SETTIMANA SANTA con il “ TESTAMENTO DI GESU'”
-
Cari amici, iniziamo la SETTIMANA SANTA… aiutiamoci a viverla bene meditando il “TESTAMENTO DI GESU’” (Gv.13 -17) Raccogliamo il Suo rimprovero-invito a vegliare in preghiera. “Così, non avete potuto vegliare un’ora sola con me? Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione…”(Mt.26.40) Condividiamo anche su questo piccolo sito pensieri, ispirazioni, canti, immagini che possano aiutarci nel seguire Gesù nella sua Passione e godere della sua – nostra Risurrezione… BUONA SETTIMANA SANTA
SABATO SANTO
OGGI SULLA TERRA C’E’ UN GRANDE SILENZIO…
RISORGI, USCIAMO DI QUI…
- OMELIA SUL SABATO SANTO: Risorgi, usciamo di qui! Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme:la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi. Certo egli va a cercare il primo padre come la pecorella smarrita….
- Appena Adamo il progenitore lo vide, percuotendosi il petto per la meraviglia, gridò a tutti e disse:«Sia con tutti il mio Signore»E Cristo rispondendo disse ad Adamo:»E con il tuo spirito». E, presolo per la mano, lo scosse dicendo: «Svegliati, tu che dormi e risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà… Risorgi dai morti. Risorgi, opera delle mie mani! Risorgi mia effigie fatta a mia immagine! Risorgi, usciamo di qui!…
- Per te, io, tuo Dio, mi sono fatto tuo figlio…Guarda sulla mia faccia gli sputi che io ricevetti per te,per poterti restituire a quel primo soffio vitale. Guarda sulle mie guance gli schiaffi sopportatiper rifare a mia immagine la tua bellezza perduta. Guarda sul mio dorso la flagellazione subita per liberare le tue spalle dal peso dei tuoi peccati . Guarda le mie mani inchiodate al legno per te che un tempo avevi malamente allungato la tua mano all’albero….
- Sorgi allontaniamoci di qui…Ti fu proibito di toccare la pianta simbolica della vita, ma io che sono la Vita, ti comunico quello che sono. Il trono celeste è pronto, la sala allestita, la mensa apparecchiata…è preparato per te dai secoli eterni il regno dei cieli»
SALMO 16: NON LASCERAI CHE IL TUO SANTO VEDA LA CORRUZIONE
- Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio. Ho detto a Dio: “Sei tu il mio Signore, senza di te non ho alcun bene”. Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita.
- Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro, né lascerai che il tuo santo veda la corruzione. Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra.
+++++++++++++++++++++++++++++++++++++
VENERDI SANTO:
VOLGERANNO LO SGUARDO
Disprezzato e reietto dagli uomini,
uomo dei dolori che ben conosce il patire,
come uno davanti al quale ci si copre la faccia;
era disprezzato e non ne avevamo alcuna stima.
Eppure egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori;
e noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per le nostre colpe,
per le sue piaghe noi siamo stati guariti.
Noi tutti eravamo sperduti come un gregge, ognuno di noi seguiva la sua strada;
il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca;
era come agnello condotto al macello
Dopo il suo intimo tormento vedrà la luce e si sazierà della sua conoscenza;
il giusto mio servo giustificherà molti, egli si addosserà le loro iniquità.
Perciò io gli darò in premio le moltitudini, perché ha spogliato se stesso fino alla morte
ed è stato annoverato fra gli empi, mentre egli portava il peccato di molti
e intercedeva per i colpevoli.
INVOCAZIONI
- Gloria e benedizione a Cristo nostro redentore, che patì e morì per noi, e fu sepolto per risorgere a vita immortale. A lui con profondo amore innalziamo la nostra preghiera: Abbi pietà di noi, Signore.
- Divino Maestro, che ti sei fatto per noi obbediente fino alla morte e alla morte di croce, –insegnaci a obbedire sempre alla volontà del Padre.
- Gesù, vita nostra, che morendo sulla croce hai vinto la morte e l’inferno, –donaci di comunicare alla tua morte per condividere la tua risurrezione.
- Salvezza nostra, che hai sacrificato la vita per amore dei fratelli, – fa’ che ci amiamo come tu ci hai amato.
