CAMMINO DI QUARESIMA CON LE VOCI DEI PROFETI. DI IERI E DI OGGI. PROPOSTE DI “VILLA S. BIAGIO”
Cari amici, ieri sera al Santuario S. Giovanni Bosco di Fano abbiamo iniziato gli ESERCIZI SPIRITUALI IN PREPARAZIONE ALLA PASQUA… Vorrei farvi partecipi di alcuni pensieri che ci hanno fatto del bene…
VIVERE DA CRISTIANI OGGI: COME?
“La Prima Lettera di Pietro”
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DOMANDE DI UN CRISTIANO, OGGI :
- Essere cristiani comporta conseguenze anche nella sfera affettiva oppure queste sono …cose private? E’ possibile pregare insieme da fidanzati e sposi? Quali sono i presupposti?
- Di fronte a tante fedi, credenze, religioni che fare? – una religione vale l’altra… ? – Esser violenti anche noi… C’è una terza via? Che fare?
- E quando ci troviamo nella disperazione? A chi rivolgere lo sguardo per avere una mano?
- La situazione umana è tanto fragile: un proposito e poi dopo poco … ci ricadiamo. Perché? Siamo davvero decisi a rompere con il peccato? A dire …BASTA!???
- Ma occorre anche mettere a frutto i talenti o no?
- RISPONDE PIETRO CON LA SUA PRIMA LETTERA
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C. 3 1 Ugualmente voi, mogli, state sottomesse ai vostri mariti perché, anche se alcuni si rifiutano di credere alla parola, vengano dalla condotta delle mogli, senza bisogno di parole, conquistati 2 considerando la vostra condotta casta e rispettosa. 3 Il vostro ornamento non sia quello esteriore – capelli intrecciati, collane d’oro, sfoggio di vestiti -; 4 cercate piuttosto di adornare l’interno del vostro cuore con un’anima incorruttibile piena di mitezza e di pace: ecco ciò che è prezioso davanti a Dio. 5 Così una volta si ornavano le sante donne che speravano in Dio; esse stavano sottomesse ai loro mariti, 6 come Sara che obbediva ad Abramo, chiamandolo signore. Di essa siete diventate figlie, se operate il bene e non vi lasciate sgomentare da alcuna minaccia.
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7 E ugualmente voi, mariti, trattate con riguardo le vostre mogli, perché il loro corpo è più debole, e rendete loro onore perché partecipano con voi della grazia della vita: così non saranno impedite le vostre preghiere.
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8 E finalmente siate tutti concordi, partecipi delle gioie e dei dolori degli altri, animati da affetto fraterno, misericordiosi, umili; 9 non rendete male per male, né ingiuria per ingiuria, ma, al contrario, rispondete benedicendo; poiché a questo siete stati chiamati per avere in eredità la benedizione. Infatti: Chi vuole amare la vita e vedere giorni felici, trattenga la sua lingua dal male e le sue labbra da parole d’inganno; eviti il male e faccia il bene, cerchi la pace e la segua… E chi vi potrà fare del male, se sarete ferventi nel bene?
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E se anche doveste soffrire per la giustizia, beati voi! Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate , ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto,16 con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. E` meglio infatti, se così vuole Dio, soffrire operando il bene che facendo il male.
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CAPITOLO 4 Rottura con il peccato 1 Poiché dunque Cristo soffrì nella carne, anche voi armatevi degli stessi sentimenti; chi ha sofferto nel suo corpo ha rotto definitivamente col peccato, 2 per non servire più alle passioni umane ma alla volontà di Dio, nel tempo che gli rimane in questa vita mortale. 3 Basta col tempo trascorso nel soddisfare le passioni del paganesimo, vivendo nelle dissolutezze, nelle passioni, nelle crapule, nei bagordi, nelle ubriachezze e nel culto illecito degli idoli. 4 Per questo trovano strano che voi non corriate insieme con loro verso questo torrente di perdizione e vi oltraggiano. 5 Ma renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti; 6 infatti è stata annunziata la buona novella anche ai morti, perché pur avendo subìto, perdendo la vita del corpo, la condanna comune a tutti gli uomini, vivano secondo Dio nello spirito.
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7 La fine di tutte le cose è vicina. Siate dunque moderati e sobri, per dedicarvi alla preghiera. 8 Soprattutto conservate tra voi una grande carità, perché la carità copre una moltitudine di peccati. 9 Praticate l’ospitalità gli uni verso gli altri, senza mormorare. 10 Ciascuno viva secondo la grazia ricevuta, mettendola a servizio degli altri, come buoni amministratori di una multiforme grazia di Dio. 11 Chi parla, lo faccia come con parole di Dio; chi esercita un ufficio, lo compia con l’energia ricevuta da Dio, perché in tutto venga glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartiene la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen!
- LEGGI TUTTO: – EESS PASQUA 2015 DEFF
- DON ORIONE: L’ULTIMO A VINCERE È CRISTO E VINCE NELLA MISERICORDIA…
I popoli sono stanchi, sentono che tutta è vana e vuota la vita, senza Dio.
Vieni, o Signore, vieni! Risuscita in tutti i cuori, in tutte le famiglie:
Cristo è risorto ! Ma è ancora in mezzo a noi, è sempre con noi,
per asciugare ogni lacrima, e trasformare tutti i dolori in amore.
Cristo viene portando sul suo cuore la Chiesa, e,
nella sua mano, le lacrime e il sangue dei poveri:
la causa degli afflitti, degli oppressi, delle vedove,
degli orfani, degli umili, dei reietti. 051PG
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– ABBÀ PADRE, ABBÀ PADRE, ABBÀ, ABBÀ, ABBÀ. (2V)
-Guardami, Signor, leggi nel mio cuor. Sono tuo figlio, ascoltami!
-Più solo non sarò, a te mi appoggerò.
-Per ogni mio dolor, la pace invocherò.
Sono tuo figlio, guariscimi!
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Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
(SL 50)
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- A volte nel mio ambiente mi sento un pò strano… E’ normale per un cristiano o devo preoccuparmi?
- Ma alla fin fine cosa dona l’essere cristiani?
- Chi è credente è esonerato dalle prove della vita o forse deve soffrire come e più degli altri?
- Non dovrebbe un cristiano amare e conoscere di più la propria fede?
- Ho ricevuto il battesimo da bambino: non capivo nulla. Essere cristiano cambia la vita o la fede è una cosa ma … la vita è un’altra?
- Ma è vero che siamo preziosi agli occhi di Dio? Come si fa a dirlo quando siamo tribolati da tutte le parti?
- RISPONDE PIETRO CON LA SUA PRIMA LETTERA
- 1 Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazia, nella Cappadòcia, nell’Asia e nella Bitinia, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedire a Gesù Cristo e per essere aspersi del suo sangue: grazia e pace a voi in abbondanza.
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Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo; nella sua grande misericordia egli ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per una eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, per la vostra salvezza, prossima a rivelarsi negli ultimi tempi.
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6 Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un pò afflitti da varie prove, perché il valore della vostra fede, molto più preziosa dell’oro, che, pur destinato a perire, tuttavia si prova col fuoco, torni a vostra lode, gloria e onore nella manifestazione di Gesù Cristo: 8 voi lo amate, pur senza averlo visto; e ora senza vederlo credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, 9 mentre conseguite la mèta della vostra fede, cioè la salvezza delle anime.
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10 Su questa salvezza indagarono e scrutarono i profeti che profetizzarono sulla grazia a voi destinata cercando di indagare a quale momento o a quali circostanze accennasse lo Spirito di Cristo che era in loro, …. cose nelle quali gli angeli desiderano fissare lo sguardo.
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Esigenze della nuova vita. 13 Perciò, dopo aver preparato la vostra mente all’azione, siate vigilanti, fissate ogni speranza in quella grazia che vi sarà data quando Gesù Cristo si rivelerà. 14 Come figli obbedienti, non conformatevi ai desideri d’un tempo, quando eravate nell’ignoranza, 15 ma ad immagine del Santo che vi ha chiamati, diventate santi anche voi in tutta la vostra condotta; 16 poiché sta scritto: Voi sarete santi, perché io sono santo .
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E se pregando chiamate Padre colui che senza riguardi personali giudica ciascuno secondo le sue opere, comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio. 18 Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili, come l’argento e l’oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri, 19 ma con il sangue prezioso di Cristo, come di agnello senza difetti e senza macchia. E voi per opera sua credete in Dio, che l’ha risuscitato dai morti e gli ha dato gloria e così la vostra fede e la vostra speranza sono fisse in Dio. ”
SO CHE SEI QUI in questo istante so che sei qui dentro di me abiti qui in questo niente ed io lo so che vivi in me. Che mai dirò al mio Signore? che mai dirò? tutto tu sai! ti ascolterò nel mio silenzio e aspetterò che parli tu. E mi dirai cose mai udite mi parlerai del Padre, mi colmerai d’amore e scoprirò chi sei. Io sento in me la tua pace la gioia che tu solo dai. Attorno a me io sento il cielo, un mondo di felicità. Mio Dio sei qui! quale mistero. VERBO DI DIO E UMANITA’. Non conta più lo spazio e il tempo è scesa qui l’eternità. Cosa sarà il paradiso? Cosa sarà la vita? Sarai con noi per sempre, sempre tu tutto in noi, noi in te.”
“Ag Criost an Siol” (The Priests)
Di Cristo è il seme, Di Cristo è il raccolto
Nel granaio di Dio Possiamo noi essere portati.
Di Cristo è il mare Di Cristo è il pesce
Nelle reti di Dio, Possiamo noi essere catturati.
Dalla nascita alla vecchiaia e dalla vecchiaia alla morte
Che le tue braccia, o Cristo, Siano strette intorno a noi.
Dalla morte alla fine Non la fine ma una rinascita
Nel Paradiso della Grazia, Possiamo noi restare.
LEGGI TUTTO: – EESS PASQUA 2015 DEFF
QUARTA SETTIMANA DI QUARESIMA
“TI SONO PERDONATI I TUOI PECCATI.
VA IN PACE…”
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Papa Francesco ci ha felicemente sorpreso con l’anno santo della divina Misericordia… in questa quarta settimana del nostro cammino quaresimale, vogliamo rimeditare la bella pagina evangelica della donna peccatrice perdonata da Gesù… supplicandolo umilmente che dica anche a ciascuno di noi: Ti sono perdonati i tuoi peccati. Và in pace…
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C’è una speranza per me?
Ho lasciato il mio paese, dietro la promessa di un lavoro sicuro. Dopo pochi giorni mi sono ritrovata su questa maledetta strada. Vorrei uscire da questo inferno, ma come fare? E poi, come liberarmi da questo marchio di ragazza di strada che mi porterò per tutta la vita? C’è una speranza di vita nuova anche per me ? (Emy, ragazza triste)
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RISPONDE… LA PECCATRICE PERDONATA
“HA MOLTO AMATO…” – Libera rielaborazione
(cfr. Luca 7,36ss; Mt 5,8; 9,9s; 21,31; 1Gv 3,20)
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Nessuno sapeva il mio vero nome. Tutti mi conoscevano e additavano per il triste mestiere che facevo. E passandomi accanto, mi ferivano con battute indecenti e sguardi voluttuosi. Finché un giorno sulla strada dove lavoravo, passò Lui, Gesù di Nazaret, circondato da alcuni discepoli. Non disse una parola. Solo mi guardò, con occhi limpidi e cuore buono. Come nessuno mai mi aveva guardata. Lasciandomi nell’anima un senso di pace profonda. E tanto desiderio di rivederlo. La gente raccontava le meraviglie da Lui compiute. Moltiplicava il pane per gli affamati. Rimetteva in piedi poveri storpi. Sanava i lebbrosi… Quando sentivo parlare di Lui, mi avvicinavo, desiderosa di cogliere qualche Sua parola che squarciasse la mia notte. Mi riferivano alcune sue frasi:
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“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli…. Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia… Beati i puri di cuore perché vedranno Dio…
Parole che aprono spiragli di cielo su questo mondo di fango. Ma troppo belle. Almeno per me. L’altro giorno ho saputo che è andato a mangiare a casa di un peccatore. Con grande scandalo della gente per bene.
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Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”.
Mi è piaciuta la risposta con cui li ha zittiti:
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“Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Una mia compagna mi ha riferito ciò che avrebbe gridato in faccia ad alcuni farisei che si credono santi:
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In verità vi dico: I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
Bevo avida ogni sua parola. Con un nodo di commozione alla gola. E una speranza nel cuore. Qualche giorno fa ho saputo che sarebbe venuto a casa di un fariseo molto conosciuto qui nella nostra città.
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uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui. Egli entrò nella casa del fariseo e si mise a tavola.
Ho pensato che fosse giunta per me l’occasione propizia. Sono corsa a comperare un poco di olio profumato. Trepidante ma determinata, mi sono affacciata all’uscio di casa. E sono entrata.
Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, venne con un vasetto di olio profumato; e fermatasi dietro si rannicchiò piangendo ai piedi di lui e cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava con i suoi capelli, li baciava e li cospargeva di olio profumato….
