PROPOSTE DI ” VILLA S. BIAGIO” PER VIVERE IL TEMPO DI PASSIONE:  CON GESU’ VERSO LA PASQUA .

V  SETTIMANA  DI QUARESIMA

giobbe 3
  •  Cari amici, mancano ormai pochi giorni alla settimana santa… 20 SACERDOTI SONO RADUNATI A VILLA S. BIAGIO PER un corso di ESERCIZI SPIRITUALI .  STIAMO MEDITANDO  IL LIBRO DI GIOBBE… “TI CONOSCEVO PER SENTITO DIRE… ORA I MIEI OCCHI TI VEDONO”  Fede per sentito dire o per esperienza personale?  Chiedo una preghiera per i 20 sacerdoti partecipanti che provengono da ogni parte d’Italia, dall’Albania e dalla Romania e dalla Costa d’avorio. Il libro di Giobbe ci darà efficaci spunti per la nostra meditazione… fraternamente dv
  • GIOBBE,  INVOCAZIONE DI CRISTO  GESù10
  1. GB è libro sapienziale: più insegnamento che storia… Frutto di riflessione dei secoli…fiume che si arricchisce di affluenti.
  2. Riflessione sui grandi temi di Dio e dell’uomo, del perché del dolore umano, perché Dio non interviene sulle ingiustizie umane, che Padre è se lascia morire un bambino?  E’ la messa in discussione dei principi tradizionali per cui i buoni vengono premiati e i cattivi castigati (cfr sal 36)
  3. Sono i grandi temi che costituiscono un implicito appello alla venuta di Gesù, il PAZIENTE PER ECCELLENZA!
  • QUALE E’ IL NOSTRO RAPPORTO CON DIO? Giobbe ci aiuta nel discorso essenziale di fede:  Per sentito dire o per esperienza? Ritrovare il suo volto, superando barriere che frapponiamo tra  noi e LUI:
  • IL LIBRO DEI TEMI DI FONDO: in particolare nel c. 1-2:

1.     L’uomo sa amare gratuitamente o è sempre interessato?

2.     Le prove vengono per tutti o i buoni sono risparmiati?

3.     La prova non sarà il banco di prova del vero amore amicale, sponsale, religioso?

4.     Perdersi in tanti perché o accettare il mistero ?

giobbe-w

  • C. 40 1Il Signore prese a dire a Giobbe: «Il censore vuole ancora contendere con l’Onnipotente? L’accusatore di Dio risponda!». Giobbe prese a dire al Signore: «Ecco, non conto niente: che cosa ti posso rispondere? Mi metto la mano sulla bocca. Ho parlato una volta, ma non replicherò, due volte ho parlato, ma non continuerò».
  • Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano7«Cingiti i fianchi come un prode: io t’interrogherò e tu mi istruirai! Oseresti tu cancellare il mio giudizio, dare a me il torto per avere tu la ragione?
  • Ecco, l’ippopotamo che io ho creato al pari di te, Esso è la prima delle opere di Dio; solo il suo creatore può minacciarlo con la spada. Ecco, se il fiume si ingrossa, egli non si agita, anche se il Giordano gli salisse fino alla bocca, resta calmo.Chi mai può afferrarlo per gli occhi, o forargli le narici con un uncino? ».

C. 42 1GIOBBE PRESE A DIRE AL SIGNORE:

COMPRENDO CHE TU PUOI TUTTO

E CHE NESSUN PROGETTO PER TE È IMPOSSIBILE.

CHI È COLUI CHE, DA IGNORANTE,

PUÒ OSCURARE IL TUO PIANO?

DAVVERO HO ESPOSTO COSE CHE NON CAPISCO,

COSE TROPPO MERAVIGLIOSE PER ME,

CHE NON COMPRENDO.

ASCOLTAMI E IO PARLERÒ, IO T’INTERROGHERÒ

E TU MI ISTRUIRAI!

IO TI CONOSCEVO SOLO PER SENTITO DIRE,

MA ORA I MIEI OCCHI TI HANNO VEDUTO.

PERCIÒ MI RICREDO E MI PENTO SOPRA POLVERE E CENERE».

  •   Una preghiera:
  1. Avevo chiesto a Dio la forza per raggiungere il successo,
    ho ricevuto la debolezza affinché imparassi a ubbidire.
  2. Avevo chiesto la salute per fare cose grandi,
    ho ricevuto l’infermità perché facessi cose vere.
  3. Avevo chiesto la ricchezza perché potessi essere felice,
    ho ricevuto la povertà perché potessi essere saggio.
  4. Avevo chiesto il potere per avere l’ammirazione degli uomini,
    ho ricevuto la debolezza perché potessi sentire il bisogno di Dio.
  5. Non ho ricevuto nulla di quello che avevo chiesto,
    ma ho ricevuto tutto quello che avevo sperato.
  6. A dispetto di me stesso le mie preghiere sono state esaudite.
  7. Tra tutti gli uomini sono colui che è stato maggiormente arricchito.
  • PREGHIERA Celine Dion e A. Bocelli

