COME RITROVARE LA GIOIA DEL VANGELO? INTERVISTA A PAPA FRANCESCO…
- Cari amici, il Signore ci ha donato un Papa che sta dando una svolta importante alla vita della Chiesa… con i suoi gesti e con le sue parole ci indica un CAMMINO NUOVO. Vogliamo seguirlo leggendo insieme la sua enciclica EVANGELII GAUDIUM… per ritrovare la GIOIA DEL VANGELO e un NUOVO stile di vita cristiana improntato a semplicità, fraternità e misericordia fra noi.
- BUONA PASQUA CON PAPA FRANCESCO.
A GESÙ RISORTO…
Aiutaci, o Signore,
a portare avanti, nel mondo e dentro di noi,
la Tua Risurrezione!
Donaci la forza di frantumare tutte le tombe,
in cui la prepotenza, l’ingiustizia, la ricchezza,
il peccato, la solitudine, la malattia, la miseria,
l’indifferenza, hanno murato gli uomini vivi.
Metti una grande speranza nel cuore degli uomini,
specialmente di chi piange.
Concedi, a chi non crede in te,
di comprendere che la Pasqua
è l’unica forza della storia perennemente eversiva.
E poi, finalmente, o Signore,
restituisci anche noi, tuoi credenti,
alla nostra condizione di uomini!
( DON TONINO BELLO )
PAPA FRANCESCO: Perché impegnarsi tanto se non cambia nulla?
- Gesù Cristo vive veramente. “Il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola » (Mc 16,20). Questo accade anche oggi. La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. È vero che a volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità sempre sboccia qualcosa di nuovo. Questa è la forza della risurrezione…La risurrezione del Signore ha già penetrato la trama nascosta di questa storia, perché Gesù non è risuscitato invano.
- Dopo tutti i nostri sforzi, cosa resta? A volte ci sembra di non aver ottenuto alcun risultato, ma la missione non è un progetto aziendale. Impariamo a riposare nella tenerezza delle braccia del Padre. Andiamo avanti, mettiamocela tutta, ma lasciamo che sia Lui a rendere fecondi i nostri sforzi.
- Bisogna fidarsi e basta… Qual è la sua esperienza? Questa fiducia nell’invisibile è come immergersi in un mare dove non sappiamo che cosa incontreremo. Io stesso l’ho sperimentato tante volte. Tuttavia non c’è maggior libertà che quella di lasciarsi portare dallo Spirito, e permettere che Egli ci illumini, ci guidi, dove Lui desidera.
DONNA, PERCHÉ PIANGI? CHI CERCHI?”
Omelia monastica anonima del 13° secolo
« Donna, perché piangi ? Chi cerchi? »
- Angeli santi, eppure voi sapete bene chi ella piange e chi cerca. Perché rendere ancor più amare le sue lacrime rinnovando il ricordo di lui? Ma Maria può dar libero corso al suo dolore e al suo pianto, poiché s’avvicina la gioia di una consolazione insperata. Si volge e vede Gesù in piedi, ma non lo riconosce.
- Scena piena di dolcezza e bontà, dove colui che è desiderato e cercato si mostra e pure si nasconde. Si nasconde per essere cercato con più ardore, trovato con più gioia, trattenuto con più tenerezza, fino ad essere introdotto, per restarvi, nella dimora dell’amore (cfr Ct 3,4). Ecco come la Sapienza si diletta sul globo terrestre, ponendo le sue delizie tra i figli dell’uomo(Pr 8,31).
- « Donna, perché piangi ? Chi cerchi? » Tu hai colui che cerchi e l’ignori? Hai la vera gioia eterna e piangi? L’hai in te colui che cerchi fuori. Veramente stai fuori in lacrime vicino a una tomba. La mia tomba è il tuo cuore; non vi sto morto, ma vi riposo, vivo per l’eternità.
- La tua anima è il mio giardino. Avevi ragione a pensare che sono giardiniere. Nuovo Adamo, coltivo il mio paradiso e lo custodisco. Le tue lacrime, il tuo amore ed il tuo desiderio sono la mia opera. Mi possiedi in te senza saperlo: ecco perché mi cerchi fuori. Sto per mostrami a te là anche per farti rientrare in te stessa così che tu possa trovare dentro colui che cerchi fuori.
OGGI SULLA TERRA C’È GRANDE SILENZIO,
- grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi.
- Certo egli va a cercare il primo padre, come la pecorella smarrita. Dio e il Figlio suo vanno a liberare dalle sofferenze Adamo ed Eva che si trovano in prigione. Il Signore entrò da loro portando le armi vittoriose della croce. Appena Adamo, il progenitore, lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse: «Sia con tutti il mio Signore». E Cristo rispondendo disse ad Adamo: «E con il tuo spirito».