LEGGI TUTTO: 021 LA PECCATRICE PERDONATA
PAPA FRANCESCO:
LE DIECI FRASI SULLA MISERICORDIA
1. Il messaggio di Gesù è la misericordia. Per me, è il messaggio più forte del Signore
2. Io credo che questo sia il tempo della misericordia
3. La strada della Chiesa è quella di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero
4. La misericordia non è solo un atteggiamento pastorale, ma è la stessa sostanza del Vangelo
5. Il luogo privilegiato dell’incontro con Gesù Cristo è la carezza della sua misericordia verso il mio peccato
6. La morale cristiana è la risposta commossa di fronte a una misericordia sorprendente
7. Un po’ di misericordia rende il mondo meno freddo e più giusto
8. Invochiamo la Madonna che ha avuto tra le sue braccia la Misericordia di Dio fatta uomo
9. Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. 10 Il confessionale non dev’essere una sala di tortura bensì il luogo della misericordia del Signore
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14 marzo 2015
“Serviamo Cristo nei poveri”
San Gregorio Nazianzeno, Vescovo
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Afferma la Scrittura: «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5, 7). Conquistiamoci la benedizione, facciamo in modo di essere chiamati comprensivi, cerchiamo di essere benevoli. Neppure la notte sospenda i tuoi doveri di misericordia. Non dire: «Ritornerò indietro e domani ti darò aiuto». Nessun intervallo si interponga fra il tuo proposito e l’opera di beneficenza. LA BENEFICENZA, INFATTI, NON CONSENTE INDUGI. SPEZZA IL TUO PANE ALL’AFFAMATO E INTRODUCI I POVERI E I SENZA TETTO IN CASA TUA (cfr. Is 58, 7)
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E QUESTO FALLO CON ANIMO LIETO E PREMUROSO. Te lo dice l’Apostolo: Quando fai opere di misericordia, compile con gioia (cfr. Rm 12, 8) Quando pratichiamo le opere di misericordia, dobbiamo essere lieti e non piangere: «Allora la tua luce sorgerà come l’aurora e la tua ferita si rimarginerà presto» (Is 58, 8)
Perciò, o servi di Cristo, suoi fratelli e coeredi:
finché ci è dato di farlo, visitiamo Cristo,
curiamo Cristo, alimentiamo Cristo,
vestiamo Cristo, ospitiamo Cristo…
Ma, poiché il Signore vuole la misericordia
e poiché la misericordia vale più di migliaia di grassi agnelli,
offriamogli appunto questa nei poveri e in coloro
che oggi sono avviliti fino a terra.
Così quando ce ne andremo di qui,
verremo accolti negli eterni tabernacoli,
nella comunione con Cristo Signore,
al quale sia gloria nei secoli. Amen.
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DON ORIONE: Nel nome della Divina Provvidenza, ho aperto le braccia e il cuore a sani e ad ammalati, di ogni età, di ogni religione, di ogni nazionalità: a tutti avrei voluto dare, col pane del corpo, il divino balsamo della Fede, ma specialmente ai nostri fratelli più sofferenti e abbandonati. Tante volte ho sentito Gesù Cristo vicino a me, tante volte l’ho come intravisto, Gesù, nei più reietti e più infelici.
12 MARZO 2015
S. LUIGI ORIONE
75.mo anniversario della sua morte
12 Marzo 1940 – 2015
Cari amici, la famiglia orionina in tutto il mondo oggi celebra il 75.mo anniversario della santa morte del suo fondatore e Padre… Mi è caro farvi partecipi di alcuni pensieri della sua “ULTIMA BUONA NOTE” … un vero testamento spirituale per tutti noi… Testimoni oculari ci hanno trasmesso in tutti i dettagli l’atmosfera creatasi nella cappella della Casa “Paterno” quella sera dell’8 Marzo 1940.
Pensieri dalla sua ultima “Buona Notte”
1. CONSAPEVOLEZZA…« Sono venuto a darvi la buona notte… Sono venuto anche a salutarvi, perché piacendo a Dio domani mi assenterò per qualche tempo, per poco o per molto, o anche per sempre, come piacerà al Signore. Nessuno più di me sa e sente che la mia vita, che questa vita è attaccata ad un filo e che tutti i momenti possono essere gli ultimi.
2. POVERTÀ: uno stile per vivere e morire…Desiderano che vada a San Remo, mi vogliono mandare a S. Remo, perchè pensano che là quelle aure, quel clima, quel sole, quel riposo possono portare qualche giovamento a quel poco di vita che può essere in me. Però non è tra le palme che io voglio vivere e morire e se potessi esprimere un desiderio direi che non è tra le palme che voglio vivere e morire, ma tra i poveri che sono Gesù Cristo.
3. SENSIBILITÀ E DELICATEZZA DI PADRE…Dunque partire di qui senza dirvi nulla sarebbe stata cosa ripugnante, cosa che ripugna al mio cuore, e forse avrebbe fatto male anche a voi.
4. PIANGERE CON CHI PIANGE…Vogliate bene a quelli che piangono, a quelli che soffrono. Dice la sacra scrittura: “Andrai più volentieri nella casa del dolore e del pianto che a quella del tripudio e de trionfo”. Sono venuto dunque a darvi la buona notte. Potrebbe anche essere l’ultima!… Ma nulla ci deve essere più caro che di compiere in noi la volontà del Signore.
5. VIVIAMO UMILI E PICCOLI AI PIEDI DELLA CHIESA …Anche voi vogliate vivere sempre alla presenza del Signore. Cari figliuoli, sono venuto per darvi la buona notte, potrebbe essere l’ultima! Viviamo umili e piccoli ai piedi della Chiesa, come bambini, con piena adesione di mente, di cuore e di opere, con pieno abbandono ai piedi dei Vescovi, della Chiesa…del Papa che è il Vescovo dei Vescovi, il dolce Cristo in terra.
6. LE TRE GRANDI MADRI…La prima grande Madre è Maria SS.ma, la seconda madre è la santa Chiesa, la terza, piccola ma pur grande, madre è la nostra Congregazione. Siate tutti di Maria SS., siate tutta roba della Chiesa. Amate molto il Signore: siate devotissimi della Madonna.
7. EVITARE IL PECCATO…CONFESSIAMOCI BENE… evitate ad ogni costo, a costo di qualunque sacrificio il peccato, tutti i peccati. La morte, ma non peccati, diceva Savio Domenico. In queste parole del discepolo più caro di Don Bosco, c’è tutto quello che il Signore vuole da me e da voi. Se qualche volta ci sentiamo deboli raccomandiamoci al Signore e a Maria SS.ma, confessiamoci bene, non per abitudine.
8. UMANITÀ … Dunque addio, o cari figliuoli (si ferma un istante, china il capo appoggiandosi alla balaustra, commosso piange). Pregherete per me e io vi porterò tutti i giorni sull’altare e pregherò per voi. Buona notte ».
…Quasi per tacita convenzione, nessuno si muove dai banchi. Don Orione s’inginocchia e appoggia la testa sulle braccia intrecciate sopra la mensa dell’altare. Si sente un silenzio pieno di commozione: parecchi piangono. Passano alcuni minuti; poi il Canonico Perduca, dice a un chierico di chiedere al Direttore la benedizione per tutti.
D. Orione si alza, recita un’Ave Maria e benedice con ampio gesto: « gratia misericordia pax et benedictio Dei Patris et Filii et Spiritus Sancti et Beatae Mariae Virginis descendat super me, super vos et maneat semper nobiscum. Amen ».
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All’inizio di questa nuova settimana del cammino quaresimale, in ideale continuità con la festa della donna, invito me stesso e voi, cari amici, a riflettere sulla figura della DONNA SAMARITANA… che NEL SUO INQUIETO CAMMINO DI DONNA ASSETATA DI AMORE, INCONTRA GESU’ , CHE PRIMA LE CHIEDE DA BERE. E POI SI RIVELA A LEI COME LA SORGENTE D’ACQUA VIVA…
- Mi ricordo come fosse ieri. Era verso mezzogiorno. Faceva un gran caldo. Mi stavo recando come ogni giorno ad attingere acqua al pozzo di Giacobbe, appena fuori dalla mia città di Sicar. Ci andavo di proposito sempre a quell’ora calda del giorno. Speravo di non incontrare nessuno. Mi infastidivano le battute pesanti della gente sulla mia vita affettiva piuttosto disordinata. Con mia grande sorpresa quel giorno mi accorsi che, seduto sul pozzo, c’era qualcuno:
- Gesù, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso mezzogiorno. Mi sforzai di essere disinvolta. Tirai su l’acqua dal pozzo e in tutta fretta me ne stavo andando via quando quel uomo stanco e assetato con voce gentile mi chiese: “Dammi da bere”
- La sua richiesta sulle prime mi meravigliò assai e glielo dissi chiaramente: “Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?”.
- Ma poi pensai che finora, avevo vissuto elemosinando un po’ d’amore… ora qualcuno assetato mi chiedeva da bere. Anch’io potevo essere utile a qualcuno? Quella richiesta mi fece balenare la possibilità di passare dal chiedere al donare. Ero anch’io capace di amare gratuitamente? Egli interruppe i miei pensieri:
- “Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere” tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva”.
- Mi sembrò subito un tipo originale. Valeva la pena soffermarsi a parlare con Lui. Con un pizzico di orgoglio nazionalistico gli feci notare “Signore, tu non hai un mezzo per attingere e il pozzo è profondo; da dove hai dunque quest’acqua viva?
- LEGGI TUTTO: 6. SAMARITANA Se tu conoscessi il dono di Dio
PER RIFLETTERE:
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E’ l’incontro dello Sposo con la fame e la sete di una donna che rappresenta tutti noi = l’umanità!
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E questo avviene all’ora sesta: l’ora in cui Gesù morirà in croce…
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La samaritana ha avuto 5 mariti + 1= 6: il numero dell’imperfezione assoluta
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Quando il Signore vuole farci un grande dono inizia col chiederci qualche gesto generoso: dammi da bere…
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Cerchiamo a Dio le grazie e non conosciamo la grazia di Dio per eccellenza Gesù
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La samaritana fa un cammino di fede …IN GESÙ INCONTRA
- un uomo stanco e assetato… un giudeo controcorrente …
- uno più grande di Giacobbe? – il profeta che deve venire?
- Il messia e… Il salvatore del mondo…
- il 7° Sposo: simbolo della perfezione finalmente raggiunta… Gesù può darle l’acqua capace di dissetare. Anche un passato con molti limiti e debolezze… può essere la mia finestra su DIO
- Trascendenza e vicinanza si incontrano in Gesù. Davanti a Lui tutto diventa secondario: la Samaritana lascia la brocca.
- E io… Qual è la brocca che devo lasciare?
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- S. AGOSTINO: Arriva una donna samaritana ad attingere acqua (Gv 4, 7). Gesù le dice: Dammi da bere. Chiede da bere e promette da bere. E’ bisognoso come uno che aspetta di ricevere, ed è nell’abbondanza come uno che è in grado di saziare. Ma, in realtà, COLUI CHE CHIEDEVA DA BERE, AVEVA SETE DELLA FEDE DI QUELLA DONNA. Se conoscessi – dice – il dono di Dio. Che c’è di più soave e di più amabile di questa esortazione: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice “dammi da bere”, l’avresti pregato tu ed egli ti avrebbe dato un’acqua viva? Tuttavia, interdetta, la donna esclamò: Signore, tu non hai nulla per attingere e il pozzo è profondo (Gv 4, 11). Come vedete, acqua viva per lei è l’acqua del pozzo. Tu mi vuoi dare acqua viva, ma io possiedo la brocca con cui attingere, mentre tu no. Qui c’è l’acqua viva, ma tu come fai a darmela? Pur intendendo un’altra cosa e ragionando secondo la carne, tuttavia BUSSAVA ALLA PORTA, in attesa che il Maestro aprisse ciò ch’era chiuso. Bussava più per curiosità che per amore della verità. La samaritana continua ad intendere il linguaggio di Gesù in senso materiale. Il Signore prometteva abbondanza e pienezza di Spirito Santo e quella ancora non capiva; e siccome non capiva, che cosa rispondeva? Gli dice la donna: Signore, dammi codesta acqua affinché non abbia più sete e non venga fin qui ad attingere (Gv 4, 15). Il bisogno la costringeva alla fatica, che la sua debolezza mal sopportava. Oh, se avesse sentito l’invito: Venite a me, quanti siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò (Mt 11, 28)! Infatti Gesù le diceva queste cose, perché non si affaticasse più. MA LEI ANCORA NON CAPIVA.
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Cari amici, fra pochi giorni si celebra in tutto il mondo la FESTA della DONNA… iL MIO PENSIERO QUESTA MATTINA PRESTO è volato innanzitutto alla MADONNA… poi a MIA MAMMA e poi a tutte le DONNE-SORELLE che ho incontrato nella mia vita… a cui voglio dedicare questi pensieri di gratitudine e di affetto.
