– FESTA DEL CORPUS DOMINI – RISCOPRIAMO IL “TESORO” DELL’EUCARISTIA
- Cari amici, Siamo ormai a Giugno. Il mese del Corpus Domini, dell’Eucaristia, della Messa, della Domenica. Realtà grandi della nostra fede. Da riscoprire come veri TESORI… da salvare a tutti i costi nella nostra vita personale per non essere sopraffatti dalle fatiche del vivere… E anche da “difendere” come valori di rilevanza sociale. LA DOMENICA in particolare: come fare? che ne pensi ? Parliamone… Fraternamente Dv
VENITE ADORIAMO…
Questa è la festa solenne nella quale celebriamo
la prima sacra cena.
Cristo lascia in sua memoria ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.
Ecco il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.
Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi: nùtrici e difendici, portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.
Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo,
nella gioia dei tuoi santi.
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Signore Gesù, fammi comprendere che essere cristiani è credere in Qualcuno,
e che quel Qualcuno sei tu. Qualcuno che per me conta,
Fammi capire che il mio rapporto con te deve coinvolgere tutta la mia esistenza,
deve afferrare tutto il mio cuore, deve legarmi a te con un amore grande e sincero,
poiché tu sei al centro dei miei pensieri, dei miei progetti, del mio agire.
Fammi comprendere che la gioia di un incontro dipende dal posto
che l’altro occupa nella vita.
Signore, tu solo mi basti, tu sei la mia vita, tu sei il mio tutto.
Sii tu sempre l’ospite d’onore nel mio cuore, così che i nostri incontri eucaristici
diventino meravigliosi colloqui, a tu per tu, tra amici veri.
Così sia, o Signore, così sia, ora e sempre
PANE DEL CIELO, SEI TU GESU, VIA D’AMORE, TU CI FAI COME TE.
NO, NON E’ RIMASTA FREDDA LA TERRA:
TU SEI RIMASTO CON NOI, PANE DI VITA;
ED INFIAMMARE COL TUO AMORE TUTTA L’UMANITA’.
1. Promessa dell’Eucarestia: Gv 6: Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.
2. Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo? Queste cose disse Gesù, insegnando nella sinagoga a Cafarnao. Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: “Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?”. Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: “Questo vi scandalizza? Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.
3. La “confessione” di Pietro: Disse allora Gesù ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Gli rispose Simon Pietro: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio”.
4. Istituzione dell’Eucarestia: Lc 22,14ss – Quando fu l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho desiderato ardentemente di mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione, poiché vi dico: non la mangerò più, finché essa non si compia nel regno di Dio”. E preso un calice, rese grazie e disse: “Prendetelo e distribuitelo tra voi, poiché vi dico: da questo momento non berrò più del frutto della vite, finché non venga il regno di Dio”. Poi, preso un pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: “Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me”. Allo stesso modo dopo aver cenato, prese il calice dicendo: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue, che viene versato per voi”.
5. Chi é il più grande? Lc 22.24ss – Sorse anche una discussione, chi di loro poteva esser considerato il più grande. Egli disse: “I re delle nazioni le governano, e coloro che hanno il potere su di esse si fanno chiamare benefattori. Per voi però non sia così; ma chi è il più grande tra voi diventi come il più piccolo e chi governa come colui che serve. Infatti chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve.
6. Emmaus la…PRIMA MESSA. Lc 24 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: “Resta con noi perché si fa sera e il giorno gia volge al declino”. Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l’un l’altro: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?”. E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: “Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. 35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
DON ORIONE, COME RITROVAVA LA PACE E LA FORZA?
- Ti amo, o Gesù mio, Ti amo e Ti amo !… A Te, che vegli, apro il mio cuore, con Te esamino le occupazioni della giornata: a Te espongo pensieri ed affetti; ascolto la voce Tua, studio il Tuo volere, mentre Ti guardo e Ti amo, Ti amo e Ti amo !
- Oggi ero molto afflitto, o mio Dio, e mi pareva proprio di non potere più tirare avanti, – adesso invece i dolori non mi turbano più, e sono contento di patire. O Signore, amore soavissimo e vita mia, fa che da ogni ferita di spina, che mi trafigge l’anima, esca la gran voce del mio amore: Ti amo, o Gesù mio, Ti amo e Ti amo !