GV. 13: Gesù si alzò da tavola, depose le vesti,
prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.
Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli
e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto…
QUESTO E’ IL MIO CORPO OFFERTO IN SACRIFICIO PER VOI
- «Con gioia celebro la prima Messa Crismale come Vescovo di Roma – Vi saluto tutti con affetto, in particolare voi, cari sacerdoti, che oggi, come me, ricordate il giorno dell’Ordinazione».
- «Questo vi chiedo: di essere pastori con “l’odore delle pecore”, pastori in mezzo al proprio gregge, e pescatori di uomini». «L’unzione non è per profumare noi stessi e tanto meno perchè la conserviamo in un’ampolla, perchè l’olio diventerebbe rancido e il cuore amaro».
- «Cari fedeli siate vicini ai vostri sacerdoti con l’affetto e con la preghiera perchè siano sempre Pastori secondo il cuore di Dio. Cari sacerdoti, Dio Padre rinnovi in noi lo Spirito di Santità con cui siamo stati unti, lo rinnovi nel nostro cuore in modo tale che l’unzione giunga a tutti, anche alle periferie, là dove il nostro popolo fedele più lo attende ed apprezza»
- «Il buon sacerdote si riconosce da come viene unto il suo popolo». Infatti, «quando la nostra gente viene unta con olio di gioia lo si nota: per esempio, quando esce dalla Messa con il volto di chi ha ricevuto una buona notizia. La nostra gente gradisce il Vangelo predicato con l’unzione, gradisce quando il Vangelo che predichiamo giunge alla sua vita quotidiana, quando scende come l’olio di Aronne fino ai bordi della realtà, quando illumina le situazioni limite, “le periferie” dove il popolo fedele è più esposto all’invasione di quanti vogliono saccheggiare la sua fede».
- E quando sente che il profumo dell’Unto, di Cristo, giunge attraverso di noi, è incoraggiata ad affidarci tutto quello che desidera arrivi al Signore: “Preghi per me, padre, perchè ho questo problema”, “Mi benedica”, “Preghi per me”, sono il segno che l’unzione è arrivata all’orlo del mantello, perchè viene trasformata in supplica».
Verrò verso di Te Credo, sì io credo, che un giorno,
il tuo giorno, o mio Dio,
avanzerò verso di te coi miei passi titubanti,
con tutte le mie lacrime nel palmo della mano,
e questo cuore meraviglioso che tu ci hai donato,
questo cuore troppo grande per noi,
perché è fatto per te…
Un giorno io verrò, e tu leggerai sul mio viso
tutto lo sconforto, tutte le lotte,
tutti gli scacchi dei cammini della libertà.
E vedrai tutto il mio peccato.
Ma io so, mio Dio, che non è grave il peccato,
quando si è alla tua presenza.
Poiché è davanti agli uomini che si è umiliati.
Ma davanti a te, è meraviglioso esser così poveri,
perché si è tanto amati!
Un giorno, il tuo giorno, mio Dio, io verrò verso di te.
E nella autentica esplosione della mia resurrezione,
saprò allora che la tenerezza sei tu,
che la mia libertà sei ancora tu.
Verrò verso di te, o mio Dio,
e tu mi donerai il tuo volto.
Verrò verso di te con il mio sogno più folle:
portarti il mondo fra le braccia.
Verrò verso di te, e griderò a piena voce
tutta la verità della vita sulla terra.
Ti griderò il mio grido,
che viene dal profondo dei secoli:
“Padre! Ho tentato di essere un uomo,
e sono diventato tuo figlio!”.
( JACQUES LECLERCQ )
SACERDOTI FELICI
Guardo Te, divino eterno Sacerdote, là nel cenacolo,
mentre celebravi Tu il primo Sacrificio mistico dell’Eucarestia
che precedeva il sacrificio cruento della croce.
E penso a tutti i Sacerdoti. Te li affido: sono tuoi, li hai fatti Tu.
Consolali! Sono uomini, poveri uomini
a volte scoraggiati, a volte avviliti, frustrati…
Forse per colpa loro; ma Tu sei Salvatore.