I pray you’ll be our eyes And watch us where we go  – And help us to be wise – In times when we don’t know – Let this be our prayer- When we lose our way  Lead us to the place – Guide us with your grace – To a place where we’ll be safe  La luce che tu dai nel cuore resterà -A ricordarci che L’eterna stella sei  Sogniamo un mondo  senza più violenza, un mondo di giustizia e di speranza  Ognuno dia la mano al suo vicino simbolo di pace di fraternità – La forza che ci dai – E’ il desiderio che ognuno trovi amor intorno e dentro sé. E la fede che hai acceso in noi  sento che ci salverà

d.alesiani@virgilio.it  – www.donvincenzoalesiani.it

 

     +++

  • CAPITOLO 9 10.11.13  GB si rende conto della trascendenza di Dio: Chi può dirGLI : che fai? Chi può essere innocente? Gb vuol portare Dio in giudizio: Lui che giudica tutti non sarà che debba essere giudicato? Ma In questa disputa DIO – UOMO: manca…l’ARBITRO!  Si sente la necessità  di un mediatore che IL NT RIVELERA’ IN GESU XTO cfr 1TM 2,5   
  1. Giobbe rispose dicendo: 2 In verità io so che è così: e come  può un uomo aver ragione innanzi a Dio?  Sposta le montagne e non lo sanno, e Scuote la terra dal suo posto e le sue colonne tremano. 7 Comanda al sole ed esso non sorge e alle stelle pone il suo sigillo.  Se rapisce qualcosa, chi lo può impedire?  Chi gli può dire: “Che fai?”.  Se avessi anche ragione, non risponderei, al mio giudice dovrei domandare pietà.
  2. Sono innocente? Non lo so neppure io, detesto la mia vita!  I miei giorni passano più veloci d’un corriere, fuggono senza godere alcun bene, 26 volano come barche di giunchi, come aquila che piomba sulla preda. 27 Se dico: “Voglio dimenticare il mio gemito, cambiare il mio volto ed essere lieto”,mi spavento per tutti i miei dolori; so bene che non mi dichiarerai innocente. 29 Se sono colpevole, perché affaticarmi invano? Poiché non è uomo come me, che io possa rispondergli:Presentiamoci alla pari in giudizio”.  NON C’È FRA NOI DUE UN ARBITRO che ponga la mano su noi due…

