18 – 25 GENNAIO 2015: OTTAVARIO DI PREGHIERA PER L’UNITA’ DEI CRISTIANI
24 GENNAIO:
S. FRANCESCO DI SALES
L’ECUMENISMO della…DOLCEZZA.
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Fatto Sacerdote, il Vescovo di Ginevra lo delegò a combattere l’eresia di Calvino, che infestava tutto il Chiablese. Il nostro Santo ebbe da faticare e soffrire molto per quegli eretici, e corse pericolo più volte di essere assassinato, ma la sua grande dolcezza, unita ad uno zelo instancabile e ad una pietà esemplare, vinse i più ostinati calvinisti tanto da convertirne, dicono, 72 mila.
Proverbiali divennero i suoi insegnamenti,
pervasi di comprensione e di dolcezza
“Se sbaglio, voglio sbagliare piuttosto
per troppa bontà che per troppo rigore”:
in questa affermazione di Francois de Sales
sta il segreto della simpatia che egli seppe
suscitare tra i suoi contemporanei.
- L’ape trae il miele dai fiori senza sciuparli, lasciandoli intatti e freschi come li ha trovati. La vera devozione non solo non reca pregiudizio ad alcun tipo di vocazione o di occupazione, ma al contrario vi aggiunge bellezza e prestigio.
- Tutte le pietre preziose, gettate nel miele, diventano più splendenti, ognuna secondo il proprio colore, così ogni persona si perfeziona nella sua vocazione, se l’unisce alla devozione.
- La cura della famiglia è resa più leggera, l’amore fra marito e moglie più sincero, il servizio del principe più fedele, e tutte le altre occupazioni più soavi e amabili. È un errore, anzi un’eresia, voler escludere l’esercizio della devozione dall’ambiente militare, dalla bottega degli artigiani, dalla corte dei principi, dalle case dei coniugati.
- Perciò dovunque ci troviamo, possiamo e dobbiamo aspirare alla vita perfetta.
Preghiamo: O Dio, tu hai voluto che il santo vescovo Francesco di Sales si facesse tutto a tutti nella carità apostolica: concedi anche a noi di testimoniare sempre, nel servizio dei fratelli, la dolcezza del tuo amore di Padre. Per il nostro Signore.
LEGGI TUTTO: + S. Francesco di Sales
21 GENNAIO – S. AGNESE
Ti ho tanto cercato,
e ora contemplo il tuo volto;
tanto sperato, e ora sei mio;
in terra ti ho amato senza misura,
ora sono tua per sempre.
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S. AMBROGIO : A quali terribili minacce non ricorse il magistrato, per spaventarla, a quali dolci lusinghe per convincerla, e di quanti aspiranti alla sua mano non le parlò per farla recedere dal suo proposito!
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Ma essa: «È un’offesa allo Sposo attendere un amante. Mi avrà chi mi ha scelta per primo. Carnefice, perché indugi? Perisca questo corpo: esso può essere amato e desiderato, ma io non lo voglio». Stette ferma, pregò, chinò la testa.
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18 GENNAIO 2015
- PAPA FRANCESCO E IL DIALOGO ECUMENICO
1. Il dialogo ecumenico: perché? Con quali atteggiamenti? L’impegno ecumenico risponde alla preghiera del Signore Gesù che chiede che « tutti siano una sola cosa » (Gv 17,21). Dobbiamo sempre ricordare che siamo pellegrini, e che peregriniamo insieme. A tale scopo bisogna affidare il cuore al compagno di strada senza sospetti, senza diffidenze, e guardare anzitutto a quello che cerchiamo: la pace nel volto dell’unico Dio.
2.Imparare gli uni dagli altri? Sono tante e tanto preziose le cose che ci uniscono! Quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri! Non si tratta solamente di ricevere informazioni sugli altri per conoscerli meglio, ma di raccogliere quello che lo Spirito ha seminato in loro come un dono anche per noi.
3. Per esempio? Solo per fare un esempio, nel dialogo con i fratelli ortodossi, noi cattolici abbiamo la possibilità di imparare qualcosa di più sul significato della collegialità episcopale e sulla loro esperienza della sinodalità.