O forse Tu li fai passare per un crogiuolo di purificazione
come il Tuo del Calvario. Sono copia vivente di Te, eterno Sacerdote,
primizie della Tua Redenzione. Sollevali nell’ora della prova,
fà sentire ad ognuno di loro la Tua presenza.
Donaci, Signore, sacerdoti felici!
++++++++++++++++
MERCOLEDI SANTO: IN ATTESA DEL SOLE DI PASQUA
PRIMA UDIENZA GENERALE: 27 MARZO 2013
- “…vivere la Settimana Santa seguendo Gesù vuol dire imparare ad uscire da noi stessi – per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell’esistenza, muoverci noi per primi verso i nostri fratelli e le nostre sorelle, soprattutto quelli più lontani, quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione, di consolazione, di aiuto. C’è tanto bisogno di portare la presenza viva di Gesù misericordioso e ricco di amore!
- Anche noi, se vogliamo seguirlo e rimanere con Lui, non dobbiamo accontentarci di restare nel recinto delle novantanove pecore, dobbiamo “uscire”, cercare con Lui la pecorella smarrita,
- quella più lontana. Ricordate bene: uscire da noi, come Gesù, come Dio è uscito da se stesso in Gesù e Gesù è uscito da se stesso per tutti noi.
FAMMI VIVERE
Liberami, o Signore,
dalla pigrizia che ho e dalla paura che mi prende,
dal comodo compromesso e dal facile disimpegno.
Aiutami, o Signore,
ad essere come non sono e come vorresti che io fossi.
Non importa ciò che muore in me,
m’interessa ciò che nasce insieme a Te.
Aiutami, o Signore,
a prendere sul serio il tempo, a rispettare la vita,
a conservare l’amore;
ho bisogno di Te per vivere come tu vuoi.
Donami, o Signore,
la tua forza per agire, la costanza dell’impegno,
la gioia di una fede che cresce,
la speranza e l’abbandono fiducioso al Tuo AMORE.
L’AMORE E’ TUTTO…
La fede senza amore ti renderebbe fanatico.
La croce senza amore si convertirebbe in tortura.
La vita senza amore non avrebbe alcun senso.
Nella vita l’amore è tutto…
- INVOCAZIONI Uniti nella celebrazione della passione di Cristo, preghiamo:
DONACI I FRUTTI DELLA TUA PASQUA, O SIGNORE.
+++++++++++++++++++++++++
MARTEDI SANTO: UNO DI VOI MI TRADIRA’…
DAL VANGELO DI GIOVANNI C. 13- Annunzio del tradimento di Giuda
-
Dette queste cose, Gesù si commosse profondamente e dichiarò: “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: “Dì, chi è colui a cui si riferisce?”. 25 Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?”. 26 Rispose allora Gesù: “E` colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. 27 E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse:“Quello che devi fare fallo al più presto”. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte.
-
LETTERA AGLI EBREI 12: Fratelli, deposto tutto ciò che è di peso e il peccato che ci intralcia, corriamo con perseveranza nella corsa, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, autore e perfezionatore della fede. Egli in cambio della gioia che gli era posta innanzi, si sottopose alla croce, disprezzando l’ignominia, e si è assiso alla destra del trono di Dio
IL BATTESIMO, LA NOSTRA SPERANZA
Battezzati in Cristo Gesù,
siamo stati immersi nella sua morte.
* Uniti a lui nell’immagine della morte,
lo saremo anche nella risurrezione.
*********************************************************
- LUNEDI SANTO: COLUI CHE CI HA AMATO FINO ALLA FINE
DAL VANGELO DI GIOVANNI C. 13 1
- Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. 2 Mentre cenavano, quando gia il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, 3 Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, 4 si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. 5 Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. … Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: “Sapete ciò che vi ho fatto? 13 Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. 14 Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. 15 Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi. 16 In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. 17 Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.
- S. AGOSTINO: Gloriamoci anche noi nella Croce del Signore Dove erano e che cosa erano gli uomini, quando Cristo morì per i peccatori? Come si può dubitare che egli darà ai suoi fedeli la sua vita, quando per essi egli non ha esitato a dare anche la sua morte? Perché gli uomini stentano a credere che un giorno vivranno con Dio, quando già si è verificato un fatto molto più incredibile, quello di un Dio morto per gli uomini?