- E, presolo per mano, lo scosse, dicendo: «Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà. Risorgi dai morti. Io sono la vita dei morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effige, fatta a mia immagine! RISORGI, USCIAMO DI QUI! Per te io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio. Per te io, il Signore, ho rivestito la tua natura di servo. Per te, io che sto al di sopra dei cieli, sono venuto sulla terra e al di sotto della terra. Per te uomo ho condiviso la debolezza umana, ma poi son diventato libero tra i morti.
- Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te, per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi, sopportati per rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati. Guarda le mie mani inchiodate al legno per te, che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero. Morii sulla croce e la lancia penetrò nel mio costato…
- Sorgi, allontaniamoci di qui. Il trono celeste è pronto, pronti e agli ordini sono i portatori, la sala è allestita, la mensa apparecchiata, l’eterna dimora è addobbata, i forzieri aperti. In altre parole, è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli».
VERGINE DELL’ATTESA
O Madre, tu conosci la trepidazione e la bellezza dell’attesa.
Tu hai atteso la nascita del Figlio di Dio che ha scelto te come culla del Mistero. Tu hai sentito il battito del suo Cuore umano e divino e hai atteso di vedere il suo Volto.
Tu hai atteso l’ora decisiva di Gesù e l’hai visto allontanarsi da casa per dare una Casa a tutta l’umanità.
Tu hai atteso ogni giorno: e puntualmente è giunto il giorno della Croce. Tu hai continuato ad attendere nel lungo Sabato Santo e hai visto la luce della Resurrezione.
Tu ora attendi per noi:tu sei la Madre dell’attesa!
Metti olio nelle nostre povere lampade e insegnaci ad attendere il ritorno di Gesù gioiosamente, fedelmente, tenacemente ogni giorno. “Maranà thà! Vieni, Signore Gesù!” La Chiesa ti invoca: “Vieni, Signore Gesù!”.
Con Maria ti invoca: “Vieni, Signore Gesù!”. Amen. (A. Comastri)
Riflettiamo…
I cristiani aspettano la risurrezione?
(Ignazio Silone)
Vedo dei cristiani che credono nella risurrezione e aspettano il ritorno di Cristo
con la stessa indifferenza con cui aspettano l’autobus!
-
Usciamo di qui… da dove? Verso dove?
- Quali sono le mie “malattie” più profonde?
- Ma io voglio “ guarire”?
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- VENERDI SANTO
Per radunare i popoli nel patto dell’amore,
distendi le tue braccia sul legno della croce.
PAPA FRANCESCO:
- Si tratta di imparare a scoprire Gesù nel volto degli altri… imparare a soffrire in un abbraccio con Gesù crocifisso quando subiamo aggressioni ingiuste o ingratitudini, senza stancarci mai di scegliere la fraternità che sa sopportare le molestie del vivere insieme aggrappandosi all’amore di Dio.
- Ma la gente merita così tanto? Per donarci generosamente, abbiamo bisogno di riconoscere che ogni persona è degna della nostra dedizione perché è opera di Dio, sua creatura…oggetto dell’infinita tenerezza del Signore. Gesù Cristo ha donato il suo sangue prezioso sulla croce per quella persona. Ciascuno è immensamente sacro e merita il nostro affetto e la nostra dedizione. Perciò, se riesco ad aiutare una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita.
- Meditiamo su questa… PARABOLA…
GIOVEDI SANTO
DAL VANGELO DI GIOVANNI: LA LAVANDA DEI PIEDI
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C. 13 1 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 2 Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, 3 Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4 si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. 5 Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. …
-
Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Sapete ciò che vi ho fatto? 13 Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. 14 Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. 15 Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.
- «Volete sapere qualcosa di voi e di Me? – dice il Signore –. Vi do un appuntamento: uno che è posto in basso. Che cinge un asciugamano e si china a lavare i piedi ai suoi. Chi è Dio? Il tuo lavapiedi. In ginocchio davanti a me. Le sue mani sui miei piedi. Davvero, come a Pietro, ci viene da dire: ma Tu sei tutto matto. E Lui a ribadire: sono come lo schiavo che ti aspetta, e al tuo ritorno ti lava i piedi.
- Il cristianesimo è scandalo e follia. E io, nella vita, di fronte all’uomo che atteggiamento ho? Quanto somigliante a quello del Salvatore? Sono il servitore del bisogno e della gioia di mio fratello? Sono il lavapiedi dell’uomo? Ve la immaginate una umanità dove ognuno corre ai piedi dell’altro?
- La croce è l’immagine più pura e più alta che Dio ha dato di se stesso. «Per sapere chi sia Dio devo solo inginocchiarmi ai piedi della Croce» (Karl Rahner).
QUESTO E’ IL MIO CORPO OFFERTO
IN SACRIFICIO PER VOI…
Dio è così: è bacio a chi lo tradisce.
Non spezza nessuno, spezza se stesso.
Non versa il sangue di nessuno, versa il proprio sangue.
Non chiede più sacrifici a me, sacrifica se stesso per me.
Le parole sono superflue.
Le potete accumulare nelle vostre soffitte.
Nulla da aggiungere. Non c’è che da guardare.
