“PILLOLE” DI RIFLESSIONE E PREGHIERA… Per dormire meglio!
LUNEDI 21 – SABATO 26 NOVEMBRE 2011
Cari amici, Siamo agli ultimi giorni dell’anno liturgico e certe pagine della liturgia mi fanno bene e ho pensato di mandarvi alcuni pensieri. Sinteticamente…come sempre!
- Dalla seconda lettera di san Pietro, apostolo 3, 1-18 Il Signore è fedele: attendiamo la sua venuta Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo (cfr. Sal 89, 4). Il Signore non ritarda nell’adempire la sua promessa, come certuni credono; ma usa pazienza verso di voi, non volendo che alcuno perisca, ma che tutti abbiano modo di pentirsi. Perciò, carissimi, nell’attesa di questi eventi, cercate d’essere senza macchia e irreprensibili davanti a Dio, in pace. La magnanimità del Signore nostro giudicatela come salvezza, come anche il nostro carissimo fratello Paolo vi ha scritto, secondo la sapienza che gli è stata data; così egli fa in tutte le lettere, in cui tratta di queste cose. In esse ci sono alcune cose difficili da comprendere e gli ignoranti e gli instabili le travisano, al pari delle altre Scritture, per loro propria rovina.
- Dal trattato «Sulla morte» di san Cipriano: Cacciata la paura della morte, pensiamo all’immortalità … Non dobbiamo fare la nostra volontà, ma quella di Dio. È una grazia che il Signore ci ha insegnato a chiedere ogni giorno nella preghiera. Ma è una contraddizione pregare che si faccia la volontà di Dio, e poi, quando egli ci chiama e ci invita ad uscire da questo mondo, mostrarsi riluttanti ad obbedire al comando della sua volontà! Ci impuntiamo e ci tiriamo indietro come servitori caparbi. Siamo presi da paura e dolore al pensiero di dover comparire davanti al volto di Dio. E alla fine usciamo da questa vita non di buon grado, ma perché costretti e per forza. Pretendiamo poi onori e premi da Dio dopo che lo incontriamo tanto di malavoglia! Ma allora, domando io, perché preghiamo e chiediamo che venga il regno dei cieli, se continua a piacerci la prigionia della terra? Accettiamo con gioia il giorno che assegna ciascuno di noi alla nostra vera dimora, il giorno che, dopo averci liberati da questi lacci del secolo, ci restituisce liberi al paradiso e al regno eterno. Chi, trovandosi lontano dalla patria, non si affretterebbe a ritornarvi? La nostra patria non è che il paradiso. Là ci attende un gran numero di nostri cari, ci desiderano i nostri genitori, i fratelli, i figli in festosa e gioconda compagnia, sicuri ormai della propria felicità, ma ancora trepidanti per la nostra salvezza. Vederli, abbracciarli tutti: che gioia comune per loro e per noi! Che delizia in quel regno celeste non temere mai più la morte; e che felicità vivere in eterno!
- FA’ COME LA PALMA:
le tirano sassi e lei lascia cadere i datteri. (Aforisma africano)
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Cari, amici, abbiamo celebrato oggi la Festa di Cristo re dell’universo e Signore nostro…vogliamo passare una bella settimana . Vogliamo prepararci all’inizio di Avvento, guardando a Lui nostro Buon Pastore che ci guida, ci nutre, ci fa riposare, ci cura quando siamo malati…Non di mentichiamo la Grande pagina di Ezechiele DI QUESTA DOMENICA…” Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all’ovile quella smarrita, fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia.” INSOMMA SIAMO IN BUONE MANI. Buona settimana …ricambiamo le cure del Signore per noi con altrettanta carità verso I FRATELLI PIU POVERI E TRIBOLATI
- Dal vangelo Mt 25: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?. E il re risponderà loro: In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me.
22 Novembre 2011: SANTA CECILIA VERGINE E MARTIRE
Siamo stonati o cantiamo bene …con la vita? Ascoltiamo S. Agostino:
Spogliatevi di ciò che è vecchio ormai; avete conosciuto il nuovo canto. Un uomo nuovo, un testamento nuovo, un canto nuovo. Il nuovo canto non si addice ad uomini vecchi. Non lo imparano se non gli uomini nuovi, uomini rinnovati, per mezzo della grazia, da ciò che era vecchio, uomini appartenenti ormai al nuovo testamento, che è il regno dei cieli. Tutto il nostro amore ad esso sospira e canta un canto nuovo. Elevi però un canto nuovo non con la lingua, ma con la vita.
Cantate a lui un canto nuovo, cantate a lui con arte (cfr. Sal 32, 3). Ciascuno si domanda come cantare a Dio. Devi cantare a lui, ma non in modo stonato. Non vuole che siano offese le sue orecchie. Cantate con arte, o fratelli. … Ecco egli ti dà quasi il tono della melodia da cantare: non andare in cerca delle parole, come se tu potessi tradurre in suoni articolati un canto di cui Dio si diletti. Canta nel giubilo. Cantare con arte a Dio consiste proprio in questo: Cantare nel giubilo. Che cosa significa cantare nel giubilo? Comprendere e non saper spiegare a parole ciò che si canta col cuore. Coloro infatti che cantano sia durante la mietitura, sia durante la vendemmia, sia durante qualche lavoro intenso, prima avvertono il piacere, suscitato dalle parole dei canti, ma, in seguito, quando l’emozione cresce, sentono che non possono più esprimerla in parole e allora si sfogano in sola modulazione di note. Questo canto lo chiamiamo «giubilo». Il giubilo è quella melodia, con la quale il cuore effonde quanto non gli riesce di esprimere a parole. E verso chi è più giusto elevare questo canto di giubilo, se non verso l’ineffabile Dio? Infatti è ineffabile colui che tu non puoi esprimere. E se non lo puoi esprimere, e d’altra parte non puoi tacerlo, che cosa ti rimane se non «giubilare»? Allora il cuore si aprirà alla gioia, senza servirsi di parole, e la grandezza straordinaria della gioia non conoscerà i limiti delle sillabe. Cantate a lui con arte nel giubilo (cfr. Sal 32, 3).
- DON ORIONE L’HA VISSUTO COSI’:
Oggi vorrei essere un poeta ed un santo per cantare il più bell’inno che si possa cantare sulla terra: l’inno della carità. Vi fu già un uomo, che cantò quest’inno e ne scrisse le più belle e più alte parole, dopo averlo attuato nella sua vita: San Paolo. Ed egli poteva ben cantarlo questo inno, così come l’ha cantato, poiché nessuno più di lui lo sentì vibrare nel suo cuore, nessuno ha sentito più di lui l’amore di Gesù Cristo e dell’umanità; e gli echi di quella divina poesia sono giunti fino a noi, poiché, a partire da Cristo, la religione diventò ispiratrice di carità e con lei è talmente congiunta, che Cristianesimo senza carità non sarebbe che un’indegna ipocrisia. L’Evangelo insegna che non possiamo aver pace con Dio, se siamo in discordia col prossimo, e S. Giovanni scrisse: Non ami Dio che non vedi, se tu non amerai il fratello che vedi. Oh la carità di quel S. Francesco d’Assisi, che fu tutto serafico in ardore! Oh la carità che affocava il cuore di S. Vincenzo de’ Paoli e del Cottolengo, il padre degli infelici! Dio è carità, e chi vive la carità, vive Dio! Un giorno, Gesù, chiamando gli eletti alla sua destra, dirà loro : Venite, o benedetti dal Padre mio: avevo fame e mi avete dato da mangiare, avevo sete e mi avete dato da bere ero nudo e mi avete vestito, ero orfanello e mi avete accolto. Meravigliati di tal lode, domanderanno: O Signore, quando mai ti abbiamo fatto tutto questo? Cristo risponderà: Tutto quello che avete fatto ai miei poveri ed ai miei minimi, per l’amor mio, l’avete fatto a me. Il nostro Dio è un Dio appassionato di amore, Dio ci ama più che un padre ami il suo figlio, Cristo Dio non ha esitato a sacrificarsi per amor dell’umanità. Nel più misero degli uomini brilla l’immagine di Dio. Chi dà al povero, dà a Dio e avrà dalla mano di Dio la ricompensa.