4. E con gli Ebrei, quale dialogo è possibile? Uno sguardo molto speciale si rivolge al popolo ebreo, la cui Alleanza con Dio non è mai stata revocata, perché « i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili » (Rm 11,29). Crediamo insieme con loro nell’unico Dio che agisce nella storia, e accogliamo con loro la comune Parola rivelata.
5. Come guardare alle incomprensioni del passato? L’affetto che si è sviluppato ci porta sinceramene ed amaramente a dispiacerci per le terribili persecuzioni di cui furono e sono oggetto…
6. Quali grandi valori ci uniscono? Dio continua ad operare nel popolo dell’Antica Alleanza Anche la Chiesa si arricchisce quando raccoglie i valori dell’Ebraismo. … esiste una ricca complementarietà che ci permette di leggere insieme i testi della Bibbia ebraica e aiutarci vicendevolmente a sviscerare le ricchezze della Parola, come pure di condividere molte convinzioni etiche e la comune preoccupazione per la giustizia e lo sviluppo dei popoli. (Evangelii Gaudium, 2013).
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CELEBRAZIONE ECUMENICA 2015
“DAMMI UN PO’ D’ACQUA DA BERE”
(Giovanni 4, 1-42)
- Invito alla preghiera
C. O Dio onnipotente, infondi in noi lo spirito dell’unità che riconosce la nostra diversità.
A. Infondi su di noi uno spirito di tolleranza che rende una comunità accogliente e unita.
C. Infondi in noi il fuoco che unisce ciò che è lacerato e sana ciò che è malato.
A. Infondi in noi la grazia che vince l’odio e ci libera dalla violenza.
C. Infondi in noi la vita che affronta e sconfigge la morte.
A. Benedetto sia Dio Padre di misericordia, il Figlio e lo Spirito Santo che fa nuove tutte le cose. Amen!
- Confessione dei peccati e Kyrie
C. In umiltà, come figli di Dio e fratelli e sorelle in Cristo, riceviamo la misericordia di Dio e rispondiamo alla sua chiamata che fa nuove tutte le relazioni umane.
L. O Signore di misericordia, il tuo Spirito aleggiava sulle acque da cui è sgorgata e si è alimentata la diversità. Confessiamo la nostra difficoltà nel convivere con le legittime diversità. Perdonaci quegli atteggiamenti mentali, quelle parole e azioni che recano violenza all’unità nella diversità. A. O Signore, abbi misericordia di noi!
L. O Signore di misericordia, Tu sei grazia e gioia della moltitudine, Tu ascolti e insegni, Tu fai nascere nuove visioni di speranza e guarisci le ferite della mente e del corpo. Confessiamo la nostra incapacità di ascoltare voci diverse dalle nostre, di pronunciare parole apportatrici di guarigione e speranza; confessiamo il nostro atteggiamento di esclusione verso coloro che chiedono solidarietà e amicizia. A. O Signore, abbi misericordia di noi!.
L. O Signore di misericordia, Tu sei la fonte di tutta la creazione, l’Eterno che dà vita. Confessiamo che non prestiamo ascolto alla tua creazione che geme e soffre per la liberazione e il rinnovamento. Aiutaci a camminare insieme e ad ascoltare la tua voce in tutte le creature viventi che soffrono e invocano guarigione e tutela. A.: O Signore, abbi misericordia di noi!
C. O Signore di misericordia e fonte di grazia, effondi su di noi il tuo perdono. Possa il tuo amore trasformarci in una fonte di acqua viva per ridonare forza al tuo popolo. Ti preghiamo per Cristo nostro Signore. A. Amen!
- III. In ascolto della Parola di Dio: Giovanni 4, 1-42
- I farisei avevano sentito dire che Gesù battezzava e faceva più discepoli di Giovanni. (Non era Gesù, però, che battezzava; erano i suoi discepoli). Quando egli lo seppe, lasciò il territorio della Giudea e se ne andò verso la Galilea, perciò doveva attraversare la Samaria. Così arrivò alla città di Sicàr. Lì vicino c’era il campo che anticamente Giacobbe aveva dato a suo figlio Giuseppe, e c’era anche il pozzo di Giacobbe. Gesù era stanco di camminare e si fermò, seduto sul pozzo. Era circa mezzogiorno. I discepoli entrarono in città per comprare qualcosa da mangiare. Intanto una donna della Samaria viene al pozzo a prendere acqua.