Dio si è schierato dalla parte dell’uomo:
il Figlio suo non l’ha risparmiato;
il suo Unico lo ha abbandonato perché noi fossimo liberati.
Lo capite?
Più nulla può separarci dal suo amore.
Nonostante l’angoscia e il dubbio.
Nonostante l’assenza e l’attesa,
voi sapete da quale parte lo troverete.
Allora amici miei fratelli, siate sicuri:
sono gli atti che rivelano il cuore.
E gli atti di Dio oramai li conoscete.
- Pregare è dispiegare l’affresco delle meravigliose opere di Dio
e attraverso di esse indovinare chi egli è.
E andare alla scoperta di Dio. (C. Singer)
- Chi è infatti Cristo? Egli non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, se non avesse preso da noi una carne mortale. In tal modo egli immortale poté morire, volendo dare la vita per i mortali. Rese partecipi della sua vita quelli di cui aveva condiviso la morte. Donde lo stupefacente scambio: fece sua la nostra morte e nostra la sua vita. Dunque non vergogna, ma fiducia sconfinata e vanto immenso nella morte del Cristo.
- Confessiamo perciò, o fratelli, senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo, non già con timore, ma con gioia, non con rossore, ma con fierezza.
- L’apostolo Paolo lo comprese bene e lo fece valere come titolo di gloria. Poteva gloriarsi richiamando le eccelse prerogative del Cristo, presentandolo quale creatore del mondo in quanto Dio con il Padre, e quale padrone del mondo in quanto uomo simile a noi. Tuttavia non disse altro che questo:
- «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 6, 14).
La settimana santa
- LUNEDÌ SANTO: orto degli ulivi
Gesù non sei solo nell’orto degli ulivi della storia; quanti calici ricolmi, stanno sudando sangue con te i martiri moderni, i senza voce, i migranti, i poveri, i bimbi affamati e le donne umiliate. - MARTEDÌ SANTO: il processo dei processi
Il mondo è un grande scenario dove si consumano i processi più assurdi. Molti puntano il dito per condannare. Cristo non ha mai condannato, ha sempre recuperato chi era perduto. - MERCOLEDÌ SANTO: lavarsi le mani
Troppi si lavano le mani per paura, per non sporcarsi, per non compromettersi, perché è comodo. Le mani sembrano pulite, ma ti rimane il rimpianto di non aver messo il tuo granello, il tuo mattone, e ti rode il rimorso dentro. - GIOVEDÌ SANTO: lavare i piedi
Il tuo sacrificio, la tua Messa, la tua offerta al Padre hai voluto arricchirla con un gesto inedito di servizio al fratello e di carità profonda. Nessuno l’aveva fatto prima. È il tuo testamento: solo lavando i piedi ai fratelli saremo testimoni del tuo amore. - VENERDÌ SANTO: Dio muore nasce l’uomo
Dalla tua morte, è rinato l’uomo nuovo della speranza e dello spirito, l’uomo della resurrezione. - SABATO SANTO: il grande silenzio
Abbiamo bisogno di fare silenzio, trovare un po’ di deserto nel nostro giorno, silenzio degli occhi, silenzio di parole, sottrarsi dal frastuono per contemplare il mistero. Scopriremo il miracolo di un Dio che fa risorgere dalle macerie. - DOMENICA DI PASQUA: il trionfo della vita
Tutto tende a te, tutti guardano a te con speranza, giorno senza tramonto, giorno della vita. Dalla prima pasqua parte un’onda positiva che travolge e contagia di eternità l’esistenza. Sei il perno della storia, dell’avventura di un Dio che si è giocato tutto credendo nell’uomo. (P. Gianni Fanzolato)
Che cosa significa rendersi partecipi della Pasqua di Cristo.
Risponde San Gregorio Nazianzeno:
- Sacrifichiamo non giovenchi, né agnelli, con corna e unghie… Offriamo a Dio un sacrificio di lode sull’altare celeste insieme ai cori degli angeli. Offriamo ogni giorno a Dio noi stessi e tutte le nostre attività.
- Con le nostre sofferenze imitiamo le sofferenze, cioè la passione di Cristo. Con il nostro sangue onoriamo il sangue di Cristo. Saliamo anche noi di buon animo sulla sua croce. Dolci sono infatti i suoi chiodi, benché duri. Siamo pronti a patire con Cristo e per Cristo, piuttosto che desiderare le allegre compagnie mondane.
- Se sei Simone di Cirene prendi la croce e segui Cristo.
- Se sei il ladro … fa’ come il buon ladrone e riconosci onestamente Dio, che ti aspettava alla prova. Egli fu annoverato tra i malfattori per te e per il tuo peccato, e tu diventa giusto per lui. Adora colui che è stato crocifisso per te.
- Se sei Giuseppe d’Arimatèa, richiedi il corpo a colui che lo ha crocifisso, assumi cioè quel corpo e rendi tua propria, così, l’espiazione del mondo.
- Se sei Nicodemo, il notturno adoratore di Dio, seppellisci il suo corpo e ungilo con gli unguenti di rito, cioè circondalo del tuo culto e della tua adorazione.