E se può servire rileggiamoci il noto ma eloquente raccontino del samurai su INFERNO E PARADISO
Dopo una lunga ed eroica vita, un valoroso samurai giunse nell’aldilà e fu destinato al paradiso. Era un tipo pieno di curiosità e chiese di poter dare prima un’occhiata anche all’inferno.
Un angelo lo accontentò e lo condusse all’inferno.
Si trovò in un vastissimo salone che aveva al centro una tavola imbandita con piatti colmi di pietanze succulente e di golosità inimmaginabili. Ma i commensali, che sedevano tutt’intorno, erano smunti, pallidi e scheletriti da far pietà.
“Com’è possibile?”, chiese il samurai alla sua guida. “Con tutto quel ben di Dio davanti!”.
“ Vedi: quando arrivano qui, ricevono tutti due bastoncini, quelli che si usano come posate per mangiare, solo che sono lunghi più di un metro e devono essere ri1gorosamente impugnati all’estremità. Solo così possono portarsi il cibo alla bocca”. Il samurai rabbrividì. Era terribile la punizione di quei poveretti che, per quanti sforzi facessero, non riuscivano a mettersi neppur una briciola sotto i denti. Non volle vedere altro e chiese di andare subito in paradiso. Qui lo attendeva una sorpresa. Il Paradiso era un salone assolutamente identico all’infermo. Dentro l’immenso salone c’era l’infinita tavolata di gente; un’identica sfilata di piatti deliziosi. Non solo: tutti i commensali erano muniti degli stessi bastoncini lunghi più di un metro, da impugnare all’estremità per portarvi il cibo alla bocca. C’era una sola differenza: qui la gente intorno al tavolo era allegra, ben pasciuta, sprizzante di gioia.“Ma com’è possibile?”, chiese il samurai. L’angelo sorrise. “All’inferno ognuno si affanna ad afferrare il cibo e portarlo alla propria bocca, perché si sono sempre comportati così nella vita. Qui, al contrario, ciascuno prende il cibo con i bastoncini e poi si preoccupa di imboccare il proprio vicino”. Paradiso e inferno sono nelle tue mani. Oggi.
- Buona settimana così…
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ODORE DI PIOGGIA…..Marzo, un freddo vento soffiava contro una finestra di un ospedale di Dallas, in quel momento entrava un dottore nella camera di Diana Blessing, la quale era dopo un intervento chirurgico.
Suo marito, David, le teneva stretta la mano mentre attendevano notizie. Il pomeriggio prima, il 10 Marzo, delle complicazioni l’avevano costretta ad un parto cesareo alla 24 settimana, che avrebbe dovuto far nascere la figlia della coppia, Danę Lu Blessing.
I neo genitori erano a conoscenza che la neonata pesava 708 g. e raggiungeva 30 e mezzo cm. di lunghezza, che era ancora immatura, ma nonostante tutto le parole del dottore li colpirono.
“Non credo che la bambina abbia molte probabilità di sopravvivere,” disse loro più delicatamente che potè.
“Ci sono solo il 10 per cento che sopravviva alla notte, ed anche se ciò accadesse per qualche miracolo le probabilità che abbia complicazioni future e’ molto alta”
Paralizzati dalla paura i coniugi David e Diana ascoltavano le parole del dottore che descriveva loro tutti i problemi che avrebbe dovuto affrontare la neonata.
Non essere mai in grado di camminare, parlare, di vedere, ritardata mentalmente e molto altro ancora.
Diana con il marito David ed il loro figlioletto di 5 anni, speravano tanto che un giorno Dana avrebbe allietato la loro famiglia.
Ed ora, nel giro di poche ore, vedevano tutti i loro sogni e desideri allontanarsi per sempre.
Ma i loro guai non erano finiti, il sistema nervoso della piccola non era ancora sviluppato. Quindi qualunque carezza, bacio o abbraccio era per Dana pericoloso, i famigliari sconsolati non potevano neanche trasmetterle il loro amore, dovevano evitare di avvicinarsi a lei. Tutto quello che potevano fare era di pregare il Signore che si prendesse cura della loro piccola, che la cullasse e la facesse sentire amata.
Non crederono alla loro fortuna quando Dana cominciò a migliorare.
Passavano le settimane e la piccola continuava a prendere peso e diventare più forte.
Finalmente, quando Dana compì 2 mesi i suoi genitori poterono abbracciarla per la prima volta.
Due mesi dopo, mentre i dottori li avvertivano che avrebbe potuto peggiorare in qualunque momento, Dana uscì dall’ospedale e finalmente andò a casa con la sua famiglia.
Cinque anni dopo Dana, era diventata una bambina serena che guardava verso il futuro con fiducia e con tanta voglia di vivere.
Non c’erano segni di deficienza fisica o mentale, era una bambina normale che viveva la sua vita. Ma questa non e` la fine della nostra storia.
Un caldo pomeriggio del1996 Dana era seduta in braccio della mamma, erano in un parco non lontano da casa (Irving, Texas) dove suo fratello Dustin giocava a calcio con i suoi amici.
Come sempre chiacchierava felice con la sua mamma, quando all’improvviso si zittì. Si abbraccio` e chiese alla mamma “Lo senti? ”
Diana sentendo nell`aria che si avvicinava la pioggia rispose “Si. Profuma come quando sta` per piovere.”
Dana chiuse gli occhi e ridomandò, “Lo senti?”
Ancora una volta la mamma gli rispose, “Mi sa che tra un po` saremo tutte bagnate, sta per piovere.”
Dopo un po`, Dana, alzò la testa e accarezzandosi le braccia esclamò,
“No, profuma come LUI.
Profuma come quando Dio ti abbraccia forte.”
Diana cominciò a piangere calde lacrime mentre la bambina raggiungeva le sue amiche per giocare con loro.
Le parole della figlia avevano confermato ciò che sapeva in cuor suo, da tanto tempo ormai.
Durante tutto il periodo in ospedale, mentre lottava per la sua vita, Dio si era preso cura della piccola abbracciandola così spesso che il suo profumo era rimasto impresso nella memoria di Dana.
E’ STUPENDA……BUONANOTTE!!!
Carissimo Dv…A proposito dei grandi interrogativi della vita, mettono ( a me personalmente) tanta angoscia… Credo sia xchè in fondo ognuno di noi senta forte (e di questi tempi..) un “bisogno di eternità”, che x me equivale ad un “bisogno di SPERANZA” che i semini donatici al momento del Battesimo, attraverso il rapporto con la ns Fede, sono capaci (o meno) di produrre il BUONO che fuoriesce da ognuno, indipendentemente dall ns ruolo, dalle ns capacità, dalle ns risorse e possibilità.