- E anche Tu mi ami; oh se mi ami ! Dimmi una parola, o Signore, che mi additi il sentiero nel quale Tu vuoi che io cammini; illuminami, o Signore, con un raggio di Tua luce divina, che le tenebre si addensano intorno a me: ed io Ti risponderò che Ti amo, Ti amo e Ti amo ! Scr. 92.
- S. ALFONSO MARIA DE’ LIGUORI- “Il Figlio dell’uomo è venuto per dare la propria vita”
Il Signore eterno ha voluto presentarsi a noi prima come un bambinello in una stalla, poi come un semplice operaio in una falegnameria, più tardi come un criminale che muore su un patibolo, infine come pane su un altare. Diversi aspetti, voluti da Gesù per un solo scopo: mostrare l’amore che ha per noi. Oh Signore, cosa puoi inventare d’altro per farti amare da noi ?
Anime riscattate, fate conoscere ovunque le opere d’amore di questo Dio pieno d’amore. Le ha pensate e realizzate per farsi amare da tutti, lui che, dopo averli colmati di benefici, si è donato lui stesso, e in molti modi! “Sei malato o ferito, vuoi guarire? Gesù è medico: ti guarisce col suo sangue. Sei bruciante di febbre? E’ la
sorgente rinfrescante. Sei tormentato da passioni e turbamenti di questo mondo? E’ la sorgente delle consolazioni spirituali e del vero conforto. Hai paura della morte? Lui è la vita. Aspiri al cielo? Lui è la via (Gv
14,6)”: così dice Sant’Ambrogio. Gesù Cristo non si è solo donato a tutti gli uomini in generale; vuole donarsi ad ognuno in particolare. Ecco perché San Paolo dice: “Mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal
2,20). E San Giovanni Crisostomo afferma che “Dio ama ognuno quanto tutta l’umanità”. Di conseguenza, mio caro fratello, se tu fossi stato l’unico al mondo, il divino Redentore sarebbe venuto, avrebbe dato il suo sangue e
la sua vita solo per te.
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FATE QUESTO IN MEMORIA DI ME
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Nelle burrasche della vita (ATTI 27) … Finché non spuntò il giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo: “Oggi è il quattordicesimo giorno che passate digiuni nell’attesa, senza prender nulla. Per questo vi esorto a prender cibo; è necessario per la vostra salvezza. Neanche un capello del vostro capo andrà perduto”. Ciò detto, prese il pane, rese grazie a Dio davanti a tutti, lo spezzò e cominciò a mangiare. Tutti si sentirono rianimati, e anch’essi presero cibo. Eravamo complessivamente sulla nave duecentosettantasei persone. Quando si furono rifocillati, alleggerirono la nave, gettando il frumento in mare.
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E NELLE FESTE DELLA VITA…
Adoriamo il Sacramento che Dio Padre ci donò.
Nuovo patto, nuovo rito nella fede si compì.
Al mistero è fondamento la Parola di Gesù
Gloria al Padre Onnipotente, gloria al Figlio Redentor;
lode grande, sommo onore all’Eterna Carità.
Gloria immensa, eterno amore alla Santa Trinità.