- E se tu sei una delle Marie, spargi al mattino le tue lacrime. Fa’ di vedere per prima la pietra rovesciata, va’ incontro agli angeli, anzi allo stesso Gesù.
- Ecco che cosa significa rendersi partecipi della Pasqua di Cristo.
“Colui che ama vede ciò che gli altri non vedono”
Papa Francesco
- Signore, viene l’ora in cui lasciarsi guardare da Te, come nel silenzio di una chiesa. Mi trovi prima di ogni mia decisione o distrazione. Senza quasi pensare, mi fermo dentro al Tuo sguardo…
- Tu solo scopri il mio volto originale, nel segreto. La Tua gioia continua a vedere in me la neonata prematura che doveva sopravvivere e incontrare la sua storia in questo mondo.
- La Tua pietà, invece, vede la mia fragilità segnata, un giorno, dalla morte. Fra la Tua gioia e la Tua pietà sta tutta la mia vita, a volte docile e distesa nel Tuo sguardo come in abbraccio, altre volte oltraggiosa nella presunzione di potermi voltare da Te.
- Intanto Tu non ti rassegni e non ti volti mai, commosso di tenerezza e di tristezza. In questa gioia triste convivono i fiori e le foglie morte. Fa’ che non mi sfugga la trama che unisce il mio punto al Tuo.
- Signore, viene l’ora in cui lasciarsi guardare da Te …E in quell’ora viene la Tua Pasqua. (Is.)
LA FORZA EVANGELIZZATRICE DELLA PIETÀ POPOLARE
- Belle parole o un’esperienza? Il tuo cuore sa che la vita non è la stessa senza di Lui, dunque quello che hai scoperto, che ti aiuta a vivere e che ti dà speranza, quello è ciò che devi comunicare agli altri. La nostra imperfezione non dev’essere una scusa; la missione è uno stimolo costante per non adagiarsi nella mediocrità e per continuare a crescere. « Non ho raggiunto la mèta, non sono arrivato alla perfezione; ma mi sforzo di correre per conquistarla.corro verso la mèta » (Fil 3,12-13).
-
Come leggere certi semplici gesti di devozione? Penso alla fede salda di quelle madri ai piedi del letto del figlio malato che si afferrano ad un rosario o a tanta carica di speranza diffusa con una candela che si accende in un’umile dimora per chiedere aiuto a Maria, o in quegli sguardi di amore profondo a Cristo crocifisso. Le espressioni della pietà popolare hanno molto da insegnarci e, per chi è in grado di leggerle, sono un luogo teologico a cui dobbiamo prestare attenzione.
- Quale predicazione possiamo fare tutti? È la predicazione informale che si può realizzare durante una conversazione…nella via, nella piazza, al lavoro, in una strada. Consiste in un dialogo personale, in cui l’altra persona si esprime e condivide le sue gioie, le preoccupazioni per i suoi cari e tante cose che riempiono il suo cuore. Solo dopo è possibile presentare la Parola, ricordando l’annuncio fondamentale: l’amore personale di Dio che si è fatto uomo, ha dato sé stesso per noi e offre la sua salvezza e la sua amicizia. Se sembra prudente, è bene che questo incontro fraterno si concluda con una breve preghiera, che si colleghi alle preoccupazioni che la persona ha manifestato. Così, essa sentirà di essere stata ascoltata e che la sua situazione è stata posta nelle mani di Dio. +++++++++++++++++++++++++++++++++
ANCHE NOI RISCHIAMO DI… AMMALARCI?
VERIFICHIAMO LA NOSTRA “SALUTE” SPIRITUALE
- Anche gli operatori pastorali rischiano di…ammalarsi? Come figli di questa epoca, tutti siamo sotto l’influsso della cultura attuale, che, pur presentandoci valori e nuove possibilità, può anche condizionarci e persino farci ammalare.
- Che cosa fa male al Papa? Mi fa tanto male riscontrare come in alcune comunità cristiane, si dia spazio a diverse forme di divisione, calunnia, gelosia, fino a persecuzioni che sembrano una implacabile caccia alle streghe. Chi vogliamo evangelizzare con questi comportamenti?
- E quando siamo arrabbiati con qualcuno? Diciamo almeno al Signore: “Signore, sono arrabbiato con questo, con quella. Ti prego per lui e per lei”. Pregare per la persona con cui siamo irritati è un bel passo verso l’amore, ed è un atto di evangelizzazione. Facciamolo oggi! Non lasciamoci rubare l’amore fraterno
- Cristiani-mummie: una minaccia reale? Si sviluppa la psicologia della tomba, che trasforma i cristiani in mummie da museo. Delusi dalla Chiesa, vivono la costante tentazione di attaccarsi a una tristezza dolciastra, senza speranza, che si impadronisce del cuore. Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione!