C.  10 Gb SI RIVOLGE A Dio: perché ce l’hai con me? LASCIAMI RESPIRARE… 

  1.  STANCO IO SONO DELLA MIA VITA!  Darò libero sfogo al mio lamento, parlerò nell’amarezza del mio cuore. Dirò a Dio: Non condannarmi! Fammi sapere perché mi sei avversario. Le tue mani mi hanno plasmato e mi hanno fatto integro in ogni parte; vorresti ora distruggermi?
  2. Ricordati che come argilla mi hai plasmato e in polvere mi farai tornare. Di pelle e di carne mi hai rivestito, d’ossa e di nervi mi hai intessuto. Tu mi sorvegli, se pecco, e non mi lasci impunito per la mia colpa. Se sono colpevole, guai a me! Se giusto, non oso sollevare la testa, sazio d’ignominia, come sono, ed ebbro di miseria.   Perché tu mi hai tratto dal seno materno? Fossi morto e nessun occhio m’avesse mai visto!  Sarei come se non fossi mai esistito; dal ventre sarei stato portato alla tomba!  E non son poca cosa i giorni della mia vita?  Lasciami, sì ch’io possa respirare un poco 21 prima che me ne vada, senza ritornare, verso la terra delle tenebre e dell’ombra di morte, 22 terra di caligine e di disordine, dove la luce è come le tenebre
  •  Di fronte al SILENZIO DI DIO capisce che è sciocco volerlo portare in giudizio… mi nasconderò come quando sta passando la bufera. Ma quando sarà passata: mi riparlerai? Dovrò morire ma  che bello sarebbe se potessi Rivivere!… Dolcissimo rapporto di tenerezza e nostalgia reciproca di fronte al mistero del futuro e della  Morte!
  1. CAPITOLO   14  1 L’uomo, nato di donna, breve di giorni e sazio di inquietudine, 2 come un fiore spunta e avvizzisce, fugge come l’ombra e mai si ferma.  3 Tu, sopra un tal essere tieni aperti i tuoi occhi e lo chiami a giudizio presso di te? 4 Chi può trarre il puro dall’immondo? Nessuno. 5 Se i suoi giorni sono contati, se il numero dei suoi mesi dipende da te, se hai fissato un termine che non può oltrepassare, 6 distogli lo sguardo da lui e lascialo stare finché abbia compiuto, come un salariato, la sua giornata!
  2. 7 Poiché anche per l’albero c’è speranza: se viene tagliato, ancora ributta e i suoi germogli non cessano di crescere; 8 se sotto terra invecchia la sua radice e al suolo muore il suo tronco, 9 al sentore dell’acqua rigermoglia e mette rami come nuova pianta.
  3. 10 L‘uomo invece, se muore, giace inerte,  quando il mortale spira, dov’è? 11 Potranno sparire le acque del mare e i fiumi prosciugarsi e disseccarsi, 12 ma l’uomo che giace più non s’alzerà, finché durano i cieli non si sveglierà, né più si desterà dal suo sonno.
  4. 13 Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,  occultarmi, finché sarà passata la tua ira,  fissarmi un termine e poi ricordarti di me!  14 Se l’uomo che muore potesse rivivere,  aspetterei tutti i giorni della mia milizia  finché arrivi per me l’ora del cambio!  15 Mi chiameresti e io risponderei, l’opera delle tue mani tu brameresti.  16 Mentre ora tu conti i miei passi non spieresti più il mio peccato:  17 in un sacchetto, chiuso, sarebbe il mio misfatto e tu cancelleresti la mia colpa
  •  CAPITOLO   16 Le lacrime sono il nostro migliore avvocato presso Dio Un giorno Gesù sarà il nostro avvocato cfr Eb 5 c. 7; 10 e 1Gv 2,1ss
  1.  O terra, non coprire il mio sangue e non abbia sosta il mio grido! 19 Ma ecco, fin d’ora il mio testimone è nei cieli; 20 miei avvocati presso Dio sono i miei lamenti, mentre davanti a lui sparge lacrime il mio occhio, 21 perché difenda l’uomo davanti a Dio, come un mortale fa con un suo amico; 22 poiché passano i miei anni contati e io me ne vado per una via senza ritorno. Cfr. sl. 56 I passi del mio vagare tu li hai contati,  le mie lacrime nell’otre tuo raccogli;  non sono forse scritte nel tuo libro?
  2. I miei fratelli si sono allontanati da me, persino gli amici mi si sono fatti stranieri. 14 Scomparsi sono vicini e conoscenti, mi hanno dimenticato gli ospiti di casa; 15 da estraneo mi trattano le mie ancelle, un forestiero sono ai loro occhi. 16 Chiamo il mio servo ed egli non risponde, devo supplicarlo con la mia bocca. Il mio fiato è ripugnante per mia moglie e faccio schifo ai figli di mia madre. Anche i monelli hanno ribrezzo di me: Mi hanno in orrore tutti i miei confidenti: quelli che amavo si rivoltano contro di me. 21 Pietà, pietà di me, almeno voi miei amici, perché la mano di Dio mi ha percosso! 22 Perché vi accanite contro di me, come Dio, e non siete mai sazi della mia carne? 23 Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, 24 fossero impresse con stilo di ferro sul piombo, per sempre s’incidessero sulla roccia! 25 Io lo so che il mio Vendicatore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! 26 Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. 27 Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero 
  •  ETTY HILLESUM ETTY  A ogni nuovo crimine o orrore dovremo opporre un nuovo pezzettino di amore e di bontà che avremo conquistato in noi stessi. Possiamo soffrire ma non dobbiamo soccombere.  E se sopravviveremo intatti a questo tempo, corpo e anima ma soprattutto anima, senza amarezza, senza odio, allora avremo anche il diritto di dire la nostra parola a guerra finita. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore. La vita è difficile ma non è grave: dobbiamo cominciare a prendere sul serio il nostro lato serio, il resto verrà da sé. Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso; se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo; se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore, se non è chiedere troppo. E’ l’unica soluzione possibile. E’ quel pezzettino d’eternità che ci portiamo dentro. Sono una persona felice e lodo questa vita, nell’anno del Signore 1942, l’ennesimo anno di guerra.

+++++++++++++++++++++++++++++

  • C 3  1 Dopo, Giobbe aprì la bocca e maledisse il suo giorno2 prese  a dire: 3 Perisca il giorno in cui nacqui e la notte in cui si disse: “E` stato concepito un uomo!”. 4 Quel giorno sia tenebra, non lo ricerchi Dio dall’alto, né brilli mai su di esso la luce.  poiché non mi ha chiuso il varco del grembo materno, e non ha nascosto l’affanno agli occhi miei!
  • 11 E perché non sono morto fin dal seno di mia madre e non spirai appena uscito dal grembo? 12 Perché due ginocchia mi hanno accolto, e perché due mammelle, per allattarmi? 13 Sì, ora giacerei tranquillo, dormirei e avrei pace Oppure, come aborto nascosto, più non sarei, o come i bimbi che non hanno visto la luce. 17 Laggiù i malvagi cessano d’agitarsi, laggiù riposano gli sfiniti di forze. 18 I prigionieri hanno pace insieme, non sentono più la voce dell’aguzzino.
  • 19 Laggiù è il piccolo e il grande, e lo schiavo è libero dal suo padrone. 20 Perché dare la luce a un infelice e la vita a chi ha l’amarezza nel cuore, 21 a quelli che aspettano la morte e non viene, che la cercano più di un tesoro, 22 che godono alla vista di un tumulo, gioiscono se possono trovare una tomba… 23 a un uomo, la cui via è nascosta e che Dio da ogni parte ha sbarrato? !
  • C. 7 1 NON HA FORSE UN DURO LAVORO L’UOMO  SULLA TERRA  e i suoi giorni non sono come quelli d’un mercenario? 2 Come lo schiavo sospira l’ombra e come il mercenario aspetta il suo salario,  3 così a me son toccati mesi d’illusione e notti di dolore mi sono state assegnate. 4 Se mi corico dico: “Quando mi alzerò?”.
  • Si allungano le ombre e sono stanco di rigirarmi fino all’alba. 5 Ricoperta di vermi e croste è la mia carne, raggrinzita è la mia pelle e si disfà. 6 I miei giorni sono stati più veloci d’una spola, sono finiti senza speranza.
  • 7 Ricordati che un soffio è la mia vita: il mio occhio non rivedrà più il bene. …13 Quando io dico: “Il mio giaciglio mi darà sollievo, il mio letto allevierà la mia sofferenza”, 14 tu allora mi spaventi con sogni e con fantasmi tu mi atterrisci. 15 Preferirei essere soffocato, la morte piuttosto che questi miei dolori! 16 Io mi disfaccio, non vivrò più a lungo.
  • Lasciami, perché un soffio sono i miei giorni. 17 Che è quest’uomo che tu nei fai tanto conto e a lui rivolgi la tua attenzione 18 e lo scruti ogni mattina e ad ogni istante lo metti alla prova? 19 Fino a quando da me non toglierai lo sguardo e non mi lascerai inghiottire la saliva? 20 Se ho peccato, che cosa ti ho fatto, o custode dell’uomo? Perché m’hai preso a bersaglio e ti son diventato di peso? 21 Perché non cancelli il mio peccato e non dimentichi la mia iniquità? Ben presto giacerò nella polvere,  mi cercherai, ma più non sarò!     …

