi e i seminaristi del Seminario Regionale di Molfetta.
Tantissimi i fedeli che hanno invaso il quartiere Patalini di Barletta, accorsi per l’ultimo saluto e che hanno gremito all’inverosimile la Chiesa SS. Crocifisso, nonostante il caldo asfissiante, e il salone parrocchiale: Tiziana, di una parrocchia limitrofa, catechista dice: «Ho sentito il dovere e il richiamo, lui ci ha insegnato tanto». Marisa, 16 anni, è tra i volontari del servizio accoglienza: «Avrei voluto nascere prima – dice – per conoscerlo bene e fare con lui esperienza di camposcuola. I miei amici raccontano che aveva un carisma particolare nel riportare ogni conversazione sul messaggio cristiano. Di solito alla mia età facilmente ci si distrae, siamo presi dai cellulari, dai messaggi, dai social, invece don Salvatore riusciva a richiamare la nostra attenzione e a illuminarci con la Parola di Dio».
La sorella Adele chiosa: «Il sepolcro è vuoto. A tutti hai lasciato qualcosa: ai catechisti, agli amici di sempre con cui hai maturato il cammino vocazionale e condiviso il tuo percorso spirituale, ai seminaristi, ai presbiteri, ai familiari, agli ammalati che non potevi abbandonare e per i quali hai avuto fino all’ultimo una parola, una carezza, uno sguardo. Aiutaci ora in questo arduo compito di carità e gratuità ad essere i Buon Samaritano dei tempi moderni».
“Beato chi ce l’ha, la famiglia”, anche quando fosse da “restaurare” ma… FAMIGLIA! Perché averla è tenere accesa ancora una piccola fiammella di… speranza!
Cari amici.
Parliamo tanto di…amicizia ma coltivare una vera, sincera amicizia non è facile…vi partecipo questa bella pagina sull’argomento
Dal trattato «L’amicizia spirituale» del beato Aelredo, abate (Lib. III)
La vera, perfetta ed eterna amicizia
…Invece quel giovane affezionatissimo, mantenendo i patti dell’amicizia, forte davanti alle minacce, paziente di fronte alle invettive, spregiando il regno per la fedeltà all’amico, dimentico della gloria, ma memore della stima, disse: Tu sarai re ed io sarò secondo dopo di te. Questa è la vera, perfetta, salda ed eterna amicizia, che l’invidia non intacca, il sospetto non sminuisce, l’ambizione non riesce a rompere. Messa alla prova non vacillò, bersagliata non cadde, battuta in breccia da tanti insulti rimase inflessibile, provocata da tante ingiurie restò incrollabile. «Va’, dunque, e fa’ anche tu lo stesso» (Lc 10, 37).
R. Un amico fedele è una protezione potente.
* Chi lo trova, trova un tesoro.
V. Chi teme il Signore, avrà buone amicizie;
come uno è, così sarà il suo amico.
R. Chi lo trova, trova un tesoro.
E un adolescente disse: Parlaci dell’Amicizia.
E lui rispose dicendo:
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
È il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
È la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l’amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell’amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall’amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell’amicizia altro scopo che l’approfondimento dello spirito.
Poiché l’amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l’amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell’amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.
( Kahlil Gibran )
Sì, ci sono luoghi in cui respiriamo “aria di cielo” e per me Villa S Biagio anche con il suo Silenzio è uno di questi .
Ci sono letture che ci aiutano a respirarla l’aria di cielo : “ti ho amato di amore eterno per questo continuo ad esserti fedele”..e meno male che poche righe sotto si legge quel ” ..tra loro ci sono il cieco e lo zoppo , la donna incinta e la partoriente..” altrimenti mi sentirei ancora più indegna e forse “fuori” da questo Suo Amore Eterno
Ci sono sacerdoti e persone che ci aiutano a respirare questa “aria di cielo”…GRAZIE , Signore anche per loro, per averli messi sulla nostra strada .
Poi lo sappiamo che siamo così ancorati ai nostri fanghi , alle nostre visuali terraterra ..ma quegli attimi di cielo ..attimi/dono ci fanno alzare lo sguardo , là dove poi cerchiamo , con il Tuo aiuto ,di mantenerlo .
Grazie , Signore..