- Gesù le dice: «Dammi un po’ d’acqua da bere». Risponde la donna: «Perché tu che vieni dalla Giudea chiedi da bere a me che sono Samaritana?» (Si sa che i Giudei non hanno buoni rapporti con i Samaritani). Gesù le dice: «Tu non sai chi è che ti ha chiesto da bere e non sai che cosa Dio può darti per mezzo di lui. Se tu lo sapessi, saresti tu a chiederglielo, ed egli ti darebbe acqua viva». La donna osserva: «Signore, tu non hai un secchio, e il pozzo è profondo. Dove la prendi l’acqua viva? Non sei mica più grande di Giacobbe, nostro padre, che usò questo pozzo per sé, per i figli e per le sue bestie, e poi lo lasciò a noi!». Gesù risponde alla donna: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete. Invece, se uno beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete: l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente che dà la vita eterna». La donna dice a Gesù: «Signore, dammela quest’acqua, così non avrò più sete e non dovrò più venir qui a prendere acqua».
- Gesù dice alla donna: «Va’ a chiamare tuo marito e torna qui». La donna gli risponde: «Non ho marito». Gesù le dice: «Giusto. È vero che non hai marito. Ne hai avuti cinque, di mariti, e l’uomo che ora hai non è tuo marito». La donna esclama: «Signore, vedo che sei un profeta! I nostri padri, Samaritani, adoravano Dio su questo monte; voi in Giudea dite che il luogo per adorare Dio è a Gerusalemme». Gesù le dice: «Voi Samaritani adorate Dio senza conoscerlo; noi in Giudea lo adoriamo e lo conosciamo, perché Dio salva gli uomini cominciando dal nostro popolo. Ma credimi: viene il momento in cui l’adorazione di Dio non sarà più legata a questo monte o a Gerusalemme; viene un’ora, anzi è già venuta, in cui gli uomini adoreranno il Padre guidati dallo Spirito e dalla verità di Dio. Dio è spirito. Chi lo adora deve lasciarsi guidare dallo Spirito e dalla verità di Dio». La donna gli risponde: «So che deve venire un Messia, cioè il Cristo, l’inviato di Dio. Quando verrà, ci spiegherà ogni cosa». E Gesù: «Sono io il Messia, io che parlo con te».
- A questo punto giunsero i discepoli di Gesù. Videro che parlava con una donna, e si meravigliarono. Nessuno però gli disse: «Che vuoi?» o: «Perché parli con lei?». Intanto la donna aveva lasciato la brocca dell’acqua ed era tornata in città a dire alla gente: «Venite a vedere: c’è uno che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Non sarà per caso il Messia?». La gente allora uscì dalla città, e andò verso il pozzo dove c’era Gesù. Intanto i discepoli gli dicevano: «Maestro, mangia qualcosa!». Ma egli disse: «Io ho un cibo che voi non conoscete». I discepoli si chiedevano l’un l’altro: «Forse qualcuno gli ha portato da mangiare?».
- Ma Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di Dio che mi ha mandato, e compiere la sua opera fino in fondo. C’è un proverbio, da voi, che dice: «Ancora quattro mesi, poi è ora di tagliare il grano». Bene, io vi dico: Alzate gli occhi e guardate i campi! È il momento di mietere. I mietitori ricevono già la paga e mettono insieme un raccolto per la vita eterna. Chi semina e chi raccoglie si rallegrano insieme. Un altro proverbio dice: «Uno semina e l’altro raccoglie». Ebbene, questo si realizza ora: voi non avevate faticato a seminare, eppure io vi ho mandati a raccogliere. Altri hanno faticato prima di voi, e voi siete venuti a raccogliere i frutti della loro fatica».