- Egli non aveva nulla in se stesso per cui potesse morire per noi, se non avesse preso da noi una carne mortale. In tal modo egli immortale poté morire, volendo dare la vita per i mortali. Rese partecipi della sua vita quelli di cui aveva condiviso la morte.
- Ciò che noi peccatori avevamo meritato per il peccato, lo scontò colui che era senza peccato. E allora non ci darà ora quanto meritiamo per giustizia, lui che è l’artefice della giustificazione? Come non darà il premio dei santi, lui fedeltà personificata, che senza colpa sopportò la pena dei cattivi? Confessiamo perciò, o fratelli, senza timore, anzi proclamiamo che Cristo fu crocifisso per noi. Diciamolo, non già con timore, ma con gioia, non con rossore, ma con fierezza.
- L’apostolo Paolo lo comprese bene e lo fece valere come titolo di gloria. Poteva celebrare le più grandi e affascinanti imprese del Cristo. Poteva gloriarsi richiamando le eccelse prerogative del Cristo, presentandolo quale creatore del mondo in quanto Dio con il Padre, e quale padrone del mondo in quanto uomo simile a noi. Tuttavia non disse altro che questo: «Quanto a me non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo» (Gal 6, 14).
DOMENICA DELLE PALME: Dai «Discorsi» di sant’Andrea di Creta, vescovo
- Venite, e saliamo insieme sul monte degli Ulivi, e andiamo incontro a Cristo …Corriamo anche noi insieme a colui che si affretta verso la passione, e imitiamo coloro che gli andarono incontro.
- Non però per stendere davanti a lui lungo il suo cammino rami d’olivo o di palme, tappeti o altre cose del genere, ma come per stendere in umile prostrazione e in profonda adorazione dinanzi ai suoi piedi le nostre persone. Stendiamo umilmente innanzi a Cristo noi stessi, piuttosto che le tuniche o i rami inanimati e le verdi fronde che rallegrano gli occhi solo per poche ore e sono destinate a perdere, con la linfa, anche il loro verde.
- Stendiamo noi stessi rivestiti della sua grazia, e prostriamoci ai suoi piedi come tuniche distese. Agitando i rami spirituali dell’anima, anche noi ogni giorno, assieme ai fanciulli, acclamiamo santamente: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore, il re d’Israele».
*******************************
Iniziamo meditando questa bella pagina di san Gregorio Nazianzeno, vescovo
- Offriamo ogni giorno a Dio noi stessi e tutte le nostre attività. Con le nostre sofferenze imitiamo le sofferenze, cioè la passione di Cristo. Con il nostro sangue onoriamo il sangue di Cristo. Saliamo anche noi di buon animo sulla sua croce. Dolci sono infatti i suoi chiodi, benché duri. Siamo pronti a patire con Cristo e per Cristo, piuttosto che desiderare le allegre compagnie mondane.
- Se sei Simone di Cirene prendi la croce e segui Cristo.
- Se sei il ladro e se sarai appeso alla croce, fa’ come il buon ladrone e riconosci onestamente Dio, che ti aspettava alla prova. Egli fu annoverato tra i malfattori per te e per il tuo peccato, e tu diventa giusto per lui. Adora colui che è stato crocifisso per te.
- Se sei Giuseppe d’Arimatèa, richiedi il corpo a colui che lo ha crocifisso, assumi cioè quel corpo e rendi tua propria, così, l’espiazione del mondo.
- Se sei Nicodemo, il notturno adoratore di Dio, seppellisci il suo corpo e ungilo con gli unguenti di rito, cioè circondalo del tuo culto e della tua adorazione.
- E se tu sei una delle Marie, spargi al mattino le tue lacrime. Fa’ di vedere per prima la pietra rovesciata, va’ incontro agli angeli, anzi allo stesso Gesù.
- Ecco che cosa significa rendersi partecipi della Pasqua di Cristo.
***************************************************
- Gloria e benedizione a Cristo nostro redentore, che patì e morì per noi, e fu sepolto per risorgere a vita immortale. A lui con profondo amore innalziamo la nostra preghiera: Abbi pietà di noi, Signore.