- Nel deserto possiamo essere persone-anfore. Come? « Nel deserto si torna a scoprire il valore di ciò che è essenziale per vivere; Nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, indichino la via verso la Terra promessa e così tengono viva la speranza In ogni caso, in quelle circostanze siamo chiamati ad essere persone-anfore per dare da bere agli altri. Non lasciamoci rubare la speranza!
- Per questo desidero una Chiesa povera per i poveri. Essi hanno molto da insegnarci. Siamo chiamati a scoprire Cristo in loro, ma anche ad essere loro amici, ad ascoltarli, a comprenderli. Soltanto questo renderà possibile che « i poveri si sentano, in ogni comunità cristiana, come “a casa loro”.
- E chi pensa a dare loro…Dio? La maggioranza dei poveri possiede una speciale apertura alla fede; hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrire loro la sua amicizia, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita
- DON ORIONE: Il Signore mi ha portato su questa terra lontana, perché testimoniassi la Fede. Sostenuto dalla grazia del Signore, ho cercato di evangelizzare i poveri …Confesso che avrei dovuto fare molto di più. Ho evangelizzato i piccoli, gli umili, il popolo. Nel nome della Divina Provvidenza, ho aperto le braccia e il cuore a sani e ad ammalati, di ogni età, di ogni religione, di ogni nazionalità: a tutti avrei voluto dare, col pane del corpo, il divino balsamo della Fede, ma specialmente ai nostri fratelli più sofferenti e abbandonati. Tante volte ho sentito Gesù Cristo vicino a me, tante volte l’ho come intravisto, Gesù, nei più reietti e più infelici. Non basta pensare a dare ai poveri il pane materiale; prima del pane materiale dobbiamo pensare a dare loro il pane eterno di vita, che è l’Eucaristia. La miglior carità che si può fare ad un’anima è di darle Gesù! E la più dolce consolazione che possiamo dare a Gesù è dargli il possesso di un’anima. (Let I, n. 44)
- E Gesù resta da solo con la donna, come un confessore, dicendole: “Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata? Dove sono? Siamo soli, tu ed io. Tu davanti a Dio, senza le accuse, senza le chiacchiere. Tu e Dio! Nessuno ti ha condannata?”.
- La donna risponde: “Nessuno, Signore!”, ma non dice: “E’ stata una falsa accusa! Io non ho fatto adulterio!”, “riconosce il suo peccato”. E Gesù afferma: “Neanche io ti condanno! Va’, va’ e d’ora in poi non peccare più, per non passare tanta vergogna; per non offendere Dio”. “Gesù perdona! Ma qui è qualcosa di più del perdono”:
- “Gesù passa la legge e va oltre. Non le dice: ‘Non è peccato l’adulterio!’. Ma non la condanna con la legge. Questo è il mistero della misericordia di Gesù”. La misericordia è il modo come perdona Dio. Qui dice: ‘Vai in pace!’. Gesù va oltre. Le consiglia di non peccare più. Qui si vede l’atteggiamento misericordioso di Gesù: difende il peccatore dai suoi nemici; difende il peccatore da una condanna giusta.
- “La misericordia va oltre e fa la vita di una persona di tal modo che il peccato sia messo da parte. E’ come il cielo”: “Noi guardiamo il cielo, tante stelle, tante stelle; ma quando viene il sole, al mattino, con tanta luce, le stelle non si vedono. E così è la misericordia di Dio: una grande luce di amore, di tenerezza. Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza, carezzando le nostre ferite del peccato. Perché Lui è coinvolto nel perdono, è coinvolto nella nostra salvezza.
- E così Gesù fa il confessore: non la umilia, non le dice ‘Cosa hai fatto, dimmi! E quando lo ha fatto? E come lo hai fatto? E con chi lo hai fatto?’. No! ‘Va’, va’ e d’ora in poi non peccare più!’. E’ grande la misericordia di Dio, è grande la misericordia di Gesù. Perdonarci, carezzandoci!”.
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- Un’altra esortazione apostolica… a che scopo? La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. In questa Esortazione desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani, per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni.
- Quale rischio sta correndo il mondo attuale? Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Anche i credenti corrono questo rischio…
- Come ritrovare motivi di speranza e di gioia? Recuperiamo e accresciamo il fervore, « la dolce e confortante gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime… Se qualcuno ha accolto questo amore che gli ridona il senso della vita, come può contenere il desiderio di comunicarlo agli altri?
- In questa “nuova tappa evangelizzatrice”, il Papa fa tutto da solo? Non è opportuno che il Papa sostituisca gli Episcopati locali… In questo senso, avverto la necessità di procedere in una salutare “decentralizzazione”. Qui ho scelto di proporre alcune linee che possano incoraggiare e orientare in tutta la Chiesa una nuova tappa evangelizzatrice.