RIFLETTIAMO…

 Þ      DIO LASCIA CHE L’UOMO SI SFOGHI…il silenzio di Dio…A difesa di Dio intervengono gli “Amici” di Giobbe … quale coerenza tra le prediche e …la vita!

Þ      CI SONO TANTI PERCHÉ senza risposte… Dio non risponde subito… aspetta fino alla fine cfr cc 38-42…

Þ      UN PÒ DI SOFFERENZA FA BENE: …per non essere parolai occorre aver sofferto un poco. D. ORIONE: Apostolato e martirio…

Þ      CI FA BENE SENTIRCI PECCATORI come tutti… ATTENTI ALLE SICUMERE DEL DIRE:    E’ COSI’!!

Þ      Gli amici deludono come torrenti … GIOBBE Preferisce rivolgersi a Dio il suo vero INTERLOCUTORE! Ricordati…Mi spaventi… Lasciami… Ti pentirai di trattarmi così… Ricercherai…ti mancherò!!!  Sotto una apparente insolenza c’è grande confidenza e intimità, amore…

EETY HILLESUM ETTY HILLESUM  ETTY

  • Ieri, per un momento, ho pensato che non avrei potuto continuare a vivere, che avevo bisogno di aiuto. La vita e il dolore avevano perso il loro significato, avevo la sensazione di “sfasciarmi” sotto un peso enorme, ma anche questa volta ho combattuto una battaglia che poi all’improvviso  mi ha permesso di andare avanti con maggiore forza.   Ho provato a guardare in faccia il “dolore dell’umanità”. Le minacce e il terrore crescono di giorno in giorno.
  • M’innalzo intorno la preghiera come un muro oscuro che offre riparo, mi ritiro nella preghiera come nella cella di un convento, ne esco fuori più “raccolta”, concentrata e forte. Questo ritirarmi nella chiusa cella della preghiera, diventa per me una realtà sempre più grande. Dappertutto c’erano cartelli che ci vietavano le strada per la campagna: Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto. Non possono farci nulla, non possono veramente farci niente. Possono renderci la vita un po’ spiacevole, possono provarci di qualche bene materiale e di un po’ di libertà di movimento, ma siamo noi stessi a provarci delle nostre forze migliori col nostro atteggiamento sbagliato: col nostro sentirci perseguitati, umiliati ed oppressi, col nostro odio e con la millanteria che maschera la paura. Certo che ogni tanto si può essere tristi e abbattuti per quello che ci fanno, è umano e comprensibile che sia così. E tuttavia: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli.Si deve anche avere la forza di soffrire da soli e di non pesare sugli altro con le proprie paure e con i propri fardelli.
  • Dobbiamo pregare di tutto cuore che succeda qualcosa di buono, finché conserviamo la disposizione verso questo qualcosa di buono. Infatti, se il nostro odio ci fa degenerare in bestie come lo sono loro, non servirà a nulla.    L’unica cosa che possiamo salvare in questi tempi e anche l’unica che veramente conti è un piccolo pezzo di te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche contribuire a disseppellirti dai cuori devastati di altri uomini. Sì mio Dio sembra che tu non possa far molto per modificare le circostanze attuali. Io non chiamo in causa la tua responsabilità, più tardi sarai tu a dichiarare responsabili noi. E quasi ad ogni battito del mio cuore cresce la mia certezza: tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare te, difendere fino all’ultimo la tua casa in noi.

++++++++++++++++++++++++++++++++++

«NEANCH’IO TI CONDANNO.