- Divino Maestro, che ti sei fatto per noi obbedientefino alla morte e alla morte di croce, – insegnaci a obbedire sempre alla volontà del Padre.
- Gesù, vita nostra, che morendo sulla croce hai vinto la morte e l’inferno,– donaci di comunicare alla tua morte per condividere la tua risurrezione.
- Re glorioso, inchiodato su un patibolo infame e calpestato come un verme, – insegna a noi come rivestirci di quell’umiltà che ha redento il mondo.
- Salvezza nostra, che hai sacrificato la vita per amore dei fratelli, – fa’ che ci amiamo come tu ci hai amato.
….Leggere i fatti di questi giorni ci aiuta ad entrare in una esperienza di chiesa’’ viva come non mai’’ .siamo purtroppo piu’ propensi a ‘’discutere’’ di chiesa sottolineando le inevitabili rughe piuttosto che scorgere l’orizzonte del bene che in essa avanza…Papa Benedetto, l’intelligente colto e ‘’ rigido’’ custode della ortodossia cattolica contro le aspettative anche dei ‘’teologi’’( e non ) che hanno tentato l’assalto alla Sua autorevolezza sono stati travolti dalla
semplicità e umiltà e come la debolezza fisica di GPII sono diventati il
segno della rivoluzione di un Dio capace di costruirvi il bene partendo dalla realtà dei nostri limiti. L’annuncio’ shock delle dimissioni di Papa Benedetto, ancora una volta ci insegnano che le novità non nascono dalle scrivanie né dai pensieri contorti di improbabili profeti ma colgono tutti di
sorpresa perché la Chiesa, come ha detto il Papa non è nostra né è mai lasciata alla deriva degli umani limiti;In piazza san Pietro Benedetto XVI ci ha sconvolti per le certezze comunicate dalla sua ‘’fisiologica’’ debolezza:’’ Non sono mai stato solo’’la vicinanza a Dio non contempla solitudine’’ parole che vanno decisamente contro la realtà di chi lo ha visto , specie nell’ultimo periodo alle corde ; non puo’ non colpire la serena sicurezza di un gesto che lo avrebbe fatto dimenticare al mondo ma che Dio con altrettanta certezza lo chiamava al nascondimento’’… Il Cardinale Comastri, alla prima messa del nuovo pontefice nella parrocchia di Sant’Anna ha detto: ‘’ Santità ci faccia sentire il profumo del Vangelo e Noi la seguiremo!’’. Non credo che ‘’la gerarchia’’ oggi ci abbia tradito; gli
eventi ci portano la dove Papa Francesco ci ha indicato : tra i poveri,una parola che ci fa tremare; ma ognuno è chiamato a servire i propri, quelli vicini senza tante conferenze altrimenti continueremo a ‘’parlare’’ dei poveri. QUESTA SETTIMANA SANTA CI LASCIA IL CONCENTRATO DI AVVENIMENTI CHE POSSONO FAR STORIA NELLA NOSTRA VITA . che rende necessario un’’ passo indietro’’ per ripartire , guardando ancora volta una Croce che’’ nel silenzio’’ ci racconta di un grande destino. TROPPO BELLO QUELLO CHE ACCADE! DUNQUE, DA RACCONTARE LI DOVE SIAMO
Francesco Amaduzzi
Carissimo Don Vincenzo,
….non posso fare a meno di accennarle qualcosa di personale legato al nuovo Papa…
13 marzo 2013 Gaudium magnum …
Pochi giorni dopo le dimissioni di Papa Benedetto XVI, ricordo che mi è caduto lo sguardo sullo schermo televisivo mentre veniva inquadrato un cardinale che non portava lo zucchetto e che camminava in piazza San Pietro, avvolto in un cappotto nero che si confondeva con la tunica. Mi sono bastati il suo profilo semplice, il suo abito disadorno e, nell’insieme, quella breve istantanea, per supporre quanto di quella immagine pulita corrispondesse alla sua persona e per accorgermi della sua espressione, seria e dolce nello stesso tempo, affabile e rassicurante. Quella visione, per quanto fuggitiva, ha subito provocato in me il pensiero che, se avessi avuto facoltà di nominare il nuovo Papa, avrei