Donne vere. Fatte di grazia e di fragilità. Storie di umiliazione e riscatto. Tanto diverse ma tutte segnate da un Evento che ha cambiato la loro vita. Incontrata la Luce, l’hanno accolta con gioia. E si sono messe al servizio di Gesù e del Vangelo. Ieri come oggi. Donne-madri. Donne-sorelle. Donne capaci di amare. Sì, penso a mia madre. Ma anche a tutte quelle donne che sanno amare sul serio. Fino al sacrificio totale di sé. Con un’ abnegazione e fedeltà a tutta prova. Per questo sono perennemente attuali. Ne abbiamo bisogno come del pane. Ne ha bisogno il mondo. A volte addirittura ci afferra come un intimo timore di rimanere senza donne così. Perché, con l’aria che tira, potrebbero correre il rischio di…estinzione. Dio non voglia!
DAL TALMUD:
“State molto attenti a far piangere una donna,
che poi Dio conta le sue lacrime!
La donna è uscita dalla costola dell’uomo,
non dai piedi perché dovesse essere pestata,
né dalla testa per essere superiore,
ma dal fianco per essere uguale….
un pò più in basso del braccio per essere protetta
e dal lato del cuore per essere Amata ….”
PAPA FRANCESCO:
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… essere madre non significa solo mettere al mondo un figlio, ma è anche una scelta di vita. Senza le madri, non solo non ci sarebbero nuovi fedeli, ma la fede perderebbe buona parte del suo calore semplice e profondo.
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E la Chiesa è madre, è nostra madre! Noi non siamo orfani, abbiamo una madre! La Madonna, la madre Chiesa, e la nostra mamma.
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Non siamo orfani, siamo figli della Chiesa, siamo figli della Madonna, e siamo figli delle nostre madri.
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Carissime mamme, grazie, grazie per ciò che siete nella famiglia e per ciò che date alla Chiesa e al mondo. E a te, amata Chiesa, grazie, grazie per essere madre.
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E a te, Maria, madre di Dio, grazie per farci vedere Gesù. E grazie a tutte le mamme qui presenti: le salutiamo con un applauso!
DONNE DEL VANGELO
¨ Oltre ai Dodici, Gesù aveva scelto anche voi. A quel tempo? C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria di Màgdala, Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte altre, che li assistevano con i loro beni. (cfr Lc 8,2-3).
¨ Gli Evangelisti vi dedicano pagine sublimi. Indimenticabili. «In verità vi dico, dovunque sarà predicato questo vangelo nel mondo intero, sarà detto anche ciò che costei ha fatto, in memoria di lei» (Mt 26,13 La Samaritana Gv 4,1; la donna siro-fenicia Mc 7,24ss; la donna malata Mt 9,20-22; la peccatrice perdonata Lc 7,36.Marta e Maria Gv 11)
¨ Sorprende la fede semplice e audace della donna Cananea: Signore, anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni…“Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”. ( Mt15,25)
¨ E la “dichiarazione” di Gesù per Marta e Maria? All’udire questo, Gesù disse: “Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato”. Gesù voleva molto bene a Marta, a sua sorella e a Lazzaro. Gv 11,4s
¨ I Dodici fuggirono, voi donne siete rimaste fedeli fino alla croce C’erano anche là molte donne che avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. Tra costoro Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedèo. Intanto Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano ad osservare dove veniva deposto. (cfr Mt 27,56.61; Mc 15,47).
S. PAOLO E LE DONNE:
INSIEME A SERVIZIO DEL VANGELO
¨ Lidia: una donna-manager, ospita Paolo e compagni Restammo a Filippi alcuni giorni; il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera, e sedutici rivolgevamo la parola alle donne colà riunite. C’era ad ascoltare anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo. Dopo esser stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò: “Se avete giudicato ch’io sia fedele al Signore, venite ad abitare nella mia casa”. E ci costrinse ad accettare. (At. 16,14ss)
¨ In particolare sei stato in casa di due sposi, Priscilla e Aquila. Paolo si recò da loro e poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì nella loro casa e lavorava. Così Paolo si fermò un anno e mezzo, insegnando fra loro la parola di Dio. Paolo prese congedo dai fratelli e s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. (Atti 18,1ss)
¨ Sei rimasto grato a loro per tutta la vita. Se lo meritavano? Salutate Prisca e Aquila, miei collaboratori in Cristo Gesù; per salvarmi la vita essi hanno rischiato la loro testa, ad essi non io soltanto sono grato, ma tutte le Chiese dei Gentili (RM 16, 3)
IL GRAZIE DELLA CHIESA
- “Grazie a te, donna-madre che ti fai grembo dell’essere umano nella gioia e nel travaglio di un’esperienza unica.
- Grazie a te, donna-sposa che unisci irrevocabilmente il tuo destino a quello di un uomo, in un rapporto di reciproco dono.
- Grazie a te, donna-figlia e donna-sorella che porti nelnucleo familiare e poi nel complesso della vita sociale le ricchezze della tua sensibilità
- Grazie a te donna-lavoratrice, per l’indispensabile contributo che dai all’elaborazione di una cultura capace di coniugare ragione e sentimento, alla edificazionedi strutture economiche e politiche più ricche di umanità.
- Grazie a te, donna-consacrata che sull’esempio della più grande delle donne, la madre di Cristo, ti apri all’amore di Dio…
- Grazie a te, donna, per il fatto stesso che sei donna! (Giovanni Paolo II, lettera alle donne)
- Mia madre “Quella povera vecchia contadina di mia madre si alzava alle 3 di notte e via a lavorare, e faceva da donna e, con i suoi figli, sapeva fare anche da uomo, perché nostro padre era lontano, a lavorare sul Monferrato: batteva il falcetto per fare l’erba, e lo affilava essa, senza portarlo all’arrotino; faceva la tela con canapa filata da essa; e i miei fratelli si divisero tante lenzuola, tanta bella biancheria, povera mia madre! Teneva da conto fin i coltelli rotti… Non correva a comperare, se proprio non poteva farne a meno; e, quando è morta, le abbiamo messo il suo vestito da sposa, dopo 51 anni che si era sposata: se l’era fatto tingere in nero e faceva ancora la sua più bella figura ed era il suo vestito più bello! “ (Let. 36)
Quann’ero ragazzino, mamma mia, me diceva:
ricordate fijolo, quanno te senti veramente solo
tu prova a recità n’ave Maria.
L’anima tua da sola spicca er volo
E se solleva, come pe’ maggìa.
Ormai so’ vecchio, er tempo m’è volato.
Da un pezzo s’è addormita la vecchietta
Ma quer consijo non l’ho mai scordato.
Come me sento veramente solo
Io prego la Madonna benedetta
E l’anima da sola pija er volo!
(Trilussa)
LEGGI TUTTO: – 8 MARZO festa della donna 2015
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LE GRANDI DOMANDE DI OGNI UOMO…
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FAR CARRIERA AD OGNI COSTO?… Far carriera… E’ la grande aspirazione. Ovviamente, senza troppi srupoli: il fine giustifica i mezzi. Di ogni genere. Se serve, anche la corruzione, il doping, la droga. L’importante è riuscire nella scalata. Ma non si rischia così di trascurare altri valori fondamentali quali l’onestà, gli affetti familiari, la dimensione spirituale? E di ritrovarsi magari con un buon conto in banca ma stressati, soli, con la famiglia sfasciata e i figli sbandati?
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Vale la pena far carriera a questi costi? Un sapiente di 23 secoli fa, ci confida le sue riflessioni. Forse alquanto pessimiste, ma frutto di esperienza personale. Non ci converrà ascoltarlo almeno in parte, prima che sia troppo tardi?
QOHELET IN LINEA…
- Sei stato un attento osservatore della realtà. Cosa hai concluso?
Io, Qoelet, ho messo tutte le mie forze per indagare e scoprire il senso di tutto ciò che accade in questo mondo. Ho meditato su tutto quel che gli uomini fanno, per arrivare alla conclusione che tutto il loro affannarsi è inutile. È come se andassero a caccia di vento. (1,12ss)
- Neanche tu eri un santo…ti sei dato spesso alla pazza gioia. Con quale risultato?
Ho cercato il piacere nel bere… Mi son dato alla pazza gioia. Volevo vedere se questo dà felicità all’uomo durante i pochi giorni della sua vita. Ma tutto mi lasciava sempre un senso di vuoto. Il divertimento lascia insoddisfatti, l’allegria non serve a niente. (2.1ss)
- Però sei stato anche un gran lavoratore. Hai realizzato progetti importanti…
Ho fatto anche grandi lavori. Ho fabbricato palazzi, ho piantato vigneti. Ho costruito giardini e parchi. Avevo molti servi in casa mia. Ho fatto venire nel mio palazzo cantanti e ballerine: per i miei piaceri, tante belle donne. (2,4ss)
- Conclusione?
Ho tentato di fare un bilancio di tutte le opere che avevo fatte e della fatica che mi erano costate. Ma ho concluso che tutto è vanità, come inseguire il vento. (2,9s)
LEGGI TUTTO: 8. QOHELET
Dalla «Gaudium et spes»
Con tutto ciò, di fronte all’evoluzione attuale del mondo,
diventano sempre più numerosi quelli che
si pongono o sentono con nuova acutezza
gli interrogativi capitali:
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Cos’è l’uomo?
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Qual è il significato del dolore, del male, della morte che malgrado ogni progresso continuano a sussistere?
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Cosa valgono queste conquiste a così caro prezzo raggiunte?
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Che reca l’uomo alla società, e cosa può attendersi da essa?
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Cosa ci sarà dopo questa vita?
LA RISPOSTA DI GESU’
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Ecco, la Chiesa crede che Cristo, per tutti morto e risorto, dà all’uomo, mediante il suo Spirito, luce e forza perché l’uomo possa rispondere alla suprema sua vocazione; né è dato in terra un altro nome agli uomini in cui possano salvarsi (cfr. At 4, 12).
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Crede ugualmente di trovare nel suo Signore e Maestro la chiave, il centro e il fine di tutta la storia umana.
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Inoltre la Chiesa afferma che al di sopra di tutti i mutamenti ci sono molte cose che non cambiano; esse trovano il loro ultimo fondamento in Cristo, che è sempre lo stesso: ieri, oggi e nei secoli (cfr. Eb 13, 8).
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PADRE, PERDONALI…
perché non sanno quello che fanno!
(Lc 23, 34).
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– S. AELREDO, ABATE: Non c’è niente che ci spinga ad amare i nemici, quanto la dolce considerazione di quella ammirabile pazienza per cui egli, «il più bello tra i figli dell’uomo» (Sal 44, 3), offrì il suo bel viso agli sputi dei malvagi. Espose i suoi fianchi ai flagelli. Sottopose il capo, alle punte acuminate delle spine. Infine sopportò pazientemente la croce, i chiodi, la lancia, il fiele e l’aceto, lui in tutto dolce, mite e clemente. Alla fine fu condotto via come una pecora al macello, e come un agnello se ne stette silenzioso davanti al tosatore e non aprì bocca (cfr. Is 53, 7).
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Chi, al sentire quella voce piena di dolcezza, piena di carità, piena di inalterabile pacatezza: «Padre, perdonali», non abbraccerebbe subito i suoi nemici con tutto l’affetto? Che cosa si poteva aggiungere di dolcezza, di carità ad una siffatta preghiera? Tuttavia egli aggiunse qualcosa. Gli sembrò poco pregare, VOLLE ANCHE SCUSARE. «Padre, disse, perdonali, perché non sanno quello che fanno». E invero sono grandi peccatori, ma poveri conoscitori. Perciò: «Padre, perdonali».
Se l’uomo vuole amare se stesso di amore autentico
e non soccombere alla concupiscenza della carne,
rivolga ogni suo affetto
ALLA DOLCEZZA DEL PANE EUCARISTICO
leggi tutto in commenti…
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IMITIAMO IL BUON PASTORE…
Dalle «Omelie» di sant’Astèrio
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Imitiamo l’esempio che ci ha dato il Signore, il buon Pastore. Contempliamo i vangeli e, ammirando il modello di premura e di bontà in essi rispecchiato, cerchiamo di assimilarlo bene. Nelle parabole e nelle similitudini vedo un pastore che ha cento pecore. Essendosi una di esse allontanata dal gregge e vagando sperduta, egli non rimane con quelle che pascolavano in ordine, ma messosi alla ricerca dell’altra, supera valli e foreste, scala monti grandi e scoscesi, e, camminando per lunghi deserti con grande fatica, cerca e ricerca fino a che non trova la pecora smarrita.
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Dopo averla trovata, non la bastona, né la costringe a forza a raggiungere il gregge, ma, presala sulle spalle, e trattatala con dolcezza, la riporta al gregge, provando una gioia maggiore per quella sola ritrovata, che per la moltitudine delle altre.
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Consideriamo la realtà velata e nascosta della parabola. Quella pecora non è affatto una pecora, né quel pastore un pastore, ma significano altra cosa. Sono figure che contengono grandi realtà sacre. Ci ammoniscono, infatti, che non è giusto considerare gli uomini come dannati e senza speranza, e che non dobbiamo trascurare coloro che si trovano nei pericoli, né essere pigri nel portare loro il nostro aiuto, ma che è nostro dovere ricondurre sulla retta via coloro che da essa si sono allontanati e che si sono smarriti. Dobbiamo rallegrarci del loro ritorno e ricongiungerli alla moltitudine di quanti vivono bene e nella pietà.