DONNA AD

Va’ e d’ora in poi non peccare più»

  • Gv 8,1-11  Gesù si avviò allora verso il monte degli Ulivi.  Ma all’alba si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui ed egli, sedutosi, li ammaestrava.  Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio e, postala nel mezzo, gli dicono: “Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.  Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?”. Questo dicevano per metterlo alla prova e per avere di che accusarlo. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere col dito per terra.  E siccome insistevano nell’interrogarlo, alzò il capo e disse loro: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”. E chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani fino agli ultimi. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.  Alzatosi allora Gesù le disse: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?”.  Ed essa rispose: “Nessuno, Signore”. E Gesù le disse: “Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più”.
  • COMMENTO DI S. AGOSTINO   DONNA AD4 « Uno dopo l’altro, tutti si ritirarono ». Rimasero soltanto loro due: LA MISERA E LA MISERICORDIA.   Quella donna era dunque rimasta sola, poiché tutti se ne erano andati.  Gesù levò gli occhi verso di lei. Abbiamo sentito la voce della giustizia, sentiamo ora la voce della mansuetudine…
  • Essa si aspettava di essere colpita da colui nel quale non si poteva trovar peccato. Ma egli, alzando verso di lei gli occhi della mansuetudine, le chiese: « Nessuno ti ha condannato? » Ella rispose: « Nessuno, Signore ». Ed egli: « NEPPURE IO TI CONDANNO »
  • Come, Signore? Tu favorisci dunque il peccato? Assolutamente no. Ascoltate ciò che segue: « VA’ E D’ORA INNANZI NON PECCARE PIÙ ». Il Signore, quindi, condanna il peccato, ma non l’uomo…    E’ in questo senso che il Signore dice alla donna: « Neppure io ti condanno:
  • NON PREOCCUPARTI DEL PASSATO, PENSA AL FUTURO. NEPPURE IO TI CONDANNO: HO DISTRUTTO CIÒ CHE HAI FATTO, OSSERVA QUANTO TI HO COMANDATO, COSÌ DA OTTENERE QUANTO TI HO PROMESSO ».

 LEGGI TUTTO IN COMMENTI…

22 MARZO  2015 

V DOMENICA DI QUARESIMA  

  • Dal Vangelo secondo Giovanni  Gv 12,20-33 
    In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù». Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.
  • Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.
  •  Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
  • E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

Di Cristo è il seme, pianta1 Di Cristo è il raccolto
Nel granaio di Dio  Possiamo noi essere portati.
Di Cristo è il mare  Di Cristo è il pesce
Nelle reti di Dio, Possiamo noi essere catturati.
Dalla nascita alla vecchiaia  e dalla vecchiaia alla morte
Che le tue braccia, o Cristo, Siano strette intorno a noi.
Dalla morte alla fine Non la fine ma una rinascita
Nel Paradiso della Grazia, Possiamo noi restare.

+++++++++++++++++++++++++
 
  •  Cari amici, mancano ormai pochi giorni alla settimana santa… Lunedi 23 iniziamo un corso di ESERCIZI SPIRITUALI PER PRETI E RELIGIOSI. MEDITEREMO IL LIBRO DI GIOBBE… “TI CONOSCEVO PER SENTITO DIRE… ORA I MIEI OCCHI TI VEDONO”  Fede per sentito dire o per esperienza personale?  Chiedo una preghiera per i 20 sacerdoti partecipanti che provengono da ogni parte d’Italia, dall’Albania e dalla Romania e dalla Costa d’avorio. Il libro di Giobbe ci darà efficaci spunti per la nostra meditazione… fraternamente dv
  • GIOBBE,  INVOCAZIONE DI CRISTO  GESù10
  1. GB è libro sapienziale: più insegnamento che storia… Frutto di riflessione dei secoli…fiume che si arricchisce di affluenti.
  2. Riflessione sui grandi temi di Dio e dell’uomo, del perché del dolore umano, perché Dio non interviene sulle ingiustizie umane, che Padre è se lascia morire un bambino?  E’ la messa in discussione dei principi tradizionali per cui i buoni vengono premiati e i cattivi castigati (cfr sal 36)
  3. Sono i grandi temi che costituiscono un implicito appello alla venuta di Gesù, il PAZIENTE PER ECCELLENZA!
  • QUALE E’ IL NOSTRO RAPPORTO CON DIO? Giobbe ci aiuta nel discorso essenziale di fede:  Per sentito dire o per esperienza? Ritrovare il suo volto, superando barriere che frapponiamo tra  noi e LUI:
  • IL LIBRO DEI TEMI DI FONDO: in particolare nel c. 1-2:

1.     L’uomo sa amare gratuitamente o è sempre interessato?

2.     Le prove vengono per tutti o i buoni sono risparmiati?

3.     La prova non sarà il banco di prova del vero amore amicale, sponsale, religioso?

4.     Perdersi in tanti perché o accettare il mistero ?

15 comments

  1. RICONCILIAMOCI CON LA SPERANZA.
    ARRIVA LA PASQUA!
    ***

    ” Con grande fiducia appoggiamo il nostro capo
    sul capo di Gesù che rantola sulla croce.
    Io vorrei tanto che ognuno di noi sentisse
    questa vicinanza con Gesù Cristo,
    questo rantolo del suo respiro nelle nostre orecchie.
    Il mondo cambia, il mondo cambierà, il mondo sta cambiando.
    E’ incredibile quello che sto dicendo;
    le ragioni del nostro pianto non hanno più motivo per esistere.
    La risurrezione di Gesù ha disseccato
    tutte le sorgenti del pianto.
    Riconciliamoci con la speranza. Arriva la Pasqua!
    Frantumi il nostro peccato! Frantumi le nostre disperazioni!
    Ci faccia vedere le tristezze, le malattie,
    il nostro fallimento, il nostro smacco…
    ci faccia vedere perfino la morte dal versante giusto,
    dal versante della risurrezione,
    che è il versante della speranza.” Don Tonino Bello 1993)