scelto lui, senza ancora sapere chi fosse e come si chiamasse. A distanza di tempo, partecipando a una conversazione in cui si faceva riferimento all’avvio dell’imminente conclave, ho ricordato questo episodio e ho citato i particolari che mi avevano colpito; mi è stato detto che “il cardinale senza zucchetto è di Buenos Aires”. “Beh”, mi sono detta, “allora, se potessi, farei diventare Papa il cardinale di Buenos Aires!”Inoltre oggi, 13 marzo, mentre si aspettava la fumata bianca, Massimo mi ha chiesto come avrei voluto che si chiamasse il nuovo Papa. D’istinto gli ho risposto che nessun pontefice ha mai scelto il nome Francesco e ho aggiunto una domanda retorica, allusiva e ironica: “chissà come mai …?!”, alla quale ho risposto mentalmente ritenendo la scelta in antitesi con lo stile del Vaticano! Dunque potrà immaginare con quale gioia, di lì a poco, io abbia accolto il cardinale di Buenos Aires, divenuto Papa Francesco! Mentre tutti si stupivano perché Bergoglio non era rientrato nella rosa dei papabili, in cuor mio ho abbracciato quella vicinanza preavvertita, quell’affinità elettiva, che non intendo attribuire a una fatale o casuale coincidenza. In attimi come questo, intimamente segreti e senza tempo, l’anima si muove ed è difficile dire se stia inseguendo un brivido o se sia inseguita da esso. Il fremito si fa subito ascolto e fede … E in questo contatto si sente la carezza di Dio. Ormai mi conosce abbastanza da sapere o da intuire che non mi innamoro di un Papa a prescindere, solo perché la Chiesa Cattolica lo ha posto sul soglio pontificio. Non appartengo alla categoria dei “fedeli da concerto” che urlano “Viva il Papa!”. Dopo Albino Lucani, che amo, che ho sentito umanamente e autenticamente in accordo con la mia spiritualità e che ho conosciuto attraverso la sua vita, la sua casa d’origine, la sua testimonianza di fede, per la seconda volta un Papa conquista teneramente il mio cuore e mi prende per mano. Ho bisogno di lui. Ho fiducia in lui. Desidero camminare insieme a lui.
L’abbraccio con il mio affetto.Is.Ma
“Abituati, figlio, al DESERTO”(Iosif Brodskij.
“…Dio vuole che tu IMPARI a soffrire tribolazioni senza consolazione, e che ti sottometta INTERAMENTE a Lui”; “…TUTTA la vita di Cristo fu CROCE e MARTIRIO e tu cerchi x te RIPOSO e GIOIA?” (dal libro de L’IMITAZIONE DI CRISTO”)
voglio condividere questa riflessione che mi hanno mandato oggi.
Questa domenica ci coinvolge in modo particolare a prendere parte del gruppo dei discepoli e della folla che finalmente riconosce in Gesù l’Inviato del Signore, lo benedice e lo acclama come re, lodando Dio per i prodigi compiuti per mezzo suo e che loro avevano visto. Il loro canto di lode ripete le parole degli angeli quando ai pastori di Betlemme annunciarono la nascita del Salvatore, del Cristo Signore (cf Lc 2,14).
I pastori, allora, andarono a Betlemme, videro il bambino adagiato nella mangiatoia e poi, tornando, raccontavano quello che avevano visto e sentito, glorificando e lodando Dio. La folla a Gerusalemme esalta il Signore per i prodigi che avevano visto e forse anche vissuto in prima persona. Noi, oggi, con quali sentimenti accogliamo e accompagniamo Gesù? Quali sono le nostre espressioni di lode, per quali suoi prodigi lo ringraziamo? Sappiamo che la discesa dal monte degli Ulivi comporta poi l’ascesa verso il monte Calvario. Chiediamo al Maestro la forza perché non desistiamo dalla nostra lode e dalla fiduciosa speranza anche in questa faticosa salita… e nelle prove della vita quotidiana.
Signore, non stare lontano, mia forza, vieni presto in mio aiuto. (dal Salmo responsoriale 22,20)