Amen
DIVENTARE EUCARESTIA
– PRESE IL PANE … prendimi di nuovo, Signore
– LO BENEDISSE… riconsacrami, Signore
LO SPEZZO’ …spezzami ancora, Signore
– LO DIEDE… donami ai fratelli, Signore
IL COMPAGNO DELL’UTIMO VIAGGIO (F. Mauriac)
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“Voglia il Signore concederci la grazia di non morire senza il Viatico, di entrare nel mistero della morte col solo Amico che possa con noi oltrepassare la soglia! Che ci sia data la grazia di ritrovare al di là delle tenebre, Colui che si abbassa fino a un ire la sua carne e la sua divinità a un corpo già quasi corrotto e per tre quarti distrutto. ch’egli senta il nostro impercettibile singhiozzo, l’ultimo, quello che nessun orecchio al mondo potrà mai raccogliere; che egli riceva sulla sua faccia adorabile l’ultimo respiro e così addormentati in Cristo, seppelliti nell’Eucarestia, possiamo risvegliarci ai piedi di Cristo re, vincitore del mondo; e che Egli sia benedetto per l’immensa speranza nostra di non morire soli.” Da “Giovedì Santo”(p.61)
I SANTI DAVANTI ALL’EUCARESTIA …
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1. SANTO CURATO D’ARS : TI AMO, MIO DIO, e il mio desiderio è di amarti fino all’ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio, infinitamente amabile e preferisco morire amandoti, piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. TI AMO, SIGNORE, e l’unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. TI AMO, MIO DIO, e desidero il Cielo soltanto per avere la felicità di amarti perfettamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dire ogni istante: “Ti amo” voglio che il mio cuore te lo ripeta ogni volta che respiro. TI AMO, MIO DIVINO SALVATORE, perché sei stato crocifisso per me e mi tieni quaggiù crocifisso con te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo.
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2. S. LUIGI ORIONE : Vorrei farmi cibo spirituale per i miei fratelli che hanno fame e sete di verità e di Dio; vorrei dare la luce di Dio ai ciechi, aprire i cuori alle innumerevoli miserie umane e farmi servo dei servi distribuendo la mia vita ai più indigenti e derelitti. Amare sempre e dare la vita cantando l’Amore! Seminare la carità lungo ogni sentiero; seminare Dio in tutti i modi, in tutti i solchi. Stendere sempre le mani e il cuore a raccogliere pericolanti debolezze e miserie e porle sull’altare, perché in Dio diventino le forze di Dio e grandezza di Dio. (037PG)
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3. D. MAZZOLARI Qui, davanti all’altare… Noi siamo il dramma, siamo la MESSA… La Messa è più che qualche cosa della nostra anima: è la nostra anima. La nostra sacerdotalità è eterna come quella di Cristo… Tu es Sacerdos in aeternum. Anche oggi mi è più facile ringraziarti, Signore, più che per aver ricevuto, perché non ho dato. Tu mi sopportasti lo stesso. Tu non mi togliesti il tuo dono come all’infingardo. Tu lo aumentasti il tuo dono. Tu hai fiducia ancora in me. Nonostante le mie infedeltà, rimango nell’atto di offerta, il calice in mano, in alto. Il Signore mi nasconde a me stesso: ogni mattina mi riveste come il prodigo… Poi ricomincio la Messa. Una sola è la Messa. LA MESSA È IL CALVARIO, la montagna più grande del mondo. Le prime messe ne sono le pendici: facili, invitanti. Poi man mano si sale, il monte si fa più brullo, sassoso, impervio, solo. E SI VA SOLI…Soli senza illusione. Soli, tra tanta gente che ci preme sul cuore e ci divora. Soli, tra tanta folla che oggi t’applaude e domani t’azzanna. Soli, nella sconfinata paternità dell’abbraccio. Soli, senza attese se non…reclinare il capo. Oggi, dopo 25 anni, incomincia la Messa: un povero prete stanco che ogni mattina si distende sulla croce fino a quando i suoi poveri piedi, le sue povere braccia, il suo povero volto, il suo povero cuore… saranno i piedi, le braccia, il volto e il cuore di Cristo. La Messa del tempo finisce: incomincia la messa dell’eternità.