Ma Eternità e Speranza non si possono concepire astrattamente…: occorre 1 “prova” concreta, 1 “presenza”. Intendo dire che tutto queste mie parole, possono restare assolutamente aride, vuote, senza 1 testimonianza di esperienza vera…x questo io penso che ogni volta che viviamo 1 esperienza o 1 prova di Fede forte, e soprattutto se difficile e dolorosa, riusciamo a continuare a credere in LUI..siamo già riusciti ad andare OLTRE la morte del dolore e della sofferenza. Questo momento della prova, venga x tutti almeno 1 volta nella vita.. ed è essenziale x consolidare la consistenza della ns Fede e xchè no riflettere sulla..crescita del ns “profondo spirituale”. Quindi MAI pensare alla CROCE come 1 carico solo di sacrificio o incontro al dolore, di scoraggiamento di fronte all’ incapacità di portare questa croce.., xchè così a vincere è davvero la morte (della ns Speranza e della ns Fede). Invece fermiamoci 1 attimo prima di lasciarci andare e ricordiamoci che LUI ENTRAin ogni ns CROCE, ancora prima che ci si chieda di affrontarla… Io ho imparato in quei momenti, a raccogliermi davanti al Crocefisso, ad abbandonarmi allo sguardo, di quelle 2 enormi braccia, che possono apparire tremendamente inchiodate dall’egoismo…, ma che invece sono così meravigliosamente aperte all’AMORE. Ed 1 attimo dopo avergli offerto tutte le mie lacrime, la Consolazione in me è divenuta nuova Forza.A presto. P.M
RIFLESSIONI
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Caro Don Vincenzo, ogni istante che viviamo incide sulla nostra pelle, sul nostro sentire, sul nostro comprendere…
Specialmente incidono le esperienze che viviamo così intensamente, a cui affidiamo ogni nostra aspettativa di bene e di pienezza… La “storia” dei giorni si imprime su di noi lasciando solchi più o meno profondi…Ed è vero che in questi solchi si trovano tanti semi più o meno germinati, tante cose più o meno positive… Ma è sempre e comunque la nostra storia che, come scrive Jean Vanier, è una “storia sacra”… Domani è Nostro Signore Re dell’Universo.
Lui è il Signore del Tempo e della Storia, quella “grande” e quella “piccola” di ognuno di noi… A Lui affidiamo i nostri giorni.
Lui solo tiene nelle sue tenerissime mani la nostra sofferenza e la nostra gioia.
Lui conosce le ferite e i talenti e ci dona libertà e pienezza di Vita…
Un caro saluto e un ricordo nelle preghiere.
BIANCA
Devo dire che la riflessione di Carlin,ben si addice ai tempi nostri.Mi ha fatto molto riflettere su quanto sia importante,coltivare i rapporti,anzichè riempirci la testa di stupidaggini,che provengono da una società malata, e da una televisione che ha come unico scopo, il profitto.
VIviamo in una realtà dell’apparire,del mordi e fuggi, e dell’indossare le maschere che più si addicono alle varie situazioni.
Carissimo Dv, mi associo alla preghiera per tutti voi…Vorrei però raccontare due episodi che fanno riflettere. Si parla tanto di crisi delle vocazioni sia per gli uomini che per le donne, ma poi…nella pratica, quando ci sono…noi grandi cristiani come reagiamo veramente? Mi riferisco a due episodi che mi sono capitati.
La figlia di amici di famiglia, dopo una brillante carriera universitaria, ha deciso di prendere i voti, in un ordine di cui ignoravo l’esistenza e che tutt’oggi non ricordo mai. Credo abbiano solo un convento in tutta la Sardegna. Una cerimonia toccante, la ragazza felice…la mamma disperata, in lutto.
Altro episodio, questo un po’ più leggero. Tempo fa mentre mi trovavo nel negozio d’abbigliamento dove acquisto di solito, entrano due ragazzi e uno timidamente e con fare grave, chiede una camicia…per una cerimonia…Io e le commesse lo guardiamo perplesse e intimorite…pensando a un funerale. Lui sempre con fare grave aggiunge:” é per un mio amico…una bravissima persona, un ragazzo normale, non strano…ora si fa prete, ma é normale, normalissimo…”
Leggo con piacere questa notte, alcune storie in questo sito che mi hanno riportato indietro nel tempo, quasi 25 anni fa.
Quando tu Don,ad un incontro ci raccontasti, tra le tante.. come una favola da imparare e conservare….”la sedia vuota” con quegli accenti e quei silenzi, che solo tu sai fare.
Mi colpì e pur avendola raccontata a tante persone in tutti questi anni, rileggendola, provo ora la stessa sensazione di allora. Gli anni passano in fretta ero una ragazzina e adesso sono una mamma, ma sono felice del fatto che in tutto questo tempo il mio rapporto con Gesù non è cambiato, Lui è sempre con me nel cuore e semmai su “una sedia vuota” per abbracciarmi quando ne ho bisogno.
Ringrazio Dio per averci fatto incontrare e ringrazio te per avermi fatto incontrare Gesù.
Preghiamo affinché Gesù ci mandi santi sacerdoti per amarLo e farLo amare nel tempo.
Buonanotte
Mi ha dato tanta gioia leggere che si sta parlando, durante il corso di Esercizi Sp. dei Sacerdoti, del Sacramento della Riconciliazione; oggi più che mai si sta perdendo, non solo il senso del peccato (tutto è lecito, ognuno è padrone di se stesso e dei suoi comportamenti) ma anche la consapevolezza dell’importanza dei Sacramenti: spesso si ricevono per consuetudine, per tradizione…
Poi, è vero che diventa più facile accostarsi al Sacramento della penitenza se c’è un confessore che si pone a disposizione dei penitenti, però sarebbe bello se ci fosse qualche Sacerdote disposto a fare quello che faceva Gesù: accostarsi al peccatore e metterlo nella condizione di riconoscere i propri errori e di ricevere il perdono. Di esempi ce ne sono tanti: l’adultera, il paralitico… senza dimenticare la parabola della pecorella smarrita.
So che questo richiede sacrificio, ma vi assicuro (per esperienza personale) che è tranquillizzante ed incoraggiante sentirsi accolti, ma ancor di più SENTIRSI CERCATI…
Comunque: GRAZIE A TUTTI I MINISTRI DI CRISTO!
Carissimo D.V.,
ho letto la preghiera di P.Gasparino e l’ho trovata molto bella; ti confesso che anch’io sto pregando , ma non chiedo -tanto- al Signore altri preti (anche questo) quanto il …miracolo che i preti esistenti prendano coscienza dell’importanza e del valore del loro ministero….come sarebbe bello se ogni giorno pensassero che loro sono “IL PONTE FRA DIO E GLI UOMINI!” Dovrebbero essere il RIFLESSO DI DIO E DEL SUO AMORE … Cristo VERO ED UNICO MAESTRO ha voluto assumere la nostra natura umana -eccetto il peccato- per condividere tutto. Mi piace concludere con una preghiera di Papa Giovanni P.II
“Signore, come l’Apostolo Pietro,
noi tutti abbiamo avvertito,
nel segreto della nostra vita,
l’appello a lasciare le sponde tranquille
per andare al largo
a lasciare le reti di un mestiere umano
per essere pescatori di uomini;
attraverso la Chiesa, Tu ci hai chiamati,
consacrati, unti del Tuo Spirito, e mandati dinanzi a Te,
per agire in Tuo nome,
al servizio di tutti i membri del popolo di Dio,
affinchè essi ricevano sempre più
il Tuo messaggio e la Tua Vita Divina.
Fà che dimoriamo incessantemente
nell’azione di grazia e attenti a conformare
tutta la nostra vita alla santità di questo ministero,
Tu che vivi col Padre e lo Spirito Santo,
nei secoli dei secoli.
Amen
Io continuo a pregare.a.m.a
Caro d. Vincenzo mi unisco volentieri a questa preghiera, oggi più che mai c’è bisogno di sacerdoti cosi. Mai come ora( o forse come sempre?)c’è bisogno di sostenere i sacerdoti con la preghiera e qualche sacrificio; che non guasta. Il Signore vi guidi sempre, lo Spirito Santo vi illumini per poter capire a quale alto compito Dio vi ha chiamati.
Un giorno udii un sacerdote dire che fare il sacerdote è come fare un altro qualsiasi mestiere… ebbi un brivido di orrore!!!