- La donna samaritana, intanto, raccontava che Gesù aveva saputo dirle tutto quello che lei aveva fatto; per questo, molti abitanti di quella città della Samaria credettero in Gesù. I Samaritani dunque andarono a cercarlo e lo pregarono di rimanere con loro, e Gesù restò due giorni in quella città. E quando ascoltarono le sue parole, furono molti di più a credere. E dicevano alla donna: «Prima ci aveva persuasi la tua storia, ma ora crediamo in lui perché l’abbiamo sentito con le nostre orecchie, e sappiamo che egli è veramente il salvatore del mondo».
- IV. Preghiere d’intercessione
1. O Dio di eterna compassione, come individui e come comunità ti chiediamo la luce, per divenire più accoglienti e comprensivi verso gli altri, e lenire le sofferenze del mondo. A. Ascoltaci, Dio di Amore! Ascolta il nostro grido!…
L. O Dio di eterna compassione, insegna ai tuoi figli che la carità, l’ospitalità e l’unità sono espressioni della tua rivelazione e della tua volontà per l’umanità. A. Ascoltaci, Dio di Amore! Ascolta il nostro grido!…
L. O Dio di eterna compassione, ti imploriamo, donaci la pace; insegnaci e guidaci perché diveniamo costruttori di un mondo tollerante e non violento. A.: Ascoltaci, Dio di Amore! Ascolta il nostro grido!…
L. O Dio di eterna compassione, che hai parlato prima attraverso la tua creazione, poi attraverso i profeti, e infine nel tuo Figlio Gesù Cristo, donaci la sapienza per ascoltare la tua voce che ci chiama all’unità nella diversità. A.: Ascoltaci, Dio di Amore! Ascolta il nostro grido!…
L.: O Dio di eterna compassione, nel nome del tuo Figlio Gesù Cristo Nostro Signore, che, da straniero, chiese da bere ad una donna samaritana; donaci l’acqua viva da cui sgorga la vita eterna. A.: Ascoltaci, Dio di Amore! Ascolta il nostro grido!…
Padre Nostro
V. Benedizione, scambio della pace e invio in missione
Benedizione
C. Il Signore Dio vi benedica e vi protegga,
riempia il vostro cuore di tenerezza e di gioia,
le vostre orecchie di musica e le vostre narici di profumo,
la vostra lingua di canti, per dare un volto alla speranza.
Il Signore Gesù Cristo, Acqua viva, sia
dietro di voi per proteggervi, davanti a voi per guidarvi,
accanto a voi per accompagnarvi, dentro di voi per consolarvi,
su di voi per benedirvi.
Lo Spirito Santo, datore di vita,
soffi su di voi per rendere i vostri pensieri santi, agisca in voi per rendere le vostre opere sante,
conduca il vostro cuore ad amare ciò che è santo, vi rafforzi per difendere ciò che è santo.
Il Signore stabilisca la sua dimora nel vostro cuore, ne irrighi l’aridità, ne stemperi la freddezza,
ne accenda nel più profondo il fuoco del suo amore e vi doni una fede vera, una speranza salda, un sincero e perfetto amore. A. Amen!
Scambio della pace
C.: Il Signore, che ci insegna ad accoglierci reciprocamente e ci chiama a praticare l’ospitalità, ci conceda la pace e la serenità mentre procediamo nel cammino verso l’unità dei cristiani. Congedandoci, nella pace di Cristo, scambiamoci un segno di pace.