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Sussidi e Documenti
Come commentare S. Agostino? Non so! Ma so che la pace di Dio, se mi è concessa e meritata, non mi fa vedere la differenza tra questa vita e quella eterna in Dio…quindi…. anela a te o Signore l’anima mia
Cari amici ecco una bella pagina che ci aiuta a meditare sulla festa di Oggi: IL S. CUORE DI GESU’
« SE LA METTE IN SPALLA TUTTO CONTENTO»
Guglielmo di Saint-Thierry (ca 1085-1148), monaco benedettino
Signore, per le mie mani che han fatto ciò che non dovevano, le tue mani sono state trapassate dai chiodi, e i tuoi piedi per i miei piedi. Per la mia vista sregolata, i tuoi occhi si sono chiusi nel sonno della morte e le tue orecchie per le mie. La lancia del soldato ha aperto il tuo costato,
perché, attraverso quella piaga, scorrano via tutte le impurità del mio cuore arso e roso per tanto tempo dalla malattia. Infine, sei morto perché io viva; sei stato sepolto perché io resusciti. Tale è il bacio della tua dolcezza, dato alla tua Sposa; quello è l’abbraccio del tuo amore… E’ il
bacio che il ladrone ha ricevuto sulla croce dopo la confessione; Pietro l’ha ricevuto quando il Signore l’ha guardato mentre egli lo rinnegava ed è uscito a piangere. Molti di coloro che ti hanno crocifisso, convertiti
dopo la tua Passione, si sono uniti a te in questo bacio…; quando hai abbracciato i pubblicani e i peccatori, sei diventato loro amico e loro commensale…
Signore, dove porti coloro che abbracci e stringi, se non nel tuo cuore? Il tuo cuore, o Gesù, è quella dolce manna della tua divinità, che custodisci dentro di te, nel vaso d’oro del tuo animo che supera ogni
conoscenza. Beati coloro che sono travolti dal tuo abbraccio ! Beati coloro che, sepolti in questa profondità, sono stati nascosti da te nel segreto del tuo cuore, coloro che ti metti in spalla, lontano dal turbamento di
questo mondo. Beati coloro la cui sola speranza sta nella dolcezza e nella
protezione delle tue ali. La fortezza delle tue spalle ripara coloro che nascondi nel tuo cuore. Lì, possono dormire tranquillamente. Una dolce attesa li rallegra tra gli
ovili di una santa coscienza e dell’attesa della ricompensa da te promessa.
La loro debolezza non li fa svenire, né mormorare alcuna inquietudine.
Domenica 2 giugno è la solenità di Corpus Domine, qui a Madagascar. Sono stata con le mie consorelle in una missione quasi 200 km dalla capitale, strada molto faticosa, ma non è meno quella di Maria Ssma andando ad incontrare Elisabetta. Comunque, abbiamo aperto una comunità nuova là, e allo stesso tempo sono stati bambini, ragazzi (e) a fare la prima comunione, erano 400 esattamente. Quello che mi ha colpito, solo loro 400, quindi immaginate quante persone ancora di piu, tra genitori e parenti ecc. Ma prima della messa, il santo rosario: tutti pregano, tutti, con voce unanime, durante la santa messa, silenzio tra i canti, veramente pregano la gente qua. Alla fine della messa, la processione con il SSmo poi l’adorazione. Nessuno si muove per andar via, tutti pazienti, e preseverano nella preghiera. Davvero da lodare e ringraziare il Signore. Sono rimasta molto contenta.
Sr Justine
Cari amici, eccovi un’altra pagina degna della nostra attenzione…riguarda il martirio di S. Giustino. Laico, filosofo, appassionato ricercatore della verità, trovò nella fede di Cristo la vera sapienza. Suggellò il suo insegnamento con il martirio, che subì a Roma sotto Marco Aurelio (163-165).
HO ADERITO ALLA VERA DOTTRINA
Dopo il loro arresto, i santi furono condotti dal prefetto di Roma di nome Rustico. Il prefetto Rustico disse: «Quale dottrina professi?». Giustino rispose: «HO TENTATO DI IMPARARE TUTTE LE FILOSOFIE, POI HO ADERITO ALLA VERA DOTTRINA, A QUELLA DEI CRISTIANI, SEBBENE QUESTA NON TROVI SIMPATIA PRESSO COLORO CHE SONO IRRETITI DALL’ERRORE».
Il prefetto Rustico disse: «Sei dunque cristiano?». Giustino rispose: «SÌ, SONO CRISTIANO». Il prefetto disse a Giustino: «Ascolta, tu che sei ritenuto sapiente e credi di conoscere la vera dottrina; se dopo di essere stato flagellato sarai decapitato, ritieni di salire al cielo?». Giustino rispose: «Spero di entrare in quella dimora se soffrirò questo. Io so infatti che per tutti coloro che avranno vissuto santamente, è riservato il favore divino sino alla fine del mondo intero».