CHI DIEDE LA VITA…
INSEGNO’ ANCHE A PREGARE…
- Colui che ha dato la vita, ha insegnato anche a pregare, e ciò perché parlando noi al Padre con la supplica e l’orazione che il Figlio insegnò, fossimo più facilmente ascoltati. Quale orazione infatti può essere più spirituale di quella che ci è stata data da Cristo? Quale preghiera al Padre può essere più vera di quella che è stata proferita dalla bocca del Figlio, che è verità?
- Preghiamo, dunque, fratelli, come Dio, nostro Maestro, ci ha insegnato. È preghiera amica e familiare pregare Dio con le sue parole, far salire ai suoi orecchi la preghiera di Cristo. Riconosca il Padre le parole del Figlio suo quando preghiamo; egli che abita dentro il nostro cuore sia anche nella nostra voce.
- E poiché è nostro avvocato presso il Padre, usiamo le parole del nostro avvocato, quando, come peccatori, supplichiamo per i nostri peccati. Se egli ha detto che qualunque cosa chiederemo al Padre nel suo nome ci sarà data, impetreremo più efficacemente quel che domandiamo in nome di Cristo, se lo domanderemo con la sua preghiera.
IN ASCOLTO DI GEREMIA
… nel mio cuore c’era come un fuoco ardente,
trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo,
ma non potevo.
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Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre; mi hai fatto violenza e hai prevalso. Sono diventato oggetto di derisione ogni giorno; ognuno si beffa di me.
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Quando parlo, devo gridare, devo urlare: «Violenza! Oppressione!». Così la parola del Signore è diventata per me causa di vergogna e di scherno tutto il giorno.
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Mi dicevo: «Non penserò più a lui, non parlerò più nel suo nome!». Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo.
LEGGI TUTTO: MI HAI SEDOTTO -GEREMIA
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DAL LIBRO DELLA «IMITAZIONE DI CRISTO» (3, 14)
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Rimango attonito e considero che i cieli non sono puri ai tuoi occhi. Caddero le stelle dal cielo (cfr. Ap 6, 13), e io, polvere, che cosa presumo? Alcuni uomini che sembravano seguire una condotta sublime, caddero nel più basso; e chi mangiava il pane degli angeli, l’ho poi visto compiacersi delle ghiande dei porci.
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Non c’è , dunque, nessuna santità, se tu, Signore, sottrai la tua mano. Nessuna fortezza vale, se tu cessi di sostenere. Se siamo abbandonati, affondiamo e periamo. Siamo instabili, ma da te siamo fatti saldi.
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Ci intepidiamo, ma tu ci riaccendi…
PARLIAMONE:
- Cosa ha tenuto e tiene ancora nella nostra vita di cristiani?
- Quali sono le difficoltà maggiori a livello personale, familiare, sociale, e nelle ns comunità ecclesiali?
- Cosa ti colpisce del profeta Geremia? Sentiamo un po’ di quel fuoco che aveva lui e che gli impediva di lasciare tutto? Come possiamo riaccendere quel fuoco?
d.alesiani@virgilio.it – www.donvincenzoalesiani.it
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Cari amici, MERCOLEDI DELLE CENERI: Inizia il tempo “forte” della QUARESIMA. Il Papa col suo messaggio ci ha dato motivi di riflessione chiedendoci: “DOV’E’ TUO FRATELLO?” E invitandoci alla speranza: ” RINFRANCATE I VOSTRI CUORI”
-
La nostra risposta? In questa quaresima 2015, vogliamo rimetterci in ascolto delle infuocate parole dei PROFETI: di ieri e di oggi… Sono ancora capaci di scuoterci…Aiutiamoci a viverla bene. Condividendo pensieri e gesti fraterni. Buon cammino quaresimale. Fraternamente dv
- QUALE RICCHEZZA? La situazione è sotto gli occhi di tutti. Pochi ricchi continuano a sperperare ingenti somme di denaro mentre molti poveri non sanno come sfamare i loro bambini. Tutto ciò è inammissibile davanti agli uomini e davanti a Dio. Ma dobbiamo chiederci onestamente se noi che abbiamo fremiti di santo sdegno contro queste ingiustizie, abbiamo uno stile di vita sobrio o rischiamo di desiderare quello che deploriamo negli altri… A quale ricchezza aspiriamo veramente? Insomma per essere provocante, con i tempi che corrono…la vorresti una Ferrari?
- Ci colleghiamo in diretta con uno dei più antichi Profeti d’Israele. Che ha parole forti in proposito e indicazioni preziose anche per noi, oggi.
IL PROFETA AMOS
“PREPARATI … ALL’INCONTRO
CON IL TUO DIO!”
(4,12)
Quando Dio, il Signore, parla
chi può evitare di trasmettere il suo messaggio?
(3, 7ss)
Leggi tutto: 1. AMOS VOCI DEI PROFETI QUARESIMA 2015
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PROPOSTE FORMATIVE PER LA QUARESIMA 2015
A) – A VILLA S. BIAGIO
- Tutti i giorni festivi: – SANTA MESSA alle ore 10.30
- Domenica 22 Febbraio: incontro per fidanzati e sposi (ore 15.30 – 18.30)
- Domenica 8 Marzo: ritiro amici parrocchia di Bologna
- Domenica 15 Marzo: ritiro per laici (ore 9 -17)
- Domenica 22 Marzo: Ritiro per persone consacrate (9-12.30) e Ritiro spirituale Laici orionini (17-21)
- Domenica 29: Incontro di spiritualità familiare(ore 15.30 – 18.30)
23 – 28 MARZO 2015: ESERCIZI SPIRITUALI
per preti – religiosi – diaconi e operatori pastorali
“TI CONOSCEVO PER SENTITO DIRE…
ORA I MIEI OCCHI TI VEDONO”
GIOBBE
B)-AL SANTUARIO S.GIOVANNI BOSCO– via 4 Novembre
- Sabato 21 Febbraio: Santi in famiglia (ore 16 – 17.30)
- Sabato 14 Marzo: SCUOLA DELLA PAROLA (ore 16 – 17.30)
- 17-18 Marzo: PREPRAMOCI ALLA PASQUA – ESERCIZI SP.LI SERALI (H. 21)
- Sabato 21 Marzo: Santi in famiglia (ore 16 – 17.30)
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Per approfondimenti:
CORSI BIBLICI ED ESERCIZI SPIRITUALI 2015
- 30 APRILE – 3 MAGGIO 2015: Tu mi hai rapito il cuore … ( Cantico dei cantici ) Fare famiglia: su quali basi? Con quali obiettivi?
- 25 – 30 MAGGIO 2015: Tutto posso in Colui che mi dà la forza (Filippesi) La fedeltà è possibile… A quale prezzo?
- 15 – 20 GIUGNO 2015 Abbiamo un tesoro in vasi di creta (2Corinzi) Gioie e fatiche dell’ apostolato, oggi
- 29 GIUGNO – 4 LUGLIO 2015: Viaggio nella vita… andata e ritorno (Tobia) – Custodirsi gli uni gli altri: cosa comporta?
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RITIRI PER GIOVANI:
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24 – 26 aprile 2015: TEMPRA e CUORE “Bagaglio” per il cammino della vita
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17 – 20 agosto 2015 LA TUA VITA: UN TESORO. Ci giochi o… te la giochi?
Info: tel. 0721.823.175 d.alesiani@virgilio.it – www.donvincenzoalesiani.it
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Cari amici, ricevo e metto a disposizione di tutti questa bella preghiera di Don Tonino Bello per i sacerdoti… e vi invito a pregarla particolarmente nei prossimi giorni per i 20 sacerdoti che FARANNO GLI ESERCIZI SPIRITUALI A VILLA S. BIAGIO. GRAZIE…
PREGHIERA PER I SACERDOTI
Spirito del Signore,
dono del Risorto agli apostoli del cenacolo,
gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri.
Riempi di amicizie discrete la loro solitudine.
Rendili innamorati della terra,
e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze.
Confortali con la gratitudine della gente e con l’olio della comunione fraterna.
Ristora la loro stanchezza
perchè non trovino appoggio più dolce per il loro riposo
se non sulla spalla del Maestro.
Liberali dalla paura di non farcela più.
Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze.
Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza.
Dalle loro mani grondi il Crisma su tutto ciò che accarezzano.
Fa’ risplendere di gioia i loro corpi.
rivestili di abiti nuziali.
E cingili con cinture di luce,
perchè per essi e per tutti lo Sposo non tarderà.
( Don Tonino Bello)
“SO CHE SEI QUI” Questo inno bellissimo cantato a mo’ di Preghiera dinanzi all’EUCARESTIA,ti eleva l’anima.
Hai la sensazione di vedere GESU’ fisicamente in quel
pezzetto di “PANE” bianco. Rimani nell’attesa, hai la percezione sentire CHE la sua “RICCHEZZA si voglia unire alla tua povertà.Pian piano ti rassicura la Sua presenza, reale non fisica.
Questo è un grande dono per l’anima che ama.
Cosa dire a GESU’ in questi momenti? Non ci capisci più niente! Tenti di metterti in ADORAZIONE PROFONDA
E DICI A LUI:”GRAZIE DI CUORE MIO DIO”!
Ieri, nella prima delle due serate di Esercizi Spirituali in preparazione alla Pasqua, ho vissuto un tempo prezioso per “qualcosa che urge” e spinge a VOLGERE e FISSARE LO SGUARDO sulle COSE ALTE con STUPORE GRANDE, un po’ come quegli angeli riportati nella Prima Lettera di Pietro, forse un poco “invidiosi” per il fatto sbalorditivo che Dio le ha fatte PER NOI!
La bellissima pag. evangelica della PECCATRICE ci sorprende sempre ogni volta che ci riflettiamo un pò.
…solo mi guardò,con occhi limpidi e cuore buono…
Che meraviglia! Cosa sarà avvenuto nel cuore della donna? Immagino una vera e propria rivoluzione!Nella sua vita è accaduto qualcosa di grandioso! E’ meraviglioso quando, durante il cammino della nostra vita, ci capita di fare simili incontri. Gesù nella Sua infinita bontà permette simili incontri sta a noi non farceli sfuggire. Accoglierli come un dono del Suo infinito amore. GRAZIE GESU’ !!!
“La mia nonna andava a letto con una piccola bambola, e per questo l’hanno messa in manicomio.
Mi hanno detto che prima di morire accarezzò la bambola e versò qualche lacrima.
Io sono sicuro che la mia nonna non era matta.
Era soltanto molto sola”.
(R. Battaglia)
IL MISTERO DELLA NOSTRA NUOVA VITA
SAN GREGORIO MAGNO, PAPA
Il beato Giobbe, essendo figura della santa Chiesa, mentre parla delle membra di lei, si eleva immediatamente alle parole del capo. Perciò anche qui si soggiunge: Questo soffro, eppure non c’è violenza nelle mie mani e pura è stata la mia preghiera (cfr. Gb 16, 17). Cristo infatti soffrì la passione e sopportò il tormento della croce per la nostra redenzione, sebbene non avesse commesso violenza con le sue mani, e neppure vi fosse inganno sulla sua bocca. Egli solo fra tutti levò pura la sua preghiera a Dio, perché anche nello stesso strazio della passione pregò per i persecutori, dicendo: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno» (Lc 23, 34).
Di questo sangue (DI Cristo) ben a proposito si soggiunge: «O terra, non coprire il mio sangue e non abbia sosta il mio grido».
La terra non coprì il suo sangue, anche perché la santa Chiesa ha predicato ormai il mistero della sua redenzione in tutte le parti del mondo.
È da notare, poi, quanto si soggiunge: «E non abbia sosta il mio grido». Lo stesso sangue della redenzione che viene assunto è il grido del nostro Redentore. Perciò anche Paolo parla del «sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele» (Eb 12, 24). Ora del sangue di Abele è stato detto: «La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo» (Gn 4, 10).
MA IL SANGUE DI GESÙ È PIÙ ELOQUENTE DI QUELLO DI ABELE, PERCHÉ IL SANGUE DI ABELE DOMANDAVA LA MORTE DEL FRATRICIDA, MENTRE IL SANGUE DEL SIGNORE IMPETRÒ LA VITA AI PERSECUTORI. Dobbiamo dunque imitare ciò che riceviamo e predicare agli altri ciò che veneriamo, perché il mistero della passione del Signore non sia vano per noi.
Se la bocca non proclama quanto il cuore crede, anche il suo grido resta soffocato. Ma perché il suo grido non venga coperto in noi, è necessario che ciascuno, secondo le sue possibilità, dia testimonianza ai fratelli del mistero della sua nuova vita.