  2. “La solitudine più nera la provi quando non aspetti più neppure “la vita del mondo che verrà”, quando pensi che ormai i giochi sono fatti.
    E’ solo chi non ha la tranquillità, chi ha smarrito la memoria del passato, chi non ha speranza e coloro che hanno perduto Dio.
    La solitudine fisica può essere corretta, mentre l’isolamento interiore provoca tragiche lacerazioni.”
    (Tonino Bello)

    Auguro alle persone DAVVERO sole, di fare una “buona Pasqua” che faccia risorgere quel pezzettino di eternità che ci portiamo dentro.

  3. GUARDACI, SIGNORE GESÙ, PERCHÉ SAPPIAMO PIANGERE I NOSTRI PECCATI.
    Sant’Ambrogio (circa 340-397)
    FRATELLI, CONVERTIAMOCI: stiamo attenti che non avvengano litigi fra di noi riguardo ai primi posti., per nostra rovina. Se gli apostoli hanno litigato (Lc 22,24), non è certo per offrirci una scusa; è un invito a stare attenti. Certamente Pietro si è convertito il giorno in cui ha risposto alla prima chiamata del Maestro. Ma chi può dire della propria conversione, che è stata compiuta in una volta sola? Il Signore ci ha dato l’esempio. Avevamo bisogno di tutto; lui, pur non avendo bisogno di nessuno, si mostra maestro in umiltà, mettendosi al servizio dei suoi discepoli… Quanto a Pietro, certamente pronto nello spirito ma ancora debole nelle disposizioni del corpo, venne avvertito che stava per rinnegare il Signore. La Passione del Signore trova degli imitatori, ma non uguali. PER CUI NON RIMPROVERO A PIETRO DI AVER RINNEGATO IL SIGNORE; MI CONGRATULO PIUTTOSTO CON LUI PER IL FATTO CHE HA PIANTO. Rinnegare dipende dalla nostra comune condizione; IL PIANGERE È SEGNO DI VIRTÙ, DI FORZA INTERIORE… Eppure se anche noi lo scusiamo, lui non si è scusato… Ha preferito accusare lui stesso il suo peccato e giustificarlo con una confessione, piuttosto che aggravare la sua situazione negandolo. Ed ha pianto… Leggo che ha pianto, non leggo che si sia scusato. Quello che non si può difendere, può essere lavato; LE LACRIME POSSONO LAVARE LE MANCANZE CHE CI SI VERGOGNA DI CONFESSARE AD ALTA VOCE… Le lacrime dicono la colpa senza tremare…; le lacrime non chiedono il perdono eppure lo ottengono… BUONE LE LACRIME CHE LAVANO LA COLPA! Per questo piangono quelli che Gesù guarda. Pietro ha rinnegato una prima volta e non ha pianto perché il Signore non lo aveva guardato. Ha rinnegato una seconda volta e non ha pianto perché il Signore non lo aveva ancora guardato. Ha rinnegato una terza volta; GESÙ L’HA GUARDATO E LUI HA PIANTO AMARAMENTE. GUARDACI, SIGNORE GESÙ, PERCHÉ SAPPIAMO PIANGERE I NOSTRI PECCATI.

  4. GLORIAMOCI ANCHE NOI NELLA CROCE DEL SIGNORE
    Dai «Discorsi» di sant’Agostino, vescovo

    La passione del Signore e Salvatore nostro Gesù Cristo è pegno sicuro di gloria e insieme ammaestramento di pazienza. Che cosa mai non devono aspettarsi dalla grazia di Dio i cuori dei fedeli! Infatti al Figlio unigenito di Dio, coeterno al Padre, sembrando troppo poco nascere uomo dagli uomini, volle spingersi fino al punto di morire quale uomo e proprio per mano di quegli uomini che aveva creato lui stesso.
    Gran cosa è ciò che ci viene promesso dal Signore per il futuro, MA È MOLTO PIÙ GRANDE QUELLO CHE CELEBRIAMO RICORDANDO QUANTO È GIÀ STATO COMPIUTO PER NOI. Dove erano e che cosa erano gli uomini, quando Cristo morì per i peccatori? Come si può dubitare che egli darà ai suoi fedeli la sua vita, quando per essi egli non ha esitato a dare anche la sua morte? PERCHÉ GLI UOMINI STENTANO A CREDERE CHE UN GIORNO VIVRANNO CON DIO, QUANDO GIÀ SI È VERIFICATO UN FATTO MOLTO PIÙ INCREDIBILE, QUELLO DI UN DIO MORTO PER GLI UOMINI?
    Noi non avevamo di nostro nulla da cui aver la vita, come lui nulla aveva da cui ricevere la morte. DONDE LO STUPEFACENTE SCAMBIO: FECE SUA LA NOSTRA MORTE E NOSTRA LA SUA VITA. Dunque non vergogna, ma fiducia sconfinata e vanto immenso nella morte del Cristo.
    Prese su di sé la morte che trovò in noi e così assicurò quella vita che da noi non può venire. Ciò che noi peccatori avevamo meritato per il peccato, lo scontò colui che era senza peccato. E allora non ci darà ora quanto meritiamo per giustizia, lui che è l’artefice della giustificazione? Come non darà il premio dei santi, lui fedeltà personificata, che senza colpa sopportò la pena dei cattivi?
    Confessiamo perciò, o fratelli, senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo, non già con timore, ma con gioia, non con rossore, ma con fierezza.
    L’apostolo Paolo lo comprese bene e lo fece valere come titolo di gloria: «QUANTO A ME NON CI SIA ALTRO VANTO CHE NELLA CROCE DEL SIGNORE NOSTRO GESÙ CRISTO» (Gal 6, 14).