INDICAZIONI ECUMENICHE
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NEL RAPPORTO CON SE STESSI: FAR CRESCERE L’UOMO INTERIORE : Vincendo ogni forma di idolatria, non sacralizzando né cose né persone rifuggendo da forme di integrismo per cui assolutizziamo il nostro punto di vista, coltivare atteggiamenti di vigile autocritica che ci porta ad approfondire la nostra fede e le nostre contraddizioni tra fede e vita… Sviluppare un grande spirito di accoglienza nel rispetto del primato e della libertà di coscienza
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NEL RAPPORTO CON GLI ALTRI Curare il dialogo del “et-et” della complementarietà non atteggiamenti da “aut-aut” Con passione per la carità abituandoci ad una delicata correzione fraterna e al perdono reciproco ricordando il comando del Signore (MT 5,23s) Attitudine di apprezzamento e riconoscenza a Dio per i doni dell’altro che sono sempre per l’utilità comune!!! cfr. 1Cor 12,7
VIVIAMO QUESTA SETTIMANA …
COL CUORE DI DON ORIONE
- I bei giorni della Chiesa « Felici gli occhi che vedranno l’Occidente e l’Oriente unirsi per formare i bei giorni della Chiesa! » Nulla resisterà alla carità di Gesù Cristo e del suo Vicario. E ciascuno avrà un cuore vivo di Dio, si sentirà e sarà operaio di Dio. E quella sarà l’ora di Dio, sarà la grande giornata di Gesù Cristo, Signore, Salvatore e Dio nostro! E Gesù vincerà il mondo così: nella carità, nella misericordia. (Lett. I, 310)
- Ecumenismo della carità: “È venuto da me un signore, il quale mi ha detto: – Voglio fondare un Ospizio Cattolico, e lei si sente di mandarmi i suoi preti? – Ed io: – Se per cattolico intende universale, cioè dove si possono accettare tutti, sì che accetto di mandare il personale; ma se vuole fondare un Ospedale esclusivamente per i cattolici, no che non accetto – (e fa segno con la testa e con la mano).
- Tenete a mente queste parole, perché, quando si presenta uno che ha un dolore, non si stà lì a domandare se ha il battesimo, ma se ha un dolore. “ Parola VIII, 19- 196
- Quando vennero a cercare Sarah Digal, lei non c’era. Era fuggita con cinque figli e la suocera a carico, verso la sicurezza della giungla, a un chilometro di distanza. Perciò essi diedero alle fiamme tutto quello che lei aveva lasciato: una immagine incorniciata di Gesù, una Bibbia in Oriya, gli utensili nella cucina, alcuni vestiti, biancheria e delle stuoie. Quando Sarah tornò indietro, in punta di piedi, pensando di essere al sicuro, la casa era bruciata. Rimanevano solo tizzoni ardenti, cenere e fumo.
- I vicini vennero per piangere con lei. Sarah diede un’occhiata intorno, rimase in piedi dritta. Cominciò a pregare: “Signore, perdona i nostri peccati. Gesù Tu sei l’unico. Salvaci dalla nostra disgrazia. Liberaci, Signore!”. …i figli di Sarah lentamente si unirono a lei. Ella piangeva mentre chiedeva al Signore di essere liberata. Alcuni suoi vicini e altri astanti si unirono a lei. “Io morirò. Ma non smetterò di essere cristiana!” disse Sarah in lacrime. Una fedele e coraggiosa donna Dalit cristiana!
DIALOGO INTERRELIGIOSO ED ECUMENICO:
SINTESI DI DOCUMENTI
- COME DIVENTARE PERSONE ECUMENICHE
- UNITATIS REDINTEGRATIO : decreto sull’Ecumenismo
- INSIEME CREDIAMO: Il consenso cattolico-luterano sulla Giustificazione
- CARTA ECUMENICA: la collaborazione tra le Chiese in Europa
- ORIENTALE LUMEN: in ascolto delle Chiese orientali (Lett. di G. Paolo II)
- MARIA, GRAZIA E SPERANZA IN CRISTO: documento su MARIA concordato tra Cattolici e Anglicani
- ECUMENISMO OGGI come concepirlo e viverlo
- NOSTRA AETATE: La Chiesa in dialogo con le religioni non cristiane
- IL PRIMATO DEL SUCCESSORE DI PIETRO
- I NOSTRI FRATELLI MAGGIORI : le radici ebraiche della fede cristiana
- QUALE DIALOGO CON L’ISLAM : La Chiesa in atteggiamento di sincero rispetto e collaborazione
- CRISTIANESIMO E ISLAM: confronto su questioni fondamentali (la conversione, religione e politica, concezione dell’uomo e della donna…)
S.FRANCESCO DI SALES E’IL SANTO DELLA DOLCEZZA. L’AMORE PER IL SIGNORE E DI CONSEGUENZA PER LE ANIME E’ DI STRAORDINARIA CARITA’ E DI ELEVATA SANTITA’.IL TEMPO DEDICATO ALLA PREGHIERA E AL CONFESSIONALE LASCIA ALLA CHIESA UNA PREZIOSA EREDITA’.
RIVOLGIAMO LA NOSTRA PREGHIERA AL DOLCE SANTO PERCHE’ CI INSEGNI IL SEGRETO DELLA SUA INDISCUTIBILE DOLCEZZA PER POTERCI AVVICINARE A DIO E AI FRATELLI CON LO STESSO FERVORE E IL SUO GRANDE AMORE.
UN DECALOGO CHE FA…PENSARE
Decalogo della parola
(Pino Pellegrino)
1. Prima di parlare controlla che il cervello sia inserito.
2. Non parlare di te: lascia che siano gli altri a scoprirlo.
3. Regala parole buone: la scienza sta ancora cercando una medicina più efficace delle parole buone.
4. Non dire tutto ciò che pensi, pensa a tutto ciò che dici.
5. Adopera ragioni forti con parole dolci.
6. Quando parli, pensa all’insalata: è buona se ha più olio che aceto.
7. Non basta parlare: bisogna comunicare. Chi parla difficile non comunica.
8. Ascolta! Ascoltare è la forma più raffinata di parlare.
9. Quando senti altrui mancamenti, serra la lingua tra i denti.
10. Parla per ultimo: sarai ricordato per primo.
A proposito di MARTIRIO, che abissale differenza lo STILE di PENSIERO del mondo, con quello cristiano che ci invita all’accettazione serena della sofferenza, addirittura in una sorta di “contemplazione” di essa, così ALTA da reputare i nostri piccoli-grandi calvari come GRAZIA, “favori purificanti” che ci rendono più simili a Lui se accolti VOLENTIERI; infatti, quando si AMA DAVVERO, si è DISPOSTI A SOFFRIRE VOLENTIERI OGNI GENERE DI MARTIRIO per “l’oggetto” amato.
Gesù rendici CAPACI di saper soffrire VOLENTIERI per “le cose CHE RESTANO”,
RAFFORZA in noi lo STILE ALTO che ci dispone ad accogliere CON GIOIA i nostri ordinarissimi calvari.
“E’ un’OFFESA ALLO SPOSO attendere un amante. Mi avrà CHI MI HA SCELTA PER PRIMO”.
“TI HO TANTO CERCATO, e ORA CONTEMPLO IL TUO VOLTO;
TANTO SPERATO, e ORA SEI MIO;
AMATO SENZA MISURA, ORA SONO TUA per SEMPRE”.
Di fronte a un simile “Trattato” rimango in silenzio alla contemplazione dell’Essenziale. S. Agnese MOSSA da null’altro che dall’Amore!
Mi sembra la SINTESI di “Cantico dei cantici”!
Dal Trattato «Sulle vergini» di sant’Ambrogio, vescovo
È il giorno natalizio per il cielo di una vergine: seguiamone l’integrità. È il giorno natalizio di una martire: offriamo come lei il nostro sacrificio. È il giorno natalizio di sant’Agnese!
Si dice che subì il martirio a dodici anni. Quanto è detestabile questa barbarie, che non ha saputo risparmiare neppure un’età così tenera! Ma certo assai più grande fu la forza della fede, che ha trovato testimonianza in una vita ancora all’inizio. Un corpo così minuscolo poteva forse offrire spazio ai colpi della spada? Eppure colei che sembrava inaccessibile al ferro, ebbe tanta forza da vincere il ferro. Le fanciulle, sue coetanee, tremano anche allo sguardo severo dei genitori ed escono in pianti e urla per piccole punture, come se avessero ricevuto chissà quali ferite. Agnese invece rimane impavida fra le mani dei carnefici, tinte del suo sangue. Se ne sta salda sotto il peso delle catene e offre poi tutta la sua persona alla spada del carnefice, ignara di che cosa sia il morire, ma pur già pronta alla morte. Trascinata a viva forza all’altare degli dèi e posta fra i carboni accesi, tende le mani a Cristo, e sugli stessi altari sacrileghi innalza il trofeo del Signore vittorioso. Mette il collo e le mani in ceppi di ferro, anche se nessuna catena poteva serrare membra così sottili.
NUOVO GENERE DI MARTIRIO! Non era ancora capace di subire tormenti, eppure era già matura per la vittoria. Fu difficile la lotta, ma facile la corona. La tenera età diede una perfetta lezione di fortezza. Una sposa novella non andrebbe sì rapida alle nozze come questa vergine andò al luogo del supplizio: gioiosa, agile, con il capo adorno non di corone, ma del Cristo, non di fiori, ma di nobili virtù.
TUTTI PIANGONO, LEI NO. I più si meravigliano che, prodiga di una vita non ancora gustata, la doni come se l’avesse interamente goduta. Stupirono tutti che già fosse testimone della divinità colei che per l’età non poteva ancora essere arbitra di sé. Infine fece sì che si credesse alla sua testimonianza in favore di Dio, lei, cui ancora non si sarebbe creduto se avesse testimoniato in favore di uomini. Invero ciò che va oltre la natura è dall’Autore della natura.
A QUALI TERRIBILI MINACCE non ricorse il magistrato, per spaventarla, a quali dolci lusinghe per convincerla, e di quanti aspiranti alla sua mano non le parlò per farla recedere dal suo proposito! Ma essa: «È un’offesa allo Sposo attendere un amante. MI AVRA’ CHI MI HA SCELTA PER PRIMO. Carnefice, perché indugi? Perisca questo corpo: esso può essere amato e desiderato, ma io non lo voglio». Stette ferma, pregò, chinò la testa.
Avresti potuto vedere il carnefice trepidare, come se il condannato fosse lui, tremare la destra del boia, impallidire il volto di chi temeva il pericolo altrui, mentre la fanciulla non temeva il proprio. Avete dunque in una sola vittima un doppio martirio, di castità e di fede. Rimase vergine e conseguì la palma del martirio
A volte anche noi come la Samaritana, ANDIAMO AD ATTINGERE L’ACQUA NELL’ORA PIU’ CALDA ED INSOLITA PERCHE’ speriamo di non incontrare nessuno , PERCHE’ dei nostri percorsi di vita non andiamo fieri e prima di sentirci a disagio con gli altri ci sentiamo a disagio con noi stessi , PERCHE’ anche noi non abbiamo il coraggio di voler uscire da certi nostri momenti di voluta solitudine.
A volte anche noi andiamo verso mezzogiorno ad attingere l’acqua.
Ma Gesù è lì , nelle vicinanze del pozzo , che aspetta anche chi riesce solo in parte a giustificare se stesso e che si sente ” non degno ” …ma che , come la Samaritana , HA SETE !
e LUI , che ci mette di fronte alla verità di quello che siamo , guarda a questa nostra SETE e , anche per noi , si fa ACQUA VIVA .
PERCHE’ CI AMA COSI’ TANTO ??????? PERCHE’ VA’ A CERCARE LA PECORELLA SMARRITA …QUELLA ZOPPA … QUELLA INFERMA …PERCHE’ GUARDA A CHI E’ PARALITICO E FRAGILE ????
PERCHE’ ANCHE LUI E’ ” STANCO DEL VIAGGIO ” ????
PERDONACI SIGNORE PERCHE’ NON SAPPIAMO GUARDARE A NOI STESSI CON QUELLA SPERANZA , FIDUCIA E AMORE CON CUI TU CI GUARDI .
TI AFFIDIAMO QUEL POCO CHE RIUSCIAMO A FARE E AD ESSERE … TI AFFIDIAMO ANCHE LE POZZANGHERE DEI NOSTRI SBAGLI , DELLA NOSTRA IMPOTENZA…. TI OFFRIAMO LE NOSTRE FATICHE ….
In un recente incontro di preghiera mi colpì UNA FRASE… che UNISCE PREGHIERA con VITA:
“L’EBREO legge DAL DI DENTRO… I SALMI”!
E appena sopra nella terz’ultima riga della Evangelii Gaudium 2013 usa l’espressione: “SVISCERARE le ricchezze della Parola”;
a me pare una MERAVIGLIOSA SINTONIA!