…sono entrata in sito e mi sono soffermata sull’ultIma BUONA NOTTE di S. Luigi Orione. Ho pianto dalla commozione perchè in quelle sue ultime parole si nota tutto l’amore di un padre tenero verso i suoi figli. La consapevolezza di sentire la fine dei suoi giorni fa capire quale rapporto di intimità avesse raggiunto con il suo Dio. Le meravigliose raccomandazioni ai suoi figli di piangere con chi piange, soffrire con chi soffre. La devozione alle tre “MAMME”. Che bello quando sento parlare di DIO.! SLF
S. TEOFILO DI ANTIOCHIA, VESCOVO
BEATI I PURI DI CUORE PERCHÉ VEDRANNO DIO
SE DICI: FAMMI VEDERE IL TUO DIO, IO TI DIRÒ: FAMMI VEDERE L’UOMO CHE È IN TE, E IO TI MOSTRERÒ IL MIO DIO. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e le orecchie del tuo cuore ascoltano. Infatti quelli che vedono con gli occhi del corpo, percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le cose differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e il bello, l’armonioso e il caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è, quanto eccede nelle sue componenti e quanto ne è mancante. La stessa cosa si può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi e i dolci.
Allo stesso modo si comportano anche gli orecchi del cuore e gli occhi dell’anima in ordine alla vista di Dio. DIO, INFATTI, VIENE VISTO DA COLORO CHE LO POSSONO VEDERE, CIOÈ DA QUELLI CHE HANNO GLI OCCHI. MA ALCUNI LI HANNO ANNEBBIATI E NON VEDONO LA LUCE DEL SOLE. Tuttavia per il fatto che i ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla. Giustamente perciò essi attribuiscono la loro oscurità a se stessi e ai loro occhi. TU HAI GLI OCCHI DELLA TUA ANIMA ANNEBBIATI PER I TUOI PECCATI E LE TUE CATTIVE AZIONI.
Come uno specchio risplendente, così deve essere pura l’anima dell’uomo. Quando invece lo specchio si deteriora, il viso dell’uomo non può più essere visto in esso. Allo stesso modo quando il peccato ha preso possesso dell’uomo, egli non può più vedere Dio.
MOSTRA DUNQUE TE STESSO. FA’ VEDERE SE PER CASO NON SEI OPERATORE DI COSE INDEGNE, LADRO, CALUNNIATORE, IRACONDO, INVIDIOSO, SUPERBO, AVARO, ARROGANTE CON I TUOI GENITORI. DIO NON SI MOSTRA A COLORO CHE OPERANO TALI COSE, SE PRIMA NON SI SIANO PURIFICATI DA OGNI MACCHIA. Queste cose ti ottenebrano, come se le tue pupille avessero un diaframma che impedisse loro di fissarsi sul sole.
MA SE VUOI, PUOI ESSERE GUARITO. AFFIDATI AL MEDICO ED EGLI OPERERÀ GLI OCCHI DELLA TUA ANIMA E DEL TUO CUORE. CHI È QUESTO MEDICO? È DIO, IL QUALE PER MEZZO DEL VERBO E DELLA SAPIENZA GUARISCE E DÀ LA VITA.
Se capisci queste cose, o uomo, e se vivi in purezza, santità e giustizia, puoi vedere Dio. Ma prima di tutto vadano innanzi nel tuo cuore la fede e il timore di Dio e allora comprenderai tutto questo. Quando avrai deposto la tua mortalità e ti sarai rivestito dell’immortalità, allora vedrai Dio secondo i tuoi meriti. EGLI INFATTI FA RISUSCITARE INSIEME CON L’ANIMA ANCHE LA TUA CARNE, RENDENDOLA IMMORTALE E ALLORA, SE ORA CREDI IN LUI, DIVENUTO IMMORTALE, VEDRAI L’IMMORTALE.
Le tre cose che ci raccomanda S. Pietro Crisologo mi stanno dando un grande aiuto. Apriamo il cuore a DIO ed Egli ci concederà tutto il resto. L’anima che ama veramente Gesù non può fare a meno di rivolgersi a Lui.Non può fare a meno di mortificare il suo corpo. Non può fare a meno di chiedere e dare misericordia. E’ questo che ci insegna L’AMORE. Ogni giorno vissuto all’ombra del suo amore scopriamo sentieri nuovi mai percorsi prima. L’unione costante con DIO, nonostante le fragilità, fà nascere una nuova primavera nel cuore.
UNA PAGINA DI S. PIETRO CRISOLOGO CHE FA PENSARE…
LA PREGHIERA BUSSA, IL DIGIUNO OTTIENE, LA MISERICORDIA RICEVE…
Tre sono le cose, tre, o fratelli, per cui sta salda la fede, perdura la devozione, resta la virtù: la preghiera, il digiuno, la misericordia. Ciò per cui la preghiera bussa, lo ottiene il digiuno, lo riceve la misericordia. Queste tre cose, preghiera, digiuno, misericordia, sono una cosa sola e ricevono vita l’una dall’altra.
Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno. Nessuno le divida, perché non riescono a stare separate. Colui che ne ha solamente una o non le ha tutte e tre insieme, non ha niente. Perciò chi prega, digiuni. Chi digiuna abbia misericordia. Chi nel domandare desidera di essere esaudito, esaudisca chi gli rivolge domanda. Chi vuol trovare aperto verso di sé il cuore di Dio non chiuda il suo a chi lo supplica.
Chi digiuna comprenda bene cosa significhi per gli altri non aver da mangiare. Ascolti chi ha fame, se vuole che Dio gradisca il suo digiuno. Abbia compassione, chi spera compassione. Chi domanda pietà, la eserciti. Chi vuole che gli sia concesso un dono, apra la sua mano agli altri. È un cattivo richiedente colui che nega agli altri quello che domanda per sé.
O uomo, sii tu stesso per te la regola della misericordia. Il modo con cui vuoi che si usi misericordia a te, usalo tu con gli altri. La larghezza di misericordia che vuoi per te, abbila per gli altri. Offri agli altri quella stessa pronta misericordia, che desideri per te.
Perciò preghiera, digiuno, misericordia siano per noi un’unica forza mediatrice presso Dio, siano per noi un’unica difesa, un’unica preghiera sotto tre aspetti.
Quanto col disprezzo abbiamo perduto, conquistiamolo con il digiuno. Immoliamo le nostre anime col digiuno perché non c’è nulla di più gradito che possiamo offrire a Dio, come dimostra il profeta quando dice: «Uno spirito contrito è sacrificio a Dio, un cuore affranto e umiliato, tu, o Dio, non disprezzi» (Sal 50, 19).
O uomo, offri a Dio la tua anima ed offri l’oblazione del digiuno, perché sia pura l’ostia, santo il sacrificio, vivente la vittima, che a te rimanga e a Dio sia data. Chi non dà questo a Dio non sarà scusato, perché non può non avere se stesso da offrire. Ma perché tutto ciò sia accetto, sia accompagnato dalla misericordia. Il digiuno non germoglia se non è innaffiato dalla misericordia. Il digiuno inaridisce, se inaridisce la misericordia. Ciò che è la pioggia per la terra, è la misericordia per il digiuno. Quantunque ingentilisca il cuore, purifichi la carne, sràdichi i vizi, semini le virtù, il digiunatore non coglie frutti se non farà scorrere fiumi di misericordia.
O tu che digiuni, sappi che il tuo campo resterà digiuno se resterà digiuna la misericordia. Quello invece che tu avrai donato nella misericordia, ritornerà abbondantemente nel tuo granaio. Pertanto, o uomo, perché tu non abbia a perdere col voler tenere per te, elargisci agli altri e allora raccoglierai. Da’ a te stesso, dando al povero, perché ciò che avrai lasciato in eredità ad un altro, tu non lo avrai.
Dal “Commento al Vangelo di S. Giovanni” di Sant’Agostino Vescovo
Gesù e la Samaritana
Gesù, dunque, stanco per il viaggio, stava così a sedere sul pozzo [di Giacobbe]. Era circa l’ora sesta (Gv 4, 6). Arriva una donna. E’ figura della Chiesa, non ancora giustificata, ma già in via di essere giustificata: questo il tema del sermone. Arriva senza sapere nulla e trova Gesù, il quale attacca discorso con lei. Vediamo su che cosa e con quale intenzione. Arriva una donna samaritana ad attingere acqua (Gv 4, 7). Gesù le dice: Dammi da bere. I suoi discepoli erano andati in città per acquistare provviste. La donna samaritana, dunque, gli dice: Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me che sono una donna samaritana? I Giudei, infatti, non sono in buoni rapporti con i Samaritani (Gv 4, 7-9). Ecco la prova che i Samaritani erano stranieri. I Giudei non si servivano assolutamente dei loro recipienti; e la donna, che portava con sé un recipiente per attingere l’acqua, si stupì che un giudeo le chiedesse da bere, cosa che i Giudei non erano soliti fare. Ma, in realtà, colui che chiedeva da bere, aveva sete della fede di quella donna. Ascolta, adesso, chi è colui che chiede da bere. Gesù rispose: Se conoscessi il dono di Dio e chi è che ti dice “dammi da bere”, l’avresti pregato tu, ed egli ti avrebbe dato un’acqua viva (Gv 4, 10). Chiede da bere e promette da bere. E’ bisognoso come uno che aspetta di ricevere, ed è nell’abbondanza come uno che è in grado di saziare. Se conoscessi – dice – il dono di Dio. Il dono di Dio è lo Spirito Santo. Ma il Signore parla alla donna in maniera ancora velata, solo a poco a poco penetra nel cuore di lei. Intanto la istruisce. Che c’è di più soave e di più amabile di questa esortazione: Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice “dammi da bere”, l’avresti pregato tu ed egli ti avrebbe dato un’acqua viva? Tuttavia, interdetta, la donna esclamò: Signore, tu non hai nulla per attingere e il pozzo è profondo (Gv 4, 11). Come vedete, acqua viva per lei è l’acqua del pozzo. Tu mi vuoi dare acqua viva, ma io possiedo la brocca con cui attingere, mentre tu no. Qui c’è l’acqua viva, ma tu come fai a darmela? Pur intendendo un’altra cosa e ragionando secondo la carne, tuttavia bussava alla porta, in attesa che il Maestro aprisse ciò ch’era chiuso. Bussava più per curiosità che per amore della verità. Era ancora da compiangere, non ancora in condizione d’essere illuminata.
La samaritana continua ad intendere il linguaggio di Gesù in senso materiale. E’ allettata dalla prospettiva di non dover più patire la sete e crede di poter intendere in questo senso materiale la promessa del Signore. Il Signore prometteva abbondanza e pienezza di Spirito Santo e quella ancora non capiva; e siccome non capiva, che cosa rispondeva? Gli dice la donna: Signore, dammi codesta acqua affinché non abbia più sete e non venga fin qui ad attingere (Gv 4, 15). Il bisogno la costringeva alla fatica, che la sua debolezza mal sopportava. Oh, se avesse sentito l’invito: Venite a me, quanti siete affaticati ed oppressi, ed io vi ristorerò (Mt 11, 28)! Infatti Gesù le diceva queste cose, perché non si affaticasse più. Ma lei ancora non capiva.
Grazie veramente di cuore D.V. degli auguri per la festa di tutte le donne. Le belle espressioni che ci rivolgi,dilatano il cuore, rendendolo più sensibile ai bisogni di quelle donne che soffrono e magari sono ignorate dalla famiglia e dalla società.Un pensiero lo vorrei rivolgere alle donne sfiduciate tristi e sole.A queste care donne desidero esprimere tutta la mia solidarietà,le porto nel cuore e con me da Gesù perchè le incoraggi e le “RISCALDI CON IL SUO AMORE INESAURIBILE”. GRAZIE ANCORA.
… cosa sono per me i SALMI! Quando mi colpisce un versetto,tutto il giorno accompagna le mie azioni dando a queste una grande carica .Questa mattina mentre ero in solitudine dinanzi a LUI ho aperto un libro posando lo sguardo sul Salmo 131. Ho capito una cosa: per capirlo in profondità occorre sentirsi veramente piccoli liberi e spogli di se dinanzi a LUI. Queste riflessioni ci fanno un gran bene, ci aiutano ad abbassare i toni della nostra superbia. Siamo poveri ma con Gesù niente paura!….
A proposito del “fare carriera ad ogni costo”… leggendo una pagina di s. Casimiro, mi colpisce la TRASPARENTE PUREZZA del suo animo amante della “giustizia” come conseguenza dell’amore verso Dio che lo rese santo in soli 24 anni di permanenza terrena con la FAMA di “DIFENSORE dei POVERI”.
Trascrivo solo alcune frasi:
“DIFENDEVA ed ABBRACCIAVA COME SUE le cause dei POVERI dei MISERABILI. Benché fosse figlio del re e nobile per la dignità della nascita, mai si mostrava superiore nel tratto e nella conversazione con qualsiasi persona, per quanto umile e di bassa condizione.
Volle sempre essere considerato fra i MITI e i POVERI DI SPIRITO, AI QUALI APPARTIENE IL REGNO DI DIO. Non desiderò il supremo potere, né mai lo volle accettare quando gli fu offerto dal padre, TEMENDO CHE IL SUO ANIMO FOSSE FERITO DAGLI STIMOLI DELLE RICCHEZZE, O FOSSE CONTAMINATO DAL CONTAGIO DELLE COSE TERRENE”.