- 7A. PROPOSTE VILLA S. BIAGIO
7 – 8 – 9 APRILE : ore 21
PRESSO IL DON ORIONE , VIA 4 NOVEMBRE,47
ESERCIZI SPIRITUALI SERALI
FACCIAMO PASQUA CON… PAPA FRANCESCO
RIFLETTENDO INSIEME SULLA GIOIA DEL VANGELO
(EVANGELII GAUDIUM)
20: DOMENICA DI PASQUA: Messa ore 10.30
21: LUNEDÌ DELL’ANGELO: Messa ore 10.30
CORSI BIBLICI ED ESERCIZI SPIRITUALI
In ascolto di S. Paolo – Don Orione e Papa Francesco
v 1 – 4 MAGGIO: Come fa un padre con i suoi figli (1Ts 2) EDUCARCI PER EDUCARE.
v 9 – 11 MAGGIO: Tempra e Cuore: Il “Bagaglio” per la vita RITIRO DI PRIMAVERA PER GIOVANI
v 26 – 31 MAGGIO: L’anima mia ha sete di Dio PREGHIAMO CON I SALMI, come faceva Gesù
v 9 – 14 GIUGNO: Abbiamo un tesoro in vasi di creta…LECTIO DIVINA 2CORINZI
v 30 GIUGNO – 5 LUGLIO: Abbattiamo i muri, costruiamo ponti. LECTIO DIVINA CON LA LETTERA AGLI EFESINI.
v 17 – 20 AGOSTO 2014: Giovani, corriamo con la forza del SUO Pane. ESERCIZI SPIRITUALI GIOVANI – LETTERA AI FILIPPESI
Info: tel. 0721.823.175 d.alesiani@virgilio.it – www.donvincenzoalesiani.it
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FRANCESCO
Ti amo
Ma che significa amare?
Sacrificarmi per te
Donarmi per te
Dare la mia vita per te
Ti amo
troppo poco
mio Signore.
Grazie per queste parole di P. Gianni Fanzolato sui giorni della Settimana Santa : SONO STRADA perchè OGNI GIORNO ci aiutano a capire che la SETTIMANA SANTA CI CHIAMA , ANCHE , IN PRIMA PERSONA , anche se nei nostri limiti , nei nostri sbagli , in quello che siamo e quello che vorremmo essere …in quello che “proviamo “ad essere .
Mi aiutano a fermarmi sul valore della sofferenza che avvicina a LUI .
Mi aiutano a pregare sui ” processi ” che a livello lavorativo o familiare ci troviamo a dover sostenere e nei quali , forse , nemmeno “puntiamo il dito ” ma , poi…ci lasciamo vincere dalla NON Speranza di recuperare l’altro .
E OGGI queste parole .. sono specchio anche mio quando sono nella tentazione del “lavarmi le mani ” per non sporcarmi …perchè è comodo o semplicemente perchè ho Paura e ho voglia di scappare dall’affrontare..
Eppure anche qui a vincere è il ” poi ” , il ” dopo ” perchè è vero che , nel nostro io più profondo stiamo meglio quando le mani NON ce le laviamo PERCHE’ COERENTI CON NOI STESSI E CON LUI … perchè anche se questo ci obbliga a guardare anche quelle cicatrici e difetti che le nostre mani hanno e certe dita storte che ci ritroviamo…sono la perseveranza e la coerenza che ci regaleranno la Pace dentro .
Cari amici, eccovi un raccontino che ci narravano quando ero fanciullo… può farci bene.
La scelta del pittore
(Bruno Ferrero, Il canto del grillo)
Il grande Leonardo da Vinci aveva accettato di affrescare il refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano con un grande disegno che rappresentava l’Ultima Cena di Gesù con gli apostoli. Voleva fare di quell’affresco un capolavoro e per¬ciò lavorava con calma e attenzione. Nonostante l’im¬pazienza dei frati del convento il disegno progrediva molto lentamente. Per il volto di Gesù, Leonardo aveva cercato per mesi un modello che avesse tutti i requisiti necessa¬ri: un volto che esprimesse forza e dolcezza, spiri¬tualità e intensità luminosa.
Finalmente lo trovò e diede a Gesù il volto di Agnello, un giovane franco e pulito che aveva incon¬trato per la strada.
Un anno dopo, Leonardo cominciò a girare nei quartieri malfamati di Milano e nelle bettole più equi¬voche e losche. Aveva bisogno di trovare il volto di Giuda, l’apostolo traditore. Cercava un volto che esprimesse inquietudine e delusione, il volto di un uomo disposto a tradire il migliore amico. Dopo notti e notti in mezzo a farabutti di ogni specie, Leonardo trovò l’uomo che voleva per il suo Giuda.
Lo portò nel convento e si accinse a ritrarlo. In quel momento vide negli occhi dell’uomo brillare una lacrima.
Leonardo.
«Perché?», gli disse fissando quel volto torvo.
«Io sono Agnello», mormorò l’uomo. «Lo stesso che le è servito da modello per il volto di Cristo».
Ai lati della strada vidi un vecchio pieno di rughe.
Nessuno si fermava, a parte pochi di buon cuore che non si contentavano di lasciare una moneta ma…gli donavano un SORRISO SINCERO e una sola parola appena accennata per non umiliarlo allo sguardo dei passanti.
Molti storcevano la bocca.