Essere chiamati a essere un alter Cristi, non è mestiere, è GRAZIA! Piccoli deboli incapaci, peccatori, si, ma chiamati alla santità e chiamati a santificare, siete nel mio cuore, ogni giorno metto nelle mani del Signore la mia povera vita per questo.
… che bella la storia della buonanotte di stasera… grazie Don Vincenzo! A volte per riaccendere le persone un po’ spente ci vuole anche un po’ di “coraggio”, perchè può anche essere di ricevere una porta in faccia, a seconda della disponibilità, ma – a io preferisco pensare così – anche una splendida sorpresa che si trasmette, proprio come il fuoco del camino…
Ho letto su Avvenire di qualche giorno fa che quattro anni fa, “un gruppo di studenti di seconda elettricisti vicino Torino, ascolta in classe l’insegnante di religione mentre parla della Madonna.
Le parole dicono quello che hanno studiato sui libri di catechismo, imparato da mamma e papà. Ma quelle parole sono diverse. Escono dalla bocca di un prof appassionato e giovane – trent’anni appena – . Alla fine della lezione i ragazzi si alzano, vanno alla cattedra: «Noi la Madonna vogliamo conoscerla di persona. Ci porti a Lourdes?». La domanda lo spiazza. «Come facciamo?». E loro: «Ci andiamo per il ponte del primo novembre, così non saltiamo la scuola». «E le vostre festicciole di Halloween?», domanda lui provocatoriamente. «Che ci importa di Halloween? Prof, sa che c’è: noi la notte di Halloween partiamo per Lourdes».
…. E così, anno dopo anno, il pellegrinaggio si ripete. Fino a quest’anno con oltre centocinquanta ragazzi di decine di scuole.” ed il prof dice: «Credo che il problema coi ragazzi, oggi, sia il fatto che noi insegnanti, e in generale noi adulti, chiediamo loro poco. Se chiedi poco, ai giovani, ottieni poco o nulla. Ma se chiedi tanto, ottieni tutto».
… un po’ come Gesù: ci chiede tanto, ma non otteniamo forse… tutto?!?
Buonanotte, ricarichiamoci questa notte per essere pronti, domani, a lasciarci chiedere “tanto”!
Quanta tenerezza, amore,comprensione e quanto di “noi stessi” mettiamo quando ci troviamo ad asciugare lacrima sofferta di un Amico..magari lacrima di cui noi stessi siamo stati la causa. Possono passare anni ma momento così non si dimentica, ne fai tesoro e resta “paletto” che in certi attimi di strada ti fa capire e ti aiuta.
Quanto/tanto può regalarci l’asciugare una lacrima e permettere che l’altro asciughi la nostra!
Forse il SUO asciugare lacrima saprà anche di quella tenerezza , amore, comprensione con cui a volte mi capita farlo al lavoro, sul volto di bambini piccoli quando ,anche in entrata scuola, vivono distacchi affettivi e momenti, per loro così difficili.
Ed è così consolante e paterna e bella l’immagine di un Dio così!! Forse proprio perchè troppo grande ho bisogno di concretizzarla nel “mio piccolo”. Ed è immagine che,ora,mi spinge in avanti.
Buona notte..
“Se non mi ascolta più nessuno,
Dio
mi ascolta ancora.
Se non posso più parlare con nessuno,
più nessuno invocare,
a Dio
posso sempre parlare.
Se non c’è più nessuno
che possa aiutarmi,
dove si tratta di una necessità
o di un’attesa che supera
l’umana capacità di sperare,
Egli
può aiutarmi…”
(Spe Salvi n.32)
LA FIGURA DI ZACCHEO… Come la vedono i bambini
Rileggendo il passo del vangelo di Luca in cui si parla di Zaccheo, non posso fare a meno di ricordare l’esperienza di condivisione e di scoperta dei suoi vari momenti e significati che feci con un gruppo di bambini. Il loro coinvolgimento nella situazione è stato tale da condurre l’immaginazione alla città di Gerico e, soprattutto, fino all’incontro con quest’uomo, capo dei pubblicani e ricco, ma rivelatosi un po’ goffo e impacciato quando, seppur mosso dalla volontà di vedere chi fosse Gesù, “non gli riusciva”. Qualcuno ipotizzò che non gli riusciva perché aveva bisogno dell’aiuto di Gesù, quasi a dire che l’uomo non è in grado di scorgere Gesù, di riconoscerLo e di incontrare il suo sguardo se Lui non glielo consente attraverso la Sua grazia. Qualcun altro ha pensato che Zaccheo, essendo un capo, non riesca a vedere Gesù, che invece è uno spirito; in questo senso la difficoltà sembra dipendere dall’impostazione di vita dell’uomo che, abituato al comando e al potere, ha soffocato la voce dello spirito dentro di sé. Intervengono altri bambini che, facendo riferimento alla ricchezza materiale di Zaccheo, da un lato ne deducono che gli manchi comunque qualcosa, che gli manchi amore, e dall’altro che i soldi gli offuschino la vista…. Qualcun altro ancora, avendo prestato attenzione al luogo in cui è ambientato l’episodio di Zaccheo, ovvero a una città, ipotizza che la ragione per cui non gli riusciva di vedere Gesù potesse dipendere dalla confusione, dalla troppa gente, dalla folla.
Qualcun altro, infine, ha supposto che Zaccheo fosse basso di statura oppure cieco e che, pertanto, dovesse fare i conti con limiti personali, che contraddistinguono gli uomini nei loro tentativi di rapportarsi a Dio e di comprenderLo. Eppure Zaccheo doveva essere spinto da qualcosa di più di una semplice curiosità…. Il suo bisogno di farsi largo, di non arrendersi agli ostacoli sembra sincero e si manifesta in uno slancio, in una corsa. Zaccheo non si ferma di fronte all’evidenza degli impedimenti propri e altrui…Non gli basta confondersi tra la folla, non si accontenta di una presenza anonima, non si limita a una sbirciatina fuggevole. Zaccheo s’innamora di una speranza e la insegue e vi si arrampica usando il primo sicomoro che gli capita a tiro. Il suo non è solo uno spirito d’iniziativa, ma è soprattutto un’apertura d’animo, un desiderio di vicinanza, un’accoglienza che si manifesta ancora prima dell’incontro con Gesù. La disponibilità ad amare e a voler scoprire che cosa sia il vero Amore chiama. Ed è questa voce così visceralmente silenziosa eppure così intensamente distinta che cerca Dio. Ed è questa voce che viene percepita, accolta e ascoltata da Gesù che, a sua volta, riconosce e chiama per nome. Gesù viene, passa lì dove lo stiamo cercando e si ferma davanti al nostro sguardo, davanti al nostro nome. Gesù distingue il trasporto spirituale di Zaccheo, la sua esistenza protesa alla ricerca perché Lui, per primo, stava già cercando la sua anima. Ricordo che una bambina mi disse che Gesù sapeva che Zaccheo lo stava cercando e che, per questo, doveva fermarsi a casa sua, quasi a voler significare che Gesù non aspettava altro, che non desiderava altro che potersi invitare a casa sua. Lo spirito è la parte della nostra casa dove Gesù deve entrare. E deve fermarsi nell’oggi. Gesù deve farsi aprire la porta della nostra casa, deve entrare in confidenza e in amicizia, deve farsi dono per noi che Lo accogliamo…
Dopo che Zaccheo è ritornato a casa in compagnia di Gesù e ha ridisposto la propria casa perché Gesù la abitasse, io e quei bambini ci siamo salutati ripromettendoci di permettere a Gesù di rimanere in noi e di difendere la Sua casa dentro ciascuno di noi.(Is. Teatri)
Senza Maria non incontriamo Gesù, ora come allora è Lei che ce lo mostra!
Com’è bella questa nostra Mamma, come l’ha voluta bella Dio; per Lui e per noi.