(tratto da uno scritto di un autore contemporaneo)
Ha fatto la miglior CARRIERA per giungere ad una “incoronazione a vita”…eterna
Molte volte ripenso al mio incontro col SIgnore.La gioia di sentirmi sua, il desiderio di questa appartenenza. Non potrei più vivere senza di Lui. Nella Parabola del padre misericordioso si racconta il percorso del figlio che ritorna, io conosco il percorso del figlio che dopo aver ricevuto il perdono ripercorre a ritroso il cammino. Ripensa ai vari episodi di errore, ai torti, alle cadute e decide di riparare, di pagare i debiti lasciati sul cammino. Si mette in viaggio, bussa al primo debitore e dice: sono venuto per pagare quel mio debito. L’uomo lo guarda stralunato e risponde: Di che debito parli? Appena tu sei andato vi da qui, un viandante è passato e ha estinto il debito! non mi devi nulla. E cosi il secondo, il terzo, il quarto e via via gli altri. Man mano che avanzava nel cammino a ritroso, ripensava alla figura confusa di qualcuno che lo seguiva, lo spiava, gli lanciava sguardi d’affetto. Era rimasto sempre con lui, lo aveva al suo fianco ma non lo vedeva, moriva d’amore per lui e lui, non capiva.
Oh quel cuore di padre!Ci illudiamo di andare lontani,sbattiamo la porta e usciamo, ma Lui non può farlo, noi siamo suoi figli.
Allora scopri l’appartenenza che, non è una cosa carnale, viscerale, ma spirituale, sei suo, suo fin nelle midolla e oltre,non vorrai mai più appartenere a qualcun altro. Questi tempi e questo mondo è vero, sono tremendi, sono un inganno ma io so che Lui è li’ accanto a ogni uomo che vive il tempo e il mondo. Portare il peso della croce è poca cosa se serve a che qualcuno ritrovi la gioia di quell’incontro.
“Io ho una croce leggera sul petto e una pesante sulle spalle.
Quest’ultima, però, da quando ho capito che è una scheggia di quella che ha portato Lui, da simbolo delle mie sconfitte si è tramutata in fontana di speranza.”
(don Tonino Bello)
HA PERFETTAMENTE RAGIONE IL NONNINO MENTRE SPIEGA AL SUO NIPOTINO COSA ACCADE NEL CUORE DELL’UOMO QUANDO CON INSISTENZA ,MA CON AMORE,EGLI SI IMMERGE NELLA PAROLA DI DIO.PIANO,PIANO DENTRO DI LUI AVVIENE UN CAMBIAMENTO RADICALE.UNA FORZA INTERIORE LO AIUTA A CAMBIARE TOTALMENTE IL SUO ABITUALE MODO DI VIVERE. E’ DIO CHE LAVORA… CON DELICATEZZA AFFINA LA SUA ANIMA RENDENDOLA COME LUI DESIDERA.GRAZIE GESU’.
I PROPOSITI
Mentre la mamma stirava la biancheria, un adolescente scriveva i suoi propositi chino sul tavolo:
“Se vedessi qualcuno in procinto di annegare mi butterei subito in acqua per soccorrerlo.
Se si incendia la casa salverei i bambini.
Durante un terremoto non avrei certo paura a buttarmi tra le macerie pericolanti per salvare qualcuno. Poi dedicherei tutta la mia vita per aiutare tutti i poveri del mondo…”.
La mamma: “Per piacere, vammi a prendere un po’ di pane qui sotto”.
“Ma mamma, non vedi che piove?”
(Bruno Ferrero)
” SE L’UOMO VUOLE AMARE SE STESSO DI AMORE AUTENTICO e non soccombere alla concupiscenza della carne,
rivolga ogni suo affetto
ALLA DOLCEZZA DEL PANE EUCARISTICO ”
Quanto è DIFFICILE voler bene a se stessi .
Ma è ” bello ” scoprire il ” Pane Eucaristico ” come STRADA
… voglio provarci .
LA CESTA D’ACQUA
***
C’era un ragazzo che viveva con suo nonno in una fattoria. Ogni mattina il nonno, che era cristiano, si alzava presto e dedicava del tempo a leggere le Scritture. Il nipote cercava di imitarlo in qualche modo, ma un giorno chiese: “Nonno, io cerco di leggere la Bibbia ma anche le poche volte che riesco a capirci qualcosa, la dimentico quasi subito. ALLORA A COSA SERVE? Tanto vale che non la legga più!”. Il nonno terminò di mettere nella stufa il carbone che stava in una cesta, poi disse al nipote: “Vai al fiume, e portami una cesta d’acqua”. Il ragazzo andò, ma ovviamente quando tornò non era rimasta acqua nella cesta. Il nonno ridacchiò e disse “Beh, devi essere un po’ più rapido. Dai, muoviti, torna al fiume e prendi l’acqua”. Anche questo secondo tentativo, naturalmente, fallì. Il nipote, senza fiato, disse che era una cosa impossibile, e si mise a cercare un secchio. Ma il nonno insistette: “Non ti ho chiesto un secchio d’acqua, ma una cesta d’acqua. Torna al fiume”. A quel punto il giovane sapeva che non ce l’avrebbe fatta, ma andò ugualmente per dimostrare al vecchio che era inutile, per quanto fosse svelto l’acqua filtrava dai buchi della cesta. Così tornò al fiume e portò la cesta vuota al nonno, dicendo: “VEDI? NON SERVE A NIENTE!” “SEI SICURO? – disse il nonno – Guarda un po’ la cesta”. Il ragazzo guardò: la cesta, che prima era tutta nera di carbone, ADESSO ERA PERFETTAMENTE PULITA! “Figlio, questo è ciò che succede quando leggi la Bibbia. Non capirai tutto, né ricorderai sempre ciò che hai letto, ma quando la leggi ti cambierà dall’interno. Dio lavora così nella nostra vita, ci raffina interiormente e a poco a poco ci trasforma perchè possiamo assomigliargli.”
«PADRE, PERDONALI,
PERCHÉ NON SANNO QUELLO CHE FANNO»
(LC 23, 34).
S. AELREDO, ABATE:
Non c’è niente che ci spinga ad amare i nemici, cosa in cui consiste la perfezione dell’amore fraterno, quanto la dolce considerazione di quella ammirabile pazienza per cui egli, «il più bello tra i figli dell’uomo» (Sal 44, 3), offrì il suo bel viso agli sputi dei malvagi. Lasciò velare dai malfattori quegli occhi, al cui cenno ogni cosa ubbidisce. Espose i suoi fianchi ai flagelli. Sottopose il capo, alle punte acuminate delle spine. Abbandonò se stesso all’obbrobrio e agli insulti. Infine sopportò pazientemente la croce, i chiodi, la lancia, il fiele e l’aceto, lui in tutto dolce, mite e clemente.
Alla fine fu condotto via come una pecora al macello, e
come un agnello se ne stette silenzioso davanti al tosatore e non aprì bocca (cfr. Is 53, 7). Chi, al sentire quella voce piena di dolcezza, piena di carità, piena di inalterabile pacatezza: «Padre, perdonali», non abbraccerebbe subito i suoi nemici con tutto l’affetto? «Padre», dice, «perdonali» (Lc 23, 34). Che cosa si poteva aggiungere di dolcezza, di carità ad una siffatta preghiera? Tuttavia egli aggiunse qualcosa.
Gli sembrò poco pregare, VOLLE ANCHE SCUSARE.
«Padre, disse, perdonali, perché non sanno quello che fanno». E invero sono grandi peccatori, ma poveri conoscitori. Perciò: «Padre, perdonali». Lo crocifiggono, ma non sanno chi crocifiggono, perché se l’avessero conosciuto, giammai avrebbero crocifisso il Signore della gloria (cfr. 1 Cor 2, 8); perciò: «Padre, perdonali». Lo ritengono un trasgressore della legge, un presuntuoso che si fa Dio, lo stimano un seduttore del popolo.
Se l’uomo vuole amare se stesso di amore autentico, non
si lasci corrompere da nessun piacere della carne. Per non soccombere alla concupiscenza della carne, rivolga ogni suo affetto alla dolcezza del pane eucaristico. Inoltre per riposare più perfettamente e soavemente nella gioia della carità fraterna, abbracci di vero amore anche i nemici.
Perché questo fuoco divino non intiepidisca di fronte alle
ingiustizie, guardi sempre con gli occhi della mente la pazienza e la pacatezza del suo amato Signore e Salvatore.
« CHIEDETE, CERCATE, BUSSATE »
– San Macario –
SFORZATI DI PIACERE AL SIGNORE, ATTENDILO INTERIORMENTE SENZA STANCARTI, CERCALO CON IL TUO PENSIERO, fa’ violenza alla tua volontà e alle tue decisioni, costringile affinché tendano continuamente verso di lui. E VEDRAI COME EGLI VIENE PRESSO DI TE E VI PRENDE DIMORA (Gv 14,23)… Sta lì ad osservare il tuo ragionamento, i tuoi pensieri, le tue riflessioni, esamina come lo cerchi, se è con tutta la tua anima oppure con fare stanco e trascurato. E quando vedrà che lo cerchi con ardore, subito si manifesterà a te, si farà vedere da te, ti concederà il suo aiuto, ti darà la vittoria e ti libererà dai tuoi nemici. QUANDO AVRÀ VISTO INFATTI QUANTO LO CERCHI, COME METTI IN LUI TUTTA LA TUA SPERANZA, ALLORA TI ISTRUIRÀ, TI INSEGNERÀ LA VERA PREGHIERA, ti darà quella carità vera che è lui, in persona. Diventerà allora per te ogni cosa: paradiso, albero di vita, perla preziosa, corona, architetto, coltivatore, un essere sottomesso alla sofferenza ma non colpito dalla sofferenza, uomo, dio, vino, acqua viva, pecora, sposo, combattente, armatura, CRISTO «TUTTO IN TUTTI» (1 COR 15,28).
COME UN BAMBINO NON PUÒ NUTRIRE SE STESSO, NÉ PRENDERE CURA DI SE STESSO, MA PUÒ SOLO GUARDARE SUA MADRE PIANGENDO, finché ella, mossa a compassione, si prenda cura di lui, così le anime credenti sperano sempre in Cristo e a lui attribuiscono ogni giustizia. COME IL TRALCIO SI DISSECCA se è staccato dalla vite (Gv 15,6), così succede a colui che vuole essere giusto senza Cristo. Come «chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte è un ladro e un brigante» (Gv 10,1) così è di chi
vuole rendere se stesso giusto senza colui che giustifica.
“PADRE NOSTRO” LA PREGHIERA DEI FIGLI DI DIO
(M. Teresa di Calcutta)
Per essere feconda, la preghiera deve venire dal cuore e poter toccare il cuore di Dio. Vedi come Gesù ha insegnato a pregare ai suoi discepoli.
Ogni volta che diciamo “PADRE NOSTRO”, Dio, ne sono sicura, rivolge lo sguardo sulle sue mani, proprio dove ci ha disegnati: “Ti ho disegnato sulle palme delle mie mani” (Is 49,16). Egli contempla le sue mani, e ci vede lì, accovacciati in loro. Che meraviglia, la tenerezza di Dio! Preghiamo, diciamo il “PADRE NOSTRO”.
Viviamolo e allora saremo santi. Lì c’è tutto: Dio, io, il prossimo. Se perdono, allora posso essere santo, posso pregare. Tutto viene da un cuore umile; se avremo tale cuore, sapremo come amare Dio, amare noi stessi e amare il nostro prossimo (Mt 22,37ss). Non c’è nulla di complicato in ciò, eppure noi complichiamo tanto la vita, gravandola di tanti sovrappesi; una sola cosa conta: essere umili e pregare. Quanto più pregherete, tanto meglio pregherete. UN BAMBINO non incontra nessuna difficoltà ad esprimere la sua intelligenza candida in termini semplici che dicono molto. Gesù non ha forse fatto capire a Nicodemo che occorre diventare come un bambino (Gv 3,3)? Se pregheremo secondo il Vangelo, permetteremo a Cristo di crescere in noi.
PREGA CON AMORE, COME UN BAMBINO, con l’ardente desiderio di amare molto e di rendere amato colui che non lo è.
San Gregorio Nazianzeno sull’amore ai poveri: “L’AVETE FATTO A ME”
Immagini forse che la carità non sia obbligatoria, ma libera? Che non sia una legge, ma semplicemente un consiglio? Anche a me piacerebbe che fosse così e lo penserei volentieri. Ma mi intimorisce la mano sinistra di Dio, quando rimprovera i capri, non tanto perché hanno rubato, depredato, commesso adulterio o fatto altri delitti di questo tipo, ma perché non hanno onorato Cristo nella persona dei poveri.