Qualcuno mormorava: “Anche oggi, la solita storia, basta!”.
Altri ancora borbottavano: “Che puzza, riempiono le strade! Ad ogni angolo se ne trovano tanti, e noi paghiamo le tasse!
Gesù, nessuno tra noi SI ACCORGE che dietro quella puzza, oltre le apparenze delle scene ordinarie CI SEI TU, TRAVESTITO DA “CIALTRONE”, che domandi SOLTANTO uno SGUARDO AMOREVOLE.
PERDONACI. Donaci cuore.
” IL TUO CUORE SA CHE LA VITA NON E’ LA STESSA SENZA DI LUI ”
Il tuo cuore sa che qualunque sia l’interrogativo , qualunque sia la salita da affrontare o il tratto di strada da vivere… il tuo cuore sa che CON LUI l’ ultima parola ( la più importante ) è : ” SPERANZA ” ..l’ ultima parola è quel ” OLTRE …oltre quella SUA CROCE v i s s u t a da LUI PER noi ” .
Il tuo cuore sa , perchè lo ha già sperimentato , che solo IN LUI e CON LUI puoi scrivere con la Maiuscola parole come Forza , Consolazione , Pace , Perseveranza …
La tenerezza di Gesù è vita nuova. Anche io l’ho incontrato cosi, nella tenerezza, non mi ha fatto un interrogatorio, non mi ha fatto l’elenco dei miei peccati, non si è scandalizzato di me. Si è messo al mio fianco e mi ha fatto camminare, prendere coscenza di me, anche io ho sentito quel : Non peccare più! che è una liberazione-impegno. Che vuol dire guardare al peccato dell’altro con la stessa pazienza che ho sentito su di me, aspettare che il tempo faccia crescere le coscenze. Gesù è le Viscere di Misericordia di Dio, oh se sperimentassimo davvero fin dove arriva questo amore, se davvero ci lasciassimo avvolgere-sconvolgere da questa tenerezza, davvero il peccato sarebbe morto.
…Stamattina a Messa quel “colui CHE TU AMI è malato” = siamo malati ma AMATI = questa NON è gioia MA CONSOLAZIONE Sì ! NON è assenza di lacrime MA CAREZZA CHE LE ASCIUGA Sì , lo è !
NON è grano nato, ma quel BUIO E FREDDO DELLA TERRA CHE PARTORIRA’ QUEL GRANO , sì!
Sono QUEI SEMI GRANO che danno senso ..e penso a tante quotidianità che sono fatiche ma che possono diventare come SEME che NON marcisce nella terra ma che ..partorisce !
Quante fatiche…Ci sono RELAZIONI , ci sono SBAGLI che segnano la vita intera , ci sono rapporti e tentativi di “AMARE COMUNQUE ” che ti continueranno a bastonare perchè continueranno a ripeterti la tua impotenza MA TI GUIDANO ANCHE alla perseveranza , al perdono , alla pazienza , alla preghiera…Se c’è il grano è perchè il seme ha visto il buio e il freddo …
…ah dimenticavo, caro Sirio:
anche a me il nome “Siria” lo hanno affibbiato come soprannome(come a te), infatti il mio vero nome sarebbe Ester, ma preferisco tenermi il soprannome!!
Caro Sirio,
dopo avere letto ATTENTAMENTE il tuo scritto sul sito il 2 aprile, ho aspettato il GIUSTO MOMENTO per risponderti; ci “conosciamo bene”, tu ed io abbiamo MOLTE COSE IN COMUNE, strane “coincidenze”:
– porto il tuo STESSO NOME al femminile, mi chiamo Siria.
– fai la SINTESI di una VITA VISSUTA DENTRO IL DOLORE, e…GUARDATA come SEGNO CERTO di Gesù ACCANTO(IN CROCE)!
– anche io sono una vecchia che vive una vita molto semplice in una casetta in mezzo alle montagne, lontana dalla città e possiedo davvero poche cose, tra queste un computer, proprio come te, però… a differenza di te, NON vivo sola ma con COLUI… CHE AMO DA QUANDO AVEVO APPENA COMPIUTO 20 ANNI, ossia DA…SEMPRE!!
Ti faccio una confidenza che mi LACERA l’ANIMA: sono MOLTO MALATA, con la bocca non posso ESPRIMERE ALCUNA FRASE tra quelle che AVEVO URGENZA DI DIRGLI;
a impedirmelo è LA MIA MALATTIA, NON PARLO. posso però ancora scrivere al computer (anche tu dici di possederne uno);
lì POSSO DARE VOCE alla mia AFONIA!
Gesù, GRAZIE DELLA PERSONA CHE AMO…e che MI STARA’ ACCANTO…NEL MOMENTO DELLA MIA MORTE/VITA!