Stamattina ero davanti al Tabernacolo per fare Adorazione personale, un po più avanti è stata allestito l’altarino della Madonna di Fatima; per questo mese d’Ottobre.
Ad un certo punto è entrata in Chiesa una signora che, dietro di me, recita le sue preghiere poi, si alza e viene avanti, sotto la Madonna. Che bella sensazione percepire lo sguardo amoroso della Madonna posarsi su di lei, mi ha riempito di tenerezza e di gratitudine. Maria è speciale, non dobbiamo mai dubitare del suo aiuto e del suo amore, è la nostra Mamma realmente.
Carissimo Don Vincenzo,
sono tornata a casa in questo momento e ho voluto aprire il pc per dire GRAZIE al Signore e a te. Leggendo ciò che hai scritto nel sito, per quanto concerne la GIORNATA MISSIONARIA, sono stata colpita da questa affermazione: “MISSIONE è sempre PARTIRE, ma non è divorare chilometri,è -soprattutto- aprirsi agli altri come a fratelli, è scoprirli, è incontrarli, è AMARLI. Inoltre, si può ESSERE MISSIONARI ANCHE IN UNA STANZA DI OSPEDALE.”
Grazie a te per queste parole, ma il mio GRAZIE -doveroso- lo dico al Signore perchè si fa…portare dalle mie povere mani ai fratelli malati (in casa e in ospedale) che non possono riceverlo durante la Messa.
Ho la fortuna di essere Ministro dell’Eucaristia e per me è stato sempre -MOTIVO DI GRAZIA E DI GIOIA- questo impegno perchè so che …io porto Gesù, ma LO incontro in ognuno di quegli ammalati, di questi fratelli che continuano nel loro corpo la passione di Gesù per il bene e la redenzione di tutti.
L’ho fatto sempre, ma ora lo farò con maggiore consapevolezza: dedicare a loro l’intera mattinata della domenica significa -per me- rimanere con Gesù e fare un pò di compagnia ai fratelli ammalati (quasi sempre SOLI)
Martiri ricchezza della Chiesa, essere testimoni è impegnativo, ci vuole forza, civuole Cristo al nostro fianco. Questa pagina di S. Ignazio ha un fascino e una potenza incredibili, ogni volta che la leggo, mi sento spinta alla fede. In un mondo come quello che viviamo sembrano cose strane, eppure non lo sono, è cambiato il modo del martirio e dell’essere testimoni. In questi giorni ha fatto il giro del mondo l’immagine della Madonnina di Roma presa e fatta a pezzi per la strada. Quando si distruggono simboli civili e religiosi siamo a dei livelli critici.L’anno scorso è successo anche a noi una cosa simile. Nel giardino condominiale avevamo sistemato da diversi anni una immagine della Madonna di Fatima. E’ successa una discussione; era solo un pretesto, ma come ritorsione hanno fatto a pezzi questa Madonnina. Ci hanno accusati di fare il rosario, di andare in chiesa, come fossero cose delittuose, è passato un anno, ma continua la” persecuzione”, ci vuole forza, ci vuole fede, se Cristo non ci aiutasse, avremo sicuramente perso la testa, perchè le cose che hanno fatto queste persone, sono molto gravi. Essere martiri oggi? si, si può, desiderarlo è un cammino di santità da cui siamo lontani però!
Buona notte con quel ” AMATI DA DIO ” che oggi abbiamo ascoltato a Messa.
E se riuscissimo a lasciare che un pochino di questa “consapevolezza del Suo Amore” che oggi celebrazione ha regalato anche a me, accompagnasse i nostri passi anche domani e in settimana , quando ci ritroveremo scaraventati in non facilissime realtà… quel “AMATI DA DIO” credo ci regalerebbe , e ci regalerà..,quella Profonda Pace Dentro di cui abbiamo così bisogno.
Buona notte . Buona settimana.
Caro Don Vincenzo, questa sera e’ stata davvero una serata musicale speciale, carica di forti emozioni, che ti vorrei raccontare….Questa sera alle prove siamo stati diretti dal direttore dei famosi concerti tenuti in tutto il mondo dai “3 Tenori” (Carreras, Pavarotti e Domingo)Abbiamo provato a lungo e con grande cura Rossini (Petite Messe Solennelle) per coro, orchestra e solisti, per un concerto importante che si terrà in Duomo a pesaro all’inizio dell’anno.
E’ stata una serata particolare, perche’ quando vieni diretto da un grande maestro la tecnica musicale diventa elevata, la concentrazione e’ massima, la corrispondenza tra il Maestro e il coro diventa un dialogo, e l’espressivita’ prende grande forma, in tutte le espressioni …E Rossini (forse non tutti lo sanno) dopo una fase giovanile della vita molto prolifica di opere, ha dedicato, nella sua seconda parte di vita, ben 35 anni della sua esistenza nella meditazione e ricerca della massima espressione del trascendente con le sue 2 opere religiose (Petite Messe Solennelle e Stabat Mater).
Per farti capire in che atmosfera ci siamo trovati, posso dirti solo questo: alla fine della prova, dopo l’ultima battuta della partitura, siamo rimasti tutti in un silenzio attonito, Maestro, coristi, musicisti, solisti; il tempo ci e’ sembrato fermarsi per un periodo indefinito, per poi arrivare all’unisono in un applauso scrosciante, non per auto esaltarci, ma per trasmetterci una forte emozione, e non e’ mancato chi questa emozione l’ha espressa in un pianto di gioia…Io sono una persona a cui piace l’equilibrio, e che per indole non si sbilancia ne’ nelle grandi forme di gioia ne’ di disappunto, ma posso dirti che in questo caso sono rimasta, insieme a tutti gli altri, così colpita da questa prova di così alto livello, che sono rimasta per 5 minuti di orologio a sedere, come con il fiato sospeso, a godere interiormente di questo momento di grande spessore musicale. Ho provato un’emozione simile a quella che, da giovani, sentivamo quando un meraviglioso insegnante di lettere al liceo classico ci incantava nella lettura della Divina Commedia, o quando ci siamo trovati di fronte ad opere d’arte di grande valore o di fronte a paesaggi della natura meravigliosi.
Vorrei invitarti caldamente a questo concerto, non tanto perche’ eseguito da me e dal coro a cui partecipo con passione, ma proprio per farti provare dal vivo cosa significhi la l’espressivita’ che solo i maestri di grande livello internazionale riescono ad ottenere e a fare godere in un’opera religiosa. Io penso che questi sono i momenti della vita che rimangono scolpiti nella mente…Amo immensamente la musica, e vivere questa passione mi riempie la vita.Un caro saluto.B.m
Caro don Vincenzo,sono in ufficio da mezz’ora ma non riesco a non pensare a quello che ho appena visto. Milano è una città che sa mostrarti l’ostentata ricchezza e l’infinita povertà. C’era una homeless sul tram che ho preso questa mattina. Avrà avuto settant’anni. Forse di meno, la loro età è scalfita da molti altri fattori non riassumibili in queste poche righe. Mi sono concentrata su di lei, che dava le spalle a tutti e tremava. Ho pensato a Don Orione, non so neppure se l’ “ho visto” dentro quel corpo tremante. Certo è che se avessi avuto davanti uno di voi, non sarei scesa dal tram alla fermata dell’ufficio, ma vi avrei detto: “Che dobbiamo fare?” e certamente la mia vita avrebbe preso un’altra strada… PG
Carissimo Dv, Stasera, nn riesco a smettere di pensare alle parole del racconto “dell’anfora screpolata..” E riesco a farlo con molta convinzione, forse xchè + a conclusione delle “fatiche” dell’ennesima giornata, consumata tra le corse del quotidiano…
Quante volte, a letto finalmente nel silenzio, accompagno la preghiera con 1 sospirone di sollievo.., Qualcuno, da vicino o da lontano, mi ripete spesso : La vita, è una soltanto ed è unica, non possiamo premere il tasto pausa e fermarla, o il tasto rewind per tornare indietro e cancellare ciò che non ci piace…, COGLI l’ATTIMO.! Già ci vuole davvero poco a cadere in questa..tentazione..
…Però stasera, non voglio perdermi tra questi dubbi, xchè ho in mente:”Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se lo vogliamo, Dio sa fare MERAVIGLIE con le nostre imperfezioni”. VERO…? Di sicuro io so che LUI non è venuto x i giusti o i perfetti.. E neanke x risolvere con un tocco di bacchetta magica i fallimenti, le solitudini, le paure e le sofferenze, ma innanzitutto per condividerle,..con noi – CON ME e POI, soprattutto X insegnarci a trasformare queste situazioni, così profondamente reali xchè umane, in occasioni di salvezza di redenzione, di Speranza… Chi se non LUI- è stato capace di trasformare 1 notte di dolore in 1 mattino radioso di LUCE.
…i momenti difficili, aiutano a diventare + saggi e + forti. E spero tanto, di poter riuscire a trasmettere questo messaggio anch’io ai miei figli…, appena le ferite inizieranno a chiudersi un pochino.
Ho imparato così ormai , ad “amare” anche i giorni pieni di dispiaceri, affrontando le difficoltà…. passato quel momento, davvero mi sono sentità + forte..e d 1 forza di Fede, ancora + grande, + ricca della Sua vicinanza. E allora cos’è LA ROCCIA…? La Roccia è LA NS Fede! E si fa visibile solo attraverso gli occhi del cuore, attraverso col donarsi, con attenzione e ascolto. Questi sono i materiali VERI x le fondamenta della casa, della Famiglia… di 1 Luce alla ns vita, che ci aiuti sempre a decidere e ad agire secondo il meglio. Buonanotte
P.M.
I progetti di Dio sono davvero un mistero per la nostra mentalità. Dio ci invita ad un banchetto, Gesù ce ne ha delineato il percorso per arrivarci: via Crucis, Getzemani, patibolo, morte, tomba. La vita di un normale uomo finirebbe cosi, ma questa vita è di Dio, per preparare quel Banchetto, la via è quella, per renderlo eterno c’è la Risurrezione. Ciò che per noi è difficile accettare è che tutto questo è necessario per arrivare là, là in cima, là in cielo. Il dolore è una realtà concreta nella vita di Gesù, non è marginale, meditare il dolore di Gesù ci apre al significato del nostro dolore, lo illumina e rende fruttuoso.Il banchetto che ora consumiamo qui in terra( Eucaristia) è solo un preludio, quando saremo lassù, tutto questo ci apparirà meraviglioso, rimpiangeremo certamente ogni dolore che non abbiamo accolto. Accoglierlo non vuol dire non soffrire, ma metterlo nelle mani di Dio affinchè ci dia la forza per portarlo.
Essere invitati a questa ” Cena” è un privilegio, non solo personale, ma anche per il mondo, noi attraverso la Comunione riceviamo il Cielo, e lo portiamo nel mondo con la nostra vita. Nel mondo dove c’è guerra, odio, dolore, immoralità, egoismo ecc, ecc, ma Dio ama questo mondo e ci invia quali messaggeri d’Amore.
Carisssimo D.V.
leggendo, questa sera il commento di Liliana, ho avuto un brivido e grosse lacrime hanno rigato il mio volto.
“Sembra un caso, ma i miei nipoti sono nati…” così comincia il commento di L.. Io continuo dicendo: anche 2 miei nipoti erano nati esattamente, non in prossimità dei giorni dedicati alla Madonna, ma in giorni …a Lei dedicati :il 15 agosto il primo ed il fratello il 12 settembre. Specialmente quest’ultimo sembrava l’immagine di un angelo e l’icona della gioia e della voglia di vivere. Invece, in un altro giorno dedicato alla Madonna, esattamente il 22 agosto, giorno in cui si festeggia Maria Regina, quell’angelo con la sua mamma persero la vita in un terribile incidente stradale (e loro non avevano colpa). La vita e la gioia lasciarono il posto alla morte. Vi assicuro che sono esperienze che cambiano la vita di chi resta e che solo la fede può aiutare e sostenere, ma c’è da faticare tutti i giorni e… da piangere, anche perchè (e non per giudicare) si è perso tanto il rispetto per la vita e non ci sono -secondo me- leggi che possano, non dico punire severamente, ma scoraggiare gli imprudenti e gli incoscienti.
Questa sera voglio davvero aggrapparmi alla fede e credere che ora i miei cari stiano con Maria e possano…CONTEMPLARE CON LEI IL VOLTO DI CRISTO.
Buona notte. M.A.
Sembra un caso, ma i miei nipotini sono nati in comcomitanza con feste mariane importanti.
Il sette Ottobre di dodici anni fa nasceva il mio primo nipotino.
Era di una bellezza che lasciava stupiti. Da dove arriva questo bambino, sembrava di un’altro mondo. In effeti era di un mondo tutto speciale, il mondo dell’autismo. Una sindrome: la sua molto grave, accompagnata da ritardo mentale e turbe metaboliche e comportamentali. Che sia nato il giorno della “Madonna del rosario” per me ha un significato speciale. E’ dura dire sia un dono del cielo questo bimbo, ma me lo ripeto spesso. Nella sua furia distruttiva; quando è preso dalle sue crisi, si morde a sangue, strappandosi anche lembi di pelle, il mio cuore sanguina. Bacio queste lesioni come fossero le mani piagate di Gesù e mi scende nel cuore una tenerezza di cielo mista a dolore che non so spiegare. E’ un calvario, suo e nostro, il rosario mi consola spesso, la nostra Mamma ci prende per mano e ci accompagna in questo cammino
Il 14 Maggio 2000 nacque Gabriele
Il 13 Agosto 2005 invece arrivò Marika
Come sono ricca!!!
..Una di queste mattine, il cielo appena appena rischiarato, alla fermata dell’autobus ho potuto rallegrarmi di un piccolo gesto che mi ha fatto pensare… Proprio al centro della piazza, a fare da spartitraffico, su un alto piedistallo racchiuso in una cancellata, c’è una bella statua della Madre di Dio che sovrasta le inferriate, con le braccia tese come per accoglierti e lo sguardo verso il basso. Tra le macchine in coda, la gente che cammina frettolosa e lo smog che comincia a farsi sentire, arriva con la giacca svolazzante un signore brizzolato, pedalando in bicicletta. Sfidando le auto, si infila nel traffico e arriva al cancello; rimanendo sul sellino della bici, con una mano si attacca all’inferriata e guarda su. Si ferma giusto il tempo di un’Ave Maria, e poi via, riprende la sua strada, pedalando agevolmente, con la sua giacca svolazzante e l’aria serena.
“Bello – ho pensato – che ci sia ancora chi, in mezzo alla quotidianità e alla fretta, si ferma e si ricorda di Te, Maria”.
E poi ho riflettuto: quando ho visto la prima volta quella bella Madonna, mi aveva fatto una strana impressione il fatto che la Madre di Dio… non avesse il suo Bambino tra le braccia!
Così ho capito: le sue braccia aperte erano lì per accogliere tutti i suoi figli, perchè è Madre, non solo di Gesù, ma di ognuno di noi. Tutto sta a noi riempire quell’abbraccio amoroso… Lei è lì ad aspettarci.
Il “buongiorno” che ho ricevuto quel mattino ve lo giro come “buonanotte”… Torniamo bambini e facciamoci abbracciare dalla Mamma, prima di andare a dormire.
CARO DIVVU’, GRAZIE PER I PANINI (PIENI DI CIOCCOLATA)…MI E’ PIACIUTA TANTO LA FAVOLETTA DELL’ANFORA ROTTA.PERDE ACQUA , MA E’ SEMPRE UTILE, MAGARI AD UN’ALTRA COSA,
E MAGARI A QUALCOSA DI CUI NON ABBIAMO NEANCHE IDEA. UN ABBRACCIO CARO
DA UNA ROMA ANCORA ESTIVA
E UN PO’ SVAGATA…CATERINA
Sono stanchissima e anche questa sera, io e tante altre persone che lavorano di notte non possiamo ancora dormire.Preghiamo e speriamo in Dio, di svolgere al meglio la nostra vocazione con amore e pazienza.
Buonanotte
Caro Don Vincenzo, questa sera ci hai ricordato che il Signore ci è sempre vicino e ci accompagna con la presenza dei suoi Angeli che sono i nostri costanti custodi. Io ho pregato con una bella preghiera all’Angelo Custode di S. Pio da Pietralcina che ora scrivo per gli amici di Villa S. Biagio; così preghiamo insieme.
O santo Angelo Custode, abbi cura dell’anima mia e del mio corpo.
Illumina la mia mente perchè conosca meglio il Signore e lo ami con tutto il cuore.
Assistimi nelle mie preghiere perchè non ceda alle distrazioni
ma vi ponga la più grande attenzione.
Aiutami con i tuoi consigli, perchè veda
il bene e lo compia con generosità.
Difendimi dalle insidie del nemico infernale e sostienimi nelle tentazioni
perchè riesca sempre vincitore.
Supplisci alla mia freddezza nel culto del Signore: non cessare di attendere
alla mia custodia finchè non mi abbia portato in Paradiso, ove loderemo insime il Buon Dio
per tutta l’eternità.
CIAO DON VINCENZO, IERI SERA GUARDANDO IL PANORAMA DAL MIO TERRAZZO (HO LA FORTUNA DI ABITARE SOTTO LA MADONNA DEL MONTE!) ERO RAPITA DALLA BELLEZZA DEL TRAMONTO, DA QUEL CIELO INFIAMMATO DAL SOLE CHE LENTAMENTE STAVA ANDANDO A CORICARSI DIETRO I MONTI. E’ VENUTO SPONTANEO FARE UN PARAGONE CON LA NOSTRA VITA. E’ BELLO SAPERE CHE ANCHE SE LA GIOVINEZZA E’ ORMAI LONTANA MA HAI SPESO BENE I TUOI GIORNI, CON L’AMORE PER DIO E PER IL PROSSIMO, LA TUA NOTTE NON SARA’MAI BUIA MA PIENA DI QUELLA LUCE CHE E’ SORGENTE DI VITA. RINGRAZIO IL SIGNORE PER L’AMORE CHE MI HA SEMPRE RISERVATO…. ANCHE QUANDO CREDEVO SI FOSSE DIMENTICATO DI ME. GUARDANDO IL CIELO ANCHE STASERA UN PENSIERO ED UNA PREGHIERA PER TUTTI. CON AFFETTO g.b.
Carissimo D.V.,
sono andata a leggere, come di consueto, ciò che hai scritto nel sito e ti cofesso che questa sera sono stata presa da grande angoscia. Perchè? Te lo dico subito: precisamente, quando ho letto la parte riguardante D.Orione.
…”La chiesa era piena e io piangevo di amore a Dio e alle anime nel vedere quel popolo senza sacerdote. …Cari figli fate presto a formarvi, fate presto a crescere, fate presto a venire.”
Sono passati esattamente 90 anni da quella data, ma guardando la nostra chiesa, la MIA chiesa viene da … piangere. In quest’ultima settimana sono stati nella mia Parrocchia 6 seminaristi del Seminario Maggiore per quella che il vescovo ha chiamato “MISSIONE GIOVANI :I SEMINARISTI E I GIOVANI DELLE PARROCCHIE -INSIEME- PER ANNUNCIARE LA VITA BUONA DEL VANGELO”. Anche per attirare qualche ragazzo. Gli incontri del mattino erano previsti nelle scuole e quelli del pomeriggio, in chiesa o nei luoghi maggiormente frequentati dai giovani . I presenti? Pochissimi: l’1 per mille e la sera, nelle chiese, le solite vecchiette: la più giovane della serie, io. Viviamo, secondo me, in un momento particolarmente difficile: oggi, abbiamo i preti -anche se pochi- ma la gente dov’è??? Sinceramente, per trovare la serenità, questa sera sono andata a leggere una preghiera di S.Teresa di Gesù Bambino che mi piace tantissimo; La mia vita non è che un istante, un’ora passeggera, la mia vita è un giorno che fugge, tu lo sai, o mio Dio!
Per amarti sulla terra non ho che quest’oggi.
T’amo, Gesù, e verso di Te la mia anima si protende,mio dolce appoggio per questo mio unico giorno. Regna sul mio cuore, dammi il tuo sorriso null’altro io chiedo per quest’oggi. Che m’importa, Signore, se il futuro è oscuro? Conserva il mio cuore puro,
coprimi con la Tua ombra… Lasciami nascondere, Signore, nel Tuo volto: là non sentirò più il vano rumore del mondo; dammi il Tuo amore e la Tua grazia,nient’altro io chiedo per quest’oggi…
Io aggiungo: “Signore, fammi vivere ogni giorno come se fosse l’unico e l’ultimo della mia vita e ora con S. Teresa ti chiedo:coprimi con la Tua ombra e nel sonno non mi abbandonare.”
BUONA NOTTE!
Caro Don Vincenzo, continuiamo la condivisione di pensieri della sera…La vita è dono, sempre… Non ci appartiene ma, al contrario, ognuno di noi appartiene alla Vita e ne è parte insostituibile e preziosa…E questo è ancor più sorprendente…
“L’essenziale è invisibile agli occhi”…
Se solo avessimo un po’ più di fede…
Vedremmo l’invisibile, ogni cosa troverebbe il suo posto e noi la sapienza del cuore…
Non più affanno ma sollievo, non angoscia ma pazienza… Sosteniamoci in questo percorso che ci chiama a camminare nel tempo ma già intrisi di eternità… Piccoli ma desiderosi di infinito…Un caro saluto e un ricordo nelle preghiere…BIANCA
Com’è bello potersi comunicare le riflessioni che ci dai la possibilità di fare ogni giorno: grazie, Don vincenzo!
Sono tanto vere le parole di D. Orione: “Il tempo della vita è così breve e sì prezioso… si sta sempre bene, quando si sta dove vuole il Signore”.
Vorrei aggiungere una considerazione di Mons. Ravasi: “L’unica gioia al mondo è cominciare; è bello vivere, perchè vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.
Senza il desiderio di ricominciare si è già cadaveri ambulanti, privi di vigore per pensare,creare, donare.”
Aggiunge e conclude con le parole di Isaia: “Dio dà forza allo stanco, moltiplica il vigore dello spossato: Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono: Ma quanti sperano nel Signore mettono ali come aquile e camminano senza stancarsi.”
E allora: GRAZIE, SIGNORE PER IL DONO DELLA VITA. GRAZIE PER LA FORZA CHE OGNI GIORNO CI DAI!
Carissimo D.V.,
Queta sera vorrei ringraziare il Signore per la fiducia che pone in noi; chiedergli la capacità di fare la Sua volontà, anche se a volte c’è da soffrire e che ci dia la capacità di dire sempre -come disse Gesù – AIUTAMI A FARE NON LA MIA, MA LA TUA VOLONTA’ .Nella Tua volontà, Signore, è la mia gioia e la mia pace.In pace mi corico e subito mi addormento. Tu solo, Signore, al sicuro mi fai riposare!
Buona notte.
Com’è bella questa metafora dell’anfora vecchia!
Molto spesso vogliamo fare cose grandi, ma non ci accorgiamo che son le piccole cose che, danno valore e colore alle grandi.
Una preghiera che faccio spesso; anzi sempre, è quella di essere una briciola di Gesù, di Eucaristia. C’è un passo di Vangelo in cui si narra di questa donna che desiderava almeno le briciole che cadevano dalla mensa dei figli. Essere una briciola è una cosa speciale, non bisogna fare chissà che, basta fare un sorriso, dire una parola buona,non giudicare, portare la serenità che Gesù ci da intorno a noi, fasciare delusioni e dolori, asciugare lacrime di scoraggiamento, ascoltare qualcuno che nessuno ascolta.
Essere una briciola di Gesù è tutto ciò che desidero, lungo la giornata almeno una di queste cose riesco a farla, quando ne faccio più di una, sono in Paradiso 🙂 notte
Benedicimi, padre. Nella pace mi addormenterò, nel silenzio riposerò. Serena notte!
Ho letto con gioia -meditando- tutto ciò che hai scritto oggi: il mattutino di Mons.Ravasi e poi ciò che riguarda S.Vincenzo De Paoli e S.L.Orione : 2 Santi che accoglievano i più poveri….Oggi emerge la bellezza fisica ( a tutti i livelli); io conosco i miei limiti, le mie rughe, i miei difetti….Pesano ancora di più se c’è chi te li mette in evidenza. E, purtroppo, anche nella comunità cristiana. La certezza che DIO SA FARE MERAVIGLIE CON LE MIE IMPERFEZIONI mi riempie il cuore di gioia ed entusiasmo. T.L
Le parole di questi giorni rivolte al popolo germano da parte del Santo Padre, sono cosi affini a ciò che si dice in questo passo( se Cristo tornasse).
Abbiamo smesso di cercare, ci siamo adagiati al buonismo, all’apparenza. Questa Parola non brucia più, non accende alcun fuoco, annacquata da sicurezze terrene che appesantiscono la Chiesa. Qualche giorno fa parlando con una signora sui nostri tempi mi raccontava dei suoi 40 anni di insegnamento. Gli ultimi sono stati uno sfacelo- mi diceva sconsolata- hanno fatto crollare tutti i miei ideali educativi.
– Ha ragione- ho risposto- io ho fatto la catechista per 18 anni, ma gli ultimi sono stati anche per me pesanti.
-Non mi parli di chiesa, per carità, vogliono vicino i ricchi, ne cercano la compagnia per i loro interessi, i poveri nessuno li vuole, chi se ne cura?
Certo non sempre è cosi, ma non posso darle torto fino in fondo, se la Chiesa si spogliasse della zavorra, come ha auspicato il Papa, forse si tornerebbe a una fede più vera, forse si vivrebbe di più la Provvidenza che viene da Dio.
Spero che alle parole del Papa segua una nuova primavera di fede, ne abbiamo bisogno.
Carissimo D.V.,grazie per la posta! …Stasera ho deciso di ROMPERE il silenzio per augurarti, come hai chiesto -nel sito-, la … ” BUONA NOTTE “.
Prima, però, voglio trascriverti un racconto di Bruno Ferrero che ho letto tempo fa e che spesso mi torna in mente e, in modo particolare, proprio la sera. Eccolo:
Un famoso filosofo, giorno dopo giorno, si tormentava per cercare il significato ultimo dell’esistenza.Aveva dedicato alla soluzione di questo enigma i migliori anni di vita e di studio.Aveva consultato i più grandi saggi dell’umanità e non aveva trovato alcuna risposta soddisfacente alla domanda. Una sera, nel giardino della sua casa, mettendo da parte i suoi pensieri, prese in braccio la sua bambina di cinque anni che stava giocando allegramente. E le chiese: ” Bambina mia, perchè sei qui sulla terra? “La bambina rispose sorridente:
“PER VOLERTI BENE PAPA'”.
Così si chiude il racconto. Il filosofo aveva trovato la risposta ai suoi… tormenti.
Ti confido che la sera, nel ringraziare il Signore per il dono della vita, che considero il più grande in assoluto, e per tutti gli altri doni, idealmente immagino che il Signore mi chieda:” Perchè ti ho dato la vita?” Vorrei potergli dire -sempre- con tutta me stessa: “PER VOLERTI BENE, PAPA!” E sentirmi protetta tra le Sue braccia e avere la certezza di non essere abbandonata o lasciata sola.Buona notte e buona Domenica!
Un abbraccio con affetto. TLO
Buona notte , con quella grande immagine di Lui PASTORE .
“Notte”, grata di un dono ricevuto oggi : la Messa di stam . Bisogno di incontro con Lui .
Ne ho fermato, e poi ripensate , due frasi : ” ..in qualunque prova mi invocheranno , li esaudirò.. ” , “il Signore ci custodisce come un pastore il suo gregge” .
E allora potrà essere una “buona notte” con quel Gesù che se glielo permettiamo , “ci custodisce” ..in qualunque campo erboso ci troviamo…
Carissimo don Vincenzo,…Desidero condividere con lei queste righe molto profonde scritte nell’ultima mail che Carla, la “nostra” Carla Zichetti… nostra briciola tra le tante briciole, mi ha inviato.
LOURDES l’ultima notte 1986 giugno) nel mio diario scrivevo così:
Buona notte Mamma!
Veglia sul mio riposo e sul riposo di tutti quelli che sono venuti qui a trovarti, perché credono nel tuo aiuto, nel tuo amore, nella tua materna tenerezza.
Sei tanto bella, sei tanto buona, che di più belle e buone al mondo non ce n’è.Fa’ che la gioia che in questa terra sento, me la porti a casa per i giorni del dubbio, del dolore, della sfiducia, della paura.
…Sento quasi che è l’ultima volta che posso venire qui a Lourdes, mi sento troppo male, sono troppo debole… allora vieni tu da me ogni giorno, di notte specialmente.Toglimi la paura. Se tu sei con me, io avrò più coraggio.
Resta con me Mamma, ora e sempre, come ti sento qui.
……………………………
Questo scrivevo a Lourdes nel 1986, sono passati 25 anni….Avevo 63 anni, ora ne ho 88, ogni ora, ogni minuto è stato ed è dono di Dio. Le briciole erano nel Suo Progetto, non nel mio, la Madonna ha buttato le basi e Dio ha costruito.Lunedì 26 partirò per Lourdes… Oggi sto male, tanto male ma “A Dio si chiedono le cose impossibili, le possibili le fanno gli uomini” mi ha detto Luciano. Mamma prendimi in braccio, portami tu insieme a tutte noi. Ecco la mia risposta e il mio grazie carissima Angela per le preghiere dette e vissute anche per me.
buona notte donatella
Oggi sono grata al Signore perchè ha ascoltato le nostre preghiere. Una persona a noi cara ha saputo che il tumore che ha ai polmoni sta regredendo. 36 anni sono pochi per morire, a me ne ha dato quasi il doppio, e sapere che avrà ancora tempo per fare cose buone, mi riempie di gioia. Si buonanotte con la riconoscenza nel cuore e nella mente un canto: Attirami Signore
Qui voglio stare vicino a Te
posto migliore in questo mondo non c’è
lascio ai Tuoi piedi le cose che
mi portano lontano Gesù da Te.
Attirami Signore, attirami a Te
Più vicino ancora, più stretto dal Tuo amor
Attirami Signore, attirami a Te
fammi scoprire la ricchezza del Tuo cuor.
tu sei la perla di gran valore
Tu sei il mio tesoro, la gioia del mio cuore
la Tua presenza è tutto per me
perciò voglio stare vicino a Te.
Buona notte D.Vincenzo! questo tuo sito è come una telefonata a casa quando si è lontani e… sembra proprio che a rispondere sia “papà” GESU’.