Se volete credermi, voi servi di Cristo, suoi fratelli e coeredi, finché non è troppo tardi, visitiamo Cristo, serviamo Cristo, nutriamo Cristo, vestiamo Cristo, accogliamo Cristo, onoriamo Cristo, e non soltanto offrendogli un pasto come fa qualcuno, o del profumo come Maria Maddalena, o una sepoltura come Giuseppe d’Arimatea, o il dovere di sepoltura come Nicodemo, o l’oro, l’incenso e la mirra come i magi. “Misericordia e non sacrificio » (Mt 9,13) vuole il Signore dell’universo, la compassione piuttosto che mille grassi agnelli. Presentiamogliela dunque per mezzo di coloro che sono oppressi dalla miseria, e il giorno in cui lasceremo questo mondo ci “accoglieranno nelle dimore eterne” (Lc 16,9), nel Cristo stesso, nostro Signore, a cui appartiene la gloria per l’eternità.
Mi fa bene leggere , tra le righe del profeta Geremia , questo SENSO DI APPARTENENZA A DIO.
«Io volevo legare a me il popolo proprio come si lega una cintura ai fianchi . Volevo che fossero il MIO POPOLO..”
HO BISOGNO di appartenere , di sentirmi custodita ..
Ed è questo bisogno che ancora “tiene nella mia vita” e che mi impedisce di scappare da LUI nonostante la fatica , la tentazione , la paura
HO BISOGNO di quella PACE che è dono , QUANDO ci sentiamo SUOI :
” Ero affamato delle tue parole, e QUANDO le trovavo mi sentivo il cuore pieno di gioia, perché APPARTENGO A TE , SIGNORE ”
HO BISOGNO CRESCA in me questo senso di appartenenza , che è riposo , risposta , spinta , coraggio , che è quel ” preparati all’incontro con il TUO DIO ”
“Allora il vasaio prese altra creta e fece un nuovo vaso… VOI SIETE NELLE MIE MANI PROPRIO COME LA CRETA NELLE MANI DEL VASAIO ”
Aiutaci ad accettare anche le nostre salite , ad offrire le nostre fatiche , nella Speranza che , anche attraverso i momenti duri , TU ci rimodelli per avvicinarci a TE .
Nella nostre lotte dentro Signore , aiutaci a sentirci TUOI e a sentire che questa è la strada della Pace .
Nel nostro bisogno di appartenerTi Signore , c’è il nostro essere TUOI .
Tutti si è ammalati di solitudine, ma ci sono persone e situazioni con livelli di solitudine profonda che va oltre l’immaginabile possibile.
Poi però quando si torna a casa la sera, anche se c’è tutto il “disordine da ordinare” e… non si finisce mai, è perché abbiamo qualcuno ad aspettarci ed aspettarsi mille cose senza riserve: gli AFFETTI, la FAMIGLIA anche se con mille problemi ma sempre una FAMIGLIA,dei FIGLI che non ci fanno dormire la notte ma sui quali DOBBIAMO anzi POSSIAMO RIVERSARE AMORE, un dovere-DIRITTO che è PER SEMPRE, che NESSUNO mai può cancellare.
Voglio pregare per i DAVVERO SOLI, quelli che tornando la sera non hanno in casa alcun “disordine da ordinare”, se non quello della loro solitudine.
Tutti sono ammalati di solitudine.
Però ci sono persone e situazioni con livelli di solitudine profonda che va oltre l’immaginabile possibile.
Poi però quando si torna a casa la sera, anche se c’è tutto il “disordine da ordinare” e… non si finisce mai, è perché abbiamo qualcuno ad aspettarci ed aspettarsi mille cose senza riserve: gli AFFETTI, la FAMIGLIA anche se con mille problemi ma sempre una FAMIGLIA,dei FIGLI che non ci fanno dormire la notte ma sui quali DOBBIAMO anzi POSSIAMO RIVERSARE AMORE, un dovere-DIRITTO che è PER SEMPRE, che NESSUNO mai può cancellare.
Voglio pregare per i DAVVERO SOLI, quelli che tornando la sera non hanno in casa alcun “disordine da ordinare”, se non quello della loro solitudine.
…Che bello il messaggio del Papa “rinfrancate i vostri cuori”
tutti nella quotidianità possiamo aiutare con gesti di carità… mi sono accorta anche io nel mio insignificante lavoro.
Dio scrive sulle righe che pensavo storte… mi piace scambiare qualche parola. Deve vedere come sono contenti quando chiedo loro come stanno, o quando li aiuto a fare la scelta migliore… una signora dopo avermi cercata per alcuni giorni senza trovarmi, per via dei turni, mi ha detto una cosa “pensavo che non c’eri più… non so come faccio, perche sei l’unica persona che ho.” Immagina come è sola questa signora? e quante persone, sono sole in mezzo a tanta gente? è bello sentirsi un pezzettino di mosaico…ma perche Dio mi vuole così bene? perche ha pensato a me prima di creare le stelle? come sono piccola… io che voglio conoscere, capire, scoprire poi mi arriva una signora che mi insegna tanto, non basta una vita per dire grazie…
Con i tempi che corrono, è davvero difficile se non impossibile “accendere il mutuo” per acquistare un buco di casa.
A me sembra che oggi con la bella pagina di S. Giovanni Crisostomo sulla PREGHIERA, venga offerta l’opportunità di accendere un mutuo presso la “banca divina” che sollecita all’acquisto di una “casa-reggia” con tante stanze: della MODESTIA, dell’UMILTA’, della GIUSTIZIA, della FEDE, della COMUNIONE INTIMA CON LUI, i cui interessi vengono ACCREDITATI sul conto corrente della PACE, ARMONIA, QUIETE dell’ANIMA.
“L’accendiamo”?!
…Ecco un grande dono: S. GIOVANNI CRISOSTOMO nei momenti burrascosi della vita, CI CONSIGLIA DI ABBRACCIARE IL SIGNORE NELLA PREGHIERA VERA
LA PREGHIERA È LUCE PER L’ANIMA
La preghiera, o dialogo con Dio, è un bene sommo. E’, infatti, una comunione intima con Dio. Come gli occhi del corpo vedendo la luce ne sono rischiarati, così anche l’anima che è tesa verso Dio viene illuminata dalla luce ineffabile della preghiera. DEVE ESSERE, PERÒ, UNA PREGHIERA NON FATTA PER ABITUDINE, MA CHE PROCEDA DAL CUORE. Non deve essere circoscritta a determinati tempi od ore, ma fiorire continuamente, notte e giorno. Non bisogna infatti innalzare il nostro animo a Dio solamente quando attendiamo con tutto lo spirito alla preghiera. Occorre che, anche quando siamo occupati in altre faccende, sia nella cura verso i poveri, sia nelle altre attività, impreziosite magari dalla generosità verso il prossimo, abbiamo il desiderio e il ricordo di Dio, perché, insaporito dall’amore divino, come da sale, tutto diventi cibo gustosissimo al Signore dell’universo. Possiamo godere continuamente di questo vantaggio, anzi per tutta la vita, se a questo tipo di preghiera dedichiamo il più possibile del nostro tempo.
LA PREGHIERA È LUCE DELL’ANIMA, VERA CONOSCENZA DI DIO, MEDIATRICE TRA DIO E L’UOMO. L’ANIMA, ELEVATA PER MEZZO SUO IN ALTO FINO AL CIELO, ABBRACCIA IL SIGNORE CON AMPLESSI INEFFABILI. COME IL BAMBINO, CHE PIANGENDO GRIDA ALLA MADRE, L’ANIMA CERCA ARDENTEMENTE IL LATTE DIVINO, BRAMA CHE I PROPRI DESIDERI VENGANO ESAUDITI E RICEVE DONI SUPERIORI AD OGNI ESSERE VISIBILE. La preghiera funge da augusta messaggera dinanzi a Dio, e nel medesimo tempo rende felice l’anima perché appaga le sue aspirazioni. PARLO, PERÒ, DELLA PREGHIERA AUTENTICA E NON DELLE SOLE PAROLE.
Essa è un desiderare Dio, un amore ineffabile che non proviene dagli uomini, ma è prodotto dalla grazia divina. Di essa l’Apostolo dice: Non sappiamo pregare come si conviene, ma lo Spirito stesso intercede per noi con gemiti inesprimibili (cfr. Rm 8, 26b). Se il Signore dà a qualcuno tale modo di pregare, è una ricchezza da valorizzare, è un cibo celeste che sazia l’anima; chi l’ha gustato si accende di desiderio celeste per il Signore, come di un fuoco ardentissimo che infiamma la sua anima.
ABBELLISCI LA TUA CASA DI MODESTIA E UMILTÀ MEDIANTE LA PRATICA DELLA PREGHIERA. RENDI SPLENDIDA LA TUA ABITAZIONE CON LA LUCE DELLA GIUSTIZIA; ORNA LE SUE PARETI CON LE OPERE BUONE COME DI UNA PATINA DI ORO PURO E AL POSTO DEI MURI E DELLE PIETRE PREZIOSE COLLOCA LA FEDE E LA SOPRANNATURALE MAGNANIMITÀ, PONENDO SOPRA OGNI COSA, IN ALTO SUL FASTIGIO, LA PREGHIERA A DECORO DI TUTTO IL COMPLESSO. COSÌ PREPARI PER IL SIGNORE UNA DEGNA DIMORA, COSÌ LO ACCOGLI IN SPLENDIDA REGGIA. EGLI TI CONCEDERÀ DI TRASFORMARE LA TUA ANIMA IN TEMPIO DELLA SUA PRESENZA.
RICEVO E CONDIVIDO CON VOI CARI AMICI UNA BELLA MEDITAZIONE DI D. TONINO BELLO… CI FA BENE
Per la QUARESIMA ( + Tonino Bello )
Se è vero che ogni cristiano deve accogliere la sua croce, ma deve anche schiodare tutti coloro che vi sono appesi, noi oggi siamo chiamati a un compito dalla portata storica senza precedenti: “Sciogliere le catene inique, togliere i legami del giogo, rimandare liberi gli oppressi” (Is 58,6). Pertanto, non solo dobbiamo lasciare il “belvedere” delle nostre contemplazioni panoramiche e correre in aiuto del fratello che geme sotto la sua croce personale, ma dobbiamo anche individuare, con coraggio e intelligenza, le botteghe dove si fabbricano le croci collettive.
La riconciliazione verso i nostri nemici: noi dobbiamo assolutamente dare un aiuto al fratello che abbiamo ostracizzato dai nostri affetti, stringere la mano alla gente con cui abbiamo rotto il dialogo, porgere aiuto al prossimo col quale abbiamo categoricamente deciso di archiviare ogni tipo di rapporto. E’ su questa scarpata che siamo chiamati a vincere la pendenza del nostro egoismo e a misurare la nostra fedeltà al mistero della croce.
Purtroppo la nostra vita cristiana non incrocia il Calvario. Non s’inerpica sui tornanti del Golgota. Come i Corinzi anche noi, la croce, l’abbiamo “inquadrata” nella cornice della sapienza umana, e nel telaio della sublimità di parola. L’abbiamo attaccata con riverenza alle pareti di casa nostra, ma non ce la siamo piantata nel cuore. Pende dal nostro collo, ma non pende sulle nostre scelte. Le rivolgiamo inchini in chiesa, ma ci manteniamo agli antipodi della sua logica.
Al Golgota si va in corteo, pregando, lottando, soffrendo con gli altri. Non con arrampicate solitarie, ma solidarizzando con gli altri che, proprio per avanzare insieme, si danno delle norme,dei progetti, delle regole precise, a cui bisogna sottostare da parte di tutti. Se no, si rompe il tessuto di una comunione che,una volta lacerata,richiederà tempi lunghi per pazienti ricuciture.
La croce, l’abbiamo isolata: è un albero nobile che cresce su zolle recintate, nel centro storico delle nostre memorie religiose, all’interno della zona archeologica dei nostri sentimenti. Ma troppo lontano dalle strade a scorrimento veloce che battiamo ogni giorno. Abbiamo bisogno di riconciliarci con la croce e di ritrovare, sulla carta stradale della nostra esistenza paganeggiante, lo svincolo giusto che porta ai piedi del condannato!
C’è una frase immensa, che riassume la tragedia del creato alla morte di Cristo: “Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio, si fece buio su tutta la terra”. Forse è la frase più scura di tutta la Bibbia. Per me è una delle più luminose. Proprio per quelle riduzioni di orario che stringono, come due paletti invalicabili, il tempo in cui è concesso al buio di infierire sulla terra. Ecco le sponde che delimitano il fiume delle lacrime umane. Ecco le saracinesche che comprimono in spazi circoscritti tutti i rantoli della terra. Ecco le barriere entro cui si consumano tutte le agonie dei figli dell’uomo.
Un giorno, quando avrete finito di percorrere la mulattiera del Calvario e avrete sperimentato come Cristo l’agonia del patibolo, si squarceranno da cima a fondo i veli che avvolgono il tempio della storia e finalmente saprete che la vostra vita non è stata inutile. Che il vostro dolore ha alimentato l’economia sommersa della grazia. Che il vostro martirio non è stato un assurdo, ma ha ingrossato il fiume della redenzione raggiungendo i più remoti angoli della terra.