Mi risuona nella mente e interpella questo “RI-TUFFARCI” nel battesimo,
scegliendo di RINNOVARE la VITA IN NOI,
QUELLA VERA che buca l’abisso delle TENEBRE,
e da ADESSO in avanti ci restituisce l’ETERNITA’ SENZA TRAMONTO;
x non essere “pesci fuor d’acqua”,
ciechi che si dimenano invano prima di morire affogati IRRIMEDIABILMENTE, DEFINITIVAMENTE nelle SABBIE MOBILI di una “vita priva di… Vita”!
Il BATTESIMO non è un semplice atto formale della Chiesa per dare il nome al bambino, ma col BATTESIMO VENIAMO IMMERSI NEL PIU’ GRANDE ATTO D’AMORE…
Tutto questo ce lo ha ricordato Papa Francesco e ci è stato riproposto nel sito.
A me colpì tanto il tweet del Papa del 17 dicembre in cui affermava: “L’Amore di Dio non è generico. Dio posa il suo sguardo d’amore su ogni uomo e ogni donna, con NOME E COGNOME:”
Per me,per noi, è già fatica ricordare i nomi delle persone che conosciamo; a volte ci sfuggono anche i nomi degli amici!
Dio, invece, ci ama così: in maniera INDIVIDUALE, UNICA…e ci conosce talmente bene da chiamarci con nome e cognome.
Come non piangere di gioia dinanzi ad un’amore così grande! Del resto, se ha sacrificato la vita del Suo UNICO FIGLIO per amore nostro, il Suo Amore non poteva essere diverso….
Carissimo D.Vincenzo,
sto seguendo in tv l’udienza del Papa che oggi ha iniziato la catechesi sui Sacramenti. Ho visto che procedi di pari passo anche nel sito. BELLO!!!!!!!!!!!!!
Ha chiesto ai presenti in piazza se conoscevano il giorno del loro battesimo. Le risposte positive sono state poche e lui ha dato il …compito a casa: “informatevi, tornando a casa, in che giorno avete ricevuto il Battesimo”.
Io lo conosco bene il giorno del mio battesimo e penso di essere stata tanto fortunata a tal punto da portarne il nome.
Il nome che la mia mamma indicò per me è quello A. Maria Assunta perchè fui battezzata proprio il giorno in cui fu approvato e confermato dalla chiesa il dogma dellAssunzione:1 novembre 1950.
Il mio nome lo porto con gioia e -se prendo le iniziali AMA – diventa un grande impegno di vita. Vero? Un abbraccio filiale
a.m.a
Cari amici, ancora una bella pagina di un autore cristiano dei primi secoli…merita di essere meditata.
Gesù venne da Giovanni e ricevette da lui il battesimo. Oh fatto che riempie di stupore! IL FIUME INFINITO, che rallegra la città di Dio, viene bagnato da poche gocce di acqua. LA SORGENTE INCONTENIBILE, da cui sgorga la vita per tutti gli uomini ed è perenne, si immerge IN UN FILO D’ACQUA SCARSA E FUGACE.
Colui che è dappertutto e non manca in nessun luogo, colui che gli angeli non possono comprendere e gli uomini non possono vedere, si accosta a ricevere il battesimo di spontanea volontà. Ed ecco, gli si aprono i cieli e risuona una voce che dice: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto» (Mt 3, 17).
«QUESTI È IL MIO FIGLIO PREDILETTO»: prova la fame, egli che nutre un numero infinito di creature; è affranto dalla stanchezza, egli che ristora gli affaticati; non ha dove posare il capo, egli che tutto sostiene nelle sue mani; soffre, egli che guarisce ogni sofferenza; è schiaffeggiato, egli che dona al mondo la libertà; è ferito al costato, egli che ripara il costato di Adamo.
Ma, vi prego, prestatemi molta attenzione: voglio ritornare alla fonte della vita e contemplare la sorgente di ogni rimedio. Il Padre dell’immortalità inviò nel mondo il Figlio e Verbo immortale, che venne tra gli uomini per lavarli nell’acqua e nello Spirito, e, per rigenerarci nell’anima e nel corpo alla vita eterna, insufflò in noi lo Spirito di vita e ci rivestì di un’armatura incorruttibile. Perciò io proclamo come un araldo: Venite, tribù e popoli tutti, all’immortalità del battesimo. Questa è l’acqua associata allo Spirito Santo per mezzo del quale è irrigato il paradiso, la terra diventa feconda, le piante crescono, ogni essere animato genera vita; e per esprimere tutto in poche parole, è l’acqua mediante la quale riceve vita l’uomo rigenerato, con la quale Cristo fu battezzato, nella quale discese lo Spirito Santo in forma di colomba.
Chi scende con fede in questo lavacro di rigenerazione, rinunzia al diavolo e si schiera con Cristo, rinnega il nemico e riconosce che Cristo è Dio, si spoglia della schiavitù e si riveste dell’adozione filiale, ritorna dal battesimo splendido come il sole ed emettendo raggi di giustizia; ma, e ciò costituisce la realtà più grande, ritorna figlio di Dio e coerede di Cristo.
A lui la gloria e la potenza insieme allo Spirito santissimo, benefico e vivificante, ora e sempre, per tutti i secoli. Amen.