  5. SUL MONTE DEGLI ULIVI
    (Andrea di Creta, Discorsi)
    VENITE, E SALIAMO INSIEME SUL MONTE DEGLI ULIVI, e andiamo incontro a Cristo che oggi si avvicina spontaneamente alla passione, per compiere il mistero della nostra salvezza.
    Corriamo anche noi insieme a colui che si affretta verso la passione, e imitiamo coloro che gli andarono incontro. Non però per stendere davanti a lui lungo il suo cammino rami d’olivo o di palme, tappeti o altre cose del genere, MA COME PER STENDERE IN UMILE PROSTRAZIONE E IN PROFONDA ADORAZIONE DINANZI AI SUOI PIEDI LE NOSTRE PERSONE. Accogliamo così il Verbo di Dio che avanza e riceviamo in noi stessi quel Dio che nessun luogo può contenere. STENDIAMO NOI STESSI RIVESTITI DELLA SUA GRAZIA, o meglio, di tutto lui stesso poiché quanti siamo stati battezzati in Cristo, ci siamo rivestiti di Cristo e PROSTRIAMOCI AI SUOI PIEDI COME TUNICHE DISTESE. Agitando i rami spirituali dell’anima, anche noi ogni giorno, assieme ai fanciulli, acclamiamo santamente: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele».

  6. Quando mi sarò unito a TE con tutto il mio essere ..la mia sarà vera vita .Io non sono ancora pieno di TE : sono un peso a me stesso…Gioie di cui dovrei piangere ..
    pene di cui dovrei gioire… Quando mi sarò unito a TE…
    Commovente e vera questa preghiera
    Quando finalmente , lasciati i nostri amanti , LO chiameremo ” mio Sposo “..quando la pace sarà GRANDE E INFINITA PACE , quando il riposo sarà GRANDE E INFINITO NON merito Niente ..non sono Niente ..ma io lo voglio sperare e credere che anche “LE mie di LACRIME SARANNO IL MIGLIORE AVVOCATO PRESSO DIO ” :…quelle le “ho “….. saranno LA STRADA PER arrivare a LUI perché certe lacrime sono Amore. a volte sono l’unico modo che ci resta per Amare l’altro, anche quando ci rimangono dentro …anche quando l’altro è un muro di ferro … a volte sono lacrime di mamma , di impotenza , di solitudine , di fragilità a volte sono quelle di una figlia SUA che fa tanta fatica a morire dentro ma sono quelle che davanti a LUI colmeranno le mie lacune perché testimoni di una persona che ci ha provato. Le nostre lacrime che diventano SPERANZA QUANDO le offriamo , che diventano FORZA PERSEVERANZA quando ci aiutano a difendere la nostra ” DIGNITA’ “. Le nostre lacrime ..quelle più vere ..che sono e restano ” AMORE “verso l’altro , e verso noi stessi ( perché ci proteggono da quell’indifferenza , incomprensione , freddezza , che uccide ) .

  7. UNA BELLA PREGHIERA DI S. AGOSTINO:
    QUANDO MI SARÒ UNITO A TE
    (S. Agostino, Le confessioni, X, 28)

    Quando mi sarò unito a te con tutto il mio essere, non sentirò più dolore o pena;
    la mia sarà vera vita, tutta piena di te.
    Tu sollevi in alto colui che riempi di te;
    io non sono ancora pieno di te,
    sono un peso a me stesso.
    Gioie di cui dovrei piangere contrastano in me
    con pene di cui dovrei gioire,
    e non so da che parte stia la vittoria.
    Abbi pietà di me, Signore!
    Non ti nascondo le mie ferite.
    Tu sei il medico, io sono malato;
    tu sei misericordioso, io infelice.

  8. “SOPPORTEREMO PAZIENTEMENTE le offese.
    PERDONEREMO le ingiurie, non DESIDERANDO VENDETTA, ma RESTITUENDO BENE per male, AMANDO I NOSTRI NEMICI, PREGANDO per coloro che ci perseguitano e BENEDICENDO coloro che ci…maledicono! COME…GESU’.”