Coraggio, fratello che soffri. C’è anche per te una deposizione dalla croce. Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico, intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte. Ecco un grembo di donna che ti avvolge di tenerezza. Coraggio! Mancano pochi istanti alle tre del tuo pomeriggio. Tra poco, il buio cederà il posto alla luce, la terra riacquisterà i suoi colori e il sole della Pasqua irromperà tra le nuvole in fuga.
Riconciliamoci con la gioia. La Pasqua sconfigga il nostro peccato, frantumi le nostre paure e ci faccia vedere le tristezze, le malattie, i soprusi e perfino la morte, dal versante giusto: quello del “terzo giorno ” Da lì le sofferenze del mondo non saranno più i rantoli dell’agonia, ma i travagli del parto. E le stigmate lasciate dai chiodi nelle nostre mani saranno le feritoie attraverso le quali scorgeremo fin d’ora le luci di un mondo nuovo. (+ TONINO BELLO)
“Se qualcuno vuol venire dietro a me… prenda la sua croce ogni giorno e mi segua”
Imitazione di Cristo, Libro 2, capitolo 12
***
Per molti è questa una parola dura: rinnega te stesso, prendi la tua croce e segui Gesù … Perché hai paura di prendere la croce, che è la via per il regno? Nella croce è la salvezza; nella croce è la vita; nella croce è la difesa dal nemico; nella croce è il dono soprannaturale delle dolcezze del cielo; nella croce sta la forza delle mente e la letizia dello spirito; nella croce si assommano le virtù e si fa perfetta la santità. Soltanto nella croce si ha la salvezza dell’anima e la speranza della vita eterna. Prendi, dunque, la tua croce, e segui Gesù; così entrerai nella vita eterna.… Se muori con lui, con lui vivrai. Se gli sarai stato compagno nella sofferenza, gli sarai compagno anche nella gloria.
Ecco, tutto dipende dalla croce… La sola strada che porti alla vita e alla vera pace interiore… Va’ pure dove vuoi, cerca quel che ti piace, ma non troverai, di qua o di là, una strada più alta e più sicura della via della santa croce.
Predisponi pure ed ordina ogni cosa, secondo il tuo piacimento e il tuo gusto; ma altro non troverai che dover sopportare qualcosa, che tu lo voglia o no; troverai cioè sempre la tua croce. Infatti, o sentirai qualche dolore nel corpo o soffrirai nell’anima qualche tribolazione interiore. Talvolta sarà Dio ad abbandonarti, talaltra sarà il prossimo a metterti a dura prova; di più, frequentemente, sarai tu di peso a te stesso. E non potrai trovare conforto e sollievo in alcun modo… Dio, infatti, vuole che tu impari a soffrire tribolazioni per sottometterti interamente a lui e diventare più umile… In ogni cosa devi saper soffrire con pazienza, se vuoi avere la pace interiore e meritare il premio eterno.
“Dopo tanta nebbia, a una a una si svelano le stelle;
Respiro il fresco che mi lascia il colore del cielo;
Mi riconosco immagine passeggera
presa in un giro IMMORTALE” (G. Ungaretti)
S. Quaresima 2015, carissimi amici che ogni giorno attingete acqua alla sorgente della parola nel sito di S.Biagio. Vorrei,con molta umiltà regalarvi un pensiero che può farci bene. In questo momento forte della Quaresima diciamo insieme a Gesù:Lavaci,o Signore!Fà che ogni giorno sia l’occasione di riconoscerti fonte di ogni bene.Guidaci verso la sorpresa di sentirci da sempre abbracciati dalla Tua misericordia.Apri il nostro cuore verso confini che solo Tu puoi tracciare in noi. OGGI LA CENERE CI RICONDUCE ALLA TERRA PERCHE’ GLI OCCHI SI APRANO AL CIELO. BUON CAMMINO DI CUORE. LU
Colpisce della figura di Amos da “pastore di pecore” a “profeta” che parla con CORAGGIO perché lo fa per conto di Dio…”IL SIGNORE DICE:…”!
nell’allegato è scritto ancora: “quando il SIGNORE DIO PARLA, chi può evitare di trasmettere il suo messaggio?”; credo che questa sia la vera ragione che spinge coraggiosamente Amos alla franchezza nel denunciare il male, se è DIO STESSO a PARLARE IN LUI, COME POTREBBE SOTTRARSI?!
Ricordo una spiegazione, sentita durante la S. Messa, sul significato della parola “profeta” che, se ho inteso bene, non è colui che predice il futuro, ma è colui che sa INTERPRETARE IL PRESENTE.
Un presente che RISUONA ANCHE OGGI, in una concezione corrente DENSA DI COSE PIENE DI NIENTE.
Insegnaci Signore lo spirito di POVERTA’ PROFONDA, DI UMILE VITA: questa è la “ferrari turbo” che desidero avere, a “benzina di Spirito Santo” verso la VITA VERA.
LA SEDIA.
In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote di recarsi a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era molto malato.
Quando il sacerdote arrivò nella povera casa, trovò l’uomo nel suo letto con il capo sollevato da due cuscini. C’era una sedia a lato del letto, e il sacerdote pensò che fosse stata messa lì per la sua visita
– Suppongo che mi stesse aspettando – gli disse.
– No, chi è lei? – disse l’uomo malato.
– Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato perché pregasse con lei; quando sono entrato ho notato la sedia vuota a lato del suo letto, e ho pensato che fosse stata messa qui per me. –
– Ah, la Sedia. – disse l’altro. E poi:
– Le dispiace chiudere la porta? –
Il sacerdote, sorpreso, chiuse la porta.
L’uomo malato gli disse:
– Questo non l’ho mai detto a nessuno, però ho trascorso tutta la mia vita senza sapere come pregare. Quando andavo in chiesa ascoltavo sempre quanto mi veniva detto circa la necessità della preghiera, come si deve pregare ed i benefici che porta…
…però tutte queste cose, non so perché, mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall’altro.
Insomma, non avevo idea di come fare.
Infine, molto tempo fa smisi completamente di pregare. Ho continuato così fino a circa quattro anni fa, poi un giorno ne parlai con il mio migliore amico e lui mi disse:
– Giuseppe, la preghiera è semplicemente avere una conversazione con Gesù. Ti suggerisco di fare così:
Siedi su una sedia e colloca un’altra sedia vuota davanti a te, quindi con fede guarda Gesù seduto davanti a te. Non è una stupidata farlo, perché Lui stesso ci ha detto:“Io sarò sempre con voi”
Quindi parlagli ed ascoltalo allo stesso modo in cui lo stai facendo con me ora. –
– Ho provato una volta, poi altre volte, e mi è piaciuto talmente che da allora lo faccio almeno un paio d’ore al giorno.
Presto sempre molta attenzione a non farmi vedere da mia figlia… altrimenti mi internerebbe subito in un manicomio. –
Il sacerdote a questo racconto provò una grande emozione e disse a Giuseppe che ciò che faceva era molto buono, e lo consigliò di non smettere mai. Quindi pregò con lui, gli impartì la benedizione e tornò alla chiesa.
Due giorni dopo, la figlia di Giuseppe lo chiamò per dirgli che suo padre era morto.
Il sacerdote le chiese:
– È morto in pace? –
– Sì. Quando lei uscì di casa, alle due del pomeriggio, mi chiamò.
Andai da lui e lo vidi nel suo letto.
Mi disse che mi amava molto e mi dette un bacio. Uscii per delle commissioni, e quando ritornai un’ora dopo lo trovai morto.
C’è però qualcosa di strano: poco prima di morire deve essersi alzato e avvicinato alla sedia che era accanto al letto, infatti l’ho ritrovato con la testa appoggiata su di essa.
Lei cosa ne pensa?- Il sacerdote, profondamente commosso, si asciugò le lacrime dell’emozione e rispose:
– Magari tutti noi potessimo andarcene in questo modo!
È curioso: barzellette, messaggi scherzosi, volgari o anche osceni girano liberamente attraverso il cyberspazio e si diffondono tramite posta elettronica come il fuoco di un incendio.
Invece messaggi che ci parlano di Dio circolano a fatica, e quando ne riceviamo uno ci pensiamo due volte prima di inoltrarlo ad altri.
Riflessione:
È CURIOSO, VERO? Quando avrai finito di leggere questo messaggio, a quanti indirizzi lo inoltrerai ? Quanti indirizzi tralascerai solo perché non sei sicuro/a di ciò che loro pensano a proposito, o magari di ciò che potrebbero pensare di te? “Signore, resta con noi!”
Ti auguro una giornata piena di benedizioni per te e per i tuoi.
E ti suggerisco una semplicissima preghiera, da usare in ogni luogo e in ogni momento, quando senti il bisogno di qualcosa di speciale: “Signore resta con noi.”
SANTO ROSARIO dedicato all’Opera del Padre, per rendergli onore e lode per tutto ciò che ha compiuto. Come con il Santo Rosario dedicato alla Vergine Maria ripercorriamo le meraviglie di Dio nel Figlio suo Gesù Cristo, cosi nel Santo Rosario della gloria del Padre ripercorriamo le azioni del Padre prima della venuta del Figlio.
Questo s. rosario si svolge cosi
Nel nome del Padre, del Figlio e dello S. Santo
O Dio vieni a salvarmi Signore vieni presto in mio aiuto
Gloria al Padre e al Figlio e allo S. Santo – come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen
– NEL PRIMO MISTERO della gloria del Padre si contempla: La creazione del cielo e della terra e di tutto ciò che è visibile e invisibile.
1 Padre nostro 10 Gloria
– NEL SECONDO MISTERO della gloria del Padre si contempla: La creazione dell’uomo e della donna.
1 Padre nostro 10 Gloria
– NEL TERZO MISTERO della gloria del Padre si contempla: La chiamata di Abramo e del popolo ebreo.
1 Padre nostro 10 Gloria
– NEL QUARTO MISTERO della gloria del Padre si contempla: La chiamata di Mosè e la liberazione del popolo ebreo.
1 Padre nostro 10 Gloria
– NEL QUINTO MISTERO della gloria del Padre si contempla: La consegna dei Comandamenti
1 Padre nostro 10 Gloria
Si conclude con il segno della Croce e la recita del Credo
Ricevo e passo una bella Pagina sulla Fede… utile per cominciare bene il CAMMINO QUARESIMALE…
“Fede è resa, consegna, abbandono, non possesso, garanzia, sicurezza. Credere non e avanzare nella serena luminosità del giorno, chi crede cammina nella notte, pellegrino verso la luce. La sua è una conoscenza nella penombra della sera. Scrive Kierkegaard :” credere significa stare sull’orlo dell’abisso oscuro, e udire una voce che grida:
” GETTATI, TI PRENDERO’ FRA LE MIE BRACCIA”.
È proprio sull’orlo di quell’abisso che si affacciano le domande inquietanti : se invece di braccia accoglienti ci fossero solo rocce laceranti? E se oltre il buio ci fosse solo che il buio del nulla? Credere è resistere e sopportare il PESO DI QUESTE DOMANDE: non pretendere segni ma offrire segni di amore all’invisibile Amante che chiama. Credere è abbracciare la croce della sequela non quella comoda e gratificante che avremmo voluto ma QUELLA UMILE E OSCURA CHE CI VIENE DONATA per completare in noi “ciò che manca ai patimenti di Cristo, a favore del Suo Corpo , la Chiesa”(col1,24) . Crede chi confessa l’amore di Dio nonostante l’inevidenza dell’amore, crede chi spera contro ogni speranza , crede chi accetta di crocifiggere le proprie attese sulla croce di Cristo e non il Cristo sulla croce delle proprie attese. Alla fede ci si avvicina togliendosi i calzari disposti a riconoscere un Dio che non parla nel vento nel fuoco nel terremoto ma nell’umile brezza leggera come fu per Elia !
Allora credere è perdere tutto? Non avere più sicurezza discendenza patria? Rinunciare ad ogni segno e ad ogni sogno di miracolo? A tal punto è geloso il Dio dei credenti? Così buia la sua notte ? Così assoluto il suo silenzio? Dire di si a queste domande sarebbe cadere nella seduzione opposta a quella di chi cerca i segni ad ogni costo , sarebbe dimenticare la tenerezza e misericordia di Dio. C’è sempre un Tabor per rischiare il cammino:UN GRANDE SEGNO C’E’ STATO DATO, IL CRISTO RISORTO, che vive nei segni della grazia e dell’amore confidati alla Sua Chiesa. In essi è offerto un viatico ai pellegrini per sostenere il cammino, un conforto agli incerti, una strada agli smarriti: e se questi doni non vanno mai confusi con possessi gelosi è pur vero che essi sono là per nutrirci, non per esimerci dalla lotta ma per darci forza in essa , non per addormentare le coscienze ma per svegliare a opere e giorni d’amore in cui l’Amore invisibile si faccia presenza e segno per chi non vuole o non sa credere alla forza dell’amore. Testimoniare la fede non è dare risposte già pronte ma è contagiare la pace; accettare l’invito non è risolvere tutte le oscure domande ma portarle a un Altro e insieme con Lui !
(Bruno Forte)