Il prefetto Rustico disse: «Tu dunque ti immagini di salire al cielo, per ricevere una degna ricompensa?». Rispose Giustino: «NON ME L’IMMAGINO, MA LO SO ESATTAMENTE E NE SONO SICURISSIMO». Il prefetto Rustico disse: «Orsù, torniamo al discorso che ci siamo proposti e che urge di più. Riunitevi insieme e sacrificate concordemente agli dèi». Giustino rispose: «NESSUNO CHE SIA SANO DI MENTE PASSERÀ DALLA PIETÀ ALL’EMPIETÀ». Il prefetto Rustico disse: «Se non ubbidirete ai miei ordini, sarete torturati senza misericordia». Giustino rispose: «ABBIAMO FIDUCIA DI SALVARCI PER NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO se saremo sottoposti alla pena, perché questo ci darà salvezza e fiducia davanti al tribunale più temibile e universale del nostro Signore e Salvatore». Altrettanto dissero anche tutti gli altri martiri: «FA’ QUELLO CHE VUOI; NOI SIAMO CRISTIANI E NON SACRIFICHIAMO AGLI IDOLI». Il prefetto Rustico pronunziò la sentenza …I santi martiri glorificando Dio, giunti al luogo solito, furono decapitati e portarono a termine la testimonianza della loro professione di fede nel Salvatore.
Cari amici, vi faccio partecipi di una delle più belle pagine delle CONFESSIONI DI S. AGOSTINO: TARDI TI HO AMATO…Ci porta in alto…buona lettura.
…Dove ti ho trovato per conoscerti? Sicuramente non eri presente alla mia memoria prima che ti conoscessi. Dove dunque ti ho trovato per conoscerti se non in te al di sopra di me? Dovunque ti trovi, o Verità, tu sei al di sopra di tutti quelli che ti interrogano e contemporaneamente rispondi a quanti ti interpellano sulle cose più diverse.
Tu rispondi con chiarezza, ma non tutti ti comprendono con chiarezza. Tutti ti interrogano su ciò che cercano, ma non sempre ascoltano quanto cercano. Si dimostra tuo servo migliore non colui che pretende di sentire da te quello che egli vuole, ma che piuttosto vuole quello che ha udito da te.
TARDI TI HO AMATO O BELLEZZA così antica e così nuova, tardi ti ho amato! Ed ecco che tu eri dentro e io fuori, e lì ti cercavo. Deforme come ero, mi gettavo su queste cose belle che hai creato. Tu eri con me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, che non esisterebbero se non fossero in te. Mi hai chiamato, hai gridato, e hai vinto la mia sordità. Hai mandato bagliori, hai brillato, e hai dissipato la mia cecità. Hai diffuso la tua fragranza, io l’ho respirata, e ora anelo a te. Ti ho assaporato, e ho fame e sete. Mi hai toccato, e aspiro ardentemente alla tua pace.
Quando aderirò a te con tutto me stesso, non vi sarà più posto per il dolore e la fatica, e la mia vita sarà viva, tutta piena di te. È un fatto che tu sollevi chi riempi; e poiché io non sono ancora pieno di te, sono di peso a me stesso. In me le mie deprecabili gioie contrastano con le mie tristezze di cui dovrei rallegrarmi, e non so da quale parte stia la vittoria.
Ahimè! Abbi pietà di me, Signore. Ecco, io non nascondo le mie ferite: tu sei il medico, io il malato; tu sei misericordioso, io misero. Non ha forse un duro lavoro l’uomo sulla terra? (cfr. Gb 7, 1). Chi vorrebbe molestie e difficoltà?
Tu ci comandi di sopportarle, non di amarle. Nelle avversità desidero prosperità, nella prosperità temo le avversità. Qual è il giusto mezzo tra questi estremi, dove l’uomo non abbia un simile duro lavoro sulla terra? Guai alle prosperità del mondo, doppiamente indesiderabili e per il timore dell’avversità e per la caducità della gioia! La vita dell’uomo sulla terra non è forse un duro lavoro (cfr. Gb 7, 1) senza mai una pausa?
E allora ogni mia speranza è posta nella tua grande misericordia.