    (Madre Teresa di Calcutta)

  9. “In povertà di carne,
    come sono eccomi, Padre;
    polvere di strada
    che il vento leva appena in suo perdono.”
    (S. Quasimodo)

  10. “RESPIRARE MARIA”In una omelia di S. Germano Patriarca di Costantinopoli per esaltare la figura di Maria usa tali espressioni.”NOSTRO RESPIRO…RESPIRO DEL CRISTIANO…RESPIRO PIU’ EFFICACE DELL’ARIA CHE RESPIRIAMO…” Tali espressioni nella festa dell’ANNUNCIAZIONE ci sollecitano a ricorrere a LEI
    promettendo di amarla teneramente e affidarLE il
    nostro cuore di figli redenti dal Suo amato Figlio
    GESU’. Con il Suo “ECCOMI” Ha permesso all’umanità intera la Redenzione. Oggi dice ad ogni anima innamorata di Suo figlio:”LASCIATI AMARE DA ME E DA MIO FIGLIO GESU'”…. perchè tu sei mio figlio,io la più tenera delle “MADRI”.

  11. L’ASCOLTO

    Quando nel silenzio o nella confusione sentiamo un rumore inusuale istintivamente ci rivolgiamo verso ciò che ci ha chiamati all’attenzione perché vogliamo capire …. Siamo chiamati , siamo chiamati ad ascoltare a fare attenzione a rivolgersi verso qualcosa , qualcuno, un accadimento, noi veniamo dopo un fatto che non ci appartiene perché non lo abbiamo provocato o creato ma a cui apparteniamo a cui siamo chiamati ad appartenere con consapevolezza, un fatto da ascoltare da vedere da sentire con i sensi materiali , emozionali, spirituali un fatto a cui rispondere con un si’ per capire e poi vedere che non tu da solo capisci ma sempre dall’esterno fatti coincidenze esperienze sempre qualcosa al di fuori di te che non ti appartiene ma di cui ne fai parte ti porta a capire ogni evento che ti chiama alla sua attenzione fosse anche come accadde quando si iniziò ad essere incuriositi da quella forza che faceva cadere dall’albero una mela a terra…. così accadde a Maria così ogni istante della nostra vita accade a noi:
    L’angelo del Signore porto’ l’annuncio a Maria ed ella concepì per opera dello Spirito Santo …Una Voce continua ci chiama timidamente e teneramente dal nostro cuore facciamo attenzione stiamo con l’orecchio attaccati alla porta perché c’è QUALCUNO CHE BUSSA!

  12. Capita sovente di scontrarsi con la mentalità mondana che ignorando cosa sia misericordia verso i miseri, storce la bocca con deciso disappunto sulla NON condanna di Gesù, quasi disdegnando quel “criterio divino” che, insieme all’ammonimento di non peccare più, usa MISERICORDIA.

    Dovremmo gioire di gratitudine di fronte a tanta misericordia!
    E quel fatto anziché farci inorridire dovrebbe riempirci di speranza certa considerando che in un modo o nell’altro siamo tutti…miseri, dunque tutti bisognosi di infinita misericordia!

  13. «NEANCH’IO TI CONDANNO. Va’ e d’ora in poi non peccare più»
    S. AGOSTINO COMMENTA: « Uno dopo l’altro, tutti si ritirarono ». Rimasero soltanto loro due: LA MISERA E LA MISERICORDIA. Quella donna era dunque rimasta sola, poiché tutti se ne erano andati. Gesù levò gli occhi verso di lei. Abbiamo sentito la voce della giustizia, sentiamo ora la voce della mansuetudine… Essa si aspettava di essere colpita da colui nel quale non si poteva trovar peccato. Ma egli, che aveva respinto gli avversari di lei con la voce della giustizia, alzando verso di lei gli occhi della mansuetudine, le chiese: « Nessuno ti ha condannato? » Ella rispose: « Nessuno, Signore ». Ed egli: « NEPPURE IO TI CONDANNO », neppure io, dal quale forse hai temuto di esser condannata, non avendo trovato in me alcun peccato. « Neppure io ti condanno ».
    Come, Signore? Tu favorisci dunque il peccato? Assolutamente no. Ascoltate ciò che segue: « VA’ E D’ORA INNANZI NON PECCARE PIÙ ». Il Signore, quindi, condanna il peccato, ma non l’uomo… Ne tengano conto coloro che amano nel Signore la mansuetudine, e temano la verità… IL SIGNORE È MANSUETO, IL SIGNORE È LONGANIME, È MISERICORDIOSO; MA È ANCHE GIUSTO, È ANCHE VERACE (Sal 85,15). Ti dà il tempo di correggerti; ma tu fai assegnamento su questa dilazione, senza impegnarti a correggerti. Ieri sei stato cattivo? oggi sii buono. Anche oggi sei caduto nel male? almeno domani cambia.
    E’ in questo senso che il Signore dice alla donna: « Neppure io ti condanno: NON PREOCCUPARTI DEL PASSATO, PENSA AL FUTURO. NEPPURE IO TI CONDANNO: HO DISTRUTTO CIÒ CHE HAI FATTO, OSSERVA QUANTO TI HO COMANDATO, COSÌ DA OTTENERE QUANTO TI HO PROMESSO ».

  14. SIGNORE! Oggi tramite il Vang. di GIOV. ci inviti a recepire nel nostro cuore, spesso indurito dalla nostra caparbietà, il seme di bontà da far marcire per poter portare frutto.Spogliaci dei nostri”IO” delle nostre “autosufficienze” dei nostri”EGOISMI”
    Rendi il nostro cuore limpido, liberalo da ogni
    bruttura.Rendilo puro come piace a TE. Solo in te troverà la vera “PACE”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *