PROPOSTE E CELEBRAZIONI A VILLA S. BIAGIO – FANO
DICEMBRE 2014
MARTEDI 30– 3 Gen. 2015: incontro famiglie parrocchia di Milano
MERCOLEDÌ 31: H. 19.30 S. Messa e Te Deum di ringraziamento– Cena di fraternità.
GIOVEDI 1° GENNAIO 2015: Giornata della pace: 10.30: Santa Messa
INFO e PRENOTAZIONI: 0721.823.175 d.alesiani@virgilio.it – www.donvincenzoalesiani.it
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29 – 30 – 31 DICEMBRE 2014
VIVIAMO BENE LA… FINE DELL’ANNO
PREGHIERA DI RINGRAZIAMENTO
PER L’ANNO CHE FINISCE
- G – Il mondo è più ricco di un anno di opere umane e di cose di questa terra. Noi ti ringraziamo, o Dio, perché nelle nostre opere continuamente sei nato e cresciuto.
- T – Tu, o Dio dell’eternità, ti sei fatto uomo per noi. Tu sei il Signore della storia. Il nostro tempo, unito a te, diventa eternità. Anche quest’anno trascorso non muore più.
- G – Signore, il tempo scorrendo continuamente ingoia la nostra storia. Ma con te, essa è salva e costruisce cieli nuovi e terra nuova dove nulla è perduto.
- T – Abbiamo impegnato energie e lavorato per costruire un mondo migliore. Come il servo che torna dalla campagna e si prende cura del suo padrone (Lc 12,37).
- G – O Dio, fatto uomo per noi, Signore della storia, Dio dell’eternità, da te è nata la Chiesa che attraverso di noi si edifica nel tempo e nello spazio. Alla nostra Comunità, povera di risorse e di ministri, hai dato l’energia e l’impegno di fedeli operosi
- T – Tutto infatti hai sottomesso ai piedi del Cristo e lo hai costituito su tutte le cose a capo della Chiesa, che è il suo corpo (Ef 1,22). E a ciascuno hai dato una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune (1Cor 12,7).
- G – In questo anno abbiamo fatto anche il male. Non siamo stati capaci di superare la tentazione della violenza: Molte cose sono rimaste oscure, a noi stessi ed agli altri. Sono la morte di tanti innocenti per inutili violenze, le vite stroncate dai disastri ambientali, la fame e la malattia, la durezza del cuore dell’uomo.
- T – Fa’ che ricordiamo sempre che tu sei il Signore: Signore, di fronte alla morte ed alla sofferenza tu ci dici che dobbiamo convertirci. E tu Dio dimostri il tuo amore per noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi
- Certa è questa parola: Se moriamo con te, vivremo anche con te; se con te perseveriamo, con te anche regneremo; se noi manchiamo di fede, tu però rimani fedele, perché non puoi rinnegare te stesso (2 Tim 2,11).
” TE DEUM” DI RINGRAZIAMENTO
Noi ti lodiamo Dio * ti proclamiamo Signore.
O eterno Padre, * tutta la terra ti adora.
A te cantano gli angeli * e tutte le potenze dei cieli:
Santo, santo, santo * il Signore Dio dell’universo.
I cieli e la terra * sono pieni della tua gloria.
Ti acclama il coro degli Apostoli * e la candida schiera dei martiri;
le voci dei profeti si uniscono nella tua lode;* la santa chiesa proclama la tua gloria,
adora il tuo unico Figlio * e lo Spirito Santo Paraclito.
O Cristo, re della gloria, * eterno figlio del Padre,
tu nascesti dalla vergine Madre * per la salvezza dell’uomo.
Vincitore della morte, * hai aperto ai credenti il regno dei cieli.
Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *
Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.
Soccorri i tuoi figli, Signore, *
che hai redento col tuo sangue prezioso.
Accoglici nella tua gloria * nell’assemblea dei santi.
Salva il tuo popolo, Signore, * guida e proteggi i tuoi figli.
Ogni giorno ti benediciamo, * lodiamo il tuo nome per sempre.
Degnati oggi Signore, * di custodirci senza peccato.
Sia sempre con noi la tua misericordia: *in te abbiamo sperato.
Pietà di noi, Signore, * Pietà di noi.
Tu sei la nostra speranza, *non saremo confusi in eterno.
PREGHIERA… PER LA PACE
Signore Gesù, principe della pace,
ti preghiamo per la pace del mondo,
con la voce di tutti gli uomini.
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Noi facciamo nostra la voce dei vivi e dei morti; dei morti caduti nelle guerre passate, dei vivi, che tuttora sono costretti a combattere e che aspettano con ansia la pace; di tutti i giovani del mondo che sognano, una migliore umanità.
-
Noi facciamo nostra la voce dei poveri, dei sofferenti, di tutti coloro che anelano alla giustizia, alla dignità della vita. E ti preghiamo:
-
non più la guerra, ma la pace guidi le sorti dei popoli e dell’intera umanità. O principe della pace, aiutaci a conservare l’unità dello spirito nel vincolo della pace, insegnaci ad amare la pace, a servire la causa della pace, a fondare la pace nel tuo amore e nell’amore del Dio vivente, Padre di tutti gli uomini. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli. T – Amen.
AFFIDIAMO L’ANNO PASSATO ALLA MISERICORDIA DI DIO
PER LE MANI DI MARIA CHE INTERCEDE PER NOI
E… RIPOSIAMO IN PACE IN BRACCIO A LEI
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Eccoci, Signore, davanti a Te.
Col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.
Forse mai, come in questo crepuscolo dell’anno,
sentiamo nostre le parole di Pietro:
“Abbiamo faticato tutta la notte,
e non abbiamo preso nulla”.
Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente.
Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto,
ci aiuti a capire che senza di Te,
non possiamo far nulla. Ci agitiamo soltanto.
Ma ci sono altri motivi, Signore, che, al termine dell’anno,
esigono il nostro rendimento di grazie.
Ti ringraziamo, Signore, perché ci conservi nel tuo amore.
Perché continui ad avere fiducia in noi.
Grazie, perché non solo ci sopporti,
ma ci dai ad intendere che non sai fare a meno di noi.
Grazie, Signore, perché non finisci di scommettere su di noi.
Perché non ci avvilisci per le nostre inettitudini.
Anzi, ci metti nell’anima un cosi vivo desiderio di ricupero,
che già vediamo il nuovo anno come spazio della speranza
e tempo propizio per sanare i nostri dissesti.
Spogliaci, Signore, di ogni ombra di arroganza.
Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza.
Donaci un futuro gravido di grazia e di luce
e di incontenibile amore per la vita.
Aiutaci a spendere per Te tutto quello che abbiamo e che siamo.
E la Vergine tua Madre ci intenerisca il cuore.
Fino alle lacrime.
Don Tonino Bello
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DOMENICA 28 DICEMBRE 2014
FESTA DELLA S. FAMIGLIA
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Paolo VI 50 anni fa visitò Nazaret… lasciò una memorabile riflessione su cosa possiamo e dobbiamo IMPARARE ALLA SCUOLA DELLA FAMIGLIA DI NAZARET…
L’ESEMPIO DI NAZARETH:
“La casa di Nazareth …Qui si impara ad osservare, ad ascoltare, a meditare…Qui, a questa scuola, comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazareth!
v In primo luogo essa ci insegna il silenzio.
Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazareth, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede nel segreto.
v Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia.
Nazareth ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale.
v Infine impariamo la lezione del lavoro.
Oh! dimora di Nazareth, casa del Figlio del falegname! Qui soprattutto desideriamo comprendere e celebrare la legge, severa certo ma redentrice della fatica umana; qui nobilitare la dignità del lavoro in modo che sia sentita da tutti; ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine; qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore”. Paolo VI -Nazareth, 5 gen. 1964
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PAPA FRANCESCO RACCOMANDA ALLE FAMIGLIE 3 PAROLE MAGICHE: “PERMESSO”, “SCUSA”, “GRAZIE”: se in una famiglia si dicono queste tre parole, la famiglia va avanti. LEGGI TUTTO…– PERMESSO SCUSA GRAZIE
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27 DICEMBRE: S. GIOVANNI APOSTOLO
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Il Verbo della vita e la luce di Dio: 1GV 1, 1 – 2, 3
- Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita …
- quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo.
- QUESTE COSE VI SCRIVIAMO PERCHE LA NOSTRA GIOIA SIA PERFETTA.
La Vita si è manifestata nella carne
S. AGOSTINO
- “Comprenda bene il vostro amore: «Quello che abbiamo veduto e udito, lo annunziamo anche a voi». Essi videro il Signore stesso presente nella carne e ascoltarono le parole dalla bocca del Signore e lo annunziarono a noi. Anche noi perciò abbiamo udito, ma non abbiamo visto.
- Siamo dunque meno fortunati di coloro che hanno visto e udito? E come mai allora aggiunge: «Perché anche voi siate in comunione con noi»? (1 Gv 1, 3). Essi hanno visto, noi no, eppure siamo in comunione, perché abbiamo una fede comune.
- La nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la vostra gioia sia perfetta (cfr. 1 Gv. 1, 3-4). Afferma la pienezza della gioia nella stessa comunione, nello stesso amore, nella stessa unità.
LIBERA RIPRESENTAZIONE DELLA FIGURA DI GIOVANNI: 023 Giovanni EVANGELISTA
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SPUNTI DI RIFLESSIONE E PREGHIERA
- Per capire il vero senso del Natale A3. GESU A CASA…SUA
- Se ti senti tanto povero e a mani vuote davanti a Dio: A chi dare Gesù
- Se pensi di aver smarrito la strada: Bonhoeffer Cristo nella mangiatoia
- Se hai bisogno di ritrovare la speranza : + LE QUATTRO CANDELE
- Prima di fare un regalo …+ REGALI DI NATALE
- Per non fare auguri scontati: + TANTI AUGURI SCOMODI
- Se ti senti inutile e messo da parte …+ LA PECORA NERA
- Per riscoprire il silenzio: +Torniamo a scuola a…Nazaret
- Perché la gente possa confonderci con…Gesù: + SEI TU GESU def
- Per imparare cosa vuole Gesù da noi: + Devo finire questa maglia di lana
- Per vincere la paura della morte : + TI TERRÒ PER MANO FIGLIO MIO
- Per tornare un pò bambini …+ lettere dei bambini a Gesù
26 DICEMBRE: SANTO STEFANO
CARI AMICI, PER ANDARE IN PARADISO, CI VUOLE UNA…SCALA!?
LA SCALA DELLA CARITA’… (S. Fulgenzio di Ruspe)
- Sostenuto dalla forza della carità, vinse Saulo che infieriva crudelmente e meritò di avere compagno in cielo colui che ebbe in terra persecutore. La stessa carità santa e instancabile desiderava di conquistare con la preghiera coloro che non poté convertire con le parole.
- Ed ecco che ora Paolo è felice con Stefano, con Stefano gode della gloria di Cristo, con Stefano esulta, con Stefano regna. Dove Stefano, ucciso dalle pietre di Paolo, lo ha preceduto, là Paolo lo ha seguito per le preghiere di Stefano.
- Quanto è verace quella vita, fratelli, dove Paolo non resta confuso per l’uccisione di Stefano, ma Stefano si rallegra della compagnia di Paolo, perché la carità esulta in tutt’e due. Sì, per la carità entrambi hanno meritato di possedere insieme il regno deicieli.
- Perciò, fratelli, poiché Cristo ci ha dato LA SCALA DELLA CARITÀ, per mezzo della quale ogni cristiano può giungere al cielo, conservate vigorosamente integra la carità, dimostratevela a vicenda e crescete continuamente in essa.
- LEGGI TUTTO: – LA SCALA DELLA CARITA S. Fulgenzio
NON C’È SPAZIO PER LA TRISTEZZA
NEL GIORNO IN CUI NASCE LA VITA…
(S. Leone Magno)
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Il nostro Salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c’è spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge la paura della morte e dona la gioia delle promesse eterne.
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Nessuno è escluso da questa felicità: la causa della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e della morte, è venuto per la liberazione di tutti.
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Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore, perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato alla vita.
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Alla nascita del Signore gli angeli cantano esultanti: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama» (Lc 2, 14). Di questa opera ineffabile dell’amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto non deve rallegrarsi l’umanità nella sua miseria!
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O carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per mezzo del suo Figlio nello Spirito Santo, perché nella infinita misericordia, con cui ci ha amati, ha avuto pietà di noi e, mentre eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo (cfr. Ef 2, 5)
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Riconosci, cristiano, la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione di un tempo con una condotta indegna. Ricòrdati chi è il tuo Capo e di quale Corpo sei membro. Ricòrdati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del regno di Dio.
-
Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello Spirito Santo! Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio.
-
Ricorda che il prezzo pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo.
“SAPPIAMO CHE LA VITA
e la salvezza dalla disperazione,
si racchiudono nelle parole:
IL VERBO SI E’… FATTO CARNE”
(Dostoevskij)
†
La
bontà
vince sempre
l’amore vince l’odio;
il bene vince il male;
la luce vince le tenebre!
Tutto l’odio, tutto il male,
tutte le tenebre di questo mondo,
che sono mai davanti alla luce di questa
notte di Natale? Nulla! Davanti a Gesù
e a Gesù Bambino, sono proprio un nulla!
Confortiamoci ed esultiamo nel Signore!
E l’ultimo a vincere è Lui, sarà il Signore !
E il Signore vince sempre nella misericordia!
Tutto passa: solo Cristo resta! E’ Dio e resta!
Resta per illuminarci, resta per consolarci,
resta per dare a noi,
nella sua vita, la
sua misericordia!
Gesù resta e vince,
ma nella misericordia
(S. Luigi Orione)
SVEGLIATI, O UOMO:
-
Svégliati, o uomo: per te Dio si è fatto uomo. «Svégliati, o tu che dormi, déstati dai morti e Cristo ti illuminerà» (Ef 5, 14). Per te, dico, Dio si è fatto uomo. Saresti morto per sempre, se egli non fosse nato nel tempo. Una perpetua miseria ti avrebbe posseduto, se non fosse stata elargita questa misericordia.
-
Non avresti riavuto la vita, se egli non si fosse incontrato con la tua stessa morte. Saresti venuto meno, se non ti avesse soccorso. Saresti perito, se non fosse venuto.
-
Prepariamoci a celebrare in letizia il giorno di festa in cui il grande ed eterno giorno venne dal suo grande ed eterno giorno in questo nostro giorno temporaneo così breve. Egli è diventato per noi giustizia, santificazione e redenzione perché, come sta scritto, chi si vanta si vanti nel Signore (cfr. 1 Cor 1, 30-31). Perciò colui che si gloria si glori nel Signore, non in se stesso.
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Come poté venire la pace sulla terra, se non perché la verità è germogliata dalla terra, cioè Cristo è nato dalla carne? Egli è la nostra pace, colui che di due popoli ne ha fatto uno solo (cfr. Ef 2, 14) perché fossimo uomini di buona volontà, legati dolcemente dal vincolo dell’unità.
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Rallegriamoci dunque di questa grazia… quale grazia di Dio più grande ha potuto brillare a noi? Avendo un Figlio unigenito, Dio l’ha fatto figlio dell’uomo, e così viceversa ha reso il figlio dell’uomo figlio di Dio.
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Cerca il merito, la causa, la giustizia di questo, e vedi se trovi mai altro che grazia.
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SABATO 27 – LUNEDI 29
RITIRO SPIRITUALE DI FINE ANNO
TORNIAMO A SCUOLA DI VITA…
A N A Z A R E T!
- S. BERNARDO: “L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret”. Siete sorpresi che Nazaret, piccola città, sia onorata dal messaggio di un grande Re, e che messaggio! E’ che in questo borgo si cela un grande tesoro: è nascosto agli uomini, ma non a Dio. Maria, non è forse il tesoro di Dio? Dovunque ella sia, Dio la segue. I suoi occhi sono posati su di lei; non toglie lo sguardo dall’umile sua serva.Se l’Unigenito Figlio del Padre conosce il cielo, conosce anche Nazaret. Potrebbe forse non conoscere la sua patria e la sua eredità? Gli appartiene il cielo di suo Padre, e Nazaret di sua madre, poiché si è definito sia Figlio di Davide, sia Signore (Mt 22,42,ss)…
- Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all’assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta. Non sia, che mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso.
«Ecco», dice, «sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto»(Lc 1, 38).
-
Signore Gesù, eccomi! Prendimi ed accettami come sono: accetta la mia preghiera, il mio grazie. Grazie per il dono della vita, di questa mia vita. Tu hai voluto sognare e progettare la vita di ogni uomo: ogni vita è frutto del Tuo Amore. Nessuno può dire di non essere stato voluto da Te,nessuno può sentirsi abbandonato, nessuno può e deve sentirsi inutile. Tutti abbiamo un posto nella Chiesa e nel mondo.
-
Tu chiami tutti per nome e affidi a ciascuno un servizio da compiere per la costruzione del tuo regno. Anche me hai chiamato per nome … Ti ripresento il dono di me, di tutta la mia vita. Chi mi separerà dal Tuo Amore? Solo se resto unita a Te, ho la forza di ricominciare. Solo se ti dò la mano, posso riprendere il cammino. Solo se vivo nel Tuo Amore posso amare anch’io.
-
Dammi il coraggio, la generosità per fare bene la parte che mi tocca dove io sono e vivo, dove lavoro e soffro, dove piango, spero e prego. Voglio servire dove Tu mi hai posta e non per mio tornaconto, o per soddisfazione personale ma solo per amore. E fà che il mio servizio sia umile, paziente, nascosto e gioioso.
-
Allontana da me la sfiducia, lo scoraggiamento e metti nel mio cuore un po’ del Tuo Amore perché io possa amare tutti, anche coloro che mi fanno soffrire e piangere. Rendimi capace…di mostrare l’altra guancia a coloro che mi schiaffeggiano e di pregare per quelli che mi perseguitano.
-
Fà, o Gesù, che io resti fedele per sempre e che sappia compiere, come Maria, Tua e nostra Madre, ogni giorno la Tua volontà. Amen (a.m.)
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PREPARIAMOCI AL NATALE…
“TORNIAMO A SCUOLA DI AMORE A… NAZARET!
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TERZA SERATA: 17 DICEMBRE 2014
3. ECCOMI DI GIUSEPPE (Mt. 1,18ss)
-
Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse:
-
«Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
-
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa; senza che egli la conoscesse, ella diede alla luce un figlio ed egli lo chiamò Gesù.
-
ricordare sotto questo tetto che il lavoro non può essere fine a se stesso, ma che riceve la sua libertà ed eccellenza, non solamente da quello che si chiama valore economico, ma anche da ciò che lo volge al suo nobile fine;
-
qui infine vogliamo salutare gli operai di tutto il mondo e mostrar loro il grande modello, il loro divino fratello, il profeta di tutte le giuste cause che li riguardano, cioè Cristo nostro Signore”. (Paolo VI -Nazareth, 5 gen. 1964)
S. GIUSEPPE CUSTODE
CI INSEGNA L’ARTE DEL CUSTODIRE
(PAPA FRANCESCO)
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«Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’Angelo del Signore e prese con sé la sua sposa» (Mt 1,24). In queste parole è già racchiusa la missione che Dio affida a Giuseppe, quella di essere custode. Custode di chi? Di Maria e di Gesù; ma è una custodia che si estende poi alla Chiesa…
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Come esercita Giuseppe questa custodia? Con discrezione, con umiltà, nel silenzio, ma con una presenza costante e una fedeltà totale, anche quando non comprende. Dal matrimonio con Maria fino all’episodio di Gesù dodicenne nel Tempio di Gerusalemme, accompagna con premura e tutto l’amore ogni momento.
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E’ accanto a Maria sua sposa nei momenti sereni e in quelli difficili della vita, nel viaggio a Betlemme per il censimento e nelle ore trepidanti e gioiose del parto; nel momento drammatico della fuga in Egitto e nella ricerca affannosa del figlio al Tempio;
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E poi nella quotidianità della casa di Nazaret, nel laboratorio dove ha insegnato il mestiere a Gesù. E Giuseppe è “custode”, perché sa ascoltare Dio, si lascia guidare dalla sua volontà, e proprio per questo è ancora più sensibile alle persone che gli sono affidate. In lui vediamo come si risponde alla vocazione di Dio, con disponibilità, con prontezza,
-
La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.
-
E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. Ma per “custodire” dobbiamo anche avere cura di noi stessi!
-
Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perché è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono! Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza! Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza: Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato!
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“SAPPIAMO CHE LA VITA
e la salvezza dalla disperazione,
si racchiudono nelle parole:
IL VERBO SI E’… FATTO CARNE”
(Dostoevskij)
IL NOSTRO ECCOMI:
ECCOMI, ECCOMI, SIGNORE, IO VENGO;
ECCOMI, ECCOMI, SI COMPIA IN ME LA TUA VOLONTA’.
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CANTIAMO E PREGHIAMO INSIEME A…
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I pray you’ll be our eyes- And watch us where we go – And help us to be wise – In times when we don’t know– Let this be our prayer- When we lose our way Lead us to the place – Guide us with your grace
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To a place where we’ll be safe La luce che tu dai nel cuore resterà – A ricordarci che L’eterna stella sei Sogniamo un mondo senza più violenza, un mondo di giustizia e di speranza
-
Ognuno dia la mano al suo vicino simbolo di pace di fraternità – La forza che ci dai – E’ il desiderio che ognuno trovi amor intorno e dentro sé E la fede che hai acceso in noi sento che ci salverà
La
bontà
vince sempre
l’amore vince l’odio;
il bene vince il male;
la luce vince le tenebre!
Tutto l’odio, tutto il male,
tutte le tenebre di questo mondo,
che sono mai davanti alla luce di questa
notte di Natale? Nulla! Davanti a Gesù
e a Gesù Bambino, sono proprio un nulla!
Confortiamoci ed esultiamo nel Signore!
E l’ultimo a vincere è Lui, sarà il Signore !
E il Signore vince sempre nella misericordia!
Tutto passa: solo Cristo resta! E’ Dio e resta!
Resta per illuminarci, resta per consolarci,
resta per dare a noi,
nella sua vita, la
sua misericordia!
Gesù resta e vince,
ma nella misericordia
(S. Luigi Orione)
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SECONDA SERATA – 16 DICEMBRE 2014
2. E C C O M I D I G E S Ù (Ebr. c. 10)
“È impossibile che il sangue di tori e di capri elimini i peccati.
Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:
Tu non hai voluto né sacrificio né offerta,
un corpo invece mi hai preparato. Allora ho detto:
«ECCO IO VENGO PER FARE, O DIO, LA TUA VOLONTA’».
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Sl 41- Come una cerva assetata anela ai corsi d’acqua così ti cerca, Signore, l’anima mia. La mia anima ha sete di Dio il Dio vivente: quando potrò trovarmi di fronte a lui? Oggi il mio pane sono le lacrime il giorno e la notte: sempre mi dicono di te: “Dov’è dunque il tuo Dio?”
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Ricordo i giorni felici in tua compagnia….Dio mia roccia, mi hai forse dimenticato? Per quanti giorni dovrò camminare triste e insicuro, sempre sentendomi dire: “Dov’è dunque il tuo Dio?” Rit.
-
Oggi il mio cuore è turbato quando ti penso: tutti i tuoi vortici irrompono su di me. Ma tu spera in Dio, anima mia, perchè ti rattristi? Affidati a lui, loda ancora il tuo salvatore. Rit.
-
INVOCAZIONE ISAIA Cc. 63-64 Guarda dal cielo e osserva dalla tua dimora santa e gloriosa. Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia? Non forzarti all’insensibilità perché tu sei nostro padre, poiché Abramo non ci riconosce e Israele non si ricorda di noi.
-
Tu, Signore, tu sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi. Se Tu squarciassi i cieli e scendessi!Davanti a te sussulterebbero i monti.
-
Siamo divenuti tutti come una cosa impura e come panno immondo sono tutti i nostri atti di giustizia, tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento. Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si riscuoteva per stringersi a te Ma, Signore, tu sei nostro padre;
-
Noi siamo argilla e tu colui che ci dá forma… Signore, non adirarti troppo… Ecco, guarda: Le tue città sante sono un deserto, un deserto è diventata Sion, Gerusalemme una desolazione. tutte le nostre cose preziose sono distrutte. Dopo tutto questo, resterai ancora insensibile, o Signore, tacerai e ci umilierai sino in fondo?
MARIA CUSTODIVA TUTTE QUESTE COSE…
MEDITANDOLE NEL SUO CUORE.
Maria Lo guarda e pensa:
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«Questo Dio è mio figlio. Mi rassomiglia. È Dio e mi assomiglia. Un Dio piccolo che si può prendere nelle braccia e coprire di baci, un Dio caldo che sorride e respira, un Dio che si può toccare e che vive.
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Ed è in quei momenti che dipingerei Maria e cercherei di rendere l’espressione di tenera audacia e di timidezza con cui protende il dito per toccare la dolce piccola pelle di questo bambino-Dio di cui sente sulle ginocchia il peso tiepido e che le sorride.(Sartre)
L’ESEMPIO DI NAZARET
“ Qui comprendiamo il modo di vivere in famiglia. Nazareth ci ricordi cos’è la famiglia, cos’è la comunione di amore, la sua bellezza austera e semplice, il suo carattere sacro ed inviolabile; ci faccia vedere com’è dolce ed insostituibile l’educazione in famiglia, ci insegni la sua funzione naturale nell’ordine sociale. (Paolo VI)
L’AMORE COMINCIA DALLA FAMIGLIA
Ogni giorno di più ci rendiamo conto che nel nostro tempo le sofferenze maggiori hanno origine nella famiglia. Non abbiamo più tempo per guardarci in faccia, per scambiarci un saluto… un gruppo di professori dagli Stati Uniti Mi chiesero: «Ci dica qualcosa che possa esserci utile». Dissi loro: «Sorridetevi scambievolmente». Uno di loro mi domandò: «Lei è sposata?». Gli risposi: “Sì, e a volte mi riesce difficile sorridere a Gesù; perché arriva ad essere troppo esigente”. (Madre Teresa)
È NATALE PER NOI !?!
-Se amiamo la Parola di Dio e la preghiera in famiglia -Quando accettiamo di metterci a servizio degli altri… -Se diamo ai poveri pane, amore e speranza in Gesù-Quando testimoniamo la fede anche in ambienti ostili -Quando ci sforziamo di perdonare chi ci ferisce-Se continuiamo con gioia ad essere fedeli ai nostri impegni di vita | È Natale per noi!È Natale per noi!È Natale per noi!È Natale per noi!È Natale per noi!È Natale per noi! |
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“AMORE IO VOGLIO…” (Osea) Amore: un tema sempre attuale. Tutti ne parlano. Convegni e dibattiti si moltiplicano. Ma il nostro amore è sempre più fragile. Ognuno gli dà il significato che vuole. E continuiamo a costruire e distruggere amori stagionali, come bambini che giocano coi castelli di sabbia. Ma l’amore forte e fedele esiste ancora? DICEMBRE è il mese più adatto per tornare a scuola di Amore…A Nazaret. Da Maria, Giuseppe e… Gesù: i veri Protagonisti delle festività natalizie. I veri, unici “esperti” in amore!
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Ma cominciamo dal Profeta Osea… A livello personale-affettivo ha vissuto una vicenda drammatica: la sposa gli era infedele. Ha compreso che anche questa dolorosa sua vicenda faceva parte della sua vocazione… Dio gli ha comandato di riprenderla come Dio perdona e riprende sempre il suo popolo .
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Il nostro amore è incostante… Per fortuna Dio non è come noi! Il Signore dice: «Efraim e Giuda, che dovrò fare per voi? Il vostro amore per me scompare come una nuvola del mattino; è come la rugiada che svanisce all’alba. Il popolo dice: «Venite, torniamo al Signore. Egli ci ha feriti e ci curerà! Sforziamoci di conoscere il Signore. La sua venuta è certa come l’aurora, come la pioggia di primavera che bagna la terra». (5,17ss)
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Ma cosa vuole il Signore da noi? Che cosa gli è gradito? VOGLIO AMORE COSTANTE, non sacrifici. Preferisco che il mio popolo mi conosca, piuttosto che mi offra sacrifici. (6,1ss)
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Quale esperienza avevi di Dio, per parlarne in modo così tenero? Quando Israele era un ragazzo io l’ho amato…perché era mio figlio. Io ho insegnato a Efraim a camminare. Ho tenuto il mio popolo tra le mie braccia, ma non ha capito che mi prendevo cura di lui. L’ho attirato a me con affetto e amore.
Sono stato per lui come uno che
solleva il suo bambino fino alla guancia.
Mi sono abbassato fino a lui per imboccarlo.
Il mio popolo è invitato a guardare in alto,
ma nessuno alza lo sguardo.
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Come posso lasciarti, come posso abbandonarti, Israele? Il mio cuore non me lo permette, il mio amore è troppo forte. Nonostante la mia ira, non distruggerò del tutto Israele, perché sono Dio e non un uomo. In mezzo a te io sono il Santo e non verrò da te pieno d’ira. Io li farò abitare di nuovo nelle loro case. Sono io, il Signore, che lo affermo”. (11,1ss)
1. ECCOMI DI MARIA (Lc.1,26ss)
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L’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te».
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A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù». Allora Maria disse all’angelo:«Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?».
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Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio
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Allora Maria disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
O VERGINE, RISPONDI… (S. Bernardo)
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Hai udito, Vergine, che concepirai e partorirai un figlio; hai udito che questo avverrà non per opera di un uomo, ma per opera dello Spirito santo. L’angelo aspetta la risposta; deve fare ritorno a Dio che l’ha inviato. Aspettiamo, o Signora, una parola di compassione anche noi, noi oppressi miseramente da una sentenza di dannazione. Tutto il mondo è in attesa, prostrato alle tue ginocchia: dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano.
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O Vergine, da’ presto la risposta. Rispondi sollecitamente all’angelo, anzi, attraverso l’angelo, al Signore. Rispondi la tua parola, emetti la parola che passa e ricevi la Parola eterna.
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Perché tardi? perché temi? Credi all’opera del Signore, dà il tuo assenso ad essa, accoglila. Nella tua umiltà prendi audacia, nella tua verecondia prendi coraggio.
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Apri, Vergine beata, il cuore alla fede, le labbra all’assenso, il grembo al Creatore. Ecco che colui al quale è volto il desiderio di tutte le genti batte fuori alla porta. Non sia, che mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso.
«Ecco», dice, «sono la serva del Signore,
avvenga di me quello che hai detto»
(Lc 1, 38).
1. Io vorrei tanto parlare con te di quel figlio che amavi: io vorrei tanto ascoltare da te quello che pensavi: quando hai udito che tu non saresti più stata tua e questo figlio che non aspettavi non era per te. Ave
2. Io vorrei tanto sapere da te se quand’era bambino tu gli hai spiegato che cosa sarebbe successo di Lui e quante volte anche tu, di nascosto, piangevi, Madre, quando sentivi che presto l’avrebbero ucciso, per noi Ave
3. Io ti ringrazio per questo silenzio che resta tra noi io benedico il coraggio di vivere sola con Lui- ora capisco che fin da quei giorni pensavi a noi per ogni Figlio dell’uomo che muore ti prego così. Ave
LA FAMIGLIA DI NAZARET,
SCUOLA DI VITA – SCUOLA DI AMORE
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PAOLO VI: La casa di Nazareth è la scuola dove si è iniziati a comprendere la vita di Gesù, cioè la scuola del Vangelo. Qui tutto ha una voce, tutto ha un significato. Qui, a questa scuola, certo comprendiamo perché dobbiamo tenere una disciplina spirituale, se vogliamo seguire la dottrina del Vangelo e diventare discepoli del Cristo. Oh! come volentieri vorremmo ritornare fanciulli e metterci a questa umile e sublime scuola di Nazareth! Ma noi non siamo che di passaggio… Tuttavia non lasceremo questo luogo senza aver raccolto, quasi furtivamente, alcuni brevi ammonimenti dalla casa di Nazareth. IN PRIMO LUOGO ESSA CI INSEGNA IL SILENZIO. Oh! se rinascesse in noi la stima del silenzio, atmosfera ammirabile ed indispensabile dello spirito: mentre siamo storditi da tanti frastuoni, rumori e voci clamorose nella esagitata e tumultuosa vita del nostro tempo. Oh! silenzio di Nazareth, insegnaci ad essere fermi nei buoni pensieri, intenti alla vita interiore, pronti a ben sentire le segrete ispirazioni di Dio e le esortazioni dei veri maestri. Insegnaci quanto importanti e necessari siano il lavoro di preparazione, lo studio, la meditazione, l’interiorità della vita, la preghiera, che Dio solo vede
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MARTEDI 16: INIZIO NOVENA DI NATALE (on line)
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GIOVEDÌ 18: Ritiro spirituale per laici orionini (ore 19-21)
13 DICEMBRE:
S. LUCIA VERGINE E MARTIRE
“LO SPLENDORE DELL’ANIMA
ILLUMINA LA GRAZIA DEL CORPO…”
Cari amici, ecco una BELLA PAGINA DI S. AMBROGIO da meditare e …REGALARE alle TANTE DONNE CHE SI CHIAMANO LUCIA… E’ l’augurio piu prezioso per ognuna di loro.
- LO SPLENDORE DELL’ANIMA ILLUMINA LA GRAZIA DEL CORPO …Mi rivolgo a te, che vieni dal popolo, dalla gente comune, ma appartieni alla schiera delle vergini. In te lo splendore dell’anima si irradia sulla grazia esteriore della persona. Per questo sei un’immagine fedele della Chiesa.
A te dico: non cessare mai di tenere fisso il pensiero su Cristo, anche di notte. Anzi rimani ad ogni istante in attesa della sua visita. Quando verrà colui che hai cercato, abbraccialo, familiarizza con lui e sarai illuminata. Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. - Ma anche se ti sembra che se ne sia andato, va’ a cercarlo ancora. È dalla santa Chiesa che devi imparare a trattenere Cristo. Anzi te l’ha già insegnato, se ben comprendi ciò che leggi: Avevo appena oltrepassato le guardie, quando trovai l’amato del mio cuore. L’ho stretto forte e non lo lascerò (cfr. Ct 3, 4).
- Quali dunque i mezzi con cui trattenere Cristo? Non la violenza delle catene, non le strette delle funi, ma i vincoli della carità, i legami dello spirito. Lo trattiene l’amore dell’anima.
- Che cos’è la casa, la stanza di tua madre, se non il santuario più intimo del tuo essere? Custodisci questa casa, purìficane l’interno. Divenuta perfettamente pulita, e non più inquinata da brutture di infedeltà, sorga quale casa spirituale, cementata con la pietra angolare, si innalzi in un sacerdozio santo, e lo Spirito Paraclito abiti in essa.
- Colei che cerca Cristo a questo modo, colei che così prega Cristo, non è abbandonata da lui, anzi riceve frequenti visite. Egli infatti è con noi fino alla fine del mondo. (leggi tutta la pagina nei commenti)
SPUNTI DI RIFLESSIONE E PREGHIERA:
QUANDO SEI DISPERATO…CALMATI ! (S. Agostino)
Se senti vacillare la fede per la violenza della tempesta,
calmati: DIO TI GUARDA.
Se ogni cosa che passa cade nel nulla,
calmati: DIO RIMANE.
Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza,
calmati: DIO PERDONA.
Se la morte ti spaventa, e temi il mistero ,
calmati: DIO RISVEGLIA.
Dio ci ascolta, quando nulla ci risponde;
E’ con noi, quando ci crediamo soli…
Ci ama, anche quando sembra che ci abbandoni.
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- Per capire il vero senso del Natale A3. GESU A CASA…SUA
- Se ti senti tanto povero e a mani vuote davanti a Dio: A chi dare Gesù
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Se pensi di aver smarrito la strada: Bonhoeffer Cristo nella mangiatoia
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Se hai bisogno di ritrovare la speranza : + LE QUATTRO CANDELE
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Prima di fare un regalo …+ REGALI DI NATALE
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Per non fare auguri scontati: + TANTI AUGURI SCOMODI
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Se ti senti inutile e messo da parte …+ LA PECORA NERA
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Per riscoprire il silenzio: +Torniamo a scuola a…Nazaret
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Perché la gente possa confonderci con…Gesù: + SEI TU GESU def
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Per imparare cosa vuole Gesù da noi: + Devo finire questa maglia di lana
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Per vincere la paura della morte : + TI TERRÒ PER MANO FIGLIO MIO
- Per tornare un pò bambini …+ lettere dei bambini a Gesù
SE TU SQUARCIASSI I CIELI E SCENDESSI!
INVOCAZIONE IS. 63-64
- Guarda dal cielo e osserva dalla tua dimora santa e gloriosa. Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito della tua tenerezza e la tua misericordia? Non forzarti all’insensibilità perché tu sei nostro padre, poiché Abramo non ci riconosce e Israele non si ricorda di noi. Tu, Signore, tu sei nostro padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore, così che non ti tema? Ritorna per amore dei tuoi servi.
- Se tu squarciassi i cieli e scendessi! Siamo divenuti tutti come una cosa impura … tutti siamo avvizziti come foglie, le nostre iniquità ci hanno portato via come il vento. Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si riscuoteva per stringersi a te Ma, Signore, tu sei nostro padre; noi siamo argilla e tu colui che ci dá forma…
- Ecco, guarda: Le tue città sante sono un deserto, un deserto è diventata Sion, Gerusalemme una desolazione. Dopo tutto questo, resterai ancora insensibile, o Signore, tacerai e ci umilierai sino in fondo?
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O CIELI, PIOVETE DALL’ALTO; O NUBI, MANDATECI IL SANTO. O TERRA, APRITI O TERRA E GERMINA IL SALVATOR.
– Siamo il deserto, siamo l’arsura: Maranathà 2 vv – Siamo il vento, nessuno ci ode . Maranathà
– Siamo le tenebre nessuno ci guida: Maranathà – Siam le catene, nessuno ci scioglie. Maranathà
– Siamo le lacrime, nessuno ci asciuga: Maranathà – Siamo il dolore, nessuno ci guarda: Maranathà
GLI AUGURI DI… DON ORIONE
- O miei cari il vostro padre lontano viene a voi a farvi i suoi Auguri, a portarvi la benedizione santa del Natale. Nessuna distanza ci impedisce di cantare insieme: « Gloria a Dio nel più alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà!
- Sorgi, o anima mia, e corri incontro alla nuova Luce, che è Gesù – Carità. Egli viene a te, poiché la misericordia infinita del Signore è discesa più ampia del mare e dei cieli: terra, mare e cieli diventarono un nulla davanti alla carità di Gesù, quando risplendette la gloria del Signore.
- O Dio grande e buono, Dio onnipotente ed eterno, che per noi Ti sei fatto Bambino, e ci allieti con l’annuale festività di Natale; edifica in noi il regno del tuo santo amore e della pace tua soavissima; dirigi le nostre volontà al bene e le nostre azioni secondo il tuo beneplacito !
- O Gesù dolce, Gesù amore! Noi ti vogliamo amare e servire in carità grande e santa letizia, sempre contenti per la beata speranza, amando e vivendo delle cose umili e povere, come, o Gesù, ci hai insegnato con la tua nascita, la tua vita e la tua morte.
- Far del bene sempre e del bene a tutti, o Gesù, benedicendo sempre e non maledicendo mai! Inebriati delle celesti delizie del tuo Santo Natale, null’altro Ti domandiamo, o Gesù, che di amarTi! di amarTi! di amarTi! E che la pace si diffonda consolatrice su tutta quanta la terra.
d.alesiani@virgilio.it www.donvincenzoalesiani.it
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Non si poteva desiderare appena oltre il minimo indispensabile, perlomeno non nell’infanzia e nella casa di mia madre. Le privazioni della povertà e dei desideri non concedevano generose concessioni neppure a Natale. “Come desiderare ciò che già in partenza sapevo di non poter avere?”, si chiede mia mamma nell’intercalare del suo racconto e dei ricordi. Le limitazioni amputavano i desideri sul nascere; ciò da un lato mortificava le naturali aspettative di una bambina; dall’altro, grazie a una precoce maturità, portava ad apprezzare il poco disponibile o recuperabile. Capitava una gioia se l’amica, figlia dei mezzadri che lavoravano per i più ricchi possidenti del paese, si ricordava di portarle qualche ramo di lauro da addobbare. L’amica poteva disporre di rami d’abete, più decorativi e adeguati, ma non importava. Contava solo la possibilità di preparare qualcosa che somigliasse a un alberello di Natale. E allora mia mamma recuperava i quadratini di carta luccicante che avevano avvolto le caramelle, da tempo conservati in disparte, insieme a qualche sassolino. Gli uni e gli altri servivano per comporre palline da appendere sui ramoscelli di lauro. Nessun nastro e nessun balocco, di quelli che negli anni successivi sarebbero stati messi in commercio, avrebbe fatto scintillare un albero di Natale come quelle cartine argentate e dorate. Nel superfluo stanno le luminarie che baluginano a intermittenza, pilotate dal timer di capricci superficiali e, proprio per questo, incontentabili. Nell’indispensabile, invece, brilla la vera luce, la stessa che riflette l’incanto negli occhi di una bambina, accovacciati nell’angolo più intimo del suo Natale. E non si tratta di stimare la povertà di quella condizione, che sfortunatamente non aveva in sé alcunché di piacevole, né di augurabile. Piuttosto, era una questione di significati sigillati dentro quelle cartine di caramelle e dentro il valore attribuito alla loro importanza. La consistenza di quei sassolini incartati stava tutta nella gioia di ciò che andavano a rappresentare. Venivano collocati nel cuore, prima che sul lauro. E lì sono rimasti per tutta la vita.
La mattina del 25 dicembre, poi, poteva capitare un altro sussulto di gioia se, al risveglio, lo sguardo ardente d’attesa trovava una risposta intirizzita sul davanzale della finestra. Non saprei dire se il salto giù dal letto gareggiasse in velocità con la mano pronta ad afferrare, oppure se i passi si avvicinassero adagio alla finestra per assaporare pienamente la sorpresa. In tutti i casi la spinta non era mossa dalla curiosità, perché si sapeva che cosa potesse contenere quel pacchetto, ma il fatto che non fosse scontato trovarlo teneva desta la sorpresa. Ancora prima di aprirlo, il profumo dei mandarini si cospargeva, invadendo la stanza di quel Natale, e solleticava le narici. Tutti i sensi venivano appagati da quei quattro mandarini in croce … per non parlare del senso del Natale! La festa si teneva tutta in una mano, ma la si stringeva come in un abbraccio e la si faceva durare a lungo, conservandola fino all’ultimo spicchio di mandarino. Infatti, quando non ne restavano che le bucce, le si appoggiava sulla stufa a legna perché emanassero tutto il profumo rimasto.
Riflessione conclusiva di queste feste rivolta a me stessa rivolta all’uomo che cammina come me …Il natale ci dice
che Gesù è qui per condividere con noi , superando ogni paura , tutto ciò che siamo senza mai abbandonarci , Lui vive in noi, soffre con noi ! qui sta la sua grandezza e la nostra forza e tu sei già testimonianza di questo fatto perché solo chi accoglie Cristo nel suo cuore può sorridere come te e dare ancora gioia al prossimo. Tutto ciò che puoi provare e sentire che talvolta ti fa angosciare e deludere di te fa parte della nostra fragile umanità quella stessa che Dio ama alla follia da donarci Gesù per vederci sempre come veramente siamo : una meraviglia stupenda ai suoi occhi.
Quando noi facciamo dei pensieri o opere brutte e’ come avere la febbre durante una influenza …. Ci deve stare … Alcuni detti popolari dicono che i bimbi dopo una febbre crescono , ecco io penso che questo valga per la nostra anima quando passa queste crisi che tu già individui in te ed è proprio in questo riconoscerle che si trova l’inizio della guarigione …. credimi! Non dobbiamo aver paura dei nostri pensieri malati perché se li vediamo li possiamo guarire con la preghiera, l’affidamento , la lettura dei salmi che invocano continuamente Dio affinché sconfigga gli uomini malvagi e innalzi i giusti ma attenzione gli uomini malvagi e giusti di cui parlano i salmi siamo noi stessi i nostri pensieri belli e brutti che viaggiano nel nostro cuore … non sono persone al di fuori di noi
Le nostre capacità , le nostre opere buone i nostri buoni pensieri non sono fatti a titolo di merito ma di servizio e chi riesce a vederli così non è un eroe ma un giusto agli occhi di Dio! …chi semina il bene raccoglie giustizia chi semina vento raccoglie tempesta ! Tu ora sei ai piedi della Croce ma guarda che oltre quella c’è un sepolcro che è vuoto perché non esiste vita che muoia ma che si trasforma e vive per sempre ….
Caro don Vincenzo, questo il nostro augurio per questo Natale:
Dove le parole ormai paiono consunte, deboli, impossibili nasca la parola dove segno, suono, senso sono tutt’uno con la luce di
quel giorno… E Dio disse sia la luce e la luce fu… E fu sera e fu mattina… primo giorno: Natale… per la nostra terra, la pioggia, il mare, i pesci, gli uccelli… l’asino, il bue, l’uomo rifatto bambino
Nel settimo giorno ogni cosa riposa nel riposo di Dio: riposo nel
respiro dell’asino, del bue, delle pecore e delle capre, dell’angelo, di pastori intoccabili e di maghi emigrati
Riposo nel respiro della madre che ha espirato il suo bambino: Ruah… spirito fatto carne
Domani forse ancora verranno erode e caino, fughe in egitto, processi, condanne
Ma da tutto questo, se sapremo sognare, ci salverà il sogno di Giuseppe o di Giacobbe, la sua scala,la fede di Tobia e del suo cane, se sapremo partire la sapienza dell’asina di Balaam, di Zaccaria e della vecchia Anna, se
sapremo vedere, ascoltare: “ora lascia…” il terzo canto del gallo, se lo sapremo udire
Ci salverà la stella di chi osa spingersi in terra straniera per portare oro, mirra, incenso alla verità che abita al di là del confine, di ogni nuovo confine…orizzonte: E fu sera e fu mattina… anche di quel settimo giorno allora Dio gridò come amante che gioisce dell’amata, come madre nel parto, come bimbo che reclama aria e latte, come vento che si abbatte gagliardo e riempie la casa Buon Natale
Elisa Matteo & C.
Stasera mi ha colpito l’augurio di chi ha vissuto prima di tutto su se stessa queste parole prima di inviarle , nell’ambito lavorativo , ai suoi dipendenti.
….Sì , è proprio vero :SIAMO CREDIBILI NEL MOMENTO IN CUI “ABBIAMO VISSUTO SU NOI STESSI PAROLE E REALTA’ ”
Ve le passo : ” Il Natale mi fa pensare a quelle anfore romane che ogni tanto i pescatori tirano fuori dal mare con le loro reti, tutte ricoperte di conchiglie e di incrostazioni marine che le rendono irriconoscibili. Per ritrovarne la forma, bisogna togliere tutte le incrostazioni. Così il Natale. Per ritrovarne il significato autentico bisognerebbe liberarlo da tutte le incrostazioni…”
A. Moravia
..e anch’io mi riconosco bisognosa di “togliere incrostazioni ” per scoprire SIGNIFICATI AUTENTICI
IL MIO NATALE
Non cerco il Natale
nello scintillio delle lucine colorate.
nella pubblicità del panettone,
nel buon odore dello stoccafisso,
tra saldi, offerte e liquidazioni.
E’ tempo di crisi, quest’anno niente regali!
Cerco il senso del Natale
nei mille sorrisi che regalo alla gente,
negli abbracci sinceri e
negli affetti a me più cari.
Lo cerco nelle belle testimonianze,
nelle preghiere, nelle poesie,
come nelle letterine scritte al Babbo Natale di una volta ( me compresa),
dove non si richiedevano regali
ma si esprimevano solo buoni proponimenti.
Per quest’anno niente regali,
tuttavia ad ognuno dei miei amici
vorrei lasciare uno scrigno fatato…..
dove dentro ci troverà
tutti quei sogni rivestiti di una cosa
che per tanti non ha valore,
una cosa che io chiamo AMORE!!!
Anna Rita
IL TUO DESIDERIO E’ LA TUA PREGHIERA
Pregare incessantemente
dal «Commento sui salmi» di sant`Agostino, vescovo (Sal 37, 13-14; CCL 38, 391-392)
Mi faceva urlare il gemito del mio cuore (cfr. Sal 37, 9). C`è un gemito segreto del cuore che non è avvertito da alcuno. Ma se il tormento di un desiderio afferra il cuore in modo che la sofferenza intima venga espressa e udita, allora ci si domanda quale ne sia la causa. Chi ascolta dice fra sé: Forse geme per questo, forse gli è accaduto quest`altro. Ma chi lo può capire se non colui ai cui occhi, alle cui orecchie si leva il gemito? I gemiti, che gli uomini odono se qualcuno geme, sono per lo più i gemiti del corpo, ma non è percepito il gemito del cuore. Chi dunque capiva perché urlava? Aggiunge: Ogni mio desiderio sta davanti a te (cfr. Sal 37, 10). Non davanti agli uomini che non possono percepire il cuore, ma davanti a te sta ogni mio desiderio. Se il tuo desiderio è davanti a lui, il Padre, che vede nel segreto, lo esaudirà. Il tuo desiderio è la tua preghiera: se continuo è il tuo desiderio, continua è pure la tua preghiera. L`Apostolo infatti non a caso afferma: «Pregate incessantemente» (1 Ts 5, 17). S`intende forse che dobbiamo stare continuamente in ginocchio o prostrati o con le mani levate per obbedire al comando di pregare incessantemente? Se intendiamo così il pregare, ritengo che non possiamo farlo senza interruzione. Ma v`è un`altra preghiera, quella interiore, che è senza interruzione, ed è il desiderio. Qualunque cosa tu faccia, se desideri quel sabato (che è il riposo in Dio), non smetti mai di pregare. Se non vuoi interrompere di pregare, non cessare di desiderare. Il tuo desiderio è continuo, continua è la tua voce. Tacerai, se smetterai di amare. Tacquero coloro dei quali fu detto: «Per il dilagare dell`iniquità, l`amore di molti si raffredderà» (Mt 24, 12). La freddezza dell`amore è il silenzio del cuore, l`ardore dell`amore è il grido del cuore. Se resta sempre vivo l`amore, tu gridi sempre; se gridi sempre, desideri sempre; se desideri, hai il pensiero volto alla pace.«E davanti a te sta ogni mio desiderio» (Sal 37, 10). Se sta davanti a Lui il desiderio, come può non essere davanti a Lui anche il gemito che è la voce del desiderio? Perciò egli continua: «E il mio gemito a te non è nascosto» (Sal 37, 10), ma lo è a molti uomini. Talora l`umile servo di Dio sembra dire: «E il mio gemito a te non è nascosto»; ma talora pare anche che egli rida: forse che allora quel desiderio è morto nel suo cuore? Se c`è il desiderio, c`è pure il gemito: questo non sempre arriva alle orecchie degli uomini, ma non cessa di giungere alle orecchie di Dio.
IMITAZIONE DI CRISTO COSI…
L’UOMO UMILE E PACIFICO
«Imitazione di Cristo»
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Non fare gran caso se uno è per te o contro di te, ma preoccupati piuttosto che Dio sia con te in tutto quello che fai. Abbi buona coscienza e Dio saprà ben difenderti. Nessuna perversità umana potrà nuocere a colui che Dio vorrà aiutare. Se tu sai tacere e sopportare, sperimenterai senza dubbio l’aiuto del Signore.
Egli conosce bene il tempo e il modo di liberarti, e perciò deve rassegnarti alla sua volontà. Spetta a Dio aiutare e liberare da ogni situazione difficile. Spesso giova assai, per meglio conservare l’umiltà, che gli altri conoscano i nostri difetti e li riprendano. Quando uno si umilia per i suoi difetti, placa facilmente gli altri e dà soddisfazione a coloro che gli sono ostili. Dio protegge e libera l’umile, lo ama e lo consola; egli si chiama verso l’umile, gli elargisce grazia abbondante e dopo l’umiliazione lo innalza alla gloria.
Egli rivela all’umile i suoi segreti e dolcemente lo attrae e l’invita a sé. L’umile, quando ha ricevuta un’umiliazione, rimane bene in pace, perché sta fisso in Dio e non nel mondo.
Non credere di aver fatto alcun progresso se non ti ritieni inferiore a tutti. Mantieni anzitutto in pace te stesso e così potrai pacificare gli altri. L’uomo operatore di pace giova più dell’uomo dotto. L’uomo passionale trae al male anche il bene e facilmente crede al male. L’uomo buono e sereno volge tutto a bene. Chi è veramente in pace non sospetta di nessuno; chi invece è malcontento e inquieto è agitato da molti sospetti: né lui è in pace, né lascia in pace gli altri. Spesso dice quel che non dovrebbe a omette quel che gli converrebbe fare. Egli bada a quel che gli altri devono fare e trascura invece quel ch’è suo dovere. Sii dunque zelante prima con te stesso e così potrai essere zelante anche con il tuo prossimo. Tu sai bene scusare e colorire le tue azioni, ma non vuoi accettare le scuse degli altri. Sarebbe più giusto che tu accusassi te stesso e scusassi il tuo fratello.
Se vuoi essere sopportato, sopporta anche tu gli altri.
LETTERA A UN ERGASTOLANO… FA PENSARE!
Caro Carmelo,
mi chiamo Giulia, se ti ricordi ci siamo incontrati la settimana scorsa, quando sono venuta in visita al Polo Universitario per il mio progetto di tesi.
È’ difficile spiegare cosa ho provato a conoscerti e a conoscervi. Credevo di arrivare libera da ogni pregiudizio, invece mi sono stupita del clima che ho trovato, delle piacevoli conversazioni che ho avuto, dell’acutezza e profondità delle cose che mi avete raccontato. Ti assicuro che il 70% delle conversazioni che ho qui fuori è di un livello nettamente più basso. Mentre guidavo per tornare a casa ho capito che questo mio stupore era figlio di un pregiudizio che non sapevo di avere. Grazie ancora per la disponibilità con cui mi avete accolta, trovare l’apertura proprio in un carcere era l’ultima cosa che mi aspettavo. Se puoi ti prego di estendere il ringraziamento a tutti tuoi colleghi.
La seconda parte di quello che ti vorrei dire è più difficile per me da esprimere perché tocca le corde più profonde del mio cuore. Sono rimasta colpita, tra le tante cose che mi hai detto, da una tua frase: “Studiare ti fa sentire molto di più il dolore della pena”. Ho pensato tanto a questa frase, è stata per me una chiave che ha aperto un mondo al quale non avevo mai dedicato la giusta attenzione. Mi ha fatto cambiare totalmente la prospettiva con la quale voglio scrivere la mia tesi, che non sarà di sicuro un trattato a livello internazionale, ma è mia, e anche se non la leggerà nessuno, voglio che tratti il tema dalla giusta prospettiva: la vostra. La sera stessa avevo una cena con alcune mie amiche, non potevo smettere di parlare di te. Del modo in cui ti sei raccontato. Ancora una volta parlando con loro ho scoperto il pericolo del pregiudizio, attaccato, incrostato dentro di me. Mentre mi parlavi non ho mai mai mai visto, neanche per un secondo, un criminale. Chi credevo di trovare? Hannibal Lecter? Davanti a me ho visto un papà, un nonno, una persona colta ed intelligente, un uomo dotato di grande empatia e doti comunicative. Ho visto il mio papà, che è anche nonno, e che è anche uomo intelligente, me lo hai ricordato tanto. Sarà che lui è il papà più bravo del mondo, ma in te ho rivisto il papà più bravo del mondo.
Insieme alle mie amiche quella sera abbiamo letto tante cose su di te, la tua storia, la tua famiglia, il tuo percorso. Io inizialmente non volevo sapere per quale reato fossi stato condannato. Avevo paura di poter cambiare idea su di te, di spaventarmi delle emozioni che ho provato ascoltandoti. Ho avuto paura di non riuscire più a vederti come uomo ma solo come delinquente. E invece no, conoscere la tua storia mi fa essere ancora più vicina a te come persona e alla tua causa. Anzi è proprio la tua storia a dare il vero senso alla tua lotta.
Mi indigno con te di vivere in una società che non offre un’altra possibilità ad un uomo, papà, nonno come te. E a tanti altri come te. Mi indigno di un sistema penale che mette anno di fine pena 9999, una grottesca ironia, una sadica dicitura, una presa in giro. Mi chiedo dove sarei adesso se quando ho sbagliato nessuno mi avesse perdonato.
Ti ringrazio per il coraggio e la forza che metti nel cercare di cambiare le cose. Non solo per te, ma in nome di un senso di giustizia più grande. Forse non conterà molto, ma conoscerti, leggere ciò che scrivi, ascoltare le tue interviste, mi ha fatto cambiare idea, mi ha tenuto il pensiero e il cuore impegnati per giorni. Ho riflettuto tanto sul significato delle parole che usiamo superficialmente tutti i giorni: colpa, colpevole, criminale, pena, buoni, cattivi. Il tuo definirti “cattivo” , in contrapposizione ai ” buoni” che ti condannano ad una punizione senza vie d’uscita, è un contrasto così forte che ci costringe a rimettere in discussione la nozione stessa di bene e di male. La parola “cattivo” non sta bene con i tuoi occhi, con i tuoi modi, con la tua umanità, è un po’ come il calzino con i sandali dei tedeschi per capirci, non ci sta.
Ho parlato di te al mio amore, alla mia famiglia, ai miei amici e anche alla mia nipotina, che come sempre, con i suoi 4 anni ha più ragionevolezza della maggior parte degli adulti. Forse non conterà molto ma come disse Madre Teresa, se non mettessimo la nostra piccola goccia, l’oceano sarebbe un po’ più vuoto. Forse non conterà molto ma se posso fare qualcosa, ci sono.
Grazie per la tua forza, per il messaggio che passi ai più giovani, per l’impegno, per non fermarti mai di dire, scrivere, raccontare. Anno fine coraggio: mai.
Ti abbraccio,
Giulia
Per averne sentito discutere, ricordo di un vecchio film fantascientifico dove il protagonista di fronte a gioie, sofferenze, ed eventi della vita, per affrontarli aveva avuto l’opportunità di scelta tra 2 modi completamente opposti tra loro, e immediatamente prima di scegliere poteva vedere proiettate davanti a sé le conseguenze che ne sarebbero derivate, nel bene e nel male.
“Immersi nelle cose terrene, non riusciamo a SOLLEVARE LO SGUARDO”, trovo scritto su una bella pagina!
A parte il film di “fantascienza”, forse nella realtà, a ciascuno in modo differente è dato di INTUIRE le conseguenze che derivano dalle scelte di ogni genere, anche quelle INTERIORI, con due opposte possibilità di affrontarle.
Gesù, sfonda ogni repulsione, ribellione, sconforto, paura, confusione, turbamento, inquietudine.
Rimuovi dagli occhi del cuore la cataratta che VELA la Tua Luce, per avere uno sguardo limpido che trascende ogni genere dolore che ci pervade; donaci il desiderio, l’impegno concreto dell’accettazione, del ringraziamento, da cui derivi PACE, SERENITA’ DI FONDO, QUIETE, VITA BUONA.
Donaci la saggezza della PREGHIERA INCESSANTE… UN UNICO ININTERROTTO ATTO d’AMORE.
Quanto Riposo e Strada in queste righe di S. Ambrogio « Se vuoi anche tu possedere Cristo, cercalo incessantemente e NON TEMERE LA SOFFERENZA . E’ più facile spesso trovarlo tra i supplizi del corpo , tra le mani dei persecutori ».
Ed è “grande” ritrovare il senso di queste parole anche su un altro campo di battaglia , quello del soldato Alexander « … questa notte ho guardato DAL CRATERE DI UNA GRANATA al cielo di stelle sopra di me e affascinato dal loro scintillare, ad un tratto ho capito… Non è strano IN MEZZO A UNO SPAVENTOSO INFERNO mi è apparsa la luce e io abbia scorto Te? ».
E penso che davvero ” Dio si lascia trovare ” anche nelle nostre situazioni difficili , nel pesante della nostra quotidianità , in quelle salite che non vorremmo affrontare ..
LUI si lascia trovare , anche e proprio , in queste situazioni . Le nostre piccole croci possono acquistare un valore grande perché possono diventare un luogo “privilegiato” per incontrare la SUA Croce , incontrare LUI …possono diventare strumento , seme , per avvicinarci a LUI .
Magari ce ne accorgiamo solo ” dopo” , quando la fatica non ci chiude più gli occhi …oppure è proprio nel momento del “salto” che ci affidiamo a LUI e il sentirci ” figli ” ci regala Coraggio e Pace dentro …
..ma , è vero , anche dal « cratere di una granata si può alzare lo sguardo , guardare lo scintillare della stelle ..e capire… ».
Grazie…
SOLTANTO ORA
Questa preghiera è stata trovata nel taschino della giubba di Alexander- Zacepa, soldato russo morto durante la seconda guerra mondiale, che l’aveva composta immediatamente prima della battaglia in cui avrebbe trovato la morte: La scoperta improvvisa dell’esistenza di Dio libera l’uomo dal terrore più profondo, quello della morte. «Ascolta o Dio! Non una volta nella mia vita ho parlato con te, ma oggi mi vien voglia di farti festa. Sai fin da piccolo mi hanno sempre detto che non esisti… io stupido ci ho creduto. Non ho mai contemplato le tue opere, ma questa notte ho guardato dal cratere di una granata al cielo di stelle sopra di me e affascinato da loro scintillare, ad un tratto ho capito come possa essere terribile l’inganno… Non so, o Dio, se mi darai la tua mano, ma io Ti dico che T mi capirai… non è strano in mezzo a uno spaventoso inferno mi è apparsa la luce e io abbia scorto Te? Oltre a questo non ho nulla da dirti. Sono felice solo perché Ti ho conosciuto. A mezzanotte dobbiamo attaccare ma non ho paura, Tu guardi a noi. È il segnale? Me ne devo andare. Si stava bene con te. Voglio ancora dirti, e Tu lo sai, che la battaglia sarà dura: può darsi che questa notte stessa vengo a bussare da Te. E anche se finora non sono stato Tuo amico, quando verrò, mi permetterai di entrare? Ma che succede, piango? Mio Dio, Tu vedi quello che mi è capitato. Soltanto ora ho cominciato a vedere chiaro. Salve, mio Dio, vado… difficilmente tornerò. Che strano, ora la morte non mi fa paura».
Cari amici, ecco una pagina MERAVIGLIOSA DI S. AMBROGIO da meditare e …regalare alle TANTE DONNE CHE SI CHIAMANO LUCIA
LO SPLENDORE DELL’ANIMA ILLUMINA LA GRAZIA DEL CORPO
Mi rivolgo a te, che vieni dal popolo, dalla gente comune, ma appartieni alla schiera delle vergini. In te lo splendore dell’anima si irradia sulla grazia esteriore della persona. Per questo sei un’immagine fedele della Chiesa.
A te dico: chiusa nella tua stanza non cessare mai di tenere fisso il pensiero su Cristo, anche di notte. Anzi rimani ad ogni istante in attesa della sua visita. È questo che desidera da te, per questo ti ha scelta. Egli entrerà se troverà aperta la tua porta. Sta’ sicura, ha promesso di venire e non mancherà alla sua parola. Quando verrà colui che hai cercato, abbraccialo, familiarizza con lui e sarai illuminata. Trattienilo, prega che non se ne vada presto, scongiuralo che non si allontani. Il Verbo di Dio infatti corre, non prova stanchezza, non è preso da negligenza. L’anima tua gli vada incontro sulla sua parola, e s’intrattenga poi sull’impronta lasciata dal suo divino parlare: egli passa via presto.
E la vergine da parte sua che cosa dice? L’ho cercato ma non l’ho trovato; l’ho chiamato ma non mi ha risposto (cfr. Ct 5, 6). Se così presto se n’è andato via, non credere che egli non sia contento di te che lo invocasti, lo pregasti, gli apristi la porta: spesso egli permette che siamo messi alla prova. Vedi che cosa dice nel vangelo alle folle che lo pregavano di non andarsene: Bisogna che io porti l’annunzio della parola di Dio anche ad altre città, poiché per questo sono stato mandato (cfr. Lc 4, 43).
Ma anche se ti sembra che se ne sia andato, va’ a cercarlo ancora. È dalla santa Chiesa che devi imparare a trattenere Cristo. Anzi te l’ha già insegnato, se ben comprendi ciò che leggi: Avevo appena oltrepassato le guardie, quando trovai l’amato del mio cuore. L’ho stretto forte e non lo lascerò (cfr. Ct 3, 4). Quali dunque i mezzi con cui trattenere Cristo? Non la violenza delle catene, non le strette delle funi, ma i vincoli della carità, i legami dello spirito. Lo trattiene l’amore dell’anima.
Se vuoi anche tu possedere Cristo, cercalo incessantemente e non temere la sofferenza. È più facile spesso trovarlo tra i supplizi del corpo, tra le mani dei persecutori. Lei dice: Poco tempo era trascorso da quando le avevo oltrepassate. Infatti una volta libera dalle mani dei persecutori e vittoriosa sui poteri del male, subito, all’istante ti verrà incontro Cristo, né permetterà che si prolunghi la tua prova.
Colei che così cerca Cristo, che ha trovato Cristo, può dire: L’ho stretto forte e non lo lascerò finché non lo abbia condotto nella casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice (cfr. Ct 3, 4). Che cos’è la casa, la stanza di tua madre, se non il santuario più intimo del tuo essere?
Custodisci questa casa, purìficane l’interno. Divenuta perfettamente pulita, e non più inquinata da brutture di infedeltà, sorga quale casa spirituale, cementata con la pietra angolare, si innalzi in un sacerdozio santo, e lo Spirito Paraclito abiti in essa. Colei che cerca Cristo a questo modo, colei che così prega Cristo, non è abbandonata da lui, anzi riceve frequenti visite. Egli infatti è con noi fino alla fine del mondo.
Spesso mi domando perché, di fronte a tanta RICCHEZZA, l’anima si ostini ancora trascinarsi a fatica tra il fango, anziché spiccare quei voli che in fretta la innalzerebbero a tali alte quote da essere resa in grado di accostarsi al Tuo volto per contemplarne quei “tratti luminosi” che superano ogni più indomabile tempesta!
L’AMORE DESIDERIO DI VEDERE DIO
san Pietro Crisòlogo, vescovo
Dio, vedendo il mondo sconvolto dalla paura, interviene sollecitamente per richiamarlo con l’amore, invitarlo con la grazia, trattenerlo con la carità, stringerlo a sé con l’affetto.
PER QUESTO EGLI CHIAMA ABRAMO di mezzo ai pagani, lo nobilita con un nome nuovo, lo costituisce padre della fede, lo accompagna nel cammino, lo protegge fra gli stranieri, lo arricchisce di beni, lo onora con successi, lo impegna con promesse, lo sottrae alle offese, lo blandisce con l’ospitalità, lo esalta con un erede insperato perché, colmato di tanti beni, avvinto da tanta soavità di divino amore, IMPARASSE AD AMARE DIO, NON AD AVERNE TIMORE, LO SERVISSE CON AMORE, NON CON PAURA. Per questo CONFORTA IN SOGNO GIACOBBE NELLA FUGA, lo provoca alla lotta nel ritorno, lo serra nell’amplesso del lottatore, perché ami il Padre con cui aveva lottato e non ne abbia timore. PER QUESTO CHIAMA MOSÈ con la lingua dei padri, gli parla con paterno amore, l’invita ad essere il liberatore del suo popolo.
Per i fatti ricordati, la fiamma della divina carità accese i cuori umani e tutta l’ebbrezza dell’amore di Dio si effuse nei sensi dell’uomo. Feriti nell’anima, GLI UOMINI COMINCIARONO A VOLERE VEDERE DIO CON GLI OCCHI DEL CORPO. Ma se Dio non può essere contenuto dal mondo intero, come poteva venir percepito dall’angusto sguardo umano? L’amore non si arresta davanti all’impossibile, non si attenua di fronte alle difficoltà. L’amore, se non raggiunge quel che brama, uccide l’amante; e perciò va dove è attratto, non dove dovrebbe. L’AMORE NON PUÒ TRATTENERSI DAL VEDERE CIÒ CHE AMA; per questo TUTTI I SANTI STIMARONO BEN POCO CIÒ CHE AVEVANO OTTENUTO, SE NON ARRIVAVANO A VEDERE DIO. Perciò Mosè arriva a dire: Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, FAMMI VEDERE IL TUO VOLTO (cfr. Es 33, 13). Per questo anche il salmista dice: MOSTRAMI IL TUO VOLTO (cfr. Sal 79, 4).
Leggendo questi commenti ti senti più buona.
L’anima si eleva e non smetterebbe mai di
assaporare le parole una ad una. Che bello!
il buon DIO ci parla in tanti modi, tutti
preziosi e ricchi per il nostro bene.
GRAZIE!
RICEVO E PASSO SUBITO A VOI, CARI AMICI, UNA PROFONDA CONSIDERAZIONE DI D. BONHOEFFER CHE CI DA TANTA PACE SOPRATTUTTO NEI MOMENTI IN CUI CI SENTIAMO …”PERDUTI”
DIO AMA CIÒ CHE È PERDUTO
(Dietrich Bonhoeffer)
Dio non si vergogna della bassezza dell’uomo, vi entra dentro. Dio ama ciò che è perduto, ciò che non è considerato, l’insignificante, ciò che è emarginato, debole e affranto; dove gli uomini dicono “perduto”, lì egli dice “salvato”; dove gli uomini dicono “no”, lì egli dice “sì”.Dove gli uomini distolgono con indifferenza o altezzosamente il loro sguardo, lì egli posa il suo sguardo pieno di amore ardente e incomparabile. Dove gli uomini dicono “spregevole”, lì Dio esclama “beato”. Dove nella nostra vita siamo finiti in una situazione in cui possiamo solo vergognarci davanti a noi stessi e davanti a Dio, dove pensiamo che anche Dio dovrebbe adesso vergognarsi di noi, dove ci sentiamo lontani da Dio come mai nella vita, proprio lì Dio ci è vicino come mai lo era stato prima. Lì egli vuole irrompere nella nostra vita, lì ci fa sentire il suo approssimarsi, affinché comprendiamo il miracolo del suo amore, della sua vicinanza e della sua grazia.